Fanfiction ambientata nell'episodio USS Callister. Racconta il momento in cui Daly ha deciso di creare una copia di Nanette,anzichè provare a conquistarla.

[Bandersnatch] [Stefan/Colin] [AU]
1984 - Inghilterra.
Stefan ha terminato la programmazione del suo videogioco interattivo, è pronto a presentarlo. Si sente ancora distante anni luce dal talento di Colin, che di videogames ormai ne ha sfornati un bel po'. Colin è tutto quello che Stefan vorrebbe essere: sicuro di sé, originale, geniale. Forse per questo quando Colin gli propone di seguirlo Stefan non può rifiutare. Non sa quanto l'unione di due menti folli possa causare disastri e aumentare i tormenti. Sarà convinto per un po' di starci bene, con Colin, finché non si renderà conto che quella che stanno percorrendo è soltanto la strada verso la follia.

[Bandersnatch] [Stefan/Colin]
"È tutto un codice, se ascolti bene riesci a sentire i numeri. Un diagramma cosmico che detta dove puoi e dove non puoi andare. Ti ho dato la coscienza. Ti ho liberato. Lo capisci?"
"Può darsi. Più o meno."

(Dall'episodio USS Callister)
L'equipaggio della USS Callister ha fatto tutto quello che poteva per sfuggire all'ira del suo Capitano. Meglio la morte, che un'eternità sotto il suo sadico controllo. Ma è stato tutto inutile. Robert Daly li ha raggiunti e vuole vendicarsi, e punirli per la loro ribellione.
Attenzione! Scene di Morti e torture estremamente creative!
Ma cosa lo dico a fare, tanto è un fandom talmente ignorato che non se la leggerà nessuno!

Inspirare. Espirare. Inspirare. Espirare. Come reagisce il corpo umano in punto di morte?

[Post Black Mirror 2x01 - Be Right Back]
Martha li sente. Gli infermieri intorno a lei, tutti credono che lei non ci riesca più, che i suoni di tutti i macchinari che sono collegati al suo corpo siano ormai troppo lontani per lei. Eppure, lei li sente ancora tutti, sente il battito del suo cuore rallentare piano.

[Black Mirror]
Vomita e non riesce a smettere. Il pensiero di sua moglie, dei suoi colleghi, dei suoi amici e parenti lo fa stare ancora peggio, gli stringe lo stomaco e gli arriva fino all’anima, fino a lì dove fa più male – fin dove non può più arrivare. Vomita, sputa, piange, vuole morire. Ma non muore.
Non muore, perché nonostante tutto non ha finito.
[Scritta per i Prompt Days di Pseudopolis Yard!]