Recensioni per
Against the Odds
di andromedashepard

Questa storia ha ottenuto 94 recensioni.
Positive : 94
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/08/13, ore 19:16
Cap. 7:

E' da un po' che leggo la tua storia, trovo la romance tra Shepard e Thane molto commovente e la stai descrivendo al massimo. Mi ha incuriosito l'aggiunta di questo piccolo problema cutaneo, metterà nuovamente alla prova la coppia ed aspetto con ansia di assistere ai primi veri approcci ;) attendo il tuo prossimo aggiornamento, complimenti!! 

Recensore Junior
10/08/13, ore 19:23

Perdona il terribile ritardo ma sono tornata giovedì e devo rimettermi in pari XD

Molto bello questo capitolo, il titolo è particolarmente azzeccato, questo è forse il momento più delicato e difficile, quello in cui Shepard si deve guadagnare la lealtà di Thane dimostrandogli non solo di essere un ottimo soldato ma anche una persona di cui ci si può fidare completamente. In ME2 mi piace molto questo aspetto di Shepard, la sua totale dedizione all'equipaggio, come giustamente sottolinei tu la missione, di Tahne in questo caso, diventa la sua, prende a cuore le sorti di Kolyat come se fosse suo figlio; credo che questo sia uno degli aspetti che amo di più in Shepard …
Ma ovviamente le difficoltà non sono solo per Shepard, anzi, Thane rischia di perdere l'unica cosa che ha: suo figlio. Hai reso perfettamente l'angoscia del Drell, il suo terrore al pensiero di essere arrivato troppo tardi, un ritardo che riguarda solo marginalmente l'omicidio che Kolyat sta per compiere, è il ritardo di una padre che non ha cresciuto il proprio figlio e che ora teme di trovarsi di fronte un estraneo di cui non sa niente. Dev'essere terribile per qualcuno che può ricordare tutto nei minimi dettagli non avere nessun ricordo di una persona a cui si tiene così tanto e sapere che la colpa di quella mancanza è unicamente sua …
Ti faccio i complimenti per come hai reso Baily, perfettamente coerente con l'uomo che conosciamo, è un personaggio che mi piace molto, schietto e senza ipocrisie … non è un ottuso burocrate, sa quando è necessario infrangere le regole, per il bene di tutti, e lo dimostra aiutando Kolyat nonostante tutto.
Splendido capitolo, davvero!

Alla prossima :)

Recensore Veterano
10/08/13, ore 19:23

Credo di aver letto questo capitolo circa dieci volte e sono tre giorni che cerco di recensirlo e sono tre giorni che cancello e ricancello quello che ho scritto, solo perché non riesco a trovare le parole più adatte per dirti quello che ho provato leggendolo.
Non so, non ci riesco, ogni cosa che scrivo sembra banale, piatta e priva di senso, e questa storia non lo merita.
Oggi ci riprovo sperando di non dover cancellare di nuovo tutte le parole che escono dalla mia testa invasa dal caos in questo periodo.
Lo sai, io sono una GarrusRomance al 1000x1000 ma qui ho adorato la loro amicizia.
l tuo modo di descriverli, prima lontani divisi da un senso di colpa che lacera entrambi e poi cosi vicini da essere di nuovo i migliori amici.
Il tutto contornato da quell’alone di umanità che ormai mi porto dietro dal primo capitolo, perché era proprio di questo che ti parlavo nell’altro capitolo; Ann ha provato pietà per Sidonis, ha visto negli occhi di quell’uomo disarmato l’ombra della vergogna e della sofferenza. 
Non voleva vederlo morire, perché lui era già morto.
Poi, poi… accidenti poi, quanto Thane sia entrato nella mente e nell’anima di Ann, posso dire di averlo provato in questo capitolo.
Una frase mi ha colpito leggendo, una frase semplice di per se ma per Shep importante e sintomatica dei suoi nuovi sentimenti :”di cosa ho bisogno, io?”.
Già, di cosa hai bisogno Ann? Hai dato libero sfogo a tutti, hai permesso che tutti avessero la loro vendetta o la loro liberazione, ma ora ti sento come un leone in gabbia che chiede a gran voce di essere salvata.
Da cosa? Da chi? Forse non lo sai neanche tu, ma quel nodo alla gola è sempre più opprimente e soffocante, e forse è proprio tra le braccia del drell che sai di poter scappare, sai di poter essere la vera Ann.
Forse lui ti sta entrando dentro l’anima come tu sei entrata prepotentemente nella sua.
Non rileggerò questa recensione perché so che la cancellerei per l’ennesima volta, spero solo di aver reso bene quello che questo capitolo mi ha trasmesso e prometto di fare meglio la prossima volta :)
Un abbraccio forte.

K.

Recensore Junior
08/08/13, ore 12:08

Recensisco in punta di piedi. Thane è un personaggio a me per la maggior parte sconosciuto, in quanto pur rispettandolo e amandolo, non ho mai approfondito la relazione con lui, essendo una Garrusmancer. La storia che stai sviluppando mi piace molto, mi incuriosisce anche il fatto di vedere Garrus come amico.
Di questo capitolo mi è piaciuto il pezzo in cui Garrus e la tua Shepard si chiariscono, soprattutto quando Vakarian le chiede se avrebbe esitato se davanti a lei ci sarebbe stato uno schiavista batarian. L'amicizia, come hai sottolineato tu, a volte non è gentilezza, a volte un amico ti spinge a riflettere su te stesso andandoci giù pesante, spinto dalla delusione o dalla frustrazione, come ha fatto Garrus con Ann.
Tornando a Thane...è molto ben tratteggiato, credibile, per quanto lo conosca poco e non possa dare un giudizio completo su di lui. E, sì, in una prima superficiale impressione, mi è sempre sembrato il tipo da interessarsi alla filosofia, e concordo con te quando dici che interessarsi di filosofia non vuol dire per forza di cosa smettere di credere, e Thane è profondamente religioso, questo lo si è capito diverse volte durante ME2 e ME3.
Concludo facendoti ancora i complimenti per la storia che stai sviluppando. Non recensirò spesso, perchè appunto ho scarsa conoscenza di Thane, ma continuerò comunque a seguirti.
Attenderò con pazienza il prossimo capitolo.
A presto.
Nad.

Recensore Veterano
07/08/13, ore 07:39

Questa volta non seguirò neppure l'ordine della tua narrazione. Voglio iniziare dalla frase che mi ha colpito più di tutto: “Non è la tua esitazione che mi ha fatto male, Shepard. E’ il senso di colpa che è nato da quell’esitazione. E’ il potere che hai su di me, di farmi pentire delle mie stesse scelte quando tu non le condividi”.
Voglio analizzarla a fondo perché ho continuato a rimuginarci sopra anche mentre seguivo il resto del tuo racconto.
In misura differente le convinzioni personali e i propri giudizi guidano le nostre azioni. C'è chi è più propenso ad ascoltare un punto di vista diverso dal suo e chi chiude le orecchie, sicuro di essere nel giusto. Non voglio approfondire il senso di questa sicurezza nelle proprie convinzioni, che comunque diventa un elemento completamente negativo se spinto all'eccesso (in un senso o nell'altro), ma continuo a sentirmi folgorata da questa tua verità. Quale che sia l'opinione diversa dalla nostra, tendiamo ad attribuirle un peso o un altro a seconda di chi ce l'abbia espressa. L'esitazione di Ann ha avuto un effetto devastante su Garrus, che si sarebbe semplicemente incavolato a morte con chiunque altro si fosse permesso lo stesso gesto.
Fiducia e rispetto, credo siano questi i sentimenti più importanti, quelli che determinano il nostro grado di apertura verso un'altra persona al punto che, spinti all'eccesso anche questi due sentimenti, si può essere addirittura plagiati da una personalità abbastanza forte, perdendo la capacità di pensare con il proprio cervello. Funziona così l'indottrinamento dei Razziatori? Probabilmente sì, visto che è una manipolazione della mente che richiede tempo. Un tempo variabile proprio in funzione della forza di volontà della vittima.
Secondo tema degno di nota è la differenza fra Ann e Thane. Non riesco a immaginare la prima mentre si perde in elucubrazioni filosofiche, proprio a causa della vita che conduce e delle responsabilità di cui è stata caricata, ma quelle riflessioni diventano invece addirittura necessarie per il drell. Forse lo sarebbero per qualunque drell, proprio per quelle loro capacità mnemoniche che rendono estremamente complesso il confronto perenne fra ciò che si è compiuto in tempi passati e ciò che si sceglierebbe nell'istante presente. Ogni nostra azione è il frutto delle informazioni, necessariamente incomplete e inesatte, che avevamo a quel tempo ed è facile immaginare come, alla luce di nuove informazioni, le nostre azioni sarebbero potute mutare. Non si può tornare indietro, ma bisogna saper accettare serenamente gli eventuali errori commessi o non si riuscirebbe a continuare a vivere. Per Thane questo tema acquista ancora più peso, vista la sua professione. Il corpo e l'anima. La capacità di tenere separate queste due entità richiede una forza particolare, che deve basarsi su meditazioni profonde.
La memoria perfetta fa dire a Thane "La mia presa è salda, lui non oppone resistenza, pelle morbida sotto le mie dita, devo agire in fretta, prima che soffra. Un movimento preciso dei polsi e il suo collo si spezza sotto le mie mani. Mi allontano, il cadavere si accascia sul pavimento" durante un incontro con Ann che è intimo e dolce, in cui la fragilità del corpo umano non portava certamente a considerazioni di questo tipo nella sua mente...
Non riesco a immaginare un rapporto vero con un drell che non si basi sulla sincerità più assoluta, perché quella memoria è sempre in agguato e può uscirsene fuori nei momenti meno opportuni, causando effetti indesiderati.
La successiva considerazione di Ann “Non scusarti. Piuttosto, noi Umani dovremmo evitare di sentirci a disagio di fronte a… beh, insomma…” evidenzia un punto fondamentale: bisogna essere in grado di accettare la sincerità. E' più semplice essere sinceri rispetto ad accettare la sincerità. Anche perché la sincerità di un drell può essere "brutale", nel senso che viene trasmessa fotograficamente, senza parole che ne smussino le parti taglienti.
Come al solito, spero che queste mie considerazioni non ti urtino, anche se non sono vere e proprie recensioni. Voglio però terminare dicendoti che sarebbe stato difficile scrivere una scena più tenera e dolce di quella con cui hai chiuso questo capitolo. E' delicata e garbata, ma terribilmente emozionante e coinvolgente.
Grazie davvero per questo splendido capito. Un abbraccio forte,
S.

Recensore Veterano
05/08/13, ore 13:07

Sono in ritardo lo so ... perdonami !! :)
"Dobbiamo convivere con le nostre decisioni e tu lo sai meglio di me" penso che questa frase possa racchiudere tutto il capitolo. 
La parte più difficile, già, Thane come Shepard porta sulla sua pelle la scelta fatta anni prima, la scelta di un padre che vuole solo il bene per il figlio e sa che la vita dell'assassino non è una strada che lui vuole che Kolyat percorra.
Porta con se le scelta di un assassino e tutte quelle vita recise. 

I drell non dimenticano, i drell hanno marchiato nell'animo tutto quello che fanno e Thane non ha fatto cose belle e mai potrà dimenticare.
Lo sa benissimo.
E Shepard ha dalla sua tutte le scelte fatte giuste o sbagliate che siano state.
Forse la parte più difficile è proprio questa, convivere con le scelte fatte anche se sono state difficile e anche se alla fine la vita stessa ti lascia il conto da pagare.
Ti rassicuro la parte dell'interrogatorio è stata molto veritiera e sei riuscita a renderla reale come quella nel gioco.

E la parte finale.... ah... bellissimo questo loro gioco delle parti, questo continuo cercarsi e non trovarsi che spero porti ben presto ad un rapporto più stretto e intimo.
Solo una cosa, se mi posso permettere, per come ho letto e 'sentito' il capitolo di Sidonis non credo che sia stata una debolezza quella di Shepard; l'ho letta più in chiave di pietà e compassione e credo che in una situazione di vita normale molto probabilmente Ann si sarebbe comportata diversamente, proprio perchè sei riuscita a caratterizzare una Shepard con idee ben chiare su quello che è giusto e sbagliato. 
In sostanza io adoro questa storia e adoro questa Shepard che ha quel non so che di fragile ma allo stesso tempo è forte come l'acciaio.
Ottimo lavoro! Brava.
Attendo il prossimo capitolo.
Ti abbraccio
K.

Recensore Veterano
01/08/13, ore 07:23

Voglio iniziare con delle parentesi.
1) Bailey. E' uno di quei personaggi di cui non si legge praticamente mai ed è un piacere trovarlo in un tuo capitolo. E' la controparte della Chakwas, secondo me. Se lei è la personificazione della maternità, Bailey è la personificazione della paternità.
Mi sono accorta solo adesso, leggendoti, che quando ho descritto quel mio personaggio, agente dell'SSC, che si è occupato di Trinity bambina, istintivamente mi sono ispirata a lui. Nonostante la sua carica, è capace di non rispettare le regole se la situazione lo richiede. E' umano e attento, pronto a cogliere le esigenze delle persone senza farsi legare le mani da stupidi regolamenti.
2) Musica. Ann... ogni tanto mi dai dei brividi che corrono lungo la schiena: arrivata al terzo brano ho fatto un vero salto sulla sedia e sono andata a controllare per essere sicura. E' la musica del capitolo che sto sistemando. Il prossimo. E' un bellissimo brano, lo ammetto, ma quante probabilità c'erano di trovarlo nella tua storia? A parte questo, la scelta dei brani è perfetta per accompagnare la lettura. Complimenti.
Fine delle parentesi.

***Dobbiamo convivere con il peso delle nostre decisioni, Shepard”, rispose lui incamminandosi. “E tu lo sai meglio di me”, concluse mentre le dava le spalle.***
Questa frase è terribilmente vera e grave. Per un Drell è ancora più vera e grave, a causa di quella memoria perfetta. Non avevo mai ragionato molto sul fatto che effettivamente ci saranno molti altri episodi che necessariamente avranno lasciato una traccia nell'animo di Thane, oltre tutto quello che riguarda la moglie e il figlio. Topo era una figura importante, eppure l'ha tradito lo stesso, abbandonandolo al suo destino. Sicuramente una colpa meno grave rispetto all'abbandono della famiglia, ma non tanto meno. Perché Topo non aveva altre persone, oltre Thane. Quali altri pesi porta sulle spalle quel drell così affascinante? Ci saranno stati assassini che hanno pesato sulla sua coscienza? Mi piacerebbe conoscere qualche cosa della sua vita passata. Mi piacerebbe leggerne. E se pensi che sia un suggerimento, ti rispondo che sì, lo è. Mi piacerebbe. Sono certa che potresti farlo e che piacerebbe anche a te inventare qualcosa. Ma forse lo hai già fatto e ancora non lo hai pubblicato.
Ultima nota, ma non meno importante, è il realismo con cui tratteggi Ann. Così sicura nelle decisioni da prendere sul ponte di comando e durante una battaglia, così insicura nella vita normale, che per lei tutto è, tranne "normale". Mi piace immaginare che sia impaurita dai propri sentimenti, impaurita nel lasciar trasparire la sua umanità e fragilità, impaurita nell'aprirsi e nel lasciar vedere la sua tenerezza e voglia di lasciarsi andare. E si legge tutta questa lotta interna non solo nei suoi pensieri, ma in piccoli gesti significativi, che tu riesci a descrivere così bene.
Un abbraccio.

Recensore Veterano
29/07/13, ore 14:14
Cap. 4:

Eccomi,
scusami per il mega ritardo ma è un periodaccio.
Come già ti ho detto via mail la cosa che mi è piaciuta di più è l’umanità che avevo già sentito nel terzo capitolo.
Domande e interrogativi senza risposta, quelli di Garrus sulla reazione di Shepard all’uccisione di Sidonis, se non fosse stato per Thane forse lei non si sarebbe mai spostata? Perché ? Se gli aveva detto che l’avrebbe aiutato, cosa ha visto Shepard che lui non ha notato?
Cosa c’era negli occhi di Sidonis di cosi forte da far tentennare quella promessa?
Come quelli Thane che si è sempre ritenuto senza misericordia, un assassino spietato e feroce, che non si è mai soffermato a guardare gli occhi delle sue vittime; ora invece gli occhi di lei che dopo Sidonis sono passati dalla pietà all’ostilità. Gli occhi di Ann che è riuscita vedere in quel traditore qualcosa che ne lui né Garrus hanno intravisto.
“Gli occhi” di nuovo, “Eyes” di nuovo il titolo che mi rimanda a quello che sono lo specchio dell’anima, e di tutte quelle anime uccise da Thane e dell’anima di Sidonis. Ci sono occhi che non vogliono vedere e occhi che vedono al di la delle apparenze e delle esteriorità. Ci sono occhi che come quelli di Ann vedono nel cuore e ci sono quelli che ancora non sono pronti per andare ‘oltre’, fino a che non li sorprenderà la morte e allora sarà troppo tardi.
Mi è piaciuto anche quel senso di famiglia che Thane ha voluto condividere con il comandante, a volte non mi da proprio l’idea di un freddo assassino ma tutt’altro.
Ha dei sentimenti che non immagineresti, e delle emozioni che sembrano inconciliabili con ciò che fa, e invece lo troviamo li davanti a Ann a cui chiede aiuto per il figlio, abbandonandosi a ricordi cosi bellissimi per quanto dolorosi.
Ho scritto questa recensione di getto, e neanche l’ho riletta perdona gli errori e le cavolate ;)
 
Ti faccio i complimenti, la storia è veramente molto bella; aspetto il prossimo capitolo.
Ti abbraccio
K.

Recensore Veterano
25/07/13, ore 19:02
Cap. 4:

Lo so che ne abbiamo già parlato a suo tempo, quando ti ho letto dall'altra parte, ma voglio ripeterlo ancora, forse perché ho letto tutto sotto una luce leggermente diversa.
Irikah e Ann accomunate da questo sentimento di pietas nei confronti di un estraneo, a prescindere dai suoi errori, che forse giustificavano (?) un'esecuzione.
Lascio il punto interrogativo.
Non so, non faccio alcuna fatica ad immaginarmi nell'atto di arrivare a uccidere. Credo che chiunque possa farlo in casi eccezionali. Mi basta pensare a qualcuno che tentasse di uccidermi un figlio sotto gli occhi. Non esiterei. Ma si tratta di reazioni a caldo. Qui è più complesso. Un omicidio a sangue freddo? Mah... direi che non potrei, in nessun caso. Si entra addirittura nella valutazione della liceità della pena di morte. Ma qui sto andando ben oltre il tema e le mie personali opinioni sono irrilevanti.
Sto dalla parte di Ann, contro Garrus (eh sì, lo ammetto, mi spiace... ma non gliel'ho consentito, nella mia storia).
Come vedi sto ancora cercando di rispondere al vecchio interrogativo su Sidonis, ma forse mi stai aiutando tu a trovare una luce in questo dannato tunnel infinitamente lungo.
E Thane? Thane si fa domande per conto suo. Sta decisamente un gradino più in alto del mio turian, che si fa domande di riflesso, come reazione alle azioni di Ann. Mi sembra corretto, perché il drell è una figura più spirituale di Garrus, più complessa, più ricca di esperienza e più portato alla riflessione. La sua memoria perfetta lo deve rendere tale, necessariamente.
Hai messo al fuoco tutto quello che agita i personaggi: Garrus che si confessa con Tali, ottima spalla e ottima consigliera, Shepard che si affida alle valutazioni della psicologa (contrariamente al suo stile) perchè è turbata da sentimenti che non le sono chiari e che la mettono in una situazione di disagio che le fa paura, Thane che ha un problema più urgente e finisce per affidarsi ad Ann, confidando nella sua capacità di giudizio, ma sa che prima o poi dovrà comunque affrontare le conseguenze del suo intervento nella missione Sidonis.
Un mix di sentimenti contrastanti e di pulsioni ataviche, controbilanciate dall'apertura verso qualcuno verso cui si prova fiducia. E' tempo di porsi molte domande e di prendere tempo per trovare risposte che possono essere sorprendenti e non necessariamente in bene, almeno all'inizio. Prendere coscienza dei propri limiti, dei propri errori.
Grazie per questo bellissimo capitolo. A presto,
S.

Recensore Junior
21/07/13, ore 13:16

Mi è piaciuta molto la descrizione della battaglia, dinamica, accurata e a sprazzi divertente. La squadra funziona davvero bene, Shepard, Thane e Garrus sono la combinazione perfetta e riescono a muoversi all'unisono, sia sul piano tattico che su quello mentale. Ho apprezzato molto anche la parte precedente, i dialoghi tra Garrus e Shepard e quelli tra Thane e il comandante. Sei riuscita a cogliere appieno le caratteristiche dei due compagni di Shepard e sta cominciando a delinearsi il carattere del comandante, molto forte e deciso ma anche inaspettatamente ironico e … oddio non mi viene la parola, sto pensando a "leggero" ma non nel senso di superficiale, piuttosto di … "libero" anche se non è ancora la parola che sto cercando. Correggimi se sbaglio, ma Andromeda mi sembra una persona molto solare che riesce a vivere alla giornata senza rimuginare troppo sulle difficoltà che deve attraversare; ammetto che dopo aver passato il mio tempo nei panni del "mio" Alex è davvero un sollievo trovare una Shepard così serena e in pace con se stessa; anche nella parte finale quando ripensa alla sua esitazione di fronte a Sidonis e al disgusto per un omicidio a sangue freddo mantiene una compostezza invidiabile. La sola cosa che conta per lei è il benessere dei suoi uomini, di Garrus in questo caso, e il buon funzionamento della squadra. Tutto il resto, i suoi dubbi, le sue paure, appaiono ininfluenti e penso sia proprio per questo che le parole di Thane la turbano profondamente: credo, ma è una mia personale interpretazione, che fino a questo momento l'idea di avere delle debolezze non l'abbia mai sfiorata minimamente, non per arroganza, ma semplicemente perché non è abituata ad analizzare se stessa. La mia impressione è che fino a questo momento Shepard abbia sempre pensato solo e soltanto agli altri senza mai soffermarsi veramente su se stessa.
Ovviamente le mie sono tutte considerazioni personali, ma sono le sensazioni che ho provato leggendo questo capitolo, davvero molto e bello e ben scritto.
Aspetto con ansia il prossimo, ancora complimenti!
A presto :)

Recensore Veterano
20/07/13, ore 20:00

Questo capitolo ha un inizio di non so che di spirituale, forse non è l’aggettivo adatto, ma quello che ho provato leggendo, fino all’attracco alla cittadella, è proprio questo.
Mi è piaciuta molto la metafora sui fucili e di come avere una seconda chance, l’hai messa benissimo nel contesto e anche se parlavano di armi si capiva benissimo ( o almeno la mia mente cosi ha capito ;D)  che intendevano altre possibilità, la possibilità di riprovare, di rimediare, di vivere, insomma una seconda possibilità, che no, non si nega mai.
Come se Thane in qualche modo chiedesse una seconda possibilità alla sua malattia.
Cavolo, quanto mi piace qui Thane, come lo descrivi con quella calma serafica di chi non ha più nulla da chiedere alla vita, ma che ha ancora tanto da dare alla sua vita.
E poi ha  tra lei e Garrus, c’è sempre quell’alchimia che si giochi la romance o no.
Ho sempre pensato a prescindere dalle storie d’amore che tra Shep (maschio o femmina) e Garrus la bioware abbia voluto dare a quei due un legame particolare unendoli fin dal primo Mass Effect, infatti Garrus è quasi sempre il primo che si unisce alla squadra in tutti e tre i giochi.
Non so se è cosi ma mi piace pensarlo.
Inoltre  leggere dei combattimenti fatti da altri giocatori mi affascina sempre, poiché mi da un’altra visione della battaglia, certo una storia basata solo sul gioco sarebbe noiosa o alquanto ripetitiva, ma la tua descrizione dell’azione su Harkin è stata veloce, fulminea ma nello stesso tempo attenta ai dettagli e precisa nell’esposizione senza sembrare monotona, tutt'altro.
Ann, mi fa ridere e molto, ha sempre la battuta pronta e mi come affronta le situazioni anche quelle più drammatiche.
E poi non sempre le scelte tra bene e male sono facili da gestire non sempre si riesce a trovare quell’equilibrio voluto, anzi credo quasi mai, perché c’è sempre qualcosa o qualcuno che non sarà d’accordo.
E infine Thane, quel coraggio di decidere al posto di Shepard la sconvolge a tal punto che anche lei si chiede dov’è quel confine o se sia mai esistito veramente.
L’esitazione trasformata in debolezza, ma non credo sia il termine esatto credo che quell’esitazione di possa trasformare in pietà, nell’essere riuscita ad arrivare nell’anima di Sidonis ed essere riuscita a capire le sue emozioni.
E’ forse questo quello che non accetta Ann da Thane, la sua non era debolezza, la sua era umanità.
Ecco come ti avevo accennato questo è quello che ha partorito la mia mente contorta, ma è sempre un immenso piacere leggere capitoli come questo.
E sono già in trepida attesa per il prossimo.
Bravissima
Ti abbraccio
K. 

Recensore Veterano
20/07/13, ore 09:11

E' sempre complicato mettersi in discussione. In genere porta dolore, molto dolore, almeno nelle fasi iniziali.
Questo capitolo si basa su questo tema: comincia con Thane che, dopo anni trascorsi in una ferrea convinzione che ha sempre guidato le sue azioni ha finalmente dei dubbi. E continua con la faccenda Sidonis, dove il confine fra giusto e sbagliato si fa così incerto da non potersi più distinguere. Al pari di Thane, anche Garrus aveva un obiettivo imprescindibile. Ma quell'obiettivo non può essere condiviso dal tuo comandante. Lei non è un'assassina, non uccide a sangue freddo. No, questa volta non può seguire il suo amico turian. E' Thane che risolve la situazione e la costringe a mettersi in discussione.
Non voglio parlare ancora della missione Sidonis, perché ne ho parlato a suo tempo così a lungo (con te e Johnee) che è stato per giorni e giorni il pensiero con cui mi addormentavo ogni notte e mi risvegliavo ogni mattina. E' un episodio che ancora non riesco a risolvere definitivamente. Rimarrà di quel colore grigio di cui Garrus non sa che farsene: sono certa che non potrà diventare mai bianco o nero.
In questa nuova non-recensione mi voglio occupare del mettersi in discussione. Perché è un tema estremamente complesso e intrigante. Voltarsi indietro, guardare il proprio passato sotto un'illuminazione diversa, e poter ammettere che forse si è sbagliato. Ci vuole forza d'animo, specie se è qualcun'altro a costringerti a farlo.
Thane ha costretto Shepard a riflettere sulle sue convinzioni, a rivedere il concetto di giusto e sbagliato. Non l'ha presa proprio bene il tuo comandante e questo mi pare logico, per vari ordini di motivi, uno dei quali è che è lei il comandante...
Ma, da parte sua, Shepard sta costringendo Thane a riflettere su un tema ben più complesso. Qui non si tratta del banale assassinio o meno di un traditore, si tratta del resto della vita del drell. Questi dubbi, per ora solo accennati, diventeranno uno dei temi fondamentali, con tutto quello che si porteranno dietro. Non voglio spoilerare perché è possibile che questa recensione venga letta anche da chi non conosce ancora questa tua storia, ma è evidente che questo mettersi in discussione avrà conseguenze pesanti e porterà un carico di sofferenza non indifferente.
L'apertura mentale e la capacità di ammettere i propri errori sono la molla necessaria che tende a farci diventare persone migliori, coscienti dei nostri limiti e di quelli delle persone che ci sono vicine. Per quanto possa sembrare strano è necessaria una forza interiore molto maggiore di quella richiesta dal cieco proseguire in una direzione precisa, contro tutto e tutti. E la messa in discussione di se stessi può finire per avere conseguenze anche sulle persone che ci stanno vicine, costringendole a mettersi in discussione a loro volta, con un processo che è impossibile arrestare una volta che si sia avviato.
Un abbraccio forte e un ringraziamento per questa storia così emozionante,
S.

Recensore Veterano
16/07/13, ore 14:13
Cap. 2:

Inizio col dire che questo capitolo ha un sapore molto ironico e gradevole.
L’ho trovato piacevolmente allegro nella vita comune della Normandy, l’ironia in sala mensa è tipica di una serata tra amici in vena di scherzi, cosi come il piacevole disquisire di Garrus e Thane su quale fucile sia il migliore.
Sto iniziando a conoscere una Shepard molto particolare che ha le sue cicatrici sia dentro che fuori ma sa anche essere divertente e spiritosa quando serve.
Infatti nel leggere il siparietto tra lei e Joker quasi mi fatto quasi rotolare per terra dalle risate.
Ma ho assaporato anche note malinconiche, la storia della malattia di Thane è descritta in maniera cosi reale che quasi ci si può entrare in contatto.
E poi, anche se sono passati più di due anni,  per Shepard è ancora cosi vivido il ricordo della sua morte, il momento in cui i suoi polmoni hanno smesso di respirare, fino a emettere quell’ultimo gemito di fiato che l’ha portata a vagare nello spazio fino a Cerberus.
Il pensiero che un suo compagno possa morire in quel modo cosi terrificante  è qualcosa che la lascia scioccata.
E poi c’è l’accettazione, il titolo del capitolo, che ad una prima lettura sembra focalizzarsi su Thane, su l’accettazione della sua malattia sia per se stesso sia per Shepard, in quanto comandante di un equipaggio ad un passo da una missione suicida.
Ma, ma …. rileggendo bene, non si tratta solo del drell, ma anche di Ann o forse soprattutto di lei.
Quel “ho imparato ad accettarla” di Thane, quella sua tranquillità dello spirito, forse le fa prendere consapevolezza su come lei invece non ha ancora “accettato” l’eventualità che la missione fallisca.
Su come non si accetti mai di sapere di morire, e che forse l’unico momento in cui lei ha abbracciato questa folle idea fu nello spazio immenso prima di lasciare che l’oblio la trascinasse via con sé.
Devo dire che mi piace sempre di più questa storia, ha un non so che di divertente ed intimo allo stesso tempo.
Ti trascina nelle loro emozioni tracciandone i contorni e le sfumature in quell’equilibrio di vite che è all’interno della Normandy.
Spero di non aver scritto una marea di pensieri nosense!! :)

Complimenti, e grazie per averla riportata anche di qua.
Ti abbraccio.
K.

Recensore Veterano
15/07/13, ore 16:30

Non c'è un modo reale per descrivere quello che è successo in questo periodo di tempo.
So solo che tutto è iniziato da Siha, cioè dall'esigenza di dare giustizia ad una storia che gli sviluppatori del gioco hanno buttato clamorosamente alle ortiche. Sono sempre stata sincera, dicendo che prima di leggere la tua storia, molti aspetti di questa romance mi erano sconosciuti, li ritenevo quasi superflui di fronte alla mia esperienza di gioco... anche se Thane mi piaceva come personaggio e come compagno di squadra, non mi ero mai soffermata a riflettere sui percorsi mentali che avrebbero potuto portarlo a pensare determinate cose, o a farlo agire in un certo modo... e non serve affrontare una relazione per capirlo. Stupida me e la mia mania di sbavare dietro alle cose luccicose!
Mi ritrovo spesso a riflettere, dopo aver letto un tuo capitolo, e regolarmente mi ritrovo ad osservare il soffitto, sconvolta perché le cose che scrivi ti portano a riflettere non solo sulla coppia, ma anche sul gioco stesso... questa dannata trilogia è il crogiolo del male supremo, ormai è risaputo! Positiva o negativa che sia l'esperienza di gioco di una persona, rivedere le stesse scene da una prospettiva diversa ti porta via ogni volta un brandello di cuore.
Non riesco a non pensare a quanto scontata sia la vita se non esiste un mondo dove anche le cose più piccole riescono a dare un senso agli stupidi comportamenti degli umani... non riesco a non pensare che il mio piccolo universo si espande giorno dopo giorno grazie alla determinazione che questa storia mi sta dando.
Rileggo lo stupido commento del cavolo che ho scritto al tuo primo capitolo su deviant e mi prende male. WHY.
Ci sono un sacco di cose da dire, c'è un sacco di tensione tra quei due e c'è un silenzio di fondo che non può assolutamente essere riempito da una canzone, nemmeno se calza alla perfezione con il contenuto... c'è un silenzio che sembra scandito dalle lancette di un orologio, da quanto è pesante. E mi ritrovo a rileggerlo bene, vedendo che gli eventi non sono semplicemente sgranati come puoi raccogliere le perle di una collana, ma acquistano significato uno ad uno, in un crescendo che si deframmenta su uno dei tuoi meravigliosi pezzi finali, lasciando a chi legge l'impressione di aver capito tutto.
Ecco, io non avevo capito assolutamente nulla, e mi ritrovo ora a sorridere perché... GH.C'ho l'anticipazioni, io x°D
Non posso che augurarti un enorme "in bocca al lupo" anche stavolta, perché il titolo è perfetto, per la trama mi sono già espressa e... stavolta prometto una serietà assoluta ed indiscriminata nel recensire regolarmente ed evitando di divagare su pesci infiniti e circhi improbabili <3
Un abbraccio e: good job, woman!

J.

Recensore Veterano
15/07/13, ore 07:24
Cap. 2:

Premetto che anche questa è una non-recensione, come ti avevo anticipato. Quindi appoggio la mia seconda tazza di caffè a fianco della tastiera e comincio a scrivere. La prima ha accompagnato la lettura, la seconda accompagnerà questa non-recensione :D
Mentre ti leggevo mi è venuta il mente la sensazione dolce e rassicurante che si prova svegliandosi e trovando al proprio fianco la persona che condivide la tua vita, quella che ami, e sapendo esattamente dove ti trovi, nella tua casa o in un posto di villeggiatura, ma comunque in un posto che ti è caro e familiare. Forse mi è venuto in mente questo accostamento perché la mia vita ha ben poco a che fare con tutto questo e magari ogni tanto provo nostalgia... ma questo non ha importanza.
Quello che importa è la sensazione. Leggere, no, rileggere pagine che ti hanno già colpito ad una prima lettura, dona questa sensazione dolcissima. Ho cominciato a sorridere come una stupida non appena ho intravisto Thane e Garrus da lontano, sapendo benissimo che stavano facendo discorsi da cecchini, sapendo che li avrei sentiti discutere di Mantis e Viper. Tra l'altro, l'ultima volta che ho giocato a ME3, te lo devo proprio confessare, di fronte alla scelta su quale dei due fucili portare al livello 5 e portarmi come equipaggiamento ho pensato esattamente a questo pezzo della tua storia... poi ho optato per il Viper :D
Insomma, alcune delle storie che si leggono qui, e che nascono dal gioco, in qualche modo vi tornano e, se non lo alterano direttamente (perché questo sarebbe impossibile), alterano le emozioni che provi giocando e a volte perfino alcune scelte. Sto parlando di quelle storie che ti rimangono dentro, che donano ricordi che restano impressi nella mente in modo indelebile.
Sono storie che in qualche modo diventano parte di te e che ricordi a sprazzi, magari anche quando sei fuori dal gioco vero e proprio, mentre stai scrivendo la tua storia o ne stai pensando un brano.
Ma torno alla prima sensazione, quella di dolce familiarità e di sicurezza, perché il tuo Garrus è lo stesso che conosco io, quello di cui sono perdutamente innamorata. Non ha importanza che non sia lui la romance, lui è comunque lui, e questa dolce sicurezza è rassicurante e deliziosa. E non serve ricordarti quante volte ci siamo trovate ad ammettere quanto Ann e Trinity si rassomiglino.
Spero che non penserai che sto solo abusando del tuo tempo nel costringerti a leggere queste farneticazioni, ma nel rileggere i tuoi brani ricordo bene ciò che mi aveva colpito la prima volta e ciò che ti avevo scritto e mi rifiuto di ripeterti le stesse cose. E' in quel caso che mi sembrerebbe di farti perdere tempo...
Ti ringrazio per avermi fatto iniziare in questo modo la giornata e ti abbraccio forte,
S.