Recensioni per
Folie à Deux
di Altariah

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 19
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/12/13, ore 02:43

Dunque, ero già impaziente di recensire ancor prima di leggere questo capitolo, perchè sapevo che avrei avuto cose da dire, inevitabilmente.
Insomma, dopo giorni passati a rileggere questa storia dall'inizio, a disegnarli e a ingannare il tempo cercando altre cose da leggere, riempendomi la testa e il cuore di feels... finalmente ritornano <3 Quanto mi sono affezionata a questi due neanche lo so... e se prima questo era da attribuirsi solo alle fanart che vedevo sparse in giro, ora questo sentimento dipende solo ed esclusivamente da questa storia. Di solito leggo velocemente, è una mia abitudine... qualunque cosa si tratti, ma stavolta era come se mi stessi imponendo di rallentare per non perdermi neanche una virgola e per arrivare alla fine il più tardi possibile. E infatti ad ogni frase sentivo riflessioni diverse formarsi nella mia testa. Tu lo chiami capitolo leggero? Beh, dipende... Io penso che ci sia davvero tanto qui, e non solo per la parte relativa a Miranda, che probabilmente è quella più intensa.
Oriana... boh, la adoro davvero tantissimo. Adoro la ragazza che tu hai plasmato basandoti solo ed esclusivamente su un nome, un'immagine, e qualche stralcio di mail scambiato con la sorella. Mi è piaciuto vederla qui catapultata in quell'ambiente che per lei, e per ogni coetanea, dovrebbe essere quello naturale... Per una volta rientra nei panni della studentessa, della ragazza che forse non è ancora del tutto donna e che potrebbe tranquillamente lasciarsi andare ai discorsi frivoli delle amiche e al gioco dei pettegolezzi. Ma no, lei non è una persona superficiale... anzi, è tutto il contrario. Una persona superficiale non avrebbe mai visto niente di buono negli occhi tristi e rabbiosi di Kolyat, una persona superficiale avrebbe dimenticato in fretta la sorella lontana, dicendosi che si stava meglio senza, quando la propria vita era meno complicata, era più normale.
Il desiderio di normalità c'è, è chiaro... ma se potesse scegliere, davvero preferirebbe dimenticare ciò che ha conquistato adesso, in cambio di un ritorno al suo passato tranquillo? Ne dubito, come dubito anche del fatto che Miranda, se potesse, tornerebbe ad un punto della sua vita dove effettivamente aveva il controllo di tutto (un controllo falso, ovviamente, dato solo da un'uniforme e uno stemma). La tranquillità, la serenità, la normalità spesso ci chiedono di privarci dei sentimenti più forti, ovvero quelli che questa tranquillità la devastano, in cambio di emozioni semplici e leggere, ma per questo effimere. Emozioni che forse si addicono a persone superficiali... ma nessuna di quelle che ci hai presentato in questo capitolo lo è.
Il paragone tra Oriana e Frida... la loro diversità è così evidente da essere quasi imbarazzante. Una si permette di lamentarsi del posto in cui vive, nonostante abbia accanto una famiglia, nonostante sia scampata alla guerra, nonostante abbia amici ed un posto per studiare... l'altra riesce a sorridere nonostante, in realtà, sia sola in un luogo che ancora non le appartiene del tutto. Sorride perchè trova il senso delle cose nelle piccolezze, si accontenta di un messaggio della sorella, si emoziona per uno sguardo di Kolyat, si sente coccolata dalle fusa di un gatto. Mi è venuto tanto da pensare ad Ameliè in questo momento... che poi è il mio film preferito. Perchè non ci avevo pensato prima? Diamine, stranezze a parte, credo si somiglino incredibilmente. Beh, penso che adesso che si è formata quest'idea nella mia mente, correrò a rivedere quel film per l'ottantesima volta, probabilmente.
Lo spaccato che hai regalato a Miranda è stato splendido... qui si vede davvero tutto il tuo amore per questo personaggio e il livello di conoscenza che hai di lei, quello che ti ha permesso e ti permette di andare oltre il suo guscio. E' perfetta, in quella bolla di solitudine, e mi sono sentita davvero immensamente triste nel vederla così. Ecco, se immagino un futuro felice per tanti personaggi di Mass Effect dopo la guerra, non riesco ancora ad immaginarlo per lei. Cosa le è rimasto, a parte una sorella troppo lontana che non vuole avvicinare per paura di trascinarla nella sua vita e quindi nel suo dolore? Ha un grande bisogno d'amore, ma immagino che per lei sia incredibilmente difficile ammetterlo... è difficile passare la propria vita con l'idea di incarnare la perfezione e poi rendersi conto che ciò che la gente cerca, quella per cui vale la pena battersi, non è la perfezione... è la semplicità, la spontaneità, la sincerità. Voglio sperare che lei riesca a trovare il modo di essere felice, di ritrovare quella se stessa che ha perduto ormai troppi anni fa, dentro ad una tuta e dietro ad uno stemma.
Così come voglio sperare che anche Kolyat possa ritrovare se stesso, perchè lui, più di tutti, forse, è davvero la personificazione dell'abbandono.
Oh, porca miseria... perchè mi viene da piangere? Penso che la BioWare abbia creato dei personaggi, alcuni dei quali davvero marginali, che invece, visti attraverso una lente d'ingrandimento, sono assurdamente complessi e interessanti. E diamine, sono felice che storie come la tua diano giustizia anche a queste figure che per molti sono e resteranno sempre solo delle semplici comparse... è un universo talmente complesso e variegato che fermarsi ad analizzare solo Shepard e i suoi compagni più vicini risulta alla fine un vero peccato. Nessuno che ami davvero questa saga, dovrebbe perdersi storie come questa, che vanno semplicemente oltre, ma che sono altrettanto in grado di arrivare dritte al cuore, senza per questo risultare in qualche modo troppo slegate dalla trama.
E' strano come, nonostante tu qui ce li abbia presentati così lontani, ognuno perso nelle proprie cose, Oriana e Kolyat sembrino ugualmente così vicini. Perchè quando permetti a una persona di avvicinarsi, di leggere nella tua anima, vuoi o non vuoi lascia un'impronta che rimane... un'impronta che inizi a vedere nelle piccole cose intorno te, un'impronta che gli altri sembrano notare solo guardandoti negli occhi... Una relazione non è mai fatta solo dei momenti passati insieme, ma cresce anche quando si è separati, cresce nella propria mente e nel proprio cuore... sottoforma di pensieri, ricordi, fantasie. Sono lontani, ma ognuno si specchia nei pensieri dell'altro... e alla fine c'è un punto di contatto, a questo punto inevitabile.
Ti odio un pò per avermi lasciata così sulle spine... ma considerando tutte le volte che l'ho fatto anche io, decido di perdonarti XD
Sono così contenta di questo capitolo! Spero che si noti nella lunghezza di questo papiro (giuro, non volevo!) e soprattutto nell'abbondanza di punti <>! *fangirla malissimo*
Complimenti complimenti complimenti!!!111oneone

K....s.

Recensore Veterano
14/10/13, ore 13:59
Cap. 7:

Questa tua storia sta maturando, via via che aggiungi piccoli pezzi che ci aiutano a comprendere meglio i tuoi due personaggi.
In effetti hai una tela quasi bianca su cui lavorare e deve essere un'esperienza esaltante, ma che forse mette anche un po' di paura. Perché stai creando tutto dal niente, con coraggio. Ma c'è coerenza e linearità e tutto è realistico. Non so se ti senti impaurita (io lo sarei al tuo posto), ma non hai motivo di esserlo. Questo che stai creando è qualcosa di assolutamente nuovo, che può avere pochi contatti con la storia che conosciamo, ma proprio per questo ti offre la possibilità di raccontare una storia originale.
E questa storia ti emoziona: lo si vede chiaramente da come scrivi, perché le emozioni che racconti credo siano dentro di te, vissute. E passano al lettore, che non può non lasciarsi trascinare dalle immagini che si vedono letteralmente scorrere davanti agli occhi, per i dettagli e l'accuratezza che metti nel tuo lavoro.
Cerco di rimettermi in pari e vado a leggere il capitolo successivo, ma prima ti rinnovo ancora i miei complimenti.

Recensore Veterano
13/10/13, ore 15:07

"Nei suoi occhi chiusi penetrò il colore dell'ardesia, liquido, che si mescolò ad un insopportabile blu. Si sentì trascinare verso il basso, quell'inchiostro terribile sembrava volergli aprire il petto e sostituirsi al suo cuore."
Ribadisco per un'ultima (AHAHA sì, vabbé) volta quanto mi piacciano certe figure retoriche, se utilizzate all'interno di una situazione emotiva. Oltre ad impreziosirla, riescono perfettamente a renderla "arrivabile" a chi legge, diventa talmente vicina da essere tranquillamente riconducibile ad uno stato d'animo che, probabilmente, appartiene a chi è abituato a definire gli avvenimenti che lo circondano, perché boh, forse non riesce ad accettarli e deve circoscriverli... è una continua riflessione, un continuo mettere in ballo sé stessi, prima di arrivare alla conclusione del capitolo.
A me dispiace, diamine, romperti le scatole con i miei vaneggi capitolo per capitolo, ma penso che tra tutte le storie, FàD meriti attenzione particolare, non un globale riassunto delle puntate precedenti a fine lettura totale. Quindi boh, perdoname D: *porge spighe di grano e pestello*
Scrivevo ad andromeda, l'altra notte, che sono disabituata a prendere le giuste misure per analizzare una narrazione altamente sensoriale, giustificando la mia ignoranza con un pensiero che vorrebbe essere razionale... gah, mi sento un nanetto da giardino con una canna da pesca che non riesce a muovere! Pliiis continuate a scrivere di questi due Drell, datemi altri headcanons <3 è bello uscire da un mondo fatto di marziale metallo ed entrare nelle vostre palettes!
...lei odia buttare le cose di sana pianta senza riferimenti... .-. ma chidovecomequando? è tutto perfetto!
Penso che avvicinarsi ad una persona tramite il sogno sia qualcosa di particolarmente doloroso, rivelarlo tramite la scrittura lo è altrettanto. Rende tragicamente le distanze, cancellandole di botto... diamine, è come cercare di afferrare l'acqua, o cercare di visualizzare l'ossigeno affidandosi allo sguardo. Descrivere due personaggi già esistenti, ma che non sono stati assolutamente descritti in gioco è un'operazione che ti è riuscita dannatamente bene! Penso che relazionarli tramite un contatto intangibile come quello del sogno sia stato straziante e difficile, ma è stato un modo per avvicinare noi a loro, sono davvero contenta di poter leggere di qualcuno che non conosco, ma che in realtà è talmente verosimile che mi sembra davvero di averli incontrati in gioco...
Alanis Morrisette mi uccide ogni volta, ha una poetica particolarmente pungente, non so, non mi vengono altri aggettivi. Belle vibrazioni, ecco.
Dire tutto e niente dopo mille presupposti? *sblocca martello di gomma; -100p sanità mentale*
Ancora complimenti e grazie per aver deciso di continuare, sapere che posso leggere qualcosa di nuovo oltre la fitta cortina di Shepard è importante, rende dinamica un'ambientazione che -oddioquantol'adoro-
A presto e lime (?)
J.

Recensore Veterano
11/10/13, ore 15:54

Oddio... non vedevo assolutamente l'ora di tornare a casa oggi e recensire questo capitolo meraviglioso, che ho trovato proprio ieri sera, mentre ero già a letto. Dovevo continuare a vedere un film dalla sera prima e quando la penna usb non ha funzionato attaccata alla tv ho esultato internamente, perchè non ce l'avrei fatta a concentrarmi sapendo che c'era il nuovo capitolo, non ce l'avrei fatta minimamente.
E insomma, ora eccomi qui, con la testa piena di cose da dire che forse non riuscirò a esprimere interamente, come sempre.
La prima parte, non so, mi ha lasciata senza parole... non riesco a capire come mi sono sentita, è stato un mix di sensazioni tutte diverse fra loro che alla fine mi ha lasciata lì sbalordita a rileggere tutto daccapo. Kolyat mi ha fatto una tenerezza immensa, mista ad un'altrettanto immensa tristezza. I bambini capiscono... capiscono tutto. Non so come, ma riesco ancora a ricordare con estrema precisione alcune delle parole che talvolta i miei si scambiavano quando credevano che io non li sentissi. L'empatia che ho provato nei confronti di Kolyat, in questo caso, è stata fortissima. Forse avrei dovuto provare rabbia nei confronti di Thane, la stessa rabbia che spinge Irikah a carponi sul pavimento perchè non capisce, non riesce a comprendere perchè la persona che ama, in qualche modo, non riesce più a trovare quella connessione che un tempo li univa. Invece ho provato solo un'immensa compassione e smarrimento.
"C'era qualcosa che doveva essere indissolubile ma che, mano a mano, veniva intaccato e ne rimaneva sempre meno, solo polvere.", questa frase, non so... penso che riassuma alla perfezione ciò che ho sempre pensato di loro due. A volte solo l'amore non basta a tenere unite due persone, a volte semplicemente ci sono troppe cose che si insinuano dentro a un sentimento, finendo per divorarlo dall'interno, lasciando le due persone che lo condividono spiazzate e confuse. Non si sa bene quale contorto percorso li ha portati fin li, quasi come se nessuno di loro ne fosse stato responsabile... eppure, a un certo punto, ti ritrovi davanti a un muro e ti arrendi, sapendo che non avrai le forrze necessarie per abbatterlo o anche solo per scavalcarlo. Nessun tentativo va mai a segno, perchè semplicemente è quello sbagliato... come se provassi a distruggere una pesante lastra di vetro solo lanciandogli addosso un mucchio di foglie.
Ho visto in Thane l'atteggiamento di una persona che vorrebbe cambiare le cose, ma si odia per non riuscire a farlo, e allora finisce per fuggire... perchè restare e fallire causerebbe troppa vergogna. Quando sai di aver fatto un torto a qualcuno, non riesci più a guardarlo negli occhi... dovresti scusarti, dovresti rimediare, ma invece semplicemente fuggi, augurandoti di trovare presto il modo di risolvere le cose, finchè non è semplicemente troppo tardi e finisci per perdere tutto.

E poi Kolyat... Come se non bastassero i ricordi troppo dolorosi, a volte i sogni arrivano nei momenti più inopportuni e offuscano il presente, gettandoti addosso delle sensazioni da cui ci metti un pò a liberarti. E' frustrante, perchè succede tutto dentro di te, eppure è come se stessi rivivendo tutto con la stessa intensità. Ma stavolta lui non è solo, e sentirsi dire le parole giuste, nel momento opportuno, può essere a volte l'unico aiuto, l'aiuto migliore. Sono convinta che Oriana, oltre ad essere un personaggio molto empatico, abbia anche molte cose in comune con Kolyat. L'abbandono l'ha vissuto indirettamente... certo, non ha avuto il passato della sorella, ma anche solo essere consapevole del fatto che in realtà è solo la "brutta copia" di quell'individuo perfetto che suo padre si era prefissato di creare, beh, credo che sia orribile. Eppure sono altrettanto convinta del fatto che lei si senta fortunata ad avere avuto un'altra occasione, una nuova famiglia, una sorella che vuole il suo bene e che si assicurerà sempre che lei non passi ciò che lei ha vissuto. Nel rapporto con Kolyat senza dubbio è lei la roccia, la Regina, ma credo che prima o poi, anche le rocce si sgretolino e allora chi è sempre stato quello da proteggere, inevitabilmente si troverà dall'altro lato e forse è questo il modo in cui si crea un equilibrio duraturo.
Il loro dialogo è stato qualcosa di dolcissimo, di illuminante. Inevitabilmente, ho trovato un parallelismo fra Kolyat e Thane. E' come se il figlio, in qualche modo, si porti dietro le colpe del padre e le faccia sue, perchè capisce che in molte occasioni le ha fatto del male, e non riesce a non pensare a ciò che accadeva fra i suoi genitori. Vorrebbe assicurarsi che per lui non sarà così, che per Oriana non sarà così... ma quando vivi certe dinamiche familiari, tendi ad analizzare sempre tutto in quell'ottica e ci vuole un grande impegno per liberarsene. Il primo passo però l'ha compiuto... si è reso conto che ha bisogno di lei, un bisogno così forte che lo terrorizza, e che se vuole esserne all'altezza, qualcosa dovrà cambiare. Essersi concesso quella notte con lei è senza dubbio l'inizio di quel cambiamento... ma è facile ripiombare nel baratro, perchè il futuro, sotto un'altra luce, fa dannatamente paura.

Ho adorato davvero tutto... quel ricordo, sottoforma di sogno ma così nitido, il racconto di come si sono davvero conosciuti la prima volta, i versi della canzone che sembravano creati apposta per un capitolo come questo. Non hai idea di quanto ho riflettuto su questi paragrafi, rileggendoli di continuo. E ora non sono impaziente di sapere il seguito, di più. Questa storia sta diventando sempre più bella... si vede chiaramente quanto questi personaggi ti siano entrati nel cuore e riesci a rendere tutto alla perfezione, è davvero troppo realistico.
Spero di non essere andata fuori strada con le mie divagazioni, forse abbiamo idee diverse, ma nel caso non esitare a farmelo notare.
Davvero tanti, tantissimi complimenti e grazie per questo capitolo meraviglioso <3

Recensore Veterano
06/10/13, ore 11:52

Potrei fare una premessa delirante, dedicare venti righe al masochismo della gallina parlante che Banderas vuole propinarci ad ogni costo, oppure dire che la gente non capisce assolutamente niente e che stai cercando di regalare del caviale a chi è abituato a nutrirsi di giraffe (?).
Io boh, vorrei fustigarmi per aver letto e per aver rimandato così tanto una recensione doverosa.
Ogni tanto mi fermo a rileggere un capitolo e a visualizzare ogni singola immagine che proponi; è un dono stupendo, mostrare le cose al lettore, nel dargli una chiave di lettura mediante un semplice aggettivo. Non è un'operazione facile e tu ci riesci pienamente, cristallizzando gli stati d'animo con periodi curati, scegliendo accuratamente un range di vocaboli adattissimi al contesto... io boh, vorrei vivere da struzzo, così da godere unicamente delle vibrazioni di ciò che mi circonda.
Mi sento sull'inadatto andante a gestire una recensione degna del suo significato, soprattutto perché ci sono davvero troppe cose da dire. Ci provo, 'via, lo faccio per tutti quei Drell costretti ad abbioccarsi sotto il sole, unicamente muniti di barba. *pianta bandiera(s)*
Kolyat:
Dato che sono masochista come pochi, mi sono ritrovata a riascoltare una dannata canzone che boh, i lacrimoni assurdi nel pezzo finale (http://www.youtube.com/watch?v=97tc_s3vKAY), perché ho a cuore il grigio, così come adoro certe sfumature che riesci ad imprimere alle semplici frasi. Quel ragazzo è un contenitore inadatto di dolore e risentimento, inadatto perché ha subito delle situazioni che nessuno dovrebbe vivere. A parer mio, esiste un momento dove è necessario dare ascolto a sé stessi, ma deve rimanere limitato, circoscritto; è impossibile convivere ore e ore con un sentimento acuto senza impazzire. Leggo di una persona che si crogiola in una pozza poco profonda di catrame, ma che non riesce a puntare i piedi per rialzarsi perché si costringe a restare ancorata in terra. Magari sono una di quei lettori che si spinge in là di quello che l'autore intendeva descrivere, ma non mi riesce proprio di fermarmi... *si fustiga*
Il ricordo, per come l'hai descritto, è di una tranquillità straziante, soprattutto perché segue quella "pioggia". è una contrapposizione violenta a quel grigio di cui parli, una specie di luce abbagliante puntata sugli occhi e che ti inebetisce per quei due tre minuti, prima di farti tornare a vedere il mondo con lo stesso sguardo di prima... oddio, è straziante!
Oriana:
C'è stata una frase, mentre la telecamera la seguiva, dove si riesce a visualizzare perfettamente lo sconforto che questa ragazza prova. Ma non è solo una frase, a dire il vero, è un'intera galassia.
Speranza. Oh, diamine, è una parola che ho visto maltrattare nei peggio modi; nel tempo libero facciamo quattro chiacchiere davanti a un bicchiere di rosso e, povera cucciola, ormai penso che ne abbia abbastanza di tutto il potere che le affibbiano... penso che sarebbe felice di leggere di sé stessa in questo modo, in relazione all'ambientazione che tratteggi. Nah, vaneggio, lasciami stare ç-ç
Il pezzo in cui la descrivi varcare la soglia di casa è rumorosissimo; quando dico che vorrei infilare la testa in terra e sentire -e risentire- delle vibrazioni che emanano le cose che si muovono, mi riferisco a questo pezzo. Adoro quando i gatti si muovono, o arricciano le zampette sul pavimento, lo trovo un suono dolcissimo. Forse boh, ho sentito solo io i suoni, o forse sei dannatamente brava a scegliere le parole giuste per descrivere perfettamente una situazione, fattostà che sei riuscita ad accordare il testo in modo che gli alti e i bassi cucissero una melodia dolorosa e trascinata, ma anche carica di potenziale da sprigionare negli sviluppi futuri.

Bisognerebbe davvero analizzare riga per riga, parola per parola, alla ricerca di un punto di raccordo tra Ori e Kolyat. Ce ne sono parecchi, ma non riescono ad associarsi... io boh, è frustrante vedere come i colori riescono a sovrapporsi per creare tinte che neutre è uno stupido eufemismo.
Mi sembra come quando, nei digital paintings, l'artista deve creare a forza un livello in "colora" perché non può liberarsi delle mezzetinte che ha usato nel livello successivo alle luci e alle ombre... danno spessore, ma sono deleterie per chi vuole strenuamente aggrapparsi ad un colore più "vivo".
Non so come spiegarti come mi sento, sono tipo un cumulo di FEELS e boh, sono stupita e allarmata che questa storia non abbia il seguito che meriti. Davvero, le giraffe saranno un piatto prelibato, ma alla lunga stomacano.
E vorrei, come, prendere a schiaffi chiunque, perché Folie à Deux merita davvero di essere letta ed elogiata. No, vabbé, immagino quanto dei complimenti possano essere crudeli, perché mettono l'autore nella condizione di imbarazzarsi e di non trovare il giusto modo di ribattere ma, davvero, dico troppe volte davvero e non mi sento di trattenere una critica oscena alla tua insicurezza, perché -davvero- la storia merita, merita troppo. Sicurezza, donna, sicurezza e voglia di andare avanti con la vicenda.
Io sono qui, silenziosa e pronta a consumare l'ennesima confezione di fazzoletti durante la lettura del prossimo capitolo, che avverrà ovviamente troppo tardi perché -porcamiserialadra- gli impegni si accumulano peggio dei Feels <__< mi scuso in anticipo per la mia incostanza, davvero (<---qualcuno lo elimini dal vocabolario, pls)
Fronte che tocca terra in un inchino profondo (le riverenze sono troppo mainstream) e croissant integrali al tonno
Un abbraccio
J.

Recensore Veterano
27/09/13, ore 15:26
Cap. 7:

Ho letto questo capitolo più di una volta, rincorrendo i dettagli, facendomi investire da tutte le emozioni che sei riuscita ad esprimere con ogni frase. E' stato semplicemente bellissimo, dolce e profondo. Mi piaceva già questo pairing, ma tu gli hai dato davvero uno spessore diverso, un'intensità incredibile che aumenta di capitolo in capitolo. Non dovresti affatto sentirti insicura, anzi, stai creando qualcosa di meraviglioso a partire da due figure che conosciamo poco ma che qui appaiono terribilmente reali.
Sei bravissima nell'interpretare i loro caratteri, nel descrivere gesti che possono sembrare banali ma che invece rivelano più di quanto si possa pensare. Non c'è stata una parte di questo capitolo che non mi abbia emozionato, non c'è stata una parte che non mi abbia spinto a riflettere.
Sono semplicemente due anime troppo diverse che cercano un modo, una ragione per restare insieme, anche se davanti a loro ci sono troppi ostacoli. Hai giustamente voluto sottolineare l'importanza di Irikah nella vita di Kolyat, che nonostante sia morta quando lui era solo un bambino, rimane una presenza costante, un fantasma che ha il potere di tranquillizzarlo e destabilizzarlo allo stesso tempo. Purtroppo per i Drell, non credo sia facile dimenticare la perdita di una persona cara e ci vuole davvero tanta forza per non lasciarsi andare, e da queste righe si percepisce chiaramente quanto lui stia lottando per non farsi sopraffare dal dolore. Non solo quello antico, legato alla morte di Irikah, ma anche quello più recente che gli lascia una grande amarezza. Ci vuole tanta maturità per perdonare ad un genitore di essere stato la causa della rovina della propria famiglia e della propria vita, bisogna fare un grande sforzo per capire che neppure un padre è perfetto e che è soggetto a sbagliare, soprattutto quando lo sbaglio diventa davvero irreparabile. Ci sarà sempre quella sfumatura di rancore nella sua voce quando parlerà di lui, così come ci sarà sempre un immensa dolcezza quando ricorderà la madre. E' inevitabile, è così che deve andare.
Ma non si può sempre e solo vivere nell'ombra di una tragedia, ad un certo punto bisogna creare qualcosa di bello se non si vuole soccombere. Accetta il regalo di Oriana quasi come se nello stesso momento stia accettando anche lei nella sua vita. Non crede di riuscire a prendersi cura neppure di se stesso, ma valuta la possibilità di imparare a farlo, insieme a lei. Perchè a volte abbiamo solo bisogno di qualcuno a fianco che silenziosamente ci faccia capire che c'è, semplicemente.
Non posso fare a meno di sentirmi terribilmente triste ogni volta che penso a Kolyat, e immaginarlo solo, a farsi divorare giorno dopo giorno dalla rabbia e dai ricordi è qualcosa che mi spezza il cuore. Lui ha bisogno di qualcuno nella sua vita, qualcuno che lenisca il dolore dell'abbandono, perchè è qualcosa che rimane sempre. Sono stata felice di vederlo aprirsi un pò di più, mi sono sentita entusiasta quasi come Oriana e avrei voluto fare i salti di gioia quando lui finalmente decide di concedersi una debolezza e chiede a lei di restare. E dopo boh, la dolcezza più assoluta... Hai preso questi ragazzi poco più che adolescenti e hai dato loro uno spessore e una vividezza incredibili, riuscendo ad esprimere le loro sensazioni quasi fossero state le tue... e chi legge, riesce a sentirle quasi come se gli appartenessero. E' stato un pezzo semplicemente perfetto, in cui non puoi non commuoverti davanti a quell'ingenuità disarmante che però denota anche una maturità fuori dal comune, una maturità che loro non dovrebbero possedere.
Davvero, è stato perfetto e io ti faccio i miei più sinceri complimenti per ciò che stai riuscendo a creare. Io penso che questa sia una storia a tutti gli effetti, e forse anche più di molte altre, perchè qui bisogna partire da zero, qui devi mettere tutta te stessa... e devi essere felice perchè hai prodotto qualcosa di meraviglioso e unico.
Un abbraccio.

Recensore Veterano
08/09/13, ore 14:04

E' stato faticoso giungere a questo momento, ma ne valeva la pena. C'è ancora paura, in entrambi: paura di lasciarsi andare in Kolyat, paura di osare troppo in Oriana. Eppure questo inizio è importante, segna la svolta, la via del non ritorno.
Non ci sono dialoghi complicati, ma riesci a tratteggiare in modo preciso i sentimenti di entrambi in un modo che rende necessariamente partecipi. Ci si sente avvolgere da sensazioni contrastanti, fino a dover vincere l'istinto di prendere la testa di uno dei due e scuoterla a lungo per fargli ritrovare la ragione. Ci si immedesima, a turno, in quelle menti che pure sono entrambe dissimili da come sono io. Eppure è un processo spontaneo e naturale. Questa tua storia mi fa ricordare quei film che ho amato tanto, quelli di Bergman. Fatti di emozioni descritte da dialoghi, gesti, atmosfere. In quei film spesso non accade nulla eppure sembra di aver vissuto molto. Non so spiegare bene, ma spero che si capisca il significato di quello che intendevo dire.
Davvero un bellissimo capitolo.
A presto,
S.

Recensore Veterano
07/09/13, ore 00:11

Non so come ringraziarti per questo capitolo, davvero. Dopo una serata praticamente orribile, l'ho trovato lì, come un piccolo regalo apposta per me.
Non ho smesso di piangere, mentre leggevo, ma quelle lacrime erano diventate qualcos'altro... non erano più quelle stupide, legate ai miei problemi, erano lacrime d'empatia nei confronti di questi due sciocchini che capitolo dopo capitolo mi stritolano il cuore.
Lo so che non riuscirò a scrivere una recensione decente, perchè al momento sono solo un mucchio di sensazioni e feels, rimescolati malamente, confusi. D'altronde è quello che devono aver provato anche loro due... avvicinandosi, poi allontanandosi, poi avvicinandosi ancora.
Kolyat è uno di quei gattini randagi che miagolano e ti fissano dal bordo della strada, e se ti avvicini rizzano il pelo e ti soffiano contro, pronti a graffiarti con i piccoli artigli... ma tu lo vedi, nei loro occhi, che in realtà non vorrebbero altro che qualcuno che si prenda cura di loro, che li accarezzi mentre dormono... E Oriana invece è la tipica ragazzina con la passione per gli animali, sempre piena di graffi sulle mani, ma con un costante, immutato entusiasmo che la porta sempre a volersi occupare dei casi disperati. Se riescono a superare la diffidenza, se riescono a trovare il momento perfetto nel quale fare un passo avanti insieme... credo proprio che il legame fra di loro sarà uno di quelli indissolubili, uno di quelli che non si dimentica.

Ti riesce così bene descriverli, dare loro un carattere che noi non abbiamo mai potuto vedere completamente, soprattutto a proposito di Oriana. C'è sempre una contrapposizione tra buio e luce in questa storia, che crea contrasti bellissimi. E' sfiancante a volte, seguirli nelle loro azioni... perchè tu vorresti essere lì, nascosta sotto il divano a suggerire le prossime mosse. E invece devi stare in silenzio, senza fare il minimo rumore, perchè non vuoi perderti niente, neanche una sillaba. D'altronde quando parlano, parlano poco. E' difficile cercare il dialogo con qualcuno pronto a morderti ad ogni frase, è difficile d'altra parte fingere di aver voglia di parlare quando qualcosa ti sta mangiando da dentro, qualcosa che non hai il coraggio da dire perchè è l'ennesima batosta, l'ennesima cosa di cui vergognarti.
C'è una continua contrapposizione tra le cose dette e le cose solo pensate, perchè è chiaro che Kolyat non si sente ancora pronto per abbassare tutte le difese... dannazione, probabilmente non riesce a fidarsi neppure di se stesso! E Oriana sa perfettamente che una parola di troppo potrebbe farlo allontanare... eppure ritorna ad essere quella ragazzina coraggiosa, di fronte al micio randagio, che gli si avvicina con un pezzo di pane in mano mentre con l'altra prova ad accarezzarlo, finendo inevitabilmente graffiata. Lei è impaziente di sapere, di conoscere, di lasciarsi conoscere... lui è sorpreso da se stesso, dai propri pensieri, da ciò che l'istinto gli suggerisce ma che non riesce ancora ad accettare, se non alla fine, quando capisce che ne ha tremendamente bisogno, perchè non riesce a sostenere il suo sguardo, ma deve sentirla vicina... perchè è lei la causa di questa paura, è lei il suo problema e la sua soluzione adesso.
E' stata una scena commovente a dir poco quella finale, così come quella tenerissima di Kolyat che "fa amicizia" con il micio. E' un capitolo sei degno dei capitoli sei, senza dubbio, e vorrei che fosse durato all'infinito.

Devo ringraziarti ancora troppo... questo capitolo, oltre che bellissimo oggettivamente, mi ha ridato un pò di serenità. Ne avevo bisogno, semplicemente, e tu hai fatto un ottimo lavoro come sempre.
Bravissima.

*si asciuga le lacrime e si nasconde in attesa del prossimo capitolo*

Recensore Veterano
21/08/13, ore 13:49

24 ore, 24 ore per recuperare il tempo perduto.
Inizio da qui, rileggendo questo bellissimo capitolo. I tuoi li rileggo sempre più volte, accorgendomi ogni volta di una sfumatura che mi era sfuggita al primo tentativo - quando leggi al mare poi, con il riflesso del sole sullo schermo, è ancora più complicato D:
Oddio quanta empatia ho provato nei confronti di Kolyat... non so, pensare a tutto quello che ha dovuto passare mi fa davvero sentire una fitta al cuore. E ora aggiungiamo anche le preoccupazioni lavorative. Che cosa gli è rimasto? Cos'ha fatto per meritarsi la vita che ha ricevuto? E anche quando le cose sembravano aver preso una piega diversa, ecco che l'inevitabilità colpisce di nuovo.
Secondo me ha una forza fuori dal comune, forse anche più di Oriana, solo che per resistere ha costruito un muro troppo alto intorno a se, che richiede particolare pazienza per essere scavalcato. Ogni piccolo gesto attraverso il quale l'hai fatto muovere sottolinea questa difficoltà a lasciarsi andare, ad abbassare la guardia. Adoro il tuo Kolyat, lo adoro davvero.

La dolcezza con cui condisci ogni apparizione di Oriana è davvero disarmante. Troppa, troppa tenerezza in un solo paragrafo. Adoro anche lei, allo stesso modo con cui adoro Kolyat. Sono davvero felicissima che tu abbia scelto di continuare questa storia perchè mi ci sono affezionata davvero tantissimo e non vedo l'ora di rivederli insieme.
Quel piccolo gatto è l'essenza della dolcezza. Io sono d'accordo con Ori... Kolyat ne ha bisogno. Ha bisogno di una presenza indipendente e silenziosa che la notte si accovaccia sulle sue gambe e inizia a fare le fusa, ha bisogno di un piccolo esserino in grado di farlo sentire meno solo anche quando vorrebbe fare a pugni col mondo intero. Gli animali sono speciali e mi dispiace davvero per le persone che credono di poterne fare a meno, non sanno cosa si perdono.

L'ultimo paragrafo mi spiazza. L'avrò letto venti volte, interrogandomi altre venti... ma lascerò semplicemente che il tempo mi schiarisca le idee, sperando che il prossimo capitolo arrivi presto.
IL SEI.
C'E' UNA TRADIZIONE, LO SAI? HAHAHAH.
Awwww, non vedo l'ora!
Grazie per questa storia meravigliosa.

Recensore Veterano
19/08/13, ore 10:55

Veramente mi sento un po' Kolyat adesso, a cercare di capire cosa ho letto... Il che, come sai, mi piace. Solo che sto continuando a farmi mille domande e non sono assolutamente in grado di rispondere. Vado con ordine.
Kolyat e il nuovo lavoro: Capisco perfettamente le impressioni del drell e tutti i suoi dubbi. Capisco anche il disagio. Non credo sia il lavoro che faccia per lui, almeno al momento. Essere costretto ad avere rapporti con persone estranee deve essere terribilmente duro. Ma probabilmente è esattamente ciò che può facilitare una sua maturazione.
Oriana e il gatto: qui hai tutta la mia comprensione di gattofila. Ma sono anche molto interessanti tutte le considerazioni che fa e che mettono in evidenza la sua inevitabile sofferenza. Io sono certa che Kolyat abbia un disperato bisogno di una ragazza come Oriana, però non sono certa del viceversa. Io credo che lei possa adattarsi a questo drell, ma potrebbe adattarsi ad altri, purché fossero persone con qualche problema. Uhm, adesso rileggendomi mi pare che voglio paragonarla a una specie di crocerossina. No, non era questa la mia intenzione. Però in effetti Oriana è dotata di una forte carica di empatia, che la costringe a condividere le emozioni delle persone che le stanno intorno. E caratterialmente la vedo scegliere un gatto randagio e zoppo o uno mezzo morto di fame, piuttosto di un esemplare da mostra. Spero di essermi spiegata...
Quello che non riesco a inquadrare è il terzo pezzo della tua storia: Kolyat è stato davvero licenziato? Chi è la figura femminile di cui sta parlando? La Ragione con la R maiuscola?E una Umana. L'interrogativo: la sua ragione era umana? La sua ragione per continuare a vivere sarebbe Oriana? Mah... Potrebbe, ma anche no.
Insomma, ammetto che mi hai spiazzato. Adesso non mi resta che aspettare con ansia il prossimo capitolo che, sì, te lo confermo, è il numero 6...
In ogni caso non vorrei che leggessi questa recensione sotto forma di critica. Non lo è affatto, anzi: sono semplicemente ansiosa e molto interessata a scoprire le tue carte.
A presto, spero...

Recensore Veterano
11/08/13, ore 15:56
Cap. 1:

Gargamella.
Io lo so che sono in uno pseudoritardovergognosissimo, ma devo smettere di indugiare per capire cosa devo scrivere e buttarmi (?).
Orbene, Folie à deux. Mi era parso di leggere di una One-Shot con questo titolo, poi miracolosamente trovo altri tre capitoli e BOH, via a leggere.
Sono maledettamente contenta di vedere qualcosa di scritto da te, qui in sezione, contenta come quei gatti di plastica sulle vetrine dei negozi dei cinesi. Ciao J, ciao J, ciao J, ciao J
...e si ruppe un braccio.
Bene, torniamo per un attimo nel mondo degli adulti: Folie à Deux.
Una coppia che mai e poi mai mi sarei aspettata, più per pigrizia mentale mia che per altro... sono rimasta molto sorpresa, non lo nego, ma è una sorpresa molto positiva.
Purtroppo per te, sei diventata la Donna dei Titoli. Perché il "purtroppo"? Beh, perché ora ti stresserò finché non avrò preso ogni frammento di quel meraviglioso "Folie à Deux", per spremerlo finché non rimane la solita goccia che scivola spazientita sullo spremiagrumi quand'è il momento di farsi una spremuta alla vecchia maniera.
Folie. All'inizio non ero a conoscenza che potesse avere più significati, mi ricordavo di un album abbastanza famoso, ma della malattia non avevo mai sentito parlare. Mi sono consultata con madre, a tal proposito, e lei mi ha regalato questa perla: "forse stai guardando il quadro da una prospettiva sbagliata, forse stai davvero traducendo 'folie' con follia, anziché con 'pazzia'". Boh, ho aperto immediatamente il mio dizionario di francese e sono andata a cercarmi l'etimo.
Scoprire che Pazzia è probabilmente un derivato di Patire mi ha aperto un mondo. E dire che a me sembrava un titolo così sgargiante...
Sono rimasta letteralmente rapita ad osservare solo e soltanto quel titolo, giusto per assorbirne ogni curva sonora. Poi mi sono decisa a rileggere il capitolo, addentrandomi in quello che è l'appartamento di una persona che non vuole smettere di soffrire, che si detesta anche solo per il fatto di essere detestabile agli occhi di qualcuno.
L'atteggiamento è quello di una persona malata di chagrin, è ovvio. Perché il francese è una lingua così perfetta?
Chagrin è il peggior nemico dell'uomo, così come Ennuie è il peggior nemico del romantico. Solo che entrambi i termini calzano alla perfezione nella dimensione individuale, sono ricorrenti e avvolgenti, come dei guanti in lattice.
C'è un divano, nel caso di Kolyat, e c'è il classico atteggiamento di qualcuno che vuole forzatamente sfiorare il malessere con la punta delle dita, pur di non turbarlo. Hai creato una sequenza di immagini meravigliose, prima che il campanello squarciasse il compromesso che il Drell si era preso con le immagini che passavano dietro lo schermo.
Ho sbuffato anch'io, mentre osservava attraverso lo spioncino, perché so cosa vuol dire passare una serata cercando di dare al dolore la consistenza del Nulla.
E poi arriva il classico e intramontabile "raggio di sole che squarcia l'oscurità".
Solo che Kolyat, inaspettatamente non si scioglie, lascia che la luce filtri tra le veneziane e si copre gli occhi, infastidito, lasciando sopito il desiderio di distanziare appena le dita, di sbirciare, di poter almeno scoprire cosa si sta perdendo... non saprei, ma è una situazione che mi ha messo di un mare di interrogativi ma che mi ha lasciata potenzialmente soddisfatta.
Ogni tanto capita di entrare nei panni di un personaggio e di capire perché agisce in un determinato modo... almeno, per me è una cosa naturale, quando mi appassiono a qualcosa. Sei riuscita a coinvolgermi ancora una volta, che ti scivoli la crostatina dalla parte del cioccolato, semmai tu decidessi di lasciar perdere questa storia!! xD
Oh, ma devo smetterla, volevo solo farti dei complimenti sinceri per questo tuo ritorno in grande stile, ma mi riesce di vedere solo figure indistinte ai bordi dello schermo del portatile...
Scusa, Ori, hai perso un frammento di stella nell'appartamento di Kolyat, non so se te ne sei accorta.
Voglio capire che forma prenderà quel frammento, che Galassia sceglierà di abitare, spero che sia in una Galassia azzurra e melancolica.
Dolce pazzia. Dolce oblio. Non vedo l'ora di premere il tasto avanti e perdermi di nuovo in mille ragionamenti.
Ti ringrazio infinitamente.
A presto

J.

Recensore Veterano
03/08/13, ore 22:59

Io recensisco adesso.
Ho letto questo capitolo ieri sera sul tablet... quanto è bello trovare nuove cose da leggere prima di dormire *-* E poi dovevo finire assolutamente un disegno altrimenti non stavo in pace col cervello e mi riduco a recensire ora ;-;
Dunque, dunque... Miranda <3 Sapevo che l'avresti inserita, in qualche modo, e hai fatto benissimo, vista l'importanza che ha nella vita di Oriana. Qui si inizia a delineare meglio il contesto di questa storia, in una Galassia post-Razziatori, dove la speranza è forte, ma resta tutto da ricostruire... città, portali, i cuori delle persone che hanno perso tutto, o hanno perso tanto. Non c'è dubbio che se adoro il personaggio di Miranda adesso è in buona parte dovuto a te e a ciò che hai scritto su di lei, anche in un semplice commento. Ora non mi riuscirebbe mai di detestarla. A pensarci bene, forse l'unico tizio che odio in tutto Mass Effect è solo Kai Leng. Pace all'anima sua (noscherzosiadannatofralefiammedell'inferno).
Sono davvero troppo impaziente e curiosa di sapere che cosa ha in mente Miri e come questo si riverserà anche nella vita di Oriana. Se c'è una cosa che non manca assolutamente in questa storia è quella suspance che ti fa venire voglia di mangiarti le unghie fino al prossimo capitolo.

Assolutamente adorabile è stata la parte successiva con Oriana, lei e la sua passione per i gatti. Io ho un cane, ma ho avuto due gatti e attualmente adoro quello di mia sorella (è una coincidenza? Inizio a rivedermi in Miranda xD) e ti dirò, non c'è un animale che preferisco fra i due. Secondo me l'ideale sarebbe averli entrambi *-* Già me li immagino, che dormono abbracciati nella stessa cuccia, awwww.
Ma torniamo ad un'immagine ancora più coccolosa... quella di Ori che fa il giro di mezza Cittadella per i documenti del micio. E' fantastico che ti sia venuta quest'idea, molto realistica, e amo il fatto che hai voluto inserire uno spaccato sulla Terra. Ho amato questa frase: "L’aria ha qualcosa di sbagliato in ogni posto che ho visitato dopo essere partita". Immagino che sia davvero così.
E poi quanto hai descritto bene il momento in cui Oriana riceve un messaggio e lo apre, distoglie subito lo sguardo e poi si convince a leggerlo di nuovo? Saranno pure dettagli, ma posso dirti che fanno davvero la differenza. Cogli sempre questi particolari meravigliosi e ce ne fai partecipe... è bellissimo.
Poi vabbè, sono morta. Per quanto si sappia così poco di Kolyat devo dire che ti riesce stupendamente tratteggiare il suo carattere. E' da lui, una domanda del genere è da lui nel mio immaginario. E lei, anzichè arrabbiarsi o mandarlo al diavolo sorride perchè vede in quella domanda così sciocca il suo misero tentativo di chiederle scusa. Quanto sono meravigliosi, quanto?
Sono sempre più felice che tu abbia deciso di scrivere di loro, so che continuerà ad essere una storia meravigliosa anche più di adesso.


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Recensore Veterano
03/08/13, ore 18:47

Non so quando smetterò di ridere per la mail di Kolyat. Continuo a rimuginarla nella mente, mentre i peli dei miei tre gatti (a pelo lungo) si sollevano lievi dal pavimenti e dai mobili sospinti da un lieve venticello pomeridiano. Per quanto io possa spazzolarli, in questo periodo estivo, trovo peli ovunque...
Torno seria, anche se un po' a fatica.
Un discorso particolare voglio farlo su Miranda. Credo di aver cominciato a leggere a marzo le fanfiction di ME qui su EFP. Fino a quel momento, se mi avessero chiesto quali personaggi trovavo insopportabili non avrei avuto alcun dubbio a rispondere Jacob e Miranda. E invece Miranda è davvero un bel personaggio. E' strano pensare che mi è sempre piaciuta molto Jack, ma non Miranda. Ma in realtà hanno molto in comune: sono donne sole, che non cercano neppure un affetto, e che hanno sofferto, chiudendosi in se stesse e costruendo attorno a loro una barriera quasi invalicabile.
La rendi bene, così come rendi perfettamente il legame innegabile che esiste fra Oriana e Miranda. Davvero non le è rimasto nulla, alla fine della guerra: non ha più neppure un padre da ostacolare e il comandante è morto. Le rimane solo la sorella. Mi chiedo se sarebbe contenta di saperla presa da Kolyat... ma non voglio provare a immaginare la tua storia. Sono troppe le reazioni che mi vengono in mente, dettate da considerazioni e sentimenti diversi.
Trovare tutta la prima parte del capitolo su Miranda è stato veramente piacevole e condivido tutto quello che hai scritto. Anche se, ammetto, non arriverei mai al punto di avere una storia con Miranda se giocassi uno Shepard uomo...
Altro pensiero che ho trovato molto interessante è quello sulla Terra. Sì, sono d'accordo... credo davvero che si possa provare qualcosa di simile nei confronti di questo pianeta, se si finisse per viverne lontano. Certo che a me, ora come ora, se potessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe davvero troppo andare in giro su una nave spaziale (non rosa e senza polena parlante... :D).

Note finali
Il tuo formato per me è perfetto. Per altre storie devo aumentare la dimensione dei caratteri o non leggo :D
I chiarimenti li inserirai quando te ne verrà voglia. Non credo sia necessario dire tutto subito, anzi... E' più interessante scoprire le cose via via che si legge.

Recensore Veterano
30/07/13, ore 07:00

Un po' tutto a caso, scollegato, senza punti di riferimento. Sono esattamente così i momenti che precedono il sonno e quelli che lo seguono da presso.
E' abbastanza strano che io stamani mi sia risvegliata avvolta dai sentimenti di un sogno che pareva assolutamente reale, incapace da svincolarmi da quelle sensazioni dolci e confortanti che aveva fatto nascere. Ancora più assurdo perché il sogno riguardava il mio lavoro. Assurdo che al lavoro reale si possano provare sensazioni del genere. Eppure nei sogni è possibile.
In questo capitolo si capisce, o meglio si intuisce, molto, anche se se ne esce leggermente confusi, come è giusto che sia, come sicuramente avevi in animo di fare, magari inconsapevolmente mentre scrivevi. Personalmente adoro leggere pezzi simili, in cui prevale il sentimento anziché la ragione: si immagina, senza essere sicuri, eppure si ha l'impressione di aver centrato il punto fondamentale.
Una qualsiasi opera, che sia di musica, di parole, di immagini, deve commuovere, deve generare sensazioni e ricordare sentimenti. E questo brano lo fa.
E' un piacere poterti leggere. A presto,
S.

Recensore Veterano
28/07/13, ore 07:18

Sono dal tablet e non potrò scrivere una recensione decente fino a martedì, ma nel frattempo posso dirti che ho amato questo capitolo e che non vedo l'ora di scrivere una recensione seria <3

EDIT:

Adoro questo capitolo perchè ci hai presentato i loro punti di vista, attraverso i ricordi. C'è lei che non capisce il motivo per cui quello sconosciuto l'aveva notata, lei che si chiede cosa l'ha spinta a ricambiare uno sguardo, un sorriso, lei che forse si domanda se ha fatto bene a farlo entrare nella sua vita, nonostante le dolorose conseguenze. Mi piace lo spazio che dedichi a Miranda, che nonostante sia stata assente per quasi tutta la sua vita, è per lei come una guida. E' qualcosa di stupendo e mi stringe il cuore.

Poi Kolyat... le sue emozioni, a differenza di quelle delicate di Oriana, sono sempre così devastanti. Non vuole ammetterlo, perchè è orgoglioso, ma si nota benissimo che è una persona sensibile, troppo forse, troppo per quello che ha dovuto affrontare. Così sensibile che è riuscito a farsi rapire dal gesto di una sconosciuta, l'unica luce che brilla in mezzo al grigiore. Non so, l'ho immaginata così la scena... se sarebbe potuto essere vero, probabilmente Oriana aveva un'aurea luminosa intorno, mentre il resto della gente non aveva neppure un volto.

Probabilmente è questo che cerchi quando non vedi giustizia nel mondo, quando pensi che è tutto in rovina e che non hai più una ragione per sorridere. Cerchi lo sguardo di qualcuno che ti mostra come essere felice, cerchi uno spiraglio di bontà, di gentilezza, cerchi la purezza nell'anima di qualcun altro, un'anima che, a differenza della tua, non è corrotta. Così come Thane aveva visto quella purezza in Irikah.

Pian piano Kolyat sta arrivando ad una certa consapevolezza... che forse, dopotutto, può credere di meritare ciò che non vuole ammettere sia possibile.
Amo tantissimo questa storia e sono impaziente di leggere ancora. Adoro come la stai sviluppando e non c'è nulla che stoni. Non devi preoccuparti minimamente di inventare nuove cose, in fondo sono queste che regalano ad una storia emozioni nuove, che ti spingono a leggere con maggiore voglia.

Bravissima <3

Ps. L'altra mattina pensavo ai gelati al limone e mi sono chiesta "omg e se i drell sapessero di limone?" e volevo spararmi in treno mentre mi veniva da ridere in mezzo agli sconosciuti.
(Recensione modificata il 31/07/2013 - 10:15 pm)

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