Recensioni per
Pagine di uno spirito distrutto
di Watashiwa

Questa storia ha ottenuto 61 recensioni.
Positive : 60
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
22/10/15, ore 10:48

Ciao.
Sono qua per lo scambio di su fb.

Allora premetto che non sono solita a leggere Poesie qua su EFP, quindi mi è anche difficile dare un vero e proprio pare.
Come testo è molto bello, trasmette perfettamente le emozioni, ed è scritta in modo impeccabile.
Non posso che farti i complimenti. El.

Recensore Master
07/10/15, ore 17:18
Cap. 16:

Buon pomeriggio Watashiwa!
Poesia molto bene interpretata, che volteggia molto sui giochi di luce e ombra, ma verseggiato in modo elegante e sobrio. Ritengo meritevole quest'opera di elogio e lode. Credo che sei un poeta maturo per componimenti maggiori e che lo stesso testo sia articolato in modo positivo ed è molto ben forgiato.
Spero di seguire l'intera raccolta, i miei impegni permettendo, ma credo che sei sostanzialmente e stilisticamente maturo nella poesia.
Un saluto cordialissimo
tantissima stima
a presto
un abbraccio
Paolo Ciraolo

Recensore Veterano
30/09/15, ore 04:34
Cap. 14:

Ciao, ho letto la tua raccolta, e beh mi piace. La drammaticità della tua poesia cerca di scuotere gli animi, ma ha un registro medio sembra quasi cercare un distacco un po forse per paura di crollare definitivamente. Che dire brava/o
Alle prossime
HE
P.S è da una vita che non recensivo, per cui perdonami per la mia ermeticitá. Devo riprenderci la mano :)

Recensore Veterano
15/09/15, ore 12:08

Ciao!
Eccomi qui, scusa il ritardo.
Allora, non sono una grande esperta di poesie, ma qualcosa, forse il titolo, mi ha ispirato molto e quindi...
Tralasciando tutto ciò, la poesia mi è piaciuta molto, mi ha ricordato in un certo senso un poco dell'Odissea o dell'Iliade, quando gli eroi attraversano momenti orribili nei loro cammini, momenti dai quali spesso non capiscono come uscire.
I termini utilizzati sono molto evocativi e descrivono un'immagine profonda ed allo stesso tempo inquietante.
Come scorcio mi è piaciuto, anche se credo sia importante riuscire a risalire, una volta toccato il fondo. Spero tu ci sia riuscito, essendo questa una raccolta autobiografica.
Che altro dire, non ho notato errori grammaticali nè di sintassi, e devo dire che sono stata molto positivamente colpita. Complimenti.
Baci e a presto,
Nox

Recensore Master
12/09/15, ore 15:07

Ciao Watashiwa, te l'avevo detto che sarei tornata!
Partendo dalla grammatica: non so se sia una ripetizione voluta, ma c'è "Tutto intorno a me tace
ma si muove allo stesso tempo
velocemente, forse troppo
tanto
che io rimango spiazzato"
Se usi tanto non puoi usare anche troppo (e se decidi di usare il secondo allora dovresti sostituire il che con e).

Sono in dubbio... perdonami, ma non trovo la musicalità che distingue la poesia dalla prosa.
Per il significato che io ho inteso, ti prego non arrabbiarti se sbaglio! Do la mia interpretazione.
La spavalderia, la giovinezza, gli occhi che tremano e il cuore che vacilla perché non può più vivere autonomamente mi fa pensare a due cose:
una, il protagonista è stato lasciato; due, è malato.
Propenderei per la seconda ipotesi visto come prosegue la poesia: l'ingenuità che spinge a vivere, ad andare avanti nonostante tutto, il mondo che va avanti silenzioso, il desiderio di scappare.
Volare via... beh, potrebbe non essere da escludere nemmeno la prima. Volare via per allontanarsi da un amore perduto? Eppure prosegue con questo destino dal quale non si può fuggire... Solitario ancora il dubbio che si tratti di amore e non di malattia.
Ti ho offeso? Spero di no.
A presto, spero.

Recensore Master
05/09/15, ore 21:18

Sai che ache io scrivo poesie, quindi mi ha fatto davvero piacere vedere che abbiamo questa passione comune!
Comunque, ho deciso di fare una recensione cumulativa, essendo da telefono, di tutte le poesie qui, in quet'ultimo capitolo. Questo perché purtroppo non ho il pc in questo momento, e da telefono è molto frustrante dover aspettare tutti i caricamenti del caso...

La prima poesia l'ho sentita molto mia, dato che anche io ho sperimentato la sensazione di sentirmi a casa e protetta. Non so se è un'esperienza simile che ti ha portato a scrivere queste righe, ma questa poesia mi ha richiamato il sentirmi diciamo tradita da alcuni membri della mia famiglia, che mi hanno voltato le spalle. 

Della seconda non mi è piaciuta l'impaginazione, ma per il resto molto bella. Di una crudezza disarmante. Hai scelto volutamente suoni duri, con doppie che riecheggiano, e termini come "becera", volutamente dispregiativi e dai toni molto forti. Danno una sensazione di rabbia e potenza leggendoli. Sì, scelta davvero musicale. Credo che il suono sia la componente principale di una poesia. Azzeccato al 100%.

"Calore" sembra quasi una poesia di transizione. Seppur non si vede ancora la luce dalla disperazione, sento che si iniziano a porre delle domande. Ancora c'è molta disillusione e rassegnazione. Ma l'ho vita come un risollevamento di condizione. 

La quarta poesia, quella del deserto di desolazione, sembra ributtare via anche quel minuscolo sprazzo di "e se..."... eppure quel "io sono vivo" ancora mi illude che ci sia speranza. O forse sono io che non mi arrendo.
Quel "mente" sottolineato alla fine mi lascia molte incertezze...

Paradossalmente, poi, è Edera quella che mi ha più straziato. Ho sentito come se anche i miei ricordi felici potessero, un giorno, non essere più abbastanza per poter andare avanti, ma, tutt'altro, essere fonte di ancora più dolore, nella fredda consapevolzza che non torneranno mai. Perlomeno è questo quello che questa poesia mi ha trasmesso.

Ecco poi un'altra poesia che sento molto mia. Ci vedo il moi rapporto conflittuale con i miei, soprattutto con mia madre, che ormai mi vede come un peso, soprattutto per via della mia patologia. Una spesa inutile e una delusione Il rinfaccio continuamente di quei due anni universitari perduti perché stavo male, e quegli esami non dati perché ero in ospedale... E nonostante ciò, avere la certezza che qualcunque cosa si faccia, una volta "deluso" qualcuno di così importante per noi, si sarà sempre dalla parte del mediocre. Rielevarsi sarà impossibile.

E poi ecco la ripresa, con "Gonfio di luce" la tua raccolta mi reinvigorisce, e mi premia dell'agonia delle altre poesie con una che scalda il cuore, e nonostante i brutti ricordi che sono venuti in mente, sorrido. 
(Non pensare che perché ho detto che mi son venuti in mente brutti ricordi allora le tue poesie non mi piacciano! Tutt'altro! Quando un testo richiama così tante emozioni, direttamente o indirettamente, e chiama proprio i miei ricordi, e non semplice empatia per un personaggio, allora quello, secondo me, è il successo dello scrittore.

Questo crescendo verso la luce si compie finalmente con la poesia successiva, e continua la salita in questa altalena di emoione, e mi fa sperare con si ricada di nuovo. Se c'è del tuo in questi testi, allora lo spero due volte. Perché vuol dire che è stata scritta in un periodo migliore, e che, in effetti, i sentimenti positivi sono durati, e non spazzati via di nuovo in un alito di vento!

Per ora sono arrivata fino a qui, a recensire, perlomeno. Perché le ho già lette tutte.
Voglio tenermi i commenti sullo stile e cose più tecniche per dopo, lasciandoti intanto un parere sentimentale, per farti capire che lo scopo principale, ovvero suscitare emozioni, l'hai raggiunto. Mi spiace solo che non avere il pc ora non mi permetta di recensire ogni poesia come merita da sola. 
Ma se avrò altro da aggiungere, ripasserò a recensire le singole. Intanto, domani, recensirò, nell'ultima poesia, quelle mancanti. Dandoti un parere più completo, pur sapendo che le mie recensioni non saranno al'altezza delle tue. Ma sono sincere, e spero che l'apprezzerai!

Complimenti vivissimi!
(Recensione modificata il 05/09/2015 - 09:19 pm)

Recensore Master
04/09/15, ore 19:56

Ciao Watashiwa!
Ammetto di aver conservato questa raccolta in "da recensire" per troppo tempo. Vedendo il tuo aggiornamento sul gruppo mi sono decisa a recensire.
Avevo già letto un paio di poesie di questa raccolta, forse troppo avanti comunque, ignorando le prime. Scusami.
Non recensisco quasi mai la poesia, anche perché credo sia un qualcosa in cui ognuno di noi si rivede in modo diverso. Nonostante le giuste interpretazioni, nonostante tutto.
Potrei farti due precisazioni grammaticali, ma essendo poesia potrebbero essere tue scelte. Te le segnalo comunque: se senza accento e "senza che io non dica niente" puoi metterlo senza non perché c'è già senza a sottolineare la negazione.
Per quanto riguarda quel che io ho visto leggendola: ho visto la sicurezza di una strada e di un mondo a cui hai fatto affidamento e che poi è crollato. Chi prima era nella tua vita, chi parlava e seguiva i tuoi passi, è scomparso come quando va via la luce e rimane solo buio.
Metto la raccolta tra le seguite e ti avverto che ripasserò!

Recensore Master
04/09/15, ore 12:28

È strano che tu abbia pubblicato questa poesia nello stesso giorno in cui mi sento davvero così. Sai che amo il tuo modo di scrivere poesie e che ti definisco "poeta maledetto", il mio poeta maledetto, e che riesci sempre a farmi immedesimare in quello che scrivi, quindi non aggiungo altro su questo.
Avere un mondo sul quale ti appoggi sempre ed essere sicuri che qualsiasi cosa accada lui non cadrà è una bella sicurezza, un bel muro sul quale appoggiarti; vederlo mutare, vederlo cambiare in negativo è uno shock, e trasforma noi "eroi", o meglio i nostri sentimenti, in qualcosa di buio e tetro senza felicità. Ci inghiottisce in quella che è la verità, la realtà, l'angosciante realtà come hai fatto notare. Adoro il modo in cui l'hai espresso, quella sicurezza iniziale che nonostante il mondo sia corrotto e malato vagava nel nostro animo donandoci emozioni positive, ma poi svanisce, puf, e tu svanisci un po' con lei. Ho notato quel "6 Gennaio 2014"... questo non l'ho capito, onestamente, insomma: sono pensieri vecchi che sono tornati alla luce?
Posso solo farti notare alcuni errori che ho notato e poi mi dileguo perché non ci sono parole per dirti quanto mi è piaciuta questa poesia, che va nelle ricordate.
Innanzitutto ti consiglio, come la volta scorsa, di evitare il bold nei testi, se non nell'angolo autore. "perchè" si scrive con l'accento acuto, non so se lo hai fatto apposta, tipo per evidenziare il fatto che tutto è cambiato, tutto ciò che è regolare è mutato, anche la grammatica... ma non credo, ahah. Infine quel "" dove l'accento non andava (e anche se andava, andava acuto). 
Immeggermi nella poesia non è stato affatto difficile, non so se questo è positivo o meno, ma comunque gran parte del merito è tuo, che hai una scrittura decisamente evocativa. Bel lavoro.
Ale 

Recensore Master
01/09/15, ore 07:27

Eccomi qui :-) Allora io non sono bravissima nel recensire in maniera eccezionale le poesie, ma posso dire nella mia semplicità che ho trovato questa poesia davvero molto bella e profonda, in quanto hai saputo cogliere il senso di una realtà che sembra intrappolarti, verso quei sentieri che si sono battuti e che nel contempo sembrano sconosciuti, camminando verso quelle parole di affetto che si sono perse e che si vogliono recuperare, per poi ripiombare in un angosciante realtà che sa di solitudine e amarezza...Bravissimo, i miei complimenti :-)))

Recensore Master
20/08/15, ore 01:57
Cap. 3:

Già mi sono espressa in merito alla mia posizione sulle poesie.
Ammetto che se avesse una parte con un ritornello, una ripetizione anche di tre righi, potrebbe diventare una canzone.
Io ho un rapporto speciale con la mia casa (come penso lo abbiano gran parte degli italiani) quasi come se fosse un tempio.
Quindi la vedo particolarmente chiara la metafora che collega la sicurezza, il calore con la casa. Il sentiero si è smarrito però, forse a causa del dolore, alla quale non bisogna cedere per divenire, o meglio, sembrare più saggi.
Per tutto il componimento si avverte il senso di solitudine, il calore che manca. La ricerca che non prevede aiuti esterni, quella di noi stessi.
Complimenti♥

Recensore Master
13/08/15, ore 01:43

Io ho un rapporto conflittuale con le poesie: per quanto mi piacciono non sono arte per me, rischio di comporre i soliti versi da bimbi delle elementari.
Questo è già un grande complimento nei tuoi confronti, perché hai una abilità che non tutti hanno, tipo me. Apprezzo il fatto che hai sottolineato il titolo nella poesia ed evidenziato la parola cuore.
Ho anche trovato suggestiva l'immagine della strada sempre percorsa con sicurezza che si trasforma in un incubo. Io ho visto come una sorta di allegoria riferito alle persone di cui ci fidiamo, facendoci del male. Che poi ho trovato sottolineata nella domanda retorica, quindi spero sia una intuizione corretta (se così non dovesse essere, chiedo venia).
Penso che in un altra occasione, quando il mio umore si trovava sulle stesse onde di questa poesia, avrei potuto apprezzare ancora meglio questo componimento. Complimenti vivissimi.

Recensore Veterano
11/08/15, ore 14:43
Cap. 11:

Finalmente rispondo allo scambio.
Questa volta ho scelto una poesia, nonostante non rientri proprio tra i miei generi preferiti. E prima di trovare "quella giusta" ne ho lette diverse da questa raccolta.
Questa è stata particolare, mi ha fatto provare qualcosa in più rispetto alle altre e le immagini che ha portato a galla erano più vivide di quanto mi aspettassi di poter ottenere.
Non sto qui a raccontarti quanto ho visto, non saprei da dove partire; mi fermo solo per dirti che è una bella poesia questa qui e che me ne sono sentita un po' parte.
Non sono un esperta e non conoscendoti non penso di potermi permettere il lusso di andare più a fondo con un' "analisi" più dettagliata come quelle che faccio per la scuola quindi mi fermo qui. Complimenti, comunque.
blackswan_

Recensore Junior
25/04/15, ore 22:59
Cap. 10:

Una poesia che ho dovuto leggere più volte per capirla.
Innanzitutto la prima cosa che noto è che c'è uno schema metrico (sonetto, appunto) che tu usi, ma da cui poi evadi un po' per alcune rime mancate (va bene: ai poeti moderni piace un po' essere innovativi ed evasivi). Il lessico è semplice, ma tu riesci a giocarci bene. Cito la frase secondo me costruita meglio: "Il mio cuore non è così coraggioso questa notte / scemato da ogni sorta di obiettivo mai concluso."
Ecco: questi due versi mi danno anche occasione di iniziare il discorso "significato della poesia". Parli di un passato di perdizione, di obiettivi mai raggiunti. Insomma, un vero e proprio fallimento che sfocia in una sorta di autoflagellazione, in un insieme di "pippe mentali" (perdona il termine poco signorile, ma che descrive bene questi "innumerevoli pensieri", come tu li chiami) che non finiscono più, nel buio di questa notte che non è proprio una notte nel senso fisico del termine, ma più una notte interiore. Dove la vanità egoista della luna è forse ciò che caratterizza di più questo stato di buio.
Poi, però, qualcosa cambia. Finalmente arriva l'alba, il cambiamento che attendevi, che dà "alla speranza un tono autorevole" (parole molto belle peraltro).
Quindi, per fortuna è finita bene!
Ti faccio i complimenti, sia perché sei riuscito a trovare questa "luce", sia per la poesia.
Alla prossima.

Grazia

Nuovo recensore
04/03/14, ore 08:31
Cap. 3:

È molto introspettiva e cupa, eppure con mia sorpresa leggo ..o sono io a percepirloa...una velata speranza da ritrovare dal proprio interno. Bella comunque, anche se non la definirei poesia, ma una sorta di poetica riflessione!

Nuovo recensore
19/01/14, ore 11:26

Incisiva, ma in certi punti, a mio parere, fin troppo enfatizzata. Sembra che le emozioni siano amplificate a tal punto da deformare la caratteristica immagine di un percorso esistenziale simile a un paesaggio post-nucleare. Se fossi in te toglierei assolutamente l'espressione "guerrieri quotidiani", a mio avviso puoi trovarne una migliore. Buona fortuna, hai sicuramente del potenziale.