Recensioni per
Plaisir D'Amour
di Ellie_x3

Questa storia ha ottenuto 76 recensioni.
Positive : 76
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/12/19, ore 13:40
Cap. 9:

Cara Ellie,

Mi pizzicano un po’ gli occhi nel leggere questo finale che è semplicemente incantevole. Amo tanto anche io questo periodo storico tanto da averlo approfondito ai tempi della triennale e quindi posso dirlo con cognizione di causa: è accuratissima, tutta. Ma vediamo perché e cosa mi è piaciuto di più. Anzitutto, sei stata coraggiosa nel rovinare Rossignol e renderlo infelice. Il cherubino, il ragazzo efebico che poteva essere scambiato per una ragazza, crescendo perde la sua bellezza sia perché diventa più uomo che per la disperazione che lo attanaglia. Il senso di colpa per la morte dell’unico grande amore, il principe di T., l’amante con cui c’è stata una relazione carnale mai divenuta sentimento e la perdita dell’amatissima sorella e della nipote ancora bambina si legano a uno dei più grandi eventi che chiudono idealmente la storia moderna per dare via alla storia contemporanea. Poi ci sono gli ottocentisti, ma sono una specie a parte!

Rossignol non è mai stato un personaggio positivo e fin dal primo capitolo lo hai descritto nella sua spietata umanità carica di difetti. Anche se durante il Terrore mostra una particolare lealtà alla monarchia e all’amore perduto, la sua fine non viene mitigata dall’intervento della divina provvidenza, tutt’altro. La sua fine è meschina ed è troppo codardo per leggere le ultime parole di T., che rimanendo celate acquisiscono un valore ancora maggiore. Indicativo come col peggiorare della condizione della nobiltà francese il putto incantevole lasci anche il soprannome vizioso a favore del nome vero, così come altri nobili hanno scelto di fuggire o di togliere i titoli onorifici. Nella disperazione del giovane uomo che ha dovuto ridimensionare velleità e abitudini e che cerca, coraggiosamente, di salvare la tomba dell’amato nascosta sotto altro nome, c’è un’analogia con la potente figura femminile della madre di Rossignol. Il suo non volersi affezionare alla figlia di Josephine quasi presentendo la sua fine rapida è un po’ il medesimo comportamento di Rossignol stesso, che non ha il coraggio di leggere le ultime parole del suo grande amore tradito.

La fine di Rossignol è terribilmente ingiusta, ma da un punto di vista letterario bellissima. Muore in catene, espiando le colpe personali e di un’intera classe sociale particolarmente miope. Muore e i suoi resti sono cibo per cani, la sua bellezza fisica che non si era mai accostata alla cosiddetta bellezza spirituale svanisce. C’è, in lui, una redenzione che però non serve a salvargli la vita: mi riferisco alla lettera con cui onestamente dice ad Alain di non averlo mai davvero amato, intimandogli di andarsene e di non tornare per avere salva la vita.

La fine è struggente e bellissima: Rossignol rimpiange di non essere stato davvero Charlotte. Tutto sarebbe stato più facile e lui e T. avrebbero avuto una possibilità, forse. Le rimostranze personali, il timore di violare norme e precetti che nel XVIII secolo erano sentiti con maggiore forza fanno in modo da problematizzare un rapporto slash che spesso nelle fanfiction anche di ambiente storico risulta privo di un contesto che invece va trattato per realtà e giustizia storica. Ecco perché la tua storia è così bella: l’amore non è stato sempre considerato uguale agli altri e quando ci si imbatte in opere ambientate in luoghi e tempi diversi dai nostri occorre adeguarsi alle mentalità, anche se queste sono lontane da noi (e nel Settecento c’era lo schiavismo, tanto per dirne una). D’Ovigny che dopo trent’anni torna a Parigi per Rossignol è qualcosa di crudelmente bello. Ho amato il suo destino, perché è meschino. Ama un uomo e ha sposato un’adolescente che assomigliava a Rossignol, ingannandola. Non c’è niente di peggio che promettere l’amore a qualcuno per altri fini, che cercare altri volti nel nostro. Non ha felicità e vive col senso di colpa. Un triangolo così feroce, in un tempo così difficile, non poteva che concludere così, tra la stella luminosissima e pura del principe di T., la cui morte ha risparmiato il dolore di una decadenza e che risulta, col senno di poi, particolarmente buona, il senso di colpa e le ombre cupe di D’Ovigny con i suoi inganni e le sue delusioni e la figura così ben resa e umana, troppo umana, di Rossignol.

Grazie per averla scritta e condivisa. Se non l’avessi preferita dal primo capitolo, la ri-preferirei. ♥
Buon Natale,
Shilyss

Recensore Master
14/12/19, ore 13:12

Cara Ellie,

Forse questo è il capitolo che ho amato di più di tutta la storia. Anzitutto, ci sono delle figure femminili molto interessanti e forti, in seconda battuta il tema della nascita presente nella figlia di Josephine per cui Rossignol stravede fa da contraltare alla morte vista in tre diversi elementi: c’è la morte bianca dei bambini, così fragili ed effimeri da suscitare la depressione della madre di Rossignol, c’è quella dell’amore di T., che si uccide per una passione non corrisposta e, infine, c’è quella della madre di d’Ovigny. Un dettaglio su cui ti sei soffermata con una cura grandissima è quello della madre di Rossignol. È spezzata dalla perdita di Trophine e dei primi nipotini, tanto che perde interesse verso le nuove nascite per non dover soffrire più. Questo elemento è storicamente accurato ed è reso con grande forza, mostrando ancora una volta la tua abilità nel tratteggiare problematiche storiche non facendo semplicemente una storia scritta in un determinato periodo storico, ma cogliendone la mentalità, come quella del riuso dei giocattoli, abiti e oggetti, tutt’ora utilizzata nelle famiglie contemporanee con più di due figli, ma esasperata in un periodo in cui il concetto di consumismo non esisteva e dove il concetto d’infanzia stesso non era ben definito, visto che i bambini erano trattati da piccoli adulti.

Antonietta è resa magistralmente come donna intelligente, di buoni propositi e molto acuta con coloro che le sono vicini (penso al magistrale dialogo con Rossignol), ma carente come sovrana. Delegando e preferendo una vita da socialite condanna la sua figura storica e la monarchia francese agli epiloghi che conosciamo, anche se imputare le ragioni della fine dell’Ancien Regime all’austriaca mai accettata sarebbe sbagliato, vista la crisi che si protraeva da lungo tempo in Francia. Ma come si dice, l’apparenza è tutto. Come dici bene anche nelle note finali, la morte del principe di T. spezza il triangolo; ho apprezzato questa svolta nella trama perché essendo T. il vero grande amore di Rossignol hai creato una relazione tragica, senza soluzione di ripresa e ben scritta, ma che è ancora più dolorosa perché è rimasta all’interno del non vissuto e, per questo, viene esaltata ancora di più. Mentre con D’Ovigny il rapporto si intuisce essere sfociato in una relazione fisica, con T. c’è stata una passione bruciante ma mai vissuta e rimasta sempre nel terreno del platonico. Abbiamo quindi le lettere di T., la corrispondenza fitta e le frasi cariche d’amore e, d’altro canto, abbiamo D’Ovigny con la sua gestualità e l’odore. I due lati dell’amore (fisico e spirituale) abbracciano un Rossignol privo di consolazione, privo di qualcuno che possa accoglierlo e amarlo: non la sorella né gli amanti e neanche la regina. È solo col suo dolore e col suo senso di colpa. Una storia sempre incantevole, come incantevole è la tua penna. Leggerti è sempre un piacere infinito **, ma che sabato sarebbe senza le tue storie?? Sei bravissima <3

Ti mando un forte abbraccio e ti ringrazio ancora :*
Shilyss <3

Recensore Master
07/12/19, ore 12:38
Cap. 7:

Cara Ellie! <3

Ogni volta che leggo questa storia mi compiaccio dell’accuratezza delle battute: ricalcano un flirtare manierato al punto giusto e squisitamente nobiliare e d’Ancien Regime, ma qui ti sei superata. L’inganno della taverna è qualcosa di tipicamente vetusto e adatto al contesto, tanto che potrebbe tranquillamente essere uscito da un’opera coeva. Il leitmotiv teatrale dell’innamorato attirato presso dei delinquenti, che crede di andare in un convegno amoroso e si ritrova picchiato, minacciato o peggio è reso benissimo.

Il triangolo è sempre più evidente e manifesto, ormai. Rossignol non è una brava persona e questo lo sapevamo già. Il suo sentirsi rifiutato da T. ha generato in lui una decisione di calarsi all’interno di una trappola dove l’unico personaggio a rimanere schiacciato dagli eventi sarà lui e non d’Ovigny. Ciò rende il nostro furbo ragazzo una pedina nelle mani del più astuto protettore e futuro amante, che certo è invaghito di lui e rappresenta in un certo qual modo un porto sicuro. Uno dei momenti che più mi ha colpito del seducente d’Ovigny è quando riconosce il profumo di lavanda di Rossignol. La cosa sembra molto romantica, ma in verità al nostro piace vince facile giacché non gode di una buona vista e ha acuito gli altri sensi. Rossignol, però, che ha bisogno di avere il controllo su di sé e sulle proprie emozioni, si convince che questa sia una cosa molto bella, si convince che potrebbe amare d’Ovigny.

T. che sente le chiacchiere di Versailles è un altro momento molto ben riuscito; la Corte è quasi un essere pensante, un animale pronto a schiacciare, con i suoi pettegolezzi, chi vi rimane invischiato. Adoro che tu abbia messo il personaggio molto poco santo del Cardinale di Rohan perché in questo modo hai potuto aprire una riflessione quasi posta sottotesto sul valore intrinseco della confessione, un momento in cui il peccatore si confida col prete per purificarsi e pentirsi, ma che non dovrebbe essere divulgato. Anche il ricordo della pace claustrale presso cui ha vissuto la sua giovinezza T. non sembra riuscire a dargli la necessaria tranquillità o a sedare una passione per cui il principe sarebbe disposto a morire e che lo fa languire. Come Emma Bovary, anche il principe non riesce a trovare riparo in chiesa dai propri tormenti amorosi e il rifiuto di Rossignol lo spezza e lo dilania portandolo vicino a pensieri oscuri che, però, ancora una volta sono pienamente inseriti nella mentalità e nel modo di pensare d’Ancien Regime (con gli accenti giusti, magari), ma che non rendono il personaggio di T. troppo debole o melenso. L’inserimento della sorella di Rossignol apre nuovi scenari ancora, che sono curiosissima di leggere.

** Un abbraccio e a presto, mia cara: un capitolo splendido <3
Shilyss

Recensore Master
30/11/19, ore 18:51
Cap. 6:

Cara Ellie,

Comincio da Maria Antonietta <3 <3 <3. Leggerezza e intelligente, moda e civetteria unite a una profondità che compare al momento giusto con frasi lapidarie. La amo moltissimo perché buca la pagina: la trovo moderna, ma non per un anacronismo che t’assicuro non c’è, quanto perché il concetto di corte di Versailles è estremamente moderno, pur appartenendo al periodo dell’Ancien Regime. Il capitolo ruota attorno al momento di stacco e separazione tra il principe di T. e Rossignol. Come sicuramente ti ho detto mille altre volte, apprezzo che coerentemente col periodo storico in cui viene ambientata la storia, la relazione per ora solo platonica tra i due provochi riserbo, non venga accettata da essi stessi e rappresenti uno scoglio e un tormento. Proprio nel momento in cui Rossignol, dopo il suo esilio, decide di accettare la corte disperata di T, questo si nasconde e fugge. I carteggi, come al solito, sono curatissimi ed esprimono appieno gli stati d’animo dei protagonisti.

Ciò che amo di T. è che il suo essere pretendente di Rossignol per lui è una maledizione e un colpo di fulmine. Lui lo ama a prescindere dalla forma e dall’abito, lo ama per la sua anima, potremmo dire, e questo è un concetto incantevole e meraviglioso. Proprio questa sensibilità e delicatezza gli impone di dover rifiutare d’incontrare Rossignol a fronte dei mille rifiuti di quest’ultimo. Il fatto che il principe di T. rimarchi molto questo concetto mi è piaciuto moltissimo, perché Rossignol non è un personaggio positivo: è conscio dei suoi molti vizi e arriva ad accettare la corte di D’Ovigny per fare da chiodo schiaccia chiodo e perché ha bisogno di un amante che lo sovvenzioni. A questo proposito, le parole finali del disperato principe di T. “non morirò in una rissa da taverna per Rossignol”, subito smentita dai suoi pensieri, sono davvero molto, molto indicative. ^^

Più passa il tempo più ci avviciniamo al momento tragico della Rivoluzione francese: così come nello scorso capitolo c’erano dei riferimenti alla situazione politica sempre meno serena, per dirla con un eufemismo, qui con una sola frase hai indicato in maniera inappellabile come Versailles e ciò che rappresenta avranno vita breve. E ho amato, ho amato tantissimo questa soluzione che ricorda al lettore dove siamo e cosa succede mentre Rossignol scrive le sue lettere d’amore. L’equilibrio tra storia e amore e la caratterizzazione dei personaggi, così come i dialoghi fluidi e anticati che utilizzi, mi incantano ogni volta. Che weekend sarebbe senza i tuoi capitoli??
Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Master
21/11/19, ore 20:34
Cap. 5:

Cara la mia Ellie!

Ho appena concluso la lettura di questo bel capitolo su cui torno con grandissima gioia. Oggi vorrei parlare del differente tono che la caratterizza rispetto a Novel e seguiti. Sono entrambe scritte benissimo, ma la tua penna, pur mantenendo il medesimo stile scorrevolissimo e piacevole, si adatta alla Parigi di Antico Regime come si adatta a contesti più pop. Poiché il modo in cui scriviamo le frasi è, a parere mio, esso stesso narrazione, questa tua duttilità permette di far immergere il lettore anche nel genere epistolare. Rossignol è combattuto e il soggiorno in campagna non mitiga affatto la sua natura maliziosa e scevra da considerazioni e moralismi. Ho amato molto che abbia scelto di trascorrere un periodo in totale isolamento e che ci si trovi bene perché una cosa che appare evidente fin dal primo capitolo è come questo ragazzo stia bene con se stesso, col proprio corpo, con la propria natura dissoluta. Chi sta bene con se stesso sa stare bene da solo e con gli altri ed è per questo che l’isolamento, pur retto da un normale flusso di corrispondenza, sia per un buon periodo propedeutico.

Una menzione voglio fartela sul lato storico, ché come ti avevo rivelato questo particolare periodo mi è particolarmente caro (e no, non per il fandom di Lady Oscar): c’è un riferimento alle problematiche sociali e politiche e c’è un riferimento anche alla condizione dei neonati Stati Uniti, ma non c’è un fastidioso e anacronistico effetto Cassandra. Rossignol, pur vivendo all’alba di un momento storico rivoluzionario, non comprende e non coglie la portata di ciò che gli accade attorno perché disinteressato a certe vicende e concentrato prevalentemente su se stesso. C’è chi lo fa al posto suo (i ben più seri fratelli), ma a lui non tange ciò e questo è comprensibile. Non è detto che tutti debbano avere coscienza sociale o rendersi conto del momento storico; sarebbe troppo facile far nascere in lui una netta presa di coscienza, mentre è molto più interessante e storicamente corretto fargli considerare le lamentele della povera gente circa la scarsità di pane come una lagna dei poveri fannulloni. Ciò richiama la frase celebre, ma falsa, di Maria Antonietta stessa sulle brioches. A livello di rapporti umani, mi piace come gestisci lo slash. Rossignol forse non amerà nessuno dei due, forse non si concederà mai. Rifugge e non comprende qualsiasi cosa ci sia, non gli dà nome, si chiede come mai il principe T. e D’Ovigny lo amino. Spicca anche il marionettista, D’Artois. Amo la sua caratterizzazione e ho amato il dialogo con Rossignol, che lo caccia con una certa cortese durezza. Di nuovo, anche se il nostro fascinoso protagonista è tanto bello da poter passare per un’incantevole ragazza, non è effeminato o debole e questa è una scintilla di perfetta caratterizzazione che si discosta nettamente da un mondo dove, al contrario, regnano sovrani stereotipi che anziché traghettarci verso un mondo di uguaglianza e tolleranza giocano inconsapevolmente a fare tutt’altro gioco. Adoro questa storia – adoro tutto ciò che scrivi – e sono felicissima di essere potuta andare avanti anche qui **. Un abbraccio e buon pre-weekend,

Shilyss, che si riprende da una giornata e da una settimana meh con una bella lettura grazie proprio a te :*

Nuovo recensore
17/10/19, ore 18:22
Cap. 9:

Dear, dear, D E A R !
Finally ce l'ho fatta!
Nelle ultime settimane non ho quasi partecipato agli scambi perché ero rimasta stra indietro con le recensioni, mannaggia a me.
Infatti mi dispiace tantissimo passare solo ora, sono imperdonabile.
E credo che tu mi abbia già in parte punita, perché io tutto ciò NON ME LO ASPETTAVO PROPRIO.
Questo ultimo capitolo è stato un vero e proprio colpo al cuore, SALLO – ma certo che lo sai, lo immagino fin troppo bene.
Così come ben sai che io, purtroppo, non sono molto esperta di Storia in generale, o meglio, conosco le nozioni base, l'ho studiata, ma a parte il periodo Vittoriano e la Rivoluzione Russa non ho mai approfondito tanto – conto di rimediare presto, però, perché ci sono ancora tante cose che voglio scoprire.
Di conseguenza, questa Parigi di secoli addietro per me è stata un'ulteriore scoperta, perché mi hai completamente catapultata in queste giornate all'apparenza sfarzose e gloriose che poco per volta sono cadute, così come tutti i palazzi e le ricchezze.
Questa Francia che con la sua Parigi arranca giorno dopo giorno mi si è proiettata davanti agli occhi in un mosaico cupo e macchiato dal fango, lo stesso fango in cui Rossignol… lui… IO NON CE LA POSSO FARE.
Non avrei mai e poi mai pensato ad un finale del genere.
Certo, i generi della storia parlavano chiaro, quindi sicuramente non sarebbe stato un finale tutto rose e fiori, ma non avrei mai pensato arrivassimo a questo punto, ad un Rossignol che come ultimo gesto non solo decide di proteggere la tomba del principe T., ma anche di parlargli a cuore aperto, forse per la prima e unica volta prima di sparire per sempre.
Rossignol, che in quel momento ancora era vivo, mentre parte della sua famiglia già se ne era andata nel senso più triste del termine, mentre Parigi cadeva a pezzi giorno dopo giorno… ho provato davvero tanta angoscia leggendo della sua condizione.
Gli anni passano, le stagioni si susseguono una dopo l'altra e D'Artois e Alain si ritrovano.
Per un attimo ho sperato tantissimo che almeno loro potessero darmi una gioia, uno spiraglio di luce in mezzo alle tenebre, ma questo non accade.
Non accade perché D'Artois mi ha dato l'idea di essersi ormai perso, lasciato andare, l'ho trovato molto cambiato rispetto all'uomo che era una volta, come se indossasse una maschera; mentre Alain mi ha fatto tremare il cuore, c'era qualcosa di lui che mi faceva ricordare l'uomo che è stato, ma tutto ciò è andato a disintegrarsi con ciò che gli dice D'Artois.
Perché nell'esatto momento in cui gli ha chiesto di Rossignol e D'Artois gli ha risposto, credo che il mio cuore, per un breve attimo, si sia fermato.
È stato un momento che mi ha fatto crollare il mondo addosso, tra D'Artois che non voleva sentir parlare di Rossignol e Alain che voleva a tutti costi, invece, sapere di lui.
Il fatto che Rossignol sia morto solo, in mezzo alla strada e al fango, sbranato dagli animali, è stato un duro colpo.
Arrivata alla fine del capitolo ho pensato: non era forse prevedibile? Non è che, magari, anche nei capitoli precedenti vi era qualche indizio a riguardo?
La verità è che no, non l'avevo intuito. E credo non ci sarei mai e poi mai arrivata, lo ammetto.
Credo anche che, qualora ci fosse stato qualche indizio palese tra un capitolo e l'altro, l'avrei ignorato di mia spontanea volontà perché non ci avrei creduto e ancora adesso fatico a crederci. Perdere Rossignol è stato devastante, così come lo è stato aver concluso questa storia.
Da una parte perché non posso credere di essere arrivata alla fine, proprio non riesco a realizzarlo e vorrei leggere altri cento capitoli nonostante sappia che è tutto finito; dall'altra parte è proprio per come è finita perché mi hai sorpresa, è stato un colpo di scena assurdo e secondo me ti sei più che superata.
Con questa storia hai svolto un lavoro magistrale, SALLO.
Quindi sii fiera del tuo operato, perché sei stata bravissima.
Non vedo per quale motivo debba continuare a stare tra le seguite, infatti adesso la sposto subito tra le preferite perché sì, perché sicuramente è stata una tra le letture più piacevoli, avvincenti ed emozionanti di quest'anno.
Tantissimi complimenti, dear, scusami ancora tantissimo per questo imbarazzante ritardo e ricordati che da settimana prossima inizierò ad andare dalla psicologa perché avrò bisogno di tanto tempo per riprendermi da un bombardamento emotivo del genere!
BRAVISSIMA <3

Harriet;

Recensore Veterano
05/10/19, ore 15:51
Cap. 9:

Oddio, alla fine è successo davvero. Sarà che mi capita così raramente di seguire storie che vengono portate avanti fino al termine, perlomeno in un numero limitato di capitoli, eppure è sempre una sensazione terribilmente dolceamara, la consapevolezza di dover salutare un contesto e dei personaggi a cui ti eri affezionata particolarmente. Aggiungiamoci poi che questa è in assoluto una delle cose meglio scritte che io abbia mai letto in dodici anni che bazzico su EFP, come potrebbe non stringermisi il cuore? 
Sul serio, Ellie, quello che hai creato per me è stato piccolo ma immenso. Hai dipinto una ricostruzione storica con una precisione incredibile e niente affatto scontata e lo so che te l’ho ripetuto in praticamente ogni capitolo letto di questa storia, ma forse in questo Epilogo riesco a rendermene conto ancora maggiormente. Forse perché quel contesto è mutato, in fretta e violentemente, esattamente com’è stato tutto il periodo della Rivoluzione Francese e del Terrore che ne è conseguito. Gli sfarzi di Versailles e i suoi ori si sono trasformati nelle strade di una Parigi stanca e degradata. I vizi dei nobili, i balli e le feste sono ormai echi lontani di chi sperperava sulle spalle di una popolazione disperata e i nobili sono ormai o scheletri relegati nella Bastiglia o delle carcasse senza testa gettati in pile disordinate sulle strade sporche di sangue. 
E tu, lettore, non puoi fare altro che essere consapevole di come questo sia stato l’orribile prezzo da pagare per ribaltare la società, sai che è frutto di secoli di rabbia, oppressione e disperazione.... eppure, dopo tutto il tempo trascorso nei corridoi della Reggia insieme a questi nobili, a ridere dei loro giochi e delle loro relazioni, non puoi fare a meno di empatizzare, di dispiacerti e avere il cuore stracciato tanto quanto questo vecchio e smunto Alain ad apprendere la notizia della morte di Rossignol. 
I sopravvissuti sono spettri di sé stessi, di ciò che erano un tempo, e si nota in ogni parola la maturazione avuta soprattutto da Rossignol a seguito di tragici eventi come la morte di tutte le persone che amava (il principe, la nipotina, sua sorella). E quanto è bello il monologo su quella falsa lapide, l’ultimo regalo che Jehan Henri è riuscito a donare a T., la cancellazione della sua identità nobiliare per evitare che il suo luogo di riposo venga profanato. 
Boh, io non so se ha senso questa recensione, ma sono così tanto innamorata di questa storia che sto scrivendo parole che ho proprio bisogno di far uscire dal cuore e penso non ringrazierò mai abbastanza il gruppo del Giardino perché, conoscendomi, bazzicando così poco nelle sezioni non mi sarei mai imbattuta in un’autrice della tua bravura e mi sarei persa quella che è in assoluto una delle mie storie preferite su questo sito, ma proprio da top 3. 
E niente, sto così tanto a bocca aperta che evidentemente le parole mi sono scappate. Tutto ciò che desidero al momento è andare ad accendere un cero in memoria di Rossignol e i suoi riccioli. 
Amo. Amo alla follia, adoro <3 

Un baciones grande grandissimo cara, spero troppo di rileggerti in questa sezione perché si nota sempre meravigliosamente la passione che hai per la storia. Che sia francese, che sia giapponese o papuanese, io sarò comunque in prima linea a leggere. 

Un baciones grande grande <3 
Lion. 

Recensore Master
03/10/19, ore 18:40
Cap. 9:

Mia cara Ellie... che pezza. Sono ammaliata, commossa e innamorata. Come ti accennavo su fb, ho letto il capitolo stamattina, ma mi sono presa qualche ora per elaborare il tutto. E bada bene, non perché ci sia qualcosa che non mi sia piaciuto, al contrario, penso di trovarmi di fronte ad un'opera davvero di gran pregio, unica e originale, che per me meriterebbe non solo la pubblicazione ma anche una fedele trasposizione cinematografica.
E non esagero, dico davvero, questo epilogo è la perfezione, l'espressione più vera e cruda del declino post rivoluzione. Ovviamente tutta la storia è incentrata sulla nobiltà e sulla corte francese, perciò ci viene spontaneo empatizzare con la classe più alta, ed è ovvio che quei palazzi demoliti, quei corpi senza vita gettati in mezzo ad una strada, lo sfarzo e la bellezza ridotti ad un tetro scenario in pezzi, ci facciano stringere il cuore.
Lo splendore che caratterizzava la storia fino a qualche capitolo fa, la spensieratezza, la giovinezza dei personaggi, persi in frivoli affari di cuore, balli e pettegolezzi, ormai hanno lasciato il posto alla desolazione, alla rassegnazione e alla vecchiaia che affligge coloro che sono rimasti, mentre la morte ha portato via gli altri.
Ho appreso con non poco sgomento la morte della piccola nipote del protagonista e di Josephine, la morte di Rossignol stesso, trapelata dalle labbra del nuovo sovrano, invecchiato anch'egli, ai miei occhi quasi irriconoscibile, così come il povero Ovigny (ormai senza De).
Mi hai spezzato il cuore e questa è una cosa che ho amato, perché non mi succede spesso di soffrire in questo modo leggendo un libro, e invece tu hai toccato le corde giuste, hai fatto un lavoro eccelso e trovo davvero difficile scrivere una recensione che sia all'altezza di tanta bravura.
Leggevo e mi immaginavo le atmosfere di Barry Lyndon, le luci calde delle candele, le scene dipinte come tanti quadri in stile rococò, gli abiti sfarzosi, dai colori pastello, frusciante ed eleganti. Sì, lo so, sto divagando, ma io una trasposizione me la immagino proprio così, in quello stile! ;)
E sai qual è la cosa che ho amato di più? Il fatto che non sapremo mai cosa c'era scritto in quella lettera d'addio.
Trovo che sia una scelta azzeccatissima, mi lasci con questo dubbio e aumenti ancor di più il realismo di tutto ciò, come se l'intera vicenda restasse sospesa in quell'epoca e noi non potessimo appropriarsene fino in fondo.
Bellissimo.
Cosi come il monologo sulla falsa lapide di T., che ho trovato straziante e meraviglioso allo stesso tempo.
Che altro dire, cara Ellie? Sono ammirata, davvero, per me questa cosa è un piccolo capolavoro e la rileggerò con estremo piacere!
Complimenti di cuore, anche per la correttezza dei dettagli storici, su cui hai sicuramente fatto un lavoro approfondito.
Ho amato tutto e i tuoi personaggi mi resteranno sempre nel cuore.
Grazie per questa meraviglia.
Bacioni
S.

Recensore Master
29/09/19, ore 18:20
Cap. 9:

Ma... ma...
NON CI POSSO CREDERE.
E' finita, e io mi sento un vuoto dentro, ma è una cosa buona, che è il vuoto che mi viene quando finisco qualcosa di bello. Un vuoto malinconico, ecco. Considerando il periodo storico in cui la storia è ambientata, ovviamente non è che mi aspettavo fosse tutto rosa e fiori, ma leggere certe cose mi ha comunque tanto stravolta (sempre in senso buono). E credimi, credimi quando ti dico che questa storia i complimenti se li merita tutte, il genere storico è un genere che odio scrivere ma che amo leggere, e la tua mi è proprio entrata nel cuore, così come i personaggi, ma più di tutti i personaggi. E più di tutti Rossignol, di cui fai benissimo ad essere fiera, e di cui sono fiera anche io, che ha un vissuto tragico, ma ahimé... non è il solo. d'Artrois e Alain li ho proprio amati. Non lo so, quando si sono incontrati alla fine mi ha dato l'impressione di essere proprio l'atto finale (e difatti lo è lol) prima che il sipario si chiuda. E credimi, leggere di Alain che pensa a Rossignol, ai bei tempi che furono e quasi non può immaginarselo morto, senza vita, nel fango, senza neanche una degna sepoltura, non lo so, mi ha fatto sclerare, perchè a me l'angst fa tanto, tanto sclerare. E' stato un finale dolce-amaro? Sì. Ma è stato anche il finale più giusto, non penso avrei potuto immaginarmi uno diverso per questi personaggi che mi mancheranno... tanto. Sinceramente mi sento come se avessi visto uno di quei bei film storici-drammatici-sentimentali dove non c'è mai il lieto fine ed io puntualmente mi struggo. Ma se Plaisir D'Amour diventa un film, io lo vado a guardare, anzi, aiuto pure a scegliere il cast, che dico!
Scherzi a parte, questa storia mi è entrata nel cuore, e sono felice di aver letto la sua conclusione, anche se sono pure un po' triste. Quindi complimenti a te che ti sei lasciata guidare dall'ispirazione e per aver condiviso con noi <3
A presto,

Nao

Recensore Master
23/09/19, ore 07:15
Cap. 9:

Buongiorno.
Devo proprio dire che il finale è stato bellissimo ed esaustivo, mi ha preso un sacco... che poi mentre leggevo mi sono emozionato... sono anni di grandi cambiamenti e quello che era non fu più per un po', la Francia fu percossa dall'impeto di una rivoluzione che ne annientò la sua corte.
L'incontro finale poi è stato la ciliegina sulla torta.
Tutto scritto magistralmente. Complimenti.

Recensore Master
21/09/19, ore 21:32

Ciao cara! In un ritardo terribile davvero questa volta, ma eccomi qui. Questo capitolo l’ho letto due volte, la prima volta ero davvero troppo emotivamente sconvolta per commentarlo, mi aspettavo un determinato evento, ma leggerlo mi ha comunque colpita tantissimo e l’angst è stato fortissimo. La morte del Principe T, che tu non ci descrivi nel pieno dell’azione, lasci l’evento sullo sfondo, l’azione meccanica in un contorno nebuloso, mostrandoci invece le reazioni di tutti gli altri personaggi al conoscere tale notizia catastrofica. L’incipit di questo capitolo ci riporta nel pieno dell’atmosfera della reggia di Versailles, nel suo fasto, nei suoi intrighi, nei suoi giochi a scacchi. Ci riporti perfettamente la figura della Regina, non certamente una figura molto amata nella storia francese, e non ci risparmi i suoi lati chiari e i suoi lati oscuri. L’ansia crescere nel procedere della narrazione, c'è troppa calma, si sente l’arrivo di una tempesta che è sempre più certa. Sinceramente l’angst mi ha davvero stesa il modo in cui Rossignol reagisce alla notizia della morte del Principe T, perché si rende conto (ERA PURE ORA, mio caro) che ha giocato male e troppo a lungo, senza avere una giusta considerazione del suo ‘avversario.’ Quel “L’ho ucciso” mostra una realtà cruda che ci trafigge, non è possibile fuggirla. Diventa un tormento per Rossignol e per noi, sinceramente. Un mantra che si ripete di sottofondo anche al funerale, che diventa un mormorio frastornante. Di fatto alla fine, nonostante la morte del Principe T, è Rossignol ad aver perso seriamente. Alla fine è solo, senza nessuno. Ha allontanato fino ad uccidere il Principe T, e Alain è andato via lontano. Forse è questo che più mi ha colpito e che mi ha fatto nuotare nell’angst, perché mi hai fatto affezzionare ai tuoi personaggi. Sono dentro la storia e sono troppo curiosa di scoprire come il tutto andrà a finire. Come sempre il tuo stile è sublime, lo amo sempre di più, sappilo, e ti stimo tantissimo per tutto ciò che sei riuscita a creare. 
Complimenti, scusa la recensione sconclusionata, ma questo capitolo mi fa questo effetto :) 
A presto! 

Recensore Master
21/09/19, ore 01:06
Cap. 2:

Allora, coi miei soliti tempi lunghi, ma sono arrivata anche in questo capitolo. La storia mi incuriosisce sempre più, amo il fatto che sia storica e l’ambientazione ai tempi della rivoluzione francese, amo soprattutto che si parli di nobiltà e della regina di Francia in persona. E dopo questa premessa, entriamo nello specifico della storia. Com’è normale, dato che siamo ancora solo al secondo capitolo, stai ancora solo presentando le situazioni e i personaggi, ma nel frattempo, lasci che si creino dinamiche alquanto interessanti. Rossignol è l’indiscusso protagonista di questo capitolo e qui ci descrivi i suoi rapporti col conte d’Artois, di cui sembra essere un buon amico. E devo ammettere che, visto l’inizio, non me l’aspettavo. Ma è evidente che non sia il conte la figura più importante: da quel che ho capito, lui sarà la spalla di Rossignol e magari la voce della ragione o della coscienza per il nostro protagonista. E comincia a entrare subito nella parte facendosi portavoce del desiderio della Regina in persona di incontrare Rossignol e ammetterlo ad un’udienza privata. In effetti, mantiene subito fede ad entrambi i ruoli che gli ho attribuito, perché poi consiglia anche il suo interlocutore sul migliore atteggiamento da tenere il giorno successivo, ipotizzando chi potrebbe essere presente e cosa potrebbe accadere. Questo, lungi dallo spaventare, finisce epr mettere ancora più voglia a Rossignol di presenziare all’incontro e, in effetti, il giorno dopo, con Marie Antoinette e il suo entourage va tutto splendidamente, Rossgnol conquista tutti i presenti e, giocando bene le sue carte, riesce perfino ad ottenere il perdono della sua vittima. E mi viene da chiedermi, chissà se c’è andato proprio con quello scopo? Forse no, ma non credo che gli sia dispiaciuto. E di sicuro non gli è dispiaciuto fare una così buona impressione a persone così al di sopra del suo rango. E, oltre al principe T (che ora voglio sapere come si chiama davvero, sono curiosa), qualcun altro è rimasto colpito da lui. E questo qualcun altro è Alain, quello che inizialmente mi ero chiesta se fosse solo un depistaggio o una specie di narratore esterno o chissà cos’altro… e che invece si rivela un potenziale (e credo non troppo sgradito) terzo elemento in questa futura relazione. Mi viene da dire che forse Rossignol si troverà, alla fine, a scegliere tra i due, benché, allo stato attuale sembri manifestare una spiccata predilezione per il principe… ma è anche vero che, descrivendo se stesso, ammette che, pur prediligendo le cose di qualità, generalmente, poi sceglie cose molto al di sotto… sarà lo stesso quando si tratterà (ok, SE si tratterà) di scegliere tra i due uomini? Suppongo che lo scopriremo solo leggendo xd. Di sicuro, tanto lui, quanto il principe T cominciano a farsi delle domande sulla natura del sentimento che sembra essere nato tra loro. Anzi, il principe non si fa domande, lui sembra avere molto ben chiara la situazione e la espone chiaramente a Rossignol quando riesce ad attirarlo fuori e a parlargli a quattr’occhi. Al momento, l’unico che sembra confuso è proprio il protagonista, ma aspetto di vedere come si evolverà la storia che mi incuriosisce sempre di più… basti vedere a che ora mi sono ridotta a postare sta recensione pur di postarla xd.
Alla prossima :)

Nuovo recensore
16/09/19, ore 23:49

D E A R .
Eccomi qui, recupero la recensione dello scambio precedente e ti chiedo immensamente scusa per il ritardo T___T
Io sono emotivamente sconvolta, SALLO.
Questo capitolo è stato un bombardamento di Angst, dolore, tragedia e chi più ne ha, più ne metta.
Ma andiamo con ordine, perché qui ho davvero tantissime cose da dire.
Innanzitutto sai benissimo che uno dei motivi per cui amo tanto questa storia è lo stile.
Uno stile che calza non a pennello, DI PIÙ in una storia ambientata durante la Rivoluzione Francese.
Pertanto, non posso che farti i miei più sinceri complimenti per quanto riguarda la prima parte, incentrata interamente sulla regina.
Hai delineato un personaggio storico in maniera impeccabile, dipingendola con le parole della verità: una donna che, col passare degli anni, si è sempre più inoltrata nel mondo dello sfarzo, dimenticando, purtroppo spesso, che quello nel quale vive è un regno che arranca, che zoppica, che rischia di sgretolarsi da un momento all'altro.
Quale introduzione migliore per agganciarsi poi… alla morte di T.
Io, ti giuro, non me lo aspettavo. Certo, il modo in cui si era concluso il capitolo precedente non lasciava presagire nulla di buono, ma non pensavo si sarebbe realizzato per davvero, poi.
È stato un colpo al cuore perché tutto mi sarei aspettata, ma non questo.
Senza contare che, oltre alla morte di T., qui abbiamo modo di vedere anche tutta la fragilità di Rossignol, la quale non è dovuta solo a questo fatto, bensì per il rapporto, praticamente inesistente, che ha con la sua famiglia, sua madre in particolare.
O meglio, un rapporto c'è, ma non è quello che ci si aspetterebbe da una madre e un figlio; vi è il rancore, il dolore della perdita di una figlia, il voler scaricare tutto questo verso qualcuno, in questo caso Rossignol che, come se non bastasse, viene trattato in questo modo dalla madre anche a causa della sua nomea, la quale lo precede.
E non è mai bello, quando questo accade, soprattutto per Rossignol, il quale ha avuto una carenza di amore e affetto per una vita intera – una vera e propria mancanza, in realtà, che ha tentato di compensare con il gioco d'azzardo, lo sfarzo della corte e sì, anche le prese in giro nei confronti di due uomini che lo hanno tanto amato.
La scena in cui piange tra le braccia di D'Artois, distrutto anch'egli per la perdita di T., è stata struggente.
Struggente e bellissima al tempo stesso perché, per la prima volta, abbiamo avuto modo di vedere entrambi completamente spogli degli infiniti strati di possenza che hanno avuto fino a quel momento: perché entrambi hanno giocato, si sono punzecchiati, sembrava quasi che con le loro sfide e il loro voler prevalere l'uno sull'altro potessero sbriciolare il mondo e le loro scelte, i loro sbagli, anche, li hanno portati lì, in quell'esatto momento in cui, distrutti dal dolore per la scomparsa di T., non possono fare altro se non abbracciarsi forte, fortissimo.
L'ultima parte, poi, dedicata interamente a Rossignol e Alain, mi ha distrutta.
Già è stato straziante leggere di T., del suo funerale, del dolore che tutti hanno provato, poi aggiungiamoci anche il fatto che Rossignol, dentro lui, sente di aver sprecato il suo tempo con Alain e allora ciao, è stato bellissimo conoscerti, espatrio in Svezia in una baita senza Wi-Fi.
Seriamente, è tutto troppo struggente, non ce la faccio.
Alain è partito, sua madre non sta affatto bene – altra batosta, ovviamente –, Rossignol ancora non ha letto l'ultima lettera che T. gli ha scritto prima di morire e nel camino ha gettato quella di Alain, con l'intenzione di bruciarla appena ne avrà l'opportunità.
Ho già scritto di essere emotivamente sconvolta, vero?
Ora, io non so davvero cosa aspettarmi nel prossimo capitolo il quale, ancora fatico a realizzare, sarà addirittura l'ultimo.
Proprio non lo so e ho paura, ansia e sono pure triste perché vorrei che questa storia non finisse mai T___T
Ad ogni modo, in qualunque modo la concluderai, sicuramente l'amerò.
Tantissimi complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
13/09/19, ore 16:26

Tesoro, eccomi qua finalmente! 
Mi scuso all'infinito per il mio ritardo scandaloso, sono imperdonabile, quindi voglio godermi finalmente questo momento in cui sono potuta tornare a mettermi in pari con la mia Storica preferita <3 
Tra l'altro ti sto recensendo con una gatta in calore che si struscia sulla mia spalla, penitenza per essere arrivata così tardi credo. 
Okay, a parte tutta la mia introduzione trash, in realtà è servita anche per sollevare un po' il mio cuore dalla botta di angst che mi hai lanciato FACENDOMI SCHIATTARE IL PRINCIPE OMMIODDIO. Ci sono rimasta veramente di stucco, nonostante nell'ultimo capitolo non lo avessimo lasciato troppo bene, eppure non mi aspettavo davvero che la sua sorte sarebbe stata quella; se la tua intenzione era shockare il lettore sappi che ci sei riuscita al 100%. 
Tra l'altro, ho apprezzato tantissimo il modo in cui hai introdotto la scena, dal punto di vista di Marie Antoinette e come hai costruito il tutto nella prima parte del capitolo partendo proprio da quest'ultima, da un'introspezione assolutamente verosimile della famosa sovrana che, alla fine, è stata davvero solo introdotta a un mondo di vizi e merletti, senza inculcarle il peso e l'importanza che la sua corona avrebbe dovuto avere su un popolo che moriva di stenti e attendeva solo che a chi di dovere importasse qualcosa. 
"Non era cattiveria, si diceva: solo inesperienza." - non credo esista modo migliore per descrivere l'amministrazione di Marie Antoinette. 

Ho amato infinitamente tutto il dialogo tra Rossignol e sua madre, una madre talmente ancora tanto accecata dal dolore del lutto da provare un astio sconsiderato nei confronti degli altri figli, di lui in particolare perché sì, la reputazione di Rossignol lo precede e questo reca disonore ai genitori. Questo è il Rossignol più vero e debole di tutta la storia, messo all'angolo dalla mancanza di amore che lo ha perseguitato per tutta la vita. E' davvero tutto quello che desidera e io voglio solo abbracciare questo piccolo usignolo e dirgli che lo comprendo, capisco perché si senta così offeso dalle persone che lo prendono in giro, ha i traumi povero piccolo. E il fatto che pensi che dovrebbe scusarsi con T., della cui morte è ancora ignaro, fa ancora più male. Oddio, ma ti pare passare dal disagio di questi adorabili casi umani a tutta quest'introspezione meravigliosa che mi fa soffrire? 

La scena in cui, invece, lo viene a scoprire non solo è scritta magistralmente, ma vi è anche una così triste delicatezza. Nel testo, nel dolore negli occhi di D'Artois (un altro personaggio che vediamo, per la prima volta, sofferente), nel pianto di Rossignol, nell'amara consapevolezza di entrambi di essere coinvolti in quella faccenda e, in cuor loro, in qualche modo, colpevoli. Mi è piaciuta un casino quella scena perché, oltre tutto questo, c'è anche un bisogno di due amici di consolarsi, di esserci l'uno per l'altro -e non ti nascondo che il rapporto tra Rossignol e D'Artois è forse quello che più amo all'interno di questa storia: sono stupendi quando si battibeccano e sono stupendi qui che si abbracciano e piangono insieme. 

Ho amato tutto l'on screen che hai dato a Marie Antoinette in questo capitolo, ma sono felice che nell'ultima parte sia tornato Alain -tra l'altro con il suo umorismo nero in momenti decisamente inappropriati si riconferma amore della mia vita. E spero che i pensieri di Rossignol di fronte al camino siano solo frutto del doloroso lutto che sta vivendo PERCHE' ALAIN SI MERITA IL MONDO E' CHIARO JEHAN HENRI??!! 

Ora, non so come sentirmi sapendo che il prossimo capitolo sarà l'epilogo. Ovviamente adoro che ci sia qualcuno che ancora è in grado di portare una storia dall'inizio alla fine, eppure non sono ancora pronta a dirle addio definitivamente, dal momento che è una delle cose migliori mai lette qui su EFP e che mi ha fatto innamorare perdutamente di ogni singolo personaggio da te dipinto. Ma tengo duro, dai, in fondo manca ancora una parte e non devo disperare! 

Ti chiedo ancora immensamente scusa per il ritardo, spero quindi che ne sia valsa la pena per questa recensione sofferta col mio cuore pieno d'angst <3 

Tanto amore e tanti baciones come sempre 
Lion. 

Recensore Master
13/09/19, ore 13:44
Cap. 1:

Allora, allora, devo ammettere una cosa: le originali mi incuriosiscono TANTISSIMO ma, avendo sempre desiderato scrivere un libro non mi sono mai addentrata in questa parte del sito nel timore di finire, involontariamente, per copiare qualcosa. Da un annetto a questa parte, però, ho smesso di farmi problemi, perché ora ho una mia trama in mente, quindi mi faccio una scorpacciata di originali. E quelle a tema storico mi interessano moltissimo, quindi, quando ho visto questa e ho visto che avevi esplicitamente chiesto di leggerla, mi ci sono fiondata. A quanto ho compreso, siamo in Francia, nel periodo del Re Sole e della Rivoluzione Francese, mancano ancora una manciata di anni agli eventi che abbiamo studiato a scuola. In questo frangente incontriamo una nobildonna e il suo giovane... protetto? Credo, non ne sono certa, nell'atto di organizzare un inganno ai danni di altri nobili e di uno in particolare. Quindi prende questo ragazzino, un quindicenne, mi pare e lo traveste da femmina. E ha scelto il soggetto così accuratamente, l'ha travestito così bene che riesce ad ingannare tutti i presenti. E il ragazzo, che si è prestato per guadagnare una discreta somma, riscuote talmente successo che viene perfino invitato a ballare... dalla vittima designata? Probabile. E assistiamo a tutto l'idillio tra i due, a come il nobile non si renda minimamente conto di tenere tra le braccia un ragazzo e di come Rossignol se la goda, pensando alla ricompensa che lo aspetta. Perché c'è una scommessa, in ballo e solo questo, e la prospettiva di guadagnare una discreta somma, ha spinto un adolescente a prestarsi ad un simile gioco. Devo ammettere che il signor T mi ha fatto un po' pena, nessuno merita di essere ingannato. E lui ci credeva davvero. Ti dirò che, leggendola, sembra una shot. Voglio dire, quando sono arrivata a termine ho detto "ok, è finita" e invece no...e ora sono curioserrima di sapere come continuerà e se nel seguito, oltre agli avvenimenti del ballo, ci entrerà anche la lettera di Alain alla madre. Ho capito che lui è stata, per il momento, solo uno spettatore, ma... per quanto ancora lo resterà? Bene, bene, scambieremo di nuovo, direi, perché sono proprio curiosa di sapere come continuerà :)
E lo so, in confronto alla tua la mia recensione fa schifo, chiedo umilmente perdono, sti giorni va così, mi rifarò, promesso :)

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