Carissima Miryel,
ci sono quelle storie che, in un certo qual modo, ci fanno sentire in dovere di recensirle non appena terminata la lettura, magari perché hanno smosso qualcosa dentro di noi, magari perché una parola o una frase ha centrato il bersaglio in modo più incisivo di quanto ci aspettassimo, magari perché, semplicemente, si è letto qualcosa di cui avevamo bisogno senza neanche esserne consapevoli. Ecco, queste sono alcune delle motivazioni che mi ha spinto a ticchettare sulla tastiera dopo aver rimuginato un bel po' su questi due capitoli densi di eventi ed emozioni. Ti avverto fin da subito che sarà probabilmente una recensione "a saltelli" e sconclusionata, perché le cose che mi hanno colpita sono troppe, e non credo riuscirò ad esprimermi in modo unitario :')
Come ho accennato, ho realizzato di aver bisogno di questa storia. A prescindere dalle declinazioni del rapporto tra Peter e Tony (sai benissimo che so vedere oltre il gusto personale, ma a questo nodo specifico ci arrivo più tardi), avevo bisogno di vederli risolti. Anzi, di veder risolto Peter, e di riflesso Pepper e Morgan, che, per come li abbiamo lasciati in Endgame, sono dei satelliti privi di orbita che ancora stentano a riallinearsi ad un nuovo centro di gravità. Peter e Morgan più di tutti, perché la morte non fa parte del bagaglio mentale di un bambino, e neanche di quello di un adolescente che l'ha già vissuta e che appunto per questo vorrebbe illudersi di non doverla affrontare mai più. Invece Pepper, in un certo senso, è sempre stata preparata a veder accadere ciò che è accaduto. Lo dice sin dal primo momento, sin dal primo film. che Iron Man finirà per essere la morte di Tony. E nonostante tutto rimane al suo fianco, e forse nella tragedia possiamo pensare che essere stata con lui anche nel momento estremo sia da interpretarsi come un fatto "positivo", rispetto all'eventualità di vederlo sparire da lontano. Una consolazione, se vogliamo, un accompagnarlo "oltre" con serenità.
Ho apprezzato molto la struttura della storia, con un continuo spostarsi tra il funerale (di cui ho amato le descrizioni fisiche ed emotive) e il presente; tra il dolore fresco di Peter e quello non del tutto cicatrizzato, egualmente toccanti; tra il messaggio etereo e il regalo fisico che gli ha lasciato. Ci permette di veder evolvere Peter, di vederlo crollare e riprendersi, di affrontare le sue paure per poi ricaderci. Peter è Spider-Man, ma nessuna maschera ti insegna a fare i conti con qualcuno che non c'è più, né con la consapevolezza di essere stato importante per lui, di aver giocato un ruolo in quella scomparsa. Sono responsabilità invisibili che quasi ci si vuole accaparrare per dare un senso alla perdita, per dirsi che, in fondo, un po' di colpa la si ha, e nel peso di questa colpa c'è il sollievo di poterla in qualche modo razionalizzare e di porsi nella condizione di gestirla, di incolparsi, di sfogare il dolore. E ho amato il modo in cui Pepper sfata questa sua convinzione, perché Tony è sempre stato così, e lei l'ha saputo per una vita intera. Una vita che Peter ha letto solo dai giornali e visto nei notiziari con gli occhi adoranti di un bambino, sperimentandola in una minima e perlopiù spensierata parte, ma che Pepper ha vissuto sulla propria pelle con ogni caduta e difficoltà, imparando ad amare Tony per l'uomo che era senza davvero cercare di cambiarlo alla radice. Tony è Iron Man, e lo era con ogni fibra del suo essere, ed è questa la ragione fondamentale per cui ha fatto ciò che ha fatto, pur coi volti di Pepper e Peter e Morgan e tutti i suoi cari in testa a spronarlo.
Sto sproloquiando e ti sto lasciando un tema, ma voglio spendere ancora due parole (seh) sul modo in cui hai gestito il complesso "triangolo" tra Peter, Pepper e Tony. Che, di fatto, non è un triangolo, ma il sistema di orbite a cui accennavo prima. E Tony ne era il Sole, ovviamente, e in quanto tale non ha mai messo in ombra né l'uno, né l'altro satellite, irradiandoli entrambi. Tony ama, dà affetto in quel suo modo un po' goffo e burbero, attutito da completi firmati e occhiali da sole e sorrisi sbruffoni; emana un amore soffuso e mascherato attorno a sé perché lui in primis non è in grado, non può, darselo fino in fondo; e dal modo in cui ne hai scritto mi è chiaro che non abbia mai stilato una gerarchia di preferenze tra Pepper e Peter. Li ama entrambi, in modo diverso. Questo Pepper l'ha capito, Peter fatica ad accettarlo e accettarsi come ricevente a pari merito di quell'amore, e sono entrambi IC proprio per questo.
A Pepper, te l'ho già detto in privato, hai dato una dignità straordinaria: di donna, moglie, madre e vedova che ha amato qualcuno per la maggior parte della propria vita e che accetta che quel qualcuno sia stato amato da molti altri. Il dettaglio degli oggetti di Tony che decide di elargire a quei molti mi ha spezzato il cuore; fa male separarsi da qualcosa appartenuta a un defunto, ma Pepper sa che farebbe ancora più male non ricevere nulla, non avere un oggetto tangibile con cui ricordarlo e a cui aggrapparsi.
Ma ciò che più mi ha toccata è il modo che ha Pepper di relazionarsi con Peter, quell'assenza di rancore che non è però segno di debolezza o un porsi come inferiore rispetto a lui, ma espressione della donna lucida e razionale che è sempre stata, schietta al punto da mettere in chiaro che lei sa, che ne hanno discusso e che adesso va bene così. E io me la sono immaginata, quella discussione tra Tony e Pepper che tu hai solo accennato. Me la sono immaginata e ho visto un litigio acceso, con una Morgan in culla o magari ancora nella pancia, un mondo che si deteriora attorno a loro e un Tony distrutto dal fallimento; l'ho immaginato e l'ho visto finire nelle lacrime disperate di lui e nell'accettazione di lei, in un abbraccio consolatorio. Perché, sia come sia, Peter non c'era più, ma c'era il vuoto che si è lasciato dietro, e portare rancore al vuoto è futile, è inconcludente, è inutilmente doloroso. Adesso che è Tony a non esserci più, lo è a maggior ragione, e lei lo capisce come lo ha capito allora. Qui io ci vedo solo una forza d'animo enorme e profondo rispetto per il gesto che Tony ha compiuto, sacrificandosi per offrire a tutti loro una vita serena.
Come ti dicevo l'ultima volta, è facile piegare i personaggi al proprio volere e manipolarli in modo OOC in funzione di una ship non canonica; tu questo non lo fai mai, che tu decida di rispettare un personaggio con la sua assenza oculata, o che tu scelga invece di rendere il tutto coerente e umano col canon, senza scivolare negli eccessi.
Hai giocato una carta rischiosa e, lasciatelo dire, con questa storia hai fatto poker <3
Quel "Protocollo Speranza" e quel "Protocollo Coscienza" sono esattamente ciò di cui avevo bisogno adesso, ed è stato commovente vedere come tu abbia dato a Peter, Pepper e Morgan una nuova possibilità, un modo per ripristinare una sorta di gravità temporanea per tutti loro. Inutile dire che il Tony del messaggio è perfettamente Tony, in tutte le sue sfumature ironiche, il suo parlare schiettamente e in modo non melenso. Soprattutto, in quel sentimento di speranza in cui ha sempre avuto difficoltà a credere lui stesso, ma che alla fine è riuscito a ripescare ogni volta da dentro di sé per andare avanti. Per tutte le volte che è caduto o ha fallito, si è rialzato e ha rimediato: è andato avanti, spinto da quel lumicino dentro di lui che non si è mai spento del tutto. E adesso lo dona a Peter col desiderio, l'egoistico desiderio che in fondo è anche un po' altruista, che vada avanti anche lui, perché non si può rimanere bloccati per sempre.
E questa è l'eredità più bella e toccante che potesse lasciargli.
Con questo, ho finito le lacrime. Non le parole: ci sono mille altre cose che vorrei dirti riguardo alla storia, ma temo che finirei per riportarla tutta.
Sappi solo che, ancora una volta, mi hai emozionata, e hai riacceso un po' di speranza anche in me. Grazie <3
Un abbraccio, ancora complimenti, e spero a presto,
-Light- (o Cosa^2) |