Recensioni per
Il viaggio del viandante
di Estel_naMar

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/10/20, ore 00:53
Cap. 1:

Buonasera cara, che piacere trovarmi qui dopo qualche tempo: sono pronta per poter leggere la prima fic del tuo ultimo progetto, già rapita dalle parole presenti nello specchietto della storia. Sono assolutamente colpita dal concetto stesso che hai utilizzato per costruire questo tuo lavoro: il titolo della raccolta di per sé è musicale, ma non solo, anche la scelta della parola per la composizione della drabble ha un ruolo preciso, ruolo che mi è parso subito chiaro alla conclusione della lettura. Da ciò che ho capito dalle note, il tuo non è solo il viaggio presente all’interno della fic stessa, ma anche quello che si muoverà con le prossime fino alla chiusura del tutto.
Già è piacevolmente complesso come percorso scelto, se poi ci accosti anche una parola dal doppio significato come prompt, di cui sviluppi entrambi in modo coerente… beh, mi hai catturata doppiamente, sappilo.
Hai un modo di scrivere poetico, musicale, che ha un ritmo lento e quieto, quasi senza tempo, il che rende la lettura piacevole e scorrevole. Utilizzi una terminologia adatta a questo tuo ritmo di scrittura, che si sposa perfettamente con il tipo di immagini quasi oniriche che si sono formate nella mia testa. Non vedo l’ora di poter continuare con la lettura di questa tua opera, è stata una scoperta davvero piacevole. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Veterano
11/10/20, ore 10:07
Cap. 2:

Ciao, eccomi per lo scambio e chiedo scusa per il ritardo :)

Ho deciso di continuare con questa questa raccolta perché ho visto che era la più recente e pensato che quindi ti avrebbe fatto piacere. Inoltre, ero curiosa di proseguire la lettura di quest’esperimento estremamente affascinante.

Nel leggere questo capitolo, ho pensato quanto sia bella la lingua italiana in tutte le sue sfumature e ambivalenze.
Per quanto riguarda la mia interpretazione della Drabble, spero di non aver frainteso troppo, ma in ogni caso ho visto che vuoi lasciare all’interpretazione del lettore.

Dal primo periodo ho ricavato l’idea di un viandante se non anziano, di sicuro maturo, i cui segni dell’età si mostrano sul suo viso. Ha una pelle non più elastica, ma sottile e increspata.
Non basta un po’ d’aria a rinvigorirlo e mi pare che anche il suo animo non sia più quello di un tempo e a forza trattiene un ricordo del vigore di un tempo.
A questo tempo umano lineare, che va dalla giovinezza alla maturità, si contrappone il tempo circolare della natura, in cui la caduta dei fiori non è segno di morte, ma anzi segno della nascita del frutto, a sua volta contenente i semi che porteranno avanti la vita. La decadenza, quindi, segna l’essere umano (“colui che brama” è perifrasi per “essere umano”?) e lo condanna ad un’esistenza che prosegue inesorabilmente verso la fine, ma la stessa decadenza è+ fonte di rigoglio per la natura.

Spero di non aver detto cose troppo assurde, ma mi è piaciuto molto leggere e cercare di decifrare questo testo tanto evocativo quanto pregnante di significato.

Spero di sentirti presto,

M.

Recensore Veterano
09/10/20, ore 15:04
Cap. 3:

Ciao!
Eccomi qui per recensire questa drabble! Innanzitutto ti devo fare i complimenti perché riesci sempre a descrivere delle immagini splendide con pochissime parole, mentre io per descrivere una cosa ci impiego sempre quelle 10 pagine a capitolo ahahah
Anche questa volta troviamo un'associazione interessante, quella tra Tempo e Vento, mentre se non sbaglio l'ultima volta avevo ne avevo letto una che accumunava il Tempo al Decadimento.
Anche qui, entrambi questi elementi sono accumunati dalla caratteristica principale, quella di deteriorare lentamente ma assiduamente ogni cosa. L'immagine del mare agitato dal vento è sempre efficace, secondo me stimola la fantasia come pochi paesaggi al mondo, con la sua potenza ("senza pudore o riservatezza") e la sua illimitatezza ("e si apre infinito davanti al mio sguardo") ...ma, dato che provengo da una città di mare, forse sono un tantino di parte eheh.
L'immagine che hai dipinto mi ha fatto pensare ai quadri di Turner, per la ferocia e allo stesso tempo la poesia che il mare sprigiona quando è sferzato dal vento. È un paesaggio "scosso", in continuo movimento, un movimento dato dalle raffiche del vento che continuano ad abbattersi incessantemente, sollevando le onde dal loro stato di " torpore". Il mare se ne vorrebbe stare tranquillo per i fatti suoi, ma non può arrestare il vento, così come noi uomini non possiamo opporci all'abbattersi degli anni su di noi.
Complimenti come al solito, leggerti è sempre un enorme piacere *-*
A presto!

Zob

Recensore Master
07/10/20, ore 17:43
Cap. 1:

ciao, carissima, eccomi qui da te e da questa raccolta, che ammetto mi aveva davvero incuriosita e che non vedevo l'ora d'iniziare.
Io non sono una persona sintetica (nella scrittura, nel parlato invece lo sono, e molto), ho bisogno del giusto spazio per dire le cose, mi dilungo, mi prendo tempo, quindi inutile dire quanto mi mettano in difficoltà le drabble (ne ho scritte molte, per diletto e per sfida personale, a dire la verità, anche se non le ho mai pubblicate e le tengo per me), quindi ammiro sempre tantissimo quegli autori che, come te, si accostano a questo tipo di componimenti e riescono a dire tantissimo in così poche parole e a trasmettere altrettanto.
Questo testo, in particolare, è ricchissimo di allegorie, di sfumature e di ambivalenze. C'è davvero tanto, tanto da dire, ma cercherò di andare con ordine.
Innanzitutto, abbiamo il piano materiale del componimento, quello puramente visivo di questo campo di grano, di una campagna descritta efficacemente e che rimanda a taluni ambienti bucolici (mi viene da pensare, per l'appunto, alle Bucoliche di Virgilio), che per loro natura donano un senso di pace e di tranquillità, di ameno, ma anche di malinconia, come se si stesse osservando qualcosa di caduco, come se quella bellezza non fosse eterna e fosse destinata a rompersi e spezzarsi da un momento all'altro. In questo tuo componimento, questa caducità si sente più forte che mai, complice anche la tematica trattata, quell'accostamento alla vita e alla sua fine. Inoltre, siamo in autunno, la stagione per eccellenza dove tutto muore e sfiorisce, in preparazione di quello che è l'inverno, per poi sorgere a nuova vita in primavera. Si tratta di una stagione di passaggio, dove la bellezza della natura appassisce, e ha un certo suo fascino in questo morire. Ecco, questa melanconia si riscontra tra le righe di questo scritto e mi ha stretto davvero il cuore. È un commiato, bellissimo, ameno e bucolico, ma pur sempre un commiato.
Passando al piano introspettivo, come sempre il tuo tocco si sente, sia nello scritto che nel modo in cui riesce a presentare le introspezioni dei personaggi, la loro interiorità e il loro mondo. Riesci a far entrare il lettore nella loro mente con naturalezza, riesci a farlo essere loro e ne sei stata in grado anche in una storia così breve. Subito, noi siamo il protagonista, siamo il suo sentire, siamo il viaggio che percorre, i ricordi che rivive. Siamo lui e per questo possiamo sentire il suo struggimento, di nuovo questa malinconia portata dai ricordi di ciò che è stato, dalla consapevolezza di ciò che sarà. Ed è inutile dire quanto io adori tutto questo e il modo in cui tu sai rendere le introspezioni. Tanto di cappello a te e davvero complimenti per questa tua qualità che è cosa ben rara.
Altra cosa che salta subito all'occhio e che ho davvero adorato è la dualità della parola "miglio": essa indica sia l'unità di misura sia la spiga di grano, in questo duplice significato che si va a fondere e confondere nell'ultima frase, dove il miglio che il protagonista percorre con mano è quello della spiga di grano (in un'immagine davvero meravigliosa e suggestiva), ma anche quello della strada che sta percorrendo, che viene a essere la strada della vita. Un miglio che riesce a vedere e toccare e che è sia interiore che esterno. Siamo in un campo di grano, ma siamo anche in una strada che il protagonista sta percorrendo, così come l'ha vista percorrere tante volte anche a suo nonno, suo nonno che alla fine di quella strada c'è arrivato, mentre lui può solo immaginarne la destinazione. Ed, ecco, dunque di nuovo una dualità: la strada è sia quella di campagna che quella della vita, il cammino esistenziale che tutti ci troviamo a percorrere, miglio dopo miglio, conoscendone già la meta, ma non quello che c'è in mezzo.
E poi c'è la magia che il protagonista riesce a percepire con chiarezza intorno a sé. Quella magia che, quando siamo bambini, crediamo avvolga ogni cosa intorno, ogni aspetto dell'esistenza, e che in un luogo così ameno doveva sembrare ancora maggiore per i suoi occhi di bambino. Passeggiava con suo nonno e vedeva la magia intorno, la ritrovava nella primitività della natura, nelle spighe dorate del grano che oscillavano al vento, la ritrovava in ogni cosa e quel ricordo è ancora vivido in lui, così vivido che ancora può sentire quelle sensazioni, ancora può ritrovare quella magnificenza nei luoghi che lo circondano. Può ancora sentire quello stupore di fanciullo nel paesaggio intorno a lui, un paesaggio che ora guarda in maniera diversa, con occhi più conapevoli, da adulto. Ma sembra anche dire di non lasciar morire quella parte di sé che è bambina, perché nel lungo viaggio della vita si ha bisogno anche di quella, forse più di qualsiasi altra cosa. Il protagonista cammina tenendo per mano il sé bambino e la consapevolezza di dove il suo viaggio lo porterà, ma è sereno. Melanconico, ma sereno.
Una storia davvero struggente, questa, che riempie il cuore di quiete e trasporta nel ricordo, nel pensiero del futuro che si mischia al passato, in un presente che è sempre in divenire, in movimento.
Spero davvero di non essere andata troppo fuori strada con l'interpretazione di questo tuo scritto, che ho davvero amato moltissimo. L'ho letto per ben tre volte, solo per il piacere d'immergermici ancora. Hai creato delle immagini davvero evocative e suggestive e hai trasmesso tanto. Hai creato una piccolo, godibilissima, preziosa perla.
Un abbraccio e a presto :)

Recensore Master
02/10/20, ore 21:10
Cap. 3:

Interessante questa visione del mare e dei venti: una forza che vorrebbe essere placida, tranquilla, e altre che la sconvolgono in varie direzioni, rendendola inquieta. Di nuovo, un bel paragone con l'interiorità del protagonista.
Complimenti per un bel lavoro!

Recensore Master
25/09/20, ore 10:40
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio.

Incantevole! La criticità delle drabble sta nella loro breve lunghezza e non tutti riescono a esprimere un concetto così denso di poetico spessore in così poche righe: tu ci sei riuscita in pieno. Adoro questo genere di introspezioni, come tu riesca a cogliere e spiegare la meraviglia dello sguardo umano che si posa sulla natura, dando spessore alle memorie passate e la grandiosità del creato e del cuore umano, con le sue variegate sfaccettature. Un miglio: un percorso che nella sua interezza, passo dopo passo, racconta una storia bellissima!
Essendo una Drabble, mi prendo la licenza di leggere anche l'altra che hai consigliato, mi sembra il minimo.
Tea.

Recensore Master
20/09/20, ore 09:38
Cap. 2:

Interessante riflessione sul ciclo del cambiamento: qualcisa che decade per portare con sè una nuova creazione, rinnovamento. Ogni fine conduce a un inizio, nel mondo naturale come nella mente umana.
Altra bella drabble, complimenti!

Recensore Master
18/09/20, ore 22:44
Cap. 1:

La prima volta che scrivi drabble? Mi sembra decisamente un esperimento riuscito!
Hai reso molto bene la sensazione di libertà che la voce narrante trova nella natura, in un contesto che lo avvicina a ricordi familiari.
Complimenti davvero!

Recensore Veterano
02/09/20, ore 13:50
Cap. 2:

Ciao, tesoro, che bello tornare su questa raccolta!
Te lo avrò sicuramente detto, ma trovo che tu abbia avuto una gran bella idea nel confezionare questo prodotto che, devo ammetterlo, si presenta proprio come un gioiellino!
Continua il viaggio del nostro misterioso viandante, alla riscoperta di sensazioni e immagini, che colleziona come piccole perle su una collana, affidando ad ognuna di esse un significato profondo. Come per la prima drabble, sei stata in grado di dipingere in poche righe un'atmosfera molto evocativa pur nella sua semplicità e vaghezza. Potremmo essere ovunque, in effetti, in un luogo a noi vicino o remoto.
L'osservazione del naturale cadere dei fiori, mossi nel vento, porta il narratore, (e a grazie a lui, anche il lettore) a riflettere sulla vita e sulla sua precarietà. Tutto appare bellissimo e fragile, proprio come quei fiori, destinato a non durare, a decadere, che si tratti di cose o di persone. Tutto giunge prima o poi al suo culmine per poi intraprendere una lenta discesa verso il nulla da cui si è generato. Mi é piaciuto molto l'accostamento dei due significati di "decade", inteso come verbo, quindi come un moto irreversibile e inevitabile, sia come termine che indica un lasso di tempo ben preciso. Tempo e decadimento, due concetti strettamente legati, perche non ci sarebbe l'uno senza l'altro: il tempo é una forza contro la quale non si può lottare, contro cui si è destinati a soccombere e quindi a decadere.
La vita stessa é "intrappolata" in un eterno ritorno, e infatti, una volta che il fiore ha compiuto il suo compito, cadendo sul terreno, ecco che da quel nulla può rigenerarsi la vita, sotto una nuova forma, affinché il ciclo riprenda.
La natura e il suo ritmo hanno sempre esercitato su di me un grande fascino e trovo che con queste parole, che saranno anche poche, ma sono scelte con grande cura e precisione, tu sia riuscita a restituire questo fascino e questa profondità che spesso non cogliamo, distratti da altro.
Complimenti davvero per lo splendido lavoro! A prestissimo ❤

Zob

Recensore Master
24/08/20, ore 11:04
Cap. 4:

Sono passata a recensire anche questa, perchè mi ha attratta moltissimo il titolo: "subito" è un qualcosa nel quale mi rispecchio moltissimo, io che sono l'impazienza fatta persona, e difatti mi sono rivista moltissimo nel tuo protagonista. Proprio come lui anche io ho spesso subito la volontà di chi era più forte di me; desiderando liberarmente, come sta facendo lui con questa nuova partenza, pronto a lasciare indietro, se non ho inteso male, una parte di se stesso.
Il legame fra il protagonista e il mare si avverte in ogni drabble e l'ho trovata una cosa bellissima e poetica: il termine che usi, sovrasta, secondo me è adattissimo ed esprime perfettamente la sensazione che si prova di fronte a questa distesa d'acqua così vasta e sconcertante. Ci si può lasciare annientare o si può scegliere di affrontarlo, mostrandosi più forti di lui, come sceglie di fare il protagonista, ben fiero di ribadire che questa volta la scelta è sua: ed è questo secondo me a fare la differenza. Forse starò esagerando ma ho trovato in questa immagine quel pathos degli eroi greci e di quelli romantici (Il viandante sul mare di nebbia, appunto.)
C'è poi un piccolo particolare che ho apprezzato moltissimo, ossia il fatto che il protagonista comunque non è da solo, ma ha il sostegno e l'approvazione dei suoi legami più stretti: trovo non sia affatto una cosa scontata e non c'è nulla che riesca a dare più forza alle persone della fiducia riposta in loro.

Ottimo lavoro anche qui, cara, e grazie per le riflessioni che mi hai portata a fare <3
alla prossima *^*
un bacio,

Benni

Recensore Master
24/08/20, ore 10:51
Cap. 2:

Omonima ciauuuu! Che bello poter a leggerti *_*. Spero che l'estate sia andata bene <3

Riprendo con piacere questa raccolta: non ricordo se te lo dissi, ma le drabble hanno da sempre un posto speciale nel mio cuore. Adoro chi riesce a trasmettere tante emozioni con un numero tanto esiguo di parole a disposizione.
La prima frase di questo secondo capitolo mi ha messo i brividi: l'ho interpretata come segno di chi oramai tarda a lasciarsi stupire dalla vita, perchè avanti con gli anni, amaro e disilluso.
Il protagonista sembra sapere che c'è questo rischio e difatti pare in lotta con se stesso per preservare uno sguardo sulle cose che rimanga pieno di meraviglia nonostante lo scorrere del tempo.
Nella parte finale ci ricordi però che a volte la decadenza (bellissimo il gioco di parole tra questo termine e decade inteso come dieci anni) è un qualcosa di necessario per poter ricominciare da capo, per avere un nuovo sguardo, è necessario affinchè la terra ritorni a fiorire. Un punto di vista veramente interessante che mi è piaciuto moltissimo leggere ^O^

Bravissima, come sempre <3
ti abbraccio,

tua omonima Benni

Recensore Master
23/08/20, ore 20:42
Cap. 1:

Ed eccomi qui per lo scambio del giardino.
Una raccolta di drabble tutte collegate tra loro, con un unico tema: il viaggio verso un unico post chiamato Miglio, il perché non ci è dato saperlo l'unica cosa che sappiamo è che questo viaggio deve essere fatto e chissà forse alla fine di tutto queste persone si incontreranno alla loro meta e solo allora scopriremo il vero motivo.
Lo stile è scorrevole con un tono assai poetico e anche a tratti malinconico, ma davvero bello che ci sta tutto ** non ho notato errori grammaticali o di battitura quindi perfetto.
Ti faccio i miei più sinceri conplimenti, continua così e alla prossima ciaoo.

Recensore Master
19/08/20, ore 12:59
Cap. 1:

Ho deciso di approfittare del mio momento libero per fare un salto anche qui e affrontare anche questa piccola raccolta di drabble.

Per me sono uno scoglio particolare le drabble, perché ho sempre troppo da dire, troppo da raccontare, troppo da descrivere e rendere tutto in poche parole è una sfida che ancora non mi sono sentita di affrontare (e non credo la affronterò mai). Per cui provo sempre profonda stima per chi riesce a utilizzare questo espediente narrativo riuscendo a comunicare tutto quello che deve comunicare.

In questo primo "capitolo" mi sono sentita catapultata in un posto di cui ho letto in molti libri di letteratura italiana di carattere "bucolico" (ad esempio mi vengono in mente "Fontamara", di Ignazio Silone o - per citarne uno più recente - "Io non ho paura" di Niccolò Ammaniti), in cui la prima descrizione grafica che abbiamo è quella del cielo (che sia azzurro o pieno di nuvole, poco importa) e del giallo del grano, nei cui campi i protagonisti si muovono.

Credo che il punto di forza di questa drabble sia proprio l'immagine forte e potente che ci regala, di un campo che il viandante ha percorso tante volte da bambino con il nonno; mi è piaciuto molto l'utilizzo della parola "miglio" per indicare la distanza e per indicare il grano.

C'è quasi qualcosa di poetico.

Nei prossimi giorni cercherò di leggere anche le altre drabble (sempre che la vita non mi risucchi di nuovo e sparisca per un altro paio di mesi).
Complimenti e a presto.

Saeko

Recensore Master
15/08/20, ore 18:12
Cap. 7:

Buon pomeriggio e sereno ferragosto.
Grazie per aver valorizzato, tramite questo testo brevissimo ma importante, la lettura e i libri, importanti per la conoscenza e la conservazione del sapere ^^

Recensore Master
08/07/20, ore 09:11
Cap. 6:

Buongiorno.
E' stato un capitoletto particolarmente interessante perché ho letto tutto immedesimandomi con la narrazione; una narrazione che è una rilassante fusione con il mondo circostante, all'improvviso la materia e la vita invadono ogni cosa, sono sopravvento.
E sono un tutt'uno, animo e materia, oggetto e persona, cuore e... piombo di questa pesantissima ancora.