Recensioni per
Una scatola color carta da zucchero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 123 recensioni.
Positive : 123
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/02/22, ore 03:22

Questo capitolo è la degna conclusione di una storia che ci ha conquistato, senza mai perdere di interesse neanche per un istante. E proprio perché è un racconto così coeso, così equilibrato, così perfettamente conchiuso, è difficile congedarsene.
Ho espresso altre volte l'opinione che un certo tipo di personaggi, per le loro caratteristiche, abbiano la forza e la capacità di vivere di vita propria, nell'immaginazione e nel cuore di chi li ama, in modo più persistente, più tenace, più potente dell'intenzione stessa di chi li ha creati. Per questo possono rinascere vivi e veri ogni volta che chi li ama riesce ad evocarli. E tutte le volte è una magia.
Il modo in cui questo racconto "ristruttura" il missing moment successivo alle lacrime di André ed alle parole "Oscar ti prego non ti sposare" (uno dei più amati e dei più fortemente ispiranti) è di quelli che lasciano il segno grazie ad una sobrietà che si fa emozione pura e che non ha bisogno di forzare o di aggiungere nulla alla scarna essenzialità di ciò che potrebbe, del tutto verosimilmente, essere accaduto.
Tutto il racconto in generale non ha mai bisogno bisogno di caricare o di forzare le situazioni per essere emozionante. Che non è una cosa comune. Tutto il racconto esalta inoltre due delle caratteristiche fondamentali della storia originale, cioè da un lato dà voce al "non detto", vera cifra dell'anime, decodificando i pensieri più intimi dei protagonisti, mentre dall'altro non toglie spazio all' evocazione ed all'allusione. Alla reticenza.
Lo scontro che vede misurarsi in campo aperto due grandi strateghi, che si temono proprio perché si rispettano reciprocamente, è spettacolare. La manovra vincente e la stoccata finale “Padre, in più di trent’anni l’ultima cosa di cui vi siete occupato è stata la mia vita personale. Che cosa ho fatto, che cosa ho provato, se ho conosciuto l’amore… questi argomenti fanno arrossire me come figlia e, credo, anche voi come padre. Lasciate stare la mia vita privata come avete sempre fatto. La mia vita pubblica sarà al comando dei soldati della Guardia, come vuole la nostra Regina, e al servizio della Francia.” sono senza prezzo.
Un'autentica perla è poi la sosta al laghetto, il luogo mitico in cui tutto ha avuto inizio. Un cerchio che si chiude.
Nello stesso modo chiude il cerchio l'accenno, ricco di sottintesi, al nuovo utilizzo che avrà la scatola color carta da zucchero, poiché davvero certe cose non finiscono, ma semplicemente si evolvono.
La ritrovata "leggerezza" dei loro gesti e del loro modo di rapportarsi reciprocamente, è ammaliante.
E se tutto questo non bastasse ancora e nell'improbabile ipotesi che il lettore non avesse ancora deposto le armi e non avesse abbassato il ponte levatoio, dovrebbe capitolare comunque di fronte ad una chiusura che, con una delicatezza non comune, tratteggia per noi l'incanto di ciò che tanto più efficacemente possiamo esprimere quanto più riusciamo ad osservarlo in scorcio.
Difficile da eguagliare. Indimenticabile.
Grazie.
Complimenti a Galla! Ho molto apprezzato.
Octave
(Recensione modificata il 05/02/2022 - 10:16 am)

Nuovo recensore
05/02/22, ore 00:02

Wow, che bella questa tua rivisitazione dell'episodio cruciale dell'anime! L'ho letta appassionandomi capitolo dopo capitolo, ho apprezzato il modo con cui hai reso i caratteri dei nostri beniamini, fedeli all'originale, con una ricca profondità interiore. Ci hai dato modo di vedere il percorso con cui Oscar giunge alla consapevolezza di amare il compagno-amico di una vita: la sua mancanza la fa riflettere e le fa scoprire il reale sentimento che la lega a lui, ed è proprio bella questa Oscar di quest'ultimo capitolo, così volitiva e determinata nel reclamare per sé l'uomo che ama. Anche nel tratteggiare Andrè sei stata insuperabile per come sei riuscita ad eliminare quella fase di abbruttimento alcolico post strappo, facendogli fare un percorso diverso, sicuramente più 'sobrio' 😉, ma da cui viene fuori un uomo profondamente pentito del gesto inconsulto compiuto, ma dal carattere solido, determinato a superare quel momento di fragilità e a dimostrare di saper rimanere fedele al suo sentimento, pur limiti imposti dal suo rango, così che gli riesce difficile interpretare gli indizi di un cambiamento in Oscar nei suoi riguardi, anche se decide di godersi quei momenti di 'armonia assoluta ' senza porsi tante domande. E poi quel dono con i profumi della Normandia... È un vero peccato che questa tua narrazione sia giunta a conclusione, mi ha fatto trascorrere delle ore piacevoli, mi auguro che tornerai presto a deliziarci con qualche nuovo scritto. Intanto ancora complimenti.

Recensore Veterano
04/02/22, ore 23:29

Oh, Settembre! Mi hai inondata di mille emozioni che non riesco neanche a descrivere! Un finale che scioglie il cuore e lascia sensazioni meravigliose.
Un capitolo dove entrambi sprigionano una dolcezza immensa che non ho potuto fare a meno di leggere con un sorriso stampato in faccia e gli occhi a cuoricino 😍
Ho capito solo all’ultima riga che la storia era conclusa davvero e come ho già scritto nella precedente recensione, mi mancherà tanto. Davvero tanto!!
Grazie davvero
(Recensione modificata il 04/02/2022 - 11:33 pm)

Recensore Veterano
04/02/22, ore 23:11

Mia Carissima Settembre,
Con questo finale così romantico mi hai fatto “sciogliere” (come il gelato di Oscar al Cafe’ Procope) dall’inizio alla fine! Davvero, non c’è stato un momento in cui non abbia sospirato!
Bellissima la 'battaglia' iniziale, in punta di fioretto, nello studio del Generalissimo che, da militare rodato qual è, pensa sempre in maniera tattica e strategica; ma la figlia, sua degna erede, non è da meno e non gli risparmia un colpo (magari avessero tutto questo fuoco anche i suoi sottoposti!).
Il Generale e la Nonna non sono per niente stupidi, hanno intuito più di quello che danno normalmente a vedere ("non suonava il pianoforte da un mese!"), ma, a un certo punto, non possono fare altro che rassegnarsi e...meno male!
Oscar e Andre’ trascorrono insieme una giornata stupenda in ogni suo momento: lei, per la prima volta, lo interroga esplicitamente sui suoi desideri (come se dovesse chiedere!). “Hai voglia di venire a Parigi con me?””Portami al Cafe’ Procope a mangiare un gelato”!
Al Cafe’ Procope sembrano già una coppia di fidanzati durante una delle loro uscite…davvero deliziosi!
Così come è stupenda la loro sosta vicino al laghetto, dove Oscar “riposa gli occhi”, ma Andre’, oltre a raccontare della Normandia, parla anche dei suoi problemi all'occhio destro, credendo di non essere ascoltato (e sembra già saper gestire la situazione: che sollievo per noi e per Oscar!).
Magnifiche e azzeccatissime le metafore del libro 'poco interessante' (povero Giro'!) e del volo dell’ape sulla corolla del fiore. E vogliamo parlare poi della cassetta di champagne (un richiamo implicito ai tappi di sughero?) contenete la loro Normandia? Che gesto romantico! E che bella idea trasferire il tutto nella famosa scatola color carta da zucchero!
Ma adesso non c’è tempo, e i nostri si sono finalmente dichiarati e questa nuova vita insieme deve essere assaporata subito, come la più succosa e irresistibile delle mele! Il loro bacio e le reciproche carezze non sono altro che il preludio, divinamente narrato, della loro prima e indimenticabile notte insieme.
Non potevi regalarci un finale migliore, davvero! Anche se sono già consapevole del fatto che questa storia mi mancherà terribilmente.
Il disegno non è altro che un ornamento a un’opera che era già magnifica di suo. Perciò sono io a essere onoratissima di aver potuto contribuire, seppur in minima parte, a questo capolavoro!
Grazie per questo splendido viaggio e un buonissimo weekend, carissima. 
Un caloroso abbraccio, tua G.

Recensore Master
04/02/22, ore 22:50

Cara Settembre, dimmi la verità: tu hai intinto la tua penna nel calamaio di una fata, che ti ha regalato l’inchiostro magico, affinché tu potessi dare vita a storie belle, bellissime come quella che ci hai appena donato.
Tutto è magnificamente tratteggiato con abilità, sensibilità e maestria: ogni istante, ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola, ogni più piccola sensazione è stata ricamata a fili d’oro sui nostri amati personaggi, che tu hai reso così veri da sembrare di poterli vedere in carne ed ossa sul palcoscenico che tu hai approntato per loro.
Il tuo marchio di fabbrica è la capacità di scandire il tempo, dandogli un significato pieno e sempre coinvolgente, perché coinvolti risultano i personaggi che al tempo chiedono aiuto, per avere la possibilità di percepirsi nel profondo, di parlarsi, anche con i loro lunghissimi silenzi, di sentirsi al fine di ritrovarsi.
Avevamo lasciato André piangente e una Oscar che ascolta il tormento di quell’uomo al quale vuole bene, tanto bene. Lo ha vegliato durante la notte, restandogli vicina come ricordava di aver fatto solo da bambini. Ma doveva, perché voleva che lui la sentisse vicina. Poi interessante il colloquio con il Generale, con il quale ha ingaggiato una lotta, dove entrambi hanno sfoderato ognuno le proprie tattiche e strategie. Nessuno dei due vuole darla vinta all’altro e, purtroppo, il Generale deve comprendere quanto sia orgoglioso di quella donna che lui ha voluto esattamente come è diventata, forte e volitiva, che non si arresta di fronte a nulla, perseguendo uno scopo, il suo scopo, che lui ha già compreso che sia una persona in particolare e che, proprio lui, le ha affiancato sin dalla più tenera età. Poi la giornata trascorre e anche il loro rapportarsi l’una con l’latro si sta evolvendo: intrigante il loro pomeriggio al Cafè Procope, con lei che lo osserva di sottecchi leggere il giornale, prolungando il tempo per restare insieme ancora un poco. Poi la deviazione al loro boschetto, non prima di essere passati in Caserma, dove Oscar aveva da espletare dei compiti, che però si è tenuta dentro fino al momento opportuno per svelarli anche a lui, ma ancora non è venuto il momento, ora vuole godere del loro essere tornati in quella particolare sintonia che li ha da sempre contraddistinti. Siamo passati un attimo anche dalla Nonna, la quale ha voluto mettere nuovamente sull’attenti André, perché anche lei aveva sentito Oscar che era tornata a suonare il suo pianoforte, il quale parlava e le note si trasformavano in parole che componevano un nome ben preciso, il suo.
Poi la sera è arrivata e si ritrovano nella stanza di Oscar, con André che ha qualche perplessità ad entrarvi, ricordando quanto era accaduto troppo poco tempo prima, ma ha un dono per la sua Oscar: le ha portato la Normandia, quella loro, quella che le ha raccontato quando si erano appartati al laghetto, quella che li ha visti ragazzi felici e sempre insieme a godere della reciproca vicinanza.
Oscar intanto svela di aver scoperto del suo arruolamento e non vuole che lui sacrifichi ancora altro della sua vita per lei, bensì vuole condividere la vita con lui, perché non vuole che lui possa lasciarla, mai. Ha scoperto di amarlo profondamente e forse lo ha sempre amato, tanto da non ricordare nemmeno più il sentimento che aveva provato per Fersen, che si è sciolto come neve al sole.
La scatola color carta da zucchero è in bella vista con il coperchio che mostra il contenuto, sbirciato da André, che resta impietrito di fronte a quell’oggetto che tanto dolore ricorda ad ambedue. Non è più tempo per il dolore, una nuova stagione si sta approssimando per loro, entrambi l’hanno sentita arrivare e come un vento impetuoso li ha ammantati di sé. La maschera può bruciare nelle fiamme del camino, mentre un altro fuoco può prendere vita: quello che li sta avvolgendo di un calore crescente, come tutte le emozioni e le sensazioni che stanno per provare, partite da un bacio lento e delicato per poi trasformarsi in passione incontenibile, che tu sei stata bravissima a raccontarci, con quel crescendo di gesti e tocchi sempre più frementi, fino a quando le mani di ognuno hanno raccolto la guancia dell’altro in una carezza che significa appartenenza dell’uno nei confronti dell’altra, come era sempre stato e sempre sarebbe stato.
Sono rimasta letteralmente affascinata dal tocco sapientemente complesso che sei stata in grado di rivelare in questo racconto, che mi ha emozionato dal principio alla fine, con tutte le immagini di loro che hai saputo regalarci e delle quali comincio già a sentire la mancanza. Non vorrai mica lasciarci a lungo orfani dei tuoi scritti?
Spero di poterti rileggere prossimamente e farmi catturare ancora dalle atmosfere che sai creare.
Complimenti vivissimi. Complimenti che estendo a Galla per il suo lavoro pittorico che ha reso visibile quello che la mente sognava. Grazie quindi anche a lei e un caro saluto a tutte e due. A presto!
(Recensione modificata il 05/02/2022 - 03:49 pm)

Recensore Junior
04/02/22, ore 21:06

E così con l'ottavo capitolo si conclude anche questa ff...
Quello che voglio: Andrè ...Mi sembra così evidente....La nostra Oscar alla fine ha dovuto percorrere un lungo sentiero irto di contraddizioni con se stessa, per prima cosa, la sua educazione, senza mai porsi delle domande su Andrè ed il suo ruolo, dandolo sempre per scontato...Un lungo percorso che è partito da se stessa per poi ritrovarsi e capire che ciò che le mancava l'aveva sempre avuto...

Recensore Veterano
04/02/22, ore 19:03

Ed eccoci qui..termina questa storia meravigliosa. E il pensiero di non dover attendere un nuovo aggiornamento mi intristisce. Tuttavia, ecco, questo finale è così perfetto che non poteva essere altrimenti... doveva finire così.
Quel descrivere tutto d'un fiato la loro unione, come un nastro che si riavvolge ancora prima di essere sciolto, per portarci al punto più importante, cioè quella carezza reciproca.... è pura maestria. La fine della narrazione ma l'inizio di una nuova fase della storia.
Devo confessarti, però, di essermi emozionata già a quel meraviglioso "Ciao", reciproco e silenzioso...
Poi: Oscar che supera, da buon allieva, il suo maestro, la dolcezza di lei, l'uscita al café come una coppia qualunque, gli sguardi reciproci, la Normandia in dono in quella cassetta, il bruciare la maschera come ultima elaborazione dei ricordi e delle presunte colpe di lei aggiungono incredibile bellezza a questo ultimo atto. E a tutta la storia.
Non ti ripeterò ciò che penso dell'intera ff e del tuo stile, sarei ripetitiva ... Ti dico solo infiniti complimenti per questa meraviglia. E spero di leggerti ancora presto!
Un abbraccio e grazie per aver condiviso questa storia stupenda, che mi ha tenuto compagnia in questi mesi.
F.

Recensore Master
04/02/22, ore 18:34

Una giornata intera che corona il loro amore, dopo chiarimenti dovuti.

Recensore Master
04/02/22, ore 17:39

Ma quante volte succede, davvero, nella realtà, di leggere l'ultima riga di una storia e di esclamare, sconcertati:"NOOOO! Finita! E adesso?".
E adesso, cara Sett., che facciamo??? Ci lasci orfani così?
Questo finale, strepitoso, dove Oscar e André sono Oscar e André all'ennesima potenza, mi ha commossa, emozionata, e strappato l'applauso per l'assoluta misura e padronanza dello stile, attraverso il quale si vede tutto il tuo entusiasmo e l'amore per questi personaggi.
Inizi con un magnifico duello verbale fra Oscar e il padre, in cui l'allieva ritorce contro il maestro le sue stesse armi, come Nerone nell'ultima battaglia di parole con ll suo antico maestro. Ma Oscar, che pure sa bene che la mitezza del padre nasconde altro (diffidare sempre della tigre, quando si mostra mansueta), si allontana da vincitrice clemente, "ché perdonar è bel vincer di guerra", e attua il suo proposito.
Liquidato Girodelle (fantastica la similitudine con la lettura del libro poco gradito: sembro io alle prese col Bianchi Bandinelli dedicato all'arte greca), ecco cominciare la vera vita, quella che Oscar vuole e che assapora, a cominciare dal pomeriggio letteralmente assaporato nientemeno che a un tavolo del mitico Caffé Procope, sorbendo gelato e caffé, amabilmente corretta e informata da André, che, con il suo garbo impagabile, le ricorda come sarà difficile vedere all'opera les philosophes che affollano notoriamente il locale, giacché di giorno la gente comune lavora.
Ma soprattutto, grazie per il finale, per quel lungo periodo che corre tutto d'un fiato, come tutto d'un fiato lo leggiamo noi, pieni di emozione, a mostrarci i gesti del loro amore impaziente - perché quando decidi che vuoi passare tutta la tua vita con una persona, come diceva qualcuno, vuoi che il resto della tua vita cominci il prima possibile - a ritroso fino a quel gesto, di una intimità e di una dolcezza che fanno traboccare il cuore, e che resta nella nostra memoria, come se quella carezza sulla guancia l'avessimo ricevuta noi.
Grazie, grazie davvero: e grazie a Galla88 per la fan art meravigliosa che completa ed esalta il tuo meraviglioso lavoro.
Con entusiastica ammirazione,
D

Nuovo recensore
28/01/22, ore 21:20

Carisima Settembre la tua è una delle storie che preferisco, letta tutta d'un fiato, non vedo l'ora di potere leggere altri capitoli.

Recensore Master
24/01/22, ore 20:56

Ciao settembre 17 e prima di ogni altra cosa: complimenti!
Devi sapere che questa storia mi è stata consigliata dalla cara Etienne e non sai quanto sia contenta lo abbia fatto, ho praticamente divorato i tuoi capitoli e ci sono riuscita nel pieno di un delirante weekend tanto ero presa!
A quanto pare sono giunta per un pelo, ma, ripeto, sono proprio contenta di averlo fatto. Questa storia è praticamente una carezza alle corde del cuore del lettore e a quelle dei nostri, naturalmente. Hai uno stile meravigliosamente delicato ed elegante e mi è piaciuta la cura per i dettagli che hai avuto: sei riuscita ad accostarti alla linea originale e l'hai oltrepassata con dolcezza e decisione, rendendo questo distacco tra Oscar e André non solo necessario ma anche plausibile. Mi piacciono molto questi Oscar e André più implicitamente consapevoli e al contempo così fedeli a sé stessi e ho amato il peso simbolico che hai dato alle due scatole, con un occhio particolare a quella color carta da zucchero. Qui l'introspezione è non solo fondamentale, è splendida e mi è molto piaciuto questo viaggio, veicolato dagli oggetti o da parti di essi (vedi i tappi di bottiglia), tra i ricordi di Oscar. Altra cosa che ho apprezzato è il modo in cui hai caratterizzato i tuoi OC: Leonie è una ventata di allegria e spontaneità, imperfetta e vera; Honorine è invece così caparbia e determinata da incarnare perfettamente il tipo di classe a cui appartiene e adoro il modo disinteressato con cui entrambe si rapportano ad André (cosa per nulla scontata vista la strage di cuori che Grandier ha lasciato dietro sé per generazioni). Mi ha colpita anche Jaques (o Jaquerelle? Io rido ancora, sappilo), hai sollevato attraverso lui una questione lasciata di solito in ombra: com'è giustificata e vista dall'esterno la perdita da lui subita? La chiave di lettura da te prescelta è realistica e dolorosa e ho gradito tantissimo la reazione di Oscar.
Altra cosa, Girodelle che crede di aver capito tutto è incredibilmente sé stesso e un po' provo pena per lui, un po' mi vien da ridere (no, non ho mai tifato per lui :D).
Aggiungo altri complimenti per le descrizioni e la cura: che si tratti della sala al Café Procope o della inestimabile forcina o, ancora, delle mani - che per Oscar sono il principio di riflessione effettiva, secondo me - è tutto strutturato al meglio e denso di dettagli che restano impressi e conquistano con tutte le sensazioni che portano con sé. In sostanza, sebbene forse non ne abbia diritto essendo giunta da poco, ti esorto a continuare: bravissima!
Alla prossima,
A.
P.S. ti prego non prendermi per una rimbambita - quale sono, in effetti - ma in pratica ero convinta di aver recensito questo capitolo e invece era il primo, così ho spostato la recensione...scusa per la notifica! (che figuraccia!)

Recensore Junior
23/01/22, ore 23:06

Cara Settembre,
Non mi ripeterò su tutto ciò che impreziosisce e lascia il segno nel tuo scrivere di Oscar e Andre’. È così limpido e dirompente che non può non essere colto ed apprezzato dai tuoi lettori che sviscerano ed arricchiscono ogni tuo capitolo.
Ti lascio solo il mio personale sentire su quello che, sia nell’anime e forse ancora di più nel manga, è il vero e assoluto dolore di Andre’ ovvero perdere la sua Oscar. Perché finché Oscar non fosse stata di nessuno, sarebbe rimasto intatto il loro legame. Compagno di giochi, amico, attendente, soldato: non sarebbe importato ne’ il ruolo ne’ la vicinanza. Lui ci sarebbe stato e l’avrebbe protetta, sempre. Ma la proposta di matrimonio di Girodelle accettata dal generale è il cappio che l’avrebbe resa subalterna alla volontà di un marito che avrebbe potuto e dovuto piegare la sua. Nella storia originale Oscar si ribella in maniera istintiva e viscerale a questa prospettiva eppure neanche le lacrime e le parole di Andre’ semi incoscientemente hanno la forza di far uscire allo scoperto quello che prova per lui. Ma la tua Oscar è quella che tutti avremmo voluto vedere: una donna che ha avuto il coraggio di leggersi dentro, di scavare nel suo passato e nei momenti che nel bene e nel male hanno segnato la sua vita. Una donna finalmente consapevole della grandezza dell’uomo che è tornato per lei senza aspettarsi nulla in cambio e la cui presenza le è ormai diventata indispensabile. È vero, non si sono parlati, ma il pensiero, lo sguardo, la musica lo hanno fatto per loro.
E ora aspetto l’incontro di queste sue anime alla ricerca dell’assoluto e dell’infinito.

Recensore Master
22/01/22, ore 18:21

Bello davvero questo capitolo.
Mi è piaciuto molto. La descrizione che ci regali di André, fa battere il cuore.
Possiamo vedere anche una Oscar innamorata, con dei palpiti che forse non ha mai provato neanche per Fersen.
Povero André che botta la notizia del matrimonio con Girodelle, proprio il giorno in cui lui si è arruolato!!!
Povero caro....

Recensore Master
22/01/22, ore 13:49

Carissima Settembre, volendo condensare pensieri e parole, relative a questo tuo capitolo, si potrebbe solo dire che è stupendo, dove l’armonia della tua scrittura ha disegnato i vari momenti della giornata del ritorno di André a Palazzo Jarjayes, di ritorno, consapevole di ciò che vuole, da lei e niente altri che lei.
Perfetta la scansione della giornata, di cui tu sei maestra, che ci ha dato la dimensione del sentimento di attesa che stava diventando veramente devastante per Oscar, la quale non appena ha udito degli zoccoli approssimarsi, ha pensato che potesse essere solo lui. Tutto si è annullato intorno e dentro di lei per lasciare il posto al solo pensiero per lui. Lui che era finalmente tornato e avrebbe con la sua presenza colmato quel vuoto che era venuto a crearsi dentro di lei.
Girodelle, parla, parla ma lei non lo ascolta: è persa e attratta dalle movenze sempre eleganti e quanto mai conosciute e amate di quell’uomo che da lei sembra essere tornato. Bellissime le riflessioni che la rimandano ai suoi gesti, al sorriso che sorge contemporaneo sulle labbra di entrambi, mentre André sta accarezzando il suo cavallo. Nulla sembra avere importanza, mentre Girodelle sta facendo un’ode a se stesso e ascolta solo il suono della sua voce, non accorgendosi che lo sguardo languido che ha visto negli occhi di Oscar non è destinato a lui. Poi lei lo congeda, con la sua solita cortesia, perché sente impellente l’esigenza di poterlo incontrare, ma sembra anche che il Destino abbia previsto altro per loro, che si rincorreranno per tutta la giornata, fra alterni pensieri di uno e dell’altro, e con diversi incontri dai quali scaturirà il futuro di entrambi.
Sempre d’impatto Leonie che è felicissima di poterlo ritrovare e potergli raccontare, senza fronzoli e veli, ciò che in quel mese le è accaduto di bello: lei si è innamorata di uno che “le fa sangue” e André giurerebbe di non averla mai vista così presa da un uomo. Sempre interessanti le riflessioni di questa donna del popolo che sa cosa vuole e ... se lo prende. Ha incontrato casualmente un uomo, il cui nome è Alain, che è un soldato della guardia metropolitana, proprio dove Oscar prenderà il comando. André ha già un piano in mente e l’occasione è facilitata dall’incontro che avrà con questo Alain, grazie a Leonie. Intanto Andrè di ritorno dalla Normandia, ha fatto un perfetto resoconto dell’amministrazione parlando della figlia del defunto amministratore che ha portato egregiamente avanti il suo lavoro. Ma qui il Generale si arrampica sugli specchi quando trova in Mademoiselle Mabeuf solo una donna non in grado di portare avanti un compito da uomo, accorgendosi di quello che stava dicendo e sentendosi quasi redarguito da André che ha fatto notare che ci siano donne che fanno egregiamente, e forse anche meglio, lavori da uomini, e proprio lui dovrebbe tenere in conto un simile fatto avendo cresciuto una donna per svolgere compiti maschili. Oscar ha ascoltato non vista e il suo cuore ha cominciato a volare. Lui la capisce, lui l’ha sempre apprezzata, lui la ama, e si vede da come prende le sue difese, mostrandosi deciso e per nulla intimorito da suo padre. Quanto vorrebbe poter avere un abboccamento con lui, invece l’unica cosa che riescono ad avere per loro è quello sguardo scambiato sullo scalone, che ben ricorda un altro momento della loro vita insieme.
Le ore passano e Oscar lo cerca insistentemente, si dirige persino nelle sue stanze ma anche lì lui non c’è. Ma c’è il ricordo di lui disteso ferito sul letto, con lei che lo ha assistito, e nel mentre sogna cosa avrebbe voluto fare in quel frangente.
Poi il colloquio serale fra il generale e André, dove vengono prese delle decisioni importanti, mentre Oscar suona il pianoforte per fargli sentire che lei aspetta, che suo padre sta rubando del tempo che è solo suo, che deve essere a lei dedicato, perché André è solo suo, e lo vuole ardentemente.
André esce sconvolto dal colloquio con il generale, con il cuore a pezzi e i suoi sogni definitivamente infranti contro un muro dove tutto era già stato deciso, e quando Oscar, a notte fonda, si affaccia alla cucina, lo trova piangente con il capo riverso sul tavolo e ode quella che sembra essere una preghiera relativa al fatto che lei non si sposi.
Sei stata meravigliosa nel saper descrivere le scene, che ho potuto raffigurarmi nella mente, con una nitidezza quasi fosse una fotografia scattata nei diversi momenti della giornata, iniziata con delle speranze e terminata con un dolore che si è palesato agli occhi e alle orecchie di Oscar.
Veramente bravissima! Peccato si sia arrivati quasi al termine di questo racconto che avrei desiderato si protraesse ancora per molto, completamente catturata dalla tua abilità di intessere e intrecciare fili della storia canonica con la tua delicata fantasia.
Come altri mi sa che sono diventata anche io Settembre-dipendente.
Un abbraccio e un ringraziamento per queste emozioni che regali.

Recensore Veterano
22/01/22, ore 12:32

È difficile lasciare una recensione senza rischiare di ripetersi dopo tutto ciò che è stato già detto, ma correrò il rischio…. Un capitolo meraviglioso! Ho adorato enormemente i riferimenti all’originale anche se collocati in contesti diversi con significati diversi.
Un capitolo dolcissimo ma anche pieno di tensione emotiva inespressa che emerge attraverso canali alternativi: la disperata suonata di Oscar che fa uscire fuori i suoi sentimenti guardando la maschera e immaginando quello che vorrebbe accadesse nella realtà è davvero d’impatto e poetica allo stesso tempo.
L’incontro sulla scala dove, in realtà, il silenzio urla tante cose non dette!
E poi… Ah, quanto ho immaginato anch’io che nella stanza di Andrè, dopo il ferimento, le cose fossero andate in modo diverso. Magari proprio come ha immaginato Oscar!
Potrei andare avanti all’infinito, sei stata bravissima!
L’unica cosa che mi preoccupa è che la storia sta per terminare in un momento critico e non vedo margine di tempo per far sì che tutto cambi e si concluda per il meglio.
Mi mancherà questa ff!
Buon weekend!
(Recensione modificata il 22/01/2022 - 12:35 pm)