Recensioni per
Una scatola color carta da zucchero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 123 recensioni.
Positive : 123
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/12/21, ore 21:54
Cap. 3:

"Ovunque il guardo io giro, immenso Andrè ti vedo": parafrasando quel Tizio di Tagaste, ecco la situazione poco gradevole in cui so trova Oscar: vorrebbe consultare una mappa di Parigi, ma le viene ricordato che chi conosce la città come le sue tasche è Andrè; entra al caffè Procope, e si ricorda che Andrè lo frequenta; si parla di venti nuovi che spirano sulla Francia, e l'immagine che le viene alla memoria è Andrè che legge Rousseau e la porta a una strana riunione in una chiesa sconsacrata....bella l'inversione dei ruoli canonici: ora è lui a essersene andato alla villa in Normandia. Ci dirai, vero, che cosa c'è nelle due scatole? A presto, e grazie per la tua scrittura misurata e sempre sorvegliatissima, D.

Recensore Junior
04/12/21, ore 21:42
Cap. 3:

Ciao Settembre17
mi è piaciuto questo tuo terzo capitolo per svariati motivi ma questa è solo la mia chiave di lettura ...
Primo: ora siamo al dunque Oscar ed Andrè a confronto; il primo capitolo lo hai osservato dal punto di vista di Oscar, il secondo dal punto di vista di Andrè ed ora siamo al dunque alla loro confronto/ separazione ( anche se credo solo momentanea)
Secondo: Andrè come Oscar vicini e lontani come non mai...Oscar che continua ripetersi che lui la ama....questa litania nella sua testa le fa capire altre cose....Lo stesso atteggiamento di Oscar cambia, non è arrabbiata con Andrè, non prova rancora, ma un'infinita tristezza...Oscar al Cafè Procope dove incontra Jacques, l'attendente di Girodelle, lo saluta e se ne va ed una volta salita a cavallo che nome pronuncia (And..) Il pronunciare il nome di Fersen non le arreca alcuna emozione....
Terzo...Andrè che da fedele attendente obbedisce agli ordini di Oscar senza batter ciglio e fare domande, Andrè che se ne va in Normandia ...Non si sa ancora perchè il Generale lo abbia spedito li....L'amicizia che lega Andrè a Leonie...
Quarto: l'aspetto che mi è piaciuto di più di questo capitolo, sento meno tensione tra i nostri beneamati Oscar ed Andrè, meno peso sopratutto per Andrè meno senso di colpa, una tristezza infinta di Oscar che sembra abbia placato il suo spirito guerriero
Spero di leggerne il seguito il prima possibile mi scuso per la lunghezza di queste mie riflessioni ma ho trovato doveroso scriverle in quanto reputo non solo per il modo in cui è scritto ma una delle migliori fan fiction dell'ultimo periodo pubblicate e merita...
A presto Settembre17...Saluti CometaRossa

Secondo

Recensore Master
04/12/21, ore 20:52
Cap. 3:

Si fa molto interessante, hai cambiato le carte in tavola è Andrè ad andare in Normandia..... mi piace e mi stuzzica la curiosità non vedo l'ora di leggere quello che la tua mente ha partorito, bellissima.

Recensore Veterano
04/12/21, ore 19:29
Cap. 3:

Ciao Sett ! Altro capitolo meraviglioso!
Prima di tutto, la scena del colonnato: in quel cammino relativamente breve, in cui si alternano luce e ombra prodotte dalle colonne ( ma guarda un po'..luce e ombra!), Oscar comincia ad elaborare quel sentimento di rabbia che la pervade: consapevolezza, struggimento, senso di colpa.
Il tutto meravigliosamente accompagnato dal suono inesistente di violini che, però, descrivi talmente bene da poterli sentire...stupendo davvero!
Ora sono l'uno di fronte all'altra, con un occhio privo di luce e una camicia strappata alle spalle: entrambi hanno una ferita da curare.
E lui resta lì, indietro, "a guardare l'orizzonte vuoto di lei" (Che stupenda frase, Sett.)....
Come se non bastasse, un'altra donna forte e autonoma gli dice di non aver bisogno di lui... ovviamente non poteva non reagire in modo brusco! Anche qui, che bel parallelismo che hai creato..
In tutto questo, Oscar si tiene occupata perlustrando i dintorni della caserma, compiacendosi di quell'aspetto massiccio, imponente, rude ...illudendosi che tutto ciò la renda meno donna.
Eppure, in ogni suo pensiero c'è André...
È bellissimo comprendere come, in realtà, lei l'abbia sempre inconsciamente amato: quelle scatole, così gelosamente conservate in un luogo così segreto, non ne sono, forse, la prova? <3
Proprio come quelle scatole, anche il suo amore per André è stato nascosto in profondità nel suo cuore...ma, oramai, sta venendo inesorabilmente a galla....
Ora mi chiedo quale ricordo racchiuda la bella scatola rossa....
In ogni caso, ci siamo definitamente allontanati dalla trama originale, insieme ad André che parte per la Normandia: ma perché?
Non vedo l'ora di leggere di questi misteri e di cosa succederà.
Ancora complimenti per il tuo lessico, Sett: descrivi sentimenti e situazioni in modo semplice, ma utilizzando un linguaggio elegante e molto coinvolgente. Davvero stupendo!
In attesa del quarto capitolo, rileggerò questa terza perla! Davvero bravissima!
Grazie e a presto!
(Recensione modificata il 04/12/2021 - 07:30 pm)

Recensore Veterano
04/12/21, ore 18:54
Cap. 3:

Quindi in questa tua versione scopriamo che è Andrè ad andare in Normandia, non lei.
Vediamo se Oscar, in un momento di sana follia, non deciderà di seguirlo e se lì le cose non prenderanno una piega sperata! 🙃
Grazie per il bel capitolo!

Recensore Veterano
04/12/21, ore 18:17
Cap. 3:

Molto, molto interessante!
I fatti accaduti hanno tracciato una linea ben definita, tra un prima e un dopo. Questo è assolutamente chiaro nell'anime e il tuo racconto segue, attraverso i loro pensieri, le ragioni, tutte le ragioni per cui le cose non potranno più essere uguali a prima.
Il what if che tu proponi si arricchisce però di elementi nuovi.
Il primo é celato, ci pare di capire, nelle due scatole, di cui una, quella " color carta da zucchero", ha segnato, con la persistenza di quei ricordi che non vanno mai via, i due capitoli precedenti. Ed è un ricordo condiviso. Il contenuto delle due scatole, invece, lo conosce soltanto Oscar. E questo ci incuriosisce non poco. Intendo dire che ci incuriosisce il fatto che il contenuto delle due scatole lo conosca Oscar, ma non Andrė.
Il secondo, che è un colpo di scena autentico, ci mette in apprensione e rimescola le carte.
Cosa si sono detti Andrė e il Generale Jarjayes? Un pensiero non da poco.
E poi c'è il Café Procope, a rifletterci meglio...che é un terzo elemento. E del quale abbiamo già sentito parlare. E sembrerebbe anche questo un ricordo condiviso.
Siamo, in conclusione, abbastanza curiosi di leggere dei successivi sviluppi.
No, in realtà siamo molto curiosi.
Complimenti. E a presto.
Octave

Recensore Master
28/11/21, ore 09:54

Ciao settembre17. Hai considerato un momento davvero molto difficile per André che hai ben descritto, dove mi è piaciuto il dettaglio riguardante il grattare il legno. Ho riflettuto sul fatto che, come scritto, ad André quel bacio non fosse piaciuto. Mi è piaciuto leggere dell'uomo in questi momenti terribili. facendomi volare con la fantasia. Ho letto con interesse i pensieri di André riguardo la Regina. Emblematica l'espressione nel finale con i pochi passi e l'abisso. Grazie per queste emozioni. Sarò davvero curiosa di leggere il seguito. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 28/11/2021 - 09:56 am)

Recensore Veterano
27/11/21, ore 08:09

Il coraggio di tagliare via ciò che non è essenziale è cosa assai rara. In tutte le espressioni artistiche.
E questo capitolo è, da questo punto di vista, tecnicamente perfetto, coeso ed essenziale, intessuto di simmetrie studiate ed evocative.
Ed è, in verità, perfetto anche da tutti gli altri punti di vista, perché ricostruisce, in modo lucido e disincantato, tutti i passaggi di un black out della ragione, che si può provare a dissezionare e a ricondurre ad elementi comprensibili ed interpretabili fino allo sfinimento, ma che , per la sua stessa natura, rimarrà sempre in parte inspiegabile.
Anche perché al black out della ragione si sovrappone un corto circuito emozionale che travolge entrambi, illuminando per un attimo la realtà delle cose con una luce fino a tal punto accecante da impedire loro, paradossalmente, di vederle con chiarezza.
Trovo geniali alcuni passaggi introspettivi :"o forse non voleva provare di nuovo quella sensazione, quella del materasso che si deforma sotto al suo peso.", "Forse le avrebbe augurato la felicità, o forse, più realisticamente, non avrebbe detto niente e sarebbe andato ad ubriacarsi fino a morire. Ma non l’avrebbe toccata."
E trovo irresistibile il nitore di alcune immagini: "Lei che piangeva e che non aveva nemmeno tentato una difesa.", "il respiro iroso di lei che esce dalle narici e scende, troppo vicino, a scaldare la bocca che lui tiene serrata, gli occhi di lei che lo trafiggono".
E poi c'è il filo rosso di un altro ricordo, le immagini di quei momenti del passato, che ritornano anche qui, persistenti e luminose:
“Tienila questa scatola, Oscar. È così bella”.
Mi piace moltissimo.
A presto.
Octave

Recensore Veterano
26/11/21, ore 15:29

Carissima e intensissima Settembre17,
mi sono gustata il capitolo ieri sera, ma, essendo molto stanca, ho preferito rimandare la recensione ad oggi, visto che il capitolo mi è piaciuto immensamente e ci tenevo ad essere lucida.
Ho molto amato questa tua profonda analisi dei pensieri e dello stato d'animo di Andre' dopo la notte del fattaccio. Il suo shock e' pari a quello provato da Oscar e mi fa piacere che tu ponga l'accento su questo aspetto. Infatti, anche il povero Andre' e' profondamente scosso, perché in poche ore è riuscito a provare di tutto: disperazione, senso di colpa, fortissima rabbia, amore profondo e nostalgia (perché è ben consapevole che, da quel momento, la sua vita - e quella di Oscar - non potrà più essere quella di prima).
Dato lo scambio di battute tra i due quella famosa sera, anche  io nel gesto di Andre' non ci ho mai visto lussuria o particolare passione, ma solo tanta rabbia e voglia di rivalsa dopo essere stato messo da parte senza tanti complimenti in un periodo non propriamente facile nemmeno per lui (ossia dopo il ferimento ad un occhio e il rischio di un'incobente cecità per l'altro). Ai problemi di salute si sono uniti la gelosia per Fersen, un amore ventennale impossibile e non corrisposto, l'ennesima dichiarazione di autocastrazione di Oscar e, infine, il congedo quale benservito - la ciliegina sulla torta - dopo anni di fedele amiczia e servizio. Ci credo che il ragazzo e' scoppiato. Se il gesto da una parte è stato liberatorio, dall'altra l'ha profondamente sconvolto, tanto da doverne portare il peso per il resto della sua vita. Lui pensa che Oscar non lo perdonerà mai, ma è lui il primo a non perdonare se stesso (Oscar lo perdonerà quasi subito). 
Andre', in quel momento, era talmente fuori di se' da non ricordare nemmeno il sapore del bacio (il loro primo bacio!) o l'immagine di lei seminuda sul letto dopo averle strappato con foga la camicia. Giustamente, in tanti anni di amore segreto e impossibile, quel tanto sospirato primo bacio se l'era immaginato in modo totalmente diverso e, soprattutto, con una Oscar consenziente ("e tutte le volte, tutte le volte, in ogni ogni sua fantasia, appena prima che le loro labbra si sfiorino, lei si illumina in un sorriso").
Inoltre, una cosa che tu fai giustamente notare (e che avevo notato anche io), Oscar non fa nulla per difendersi, non reagisce, ma, arresa, volta il capo d’altra parte. Avrebbe potuto difendersi, ma non ci ha neanche provato. E non è che questo faccia sentire meglio Andre' (anzi, si odia di più, se possibile).
Il bacio sulla cuffia della adorata nonna, alla ricerca di un briciolo di conforto, mi ha provocato una stretta al cuore.
Anche Andre', come Oscar, ripercorre la carrellata dei ricordi di una vita insieme, e la scatola color carta da zucchero e il filo conduttore della storia. E vogliamo parlare della collezione di sorrisi?
Alla fine, con un peso enorme sul cuore, Andre’ decide di affrontare Oscar e di recarsi a Versailles, di "non far accadere, ma di lasciare accadere". Lì in mezzo al piazzale, fuori dal colonnato, inaspettatamente calmo, non gli resta altro che attendere il suo ineluttabile destino ("chiuse a chiave in fondo al cuore quello che era successo la sera prima e si preparò a rivederla").
Tu capisci che già non sto più nella pelle e non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, che immagino si incentrerà sul loro confronto. E, soprattutto, sono molto curiosa di vedere come evolverà la TUA storia. 
Grazie per le emozioni che sempre mi regali. 
Un fortissimo abbraccio, G.
 
(Recensione modificata il 26/11/2021 - 03:41 pm)

Recensore Master
26/11/21, ore 12:01

Mia cara Settembre,
ci hai regalato un capitolo bellissimo e intriso, in ogni parola, del dolore racchiuso nel cuore di André, l’indomani dello strappo. Mi sono sempre chiesta cosa fosse accaduto a lui dopo quell’evento che era stato traumatizzante per entrambi. Tu ci hai mostrato un André ripiegato sul suo dolore, che sta cercando di addomesticarlo, per riuscire a vestire ancora la maschera dell’attendente, almeno in quella prima mattina, poiché neanche lui conosce quale potrebbe essere il suo futuro. Un futuro che potrebbe portarlo lontano da lei, dal suo mondo, da tutto il loro mondo condiviso e conosciuto, con tutti i ricordi che sono racchiusi in un angolo della mente e che vengono a confortarlo nei momenti difficili, proprio come questo risveglio da un sonno che non c’è stato, che ha avuto il solo pregio di mantenere lucida l’attenzione su quanto accaduto irrimediabilmente.
André si odia, in primis, per l’azione che ha messo in atto ma, contestualmente, per aver cagionato un dolore difficilmente cancellabile in lei, lei che è la sua aria, il motivo che gli fa muovere ogni singolo passo della giornata e che inevitabilmente lo riconduce sempre a lei.
Quanto ha sognato il suo primo bacio, nella speranza che fosse con lei, e qui straordinaria la carrellata dei momenti in cui ciò avrebbe potuto accadere, e dopo il quale ci sarebbe stato un sorriso, uno dei suoi, che immancabilmente gli illuminavano la giornata, quasi vivesse per raccoglierli e tenerli rinchiusi nel cuore. Ora chissà se lui sarebbe mai stato ancora in grado di vedere un sorriso sorgere su quel volto e che lui ne fosse l’artefice, come molte volte era invece accaduto.
Ora gli pare di vivere in un limbo dal quale uscire presenta non poche difficoltà.
Come avrebbe dovuto atteggiarsi nei suoi confronti? Ancora non lo sa, ma cerca di riprendere il controllo di se stesso almeno in quel giorno che è importante per Oscar con il suo addio alle Guardie Reali. Lei è andata via da sola, ha sentito lo scalpitio del cavallo sulla ghiaia di palazzo, segno evidente che non voleva doverlo rivedere. Ma lui, da bravo attendente, ha scientemente deciso che si sarebbe rivestito del suo dolore, come sempre lo indossava da troppo tempo, e sarebbe stato pronto per la fine della cerimonia. In tutto questo prepararsi, per tentare di recuperare la parvenza di ciò che è sempre stato, una ridda di ricordi, associati ad immagini, gli invadono la mente. Curiosamente gli torna alla memoria Oscar che apre la scatola color carta da zucchero contenente il tricorno piumato regalato da sua madre, il quale aveva fatto sorgere uno spontaneo sorriso sulle labbra di Oscar. Le sue labbra che sorridono, quelle stesse labbra che lui ha profanato con un bacio di cui non ricorda, e forse neanche vuole, rammentare il sapore. Cosa potranno mai ancora dirgli quelle stesse labbra quando si incontreranno? Ora è solo più questione di attimi, tutto sembra approssimarsi alla fine e lei sta per giungere a prendere il suo cavallo. Ancora pochi attimi e conoscerà la profondità dell’ abisso che si è creato fra loro.
Splendido e commovente passaggio che ci ha fatto sentire pienamente tutta la sofferenza dell’animo di André per aver causato dolore all’unico essere a cui mai avrebbe voluto farne. Bravissima!
Resto in trepidante attesa di assistere a questo loro incontro, per veder se il silenzio avrà ancora una volta la meglio, e la fuga sarà l’unica soluzione per ritrovare la se stessa di sempre mentre lui dovrà provare, forse per la prima volta, la forza dell’abbandono e del distacco da colei per la quale vive.
Sono certa che con il tuo tocco delicato saprai destreggiarti in questo campo quanto mai accidentato.
Un affettuoso saluto e a rileggerti presto!

Recensore Master
26/11/21, ore 10:59

Eh sì André, l'hai fatta grossa! Grossa e brutta. Adesso, il trauma lo avete tutti e due!

Recensore Junior
26/11/21, ore 10:52

Cara Settembre,
Leggerti è sempre un viaggio profondamente emozionante nell’animo umano.
Credo non ci sia nulla di più difficile dello scavare e analizzare l’evento più delicato e discusso di questa meravigliosa storia. Soprattutto dal punto di vista di Andre’. In fondo stiamo parlando pur sempre di una violenza.
Non sono mai riuscita a rifiutare completamente il suo gesto e tu hai svelato quello che probabilmente avevo sempre percepito.
Non è perché Andre’ riesce a fermarsi prima dell’irreparabile, e neanche perché combatte da sempre con la frustrazione di un sentimento immenso forzatamente chiuso a chiave nel suo cuore. Andre’ non compie quei gesti per umiliare Oscar. Non compie quei gesti per sfogare un sentimento che rompe gli argini in maniera incontrollata e per obbligarla a corrisponderlo. Lui vuole salvarla dall’aridità di un futuro senza sentimenti a cui si stava votando. (Enorme bugia la sua di voler vivere come un uomo, come se gli uomini non provassero amore e non soffrissero per esso!) L’impossibilità di accettare di essere allontanato, non perché lei si sarebbe costruita una vita felice con un altro, ma per vivere senza più provare sentimenti rinnegando anche il più grande di tutti: la loro amicizia. Andre’ avrebbe rinunciato per sempre a lei - probabilmente morendo di dolore - se questo fosse valso la sua felicità ma non può accettare che Oscar rinunci ad amare.
Sei riuscita a descrivere Andre’ nella sua immensa dignità di uomo che non fugge davanti allo sbaglio che lo segnerà per sempre e di cui non si perdonerà mai, ma che assolve al suo ultimo giorno da attendente come sempre, pronto ad accettare in silenzio, come il suo ruolo gli imponeva, le decisioni di Oscar. Lui è lì per dimostrarle che il filo che li unisce, teso fino allo spasimo ora che le loro anime sono così lontane, non verrà spezzato da nulla. Neanche da una camicia strappata.

Grazie come sempre.

Recensore Veterano
26/11/21, ore 10:25

Cara Settembre, è vero: l'episodio 28 è terribile per chi scrive. Ma tu hai colto tutta l'essenza racchiusa in quei fotogrammi, secondo me. O almeno io ho sempre percepito ciò che tu hai scritto: solo rabbia improvvisa da parte di Andrè e frustrazione (tanta) per tutto ciò che lei voleva cancellare; la loro vita insieme, le risate e i sorrisi, quelli solo per lui. E per cosa? Per qualcosa che non era nemmeno vero? Non ho mai creduto ci fosse lussuria nel suo gesto e mi trovo perfettamente in linea con le tue frasi: "quel maledetto bacio, che nemmeno gli era piaciuto, che aveva cancellato dalla sua memoria con una tale forza che ora non ricordava nemmeno più che sapore avesse" e "Aveva visto il suo seno?
Non lo ricordava più."
Quello non era lui, non era quello che desiderava. Lui voleva solo lei capisse "Che qualcosa ci lega.
Che qualcosa ci ha sempre legato, amore mio."
Bravissima!

Recensore Veterano
26/11/21, ore 09:17

Stupendo capitolo Sett!
Riesci ad entrare nella mente dei personaggi descrivendoli in modo superbo. Noi vediamo sempre la reazione di Oscar, che nell'anime si reca in Normandia per mettere distanza tra loro e riordinare le idee su tutto ciò che le è accaduto in quel periodo, mentre nel manga il tutto si esaurisce con il pianto pentito di André, che esce dalla stanza e ha un momento di cecità di cui Oscar si accorge (senza però davvero comprenderne la gravità). Tu invece ci porti nell'animo di André, descrivendo proprio LUI!
Bellissimo il rivivere il doloroso episodio al contrario, come il riavvolgere la pellicola di un film, per risalire al giusto momento in cui il suo cuore, il suo amore non ha retto più gli argini, rompendoli con rabbia e disperazione.
E che dire dell'immagine dell'inchiostro sull'anta dell'armadio? Quella " lacrima" che richiama, nella lentezza del suo incedere sulla superficie, ben altre lacrime...
Quel voler dare una risposta alla sua domanda " cosa vuoi dimostrare?" ....e darla solo alla fine, dopo aver riportato alla memoria il desiderio dolce di baciarla, che lo ha sempre accompagnato e immaginato.. e sempre lo ha taciuto, i ricordi legati alla reggia, quando lui " fa collezione dei suoi sorrisi" ( che frase meravigliosa!).
Il ricordo di quella scatola colore carta da zucchero, un ricordo che li lega e che ci riporta al regalo di cui Oscar parla nel capitolo precedente: che bello vedere il legame che, già da bambini, si stava pian piano costruendo..l'hai descritto in modo magistrale, delicato, proprio come il colore di quella scatola...
Lui, però, ora ha fatto la sua mossa: presentarsi lì, attenderla, rivederla..vicini ma lontanissimi. (Ma davvero, poi, così tanto lontani? Perché, proprio come dice lui, qualcosa li ha sempre legati...<3)
Che dire..si è capito che adoro questa tua storia??? Quando arrivo al termine del capitolo dico " già finito??!" Scrivi in modo stupendo, davvero Sett...hai una capacità descrittiva e di analisi dei sentimenti davvero meravigliosa. Complimenti!
Son curiosa di leggere come continuerai la storia...ci porterai in Normandia? Oppure resteremo con André?
In ogni caso, sarà un altro stupendo viaggio nei sentimenti. E nel frattempo, vado a rileggere queste due perle di capitoli...
Buona giornata a te e a prestissimo, spero!

Recensore Master
26/11/21, ore 00:11

Cara Sett.,
bellissimo questo tuo farci rivivere la sera dello strappo, -e le sensazioni della mattina dopo - dalla parte di André: non sempre ci si pensa, concentrati come siamo su Oscar e sugli effetti di quella rivelazione e di quella nottata sconvolgente su di lei, e sul suo equilibrio, ma anche André non deve essersi sentito troppo bene quella notte, e nemmeno la mattina dopo. Noi nell'anime lo vediamo comprensibilmente abbattuto, ma, tuttavia, controllato, mentre, nutrendo i piccioni, risponde al Generale che gli chiede che cosa passi per la testa di Oscar, o quando, a Versailles, la sta aspettando per aiutarla a montare a cavallo dopo la parata d'addio. Ma chi sa che cosa deve essergli passato per la testa! Per prima cosa, il senso di indegnità, come tu ben dici, che lo porta, una volta giunto nella sua stanza, "a farlo crollare ai piedi del suo letto, la testa tra le mani e gli occhi serrati con forza contro le ginocchia rannicchiate al petto. Non si era nemmeno sentito degno di sdraiarsi sulle coperte, o forse non voleva provare di nuovo quella sensazione, quella del materasso che si deforma sotto al suo peso". Una scena meravigliosamente triste, che hai saputo gestire con misura, come ti è proprio. Poi, la sensazione, la certezza, bruciante, di avere rovinato tutto: quel primo bacio, che doveva essere inizio e suggello del loro grande, grandissimo amore, e che André aveva immaginato in tanti momenti diversi, tutti teneri e romantici, aveva avuto luogo in una circostanza e in un momento tutti diversi. Tu ci porti nella sua testa, in cui passano e ripassano non i ricordi-magari!- , ma (tocco di finezza non da poco!) il ricordo delle sue fantasie: "Milioni di volte aveva immaginato il suo primo bacio con lei: d’inverno in una carrozza piccola; contro il tronco di un albero al termine di un duello; nella scuderia, nascosti tra i loro due cavalli; nel parco, nei giardini della reggia, sulla torre la notte; davanti al fuoco, in riva al mare con i pantaloni arrotolati al polpaccio e i capelli sulla faccia; in camera di lei vicino al pianoforte; sul terrazzino, al tavolo della colazione oppure appoggiati alla balaustra; in camera di lui, alla scrivania, oppure nascosti contro il fianco dell’armadio, o seduti sul suo letto; a Parigi su un ponte sulla Senna, in una stradina di Montmartre, al Café Procope scandalosamente in mezzo a una folla di avventori, contro un muro, nel tavolo più intimo di una taverna che conoscevano solo loro e dove andavano da ragazzi; a cavallo, ognuno sul suo mentre cavalcano vicini, oppure tutti e due sullo stesso cavallo; sull’erba, sulla paglia, sulla seta, insomma, ovunque, ovunque.
E tutte le volte, tutte le volte, in ogni sua fantasia, appena prima che le loro labbra si sfiorino, lei si illumina in un sorriso"."
Invece, è successo tutto in maniera imprevista, brutale, rabbiosa, come non doveva andare. E tu sottolinei molto bene che non è stato tanto un bacio dato per desiderio, per lussuria, tanto che Andrè nemmeno quasi se la ricorda la sensazione che gli hanno lasciato quelle labbra tanto desiderate, ma per rabbia, in seguito all'indifferenza, delusione, ira, che montano ad André in corpo per essere stato non tanto trascurato a vantaggio di un altro uomo (se Oscar gli avesse, per assurdo, confidato che Fersen la ricambiava, André si sarebbe ritirato in buon ordine: questo la dice lunga sulla sua grandezza umana e sulla profondità dei suoi sentimenti), ma che si è accumulata per aver visto Oscar crescere in quel modo, trascurare tutto quello che intimamente poteva renderlo felice, e poi vederla decidere di mandare tutto a rotoli e di negarsi tutto. E, non potendo farla risolvere a più miti consigli con le parole, magari davanti al camino, davanti a un bel fuoco scoppiettante ("Vuoi che ti spieghi la metafora?"..ma che metafora è più esplicita di due visi che quasi si toccano, di due cosce che si sfiorano...?), ecco quel bacio improvviso, con tutto quel che ne segue. Sei stata superlativa: un aggiornamento bellissimo, grazie di cuore!
D.
(Recensione modificata il 26/11/2021 - 08:54 am)