Recensioni per
Natale ad Arras
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 131 recensioni.
Positive : 131
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Leggere le parole che, nei dialoghi originali dell'episodio 39, ci strappano il cuore e non lo rimettono più al suo posto ci emoziona non poco.
" non accorgersi di essere amati è un peccato persino peggiore che tradire".
Ci emoziona perché quelle sono le parole, spietate, che Oscar rivolgerà a se stessa nel momento più buio della sua vita, durante la sua ultima notte, quando niente sembra avere più senso e il rimpianto per quello che avrebbe potuto essere, per quello che avrebbe dovuto essere, è insostenibile.
Quelle stesse parole, pronunciate qui all'indirizzo di Oscar da un'altra persona, in un momento in cui tutto può ancora accadere, assumono un sapore ed un significato completamente diversi. Diventano esaltanti. E promettono molto.
Mi piace molto il modo in cui la Marchesa descrive Oscar, per averla osservata a lungo a Versailles.
"...pensavo che anche voi dovevate, chi sa quanto consapevolmente e quanto in forza del puro istinto di sopravvivenza, avere elaborato un sistema di vita che doveva aiutarvi a sostenervi in quella selva di malevolenza e invidia, senza essere sfiorata dal fango e dalle dicerie, e preservando voi stessa e la vostra autonomia spirituale”.
Si prepara un gran finale? Lo spero.
A presto.
Octave

Recensore Veterano

Cara Dora, un altro capitolo ricchissimo in cui riesci letteralmente a fondere un personaggio che non c'entra nulla con quelli ikediani. Come già ti han fatto notare, la Marchesa ha l'aura di un personaggio di Dickens e io propenderei per il fantasma del Natale futuro, perchè "il tempo che ci è dato non è illimitato, e non va sprecato, dando spazio all'orgoglio, o alla vanità". Nella storia originale Oscar lo capirà troppo tardi...chissà che questo incontro non cambi gli eventi?
A presto, mi pare di capire :)

Recensore Master

Cara Dorabella, ci hai regalato un altro prezioso tassello da unire al mosaico che, con tanta cura, stai componendo, addentrandoti nell’animo dei personaggi che ci presenti.
Dopo quanto accaduto nella piazzetta, Oscar è stata invitata, con non poca curiosità, dalla Marchesa di Merteuil, a casa sua per quella che pensava fosse solo una chiacchierata informale. Ma invece ecco entrare in azione la Marchesa la quale, con il suo parlare sottile e acuto, sta cercando in tutti i modi di mettere a suo agio il colonnello delle guardie reali, tentando di carpire quale possa essere un argomento che la tocchi particolarmente. Il suo è un lento lavoro di scavo, partendo molto alla lontana, per giungere a scoprire se Oscar possa avere o meno dei punti deboli, e quindi lavorare ai fianchi di quella donna, all’apparenza algida e distaccata, ma che, anche se non lo dà a vedere, non perde una sola parola della sua interlocutrice per comprendere dove voglia andare a parare. Secondo la Marchesa, lei ed Oscar hanno parecchio in comune, poiché sono donne che sono dovute emergere in un mondo di uomini, crearsi un loro posto nel mondo, acquisendo una libertà che difficilmente altre donne del loro tempo avrebbero potuto anche solo sperare di ottenere. Ma la libertà conquistata è stata, anche e soprattutto, frutto di sacrifici, prima imposti da altri e poi di uno strenuo impegno personale per mantenere la impagabile quota di “libertà d’azione”.
Conosciamo in questo frangente la storia e la vita della Marchesa, dalla sua uscita dal convento dove era stata educata al matrimonio con il Marchese di Merteuil, poi la vedovanza e il suo iniziare a padroneggiare quella quota di libertà che le consentiva una certa possibilità di agire. Aveva imparato ad osservare e incamerare quanto scopriva, ed è proprio in occasione di una delle sue osservazioni che aveva cominciato a guardare ad Oscar con interesse, forse comprendendo che anche lei fosse stata costretta a quella vita irreprensibile che conduceva chiusa in una armatura, dentro la quale però si nascondeva una donna della quale ammirava la condotta e l’autonomia che aveva raggiunto per poter sopravvivere in quel loro mondo fatto di velleità, falsità, invidie.
Ancora per Oscar non è perfettamente chiaro lo scopo di tutto quel racconto, fino a quando non viene citato il Visconte di Valmont, del quale la Marchesa narra, per sommi capi, la vicenda che la vede con lui coinvolta, arrivando alle famose lettere che il visconte aveva consegnato prima di morire e che stavano girando di mano in mano con tutti i particolari privati che contenevano e che Oscar non aveva fatto nulla per evitarne la diffusione nonostante la sua posizione glielo avrebbe concesso. Alla marchesa Oscar appare ancora profondamente ingenua, nonostante la frequentazione della reggia che avrebbe potuto cambiarne il carattere, e pertanto si sente quasi in dovere di mettere in guardia la donna che si cela sotto l’uniforme di non perdere troppo tempo a guardarsi intorno, ma vedere chi le sta a fianco, o meglio mezzo passo dietro di lei, sempre e comunque, arrivando così a guardarsi dentro, provando a dare le risposte giuste ai quesiti che le saranno sorti nella mente.
La marchesa ha una voce che pare venire dall’oltretomba, ma contemporaneamente è ipnotica, tanto da instillarsi nella mente della sua interlocutrice, quanto mai laconica e silenziosa, ma che sicuramente non ha perduto una sola parola di quella narrazione e forse l’ allusione che non accorgersi di essere amati sia un peccato persino peggiore che tradire, deve aver centrato l’obiettivo di farla riflettere.
Una maniera indiretta per far fare ad Oscar una presa di consapevolezza di se stessa e non solo, in questa quanto mai strana vacanza natalizia. Probabilmente la marchesa ha voluto dare un aiutino ad Oscar per ricompensarla della gentilezza che lei ha dimostrato nei suoi confronti. Ora speriamo che Oscar colga la palla al balzo e tutte le parole ascoltate non caschino nel vuoto. Dopotutto è quasi Natale e potrebbe concedersi e concedere un bel regalo.
Un capitolo veramente interessante che ha messo a confronto due donne diversissime tra loro, ma legate da un filo sottile che si definisce come “autonomia personale”, un bene prezioso che non può andare perduto, anche se per una delle due donne il futuro è disegnato nel suo presente, per la vita che, dovuta in maggior parte alla malattia che l’ha colpita, è costretta a portare avanti lontana dal mondo in cui è vissuta, mentre l’altra ha ancora tutta una vita davanti e che merita di essere vissuta al meglio e in pienezza sotto tutti gli aspetti, compreso quindi quello strettamente legato alla sfera privata.
Non posso che farti i miei complimenti più sentiti per la tua capacità di saper creare sempre l’atmosfera giusta nella quale calare i tuoi personaggi e farli interagire, con tutta quella vasta gamma di particolari che arricchiscono il mosaico che stai componendo.
Colgo l’occasione per uno scambio di Auguri di buone feste, nel caso non riuscissimo a sentirci prima, esteso ai lettori tutti.

Mentre leggevo questo sapiente capitolo, mi chiedevo cosa potesse capire la testolina rigida di Oscar di tutte le allusioni della Marchesa. Capirà che le coordinate sud - sud ovest, sono riferite a una certa persona?!
Io credo che lei Andre non lo vedesse nemmeno. E per vederlo, intendo guardarlo davvero, considerarlo per un attimo come uomo e non solo il suo attendente, ex compagno di giochi.
Questo è il dramma di dare le persone per scontate. Così lei non si è mai fatta domande su di lui, sulla sua vita privata, sui suoi desideri, sulle sue aspettative.
Sono curiosa di vedere quali processi mentali farà la tua Oscar.
Complimenti ancora per la tua scrittura e per la raffinatezza dei contenuti

Recensore Master

Gentilissima Dorabella, mi spiace, perché io non avendo visto il film , forse non avrei dovuto nemmeno iniziare la lettura di un così bel racconto che io, purtroppo, posso solo parzialmente apprezzare.
Con il susseguirsi dei capitoli vedrò di scoprire se la storia riserverà delle" sorprese " o se ci saranno altri riferimenti all' originale,se potrò seguirla fino in fondo o no. Ricordo quel film in costume, ebbe molto successo e fu interpretato da grandi attori ,non lo guardai perché ritenni la trama poco adatta ai miei gusti personali. Leggendo te , col senno di poi , mi spiace di non averlo fatto. Il tuo raccontare è affascinante, le descrizioni sui personaggi sono minuziose ,godibili , accattivanti.
Credo che Oscar si sia un po' pentita di aver fatto visita alla marchesa di Merteuil, anche se ha toccato degli argomenti personali che dovrebbero indurla a riflettere, come il suo rapporto con André, tuttavia siamo appena nel 1782 , molti avvenimenti sono ancora in là da venire. Questo crossover mi dà l'impressione capovolgera' parecchio i destini dei nostri protagonisti ,ci sarà una svolta ma è tutto ancora fluido,in divenire. Ho apprezzato molto infine ,la citazione del grande mattatore Vittorio Gassman uno che odiava i rimpianti, il veder scivolare via la gioventù , detestava la vecchiaia e avrebbe voluto un tempo infinito per far brillare ancora la sua stella.
Buona giornata cara e buon Natale.

E' bello questo miscuglio delle frasi del film con altre che ne completano il significato e ne colmano i vuoti.
Il Marchese de Merteuil era un carceriere per la giovane moglie, da lui scelta all'uscita di un convento e apprezzata per un'innocenza più immaginata che vera. Stupisce, quindi, che la Marchesa abbia preso come amante il futuro promesso sposo di Cécile de Volanges, uomo geloso e retrivo e come non abbia provato alcuna empatia per la ragazza che, comunque, non aveva un briciolo dell'acume di lei.
E', invece, comprensibile che il primo amante dopo la vedovanza sia stato un uomo libero e interessante. Successivamente, la Marchesa, con il suo spirito di osservazione, ha colto i primi segni di noia nel comportamento del Visconte de Valmont e lo ha bruciato sul tempo, lasciandolo per prima.
Ora, vuole aiutare Oscar, perché ha colto le affinità che le legano e quasi la rimprovera per non avere aiutato lei con le lettere.
Mi stupisco, però, del fatto che il Visconte de Valmont non abbia preso di mira Oscar. Per incrementare la fama di un libertino come lui, sarebbe stata una preda ancora più difficile e lusinghiera di Madame de Tourvel. La moglie fedele e virtuosa, alla fine, è un luogo comune, ma un'algida donna soldato sarebbe stata una conquista più unica che rara.
(Recensione modificata il 23/12/2021 - 07:37 am)

Recensore Veterano

Cara, carissima Dora,
per quanto mi riguarda, con questo capitolo hai vinto tutto!
In questo stupendo crossover che sto apprezzando tantissimo, sei riuscita a inserire il dialogo della Marchesa di Merteuil con il Visconte di Valmont nella pellicola di Frears, nel quale la nobildonna si definisce "una virtuosa dell'inganno"! Stavolta, al posto del Visconte c'è la nostra Madamigella: il discorso è rivolto a lei ed è anche piuttosto istruttivo (la Marchesa si sentirà così generosa perché è Natale?). Sei stata così brava a descrivere il tono di voce, le pose e gli sguardi della Marchesa che mi pareva di risentire Glenn Close mentre pronunciava le famose battute!
Quella vecchia volpe della Marchesa ha capito subito quale fosse il punto sensibile/debole di Oscar e, in parte perché non ha più niente da perdere, in parte perché Oscar le sembra così pura e un po' perché è stata gentile con lei prestandole soccorso, le suggerisce di non perdere altro tempo, quasi fosse uno dei tre fantasmi de "Il Canto di Natale" di Dickens (la marchesa, deturpata dal vaiolo e con la veletta, un'aria un po' spettrale ce l'ha!).
Inoltre che stretta al cuore quando la Marchesa afferma che è peggio non accorgersi di essere amati che tradire... la stessa frase che la nostra Oscar si ripeterà durante la notte del 13 luglio nell'anime (nella versione originale giapponese). Spero fermamente che il fatto di averlo compreso prima la aiuti a cambiare il corso degli eventi!
Ti ringrazio per questo capitolo così intenso e sublime: l'ho semplicemente adorato. 
Speriamo che, nei prossimi capitoli, le parole della Marchesa abbiano sortito il loro effetto e spingano  Oscar ad agire in meglio. Ancora complimentoni!
Un forte abbraccio e buona serata, G.

Recensore Veterano

Capitolo molto interessante, Dorabella...
Oscar era completamente avvolta dal racconto e dalla introspezione della marchesa, tanto che, alla fine dello stesso, il suono del campanello mi è sembrato che sciogliesse un incantesimo...
Sono curiosa, ora, di vedere come Oscar metterà in atto questo inaspettato regalo di Natale, che ha toccato IL punto sensibile ( bel riferimento letterario, Dorabella!)..
"Non accorgersi di essere amati è un peccato persino peggiore che tradire" : penso che questa inaspettata spinta che ha ricevuto in dono eviterà questa triste realtà!
A presto, ma nel frattempo, tanti auguri di buon Natale!
F.

Recensore Master

Ricordo bene il film con Glenn Close e John Malcovitch, e in questa storia lo hai reso benissimo; la marchesa ha detto la verità ad Oscar, certamente usando il suo tipico tono duro e sottile, ma lei ora ha da riflettere in merito.

Recensore Veterano

Mia cara Dorabella,
ma dove è finita ai nostri tempi l'arte della conversazione?
Questo ho pensato leggendo il tuo nuovo capitolo, nel quale riesci a dare alla marchesa sfigurata la capacità di parlare a lungo con la più taciturna e laconica delle invitate, madamigella Oscar, ça va sans dire.
Impresa ardua che non scoraggia ma anzi stuzzica tanto la marchesa quanto te, abile autrice dalla penna guizzante.
Sul contenuto della conversazione, bisogna dar atto alla marchesa di aver fatto di sé stessa un perfetto exemplum di tempus edax, e Oscar ha tutti gli strumenti per cogliere anche i sottintesi (non troppo sottintesi, in verità!).
Ora, dopo la teoria, cara madamigella, ti tocca la pratica!
Attendo aggiornamenti, carissima!
Un abbraccio e sempre complimenti, carissima!
Sett.

Ciao cara S.,
due giorni di malattia, oggi compreso, mi hanno finalmente concesso di leggere questa tua storia - e finalmente ti recensisco per la prima volta, quindi, dopo che tu sei stata tanto gentile da farlo con me.

Molto affascinante questa Marchesa "spettrale" (mentre leggevo di lei cercavo un aggettivo che potesse descriverla, e poi l'hai trovato tu); altrettanto affascinante il suo discorso, quasi maieutico oserei dire.

Mi è piaciuta molto questa frase: “Ecco che ci siamo”, si disse mentalmente. “Ho toccato un punto sensibile, finalmente: anzi, *il* punto sensibile”, che mi ha ricordato Montale ("Una tabula rasa; se non fosse che un punto c’era, per me incomprensibile, e questo punto ti riguardava").

Per il resto: che tu fossi brava, bravissima, lo sapevo già - come sapevo di gradire tanto, tantissimo, ciò che scrivi.
A presto dunque!

Recensore Master

Ciao Dora, grazie per aver mantenuto la promessa e per questo capitolo così intrigante.
Oscar scopre di essere stata a lungo l'oggetto di una minuziosa osservazione da parte della marchesa,  che la fa partecipe di tante situazioni e scelte della sua vita. Direi che la "spinta" a riconoscere i suoi sentimenti più autentici non è neanche velata, ma piuttosto esplicita. Alla  marchesa attribuisci anche la famosa frase (non accorgersi dell'amore è peggio che tradire) che accompagna Oscar nella sua notte di disperazione, dopo aver perduto Andrè.
Credo di non essere l'unica ad aver sempre sperato che qualcuno,  prima o poi, le desse questo benedetto "spintone" verso chi sta...a un passo da lei! Chissà se questa chiacchierata a senso unico sortirà qualche effetto...e quale...
Ti segnalo qualche errore di battitura e l'aggettivo "telegrafico" (riferito ad una risposta di Oscar)  che è un po' fuori contesto storico.
Resto in attesa di un prossimo aggiornamento (entro il 2021), e ne approfitto per farti tantissimi auguri di Buon Natale. Grazie ancora per questa ff in tema natalizio!

  
(Recensione modificata il 22/12/2021 - 02:05 pm)

In risposta alla tua risposta...grazie per questi aggiornamenti che ci terranno compagnia durante il periodo natalizio! Mi fa piacere che ci sia altro che bolle in pentola...
(Recensione modificata il 22/12/2021 - 03:25 pm)

Recensore Veterano
20/12/21, ore 16:41

Carissima Dorabella,
io quella scena della marchesa di Merteuil che si strucca allo specchio me la sono sognata anche di notte, ai tempi!
La sua cattiveria e mancanza assoluta di qualsiasi scrupolo morale pur di affermare sé stessa e il suo primato sul conte di Valmont non l'ho mai digerita, così come ho detestato gli effetti della sua perfidia più sulla giovane Cécile de Volanges (l'innocenza sporcata) che su Madame de Tourvel (ma c'è donna più bella di Michelle Pfeiffer in questo film e nell'Età dell'innocenza?).
Ciò detto: il contrappasso rappresentato dal vaiolo è chiarissimo, qui nella tua storia, molto plausibile e sicuramente meritato, ma ora ci sarà spazio anche per la redenzione?
Attendo con curiosità gli sviluppi, confidando nel fatto che per molti personaggi (Rosalie, Bernard, Alain e gli altri soldati, ma anche Jeanne, perché no?) l'incontro con Oscar sia nella storia originale spesso l'occasione di un riscatto o di una piccola catarsi, o comunque l'occasione per guardarsi con sincerità.
E la marchesa che effetto avrà su Oscar? Forse la renderà meno rigida e intransigente (spero), ma di sicuro non la trasformerà come ha fatto con la giovane Cécile!
Un caro saluto e sempre complimenti,
Sett.

Recensore Master
20/12/21, ore 09:53

Ciao Dorabella. Oscar ha mostrato la sua nobiltà d'animo nei confronti della dama e scopriamo l'identità di quest'ultima. Mi sono immersa nei pensieri di Oscar e mi sono chiesta: "cosa succederà nel palazzo?" Ho sorriso nel leggere di Victor. Un capitolo dagli interessanti spunti di riflessione. Al prossimo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 20/12/2021 - 09:56 am)

Recensore Master
20/12/21, ore 08:32

Avevo capito che la signora in nero era la Marchesa di Merteuil e prenderò questo mio successo dell'intuizione con signorilità e distacco: HO INDOVINATO! HO INDOVINATO!
Scherzi a parte, Oscar apprende che la ormai ex bella dama dell'alta società parigina si è ritirata ad Arras ed è praticamente una vicina di casa dei de Jarjayes.
La donna non soltanto è stata mortificata nella sua vanità, ma è anche stata compromessa nella socialità. Ciò è particolarmente evidente nel mondo di Versailles dove le relazioni sono artificiose e interessate e le vere amicizie molto rare. Chi non serve più è messo da parte. Chi, oltre a non servire più, è anche scomodo, come la du Barry o evoca pensieri sinistri come la malattia o la morte, come Madame de Merteuil, è addirittura evitato come la malattia e la morte stesse di cui appare una diretta emanazione.
La Marchesa, nei tempi d'oro, ha privilegiato l'apparenza e la menzogna e, ora, raccoglie quel che ha seminato. Tuttavia, malgrado i gravi sbagli del passato, è un essere umano che, nel presente, ha bisogno di aiuto e di questo si rende conto Oscar.
La Marchesa è stata compromessa nella socialità generalizzata e non soltanto in quella di Versailles, perché ha perso la sua identità somatica e perché i malati e i disabili suscitano sempre reazioni strane, imbarazzate, allertate. La gente distoglie lo sguardo per disagio, fastidio o per non apparire indelicata, assumendo, quindi, comportamenti innaturali. La stessa cosa fa Oscar, all'inizio del capitolo, quando smette di guardare la Marchesa.
Chi sa come avrebbe interagito Maria Antonietta con la Marchesa della prima ora. Le persone malvagie non le piacevano, ma Madame de Merteuil era una grande manipolatrice, un po' come la Contessa di Poliganc e Maria Antonietta sarebbe anche potuta cadere nella rete.
Mi chiedo a cosa sia dovuto l'invito di Madame de Merteuil. Non alla solitudine né al desiderio di recuperare il suo posto in società: sarebbe impossibile e un orso come Oscar è la persona meno adatta ad aiutarla in questo senso. Probabilmente, la Marchesa è interessata alle lettere del Visconte de Valmont.