Recensioni per
Novel of a Dreamless
di Ellie_x3

Questa storia ha ottenuto 142 recensioni.
Positive : 142
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/04/19, ore 12:20

Carissima Ellie,

Ma quanto mi è piaciuto questo capitolo? Sono con gli occhi a cuore e una mezza cotta per Souji, che hai descritto in maniera davvero mirabile. La lentissima presa di coscienza di Miki riguardo dov’è e per quale scopo è ancora lontana dall’essere piena e consapevole. Rimane il dubbio se si tratti degli effetti dello Xanax di cui la fanciulla abusa o se sia stata effettivamente catapultata per sortilegio nel Giappone feudale. Quale che sia la risposta, il risultato non cambia. Miki è nei guai e cerca un appiglio alla realtà, interpretando la stessa in maniera estremamente coerente col personaggio (chiama la gente vestita “cosplayer”, utilizza un linguaggio da social network) e dando a te, autrice, l’occasione per fare delle bellissime introspezioni sul personaggio.

Come ti avevo detto anche negli scorsi capitoli (e temo non mi stancherò mai di ripetere), Miki mi piace perché è una ragazza fondamentalmente vera e profondamente viziata/problematica e figlia del suo tempo e della sua gente. È una Serena Van der Woodsen della costa orientale col padre viziato quanto lei che si tiene i cavalli a Santa Monica per darli via qualche mese dopo, che chiede il ritocchino a mammà per togliere chissà che inesistente gobbetta, che, adolescente, compra solo il profumo Dior (prezzo alla bottiglia per 30 ml? 45,00 euro), con l’Iphone sempre attaccato alla tasca degli shorts. MA. Ma Miki è anche una fragile ragazzina del suo tempo che non potrebbe essere altrimenti e che ha un padre che compra cavalli per il gusto d’averli e poi li dà via; che ha una madre che le consente di andare sotto i ferri per un’insicurezza (per non sentirla più lagnarsi, probabilmente) che ha un amico/fidanzato con cui le cose vanno proprio male (la telefonata del capitolo 2) e che non si sente accettata a casa dei parenti della nonna che la trattano con freddo disprezzo. È una ragazzina di sedici anni che prende antidepressivi. Non so se il nome Shadow sia inventato o casuale, ma il fatto che significhi “ombra” ed evochi nella mia mente l’immagine di un fantasma qualcosa vorrà pur dire.

Ora, Miki a mio parere sa benissimo che non dovrebbe toccare il cavallo che vede passare nella polverosa stradina medievale che hai ricreato con pochissimi tocchi, ma lo fa per puro spirito provocatorio. Il resto, l’incontro con Souji, è scritto benissimo. Come ti dicevo, questo assassino, questo ronin sornione e felino, mi ha conquistata. Prende in giro la gai-jin e la protegge e nasconde, sotto una maschera di cortesia e calma, uno spirito sicuramente ben più vivace. Tuttavia le sue intenzioni sono di protezione nei confronti di Miki, che si trova di fronte tutto il disprezzo di un popolo fondamentalmente razzista, che la schernisce e… beh, la tratta anche come un qualsiasi popolo misogino tratta noi donne. Stilisticamente è tutto curatissimo: dialoghi, riferimenti culturali alla cultura pop, brevi accenni al Giappone antico anche per mezzo di parole che però vengono spiegate al lettore in maniera estremamente fluida. Tutto contribuisce a rendere questa storia veramente, veramente ben fatta. Ne sono rimasta incantata e ti ringrazio ancora per avermela fatta conoscere, perché non vedo l’ora di proseguire! :*

Ah, quasi dimenticavo! I riferimenti al parallelismo con l’inquietante fiaba di Alice nel paese delle meraviglie sono stati un altro tocco perfetto.
Perdona il papiro lunghissimo e non chiamare la postale!
Un caro saluto e a presto,
Shilyss

Recensore Master
31/03/19, ore 17:33

Ciao **
Mi sono buttata a continuare questa storia, anche il primo capitolo mi aveva incuriosita un sacco. Questo secondo inizia niente meno che con un sogno di Miki. Un sogno particolare, un uomo che parla spagnolo, che le porge una tazza di té. Poi c'è lei che si guarda le mani e quasi non si riconosce. Ho amato il senso di oppressione che sei riuscita a trasmettere, dal momento che per questo non era affatto un bel sogno.
Viene svegliata da una chiamata da parte di Shadow, che a quanto pare oltre ad essere bello fisicamente, è anche popolare, lei invece è una cheerleader che si trova a Kyoto nel tentativo di migliorare i suoi studi. Non mi è sembrata molto felice di trovarsi lì, fatta eccezione per sua nonna e il cugino. Comunque mi piace com'è stato delineato il rapporto tra Miki e Shadow, lui l'ho trovato molto divertente e Miki sembra avere un po' un caratterino xD
Siccome io ho la fissazione per i ragazzi asiatici, penso di essermi innamorata di Hiroaki. E poi adoro il suo approccio con Miki, il come si salutano e lei che infierisce sulla sua relazione con una ragazza, dicendogli di scriverlo su facebook, altrimenti non vale xD
In tutto ciò, mi chiedo quale significato si nasconda dietro il sogno che ha fato e che l'ha tanto turbata
Davvero tutto ciò mi incuriosisce, il legame tra le realtà e i sogni. Tra l'altro, ricordandomi del primo capitolo che ho letto, con un'atmosfera completamente diverso, mi chiedo in che modo tutto si svolgerà.
Molto brava **
Alla prossima,


~ Nao

Recensore Master
28/03/19, ore 12:11

Carissima Ellie!

Sono davvero colpita da questo capitolo e dall’occhio critico con cui dipingi non solo i personaggi di Miki, della nonna, di Hiroaki e delle zie, ma anche il Giappone: una terra invero incredibilmente affascinante, ma anche densa di numerose criticità e idiosincrasie. Un paese dove i gaijin, gli stranieri o i sangue misto vengono guardati con occhio critico, dove vivere fuori dal canone della vita imposta e sottomessa che è già scritta, violare il codice morale o d’onore equivale a farsi tagliare totalmente fuori dalla società. Miki non pensa che il Giappone sia figo, anzi. A parte il legame con la nonna e col fantastico cugino – non privo d’ombre né senza macchia – si sente estranea e a disagio. Parla un linguaggio diverso perché è figlia della peggior America che ci sia. Una che ha bisogno di essere it girl e appariscente, una material girl intrisa di cultura pop, parolacce e dipendente dagli psicofarmaci che prende con la libertà di una tic tac, insicura e provocatoria, ma. Ma libera, onesta, indipendente, sfacciata. Non per forza brillante o fortunata, ma consapevole dei propri errori. Nelle sue bellissime parti introspettive, emerge chiaramente come spesso Miki sappia precisamente di stare sbagliando, ma assecondi un desiderio impulsivo di fare, rispondere e dire, che si accosta, invece, a concessioni e a scelte puramente provocatorie, come l’indossare delle scarpe in casa. Ma Miki non è una cattiva ragazza, affatto: è una ragazza del suo tempo, un’adolescente con delle fragilità e delle incertezze, ma anche con sogni e ambizioni.
Ho alzato le antenne di fronte a Murakami perché ricordavo il prologo e la sua leggenda è qualcosa che Miki conosce/ha conosciuto nella sua infanzia o che ha dimenticato ed è legato alla questione del nome che lei avrebbe dovuto avere e al regalo che la nonna non può dare, in un intrico di trama e introspezione ben gestita che ho davvero apprezzato, così come adoro il rapporto tra i due cugini, entrambi pecore nere, che cercano appoggio l’uno nell’altro e su cui spicca la complicità del loro bellissimo rapporto.

L’idea di un personaggio del mondo contemporaneo che viene catapultato è stata declinata in mille varianti, anche con l’inserimento di un personaggio totalmente outsider. Il valore aggiunto della tua storia è l’empatia e la simpatia che nascono spontanee seguendo Miki e Hiroaki anche solo nella loro vita quotidiana. La scena della realtà contemporanea che svanisce può essere interpretata in due modi: Miki può essere svenuta a causa anche delle medicine che prende e sognare il Giappone feudale oppure esserci finita per davvero. Entrambe le opzioni mi elettrizzano, decisamente, assieme al taglio critico e assolutamente accattivante del tuo modo di presentare i personaggi. A questo si lega anche uno stile veramente bellissimo e piacevole da leggere, dove elementi fortemente realistici (marche, cantanti, serie Tv, accessori) si affiancano a un mondo differente per costumi e tradizioni in cui la giovane e problematica Miki non si integra, anche se a malincuore, vuoi per la giovane età, vuoi perché tutti noi amiamo essere amati. Con le vecchie e detestabili zie Miki non cerca alcun rapporto, ma non si può dire che la mancanza di esso e l’assenza della loro approvazione lasci indifferente la ragazza. Insomma, bellissima. **

Un caro abbraccio, leggerti è sempre un’esperienza incantevole,
Shilyss

Recensore Master
20/03/19, ore 23:26

Carissima Ellie!

Non so per quale motivo, ma cliccando sulla storia questo capitolo non compare direttamente come primo: occorre aprire il menu a tendina – motivo per cui avevo iniziato dall’altro. Forse lo hai aggiunto dopo? Stranezze di EFP a parte, passo subito alla recensione tout court. Mi ha colpita moltissimo l’atmosfera che non esiterei a definire come onirica e che pervade questo incipit. Avendo già letto di tuo su Miki, ritrovarla in questa versione fuori dal tempo è stato decisamente curioso, soprattutto per il parallelismo che si viene a trovare con quest’essere né vivo né morto, che però è incline a provare emozioni. Non è forse una squisita contraddizione in termini, che una creatura mai nata e fuori dal ciclo vitale possa provare qualcosa?

Questo prologo fantasma ha un’aria sospesa. C’è placida rassegnazione in Murakami che fissa le anime presso il fiume: la sua essenza è fuori dal tempo perché il privilegio di nascere, vivere e morire – di soffrire, semplicemente, le è stato negato. È un po’ il discorso che si fa con le creature immortali, che invidiano chi, come noi, è schiavo del tempo che scorre inevitabile. Mi ha colpito molto il rimpianto/nostalgia per la vita mai vissuta; indicativo, a tale proposito, è quel “magari” corsivo carico d’amarezza. Anche la sua natura duplice, bifronte, è stata descritta con una ieraticità sovrannaturale che ho apprezzato anche per la scelta degli aggettivi. Qual è la vera natura di questo essere che guarda e invidia chi ha una vita davanti e qual è la vera storia dell’albero che osserva dall’alto (tra l’altro, toh: scrivo la recensione e da due minuti è primavera! 😊). Ella si rende conto del dolore e del destino degli uomini: accanto alla figura sanguigna delle donne presso il fiume, c’è quella altrettanto carica di pathos degli uomini che arrancano, una scelta che fa presagire il dolore e la fatica. Quindi sì, ti sto lodando per la scelta curatissima delle parole, oltre che per il testo altamente suggestivo in sé.

La seconda parte del prologo è ben diversa: Miki è una ragazza dei giorni nostri, che va a scuola, fa sport, eppure si ritrova, spinta da una pulsione simile a quella che si prova durante un sogno o un incubo, a cavare l’occhio a un essere umano – o qualcosa di simile – che non protesta né si muove e forse neanche è vivo, ma a cui Miki attribuisce una natura maligna o, comunque, a lei avversa. È indecisa se considerarla viva o morta, perché toccandola è calda eppure è finta, a suo modo. Le due appaiono connesse in un modo che non so ancora ben definire perché anche Miki sembra sospesa nel medesimo limbo in cui è avvolta la prima e la conosce: prima di compiere l’efferato gesto, sussurra difatti parole sprezzanti che creano un apprezzato contrasto con il resto. Spero di poter leggere prestissimo il prossimo capitolo. Ti faccio i miei complimenti sia per lo stile squisito, sia per l’atmosfera creata con pochi, ma abilissimi tocchi.
Un caro saluto,
Shilyss

Recensore Master
07/03/19, ore 21:33

Cara Ellie!

Perdonami infinitamente per il ritardo colossale, ma coniugare lavoro, scrittura e recensioni è sempre un’impresa che ricorda troppo da vicino i giocolieri, ebbene sì. Ma veniamo alla storia: me la sono proprio gustata e speravo mi dessi il permesso di leggere proprio questa, visto che il seguito mi aveva intrigata moltissimo. Il rapporto tra Miki e Shadow è molto ben gestito. Capiamo chi sono e lo stato del loro rapporto da questa lunga telefonata intercontinentale all’insegna della delusione da parte della protagonista, ma anche da un certo atteggiamento lassista da parte del ragazzo. Mi colpisce, di questa cheerleader col fidanzato bello, che sia in un momento un po’ di crisi e che debba recuperare terreno in modo tale da alzare la propria media scolastica: la vedo molto realistica e l’intero capitolo ha un taglio da commedia statunitense che ho apprezzato moltissimo.

La cultura americana è resa molto bene, così come il senso di pace e tranquillità dati da Kyoto, il luogo d’origine della nonna e dell’affascinante cugino. Kyoto però non è solamente un temporaneo rifugio dove alzare la media e/o un posto dove ritrovare se stessi (la telefonata con Shadow è piena di una serie di sottotesti che dicono molto sulla relazione tra i due ragazzi). Il Giappone, potrei dire in termini più generali, è un luogo duplice perché è un paese che Miki ama, ma di cui coglie comunque le differenze e le contraddizioni; non è idealizzato o velato da una patina d’irrealtà, ma viene percepito da un occhio occidentale critico, sebbene legato affettivamente al posto.
La descrizione di Hiroaki è bellissima tanto che è impossibile non rimanerne affascinate, mentre lo stile di scrittura è fluido e piacevolissimo da leggere, ma questa ormai è una prerogativa che so di trovare nelle tue storie. Voglio lodare ancora la parte centrale del capitolo perché hai gestito bene le riflessioni, i brevi flashback e hai usato sempre un linguaggio appropriato al contesto (una telefonata tra fidanzati ai ferri corti o giù di lì all’alba della seconda decade del terzo millennio) e al mezzo di comunicazione, che è il telefono, appunto. Insomma, un primo capitolo avvincente che fa subito venire voglia di leggerne ancora, cosa in cui spero di cimentarmi presto. ^^

Sei molto brava a raccontare i personaggi e, soprattutto, lo fai con una correttezza grammaticale e sintattica che ben si adatta al testo.
Insomma, ancora tantissimi complimenti, perdona il ritardo e, soprattutto, a rileggerci presto, anzi, prestissimo :*

Un caro saluto,
Shilyss

Recensore Master
03/03/19, ore 16:26

Ciao **
Io non conosco la serie, però il periodo storico in cui è ambientata mi piace, la adoro. E devo dire che sei riuscita a ricreare benissimo le atmosfere e il contesto in cui i personaggi si muovono. Come anche per l'altra storia che ho letto, lo stile mi piace un sacco e hai mantenuto un registro... non vorrei dire elevato, perché è anche abbastanza semplice, però l'ho trovato molto adatto al contesto, ecco (io e miei modi belli di spiegarmi, insomma).
Tutto il testo, dall'inizio alla fine, è permeato da una dolce malinconia, e questa cosa mi è piaciuta. In certi punti ho anche sussultato dallo stupore. Eh sì, perché ho iniziato e leggere e poi ho letto i generi della storia, sempre perché sono assai brava.
Ora passiamo ad una delle cose - anzi, delle persone - che mi ha conquistata, ovvero MURASAKI.
Davvero, io sono troppo innamorata di lei perchè beh... è una figura a dir poco affascinante. Se ne sta lì ad osservare le madri che piangono i loro figli morti e il cui sangue ha macchiato le acque del fiume, tuttavia sente di non appartene a quel posto, perché non ha una madre né è mai morta. Dalle descrizioni che hai fatto l'ho trovata anche molto complessa perché lei... mi pare un po' sospesa. Nel senso, non è viva e non è morta, è un fantasma, quindi è anche normale che sia anche sospesa tra questo mondo e un altro. Una figura etera, ecco, ma anche triste, malinconica, sofferente. Poi sono rimasta affascinata dall'elemento dell'albero del pruno e del ciliegio, che ha una storia che - ahimé non conosco - e che mi ha dato l'idea quasi di un qualcosa simile ad una leggenda.
Dopodiché si passa alla parte più cruenta e che ho allo stesso modo apprezzato. Penso che Miki possa far concorrenza ai personaggi dei creepy e simili, perché davvero, il suo approccio del tutto naturale con quello che è un cadavere è wow. Si macchia di sangue, affonda le dita negli occhi della donna dal kimono giallo - che tra l'altro non smette di sorridere - e ciò infastidisce Miki, che in un certo qual modo... sfoga il suo odio, perché a giudicare dai pensieri che fa deve odiarla davvero tanto. La mia parte preferita? Il fatto che "lei non merita occhi così belli", quindi caviamoglieli via. Non penso che comunque le serviranno più xD
A parte gli scherzi, ho trovato questo capitolo molto curioso. Nel senso che non ho idea di cosa potrebbe accadere più avanti o di come hai sviluppato la trama. Una cosa è certa, mi hai conquistata.
Tanti complimenti e a presto :)

~ Nao

Recensore Master
02/09/18, ore 17:20

Ciao!
Giungo finalmente per lo scambio libero!
Vorrei partire dal finale, perché recensendo a caldo, subito dopo aver finito di leggere il capitolo, è il particolare più forte che mi ha colpito.
Devo ancora vedere l'anime - è in lista, dietro a la quarta stagione di Sherlock e la prima seria de "L'attacco dei giganti", che avevo promesso di vedere e che spero di spuntare entro halloween (dai, due mesi dovrebbero bastarmiXD) - quindi quando ho iniziato questa storia avevo pensato che l'aspetto fantastico sarebbe sbucato nel presente di Miki, invece - particolare che mi ha entusiasmato - è lei che attraversa una specie di porta temporale (più avanti scoprirò cosa nello specifico sta succedendo) che la porta decisamente indietro nel tempo. Mi piace l'accoppiata ambientazione giapponese e viaggi nel tempo, ti confesso che ho alte aspettative. Ho visto "Clannad" qualche anno fa e mi ha stravolto (lì si parlava di leggende e mondi paralleli, in una maniera particolare che ti prende allo stomaco, grazie anche alle vicende narrate) e niente, sto divagando, il colpo di scena di questo capitolo mi ha sorpreso molto in positivo, soprattutto mi è piaciuto il modo in cui il cambio di scena venga accompagnato da un'introspezione accurata di Miki, la quale si mostra sconvolta e impaurita da questa situazione.
C'è un altro particolare che mi ha fatto dire "ah-ha" (figurati che per l'emozione ho dato una sbirciata al prologo, per confermare la mia idea): Murasaki! La donna di cui nel prologo si dice non avere alcuna esperienza del mondo e che si trova in una specie di limbo/inferno per donne e bambini. Forse anche la stessa donna che Miki ha sognato e con cui ha trovato affinità e disagi e ha scoperto un lato oscuro del suo carattere. Insomma, questo capitolo tira il primo nodo, diciamo che ci fa vedere il primo filo che lega la trama, e non ha fatto altro che aumentare le mie domande. A causa di Hiroaki, che si è rifiutato di parlare della leggenda, non so cosa è successo veramente a Murasaki. Ho capito, comunque, che anche lei era una gaijin e forse avrà conosciuto la stessa aura di disagio in cui è costretta Miki. Chi era questa donna? E' vissuta realmente o era solo una leggenda? Ha calcato il mondo reale? Cosa le è successo? Si tratta di una storia d'amore o più di demoni? Insomma, avrei voluto sgozzare Hiroaki, che ha deviato la conversazione.
E qui ne approfitto per farti un complimento, ovvero il modo in cui stai gestendo la storia: sicuramente hai una trama ben in mente, ma i fili del narratore sono ben nascosti tanto che alla fine sono i personaggi che fanno la trama. Questa storia ha l'impronta del "character driven", che io preferisco a quando è la trama che la fa da padrona, eppure al contempo si vedono alcuni nodi, come se ci fosse un filo del destino che lavora di sottofondo e che la stessa Miki sente, nel momento in cui scappa via dall'uomo e si intrufola in quel vicolo. Trovo, quindi, che il bilanciamento tra trama e introspezione/decisione del personaggio sia ben fatto, molto curato. La storia si sta dipanando con i giusti tempi, rivelandosi lentamente, non ci sono infodump e tu sei fin troppo brava a stuzzicare l'interesse del lettore.
Ancora una volta ti faccio i miei complimenti per l'ambientazione: un'ambientazione che più che esaltata da descrizioni, viene esaltata per contrasti. Sì, perché non ti perdi a dare informazioni o spiegazioni sulle tradizioni o sugli usi e le mentalità del Giappone, non spieghi il significato di alcuni termini; tu lasci che sia la narrazione a spiegarsi da sé, e lasciati dire che ci riesci benissimo. In questo gioco, il personaggio di Miki è fondamentale: grazie alla sua essenza puramente americana, tu crei atmosfera ponendo l'accento sul grande senso di rispetto che si respira dentro le famiglie giapponesi; attraverso le raccomandazioni della nonna, esalti il modo tipico che una ragazza deve mantenere di fronte alle molestie degli uomini (testa bassa e sopportazione a gogò. Per questo, batto il cinque a Miki, per la questione del rispetto le direi di darsi una calmata, se non altro per l'amore che prova verso la nonna); evidenzi come per i giapponesi l'onore della famiglia sia fondamentale. Ci sono delle gerarchie da rispettare - e le vecchie possono spettegolare e giudicare - e degli standard da mantenere. Insomma, sei riuscita a ricalcare perfettamente il mondo giapponese, a trasportarlo in queste pagine e a evidenziare le differenze proprio grazie all'incapacità di Miki di adattarvisi. Adesso voglio vedere come riuscirai a caratterizzare il contesto più antico del Giappone, che io penso essere più intransigente di quello odierno. E vediamo Miki come sopravviverà! Non vedo l'ora!
Lo confesso: io odio la tua protagonista, mi sta antipatica. E può non sembrare, ma è anche questo un complimento. Sì, perché se incontrassi una come Miki fuori le girerei le spalle e le direi addio (se dovessi leggere di una storia dove la protagonista è irrispettosa, vanitosa e tutta trucchi e musica pop chiudere il libro)... tu hai una protagonista così e non ho ancora chiuso questa storia. Perché? Perché il tuo personaggio non è una Mary Sue, non è una perfettina, vanitosa e antipatica perché tu/autore vuoi renderla bella e perfetta e intoccabile. Sei stata davvero brava a caratterizzarla volutamente come "bella, perfettina e intoccabile" per farla esaltare in questo contesto e soprattutto farla smontare in seguito, secondo me. Insomma, è una caratterizzazione che promette di evolversi, ma che intanto ha un suo perché. Sì, Miki è viziata, Miki è irrispettosa ma... Miki non ha la stessa mentalità delle donne del Giappone, Miki non permette agli uomini di considerarla un oggetto, Miki urla e si sente a disagio per il dolore inferto alla nonna ma è troppo orgogliosa per tornare sui suoi passi; Miki si sente soffocare. Ed è questo che a me è giunto di lei. Quindi è un personaggio curato, a cui tu hai dato una caratterizzazione ma l'hai fondata su piani più grandi e soprattutto l'hai dotata di una base solida, di un'introspezione credibile. E questo la rende un personaggio da scoprire.
La nonna Yori mi piace, invece: ha quella forza di donna grande e con il cuore sensibile, con un debole per i nipoti disagiati, che però le fa sempre affrontare ogni cosa con aria dignitosa, anche greve, di chi rispetta il passato e ne ha il giusto timore, ecco.
Hiroaki è la via di mezzo. Non è assolutamente uno scapestrato e non ha atteggiamenti da fighetto o un rifiuto verso la sua famiglia. A contrario di Miki sa ciò che vuole e lotta per averlo, rispetta la sua famiglia ma non sacrifica se stesso. Ha trovato un equilibrio. Mi piace il modo in cui si punzecchia con la cugina, c'è un legame profondo tra di loro, molto aperto e libero, che però non gli impedisce di rattristarsi quando la vede così ribelle nei confronti di chi lui invece in un certo senso compatisce, o comunque si sforza di comprendere.

Il testo è sempre ben curato e organizzato, molto espressivo. Sei bravissima a calibrare il giusto tono per assecondare la narrazione. Un esempio è proprio il finale, il modo in cui gestisci il passaggio tra la città moderna e quella antica. Mi è piaciuto anche il modo in cui non hai strafatto con le descrizioni di ciò che accade nel momento di passaggio, anzi: il tutto avviene con naturalezza, in maniera molto interna al personaggio. Le sue sensazioni, che ancora non comprendono del tutto, combaciato con quelle del lettore.
Ti consiglio di rivedere anche qui la punteggiatura dei dialoghi, perché non è molto coerente. A volte il verbo dicendi lo metti in minuscolo (cosa giusta) altre erratamente in maiuscolo. Nei dialoghi, poi, quando la battuta viene seguita da "disse" o comunque un verbo dicendi o più in generale da una scritta in minuscolo, non va usato il punto all'interno delle virgolette.
Gli unici refusi, infine:
una adolescente occidentale. -> un'adolescente
Miki si potrò teatralmente una mano al cuore -> portò

Ultima cosa, prima che mi dimentico: il titolo del capitolo.
Ha conferito un'affinità e un contrasto con il testo che mi è piaciuto moltissima. Sì, perché la storia è intrisa di mistero e di leggende, soprattutto nel primo capitolo e nella parte finale di questo, però l'ambientazione era in città, odierna. Il titolo quindi evidenzia il particolare di passaggio, di qualcuno che abbandona un luogo per arrivare in un altro, però si discosta allo stesso tempo dall'ambientazione. Il senso è molto metaforico, (che questo nuovo luogo misterioso chiarisca cose che, nella "foresta" erano confuse e ignorate?) quindi, e dona un'aura più antica e intrigante che mi è piaciuta moltissimo.
A presto!

Recensore Master
22/08/18, ore 10:59

Ciao!
Giungo pure io, finalmente!

Questo capitolo mi ha sorpreso: non mi aspettavo di finire nel 2010, ma per il semplice fatto che il prologo aveva creato un'atmosfera atemporale, illusoria, in precario equilibrio su mondi eterni come quello degli inferni e della mente/sogno.
Mi piace che questa escalation, iniziata nel prologo, continui e finisca con una terza parte posta a inizio di questo primo capitolo, ovvero il sogno con l'uomo con la tazzina di tè. Si parte dall'inferno delle madri morte di parto e dei bambini mai nati o morti prematuramente - un mondo che si trova dall'altro lato, possiamo dire - si continua con una scena psicologica, lo posso dire? piena di mistero e di fascino, divisa tra un sogno e un confronto interiore, un qualcosa che richiama moltissimo le opere giapponesi, quelle atmosfere lì insomma, e poi ti avvicini alla realtà di Miki con quello che si percepisce più come un sogno, ma che comunque mantiene degli aspetti inquietanti e premonitori.
La narrazione scarna del primo pezzo, il modo in cui introduci il fatto che sullo sfondo, dietro al sorriso del'uomo, ci siano sangue e spade, mi è piaciuto molto. Non hai inserito descrizioni che lo facessero immaginare, ma lo hai fatto percepire attraverso questo effetto narrativo, come se d'un tratto la "telecamera" che riprendere in primo piano l'uomo allargasse l'inquadratura, ed ecco il macabro.
Ora, ovviamente, ho altre domande: mi chiedo cosa c'entri un uomo che parla spagnolo e a cosa porta il rifiuto di Miki. Da dove la stava veramente cacciando via? Da Kyoto?

Tutte queste domande, che si portano dietro inquietudine e misteri, crollano nel momento del risveglio della protagonista. Tutto sparisce! C'è la normalità di una cheerleader che viene svegliata dalla suoneria del telefono, c'è una conversazione molto "americana" con il fidanzato che verte su amici, feste, università e il dolore per questa distanza (una distanza che, apro questa parentesi, sembra più legata alla solitudine e alla noia di Miki che al suo sentire la mancanza del suo fidanzato. Qui ci rivedo un po' il classico, ovvero la ragazza alle prese con l'ammissione al college che comincia ad avere dei ripensamenti sulla solidità della relazione amorosa liceale. Personalmente il cliché - se di cliché si tratta - non mi dà fastidio, anzi: la normalità che hai ricreato come bagaglio della protagonista ha l'effetto di scontrarsi ancora di più con il mondo in cui è stata catapultata nel sogno.) il suo sentirsi infastidita dalla mentalità di Kyoto, annoiata dalla vita lì, in attesa dell'unica ancora di salvezza: suo cugino.
Ci sono due cose che mi hanno colpito: la prima è pensare che in qualche modo Miki, a Kyoto, ritorni un po' più piccola. Lì non può bere, non può entrare in certi locali, per le vecchiette del luogo non può neanche urlare contro i pervertiti e i teppisti (troppo sboccata per loro!): Miki, per i giapponesi, è una ragazza ancora adolescente; e questo mi fa sentire ancora di più il suo trovarsi in un luogo lontano da casa, in parte sconosciuto (non è più i luogo dei dolci e dei sorrisi delle vecchie), lei non conosce la vera Kyoto, e in questa città lei è sola e piccola, all'oscuro di tutto. Non credo di aver saputo spiegare bene le sensazioni provate, ma è come se tu stessi preparando il terreno per qualcosa di grande che le farà aprire gli occhi per la prima volta, scoprire una parte di lei rimasta nascosta.
La seconda cosa che mi è piaciuta è l'interazione con il cugino. Di solito - e parlo pensando a serie tv e quant'altro - in America c'è molto contatto tra i ragazzi, i saluti sono fatti di abbracci e sorrisi e convenevoli; c'è un senso di complicità che esternano maggiormente e liberamente, ecco. Mentre in questo incontro tra Miki e Hiroaki io ho sentito molto spirito giapponese: saluti posati e rispettosi, soprattutto una deferenza e un affetto tenero verso la "nonna" e quindi verso chi è più grande, e una complicità tra cugini che esula l'aspetto fisico. Anche questo è un po' difficile da spiegare, anche perché non me ne intendo e rischio di dire castronerie, ma ho sempre percepito un certo distacco fisico negli anime e nel mondo giapponese in generale: la conoscenza e l'affetto vengono dimostrati con gesti e simboli, attraverso rituali e cerimonie particolari (penso al modo in cui festeggiano san valentino, per esempio), molte parole e sempre molto pudore nelle effusioni, anche e soprattutto all'interno della famiglia. Ecco, questo pudore e modo alternativo di mostrare affetto io l'ho ritrovato in questa scena, con un Hiroaki che si concede di sollevarla e farle fare un giro in maniera molto tenera ma pudica e lei che lo prende sottobraccio con tranquillità. Non ci sono abbracci e baci e strette di collo e grandi sorrisi, ma una complicità posata, elegante se così vogliamo dire. Ok, oggi sono un disastro a spiegarmi, ma riassumo dicendo che ancora una volta hai curato davvero molto bene il contesto e le atmosfere, e soprattutto sei bravissima a caratterizzare i personaggi anche a livello sociale e culturale.

Per entrare nel vivo delle caratterizzazioni aspetterò ancora un altro capitolo o due, perché Hiroaki è stato appena presentato e di lui posso solo dire che mi piace in lui la commistione tra il suo lato ribelle espresso in maniera posata: è un pittore, un uomo di spirito che si contrappone alla sua famiglia, eppure in lui non mancano il rispetto di essa e delle tradizioni. C'è una luce vispa nei suoi occhi ma è posata e tranquilla; e si contrappone a quella di Miki, che invece ha l'esuberanza e la "sfacciataggine" americana, quei modi più invadenti e diretti, indipendenti, ma che la rendono però anche più "infantile" rispetto al cugino.
Di Miki ho anche apprezzato i dettagli: il suo classico ruolo di ragazza perfetta che sta con lo sportivo della scuola si miscela molto bene ai suoi modi determinati e indipendenti, alla sua sicurezza e al suo carisma; ma c'è anche l'estraneità e la solitudine che prendono piede a causa di Kyoto e dei suoi misteri e dell'effetto inconscio che ha su di lei.

Per quanto riguarda la parte più tecnica, la parte centrale del capitolo ha avuto qualche incertezza, secondo me, di punteggiatura: in alcune frasi è usata molto spesso e spezza parecchio la fluidità della narrazione. Non sono veramente errate, ma volevo comunque fartelo notare.
Invece ti consiglio di togliere i punti all'interno dei discorsi diretti e di usare la minuscola (a volte lo fai, ma ogni tanto usi la maiuscola), come in questi casi:
“Brian O’Donel.” Brontolò, tirandosi a sedere contro la testiera del letto.
“Scusa.” Disse, mordendosi le labbra, e sperò bastasse.
Siccome sono verbi dicendi o verbi che ne fanno le veci, vanno in minuscolo, per continuità con la battuta.

E niente, chiudo facendoti i complimenti per il modo in cui sai creare le atmosfere, per il modo con cui sei riuscita a portarmi in Giappone e per il modo in cui hai creato le interazioni tra i personaggi, le ho trovate ottime per esaltare i personaggi e realistici all'interno dei contesti in cui avvengono.
A presto!

Recensore Master
07/08/18, ore 16:06

Ciao!
Spero di aver fatto bene a iniziare da questo capitolo, perché nell'elenco dei capitoli è il primo, ma cliccando sul link della storia mi apre direttamente il secondo in elenco>.< Se ho sbagliato, posso rimediare leggendo l'altro, intanto inizio :)
Innanzitutto ti faccio i complimenti per la scena di esordio. Tu hai detto che serviva conoscere l'anime per questa storia, e io ho deciso di avventurarmici con blande conoscenze dei due personaggi storici, senza sapere nulla, perché ho pensato "è una long, quindi deve riuscire a creare un contesto per poter essere una buona long". Non so chi sia Murasaki, non conosco la storia del ciliegio e del pruno, ma la scena d'esordio, insieme al tuo stile, mi ha catapultato in Giappone. Mi è piaciuto il tuo stile sin da subito. Prima di chiederti lo scambio avevo letto solo la prima riga, e tanto mi è bastato per dire "ok, sarà piacevole leggerla". Hai uno stile fluido, semplice tanto quanto delicato, hai donato al testo un ritmo assuefacente, da leggenda, da mondo mitologico, di un sogno bello e orribile allo stesso tempo, di quella bellezza tragica e struggente che io ho riscontrato più volte in alcuni tipi di anime, quello dove la bellezza dei luoghi e la vivacità dei colori si mischia in un bellissimo contrasto con l'atmosfera di sangue e dolore e malinconia dei dettagli e dei personaggi. Inoltre mi è piaciuta la ripetizione di alcuni passaggi, mai ridondante e pesante o fine a se stessa, ma che crea un climax ascendente di emozione e sensazioni, dando enfasi alla scena.
C'è questa rivisitazione dell'inferno, dove lei guarda donne e figli senza voce, il che mi ha fatto pensare a un simbolismo molto potente per indicare figli mai nati o morti prematuramente e donne morte di parto o di dolore. Insomma, un luogo dove una certa tipologia di morti giungeva.
Murasaki sembra un'entità che non ha mai conosciuto corpo, eppure può prendere un ramo dal pruno (il suo parteggiare per il ciliegio mi ha incantato, e non so dire neanche perché, ma mi è piaciuto l'idea che desiderasse martoriarlo con quel prendere quel piccolo trofeo), conosce la sofferenza e la pietà, eppure sembra un essere senza una vera e propria morale, che non parteggia veramente per qualcosa. Lei è al di sopra di tutto. Una frase sopra tutte mi ha incuriosito, e spero di trovare risposta più avanti: Amava, ma languiva prigioniera nel corpo di altri. Mi chiedo cosa ella rappresenti, cosa incarni questo fantasma che aleggia e sussurra.

La seconda parte, invece, ha un sapore un po' diverso, e ancora una volta complimenti per lo stile che crea atmosfera. Qui il fantastico si mischia con la realtà. Hai saputo conferire a questa seconda parte un senso più tangibile e allo stesso tempo irreale, un po' come quando negli anime (faccio questo esempio per spiegare meglio ciò che ho provato) giapponesi la neve isola il mondo del personaggio, e questo personaggio si trova in mezzo a una bufera, tra sogno e realtà, confuso, calato in un'atmosfera inquietante e magica. e fa un incontro un po' misterioso.
Il modo in cui Miki cambia approccio e sentimenti nei confronti dell'altra donna, il passaggio tra la frase "Miki si chiedeva cosa l'avesse catturata in quella posa plastica" e "Improvvisamente, Miki si rese conto di avere la donna sotto il suo controllo; era stata così sciocca a non pensarci" mi ha dato l'idea che si trovasse all'interno di un sogno, o un conflitto tormentato, o comunque in una situazione semi cosciente, dove una terza forza in atto la spingesse verso quel cambiamento violento. Questo trovarsi una di fronte all'altra, la frase che dice che sembrano sorelle, con questa donna che ha occhi simili ai suoi ma più luminosi. Sembra che Miki veda un'altra sé allo specchio, magari una parte più nascosta e profonda, un io oscuro con cui deve convivere, la sua coscienza che la mette davanti alle sue verità nascoste.
Mi è piaciuto davvero tanto il modo in cui hai saputo ricreare questo tono magico e inquietante, illusorio, dove il candore della neve si mischia al rosso del sangue. La descrizione, questo rito della cavazione dell'occhio, è macabro, dettagliato, eppure non risulta affatto disgustoso. Lo descrivi in maniera minuziosa, un passaggio alla volta, utilizzando verbi potenti, precisi, come quel "lacerarsi" finale che non descrive l'atto finale ma sospende la scena nel divenire. Mi piace questo effetto di troncamento dell'azione, davvero un bellissimo effetto. E poi c'è quella voce fuori campo, che sembra quasi parte di Miki ma comunque avere coscienza propria, quasi un demone interiore che spinge Miki a cedere a quel desiderio violento, oscuro, e facendo questo sembra farla ricongiungere a quella parte che lei vuole ferire, renderla più oscura così come appare oscuro il sorriso della donna con il kimono.
Hai istigato molte domande in me: questo parallelismo è solo un effetto per creare un'affinità tra due personaggi diversi o è davvero una scena psicologica? Se è la prima, queste due si conoscono? In un primo momento sembra di no, ma poi si scopre che la donna non è mai stato gentile, ha gli occhi freddi nonostante la loro bellezza color smeraldo. Quindi che rapporto c'è tra di loro? e chi è questa donna? Miki lo sa oppure le sue sono sensazioni, un disprezzo e una rabbia inconscia che istiga in lei la violenza? Lasci tutto in sospeso, e mi piace.
Mi affascina il fatto che questa donna non abbia nome, sembra una sconosciuta, ma ha il potere di turbare l'animo della ragazza, di stravolgere i suoi sentimenti. Le descrizioni iniziali sono così "delicate", che sembra che Miki la ammiri, sia meravigliata da questo incontro. Poi arriva il contatto fisico, e le emozioni di Miki si alternano, si confondono. Arriva il senso di confusione - è reale o è cera? e se è reale perché non si muove, perché continua a sorridere? - e la derisione. Il sorriso della donna con il kimono passa dalla gentilezza alla presa in giro, diventa insolente, freddo, fastidioso, insistente. E Miki ha un'evoluzione: la sua curiosità diventa fredda pazienza, meticolosa tortura, distacco, rabbia e infine si ha proprio la scoperta di un suo lato spietato, rancoroso e invidioso, e c'è questa voce fuori campo che la istiga.
Insomma, sei riuscita a catapultarmi in questo mondo che imparerò a conoscere e gustarmi pian piano, com'è giusto che sia in una long che si rispetti. Intanto mi fermo qui.
A presto.

P.s. Ho trovato solo un errore di punteggiatura:
Non si sentiva un fiato, non un lamento e, più Murasaki le guardava, più provava pena per il loro sfortunato destino. -> la seconda virgola andrebbe messa prima della "e" o non avrebbe senso quell'inciso.
(Recensione modificata il 07/08/2018 - 04:06 pm)

Nuovo recensore
12/12/17, ore 23:05
Cap. 22:

Ho amato la tua storia dal primo momento in cui ho iniziato a leggerla, e sono rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere la tua revisione. Devo dire che si nota immediatamente la tua crescita e il tuo miglioramento nello stile, rileggendo i vecchi capitoli si vede subito la differenza (senza togliere nulla al tuo lavoro precedente). Crescendo mi rendo conto di come anche il mio gusto sia maturato e preferisco molto la nuova versione perché è più completa e credibile, soprattutto per quanto riguarda le reazioni dei capitani nei confronti di Miki, e sono curiosa di vedere le nuove svolte della trama rispetto a prima. Concludo dicendo che mentre prima avevi rappresentato molto bene Souji, adesso il suo personaggio è totally on point, quasi mi fa venire i brividi per quanto è descritto bene. Spero di poter leggere al più presto nuovi capitoli, adoro veramente tanto la tua storia perchè è completamente originale e mi dispiace che Hakuouki abbia poca visibilità, spero che tu non ti senta scoraggiata. Cheers! :-)  L.N.

Recensore Junior
08/11/17, ore 19:34

Sono qui! In ritardo vergognoso ma ci sono, tempo di chiudere le mille e una finestre pop-up (che beeeeeeello).

Allora, ho riletto il capitolo perché pur avendolo letto in data di uscita (e precedente versione) non mi sembra opportuno recensire ad occhi chiusi, sopra tutto quando si ha la memoria da pesce rosso come la sottoscritta, o semplicemente vecchiaia.
Dunque partiamo benone con i sogni, ancora, povero cuore Miki non le da pace il suo subconscio nemmeno di notte, so che vuol dire sorella *punch* (si ok non è propriamente subconscio, ma in un certo senso lo si può comunque definire tale, almeno secondo me).
Lo stile è spettacolarmente fluido comunque, ancor più del prologo dove ovviamente l'intera condizione richiedeva un maggiore senso d'introspezione e di onirico. Qui invece si ritorna alle cose belle nude e crude terra terra se si escludono le primissime righe, il che a me non dispiace. Pur amando particolarmente le parti più "fluttuanti" di un testo, adoro anche questi momenti, quando scritte bene e con un ritmo fluido, come in questo caso.
Ma passiamo alla succulentezza, Shadow, amore della mamma lui, blastato per una chiamata e manco un patpat sulla testa. Soffro per lui ma giuro che ogni volta che rileggo questa scena mi sale questo misto e non so se ridere male o fare versi da bebè. Ma comunque qui la situazione è ancora abbastanza shalla malgrado la sveglia "mattutina" con svariati rodimenti della suddetta rossa (anche qui, la capisco).
Adorabile il botta e risposta tra i due che non da per niente quel senso di fittizio che spesso situazioni del genere causano.
Quindi, ritmo del testo buono, battute dei personaggi anche, amo, adoro, VENERO.
Ovviamente qui vediamo un adolescente che fottesega della cultura e dei viaggi nei paesi dall'altra parte del mondo ce se vole divertì. Giustamente, te meno Miki, ma giustamente.

Dunque abbiamo una vera è propria sfilata di personaggi che ruotano tutti meravigliosamente intorno a lei, il fatto che tu sia riuscita a suggerirmi anche questa semplice immagine secondo me vale come indiscussa raffigurazione di Miki. Tutto le ruota in torno, lei è il fulcro del discorso, sempre! Ed io adoro questa cosa da morire.
So che la recensione non è molto carnosa ma voglio passare da morire al prossimo capitolo, mi sto già sfregando le dita infreddolitissime.
Quindi, carico questa recensione e volo al prossimo capitolo che devo recuperare di corsa! BACIO!

Recensore Veterano
17/10/17, ore 21:36

Hey - o! Quando mi hai detto che avevi intenzione di fare qualcosa di speciale per Novel, io mica l'avevo capito che avevi intenzione di partire con la riscrittura qui su EFP. Ma come si diceva, questa storia è praticamente nata col fandom, dunque... mi rendo conto adesso che sono stata più tonta di quanto pensassi xD. Personalmente penso che postare i nuovi capitoli sia un ottimo input per farti entusiasmare ancora di più dal lavoro, quindi trovo che sia stata un'ottima scelta! Un po' mi dispiace perché mi mancherà la vecchia stesura, era il mio go - to durante i viaggi in treno. Sigh. Sempre nel cuore. Mini - rant a parte, passo alla recensione vera e propria.

Prima di avventurarmi nel contenuto, lo stile. L'ho trovato allo stesso tempo vicino a quello originale di Novel, per i periodi brevi, l'enfasi ottenuta attraverso ripetizioni cadenzate (sto guardando a quel "sotto di lei" ribadito tre volte, che produce un vero e proprio tuffo di testa nel lago di sangue e attraverso i mondi), ma arricchito dall'evoluzione che hai compiuto in questi anni di distacco dalla storia. Trovo che ci sia una marcata differenza tra la parte di Murasaki, che ha elementi palesemente lirici ed è densa di simbolismo, e la schiettezza della scena con Miki, il che è ottimo -- per quanto, come detto sotto, sembrano due immagini riflesse, è un bene che si distinguano. Questo era un elemento che nella prima stesura di Novel era meno calcato; Murasaki era molto più circoscritta ad una sorta di ombra di Miki, mentre qui le dai una caratterizzazione fin dal principio anche e soprattutto attraverso le scelte stilistiche e di lessico. Ho poi trovato le descrizioni ben equilibrate, in particolare nella scena gore. Fa attorcigliare lo stomaco, ma non soffre di sovrabbondanza di particolari, anzi, il fatto che tu sia stata misurata con gli aggettivi ha reso molto più taglienti ed incisive le azioni. In totale, quindi, direi che questo prologo ne è uscito davvero arricchito! 

Ho apprezzato davvero moltissimo che tu abbia inserito Murasaki nell'inferno dei bambini non nati e delle donne morte di parto - non ti so dire quanto grande la soddisfazione di riconoscerlo dai primi dettagli che dipingi in primissima apertura, il che significa che hai colto nel segno. L'ho trovato calzante con lei per due motivi: il primo è che a livello di concezione puramente psicologico, un personaggio non ha niente di diverso da una persona in carne ed ossa. E nell'atmosfera uterina e sospesa dell'inferno in cui si trova, le pulsioni che Murasaki può avvertire - quelle che le sono negate - sono quelle che le suscita la storia del pruno e del ciliegio. A ribadire un circolo, è letteralmente una creatura incorporea che trova qualcosa da amare in leggende viventi. E tutto si richiude di nuovo, circolare. E' un ottimo preludio se si conta che gli eventi che si troverà a vivere Miki, più tardi, corrono su un percorso altrettanto chiuso -- ma non anticipiamo i tempi! Il secondo motivo per cui ho trovato adatta la nuova "collocazione" di Murasaki è che la rende un aborto, proprio come le idee della Shinsengumi. Statiche e infrante in un'epoca che invece procede dinamica. 

La parte su Miki introduce un fattore in più su Murasaki - il che è ironico, dal momento che sul momento non sembrano copie a specchio, ma il semplice fatto che si può dedurre qualcosa di una guardando l'altra è significativo. Murasaki è un narratore inaffidabile. La prigione che l'avvolge non è poi impenetrabile come sostiene - indirettamente, certo. C'è un minimo di traspirazione, e dall'altro lato, un corpo, ce l'ha eccome: quello che Miki si trova ad osservare. Come ho detto, la scena acquisisce il significato di una sorta di confronto allo specchio solo dopo il primo impatto horror - e ti giuro che posso stomacare qualunque cosa, ma l'eye gore mi prende sotto la cintura ogni volta ò-ò brrrr - e il primo giudizio che si abbatte su Miki. Sembra sadica, ma non lo è. Masochista, se proprio, nell'esplorazione che conduce sulla sua rana d'occasione - coff, mi dispiace, ma ci stava xD me lo ricordo che le piacciono le rane!! Quello che mi ha colpito in realtà è la grande insicurezza che si percepisce quando i suoi pensieri cominciano a vergere verso il disgusto e l'astio. Prima si dice che la donna sconosciuta farebbe la stessa cosa a lei, in posizioni rovesciate, il che trasforma la sua indagine in un preemptive strike. Poi si giustifica dicendo che non se li merita, occhi così -- occhi più belli dei suoi. Non si sente di reggere il confronto, e quindi non nota *quanto* simili siano in realtà - per non dire identici. 

Ho amato questa scena. In maniera abbastanza scontata si potrebbe dire che gli occhi sono la finestra dell'anima, ma più di questo... l'immobilità di Murasaki mi fa quasi pensare che sia così presa dalla sua storia da non guardare \all'esterno\, e che sia quello, il suo vero inferno. E Miki, infilandole le dita nell'occhio, non fa altro che bussare sul suo piccolo mondo cieco, creandosi un'apertura e dando inizio ai giochi.
Come dicevo: full circle.

Alla prossima! <3 Non tardare, neh, che ti stalkero finché non posti.

Recensore Junior
14/10/17, ore 19:36

Ed eccoci qui! Con popup che escono da ogni angolo e fanno piangere il mio povero schermo, la scarsissima voglia di vivere ed i libri per la tesi che mi guardano con l'aria di chi sta per piantarti un pugnale direttamente nella trachea... come la mia coscienza ogni volta che metto l'alluce all'ingresso di questa sezione. 
Però ora mi rimbocco le maniche e comincio +-+ anche se ho avuto delle anticipazioni al riguardo Novel va letta, va gustata e limonata come il tuo più focoso amante (il cuscino). 
Dunque, HERE WE GO! 
Il dualismo tra le due figure è straordinario. Vediamo Murasaki che è perfettamente inglobata nel suo mondo etereo e statico, ricordando un vero e proprio acquerello con pochi colori predominanti, il *rosso* a farla da padrone. Ma non si sente tangibilità, il sangue, i cadaveri pur rappresentando uno scenario macabro non arrivano (a mio modestissimo parere) ad intaccarci. Come ho appunto detto un meraviglioso/inquietante quadro. O come hai giustamente evidenziato nella seconda parte uno spettro che aleggia ma può fare molto poco eccetto che osservare. 
So che non c'entra nulla ma questa immagine mi ha ricordato da morire "Le portrait de petit Cossette" ed è un opera che porto nel cuore quindi GREAT JOB! 
Veniamo alla controparte, in cui ho visto una sorta di finestra aprirsi su questo mondo e far entrare il "terreno" e la "carne" attraverso la somma e mai troppo osannata Miki *Applausifortifortissimi*.
Oh, dunque, qui mi diverto, perché fondamentalmente sono una stronza sadica. Cerco di non prenderla troppo alla larga ma qui trovo un senso di attrazione e coinvolgimento più fisico, motivo semplicissimo e basilare... Qui sentiamo la consistenza della carne, dei nervi e del bulbo oculare che si trova tra le dita di Miki e poi rotola chissà dove. 
Horror puro e semplice horror ed è curioso e divertente vedere che sia quella che è una ragazzina a compiere un gesto che paragonato al cavare un fiore da un albero resta troppo elevato e poetico per chi è fatto di ossa e carne. Quindi partendo da quell'immagine così nobile arriviamo ad un qualcosa di basso, disgustoso e riprovevole, malgrado di fatto ci sia stato l'intento di ferire da ambe le parti. 
E quindi finisce qui il prologo di Novel... ma io volio ancora volio di più! Non costringermi ad usare l'alto fuoco su EFP perché sai che ne sono capace ed ho il numero di Cesira in rubrica (ormai siamo amiche intime). 
QUINDI AGGIORNAH! Vai avanti e permettimi di amare questa storia ancora una volta. 
Per ora ti lascio un bacione tanto amore e le mie amorevoli minacce <3 
CIA'!

Fla.  

Recensore Junior
03/01/14, ore 11:50

Noooooooooooo :( fermatelooo, mi rifiuto categoricamente di vedere un banalissimo "The End".  Sono disperata, cosa leggerò? e c-cosa farò? O.O lasciatemi marcire in una viuzza meleodorante di Kyoto assieme ai resti del pesce sminuzzato di un ristorante. Magari quel gattaccio verrà a farmi compagnia? Non oso sperare troppo. E tu! (parlo con l'autrice) sarai felice immagino, visto che questa è la mia ultima recensione di questa storia speciale, scommetto che stai ghignando compiaciuta, godendo del mio dolore =( cattiva! 
Allora... sigh* sigh* (scusate non riesco a rimanere lucida =.= ) cioè... cioè.. è una fine... è una fine che lascia spazio a molte interpretazioni... ma che sto dicendo?! E' palese che ci deve essere un seguito... fortunatamente la speranza è l'ultima a morire no? Anzi, penso che prima morirà la speranza e poi morirà Chizuru visto che sta sempre a guardare... non so in quanti modi dirti che mi piacerebbe enormemente spulciare nel seguito... ( vabbeh penso che tu lo sappia)
Heisuke è un amore, coccolone, piccino e simpaticoso =) con dei capelli stupendi, aggiungerei O.o chissà quale shampoo usa. Sono felice che lui e Miki si siano avvicinati. alla fine. Perchè è l'unico dei "bastardi" ormai li chiamo così. che l'ha salutata per bene. Sentitevi in colpa voi tutti! Baka! Superati i pregiudizi iniziali, quando la riteneva una sottospecie di Oni pericoloso e cornuto. Ma penso che quest'argomentazione l'hanno già ampiamente commentata in altre recensioni. Ehiiiiii! Heisuke hai un abbraccio anche per me? *allunga le braccia speranzosa* 
Eh tu... * Dito indice puntato, accusatorio -.- * .... ormai con te ho finito le parole... non so cosa dirti Souji, solo sentiti in colpa per ciò che hai fatto ma soprattutto per ciò che NON hai fatto ( manda giù il boccone amaro) volevi tanto strafare, dispensare molto amore dai tuoi pori da samurai e invece... ti sei fatto acido e odioso tanto da non riuscire a sopportare "l'addio". Magari avrai altre occasioni per recuperare... boh io non lo so... MA LO SA LEI! * sposta il dito verso l'autrice*  ma oltre a questa cara personicina, noi siamo tutti all'oscuro quindi.... Okita mettiti in disparte ad aspettare il tuo momento, che ne hai fatte di cotte e di crude... pff "fratello maggiore" bah. 
Okiku e Sayuri... Best<3 le mie giapponesine preferite, insieme sigh* sigh* fino alla fine... con Miki! Sono commossa *.* siete stupende belle mie! Fortuna che la volpina ha queste due care persone al proprio fianco altrimenti... il lupi se la sarebbero mangiata da un pezzo... secondo me sarebbe sclerata molto, molto, molto prima. Molto illuminante il discorso del fiume deviato, che cosa straordinaria... mi chiedo come la tua mente partorisca certe idee filosofiche... boh! Mi sono quasi messa a piangere assieme a Sayuri, perchè se piange lei, piango io! E nonostante tutto, cercano di rimanere composte ed educate. Le ammiro molto! 
La "FIne-Fine" un po' me l'aspettavo per varie, "occhiate" che ho dato in avanti. Beh, sono rimasta sorpresa ugualmente... davvero strana quella coppia! Ma ci stava divinamente! Solo tu sai dare ai personaggi questo tocco di... vita. Ok, ora basta lusinghe visto che il mio cuore sta morendo. E con questo si chiude la mia ultimissima recensione... ultima, ultima. Ti ringrazio per aver dato un senso ai miei pomeriggi e SPERO PROPRIO DI RISENTIRTI! Ora tolgo il Caps prima che mi lincino xD 
Sayonara CupCakes* !!!
 

Recensore Junior
02/01/14, ore 17:46
Cap. 28:

Lo so, ho già rencensito oggi! Ho già recensito!!! Ho-già-recensito!!! Ma non puoi pretendere che io rimanga impassibile dopo... dopo... dopo QUESTO! O kamisama aiutami o non resisterò fino alla fine. Sono sconvolta, sudata, costernata, basita e un'altra marea di aggettivi che ora non ricordo... shimatta! 
Allora iniziamo... Stop! Stop! Stop! Non posso recensire questi pilastri importanti del racconto con il cellulare, no, no! *Corre in camera a prendere il portatile, lo accende pigiando impazientemente più e più volte sulla barra spaziatrice "Sbrigati, maledetto coso!" sbraità quasi meccanicamente* 
Ok, sono pronta! 
Dunque, dunque dunque * intreccia le dità con una poker-face ^-^ * Kaoru nooooooooo , tesoro di mamma! Come puoi essere... essere passato a miglior vita?! Sigh* sigh* le lacrime mi sgorgano senza che io possa farci nulla. Il mio piccino è stato ucciso da un lupo famelico che non ha nemmeno un poco di mira. Accidenti, Baka! "Stai tranquillo Souji che tra poco ne arrivano anche per te!" *ghigna malevola con un barlume di follia delle pupille* Giuro lo scorso capitolo stavo gongolando :3 vaiii Oni-travestito! Quel ragazzino è più dolce del miele, sempre preoccupato per la sorella, sempre così disponibile a condividere i suoi dolori e sempre così maledettamente DEPRESSO. Vabbeh così è finita, ma sappi che nel mio cuoricino <3 c'è sempre il posto per te! La scena in cui lo picchia è superlativa, la sua recita, l'abiente.... per non parlare della straordinaria Pov dell'Oni. Setaccio-commenta, ha davvero una mente interessante il piccoletto. xD molto pratica e analitica, a differenza di Miki. Questo è sicuramente uno dei tuoi grandi successi! Te ne diamo tutti merito! E *come ha detto Chandra* (visto che prima ho letto la sua recensione) <3 molto cristallina... mi hai rubato le parole di bocca tesoro. 
Povera Chizuruuuu ç_ç mi dispiace per lei. L'ho detto io che secondo me Miki e la giovane-Oni dovrebbero spalleggiarsi a vicenda, perchè in quanto a sfiga se la battono alla pari. E' così cute/moe che ti verrebbe voglia di pizzicarle le guanciotte! <3 ... l'azione fulminea quando percepisce la morte del gemello è stata il TOP ^^ ------> scatto fulmineo alla Oni/vampiro! Peccato che Shiga l'abbia trattenuta, mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione! Però ripensandoci... è meglio così... * asciuga la lacrimuccia dalla guancia della ragazzina* 
Ora tocca a te Ba-ka! se conoscessi altri insulti... ooooh bello mio te ne arriverebbero a bizzeffe, oltre che al coltello di Shiga. Altro che tubercolosi... dovevano mandarti una malattia infettiva alla lingua, così evitavi di blaterale cose senza senso che feriscono più della tua cavolo di spada (e si fa per dire, visti i riscontri del capitolo)... Souji posso dirtelo! Vaffanculo te e il tuo cavolo di orgoglio! * Risatina isterica, di chi si fa beffe di frasi dette senza prima rifletterci a dovere* e poi... e poi... vuoi che lei ti tratti come fratello maggiore? E' questo che fanno i fratelli maggiori? Uccidono le sorelle quando si preoccupano per qualcuno? Io non ho parole... I CAN'T UNDERSTAND YOU!!! E se fosse stata davvero Chizuru? Essere insensibile! Io ti avrei legnato! Forza Miki passami il mattarello!
* si sistema i capelli, ricomponendosi* Miki ti parlo col cuore in mano. Sono felice che finalmente tu ti accorga della vera natura delle persone che ti circondano e ribadisco: vattene da casa yagi prima che ti caccino loro.... Troppo tardi! Vabbeh, Hijikata si comporta da stronzo come al solito... non lo biasimo se devo essere sincera ma neppure lui è l'immagine della sincerità! Osserverò e studierò il susseguirsi degli eventi... sperando in una svolta da parte di Miki e di qualche sfuriata verso quei cani! Ti prego, ti prego, ti prego! Onegai! Siamo quasi alla fine e non ci credo... solo a pensarci mi vengono le lacrime... no! no! no! Le terrò quando giungerà il momento! Alla prossima (scusami per la parlantina, di nuovo! Gomennasai! )