[...] Jesse parlava sporco e giocava sporco, le regole non gli si cucivano addosso. Le rifiutava con la stessa caparbietà d’un idiota, ma non importava.  Tutte le volte che Reyes lo beccava in corridoio gli tirava uno scapaccione sulla nuca e gli toglieva la sigaretta di bocca senza più neanche provare a perdersi in un rimprovero… tanto McCree non faceva altro che allargare le braccia e sfoderare quel suo sorriso storto. 
“Andiamo, boss! Non stavo facendo nulla di male!” 
Era questo il vero problema di Jesse McCree. 
Non faceva mai nulla di male.  [...]
[McReyes per il decimo p0rnfest, some kinky shit]

E' l'estate dopo l'ultimo anno di liceo e Kurt Hummel è stato appena accettato nella scuola dei suoi sogni: NYADA. Ma i piani di Kurt per una perfetta ultima estate prima di cominciare il resto della sua vita vengono stravolti quando è costretto ad andare ad Ocean City, nel New Jersey, con la zia malata di Carole. Kurt non si avvicina all'oceano da quando un incidente nell'infanzia gli aveva cambiato la vita. Kurt passerà un'estate orribile? O il bagnino Blaine Anderson cambierà i suoi piani, e magari gli salverà la vita una volta o due?
TRADUZIONE A CURA DI MANU00

Kurt si è da poco diplomato, e si trasferisce a New York, anche dopo l'insuccesso alla NYADA, pronto a ricominciare, senza etichette, e senza omofobia. Ma si sente solo, il suo appartamento è troppo grande, così come il suo letto. Decide di trovarsi un lavoro in una delle più grandi case di moda, e quando due occhi color miele entrano nella sua vita senza avvertire, sarà difficile per il ragazzo non innamorarsene.

AU!Klaine | Traduzione | Kurt Hummel ha venticinque anni quando diventa finalmente il proprietario di una pasticceria come ha sempre desiderato per tutta la sua vita, giusto in tempo per addolcire la vita di Blaine Anderson.

Stiles e Derek sono stati mandati da Deaton in missione per raccogliere informazioni, ma uno strano risveglio attende il lupo.
Quando si volta per guardare l'umano non crede ai suoi occhi, cosa è successo?
Dal passato del mannaro torna, come un fantasma, una figura che sarà indispensabile per risolvere l'ennesimo casino soprannaturale che coinvolge il piccolo di casa Stilinski...
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Camilla Victoria Leblanc ed io siamo tornati!
La nostra fantasia non ha limiti.
Obviously STEREK (anche se ormai è... beh, ovvio).
Attenzione: Spoiler 3B (minimi ma presenti)

Dalla prima oneshot: Da quando l’hai rivisto fino ad oggi sei riuscito a capire una cosa, una cosa che forse è sempre stata chiara al tuo corpo ma non alla tua mente: l’unica persona con cui vorresti trascorrere la tua vita è quel ragazzino logorroico che ora è diventato un uomo ancora più bello di quanto già non fosse e che ha permesso al tuo cuore di perdere un battito e poi tornare a martellare nel petto, e provare di nuovo emozioni che si erano assopite nel tempo.
[Raccolta di oneshot AU incentrate sulla Sterek]

IPOTETICO POST 3B.
Stiles è stato liberato dal Nogitsune grazie al morso ricevuto da Scott. Ha mille paure e non sa bene come affrontarle o con chi sfogarsi. Derek è di nuovo andato via e Stiles non è neanche sicuro di poterlo rintracciare. Una e-mail ed il novilunio alle porte.
[STEREK]

[ Erik Lehnsherr x Charles Xavier. ]
La finestra di Charles ha un'ottima visuale. Sì, un'ottima visuale sulla camera del suo vicino, Erik Lehnsherr.
Scorge dita deliziosamente lunghe afferrare i bordi di quell'inutile T-shirt sudata e ormai sporca, liberando così dei fianchi stretti e delle spalle larghe e muscolose. Charles ha già visto quella scena un numero spropositato di volte, ma ogni volta è come la prima. I suoi occhi non riescono ad allontanarsi dai muscoli delineati, dalle scapole sporgenti, dalla schiena fin troppo limpida. Come può una creatura essere così assolutamente appetibile? si chiede. Charles vuole infilare le proprie unghie in quella carne matura e lasciare i segni del suo passaggio, ma sa che non succederà mai; per questo si limita a sognare.
Sogna delicate ma ferme mani sul proprio corpo, che lo accarezzano, lo riscaldano ancora di più; sogna quelle mani diventare artigli e strappare la sua pelle, segnare il corpo ancora giovane con ferocia animale. Guarda l'uomo davanti ai suoi occhi e si domanda se potrà mai anche solo parlargli.

Sta di fatto che Kurt è seduto lì da solo. Quando il suo cervello elabora questa informazione, il ragazzo si dice che no, non è solo. Non davvero. Tanto per cominciare, non è l’unico single sfigato che ha deciso di consolarsi con una birra – una Carlsberg, se la memoria non lo inganna. Ci sono un mucchio di uomini, giovani o meno, accasciati e in disparte su uno dei tanti tavolini del bar, mentre altri gli fanno compagnia al bancone. Kurt, comunque, è abbastanza sicuro di potersi considerare il più carino là dentro.
E, Dio, spera seriamente che non sia l’alcol a farglielo credere, perché se così fosse sarebbe davvero deprimente.
-
Otto volte in cui gli stessi Kurt e Blaine si incontrano, ma sempre in modo diverso. Passo dopo passo.

Quando ritorni in Beacon Hills sono le sei del mattino, la strada è deserta e quieta, il sole non ancora sorto del tutto che inizia a rischiarare il cielo solo in lontananza, dietro gli alberi, mentre tu guidi ancora nel buio.
Non è un caso che tu abbia scelto quest'ora, quando molte delle persone sono ancora addormentate o nelle loro case a prepararsi per la loro giornata, ti da il tempo di respirare, di abituarti gradualmente al posto che hai tenuto lontano ma che non ha mai lasciato realmente la tua testa.
[..]
Che è Stiles lo capisci prima ancora di esserti avvicinato e di aver letto quello che c'è scritto, come se il suo odore fosse rimasto intrappolato nella colla labile che li regge, impregnato nella carta sottile insieme all'inchiostro.

Doveva essere un giovedì il giorno in cui si erano incontrati la prima volta. Doveva esserlo per forza, perché ricordava cosa aveva mangiato per colazione: uova strapazzate, solo l'albume con un pizzico di sale, due fette di pane bianco in cassetta senza crosta e un bicchiere di latte, e quella era la colazione del giovedì. Il giovedì era bianco. Era bianca la colazione, bianca la camicia che indossava, bianca la sua anima, come un foglio che attendesse parole per essere riempito... |Destiel|AU|

All'inizio è il sangue.
L'odore pungente e metallico del sangue che ti fa aprire gli occhi mentre la tua testa è ancora affondata nel cuscino e tu sbatti le palpebre per cercare di abituarti all'oscurità della stanza.
Le tende nere sono serrate a coprire l'intera finestra e ti ci vuole qualche attimo per realizzare che non stanno bloccando i raggi del sole perché fuori è ancora buio.
Quello che vedi non è esattamente quello che ti saresti aspettato, perché Stiles è in piedi al centro del salotto, gli occhi aperti ma sfocati come se fosse sotto qualche specie di trance, le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi.
Non si muove quando ti avvicini né quando chiami il suo nome e tu resisti all'impulso di coprirti il naso all'odore mentre osservi shoccato il suo viso, le sue mani, e i suoi indumenti.
C'è sangue ovunque.

Questa storia si ispira al libro "Canto di Natale" di Charles Dickens. Ok, mi rendo conto che siamo in piena estate ed è leggermente fuori luogo, ma che devo fare? Amo il Natale e queste giornate di pioggia mi hanno ispirato.
Spero mi diate una possibilità!
Ah, neanche a dirlo, è una STEREK :3