[ Dal testo:Si sentiva così schiacciata dal senso di colpa, che quasi si vergognava per aver tentato di chiarire con lui. Si era comportata in modo così meschino, con Damon, che invece non aveva fatto altro che dimostrarle quanto profondamente l'amasse per l'ennesima volta.
Quando il vampiro le lasciò, molto lentamente, gli esili polsi e, amareggiato e confuso, tornò nella sua stanza, Elena ebbe un'improvvisa rivelazione. Forse lei non si meritava tutto l'amore che Damon le stava donando.
Lui era cambiato, per lei.
Aveva riscoperto la sua umanità, sopita da più di un secolo, in virtù del sentimento che nutriva per lei.
E lei? Cos'aveva fatto lei, per lui?
Nulla, se non ferirlo ripetutamente, come aveva fatto Katherine.
Ormai le lacrime stavano scivolando, copiose, lungo le sue guance, imporporandole di crudeli scie vermiglie.]
C'è uno spoiler della 3x14, ma vi faccio solo accenno, gli eventi sono del tutto fantasiosi. Il lieto fine non mi sentivo proprio di inserirlo.

[KELENA] La mia mente perversa è stata messa a dura prova su richiesta u.u
Dopotutto il sesso tra doppelganger non era male

Alaric li osservò per qualche istante e corrugò la fronte, abbandonando la sua tazza di caffè sul tavolo e poggiando le mani sui fianchi.
“Tutto apposto tra voi due?” chiese interrogativo ed Elena parve riscuotersi dai suoi pensieri, mentre Damon si voltava a guardarlo.
(Spoiler 3x10)

Una Bella che si lascia prendere molto dall’immaginazione, oltre che spiritosa. Un Edward preda di un enorme e simpatico malinteso. Un incontro strano e fuori dal normale, che coinvolge una pazza propensa alla lotta ed un ladro estremamente sexy.

« Non ho resistito » rispose lei sorridendo divertita.
« Fanculo Katherine » e mi alzai pronto a tornare alla pensione. Aprii la porta del locale e..
« Ciao Damon » una Elena sorridente si trovava davanti a me.
Mai credere realmente a ciò che gli occhi ti mostrano. Alle volte, la vista può inganna te e la tua mente.

"Il frutto del peccato.
C'è chi se ne tiene a debita distanza per tutta la vita.
Chi ci si avvicina, incuriosito, ma si limita a guardare.
C'è chi, invece, non sa resistere alla tentazione e se ne concede un timido assaggio.
Poi... poi ci sono io... che quel frutto l'ho divorato.
Voracemente. Senza esitare."

“Potremmo fare un gioco.”
Le sopracciglia di Stefan e di Elena si alzano nello stesso momento, mentre riservano a Damon l’ormai solito sguardo scettico, come tutte le volte che il fratello maggiore ha un’idea malsana. Il che equivale più o meno a, si, tutte le volte che fa una proposta.

[...]Notò l’atteggiamento di lei, le costava fargli quella richiesta. Aveva dovuto imparare a leggerla, perché lei non diceva mai ciò che in realtà pensava.
Stare lontano da Misaki, ce l’avrebbe fatta? Quanto gli sarebbe costato non poterla prendere in giro? Non poterle sfiorare i soffici capelli? Non poter baciare quelle labbra che solo poche volte aveva assaggiato? Il tempo era breve ma, per lui, ogni attimo accanto a lei era più prezioso dei diamanti.
«… Ed è un così breve e prezioso tempo» Mormorò a se stesso a voce tanto bassa da credere che lei non avrebbe potuto sentirlo.
Stavo rileggendo per la terza volta il manga di KWMS! In attesa che arrivi la traduzione del prossimo capitolo, quando sono rimasta a lungo a fissare una scan in particolare e mi sono chiesta cosa provassero i due protagonisti in quel particolare momento.
Attenzione: SPOILER!

[Katherine/Elena]
Elena distoglie lo sguardo non appena sente il suono attutito dell'asciugamano di Katherine cadere a terra.
(“Non è nulla che entrambe non abbiamo già visto”)
Lo sa bene anche lei – hanno lo stesso corpo, in tutto e per tutto – eppure non è meno imbarazzante trovarselo nudo davanti.
E no, non è come guardarsi allo specchio, checché Katherine possa dirne.
"Tu non sai proprio cosa siano concetti come privacy o pudore” mugugna Elena, stringendosi le gambe al petto e circondandole con le braccia, nel tentativo di coprirsi come può.
Katherine simula uno sbadiglio.
"Che argomenti noiosi” replica, entrando nella vasca e prendendosi il proprio spazio.
"Parliamo d'altro, ti va?”