È l'unica cosa positiva che Shisui ha da dire riguardo alla vita in un avamposto di Suna, così inizia a scrivere lettere ad Itachi. Itachi, come si può immaginare, è tutt’altro che contento.

«Potrebbe anche rispondermi il marmocchio, eh! Comunque tu non ti preoccupare, Itachi chan, starò via solo un giorno, so che sentirai la mia mancanza, ma sono cose che vanno fatte…» blaterò, mentre Itachi si pentiva anima e corpo di avergli rivolto la parola.
«Cooomunque, Sas’ke chan, domani vado in missione» ottocentesima volta che lo ripeteva, sì «perciò bye bye!» e se ne andò, lasciando finalmente i due fratelli alla loro pace.
Il silenziò, poi, fu rotto solo da Sasuke che imprecava amabilmente. Itachi si lasciò scappare un mezzo sorriso: il suo otouto aveva spappolato il pomodoro.
«Che diavolo voleva?» si informò, mentre infieriva sul pomodoro.
«Evidentemente farti sapere che andava in missione» ribatté sornione.
«Quell’idiota» borbottò Sasuke.
Poi si alzò, raccolse quel che rimaneva della prima cavia e si diresse in cucina, a prenderne una seconda.
Quella sì che la si poteva chiamare domenica di sangue.

Dedicata a Sakura____
-Ti ha portato la cicogna!-
-Ti abbiamo trovato sotto un cavolo.-
Di fronte a due risposte diverse, a una stessa domanda, Naruto inclinò la testa di lato, lasciando pendere la manina, mezza sbavata. I suoi occhietti esprimevano tutta la curiosità che un cuccioletto di quell’età poteva provare: -Eh?- chiese, in un urletto.
-Il cavolo, com’ha detto tua madre…- provò a rimediare Minato, aiutandosi con un mezzo sorrisetto.

Prima Classificata al contest "Wicked and Lovely... incantevole e pericoloso (seconda edizione)" indetto da The forgotten dreamer sul forum di Efp
[OrochimaruxNaruto]
La prima vittima sacrificale fu fatta stendere sull’altare. Orochimaru gridò quella che sembrava un’antica preghiera rituale, poi sfoderò un pugnale dalla lama ondulata, lungo quasi una spanna. Il metallo brillò sotto i raggi del sole come una fiamma incandescente, e qualcuno, tra gli astanti, sussurrò parole di apprezzamento. Naruto, pietrificato dall’ansia, deglutì.
Non l’avrebbe fatto. Una cosa del genere non era nemmeno lontanamente concepibile.
La lama si sollevò, alta, perpendicolare al petto della vittima. Ansimava e si dibatteva, ma due inservienti lo avevano immobilizzato con corde robuste, impossibili da spezzare a mani nude.
E poi, il sibilo.
L’urlo.
Il sangue.

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.

Traduzione a cura di Trinh89: Presentazione? Più di 20 one-shot. Più di 20 lemon. Più di 20 sasunaru. Devo aggiungere altro?

Sembri addirittura insicuro, quasi temessi un mio rifiuto.
Come se io potessi anche solo pensare di rifiutarti.
Rifiutare te.
Te che sei semplicemente perfetto.
Te che sei ciò che bramo di più al mondo.
Te che sei l'ultimo, folle, desiderio che esprimerei, se condannato morte.
Piccola one-shot ispirata al film Dorian Gray (del 2009).
Un flusso di coscienza che racconta (o almeno prova a raccontare) i pensieri di Basil durante la festa in maschera da Dorian. La sua ultima festa.
Un'intrusione sconsiderata nella mente di un artista, di un gentleman... di un uomo innamorato.