"Un padre che non è come sembra.
Una vita fondata su una bugia.
Cosa succede se a questo si aggiungono una nuova casa, un nuovo paese e... un coinquilino che è tutto, tranne quello che dovrebbe essere?"
-E' così bella...
"E tu sei psicopatico"
No non lo sono!
"Come si chiama una persona che spia una ragazza tutto il giorno?"
Uno stalker... perchè chi spia la mia piccolina?!
"TU! Sei completamente pazzo! Lei non è tua!"
Si invece! Io... io l'ho comprata! E' mia!
"Perchè è normale comprare una persona?!"
Io... sono solo innamorato...-
Da: Sconosciuto
Quello ti sta benissimo... ti dona il leopardato x
Da: Sconosciuto
Piccola così mi provochi...
Da: Sconosciuto
Non puoi immaginare quanto tu sia sexy...
Da: Sconosciuto
Basta. non ce la faccio più! Ora vengo da te x.
ATTENZIONE: Contenuti forti, violenza, descrizioni di atti sessuali.
AVVISO: MOLTE LEGGONO IL PRIMO CAPITOLO E SI FERMANO PERCHE' NON LE PIACE, MA LA VERA STORIA INIZIA AL QUARTO, PRIMA E' UN INIZIO BASE ;)

Camminavo, avevo deciso di continuare camminare.

Come va a finire se Jason McCann, vuole rapire una ragazza per vendetta?.
Vi aspetterete sempre la stessa storia, ma no, non sarà così.
Jason la rapisce, ma non la conosce.
Lei non è normale, lei si considera malata.

" Sai una cosa Juls? La voglia di puntarti questa al cuore, e premere quel fottuto grilletto, mi assale. "
-
Afferrò velocemente la sua pistola dalla tasca posteriore dei jeans, e me la puntò diritta al cuore, ed io iniziavo a respirare sempre più affannosamente, consapevole del fatto che la mia vita, era nelle sue mani.
-
" E perchè non lo fai, mh? " riuscii a sussurrare, lanciandogli uno sguardo di sfida.
" Non lo so, è questo il bello, non sai quanto desidero vederti soffrire con una lenta e lunga agonia, ma c'è qualcosa, porca puttana, che mi ferma, proprio qui, vedi? -si indicò la testa, mantenendo sempre quello stesso tono di arroganza- mi blocca. Tu hai il controllo su di me e neanche te ne accorgi.
-
E quelle parole mi spiazzarono.
-
( TRAILER DELLA STORIA. https://www.youtube.com/watch?v=N9JU8KvCdp8&feature=youtu.be )
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.' I fatti descritti non sono realmente accaduti e le persone presenti non sono realmente esistenti e/o non hanno mai fatto nulla del genere nella realtà.

Due ragazzi gay in camera da letto con una ragazza, un dopo - concerto e tanto, troppo alcool.

Ridley non aveva mai disobbedito alle regole, ma quando le regole erano diventate quelle del ragazzo che le aveva sconvolto la vita, beh... non aveva potuto far altro che trasgredire.
Ma solo a quel punto si era resa conto che, quando non si rispettano le regole, si viene puniti. E lei stava decisamente soffrendo.
***
«Senti... e se ti proponessi un patto, per esempio?» Non aveva davvero voglia di annoiarsi in quel posto, magari con Rid si sarebbe divertito. Lei sembrava così ingenua che avrebbe potuto farle credere qualsiasi cosa.
«C-Che... che tipo di patto?»
«Beh... visto che nessuno ti paga per darmi ripetizioni... per ripagarti della tua fatica ti aiuterò a conquistare Ashton» spiegò, testando la sua reazione. Ridley lo fissò sorpresa.
«E come pensi di fare per aiutarmi?» chiese, incuriosendosi.
«Beh, ecco... dovrai seguire cinque semplici regole per conquistarlo» spiegò il ragazzo.
[...]
«E quale sarebbe la quinta?»
«Innamorati di me.»
***
«Non sei capace di... amarmi? Non importa... sbattimi contro il muro! Scopami, fottimi... quello che preferisci, ma fallo. Adesso!»
«Solo sesso? È questo che vuoi?»
«S-Sì... solo sesso. Voglio che la mia prima volta sia tu.»

Era perfetto.
Aveva la carnagione così chiara che non riuscivo a capire come non si fosse abbronzato nemmeno un pochino durante le vacanze. Il naso piccolino e all’insù. Le labbra erano rosse e visibilmente carnose. ‘Secondo me sono morbidissime.’ Pensai.
Indossava dei jeans scoloriti a vita bassa. Quando si sedeva, come ora, uscivano tutti i boxer di fuori. Portava inutilmente una cinta scura che andava in contrasto con i boxer bianchi. Poi aveva una t-shirt grigia come il cappello e una giacchetta di pelle del colore della cintura. Ai piedi invece portava un paio di supra bianche che si abbinavano perfettamente con il suo intimo. ‘L’ha fatto a posta?’ Mi chiesi.
Sarebbe stato il ragazzo perfetto se non fosse stato per il suo brutto caratteraccio.
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Questo pezzo della storia è tratto dal primo capitolo. Che dire? Se volete saperne di più, leggete la mia storia!

Tre ragazzi in uno studio di registrazione a notte fonda, e una ragazza con intenzioni non proprio innocenti.
“Questo è meglio non dirlo a Simon, che ne dite?” proposi, facendo ridere tutti e tre.

E se questa storia fosse diversa dalle altre? E se i due protagonisti non si conoscessero in una scuola, oppure in un locale ma bensì in una casa?
Se facessero parte entrambi di un programma su MTV?
Cosa fareste voi al posto di Ella se vi trovaste in una casa di 23enni in preda ad una crisi di ormoni?
Cosa fareste voi se foste attratte dal ragazzo più complicato e arrogante della casa?
Ciao, sono Ella e faccio parte di Clover Shore.

Lei, si odia. si odia con tutta se stessa. Odia il suo corpo, il suo viso, il suo carattere, la sua fragilità.
non aveva mai amato, e non era mai stata amata. almeno così credeva.
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Lui, un puttaniere. Il classico bad boy. Non credeva nell'amore... o almeno, non ci credeva fino a quando non ha incontrato Emily Destiny Fray.

la storia non è mia ma di una mia amica l'ha scritta perchè ha dovuto fare un obbligo (stavamo giocando a obbligo o verita)

Tralasciando il fatto che tutti e due vivono a New York, Justin e Brooklyn non hanno niente in comune.
Mentre Justin fa l'impossibile per sopravvivere, Brooklyn ha qualsiasi cosa ogni ragazza possa volere. O perlomeno lei pensa di avere tutto. 
Cosa succede quando la viziata, ricca, figlia di papà incontra il pericoloso ragazzo del Bronx? 
Saranno scintille o una bomba esplosiva?
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"Non mi interessa quello che pensano gli altri, io sono innamorato di te."

Mi allungai e posai le mie labbra sulle sue. Erano così calde e morbide che d’istinto sospirai e praticamente mi avventai su di lui. Lui mi baciò con delicatezza ma, di fronte al mio slancio, allontanò il mio viso e appoggiò la sua fronte sulla mia. - No, piccola -. Mi staccai furiosa e cominciai ad allontanarmi. Mi aveva appena rifiutata, non riuscivo a crederci. Volevo solo uscire di lì e tornare a casa. Barcollai verso la porta e uscii in giardino, guardandomi intorno confusa. Percepivo le lacrime offuscarmi gli occhi, mi sentivo ferita e offesa. - Scarlett, tesoro, non fare così - mi pregò raggiungendomi. Si piazzò davanti a me e mi prese il volto tra le mani. - Non ti preoccupare, ho capito. Non ti disturbero più - sbuffai mentre le prime lacrime scendevano. - No, ti prego, non piangere -, mormorò asciugandole con le dita, -E’ solo che… insomma, ci conosciamo da tre giorni e tu sei così ubriaca che non sai quello che stai facendo -. - Non fingere di essere un angioletto. Da quando ti interessa se una ragazza è ubriaca? - risi amaramente. - Da quando quella ragazza sei tu -.

«Ash... io non so se sia...» Il ragazzo le tappò la bocca con un bacio che la fece trasalire, non solo per la sua intensità, ma anche perché, nonostante i suoi tentativi, non poté prendergli il viso e questo la lasciò spiazzata. Se non poterlo toccare durante un bacio le sembrava così strano... fare sesso come sarebbe stato?
«A-Ash... Ash che stai facendo?» domandò, odiando di non poterlo vedere in viso.
«Ho detto che sei mia, no? Te lo sto dimostrando. Sei mia completamente, perciò devi fidarti di me anche se non puoi vedermi né toccarmi perché tutto di me ti appartiene. Lasciati andare» mormorò, chinandosi su di lei.
***
«Ti prego... lo prometto: questa volta è l'ultima. Voglio solo... solo vederti un'ultima volta prima di lasciarti andare per sempre. Fallo per quando ti ho tirata fuori dal fango in cui eri caduta all'asilo, quando eravamo piccoli. Solo per questo. Per favore» mormorò, aggrappandosi ad un'ultima speranza, cercando di nascondere la disperazione nel tono.
«Non mi hai fatto male, mi è piaciuto immensamente, ma... io non ti riconosco, non mi riconosco e non riconosco noi. Tu mi manchi!»

“Piccola, per favore. Potresti stare meglio, prova solo a fare due sedute. Va bene? Solo due. Non hai niente da perdere.” Dice piano, come ogni volta che parliamo di questo argomento.
“Hai ragione, ho perso tutto. Almeno i capelli vorrei tenermeli.”
“I tuoi capelli sono più importanti della tua vita?” Inarca un sopracciglio e io mi lecco le labbra.
“Hai sempre detto che ti piacciono.”
“In questo momento mi piacerebbe che tu vivessi più a lungo, Eva. Non me ne frega proprio niente dei tuoi capelli.”