[Postata anche su WattPad]
"Avevo ottenuto quelle che volevo del resto, no?
Avevo fatto di tutto per incontrare il mio mito. Ed ora ero inerme e terrorizzata di fronte a lui, senza riuscire a muovermi, senza poter dire una parola.
Non credevo che che sarebbe andata così. Non credevo che LUI fosse così."
Scappata da una "quasi aggressione sessuale" da parte del suo mito, ubriaco e strafatto di coca, sarà costretta a farci i conti sette anni dopo, quando il cantante tornerà all'accademia di cinema dove ha studiato e dove studia lei tutt'ora, per fare un'importante donazione alla scuola.
Lui di quella sera non ricorda nulla e per di più, non ha la più pallida idea di chi sia lei.
Lei è ancora scossa e provata da quell'esperienza...Ma lui è ancora la bestia che ha conosciuto? Qualcuno di cui avere ancora paura? Oppure no?

E' il 17 Maggio del 1998 quando Gyn Colton, ragazza insignificante e parecchio impacciata, guarda il suo migliore amico andarsene per il suo primo tour con i 30 Seconds to Mars. Shannon, ha promesso a Gyn di telefonarle ogni giorno e di tenerla sempre in costante aggiornamento su tutto. E così avviene.
Poi, di colpo, le telefonate iniziano a scarseggiare e così pure gli sms, fino a quando Shannon non tronca del tutto i rapporti con lei che, disperata, è costretta a seguire la band solo tramite servizi ai notiziari, video su MTV o concerti, quando ne ha l'occasione. Shay, rimane così un fantasma nel cuore di Gyn, che abbandona amaramente l'idea che le cose, possano mai tornare come prima. Un unico problema, in tutta questa storia: Lei, è sempre stata perdutamente innamorata di Shan!
E' il 2016 e Gyn, ora bionda e super-attraente, vive a Los Angeles con il suo ragazzo, il suo cane ed un lavoro che le frutta un buonissimo stipendio mensile. Shannon Leto è ormai solo un ricordo passato e sempre più sfocato.
Ma che succede quando il passato, ti bussa alla porta dopo 17 anni, in una afosa domenica di Luglio?
Spero vi piaccia.

"Volete che vi confessi una cosa? Ho sbagliato di nuovo. Non m’interessa capire la destinazione, m’interessa soltanto godermi il viaggio."
Frase emblematica, a cavallo tra due Universi fusi l'uno nell'altro, dalla casualità o dal filo tenace che la mia insaziabile voglia di fantasticare continua, indefessa, ad intessere. THIS IS...NOT THE END, d'altronde. E lasciamo, dunque, che il Viaggio continui...

Mi butto l’ultima volta, per un decisivo bagno di folla prima di rientrare nel backstage per il mio meritato riposo. Mi butto con più slancio del solito e sento le mani di mille persone che sondano il mio corpo, lo graffiano, quasi me ne strappano pezzi, perché lo vogliono per loro. Tento di spostarmi ma sento di aver colpito qualcosa con il gomito.
C’è una ragazza che si tiene il volto con le mani, sembra che si sia fatta male ma magari non è niente. Vedo che dalle sue mani giunte esce un rivolo di sangue, così decido di chiamare la sorveglianza.
-Ehi, ragazza! Tu!-
Non sembra concepire nemmeno l’idea di poter essere chiamata da me.
-Ragazza! Mi senti?- continuo a chiamare, fin quando lei non alza gli occhi verso di me, dei bellissimi occhi ambrati, di una tonalità davvero insolita.

Non ho mai avuto un colore preferito, ma la mia vita è sempre stata contraddistinta dal blu. Blu come le pareti carta da zucchero della casa dove sono nata. Blu come il camice da infermiera di mia madre; esattamente uguale al colore dei nastri che usava per legarmi le trecce fino a quando, a 16 anni, non erano più solo i nastri a rendere i miei capelli color del mare. Mare che amo, sarà perché il mio nome è un tributo a una nave? Forse. Volete saperlo, vero? Il mio nome, intendo. Non abbiate fretta, lo scoprirete presto e mi odierete. Oh si che mi odierete. Quindi perché rivelarvelo adesso. Avrete tutto il tempo per detestarmi. Dunque, dov'eravamo? Il Blu, già.

Se vi dicessi due parole (anzi, tre) e vi chiedessi di associarle tra loro, quanti pensieri censurabili ne scaturirebbero?
Le parole sono: Jared & Isola deserta. Tre, due uno...scatenatevi =)
Jared si alzò in piedi, porgendole la mano. «Credo proprio che ci accontenteremo di una cena a base di pesce». Recuperò il machete e glielo porse. «Io li prendo e tu li infilzi».
«Questa è quella che si dice: “cavalleria maschile”». Prese il machete autoconvincendosi che sarebbe stata una cosa da niente, anche se non si sentiva psicologicamente pronta ad uccidere un animale ed era ancora troppo lucida per rendersi conto di non aver mai investito accidentalmente nemmeno un piccione. «Ma cosa fai…lo prendi in mano?!» esclamò, orripilata dall’immagine di Jared che giocherellava con le chele di un granchio di modeste dimensioni.
«Victoria» disse lui. «Non è il momento per i doppi sensi» la ammonì. «Uccidilo, prima che mi ci affezioni troppo».
Gli puntò contro il machete, con aria sofferente. «Intendevo il granchio, per la cronaca…ok, appoggialo sulla sabbia…oh, mamma…ma è gigante, sembrava più piccolo». Guardò l’animale un po’ schifata.
Jared si compiacque. «Me lo dicono tutte, non preoccuparti».

Los Angeles -che novità, eh?- , il MarsLab e una cassetta della posta: Jared neo Giulietto? Anche se i capelli ormai raggiungono quelli di Raperonzolo, il bel shatushato finalmente trova pane per i suoi denti.
Dal primo capitolo.
Shannon aveva lanciato con un tonfo un plico di buste sul tavolo della cucina del MarsLab, richiamando la mia attenzione. ... Aggrottai la fronte leggendo la calligrafia ordinata e tonda, regolare, sul retro di un’anonima busta bianca. Che cavolo c’era scritto? Assurdo. «Shan, questa dove l’hai presa?».
«Me l’ha data Jamie, era nella cassetta della posta» rispose, socchiudendo le palpebre per mettere a fuoco la lettera che sventolavo per aria.
«Qua fuori?».
«Penso di sì» borbottò, tornando ai suoi coffee facts.
«Esaustivo, come sempre…» mugugnai, concentrandomi sulla calligrafia senza dubbio femminile.
Aprii la busta, estraendone un foglio bianco ripiegato in due: lo esaminai, fronte e retro, sembrava innocuo. Spostai lo sguardo sulle prime righe, continuando a leggere.

“Se vuoi iniziare, bisogna farlo dal principio. Devi imparare a conoscere il tuo corpo fino nei più profondi recessi di te stessa.”

"E allora basta, Jared: se davvero dobbiamo bruciare all'inferno... e sia!"

Un Jared decisamente non puccio, anzi, s*****o come chiunque altro...o forse molto di più, visto che quando si impegna in qualcosa...

Autunno a New York, un attore che cerca di calarsi nella parte...ed una ragazza che gli ricorderà il sapore di certi momenti.