Ryan e Kelsi non hannomai amato San Valentino... ma forse solo perché non hanno mai avuto occasione di festeggiarlo nel migliore dei modi!

-No, no Chad, non così, spingi di più, spingi, spingi!-
Il quartetto assunse un' aria scandalizzata, che stessero facendo...
-Tay, più di così non posso spingere, è troppo piccolo!-
Sharpay e Gabriella trattennero a stento una risata, mentre Troy e Ryan scossero la testa sconsolati, la virilità di Chad... ah se ci fosse stata lì la pettegola della East High, la sua vita sarebbe finita.

“Co… cosa vuol dire che te ne vai?” Chiese Ryan, sdraiato sul letto della propria camera, drizzandosi a sedere di colpo. “Vuol dire che mio padre ha deciso di tornare in Germania. Tra una settimana partirò per Berlino.” Gracchiò il telefono.

Le domande erano due e, a voler ben guardare, entrambe dalla risposta piuttosto facile ad indovinarsi. Domanda numero uno: perché Kelsi Nielsen stava in piedi sotto la pioggia di un sabato pomeriggio novembrino davanti all’enorme cancello di villa Evans? Risposta: perché Ryan Evans, abitante della suddetta villa, si era offerto di insegnarle a ballare la rumba.

Ora di filosofia. La prof interroga e io, ovviamente, mi sono giustificata, visto che il pomeriggio di ieri l’ho passato tutto a dare ripetizioni di matematica al signorino seduto qui vicino a me. Troppo vicino, a dire il vero, perché il mio cuore non inizi ad esibirsi in uno sfrenato e logorante tip-tap. Indovinate un po' il pairing....

Quell’anno, però, il suo essere un cuore solitario era particolarmente deprimente perché era l’unica del suo anno a non essere “accoppiata”, visto e considerato che persino Martha si era trovata un ragazzo. Infatti eccoli lì, lei e Mark, seduti vicini e intenti a scambiarsi tenerezze, esattamente come Gabriella e Troy, davanti a loro, Chad e Taylor, accanto alla finestra e Zeke e Sharpay, in fondo all’aula, immersi in una scatola di cioccolatini probabilmente preparati da lui

Sharpay Evans aprì la porta di casa propria, avvolta nella sua camicia da notte con i bordi di pelliccia rosata, il viso struccato e un’espressione decisamente stanca. “Che ci fai qui?” Chiese, acida, alla ragazza che stava in piedi sulla porta, gli abiti e i capelli totalmente zuppi della pioggia che cadeva a catinelle da più di tre giorni.

Kelsi Nielsen era forse l’unica persona che Ryan Evans non riuscisse a comprendere fino in fondo. Non riusciva a capire cosa pensasse, non riusciva a percepire dai suoi occhi se era triste o al contrario molto felice, non riusciva nemmeno a capire come facesse ad esprimersi così facilmente attraverso le note del pianoforte. Era quasi finita l’estate. Kelsi stava seduta al suo solito pianoforte, intenta a comporre canzoni durante la pausa. Il signor Fultoon le aveva dato un’ora dopo il pranzo degli ospiti del club, terminato intorno alle due e mezza del pomeriggio. Ryan si appoggiò allo stipite della porta della sala da pranzo, riempita soltanto dai camerieri. La osservò che mordicchiava una matita, con le sopraciglia fini aggrottate in un pensiero confuso, per poi lasciar ricadere i gomiti sui tasti del pianoforte procurando un rumore sordo. I camerieri le giravano intorno, intenti a togliere la varia argenteria dai tavoli ancora imbanditi. Jason le passò accanto e Ryan sentì una fitta allo stomaco quando lo vide baciare una guancia di Kelsi, facendola sorridere timidamente.
Una Ryelsi! Dedicata a Temperance_Booth! ^^ Buona lettura.

L’ho amata per anni. Lei è bella per me. Le altre persone la trovano troppo strana e tranquilla, niente di speciale.

Il colore dei suoi occhi è troppo, troppo difficile da rendere. Nemmeno un artista professionista ci riuscirebbe. Eppure mi sembra quasi di sentirla… lei che sorride e dice che è un disegno bellissimo, migliore della modella. Perché lei è così, lei trova tutto bello, tranne se stessa. E me, ovviamente.

Kelsi si strinse sempre di più nel proprio cappotto nero, rifugiando metà viso nella calda e profumata sciarpa rosa di lana. Si torturò le mani, indecisa se suonare o meno. Indubbiamente il cancello nero dell’enorme villa le incuteva un po’ di tumore. E lei non era mai stata una tipa molto coraggiosa. Facendosi coraggio suonò finalmente il campanello e un suono metallico le rispose. “Sì?” -Sono Kelsi Nielsen…- disse Kelsi guardandosi intorno, -Sono stata mandata qui dalla professoressa di chimica. Dovrebbe esserci un Tutor.- “Oh, sì! Kelsi! Entra pure, ti apro.” Il cancello nero si aprì di scatto. Kelsi entrò e questo si richiuse dietro di lei. Camminò svelta verso la porta della villa, superando l’enorme fontana con una statua rappresentate un piccolo cupido al centro che emetteva sprizzi giocosi d’acqua. Suonò un altro campanello e quasi subito le venne ad aprire una ragazza della sua età, dai lunghi capelli biondi e con occhi color caramello. -Sharpay?- sbarrò i suoi occhioni verde scuro.
Nuova one-shot dedicata a tutte le sorelline del mondo. Nel mio caso per Herm90. Buona lettura. Baci ^^

Fa male non essere ricambiati dalla persona che si ama...e fa ancora più male quando quella persona si innamora di qualcun altro... 100 parole esatte

Sharpay non c'è più e Ryan è solo.... ma forse, anche dalla solitudine può nascere qualcosa di buono

Ed ecco a voi la mia prima fic su High School Musical, che ha come protagonisti due personaggi che io adoro; Ryan e Kelsie, un ragazzo e una ragazza completamente diversi, accomunati solamente dalla passione per la musica e dalla solitudine che li accompagna. Non so se piacerà a qualcuno, ma spero davvero di cuore di ricevere qualche commentino! Che altro aggiungere? Buona lettura e perdonate eventuali errori di battitura ^^

“Perdonami, ma mi sono permesso di scrivere un accompagnamento…. Era un peccato lasciare quella canzone fantastica senza musica, non ti pare?”