Dieci parole per dieci drabble. Dieci chiavi per accedere alla mente di un uomo e richiamare, in qualsiasi condizione e in qualunque tempo, il Soldato d'Inverno. Una sola possibile conclusione:
«Soldato?»
«Pronto a obbedire.»

Tesi: la vita è uno stadio dell’esistenza che parte dalla nascita e prosegue fino alla morte. È una condizione naturale e ineluttabile dell’essere vivente.
Antitesi: la vita è un sussulto nella sostanza dell’universo. La presunta intelligenza degli esseri umani è soltanto un guizzo di coscienza che non riesce a stemperare l’inutilità conclusiva della loro esistenza.
Sintesi: la vita è una condizione imposta all’interno di un lasso di tempo prevedibile soltanto entro certi limiti. È tollerabile in quanto permette lo studio, la ricerca e la conoscenza. Ogni altro aspetto è trascurabile, superfluo e potenzialmente nocivo.

Nathalie, alla sola età di diciassette anni, si trova in un carcere minorile ad alta sicurezza e da più di un anno ormai.
Insieme ad alcune compagne di cella ed alcuni amici tenterà un evasione, ma è impossibile superare FBI, Militari, CIA e Servizi Segreti.
Ed è qui che iniziano i sospetti: telecamere di sorveglianza ad orario continuato, pasti selettivi, controlli rigidi, divieto di ogni comunicazione con l'esterno.
Dal testo:
«Non ci pensare nemmeno.» Mi minaccia il Militare Black secco, alle mie spalle.
Non mi volto, ma non torno nemmeno indietro.
«D'accordo.» Soffia irritato, esattamente dietro di me. «Mettiamola così, bellezza.»
Odo qualche colpo duro, rigido e metallico, fino a quando non sento la canna fredda di una pistola tra le scapole.
Trattengo il respiro e inarco la schiena, involontariamente.
«Tu scappi, io sparo.»

Nikolaj Schvernik era un uomo sulle cui spalle gravava un numero esageratamente alto di anni passati in politica, riducendo la sua vita ad una sequela di alti e bassi tra un ruolo e l'altro, nessuno dei tanti abbastanza rilevante da elevarlo a qualcosa di migliore di un funzionario pubblico. Presentava un profilo incurvato da una scoliosi mai trattata a sufficienza, un paio di occhi acquosi e stanchi ed una capigliatura oramai ingrigita ma sempre ordinata. Un uomo burbero che aveva smesso di interessarsi alle persone o alle loro opinioni non appena aveva compreso che queste non gli avrebbero permesso nulla che non fosse un'inutile perdita di tempo.
[...]
Sempre chiuso nella sua rigidità, erano poche le cose che riuscivano a suscitare il suo interesse: le belle donne, un bicchiere di vodka ed il nome di Radoslav Iosif Savin.
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L'unica mira di questa fanfiction è quella di riempire il vuoto presente tra il primo ed il secondo film. Provvista di tratti del tutto originali ed alcuni ripresi dai fumetti, vuole fornire al lettore niente di più di un'ipotesi di quanto può essere successo. Il tutto nella speranza di poter soddisfare le aspettative dei più.