"Stregata da te" è una storia originale che ho partorito da un anno. Mi sono decisa a condividerla dopo un lungo periodo di riflessione. Racconta la storia di due anime solitarie che si ritrovano per puro caso in un tempo in cui non sapevano di avere bisogno di qualcuno.
«Mi domando cosa ci faccia un uomo da solo in un luogo affollato e pieno di distrazioni.» dichiaro prendendo l’iniziativa, facendomi coinvolgere dalla sua aria sfrontata senza rendermene conto.
«In realtà, ero intento ad osservare la ragazza più bella del locale.» afferma, diretto.
«Un adulatore, a quanto vedo. E come mai hai lasciato che fosse la ragazza più bella del locale a raggiungerti?» mi informo, portando con naturalezza calcolata i lunghi capelli da un lato, per liberare il collo e permettergli un’occhiata più approfondita alla mia mise.
«Hai delle teorie in proposito?» risponde, continuando a sorridermi insolente.

12 luglio. Per festeggiare la laurea, Kennett, Audrey, Victor, Ridwan e Imogen decidono di trascorrere il weekend nella casa sul lago dell’amico Rogan. Ignorando la momentanea assenza del ragazzo, i cinque si perdono nell’alcol, nei ricordi e negli strani indizi sparpagliati per la casa, che sembrano invogliarli a prendere parte ad un gioco, per ingannare il tempo mentre attendono che l’ultimo membro del gruppo li raggiunga.
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13 luglio, ore due del mattino. Rogan Reyes si presenta con un fucile da caccia carico e uccide a sangue freddo quattro persone, all’interno della casa. Viene bloccato e arrestato prima che riesca a premere il grilletto contro l’ultima persona rimasta in vita: la sua fidanzata Imogen.
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A volte, pretendere di scoprire la verità porta a pagare un prezzo troppo alto.
A volte, davvero, dovremmo accontentarci di non voler sapere.

La Bella e la Bestia è la mia favola preferita e questa storia è una mia personale rivisitazione, dove non c'è una fata, un sacrilegio o una rosa magica.
Ma c'è un ragazzo, prepotente, volgarotto, con una storia particolare dietro e una lei...
Una lei che inconsapevolmente gli insegnerà ad amare.

Emma Pardini ha 18 anni e poche certezze nella vita: una di queste, è l’amore per il calcio.
Quando però chiede di poter giocare con Niccolò, il bellissimo capitano della squadra più forte del liceo, tra pregiudizi, prese in giro, sguardi derisori e abbondanti dosi di maschilismo, si trova a fare i conti con una realtà più ostile del previsto; una realtà dove donne e calcio sono un binomio assolutamente non contemplabile. E decidendo di formare una squadra interamente femminile per giocare il Torneo, le cose sembrano destinate a finire nel più disastroso dei modi…

Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.