Basta così poco a sconvolgere un'esistenza, a cambiare la sorte di un individuo. La scomparsa di Marco Bodt dalla battaglia di Trost segna profondamente la vita di Jean Kirschtein. Marco non è da nessuna parte, niente indica che sia quasi mai esistito. Jean può solo presumere che sia morto, e onorare la sua memoria unendosi alla Legione Esplorativa, la divisione di soldati che affronta i Titani nel loro campo.
Sono passati vent'anni dalla morte di Marco, quando il suo fantasma torna a tormentarlo.
- Se mi fate Comandante, morirete tutti. -
Rivaille si alzò dal divano, frugò nella tasca della propria giacca scura – la giacca del Comandante, realizzò Jean – e vi tirò fuori un oggetto, che lanciò al ragazzo biondo.
Jean lo afferrò curioso. Era il ciondolo di Erwin, il segno che il Consiglio Centrale rilasciava ai Comandanti delle tre divisioni. Viola ametista per Dot Pixis, rosso rubino per Nile Dawk, verde smeraldo per Erwin. Il verde dei prati infiniti fuori dalle mura, il verde delle cappe sulle loro schiene. Il verde della speranza.
- Sopravvivere non è mai stata un'opzione, in ogni caso. - dichiarò Rivaille, fissandolo.

Lo ha condannato alla vita di un infermo, uno storpio, un cieco; e tutto questo per puro e semplice egoismo. Per paura di perdere l'unica spalla contro la quale sia mai stato in grado di appoggiarsi, l'unica mano che sia mai stato in grado di toccarlo senza farlo scappare.
- Come va? - sussurra.
L'indice della mano destra di Marco sfiora uno zigomo; le altre dita si allungano fino a sfiorargli la nuca, dove i capelli sono corti, quasi del tutto rasati. Il sorriso che il solletico provoca in Marco è tanto sincero da sembrargli doloroso.
- È strano. - risponde. - È come...imparare a leggere, da bambini. -

Marco Bodt è una matricola del Trost College. Costretto a vivere da solo a causa del trasferimento del proprio compagno di stanza, incapace di farsi amici, la sua vita cambia quando per la prima volta incontra un antipatico ragazzo dagli occhi color ambra.
"Ci siamo già visti da qualche parte?" E potrebbe suonare ridicolo...
Ma questa è la storia di come ho offerto il mio cuore pulsante a Jean Kirschtein.
Traduzione. Prima parte della serie 'Like a Drum'.

Io sono Vegeta, il principe della gloriosa dinastia dei guerrieri Sayan. Io sono il migliore...e questo è il mio gioco.
Vegeta, insieme a Radish, Goku e Nappa, discendenti delle tre famiglie Saiyan sopravvissute all'esplosione di Vegeta-sei, sono cresciuti sulla Terra, circondati dal lusso e dai vizi.
Ormai prossimi alla maturità, passano le giornate a bere, fumare, giocare alla console e a sedurre ragazze terrestri.
Vegeta è il capo assoluto del gruppo e privo di morale e sentimenti, detta legge in ogni frangente. Tutto sembra piegarsi alla volontà del principe, ma un giorno davanti al cancello della sua sfarzosa villa, si presenta qualcuno pronto a contrastare il suo dominio. Se volete saperne di più, allora, benvenuti al Vegeta's Game.
Questa storia è dedicata a Luna_07, che con i suoi racconti mi ha fatto sognare e piangere.
Spero che piaccia a tutto coloro che come me soffrono di un'irreversibile " Vegetite "

Estratto dal primo capitolo:
[...Ogni cosa richiamava solo denaro, denaro intriso di sangue che sporcava le sue mani.
I peccatori lo cercavano, nascondendo la voglia di omicidio. Un mercenario al servizio dei veri vampiri che cercavano di sguazzare nel proprio cibo vermiglio, facendosi servire da uno "spietato" che si faceva corrompere con poco.
Questo si poteva pensare di un assassino su commissione.
Che altro?
Ma questi pensieri, passavano poco nella mente di Vegeta Prince.
Lui che con l'omicidio aveva stretto quasi un'amicizia fraterna...]
Due destini, due segreti, due persone.
Una notte lunghissima che sancisce dove il peccato risiede.
Vi regalo questa altra piccola long fiction, sperando che possa piacervi e vi regali emozioni! Spero d'avervi incuriosito!
Vostra Trish2805

Storia di un piccolo grande dubbio che coinvolgerà loro malgrado tutti i saiyan puri e non puri che vivono sulla Terra. ^_^
[Nota: io sono fan della coppia Vegeta/Bulma e nelle mie storie si vede sempre. Qui ho dato spazio a vari personaggi, ma arriverà il turno di tutti. ^_^]

Il ragazzino chiuse gli occhi un istante. «Quello che volevo sapere è…» li riaprì, e fissò un punto vuoto ai suoi piedi. «C-come fai a non fare male a Videl?» Rialzò il capo, sentendosi arrossire, e si decise a guardare il fratello.
Gohan sbatté le palpebre. «Male? In che senso? Perché dovrei farle del male, scusa?»
Goten si sentì infiammare le gote. «Beh, tu sei un saiyan, no? Eppure avete avuto una figlia, quindi significa che in certi momenti…»
«Goten!» lo interruppe il fratello, che era diventato a sua volta color peperone. «Ma che razza di domande fai?! Quello che faccio con mia moglie in privato non è affar tuo!»

E se Trunks Brief dodicenne facesse capolino nella vostra classe come un normalissimo studente di Pescara?