[Post The Avangers]
Umiliato e sconfitto Loki ritorna ad Asgard per ricevere la punizione del Padre degli Dei.
Aveva i chitauri, aveva il Tesseract... Come aveva potuto perdere la sua guerra?
Questa è la domanda che lo tormenta mentre Thor lo conduce al cospetto di Odino.
Una domanda che troverà risposta anche se, quella risposta in cuor suo, Loki l'aveva sempre saputa.

“Nel buio che lo inghiotte, Thor tenta di urlare, ma non esce alcun suono. La sua voce gli rimbomba straziata nella testa. Le dita graffiano ancora la superficie estranea senza arrecarle danno.
Cerca una risposta, ma l’unica che gli pare di trovare è la più folle, quella che più lo terrorizza. E Thor Odinson, ha terrore di ben poche cose.
...
Non ti servono parole, fratello, non ci saranno può orecchie a cui mentire."
[Thorki one-side]

«Non sei ancora sazio di carne?» sibila quella sua lingua forcuta, piena d’astio e cocente invidia. A che ti riferisci, mio ombroso fratello? Alle carneficine ordinateci da nostro Padre, per difendere la maestà del Regno Eterno, o ad i carnai di piacere in cui scelgo di smarrirmi di mia sponte?
«Perché mai dovrei esserlo?» ribatto con gioioso noncuranza, sedendomi al tuo fianco, ed i tuoi occhi zampillano di brace. Sono certo che a farli ardere non sia il crepitio del fuoco.

Vide Loki, il corpo steso a terra coperto di sangue scarlatto, il cuore ancora pulsante scandire i battiti sempre più lentamente mentre lui, erede di Asgard, non poteva far altro che guardare quei bellissimi occhi spegnersi piano. Non gli importava se Loki non lo avrebbe mai accettato...
Una storia di Astharte e Lentiggini.

Il pavimento è liscio e gli occhi fissano solo quella superficie chiaro-scura. Non ci sono movimenti, solo la fastidiosa scia di fumo di quella sigaretta, che riempie la stanza con quell'aroma pungente e nocivo. Ma di qualcosa si sarebbe comunque dovuti morire, almeno questo, era quello che pensava il ragazzo dai lunghi capelli scarlatti. L'altro, invece, non sembrava vedere le cose nello stesso modo del compagno. Era infastidito e schifato, e se si fosse trovato in uno stato più lucido, si sarebbe, come al solito, inviperito, sputandogli contro sentenze fino allo sfinimento. Ma niente. Niente, a parte quel fumo, si azzardò a interrompere quella sorta di quarantena, dove entrambi, si erano rinchiusi.

Asgard. Oggi e un’eternità fa. Uno dei tanti universi possibili. Come due opposti, Loki e Thor si uniscono e si separano in una vorticosa danza di amore e disperazione, vita e morte, come due parti separate di un'unica entità tenute insieme dalle fila del Destino.

“Nero intervenne dando un poderoso calcio con entrambi i piedi al viso dello sconosciuto. Lo scagliò lontano, gli sparò contro un colpo doppio con la Blue Rose, poi lo disarmò e si ritrovò in piedi su un braccio della statua di Sparda, il nemico sull’altro, entrambi con le pistole puntate.
« Nero!! » gridò Kyrie.
« Segui tuo fratello, vattene da qui!»
« Tornerò con dei rinforzi! Nel frattempo tienilo a bada!!» disse Credo prima di fuggire con la sorella.
« Non vedo l’ora » sussurrò Nero, gettando a terra con un movimento del capo le cuffie ancora accese da cui fino a poco prima ascoltava la musica.”
Oddio quant'é difficile scrivere l'introduzione!!! Prima fanfiction in assoluto, dopo anni ho raccolto il coraggio per scrivere, e direi che ne ho raccolto a sufficienza XD

Una dama si alzò dalla tavola, battendo le mani per richiamare l’attenzione del re e di tutti i cavalieri.
Kay il siniscalco, seduto accanto a ser Bedivere e a ser Mordred, borbottò: «Oh Dio, ecco che ritorna la pazza»
La bella dama mora, tutta presa dal suo discorso finse di non sentire, e proseguì: «Ho inventato un gioco per questa serata»