Un prologo, interludi, movimenti e un epilogo. Siamo ad Ecbàtana, in Persia, nel 324 a.C. – Efestione, sul letto di morte, ci racconta in prima persona il dramma di attendere il compagno della sua anima. Alessandro sta giungendo da Babilonia, ma nell’attesa i minuti che gli restano sembrano lunghi come ore, sebbene gliene rimangano pochi. È così che si aggrappa caparbiamente alla vita, immergendosi nella lotta come ha fatto durante l’intero corso della sua esistenza, scorrendo in rassegna gli avvenimenti che l’hanno portato fino a quel momento…per valutarli alla luce del più sincero dei modi: l’ultimo respiro. Dalla prima persona dell’interludio si passerà, in un costante intrecciarsi, alla terza persona dei movimenti, dove si delineeranno, attraverso dei flashback, la figura di Alessandro e i motivi della nascita di un rapporto così saldo, a partire dal primo incontro tra i due, avvenuto durante l’infanzia. Una storia che narra di un sogno di gloria, su uno sfondo di guerra e di sangue, retto da un’amicizia che trova la sua vera dimensione nell’amore…un sentimento e un'impresa racchiusi nella definizione di "un’anima in due corpi".

Solo un'attesa, dove innocenza e seduzione si confondono. Pg originali: due elfi ricorrenti nelle mie storie, Cabranel e Caleloth.

Riassunto: Alla fine il buon fratello si arrese «Poiché non posso fare nulla per cambiare i tuoi duri pensieri, per sgretolare il solido granito di cui è fatto il tuo cuore, io ti lascio andare, fratello. Ma ricorda sempre: c’è ancora una luce nei tuoi occhi oscuri. Non lasciarla morire. Non dimenticare »
Note: Questa storia in forma di favola è nata per raccontare un mio personaggio originale, Cabranel. Ho usato in questa occasione due nomi fanon, Nestadion e Thingalad, trovati nei siti di LOTR e in particolare nel sito www.theargonath.cc, ma ormai di uso comune nelle fan fiction di questo fandom.
All’epoca in cui scelsi il nome Cabranel sbagliai, poiché “elfo dei corvi” avrebbe dovuto essere “craban el”. E perciò tutto questo nasce per giustificare il primo errore. Poiché però mi sono trovata ad inventare altri nomi, come i genitori di Cabranel, tali Nestadir e Isilel… non si escludono nuove storie per giustificare nuovi errori…
L’idea del corvo parlante l’ho presa da Elfroses e dal suo bellissimo racconto “Spegni la luce e raccontami una favola…”. E perciò cara, se dovessi passare di qui, spero che questa cosa non ti dispiaccia ;)

Solleva il braccio e sfiora il volto di Alessandro con il dorso della mano, con quella delicatezza scevra di sottintesi che sa di poter usare solo nei suoi confronti; entrambi gli occhi sono azzurri, adesso, e fissi su di lui con una dolcezza dolorosa, quasi opprimente. Oh, rimembra quel colore brillare nelle notti di luna piena, quando il riverbero argenteo delle stelle copriva di diamanti le sterminate praterie della Macedonia, e di come sembrasse bastargli soltanto quello, di come loro due bastassero a riempire il mondo. Quando i sogni di gloria erano ancora soltanto sogni, e non c’erano corti fiabesche e terre straniere attorno a loro e sotto i loro piedi.
Ora tutto è cambiato, ma quegli occhi sono rimasti gli stessi.
Ciò che li lega non muterà mai.
[ Alessandro/Efestione, perché su questo pair non si scriverà mai abbastanza ]

Innamoratami del dialogo tra Alessandro ed Efestione sul balcone di Babilonia, mi è venuta l'ispirazione per questa fanfiction. Perché, non prendiamoci in giro: le dichiarazioni dei due innamorati più belli e dolci della storia dell'Uomo dovevano essere coronate da una notte d'amore.

- Resta con me stanotte, Efestione – mormorò Alessandro.
- Non conosco altro posto dove vorrei stare. – rispose Efestione.