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Danielle trascorre il viaggio quotidiano in autobus fissando il paesaggio sempre uguale, con poca voglia di tornare a una casa dove si sente solo ospite. Peter resta sempre in piedi vicino all’uscita, isolato da tutti e protetto dal cappuccio sempre alzato.
Sulla linea 97, il destino dà appuntamento a due vite all’apparenza diverse, ma gravate entrambe da troppi addii e sogni infranti.
Riusciranno a vedersi, pur avendo ormai rinunciato a guardare davvero il mondo, e ad arrendersi al bisogno disperato del calore di un abbraccio, per lenire anni di solitudine?
Questa non è solo una storia d’amore, è un inno alla speranza che non deve mai scomparire, alle seconde opportunità che la vita ci offre, perché l’autobus, presto o tardi, percorre la strada di ognuno di noi.

«Mi piacciono tanto i tuoi colori, Sandy» disse Nick, divertito e lievemente rosso in volto.
«Grazie, possiamo usarli insieme se vuoi» rispose composta la bambina, lasciando trasparire la buona educazione che gli avevano dato i suoi genitori. Spostò l’astuccio verso Nick, con la manina dalle unghie smaltate di rosso.

“Appunto non riuscirà mai a portare me e te insieme,quindi mi dispiace ma io li sopra non ci salgo nemmeno morto” disse lui deciso sedendosi sul gradino davanti alla porta. “E poi mi rovinerò la messa in piega” aggiunse facendo una smorfia di orrore al solo pensiero di rovinare quella meraviglia.
Lily roteo gli occhi e strinse i pugni,aveva una gran voglia di prenderlo a pugni. Ossì se ce l’aveva! Quell’egocentrico pallone gonfiato le avrebbe pregato di smetterla di prenderlo a pugni da quanto gli avrebbe fatto male. Peccato però che la parte che odiava Joseph Adam Jonas era estremamente piccola in confronto a quella che era perdutamente innamorata di lui.

Un'altra fic su e per Diletta. Non dovete considerarle collegate alle altre shot su/per lei.
C'era un posto che Diletta, da quando viveva a Los Angeles, aveva sempre amato, ed era un enorme campo di girasoli posto in periferia, sconosciuto ai più. Andava sempre lì quando doveva pensare, sfogarsi o scrivere. Era il suo posto, e l'unica persona a cui aveva detto della sua esistenza era Joe.
[...] Tra le tanti fini che aveva immaginato della sua storia con Joe, quella non l'aveva mai considerata. Aveva sempre creduto che, se mai si fossero lasciati, sarebbe stato lui a prendere l'iniziativa, non lei. Questo dimostrava quanto si sbagliasse.

Ho voluto creare questa fan fiction modellandola come un libro; Ho voluto creare qualcosa di diverso.
Nella mia vita ci sono sempre state domande a cui mai nessuno ha saputo dare risposta [...] Ed infine colgo la più importante: chi sono io? Una ragazza cresciuta in un orfanostrofio. La mia vita cambierà grazie ad una famiglia: la famiglia Jonas. La mia famiglia, ma...
{ "Ero sveglia ma avevo ancora gli occhi chiusi. Era notte fonda. La mia manò scivolò a toccare l'interno coscia sinistro: era tutto vero. Ma allora... [...] " }
Buona lettura ;D

Perchè non c'è un perchè ad un bacio, non c'è un perchè al sesso...non esiste un perchè all'amore, esso viene quando meno ce lo aspettiamo. Una pioggia di stelle che fa da spettatrice ad un primo, romantico, spontaneo incontro alla scoperta della sessualità. Una favola romantica ed erotica senza troppe pretese. Dedicata a tutte coloro che sognano, o che hanno sognato almeno una volta, di essere amate in modo così dolce...

Il palco era ancora illuminato dai faretti colorati posti sopra la mia testa, le uniche luci presenti nello stadio al momento, oltre ai cartelli illuminati che segnavano l'uscita. Non avevo idea del perchè mi trovassi ancora lì, al buio, da sola, sapevo solo che dovevo rimanerci. Avevo ancora l'immagine di quel ragazzo moro che, con la chitarra in mano, faceva muovere il pubblico da una parte e dall'altra, come se fosse suo padrone. Vidi, nella mia testa, il suo sorriso compiaciuto a fine concerto, mentre, insieme ai suoi fratelli, spariva sotto il palco. Proprio in quel momento, una figura, uscì dalla porta situata in fondo al palco, dietro la batteria. La luce soffusa illuminava solo i suoi contorni, ma mi bastava per capire chi fosse. «Nicholas» sussurrai. Il suo sguardo scattò verso di me, mentre il suo corpo si paralizzava sul posto. Mi vide subito, seduta sulla passerella, a cavalcioni. Pensai di essere un'ombra indistinta nel buio, fino a che, a denti stretti, aprendo la bocca in un enorme sorriso, lui non pronunciò il mio nome. «Julie» il mio nome si perse nell'enormità di quello stadio.

Prima regola: non parlare. Il buio a celare i volti e il silenzio a nascondere l’identità.
Una villa di campagna e una strana festa sullo sfondo. Allo scoccare della mezzanotte inizia il gioco e la buia stanza numero 6 ospita complice la passione travolgente di due sconosciuti.
Riusciranno a seguire le regole e a non desiderare di togliersi la maschera?

[...]C'era Joe, ovunque Joe. Soltanto Joe.
Non sapevo nemmeno se fosse possibile... sentire un'altra persona a quel modo.[...]
Nuova shot sperimentale, tutta per Joe.

[...]- Sei proprio un grandissimo stronzo, Joe! - Singhiozzò Gabrielle, stringendosi nella felpa di lui. Se la strizzò addosso e quella, un po' troppo larga, nel compiersi del movimento le scivolò leggermente di lato, scoprendole la spalla.[...]
Coco, Joe ed una classica lite fra innamorati. Ennesima shottina nata così, dall'ascolto di una canzone!x3

"Ops.." mormorò Nicholas socchiudendo gli occhi: a parlare non era stato Kevin. "Scusami Joe...Non volevo..Ho avuto un incubo e stavo...scusa..." il ragazzino si arrampicò sul letto del fratello in silenzio. Dall'altro lato, un undicenne assonnato si stropicciò la frangetta ed inforcò un paio di occhiali a montatura tonda. "Io lo sapevo che mamma non doveva mandarti a quel cavolo di spettacolo..." borbottò mescolando parole ad uno sbadiglio.

E Sofia gemeva soffocata da quel bacio, nel suo cuore sorrideva felice che anche lui provasse quella strana sensazione che le bruciava il sangue e l’anima. Storia un po’ cattiva di una ragazza e della sua schiavitù dagli occhi cobalto e i capelli d’oro.