Regno Unito, 1981.
Molotov, manganelli e barricate.
Brixton, tre ragazzi senza nome confusi nella foschia degli incendi che inghiottono un quartiere.
Londra, condensa di respiri ubriachi sui vetri della Piccadilly Line.
Piccole storie, flash scattati di sbieco nelle vite di sconosciuti incontrati per caso. Istantanee di guerriglia urbana.
Joe Strummer che canta delle Pistole di Brixton, ossa scricchiolanti di rimmel e Siouxies and the Banshees.
Ha respirato benzina per dodici ore imbevendo gli stracci nei serbatoi delle macchine parcheggiate, svuotando birra da mezzo pound nei tombini e facendosi venire le vesciche per impilare le molotov finite.
Lui ha cercato me, nella sua divisa da ragazzo perbenino con la cravatta e l'ultimo bottone della divisa allacciato. E i suoi occhiali da vista, e i suoi capelli puliti, e il suo buon odore.

Dublino le sue strade ciottolate, la Guinness nei pub poco illuminati, le risse giù per Dawson Street, la Liffey mai davvero silenziosa, e il tempo di vedere un sacco di albe far cambiar faccia alla città dove sono nati, e comincia a star stretta.
Baez, spacciatore dislessico che vive su una barca, Dorian e Kol abitano in una casa dove nessuno vive davvero, e sopravvivono a se stessi senza parlarsi.
Des, insofferente e sarcastica, non saprebbe curare una pianta ma si trova a barcamenarsi nella vita di tutti. E Weeze, Merr, Naoko, Gigi e Stones, che finiscono per inciampare uno sull'altro fra le vie di Temple Bar, scartabellando insicurezze e rimodellando aspettative, in una colonna sonora che rimescola Pogues, Pendulum e The Smiths.
"“E' morta una ragazza?” Dorian riconosce la testa rossa allampanata di Stones O'Grady.
Non si salutano. Nessuno sa che si conoscono.
Nessuno sa che ha comprato Dexedrina da suo fratello per passare gli esami di metà corso.
Siamo tutti dei cagasotto, alla fine.
Nessuno conosce nessuno come vorrebbe, ma finiamo per conoscerci tutti, che lo vogliamo o no.
Gli eroi di una generazione"

Questa OS è un progetto alquanto folle e campato in aria che trae ispirazione dalla mia long 5 O'Clock Heroes, e nella fattispecie da quelli che ormai sono diventati i "miei" protagonisti.
Succede che ci sono persone destinate ad incontrarsi, magari un pomeriggio in cui restituire Il Grande Gatsby alla biblioteca del Trinity College sembra l'incombenza peggiore del mondo.
Succede di incontrare qualcuno appena spinto dal proprio padre ubriaco giù dalla barca sfasciata dove vive.
Succede che la vita ti prende a calci, e vorresti lasciar andare tutto e fottertene, ma succede anche di avere fra le mani una torta ai frutti di bosco e un cigno di carta fatto con gli origami.
O forse non succede.
“Tu mi vorresti?”
Lo sai? Te lo ricordi?
Ricordi la musica techno senza un senso,
le sirene della polizia,
la consistenza del vomito secco sul bordo del cesso di servizio?
Ricorda il cigno di carta fatto con gli origami.
Ricorda...
di come per un soffio non mi hai salvato la vita, la notte che non ci siamo incontrati...