-e perché non te ne ritorni lassù?- feci segno col mento, mossa molto sbagliata in quanto mi fece avvicinare la bocca di più a lui. Eravamo vicinissimi. Avevo le spalle al muro, non potevo scansarmi ero bloccata dal suo braccio appoggiato al muro. Non potevo farci niente, o non volevo..
-beh, adesso ho te angelo, perché dovrei tornare lì?!- disse sorridendo e avvicinandosi di più a me. Era molto bravo a confondermi non aveva ancora risposto alla mia domanda.
-ti prego non farmi ridere.- cercai di essere il più seria e menefreghista possibile, ma le mie labbra che tremavano e fremevano per colpa della vicinanza mi tradirono.
Ci fu silenzio.
-cosa vuoi da me? Chi sei?- gli chiesi per l’ennesima volta. Mi guardò, poi portò la testa all’indietro e mi rispose:
-sono un angelo caduto.-