"Vuoi la verità?"
L'avevo sempre reputata un'avventura, non avrei mai pensato che quel ragazzo così diverso da me sarebbe potuto essere più che uno svago. D'un tratto come un orologio che aveva smesso di funzionare, riprese a ticchettare d'un tratto girando le lancette all'impazzata e recuperando tutto il tempo perso. Tutto si fece più limpido improvvisamente.
"C'è qualcosa di più grande, il tuo corpo non mi basta più"

Accalappiata dalla novità che sconvolge gli schemi
"Lui ripeté il mio nome come per assaporarlo, risuonando stucchevolmente perfetto, il mio corpo fremette. "
Ma presa da una storia senza inizio e senza fine
"Il suo tono era un misto tra una promessa e una minaccia. Alla fine mi lasciai prendere dal desiderio sopraffatta dalle sue carezze. "
Rude, pesante, la realtà non è mai stata così cruda
"Con Jason non mi sentivo in imbarazzo, forse per il suo spirito giocoso e sfottente che predominava anche sotto le lenzuola. Mi lasciai andare ad una risatina mentre le sue labbra scorrevano sul mio petto.
Le regole erano sempre le stesse: era possibile qualsiasi tipo di contatto, ma non quello tra labbra."
Combattuta tra il nero ed il bianco
"Le sue labbra avevano la stessa consistenza dei petali di rosa: vellutati, sottili, delicati, morbidi; mosse in conseguenza al movimento della lingua che procedeva con cautela. Era calmo e rilassato, dotato di una leggiadria che non avevo mai avuto l'occasione di riscontrare in un uomo. "

Sara non sopportava gli occhi azzurri, ma i suoi erano come pezzi profondi di mare nei quali sguazzava, affondando alla ricerca di tesori nascosti nei meandri dell'oceano. Il candore della sua pelle le ricordava la sabbia bianca e fine delle spiagge di Sharm El Sheikh, proprio dove lo aveva incontrato: Leonhard.
***
Sara aveva scoperto che i suoi baci e le sue carezze erano più dolci di quei drink analcolici al cocco che adorava.

Lunghe ciglia coronavano quei fari azzurri fissi su di me che non feci nemmeno in tempo a scrutare per bene che il rumore dei tacchi si fermò: lei era di fronte a me.
In quel momento il locale mi sembrava troppo piccolo per entrambi quando con sguardo provocatorio spostò velocemente lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra, ritirando in dentro leggermente le sue per poi rilassarle nuovamente.
***
. Notava la mia eccitazione crescere ad ogni suo gesto provocante, "Dai Natalie, arriva al sodo" mi ripetevo. Avrei voluto che dimenticasse di tutta quella gente in discoteca per placare il mio istinto di farmela lì, violentemente e su quel divanetto, sotto lo sguardo di tutta le persone che avrebbero visto Natalie urlare dal piacere.

Sapevo che era giusto quando si inumidì le labbra con la lingua, fissando la mia bocca, prendendo ad accarezzarmi la guancia; sapevo che era giusto trovarmi lì, con il ragazzo che mi piaceva da impazzire sotto un cielo nero pieno di stelle su di una trascurata barca a vela. Sapevo che a momenti mi avrebbe baciata e sapevo anche che era giusto quando percepii il suo respiro più accelerato sul mio viso a poca stanza dal suo.