"Mi rivolgo a voi, stelle irraggiungibili che lontane assorbite i nostri desideri, vi è mai capitato d'essere abbandonate? Messe da parte per qualcuno che si dimostra essere più di voi.
Che sciocchezze, le stelle non hanno sentimenti ed io non faccio parte di voi, seppur non ho altro desidero che raggiungervi.”

Mai smettere di credere nell'impossibile, spesso ciò che crediamo tale, ricade nella più candida normalità.
Mattine assolate, caldi pomeriggi e lunghe notti, passate ad osservarti, naufragare tra i tuoi occhi verdi.
A carezzare le tue morbide ciocche bionde, senza cambiare, senza mai smettere di insultarsi.

Sempre più grigi, sempre più cupi furono i mattini; doloranti, esausti, i miei arti desideravano un solo attimo di pace. Debole, fioco, fu l’ultimo respiro che egli, riuscì a catturare.
Tremante, debellato, esanime, come una di quelle sfiorite foglie, fu il mio corpo tra le sue calde mani, fra le sue spente speranze.

"-Svegliati-
Svegliarmi? Perché mai avrei dovuto? Stavo così bene, tutto quel calore così avvolgente , crescente, eccitante, mi fasciava l’essere fino all’anima; scorreva funesto tra le mie vene, sentivo bruciare il sangue. "

"Ero li...pensavo, osservavo, non capivo.
Tutto nero come pece, unica fiamma, unica luce lì.
Scintilla dei miei pensieri, dei miei problemi, della mia confusione.
Ero li...turbato, arrabbiato, capii..."
Erano giorni freddi, poco movimento a villa Phantomhive..ma a che sarebbe servito?Tutta la confusione era raccolta in me. Maledette giornate cupe, da sempre le mie preferite, le odiavo erano come mille anni trascorsi all'inferno..ore dopo ore, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo..quel maledetto ticchettio mi trapanava il cervello.
Lui lì, immobile, instabile, titubante.
"Risentimento."