Fran Jolie Marina Stevenson è pazza. Completamente. Sebastian Lemaire è pazzo. Ed è il suo migliore amico, il suo amante, suo fratello. E Josh Hutcherson?
VII capitolo: "-Però, Bat, ci pensi? Josh Hutcherson.-
Rido. –Parlerai di lui, di quanto è bello, gentile, altruista e bla bla bla, per l’eternità, vero?-
-Vero.-
-Vorrà dire che tornerò a New Orleans e ti lascerò in pace a sbaciucchiare i tuoi poster.-
-Sei solo geloso.-
-Ah, certo. E perché mai?-
-Perché vorresti essere tu a sbaciucchiarmi.-
Alzo gli occhi al cielo. Ci risiamo. Questo è il momento. Cosa fareste voi al mio posto? Avere una migliore amica e pseudo sorella che gioca la parte della femme fatal per farvi uscire di testa? Insomma, avere una ragazza intelligente, bella, ammattita e unica tra le vostre braccia ed essere in potere di farne ciò che desiderate? Cosa fareste?
Probabilmente fareste ciò che faccio io.
Prima di avvicinare volutamente esitante la mia bocca alla sua, la sento ridere."
Buona lettura.
JoJCho

Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.

Un giorno in più o in meno dentro a quel carcere non faceva ormai molta differenza per lei, che ormai vi aveva passato tre anni e mezzo della sua vita per un fatto che aveva commesso con piena e riconosciuta colpa. Non si era mai dichiarata innocente, la coscienza e l’evidenza dei fatti non glielo avevano permesso. Un mese in più o in meno, invece, cominciava a fare sentire il suo peso. Se poi pensava a quattro anni tagliati tutti d’un colpo, Meg poteva mettersi a piangere dalla felicità. E fu infatti quello che fece. Camminava e piangeva, con le mani bloccate all’altezza del bacino non poteva asciugare le lacrime, ma non le importava. Una volta tornata in istituto avrebbe chiamato i suoi, a casa, per riferire la notizia. Non erano venuti: papà si era fatto prendere dalla febbre stagionale ed il tribunale scatenava in mamma dei violenti attacchi di panico. Diciotto mesi e tutto sarebbe finito.

L'atmosfera era decisamente sbagliata, fuori dai loro gusti ed abitudini. Troppo lusso, troppo sfarzo, troppa moquette bordeaux... Troppo. C'erano troppe persone nella hall, troppi facchini indaffarati, troppo. Solitamente alloggiavano in hotel somiglianti a quello solo per la variabile prezzo: preferivano arredamenti moderni, personale giovane e quel tocco metallico che lì dentro sembrava non esserci. Il legno la faceva da padrone, insieme ai tendaggi pesanti ed ai colori scuri e soffocanti. Peccato, quella volta era andata, come erano soliti dire, la prossima sarebbe stata migliore...