Il blu venne avvolto da un brivido appena il rosso posó le sue labbra sulla sua fronte.
Inizió a sentire caldo, molto caldo, mentre il suo stomaco si riempiva di crampi sempre pił forti e frequenti, che lo sigillavano in un insieme di emozioni contrastanti.
Era agitato, perché bastava che Akashi gli posasse un semplice bacio sulla testa per far cadere a pezzi la sua freddezza esteriore, uno scudo che si era costruito lentamente, giorno dopo giorno, diventando il ragazzo invisibile.
Trattenne il respiro, percependo il proprio viso infiammarsi, mentre le sue goti diventavano di un rosso tenue.
Dovette costringersi a rimanere immobile, aspettando che il cuore nel proprio petto rallentasse di ritmo, cosa che non avvenne affatto anche quando il rosso concluse il breve contatto che aveva iniziato.
Kuroko sbatté pił volte le palpebre, arrossendo ancora pił vistosamente, tanto che le sue guance divennero di un acceso scarlatto.
Akashi lo fissó, mentre ogni convinzione che aveva avuto fino ad oggi andava in fumo.

-Non avevi detto di aver qualcosa da dirmi prima che ti coinvolgessi nelle pulizie primaverili?- disse Yuu, improvvisamente, con tono incerto, fissando la schiena del ragazzo difronte a lui, il biondo, che stava per uscire dalla porta del suo appartamento
Caló un assoluto, assurdo silenzio in cui Mika si voltó con il cuore bloccato in gola, percependo la gola farsi arida e secca.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma davvero non ci riusciva.
Il suo cuore voleva farlo, voleva scrollarsi di dosso tutti quei sentimenti che teneva nel suo petto da quando il ragazzo dagli occhi verdi aveva fatto capolino nella sua vita.
La sua mente invece, respingeva con ostinazione la scelta, cercando di eliminare l'idea, facendogli raggiungere pensieri sconfortanti e deludenti.
Come poteva dire a Yuu che lo amava ? Come poteva anche solo pensare di poter essere ricambiato?
Lui, un mostro.
Yuu non l'avrebbe mai accettato

Era un giorno freddo, fiocchi di neve scendevano lenti e pacati.
Un giorno di neve che Kaneki avrebbe odiato per sempre.
-Torniamo a casa- disse improvvisamente Hide, la ferita sanguinante e il viso pallido, con espressione indebolita.
Kaneki lo fissó per qualche secondo prima di percepire le lacrime iniziare a rigargli le guance, mentre il suo cuore gli scoppiava dal dolore e dalla sofferenza.
Ricordava perfettamente quell'ultimo giorno di neve che aveva passato con lui, era stato positivo.
Non come questo, in un momento tale.
Aveva il suo amore tra le braccia, il suo migliore amico, il suo compagno...
E non poteva non piangere, ricordando quella notte di neve.

[inazuma eleven]
[inazuma eleven go]-Stiamo in camera insieme?- chiese Arion, prendendo alla sprovvista Victor che sembrava, e che aveva, la testa completamente altrove, rendendosi conto che il pullman su cui erano saliti per la gita si era gią fermato, arrivato a destinazione: una landa verde e luminosa al chiaro di luna con una casa dall' ottimo aspetto e con circa davanti un campo da calcio.
Victor annuķ con un rapido cenno, senza dire nulla, infilando le mani nelle tasche dei propri pantaloni, facendo aggrottare la fronte ad Arion.
Gli aveva parlato per quasi tutta la durata del viaggio, senza ricevere alcun tipo di risposta, cosa che non lo aveva preoccupato molto...
Almeno fino ad adesso

[][Yu Gi Oh Arc V]Il ragazzo dai capelli viola si costrinse ad abbassare lo sguardo, cercando di respirare.
L' ansia stava cominciando a prenderlo insieme ad una strana sensazione allo stomaco.
Yugo sorrideva in modo strano da quando Yuya si era seduto affianco a lui in quella sedia dall' altro lato del tavolino, lasciandolo accanto a Yuto.
Continuava a sorridere, ma in maniera ben poco allegra e decisamente finta.
Yuri sentiva davvero il bisogno di alzarsi e di prendere una boccata d'aria da quel clima cosķ asfissiante che si era creato tra di loro e tiró fuori immediatamente una scusa per filare via, accelerando il passo e raggiungendo il bagno con un caos di emozioni che lo attraversavano come scosse elettriche.
Aveva visto Yugo irrigidirsi sempre di piś ogni volta che Yuya gli si avvicinava con aria allegra e spensierata.
Che cosa gli prendesse era un mistero.
Che fosse geloso di lui?
Che volesse Yuya e perciņ fosse dunque irritato nei suoi confronti?
Questo pensiero lo agitó, respingendo l'improvvisa tristezza mischiata alla gelosia che lo colpģ, quasi gli cadesse il mondo addosso.

Jude aggrottó la fronte, fissando il ragazzo difronte a lui con un pacchetto in mano, circondato dagli altri.
Questo era gią aperto e il ragazzo con la metą testa rasata doveva pescare la stecca rossa, a cui era stato legato un biglietto con su scritto un nome.
Il nome del ragazzo con cui sarebbe rimasto nella stessa stanza, rinchiuso per un ora.
Jude lo fissó ancora, trattenendo il fiato, indeciso se sperare che uscisse il suo nome o no.
In primo caso sperava di sķ perché non voleva che finisse con qualcun'altro.
Nel secondo caso invece non voleva perché aveva paura di ció che sentiva nei suoi confronti.
Una volta chiusi lą dentro, poco ma sicuro, Caleb avrebbe iniziato a stuzzicarlo.
Lo conosceva fin troppo bene ed era pronto a scommetterci sopra.
Era la propria reazione che lo spaventava a morte, i propri sentimenti erano difficili da trattare.

[Yu-Gi-Oh Arc V][Yu Gi Oh Arc V]Il rosso se ne stava seduto ad un bancone di uno di quei, decisamente poco raccomandabili, bar del quartiere.
Teneva il bicchiere in mano, rotandolo, facendo oscillare il liquido dentro ad esso con aria fintamente drammatica, squadrando la barista con i suoi occhi azzurri.
La fissava, strizzando leggermente gli occhi, guardandone i fianchi larghi, il seno prospero e l'aria da cerbiatta innocente.
Una preda facile insomma.
Per quanto si sforzasse perņ, quella donna non riusciva a distrarlo da pensieri e fantasie riguardo ad un altra persona.
Una persona sarcastica e formidabile.
Una persona sexy e eccitante come nessun altro.

Aveva iniziato a correre, non aveva potuto farne a meno, lasciando nella propria stanza la divisa scolastica e i libri, cambiandosi in fretta e furia, cercando il pacchetto regalo che doveva aver lasciato da qualche parte ma che non ricordava esattamente dove.
Era importante che lo trovasse, era pił che necessario.
Si immaginó la sua espressione nel caso in cui non gli avesse portato nulla.
Probabilmente avrebbe assunto una delle sue espressioni distaccate, distanti.
Una di quelle che non si potevano ignorare.
Lo voleva vedere sorridere.
Voleva che sorridesse a lui.
Per questo affrettó la ricerca, buttando all' aria ogni singolo oggetto nella stanza, lasciandola pił in disordine di quanto non fosse mai stata.
Dopo eterni minuti di ricerca, finalmente lo trovó.
Era stato nel cassetto interno alla scrivania tutto il tempo.
-Oh, finalmente- disse dunque Mark, sospirando di sollievo.
Lanció un occhiata all' orologio.
Mancavano meno di sette minuti all' orario stabilito e quindi doveva raggiungere casa sua al pił presto possibile.

Kite se ne rimaneva seduto a gambe incrociate sulla sedia di legno, con lo sguardo fisso sul tavolo davanti a se.
Sentiva il cuore battergli frenetico nel petto ad un ritmo anormale.
Dall' altro lato del tavolo c'era Reginald che lo squadrava con intensitą, il biondo poteva sentire i suoi occhi studiarlo, leggerlo e ciņ non faceva che alimentare il suo plateale imbarazzo.
Maledisse mentalmente la sorella di Reginald che se n'era andata a fare shopping, lasciandoli a casa da soli.
Stava nettamente sudando, poteva percepire ogni secondo passare, scorrendo ad una lentezza inconcepibile.
-Dunque? Per quale motivo mi hai chiesto di venire qui?- chiese dunque il cacciatore di numeri, riuscendo finalmente a decidersi a parlare e su che cosa.

Ed eccoli di nuovo lķ, a studiarsi silenziosamente con occhiate fugaci, senza parlare.
Ogni sguardo lanciato valeva pił di mille parole, ogni scambio era segreto, qualcosa di cui solo loro due erano a conoscenza.
E non poteva non essere cosģ.