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Cara Autrice e piccola, ma fastidiosissima Fatina,
eccomi di nuovo a voi. Il mio ritardo non ha nulla a che vedere con un minore amore o gradimento per le storie guerresche e peripezie amorose del nostro Loki: il lavoro mi ghermì, mio malgrado!
Ma bando alle chiacchiere inutili e tediose e parliamo di loro, dei due sposini novelli e del loro… originale viaggio di nozze. Mi è davvero piaciuta tanto la scena di ouverture, con la sua delicatezza non solo descrittiva, come è tuo solito stile, ma anche e soprattutto di atteggiamento behavioristico della coppia. Mi spiego meglio. Sigyn tiene a creare un terreno comune con Loki e ciò compie dispiegando la sua azione nell’arco di tutti i capitoli dedicati alla trasferta su Jotunheim: è un piano dinamico, il suo, quasi Cavouriano, realizzato con una marcia di avvicinamento di piccoli passi, di minuscole conquiste, sì, ma costanti e progressive. Sigyn non è meno stratega del suo sposo, ma ciò che li differenzia è che la sposa ha lo scopo di creare un’ unione tra due cuori, tra due anime che, comunque, si cercano e si desiderano.
Bello il Cadetto così scherzoso, così sicuro del proprio fascino magnetico e, dalle sue parole sferzanti, una realtà emerge chiara a chi sappia riconoscerla: Sigyn gli piace, gli piaceva allora, gli sarebbe piaciuta comunque, l’ avrebbe voluta e avuta in ogni caso, anche se nulla della congerie politica occorsa fosse accaduta.
Strategia. Ecco la parola chiave dell’ intero capitolo. Tutti, tutti i personaggi, nessuno escluso, in queste righe sono strateghi dei destini propri e degli altri, perché è con gli altri che il proprio fil rouge andrà intessuto con nodi e trame e orditi.
Frigga interroga, testimoni, indaga, prende decisioni, appiana le difficoltà che la giovane e principesca coppia dovrà affrontare al suo ritorno: vuole che tutto sia facile al nuovo membro della famiglia reale e che il canone di riguardo sia rispettato. Sì perché, parliamoci chiaro, l’ odiatissima Gudruf, con le sue meschine azioni, non ha forse mancato nei confronti anche del lignaggio del Principe, contravvenendo ai desideri della sua sposa? Ah, la magnificenza punitiva della Regina! Quanta ferrea e spietata logica nelle sue decisioni! Mi unisco alla risata dell’ amato Odo: hai tratteggiato con poche parole tutto l’ equilibrio, tutta la complice fiducia di questa coppia saldissima che, come sai, io adoro moltissimo.
Strategia. Quella che si respira nello studio del sovrano, ove mai venne meno la considerazione altissima per l’ acume brillante e affilatissimo del vero Stratega di Asgard. Ho amato molto le considerazioni del cuore di Thor che, pur essendo completamente conscio della natura doppia di Loki, non può fare a meno di desiderare la condivisione col fratello di ogni piano. Il principe oscuro scatena sempre così tanto fascino e sentimenti contrastanti in chi lo circonda, come prisma che riceve un solo fascio di luce e la divide in sette altri; tu sai cogliere e descrivere questa poliedricità prismatica sia in Loki stesso che in quanti lo accompagnino.
Stratega Helblindi, che vuole un re da acclamare e sa di averlo trovato nel sangue nobile e nella bramosia di uno Jothunn vestito da Ase. Stupende le sue insinuazioni, la sua pindarica favella che ricorda pur non dicendo, la sua sottile e capace verve politica che suggerisce una scappatoia a chi degli escamotage è il signore indiscusso dei Nove Regni. Ti ho mai detto che vedrei bene Helblindi come braccio destro di Loki al comando? E’ una figura bellissima, coerente, apprezzabile e con una sua etica dignitosissima. Sono convinta che ci riserverà molte sorprese.
Non mi soffermo oltre, mie care, perché voglio subito volare a leggere e commentare i due capitoli successivi!
Au revoir! |