Sono senza parole, ancora... Dire che il capitolo mi ha sorpresa sarebbe un eufemismo, è successo tutto (o quasi) quello che NON mi aspettavo.
Iniziamo dalla brutta notizia: la fuga del signor Marriot. Era un evento imprevedibile, dal punto di vista del lettore ignaro. In effetti hai semplicemente scritto che padre e figlia sarebbero andati da un amico di Marriot per nuovi affari. Non hai mai lasciato intendere che fossero in ristrettezze tali da rischiare così facilmente la bancarotta. Nè che il padre di Eileen fosse un uomo tanto vigliacco da abbandonare la figlia in una situazione del genere e, per giunta, in casa di uno sconosciuto. Forse posso capire le motivazione della sua scelta: intendeva proteggere la figlia dai creditori e dai pericoli di una vita costantemente in fuga e senza certezze economiche. Tuttavia, resta il fatto che mi era sembrato un personaggio più responsabile, dopotutto è un uomo di una certa età, con una figlia che ha cresciuto da solo e senza l'aiuto di una madre... Avrebbe dovuto agire in modo più previdente, anche se la sua decisione sembrerebbe aver messo al sicuro Eileen.
Passiamo al Signor Thompson. Questo è il personaggio che finora mi ha incuriosita di più. E' ambiguo e schivo, ancora non so se elencarlo tra i buoni o aggiungerlo al libro nero dei cattivi. Certo mi sembra profondamente cinico e disilluso dalla vita. A questo si aggiunge la sua (più che giustificata) rabbia nei confronti del padre di Eileen, che gli ha addossato il peso di una giovane ragazza di cui prendersi cura e a cui fare da padre. Il tutto mi sembra sufficiente per far perdere le staffe a chiunque. La nota positiva è che Thompson, pur essendo a volte sgarbato e scortese, si sta dimostrando migliore di Marriot: un amico gli ha chiesto un "favore" grandissimo e lui, anche se malvolentieri, è pronto a fare ciò che gli è stato chiesto. E' un gesto nobile da parte sua e anche molto onorevole: non tutti avrebbero preso in casa una ragazza solo perchè un vecchio padre irresponsabile e sull'orlo del fallimento aveva deciso che non era più in grado di prendersene cura personalmente.
Eileen, invece, mi ha profondamente delusa. Mi sarei aspettata un comportamento più razionale da lei, anche se le circostanze la giustificano pienamente. Resta assurdo, tuttavia, il suo desiderio di andarsene via dalla casa di Thompson, pur sapendo bene che non ha altro posto dove stare, nè denaro per mantenersi, nè parenti che possano magnanimamente decidere di ospitarla. Da quanto scrivi, Eileen ha intenzione di raggiungere il padre, ma questa possibilità mi sembra ancora più improbabile, dopotutto se Marriot l'ha lasciata significa che non poteva portarla con sè... Ancor più audace, nella sua stupidità, è il tentativo, da parte di Eileen, di andare a parlare con i creditori, sperando di convincerli ad aspettare il padre che, nella migliore delle possibilità, non tornerà dalle Indie prima di qualche anno... Nel complesso l'atteggiamento di Eileen mi è sembrato abbastanza infantile ma, considerata l'età che hai voluto attribuirle, direi che era prevedibile che si comportasse cosi. Quale sedicenne avrebbe reagito con calma alla notizia di essere stata abbandonata, essere caduta in disgrazia ed essere stata affidata ad uno sconosciuto?
Non vedo l'ora di leggere il resto, soprattutto per conoscere meglio il criptico signor Thompson! |