"L'anno scorso mi sentivo esttamente come adesso. Vuota. Come se il mondo mi crollasse addosso. Come se stessi cadendo senza mai toccare terra. Come se fossi morta senza mai essere stata viva."

Mary era un’anima vagante, un’anima senza un corpo vero e proprio.
Ogni 17 anni moriva e nasceva nuovamente in un nuovo corpo. Un ciclo senza fine e straziante, per lei e per chi l’amava.

Eros e Thanatos, così diversi, così indissolubilmente legati, reggono l'esistenza di ciascuno di noi: al mancare dell'uno, prevale l'altra, in un ciclo continuo. Quando la vita sembra appassire come un fiore reciso, la via di fuga può essere solo una...

"Dobbiamo smettere di vere paura e scontare la nostra pena, per costruire un futuro migliore tornando alle origini"

In questa storia ho deciso di parlare della donna, e dei suoi diritti e doveri nell'antichità...
Dal racconto:
"Non chiedetemi di appartenervi perché ne il mio cuore ne la mia mente son vostri. Il mio corpo lo è solo per quietovivere...."

Parla della solitudine

Una casa sperduta in mezzo alla neve ed un terribile segreto nel bianco.

Amelie aveva soltanto 13 anni quando iniziò a capire come andava la vita.
E da quel giorno voleva soltanto sparire.
Violenza|| autolesionismo ||un pizzico d'amore.

-dove è la tua stanza?-chiesi guardandomi intorno
-è questa- disse togliendosi la maglietta e lanciandola su una sedia di vimini in fondo alla stanza
-quindi dormirò sul pavimento?-
-no sul letto-
- e tu?-
-sul letto…con te-disse sulle mia labbra.
-non dormirò mai con te-dissi sbattendo i piedi come una bambina
-senti bimba tu dormirai con me che ti piaccia o no chiaro?ora sei mia-
-io non sono di nessuno tanto meno tua-dissi girigendomi verso la porta cercando di aprirla ma era chiusa…a chiave.

Aver perso un'amica all'età di 11 anni mi ha fatto veramente male!Lei è partita per sempre dall'Italia per andare in Germania con la sua famiglia:hanno deciso di fare come tante famiglie quelle missionarie.Ed ecco che mi trovo qui a scrivergli il dolore che provo per aver perso UN'AMICA FANTASTICA ED UNICA COME LEI!

Cara nonna,
Da quando abbiamo scoperto la tua leucemia, esattamente un anno fa, vedo come ti stai spegnendo lentamente. Come una fiamma che pian piano consuma la candela, anche tu, stai perdendo tutta la vitalità che ti aveva sempre caratterizzato. Vitalità che spesso non ho sopportato a causa della mia natura introversa. Vederti fischiare ai passerotti del cortile o ridere per cose inutili o cercare a tutti i costi strapparmi un abbraccio nonostante fosse palese il mio nervosismo, mi faceva irritare più di ogni altra cosa!
Eppure, adesso mi rendo conto di quanto sia stata insensibile nei tuoi confronti.

Selene ha conosciuto il significato della parola schizofrenia all’età di sette anni. Ovviamente non il significato clinico del termine, di quello ne è venuta a conoscenza al primo anno di liceo studiando psicologia. A sette anni, Selene ha potuto osservare i sintomi della malattia dal comportamento della zia materna. Donna che, a quel tempo poteva essere definita bella, corpo formoso, pelle chiara, occhi e capelli scuri. Proprio dagli occhi, Selene ha imparato a riconoscere che la sua adorata zia era schizofrenica. Occhi persi, nel mondo fittizio dove Diana, così si chiamava sua zia, era una principessa.

Il flamenco come espressione di vita, di morte, di passione.

Mi avvicinai al letto dell’ospedale. Triste. Era molto triste. Non mi guardava negli occhi, non parlava, sembrava stanco. Mi sedetti sulla sedia. Era freddo tutta l’atmosfera della stanza lo era, pure con il termo acceso. Era lui che emanava quella tristezza e quel grigiore.

A te, che mi hai cresciuta e amata sempre.
Piccola drabble scritta per la morte di mio nonno, avvenuta stanotte.