Recensioni per
The Days Lost in the Nightmare
di fiammah_grace

Questa storia ha ottenuto 41 recensioni.
Positive : 41
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Mi scuso per non aver recensito prima questa meravigliosa ff, era da un po' che la tenevo tra le mie storie ricordate.
Questo rapporto contrastato mi ha sempre intrigato, è innegabile che Wesker abbia sempre avuto un desiderio anche oscuro nei confronti di Jill. Hai ricreato molto bene un ipotetico scenario di come si possa essere sviluppata la storia antecedente alle vicende di Resident Evil V.
Una storia avvincente, scritta con attenzione e dedizione.
Complimenti!

Son Manu

Recensore Veterano
25/02/13, ore 01:38

*finisce di leggere il prologo*
… E fu così che partì il secondo “whoooa!” della giornata! XD
Wow, quando dicevi che eri contenta che avessi idee simili alle tue su questa fantomatica scena non mi sarei mai aspettata questo! *___* Voglio dire! Ma…! Ma…! Guarda…! *indica la pagina* Se sapessi di non offenderti, direi che le nostre menti hanno quasi avuto un parto gemellare! XD Non sai quanto mi sono emozionata!
… E fu così che rimasi a fissare sconvolta per la seconda volta in una giornata una pagina web! XD

Ora, seriamente… da dove comincio? *^*
Ok, prima di tutto, dalla copertina della storia! L’hai disegnata tu, vero? È davvero stupenda! *___* Complimenti~! Vorrei tanto essere in grado anch’io di fare una cosa del genere…
Devo dire poi che l’introduzione mi ha subito trasportata in quella dimensione di dolce rimpianto che appartiene di solito ai ricordi… poche parole ben scelte che hanno un grande effetto sull’atmosfera della storia. Sono curiosa di scoprire a cosa si riferisca in realtà… se al tradimento iniziale ai tempi della S.T.A.R.S. o a qualcosa che getta le radici in una ferita più profonda.
“Non era mai più stata padrona della sua vita da quel maledetto luglio del 1998.”, sai, questa frase mi ha fatto particolarmente riflettere su un paio di concetti che credo siano un po’ alla base di questo meraviglioso prologo. Da quello che sono riuscita a carpire, il risentimento di Jill nei confronti di Wesker è inizialmente collegato a due fattori: il primo, è il legame di fiducia spezzato nel luglio 1998; il secondo, invece, è la perdita di ogni controllo sulla propria vita da quel momento in poi… insomma, un’esistenza che da quel giorno si è ritrovata a danzare in precario equilibrio sulla lama di un rasoio. Quel che ho trovato molto bello e poetico nel tuo racconto e che, adesso, a distanza di quasi dieci anni, Jill riacquista seppur per pochi istanti il proprio libero arbitrio. Il che mi porta alla seconda riflessione, ovvero: l’immenso valore che ha avuto per lei la possibilità di scegliere cosa fare in quel momento. Non so, io credo che una parola italiana per descrivere questo concetto non esita, in inglese, invece, ci sarebbe: “breakthrough”, ovvero quel momento nella vita in cui si acquista la forza necessaria per fare breccia in un ostacolo che in qualche modo ci teneva in scacco… rappresenta una liberazione, nonché un’importante svolta. Non credo si possa essere più padroni della propria vita se non nel momento in cui si sceglie di sacrificarla per proteggere qualcuno. Ed ecco che il vero spirito di Jill Valentine si risveglia dalle ceneri come una fenice e torna ad ardere per un ultimo volo mortale verso le fiamme dell’inferno. Non sai quanta forza hai dato al suo personaggio nella descrizione della caduta. L’ho apprezzata davvero tantissimo. :)
E poi Wesker si risveglia e un presagio sottile incupisce l’orizzonte del suo futuro: “Ripensò alle parole di Spencer. “Il potere di un Dio…” . […] Lì per lì si rifiutò di pensarci, ignorando il turbamento che invece lo avrebbe presto condotto alla pazzia.”. Un destino segnato da una frase che è riuscita a insinuarsi nella sua mentre e a corromperne quasi ogni angolo. Wesker è ossessionato dalla ricerca del potere assoluto; peccato che questa folle corsa verso l’immortalità riesca a sfuggire persino al controllo di uno dei raziocini più brillanti della serie e a diventarne, ironicamente, il tallone d’Achille. Credo che tu, grazie a queste poche, inquietantemente splendide frasi, sia riuscita a dare la somma perfetta di ciò che è Albert Wesker in RE5.
Un cosa che ho notato e ho pensato fosse un ottimo tocco introspettivo, è che hai sottolineato il fattore... "maschilismo". Hai fatto benissimo a puntare un faro su questo lato della personalità dell'ex Capitano della S.T.A.R.S. Eh, già. Perché è proprio così. Bisogna ammettere che il buon Albert non ha mai trattato nessuna donna all'interno dell'intera saga con rispetto. Sembra che la considerazione che ha in generale delle donne sia pari a quella che può avere una persona per una bambola di porcellana: un meraviglioso oggetto decorativo completamente inutile. Utilizza sempre vezzeggiativi e ironia quando parla direttamente con loro, facendole passare per emerite idiote. Per non parlare di quando si ritrova a doverle affrontare direttamente in combattimento: ovvero, nella maggior parte dei casi, le ignora completamente (non ha in pratica mai rivolto la parola a Sheva durante tutto il gioco... un particolare che ho visto anche parodiato in giro XD), rivolgendosi direttamente al loro partner maschile. XD La mia teoria è che in realtà Birkin, quel simpatico birbone, gli abbia modificato gli occhiali da sole facendo in modo che, attraverso complicati giochi di luce, eliminino qualsiasi figura femminile dalla sua visuale. Dev'essere sicuramente così. Pooovero Albert, come l’abbiamo frainteso! Eeeh! X°DDDD
Però... però già in questo prologo Jill comincia a salire un gradino più in alto, nella considerazione che ha l'uomo di lei. Forse l'unica donna che può dire finalmente di essere stata presa in considerazione per le proprie potenzialità e non per il proprio bel faccino. "Si accorse di non aver mai conosciuto Jill Valentine"... alla buon'ora, fratello. Meglio tardi che mai! XD Non vedo l'ora di vedere cosa riuscirà a conquistare in seguito, la mia eroina preferita. *___* Io penso sempre positivo... poi va a finire che nel prossimo capitolo Jill viene degradata alla Fantozzi della situazione. XDDD


Stai ancora leggendo? TT__TT Non piangere, ora è tutto finito! XDDD
Vedrai, Wesker, cosa ti combina questa donna “che non ti sembra affatto una guerriera”! Vedrai! è___é *agita un pugno minaccioso nella sua direzione*
Università e esami permettendo, entro un anno da oggi riuscirò a leggere e recensire tutto, vedrai! XD
Per il momento, ti faccio tutti i miei più sinceri complimenti per aver scelto per prima di aprire uno spiraglio nell’universo delle fan fiction italiane su Resident Evil su questa coppia che, anche solo nella sua iniziale concezione, è pregna di un non so che di amaramente tragico, perfettamente rispecchiato dal tuo stile delicato e d'impatto.

P.S.: Hai mai ascoltato “Nothing Left Here To Burn” dei Lovers And Liars? Be’, quando ho letto questo capitolo e l’introduzione che ne hai fatto, ho pensato immediatamente a questa canzone… non so perché, ma credo che sia una colonna sonora perfetta per il rapporto che si verrà a creare nei prossimi capitoli fra Jill e Wesker… se, ovviamente, le mie intuizioni sullo svolgersi degli eventi non si riveleranno sbagliate! O___o
See ya~! :) 

Nuovo recensore
11/01/13, ore 13:19

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Gentile amministrazione,
volevo sottoporre alla sua attenzione la Fanfiction "The days lost in the nightmare" dell'autrice Fiammah_grace.
Secondo la mia modesta opinione, essa dovrebbe essere inserita tra le storie scelte del fandom di Resident Evil, per più motivi.
Sinceramente le qualità di questa opera sono molteplici e quindi cercherò di essere il più riassuntiva possibile; tuttavia non tralascerò gli aspetti fondamentali.
Per facilitarmi e facilitarvi il compito, dividerò la mia analisi in due parti, corrispondenti a contenuti e stile.

- Contenuti: L'idea di base dell'autrice è lodevole e molto interessante. Il suo è l'intento di spiegare quel gap narrativo in R.E. 5 che intercorre tra i fatti avvenuti nel castello di Spencer e quelli avvenuti a Kijuju, dopo l'arrivo di Chris Redfield.
In particolare ha voluto raccontare cosa è successo a Jill Valentine dopo la caduta con la sua nemesi, Albert Wesker.
Nella narrazione ha esplicato molti dettagli che nel gioco non ci sono, come per esempio l'applicazione del dispositivo sul petto della giovane o il fatto di come la stessa venga a conoscenza del PG67A/W, il siero che sarà basilare per sconfiggere l'antagonista.
A mio dire, però, vi sono altri elementi maggiormente degni di nota e riguardano l'analisi profonda dei personaggi di Wesker e della Valentine e le capacità evidenti dell'autrice di creare un intreccio credibile con gli stessi.
Al di là del fatto che si possa essere o no d'accordo con un tale pairing, sono dell'avviso che questo particolare passi in secondo piano di fronte alla storia stessa.
Mi spiego.
Innanzitutto è una love story sui generis, non certo "tutta rose e fiori", anzi è molto tormentata. La bravura dell'autrice è stata quella di mantenersi imparziale, non andando mai a invadere il "mondo degli ooc" e architettando gli eventi in maniera tale da renderli plausibili.
Ovviamente questa credibilità è estensibile ai singoli personaggi, di cui ha magistralmente messo in evidenza la psicologia.
In particolare qui mi riferisco ad Albert, di cui finalmente sono stati messi in evidenza i travagli interiori, i desideri, le tacite riflessioni (riguardanti anche la mortalità degli uomini) di cui certo non siamo completamente a conoscenza. Inoltre va sottolineato che ho trovato "questo" Albert molto simile a quello "reale", sia nelle movenze, sia nel modo di pensare, di parlare, etc... e ciò è estremamente degno di lode, in quanto non è assolutamente facile riproporre un personaggio del genere ex novo.
Il tutto comunque entra in contatto con un sentimento (l'amore), che non è presente nel gioco e di cui qui se ne fa portavoce Jill.
La ragazza, divisa tra cuore e ragione, esprime chiaramente le antitesi e le contraddizioni che animano il rapporto tra lei e Wesker, facendo venire a galla anche i contrasti che albergano nel biondo stesso.
Infatti quest'ultimo è in una sorta di limbo, diviso tra la crudeltà e l'umanità, tra l'essere una macchina assassina e l'essere l' ex capitano, che non è mai esistito.
Ad accompagnare la tragedia di Albert, tradito da Spencer e prossimo alla follia, c'è il dramma della ragazza, divisa tra un amore malato, inconcepibile, ma reale e ricambiato, e l'odio nei confronti di colui che l'ha tradita, in quel lontano 1998.
Qui c'è il salto di qualità nelle riflessioni dell'autrice. Ciò che è stato Ozwell per l'uomo, così lui lo è stato per l'agente. Di conseguenza, il fondatore dell'Umbrella è causa primaria di tutto, del fatto che i due, incatenati in una realtà impossibile da cambiare, non si possano amare completamente.
E' questo uno dei leitmotiv che fa reggere la storia, ovvero la distanza abissale che c'è tra l'eroina e l'antagonista, tra bene e male, irrimediabilmente attratti l'uno all'altra, inevitabilmente frenati dalla loro natura o da eventi dipesi da altrui volontà.
Voglio poi puntualizzare che la narrazione dei fatti si è svolta con criterio e rispettando i tempi.
Infatti è possibile riconoscere come la storia di loro due venga lentamente portata a maturazione, intrecciandola con il mondo di Resident Evil, fatto di scontri violenti, esperimenti, B.O.W,mire egemoniche malate.
Si alternano magistralmente parti "action" a parti introspettive, che volte esse vengono fuse insieme.
La bravura della scrittrice si è dimostrata anche in questo.
E' riuscita cioè a far calare il lettore nella storia, a fargli "sentire" pensieri e sensazioni dei singoli personaggi, narrando gli eventi senza mai annoiare e costruendo dialoghi coinvolgenti.
Ha saputo usare magistralmente la tecnica del climax, riproponendola più volte nel corso della Fanfiction e riuscendo sempre nel suo intento di sorprendere chi legge.
Altro punto a favore - e lo ribadisco- è la capacità di inventarsi scene e situazioni originali che nel gioco non sono presenti, ma rendendole comunque verosimili, come per esempio l'ambientazione dell'isola nel capitolo 9.
Mi sovviene poi anche in questo caso il cap.12, dove in un certo senso il mondo "normale" viene in contatto con quello di R.E..
Nella realtà non viene approfondita questa relazione ed è un vero peccato, perchè fornirebbe molti spunti di riflessione.
Comunque il brano sopra citato induce a riflettere, soffermandosi sulla normalità disarmante con cui gli antagonisti considerino in maniera fredda e distaccata il mondo esterno, fatto da persone "normali". In fondo li considerano solo come oggetti, un tramite per raggiungere i loro scopi...
In seguito volevo soffermarmi sull'abilità dell'autrice di inserire nella storia citazioni più o meno concernenti R.E., rimanendo coerente col contesto.
In questo caso mi riferisco ai "Wesker's Report" e piccoli accenni (il cui effetto non è però tale) alle poche parole scambiate tra Jill e Albert, durante l'incidente di villa Spencer.
Questo ed altro denotano l'attenzione ed il profondo studio che ha condotto la scrittrice nella stesura della storia.
Inoltre sono approfondite tematiche come la caducità della vita (espressa anche con la citazione di un famoso brano tratto dal "Macbeth" di Shakespeare), il contrasto amore-morte e la concezione dell'uomo come vittima della "trappola pirandelliana" ( in cui ognuno ha un'idea ben precisa di sè stesso ed indossa quindi una maschera, che tuttavia viene crepata da ciò che pensano gli altri. ).
Infine volevo dedicare un pensiero a parte su una particolarità che mi ha molto colpito durante la lettura e che solo a fine ha trovato la sua realizzazione nella maniera più geniale e poetica possibile.
Infatti ad apertura dei singoli capitoli troviamo dei pensieri a sè, il cui contenuto viene spiegato andando avanti con la lettura. Sono una serie di riflessioni intime di Jill, che riassumono in tutta la loro potenza struggente le sue contraddizioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti.
Solo a fine capiamo che sono estratti di una lettera che ha scritto per Wesker e che gli "consegna" nello stesso luogo dove lui è presumibilmente morto (vedi il cratere della battaglia finale in R.e. 5).
In essa vi sono le parole non dette, i pensieri taciuti, tutte espresse nel diabolico meccanismo del tutto-ritorna, che non è il solo presente.
Difatti in quelle parole ritroviamo la caratteristica del pairing, ovvero l'impossibilità di uscire dal circolo vizioso odio-amore... un circolo che non ha spezzato neppure la morte.
A conclusione, posso solo dire che il finale della storia è veramente degno di nota ed è andato a coronare una fiction bella e coinvolgente da tutti i punti di vista.

Spero di aver esposto chiaramente quali siano le lodevoli qualità di questa Fanfiction dal punto di vista dei contenuti.
Sono state queste le caratteristiche che mi hanno sinceramente colpito, ma ovviamente un conto è riassumerle a parole proprie, un altro è andare direttamente alla fonte...

-Stile: La lettura scorre veloce, piacevole e coinvolgente.
Non ho riscontrato errori grammaticali e/o sintattici e qualora ve ne fossero, sarebbero frutto della battitura a computer.
La scrittura è chiara e pulita; vi è l'assoluta mancanza di periodi troppo arzigogolati, ma questo non significa che i pensieri espressi non siano profondi, tutt'altro (e spero di averlo sottolineato nella sezione "contenuti").
Il lessico è ricco e ricercato, volto a far immedesimare il lettore nella storia e a renderlo partecipe delle sensazioni dei protagonisti.
Non sono state trascurate le descrizioni degli ambienti, in cui si svolgono le azioni.
Molto curati sono poi i dialoghi, in cui sono riconoscibili i personaggi originali.
In generale, il mio giudizio non può essere non positivo.

Bene, detto questo mi auspico sinceramente di aver destato la sua curiosità e di averla convinta a dedicare un pò del suo tempo a questa Fanfiction meravigliosa.
Io lo feci a suo tempo e non me ne sono mai pentita, neppure per un momento .. anzi ero e sono contenta di aver trovato nel sottovalutato fandom di Resident Evil una storia così coinvolgente, così ben curata, così intrigante...
Dovrebbero essere spese più parole di quelle che io ho usato, ma ho dovuto riassumere per ovvi motivi di spazio e di tempistiche. Confesso di essermi appassionata alla storia per trama, emozioni suscitate, temi toccati e tanto altro.
Tuttavia concludo che questa è un'opera che merita davvero di essere inserita tra le scelte e lo dico sinceramente convinta, col cuore in mano, se così si può dire...

La ringrazio moltissimo per la sua attenzione.
Distinti saluti.

Astarte90

Nuovo recensore

Ho letto le altre recensioni, e hanno detto molto più di quello che direi io. Non posso che farti quindi i miei complimenti, hai un vero talento nella scrittura, e hai capito perfettamente, a parere mio, il carattere di Wesker. Grazie per avermi fatto leggere un testo così bello.....alla possima!

Nuovo recensore

Allora, Grace, ecco che continuo il commento del finale.
Intanto, io non so come diavolo tu abbia fatto a scrivere un pezzo del genere... Io avevo detto un "degno finale", ma qui si sono sfiorate le punte di vera poesia. E poi, come hai narrato gli eventi, il "tutto ritorna", la conclusione aperta....cioè, hai superato te stessa!
Ti giuro che ho versato parecchie lacrime la prima volta che l'ho letto, rivedendo nelle righe della lettera tutte le emozioni, le sensazioni, le disavventure, etc.... che Jill ha toccato con mano, così anche la visita alla tomba della Valentine da parte del principe nero.. ç_ç___
Questo è stato il capitolo in cui mi sono più commossa, anche se tu non fai morire tu-sai-chi.
Ma andiamo per punti.

Anche stavolta divido in tre il pezzo: Jill e Chris; la lettera e la partenza; Wesker e te lo motivo.
Nella prima parte, i protagonisti sono i due ragazzi, mentre nelle altre due, Jill e Albert si aprono a vicenda anche se l'interlocutore non c'è davanti a loro. Fanno una sorta di monologo ( anche se le modalità d'espressione sono diverse).
Allora:
1) Estremamente piaciuto il titolo ( finalmente le mie conoscenze liceali sono servite a qualcosa, anche se giustamente hai messo la traduzione... però è troppo bello saper assegnare il significato alla singola parola...). Posso dirti che la tua scelta non fu più mai azzeccata. E' una bellissima e sentenziosa massima di un anonimo latino, che calza a pennello col destino dei nostri due beniamini. Infatti può riferirsi tanto alla Valentine, quanto ad Albertino.
La Morte(?) non può cancellare cosa c'è stato tra i due, le esperienze maturate, le disavventure,etc.
Da un lato, Jill non potrà mai scordare l'amore e l'odio che ha provato per Wesker; dall'altra l'uomo ( che non è morto) rimarrà per sempre toccato dall'umanità che ha sfiorato con la ragazza.

Molto particolare la tua scelta di far tornare i giovani laddove è tutto finito, come lo sono le sfumature che assume il personaggio di Chris.
Egli è il compagno fidato, sensibile, comprensivo che si immagina quello che ha passato la Valentine. Cioè, lui crede che la sofferenza della donna sia dovuta ai soprusi che ha sùbito, al fatto che sia dovuta diventare la Crow Lady. Ma c'è dell'altro e anche se se lo è immaginato, non credo lo sopporterebbe e quindi ci passerebbe sopra....
In seguito, troviamo la bella immagine della Valentine in contemplazione del cratere lontano.
Ella è immersa nel silenzio più assoluto, smosso solo dal fruscìo del vento. In questo caso la quiete assume il sigificato di "momento profondo" e traduce degnamente il grande vuoto che c'è nel suo cuore.
A questo punto non possono ritornare in mente le riflessioni che lei fece nel capitolo 13, ovvero quelle riguardanti a ciò che avrebbe provato quando lui sarebbe morto.....
Mi sono estremamente commossa, perchè quella lacrima che ha bagnato la lettera smentisce i suoi buoni propositi di non piangere per Wesker. Sembra quasi che puntualizzi che lei si sia sbagliata ancora una volta. E' la riprova che l'affetto è ancora forte in lei e non credo che se ne dimenticherà molto facilmente.

Significative le frasi: " Quella storia era davvero finita per sempre?", "Avrebbe dovuto essere felice, eppure, non era così.", "Era già solo difficile accettarlo".
Qui vengono accennati tre argomenti portanti che ricollegano questo capitolo al tredicesimo.
Allora, la domanda può essere analizzata in due modi. Essa può riferirsi sia alla guerra contro il mercato delle B.O.W.,etc... Sia al capitolo Albert Wesker.
Ovviamente le risposte sono diverse. Per la prima, la donna vi risponde in seguito ( poi ci tornerò), per la seconda vi è una doppia risposta: una "intimistica" e una concreta ( leggibile solo con il finale).
Infatti, con la morte del principe nero è morta anche una parte di lei, poichè i suoi sentimenti non possono essere forti come quando lui era ancora in vita. Tuttavia, ella non potrà mai dimenticare ed il ricordo rimarrà sempre vivo in lei, sia dell'odio,che dell'amore, così come delle occasioni perdute o delle parole non dette (rimpianti).
Per quella "concreta" mi viene da dire che (sebbene lei non sappia che Albertino sia sopravvissuto) la storia non sia finita.

Successivamente un suo pensiero le è stato riconfermato: scomparso l'uomo non sarebbe finita la guerra al bio-terrorismo.
Per assurdo che sia (se si tiene a mente solo l'odio, ma tale desiderio è motivato dall'amore e dalla comprensione), ella vuole farla pagare ai mostri che hanno "plasmato" il principe nero.
Jill vede in lui la vittima di un disegno più grande, colui che ha agito nel male perchè costretto da altri. E' una visione segnata dalla "pietas", in cui lei comprende perfettamente cosa significhi essere usati ed il rancore nei confronti del traditore, così come essere messi sulla "cattiva strada".

In seguito, sono di impatto le parole con cui la giovane conferma che, nonostante tutto, avrebbe continuato a combattere il signore delle tenebre. E' una battaglia interiore (quella "esteriore" l'avrebbe condotta contro i bio-terroristi), in cui le reminescenze delle sofferenze provocatole da lui vanno di pari passo con quelle dell'affetto e dei momenti " di felicità effimera".
Non è un caso, infatti, che tu abbia usato i termini "mente" e "cuore", che in questo contesto assumono significati diversi e inducono riflessioni antitetiche.
Nella mente sarebbero rimasti l'odio, la ragione, la rabbia, la convinzione che il loro era un rapporto malato, sbagliato, incomprensibile dagli altri, mentre nel cuore ci sarebbero stati l'amore, la pietà, la comprensione, l'irrazionalità, il rimorso per non aver messo sulla retta via il principe dell'inganno.

Infine, bellissimi gli avverbi di giudizio a chiusura della prima parte. Esprimono all'ennesima potenza l'amore travagliato della Valentine:
-Irrazionalmente, perchè non poteva cedere ad un tale sentimento se non avesse messo da parte la ragione. Inoltre, è fuori dalla normalità amare chi ti ha rovinato la vita.....
-crudelmente: perchè nel suo amore c'era anche l'odio. E se da una parte lei lo avrebbe voluto salvare, dall'altra lo avrebbe voluto ammazzare. Cioè, secondo me è "crudele" quando si ama una persona,volerla uccidere....
-irrimediabilmente: qui ella ammette la sua capitolazione, la sua sconfitta di fronte ad un amore che è stato più potente della rabbia, etc.. Il suo era un affetto troppo forte, a cui non c'era rimedio. Neppure l'odio ha potuto scalfirlo o indebolirlo ( qui mi riaggancio al capitolo 15, quando ti specificai che la giovane doveva fomentare tale sentimento negativo per sopravvivere alla cruda realtà).Lei non ha potuto farci nulla...

2) Grace....Grace....Grace....
.........................................
Ma la lettera è stata una GENIALATA!!!!! *OOOO*
Non avrei mai pensato che i pensieri ad inizio di ogni capitolo facessero parte di tale missiva....
Ora torna veramente tutto. Inoltre, le parole, i discorsi contenuti in essa sono molto, ma molto profondi ed adesso che la storia è finita, se uno l'ha seguita fin dall'inizio, può rifare tutti i collegamenti necessari.
Anzi, è proprio a questo punto che le riflessioni raggiungono una certa maturità e diventano ancora più potenti. Infatti, se da un lato esse si riferivano ai fatti dei pezzi che introducevano, dall'altra si capisce solo ora che queste rimarranno vive in lei, per sempre.
Non mi dilungo oltre, perchè alla luce di queste nuove considerazioni, ho bisogno di soffermarmi riga per riga, completando l'analisi che ti ho fatto nei commenti precedenti
(N.B. annoto un titoletto iniziale per riassumere ciò che viene detto):
-r. 1-6: "bugie di una macchina da guerra". Qui Jill dice ella ha creduto di poter cambiare il suo ex capitano, in quanto vi aveva visto un briciolo di umanità in lui (nei gesti,nelle parole, nello sguardo). Tuttavia egli era oramai una macchina sanguinaria.
Cioè....in lui coabitano due persone: il Wesker crudele e folle e l'Albert umano e non è un caso che qui lei si riferisca alla prima persona....
-r. 7-8:"l'origine di tutti i mali". Qui viene espresso benissimo il concetto di "Wesker come causa del suo male" sia passato, che presente, che futuro, in quanto lei non potrà mai dimenticare - e dimenticarlo-....
r. 9-15:"la triste realtà di Wesker". Ovviamente, l'uomo non ha mai fatto vedere il suo vero volto, neppure alla Valentine. Infatti egli è stato obbligato ad abbandonare la sua umanità in nome della ricerca e si è scavato la fossa ancora prima di avere le manie di superiorità...
r. 16-18:"Possibilità distrutte a priori". Viene ribadito un doppio concetto, ovvero sia la ricerca di Wesker di divenire un dio ( scaturita da chissà quale cosa), sia quella di trovare in Jill l'umanità che aveva perduto. Purtroppo il tradimento, le crudeltà e la perdita di umanità hanno precluso per sempre la possibilità che i due si amassero completamente.
r. 19-24: "vittime di un crudele destino". Tutti e due sono stati traditi dall'individuo di cui si fidavano. Hanno sacrificato le loro vite per inseguire un sogno, un'illusione ed il gorgo in cui sono caduti è nero, oscuro....
r. 25-27:"Sonni tormentati". Le vicende che Jill ha sperimentato sulla propria pelle l'hanno marchiata a vita e la continueranno a disturbare mentre dorme. Gli incubi di quando la visitavano durante la prigionia non sarebbero finiti con essa...magari si sarebbero amplificati.
D'altra parte è un interrogativo giusto quello della ragazza su Wesker. Lui è e rimane un personaggio enigmatico....
r. 28-29: "vittime del terzo dramma". Come specificato dalla Valentine, il disegno più grande di loro li ha inglobati in una realtà, in cui non hanno potuto scegliere chi essere e chi non essere.
Wesker è diventato una macchina assassina a causa di Spencer, Jill ha perso la tranquillità a causa del principe nero. Tutti e due non hanno avuto la possibilità di scegliere e l'origine du tutti i mali è e rimane Ozwell....
r. 30-37:"pensieri e riflessioni di Jill". Si ritorna al discorso del capitolo chiuso.
Infatti,se da un lato con la morte di Wesker è morta anche una parte della giovane (sconfitta della nemesi), dall'altra questa Jill Valentine vivrà per sempre (amore che va oltre la morte, così come gli incubi).
Ella non può mentire a sè stessa. La perdita dell'uomo le ha creato un gran vuoto, accompagnato da profondo e sincero dolore. Inoltre, confessa di aver amato non il capitato (mai esistito), ma l'Albert crudele e ingannatore, in cui c'era però quel briciolo di umanità.....
E' un assurdo, ma se fossero state persone differenti, non sarebbero stati attratti l'uno dall'altra e viceversa.
r. 38-43: "La bestia che ha distrutto l'uomo". Qui la Valentine riconosce la genialità del principe nero. Con essa lui avrebbe fatto cose ben più grandi ed importanti al servizio del bene che a quello del male.
In seguito, troviamo il salto di qualità dei pensieri della donna. Lei riconosce che Wesker sia diventato un mostro e non perchè lo era fin dall'inizio. Cioè, lui lo era, ma era anche umano. Andando avanti con gli anni, la parte malefica -come un cancro- ha distrutto la parte umana.
Con tale discorso, Jill ammette l'ambivalenza antitetica dell' "essere Wesker".
r. 44-56: "Chi è Albert Wesker per Jill". Valevoli qui le riflessioni che io feci per il cap.15, ma alla luce dei nuovi fatti, esse assumono un valore più potente e profondo ( infatti lui è morto-?-). E' un ricordo che brucia ancora, nonostante tutto. Inoltre lei è ancora spaccata in due, divisa tra l'odio e l'amore. E' bloccata in un circuito senza via d'uscita (particolare la sua affermazione :"ultimamente non so più neanche cosa sono").
La confusione, che l'ha accompagnata durante la prigionia, non l'ha per niente abbandonata...
r. 57-60:" Verità e false promesse". Qui la lacrima di Jill smentisce ancora una volta quel che ha pensato e poi ha scritto. Ella prova pietà per l'uomo, oltre che il dolore per la sua perdita.
Struggente la sua riflessione sul suo amore impossibile e il suo desiderio irrealizzabile di poter amare completamente il principe nero. Ella sa che non potrebbe farlo, perchè dovrebbe credere che nell'uomo ci sia solo la parte umana, ma non è così ( sarebbe quindi una bugia nei confronti di sè stessa prima che in quelli degli altri).
r. 61-62: "Il tempo non cura le ferite". Lei crede che ciò che prova e ha provato sia frutto di chissà quale manipolamento da parte di Wesker, ma non è così. Ella cerca di trovare una giustificazione ai suoi sentimenti, che ancora adesso la fanno scivolare nell'oblio e nella contraddizione. Tuttavia è conscia di aver provato da sola taluni sentimenti e sensazioni...
r. 63-67: "Dr. Jekill e Mr. Hyde". Albert era mosso da più personalità, in cui spiccavano quella prettamente umana e quella assassina, crudele.
Giustissime e profonde le riflessioni della donna, che ricosce il lato umano sempre presente nel principe nero. Il suo è un odio verso tutto e tutti, scaturito per la vita che ha condotto, per il fatto di essere stato manipolato, per non aver avuto la possibilità di scegliere.
"Con te ho perso ancora una volta ciò che mi era rimasto" è un'espressione che ho gradito e che può avere due letture:
La prima tocca la ragione per vivere della Valentine. Infatti ella ha speso una vita per rincorrere il suo nemico e con la sua morte ha perso quel suddetto motivo.
La seconda è più "intimistica". Lei in tutti questi anni ha provato un odio profondo (oltre che l'amore, ma se ne è accorta relativamente tardi), che ha offuscato tutti gli altri sentimenti.
Ciò che le era rimasto era proprio questo. Mi spiego.
Non avendo più una famiglia, ai tempi della S.T.A.R.S. aveva riposto estrema fiducia ( e qualcosa di più) nel suo capitato. Tutto però è stato distrutto dal tradimento di lui.
L'odio che è nato le è servito per continuare a vivere.
Adesso Jill ha perso Wesker per la seconda volta e i sentimenti che la animavano (almeno apparentemente). Le era e le è rimasto l'odio e l'amore.
r. 68-fine: "pensieri finali- addio". Di questa parte, ciò che mi ha colpito è stata l'antitesi tra il riposo ritrovato (?) da parte di Wesker e la consapevolezza di Jill di non poter più dormire sonni tranquilli (sia al pensiero dell'orrore, sia a quello di un amore perduto).
Nonostante tutto poi, ella non riesce ad odiarlo... ç_ç__

A conclusione di questa seconda parte, ammetto che mi sono veramente commossa.
In queste parole trasparivano i sentimenti contrastanti, l'animo devastato, il grande vuoto nell'anima....Struggente, soprattutto avendo a mente tutto quel che è accaduto in passato....

Infine, bella l'immagine finale, dove i due, in silenzio, ripartono verso casa.
Sembrerebbe la degna scena finale di un gioco/film.
Tuttavia, devono ancora venire i titoli di coda.....

3)Intanto, piaciuto il testo allineato sulla destra, come a voler significare un'ipotetica "risposta" in un monologo trasformato in maniera astratta in dialogo.
Particolare è l'ambientazione del cimitero ed è abbastanza intuibile di quale tu stia parlando.
Wesker va nell'unico luogo a lui familiare, che lo lega ancora a qualcuno sulla terra.
Egli raggiunge la "falsa" tomba di Jill e sembra quasi che lui voglia fare una sorta di connessione con la ragazza.
Questo è il luogo in cui -forse- avrebbero potuto decidere diversamente di cosa fare delle proprie vite.
Egli sorride perchè sa che nessuno avrebbe eretto una tomba per lui -anche se non gliene importi nulla-.
Tuttavia in questo sorriso io vi ravvedo qualcos'altro.
E' amaro, poichè in fondo penso che il principe nero abbia capito che Jill avesse ragione. Lui ha dedicato la sua vita per nulla, per raggiungere un obbiettivo effimero quando le priorità e le cose veramente importanti sono altre.
E' anche un sorriso malinconico perchè sa di aver fallito, ma soprattutto di aver perso la giovane.

Bello e significativo il gesto del fiore piantato nel terreno. Per me è una sorta di messaggio in codice, di cui ne sono a conoscenza lui e colei che per prima lo fece. Lui è vivo ( da qualche parte), ma non so se voglia essere trovato.
Comunque, chissà se la giovane lo vedrà.... ma qui mi viene da rispondere con una domanda : se uno è vivo, che senso ha tenere una lapide in un cimitero? Probabilmente, Jill assisterebbe alla sua rimozione ed il mese che è passato potrebbe significare che quel momento è vicino ( un fiore non appassisce tanto in fretta...).
Comunque se ciò avvenisse ( dico ipoteticamente perchè lasci un finale aperto), credo che Jill lo andrebbe a cercare - non è stata la sua ragione di vita per tanto tempo?-. Lei lo farebbe, perchè sapendo che il suo Albert è ancora in vita, la confusione, i dubbi, le sofferenze, i ricordi, riprenderebbero vigore fino a farla stare nuovamente e pesantemente male....

Tornando alla scena, mi immagino proprio questo Wesker davanti alla tomba...magari a ricordare quegli occhi puri e sinceri che lo hanno guardato, quel giorno.
Sai, Grace, che canzone mi ha fatto ricordare una tale immagine? ( però non ridere *///* e se non ti piace, dimmelo che la cancello subito....)
" Per i tuoi larghi occhi" di De Andrè. Ti lascio qualche strofa significativa, che a mio parere calzano a pennello con alcuni pensieri di Albertino- che ovviamente bisogna saper interpretare, perchè non parla-:
"Io ti dico che mai
il ricordo che in me lascerai
sarà stretto al mio cuore
da un motivo d'amore.
Non pensarlo perchè
tutto quel che ricordo di te,
di quegli attimi amari,
sono i tuoi occhi chiari.. [...]
E se tu tornerai
t'amerò come sempre ti amai,
come un bel sogno inutile
che si scorda al mattino.
Ma i tuoi larghi occhi,
i tuoi larghi occhi chiari
anche se non verrai
non li scorderò mai."
( perdona il mio lato sensibile, la scena mi ha commosso...lo so, mi sono fatta un pò prendere la mano *///*)

Successivamente, il sorriso si tramuta in ghigno ( a significare che l'ambivalenza contraddittoria è ancora presente in lui. Non si è redento.). Egli sa che come la giovane non dormirà sonni tranquilli, sia per Spencer, sia per lei.
Anche il principe nero è stato imbrattato dalla pece...
Infine, d'effetto la chiusura, che rimanda al bellissimo pezzo declamato del cap.11 dell "Immortal Bard".
Anche Wesker è stato un attore che ha pavoneggiato la sua ora di palco e di cui non si saprà più nulla.
Tuttavia, chi è morto per il pubblico, non significa che sia morto anche per il privato.
Un uomo vive lo stesso, anche se nascosto dal mondo esterno. Inoltre il "si sa" è ben diverso dall' "io so".La conoscenza personale non sottointende quella generale....Spero di essermi spiegata.. ;)


Allora, riprendo le tue note a piè di pagina.... ( per caso quel "giocando a RE5" era riferito anche a me? :D....comuque rivedendo all'inizio la scena della Crow Lady, ammetto che un pensiero a riguardo ce l'ho fatto)...
Va beh, torno seria..
Ecco.......................... *O* e ç_ç_____________
Grace, tu mi hai un'altra volta commosso .....cioè....Sniff....hai fatto dei ringraziamenti che non mi sarei sognata neanche lontanamente. Mi sono sentita estremamente lusingata, commossa ....tutto per qualcosa che, come hai specificato te, ho fatto spontaneamente.
La sintonia che si è instaurato è davvero qualcosa di più unico che raro ed ammetto che sarà uno dei ricordi più cari di questa FanFiction.
Ti dico, comunque: "non c'è di che.". Sono anche io che ti devo infinitamente ringraziare, per le parole spese, per il tempo dedicato, per tutto...
Per me, come lettrice, come persona, è stata una bellissima esperienza che andrà a far parte di me, non ci sono dubbi in proposito.....bellissima proprio perchè è stata compartecipata, sentita, sincera.....
"And the best treasure you can discover in the world is a friend.This is it"
Ah...a proposito....il “pochino emozionato” non si confà assolutamente a me e lo sai bene ;)

Ci si sente presto, Grace.
Un bacio grandissimo
Un abbraccio a tutto tondo come lo è il mondo
e
<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 ( tanti quanti sono i capitoli della tua stupenda storia)

Asty

Nuovo recensore
26/12/12, ore 11:35

Mia carissima Grace,
eccomi a commentare il penultimo capitolo ( Sob -.-, ....lo so che un giorno ci si doveva arrivare, ma come al solito, per queste cose non riesco mai a rassegnarmi, se non davanti al fatto compiuto).
Prima di andare nel particolare perchè è inevitabile quando si analizza un tuo pezzo, volevo mostrarti tutti i miei più sinceri complimenti, perchè hai reso unico l'ultimo momento in cui i nostri amati beniamini si ritrovano faccia a faccia, nel vero e proprio senso della parola. Inoltre, hai fatto raggiungere ai due quel climax che hai sapientemente preparato con i capitoli addietro, raggiungendo una sorta di "maturità" mai conseguita prima. Infatti in un frangente particolare ho "letto" un qualcosa che mai si era presentato nel corso della storia, un vero e proprio struggente Unicum. Ma vi farò riferimento più avanti....
In generale, mi hai lasciato col fiato sospeso per tutta la lunghezza del brano, in cui hai fuso il genere "action" e quello introspettivo meglio che in qualunque altro capitolo e mi ha molto colpito il colpo di scena quasi alla fine...... Un Wesker del genere non si era mai visto prima...
Ci sono stati dei momenti che la lacrimuccia è scappata per davvero ( tanto poi ne ho versate tante per il capitolo successivo....).

Ma andiamo per gradi.
Anche se in teoria non si dovrebbe dividere, poichè gli unici veri protagonisti sono Albert e Jill e cambi di scena netti non ce ne sono stati (almeno a livello puramente "esteriore", poi ti spiegherò in seguito), tripartisco comunque lo scritto : Jill che scappa; scena nello stanza della radio; seconda criogenazione (punto di non ritorno).
1)Innanzitutto, brava per aver reso il contesto "infernale". Traspariva benissimo la confusione, l'atmosfera pericolosa, l'aria che sapeva di morte. Finalmente si sa cosa è accaduto....
Mi ha colpito molto un'espressione che hai riservato al principe nero, ovvero "Notò con sgomento". Quando mai lui viene terrorizzato da qualcuno? Ormai è certo .... In lui si sta smuovendo qualcosa, che lui cerca di celare anche con l'appellativo che riserva alla ragazza in seguito ( la chiama "Valentine", non "Jill", ma è tutto un bluff).
Tornando alla visione che si è trovato davanti l'uomo, ho rabbrividito quando ho letto del braccio staccato. Mi ha fatto ritornare in mente per un verso la scena iniziale di Re1 quando i soldati trovano la pistola in mezzo alle sterpaglie con quel che rimaneva del loro compagno....Brr *---*
Comunque anche il sangue attorno ed il corpo infilzato del dottore non hanno aiutato. Mentre leggevo mi figuravo la scena e ammetto che ha avuto un bell'impatto.
Piaciuta la reazione di Wesker e come si è rivolta alla B.O.W......in maniera molto sarcastica, come al solito.
In seguito c'è un elemento che fa presagire che l'arma bio-organica sia un Hunter o qualcosa di simile. Non a caso hai indicato che si slancia contro il biondo per tranciargli via la testa. In seguito rendi manifesto che il mostro è dotato di artigli ed è veloce. Dalle mie reminescenze di breve giocatrice di Resident Evil, l'Hunter aveva come metodo d'attacco proprio quello di separare il capo dal corpo del malcapitato, utilizzando gli unghielli simili a lame.....
Riguardo a Wesker, non si può proprio dire che fosse contento all'inizio dell'intrusione da parte di Jill. Tale fastidio è da imputarsi alla volontà di non volerle stare accanto, proprio per non dover ricordare a sè stesso cosa è successo tra di loro. Ovviamente, sia il fatto che il p-30 costringe la ragazza a proteggere il suo "padrone", sia che in questo frangente ella esterna ciò che colpisce profondamente l'uomo (ovvero grinta, forza, etc...), egli non può opporsi.
In un certo senso viene esaudito un suo desiderio personale di trovarsi a combattere insieme alla donna che ama/odia. Questo avrebbe fatto parte della normalità se lui fosse rimasto il capitano che non era o se Jill fosse passata dalla parte del male ( evenienze impossibili).
Bella la sequenza successiva, dove si può intravedere già le prime "crepe" che porteranno al climax tanto atteso ( non è un caso infatti che la maschera si frantumi lentamente. Sembra dire che il "volto del burattino" stia cedendo. Inoltre è da sottolineare il fatto che Albert cerchi con lo sguardo una Jill appena colpita).
Degni di nota sono i particolari che fanno accapponare la pelle, come la testa del mostro che ruota di trecentosessanta gradi...una visione a dir poco raccapricciante.....
Cosa assai inaspettata, la situazione sta velocemente degenerando, quasi a voler sottolineare l' altro caso di degenerazione ( tra Albert e Jill, nel caso specifico ).
E l'inizio della fine è annunciato dalla non risposta della Valentine all'ordine del biondo.
E qui mi è passato un brivido sotto pelle, presumendone il perchè....
Mi sono immaginata la scena....lui disteso di schiena a combattere le B.O.W., mentre lei stava tornando alla realtà...ad essere Jill Valentine e ad essere realmente straziata dal caos di sentimenti che la animano. Un conto, infatti, è avere solo la mente libera, un altro è avere sia la mente che il corpo liberi.....
Bello il momento in cui si incrociano i due sguardi e quello cosciente, ma sgomento della ragazza è riuscito per la prima volta a ipnotizzare l'uomo^^. E' solo grazie a questo e all'attacco delle altre B.O.W. che lei riesce a fuggire.
Mi sembrava di vederla mentre riprendeva il potere sul suo corpo e tornava a "vivere". Sentivo le emozioni che la trapassavano in quella sorta di resurrezione, in cui abbandonava i panni della Crow Lady (simbolizzato anche dallo scaraventare per terra il mantello, che insieme alla maschera la nascondeva). La felicità....le lacrime di gioia..il ritorno ad un battito cardiaco umano..Un sorriso sincero.... Ma la sua non è una rinascita indolore e la rabbia le dà il coraggio di strapparsi a mani nude e non sotto anestetico o morfina il "marchingegno diabolico" che aveva quasi ucciso Jill Valentine. Toglie i filamenti che come i tentacoli di una piovra facevano sì che il dispositivo le rimanesse ancorato alla pelle.
A questo punto è da notare un particolare. Quando il "ragno" viene gettato a terra, esso si spacca a metà. Io ho voluto leggerci una sorta di sibillino avvertimento, nel senso che alla fine di tutto non sarà solo quel "cuore" rosso ad essere diviso in due ( o lo era già? ). Almeno io vi posso leggere due versioni: sia che il cuore di Jill è diviso tra odio e amore, sia che i due personaggi si ritroveranno sconfitti, col cuore infranto.....
In seguito, Grace, ho molto gradito l'escamotage visivo che hai saputo usare, degno di un vero e proprio film. Infatti hai spostato l'"inquadratura", l'angolo visivo dalla ragazza al marchingegno, facendovi riflettere l'immagine della giovane che fugge.
E adesso,vendetta....tremenda vendetta! Ah.... Non sai quanto ho gongolato quando la Valentine ha travolto i dottori e soprattutto Excella, che tanto l'aveva bistrattata..... Avrei proprio voluto vedere la faccia della Gionne davanti alla reazione inaspettata del suo "pupazzo", ma soprattutto davanti ad un Wesker leggermente ferito, ma furioso come una belva cui hanno tolto da sotto il naso la preda.
Molto gradito lo scambio di battute tra i due, dove ho trovato molto ic la domanda della bruna ( eehh....è tanto dura, quanto è innamorata persa.....).
Comunque, per la prima volta si vede il caro Albertino perdere le staffe in pubblico e doveva essere davvero rabbioso per indurre Excella ad avere paura dell'uomo da lei amato.
Ma si sa...la sua Jill gli sta scappando da sotto le mani e questo è inconcepibile per lui, soprattutto perchè non sa le sue vere intenzioni: vuole fuggire? vuole contattare i suoi compagni? O vuole uccidersi? Noi si sa cosa ella voglia fare, ma lui no e questo accresce in lui sia la rabbia, ma anche la paura, secondo me. In fondo, l'ira non è fomentata anche dalla paura per ciò che non si conosce o non si controlla?
Anche a questo punto è da annotare lo sguardo che si scambiano i due, che è sostanzialmente diverso da quello che si rivolgono precedentemente (e in questo capitolo di sguardi ce ne sono, tutti diversi e tutti particolari. E' un qualcosa che non era mai avvenuto prima).
Infatti se prima gli occhi della ragazza erano persi nel vuoto, coscienti, ma non ancora del tutto "vivi", adesso no. Ella è consapevole anche che non le rimane molto tempo e che presto dovrà affrontare la sua nemesi. D'altro canto, Albert non è più ammaliato dall'occhiata sgomenta della giovane e anzi, è furente come non mai.
Successivamente, la donna si nasconde, molto intelligentemente, in uno degli uffici. Purtroppo la stessa fortuna che all'inizio l'aveva baciata, le gira le spalle. Infatti, nonostante il sangue freddo e l'ottimo piano, il pc si impalla ( ci sarebbe quasi da fare un reclamo alla Microsoft o alla Mac per richiedere i danni ^^.....va beh, scusa la battuta, torno seria....). Non poteva andare diversamente...
Tuttavia, l'animo da agente addestrato si fa vivo in lei, facendole muovere gli ingranaggi del cervello. La radio può essere la sola via per comunicare e vale la pena tentare. La ragazza, però, non riesce ad eliminare il file e questo è un altro particolare da annotare.
Infatti quando entra nella stanza, Wesker non va a cancellare il documento, anzi....ne interrompe l formattazione per vedere cosa era riuscita a scrivere la sua ex sottoposta. Cioè, è così sicuro di avere la vittoria in pugno che perde del tempo nella lettura.
Molto piaciuta in proposito la constatazione salace e schernitrice dell'uomo: "Hai fatto i tuoi compiti,mia cara Jill". Vi traspare la sua vena ironica un pò crudele che lo contraddistingue, ma che viene messa subito a tacere dalle parole dette da lui in seguito, che trasmettono altri tipi di considerazioni. Difatti sono riproposti brevemente i caratteri che hanno destato l'interesse di Albert per la Valentine, ovvero la caparbietà, il sangue freddo, il non darsi mai per vinti, uno spirito battagliero. Nelle sue espressioni vi notò però il compiacimento sia di Wesker come "uomo", ma anche come ex capitano. Sicuramente quando ha comandato la giovane fino al 98' si sarà accorto di certe sue qualità e probabilmente le avrà accresciute lui stesso, addestrandola. In questo frangente sento quella nota di orgoglio per un'allieva brillante e promettente e che adesso è diventata un'agente esperta.
Probabilmente, è questo il motivo, oltre a quello che lui è inumanamente scaltro, che gli fa prevedere la prossima mossa della donna e prenderla alle spalle.

In conclusione della prima parte, Grace,mi congratulo profondamente con te perchè hai saputo dare un impronta veloce all'episodio, sottolineando così che gli eventi in esso narrati si svolgevano con un ritmo assai serrato. Le azioni erano incalzanti, ma nonostante questo c'è stato lo spazio per la riflessione, così come l'occasione per cogliere e comprendere i vari sentimenti, spesso antitetici, che albergavano nei protagonisti.
Infine, riprendendo il discorso della divisione del capitolo, cui accennavo prima, volevo spiegarti il perchè della cesura a questo punto.
In questo momento c'è un sottile cambio dell'ambientazione in cui si svolge l'azione, anche se siamo sempre nel laboratorio della Tricell. Infatti, se adesso il caos delle B.O.W. e la situazione critica hanno toccato direttamente i due, nella seconda parte le pareti della stanza li esulano dal resto del mondo, anche se i terribili boati riescono a raggiungere le loro orecchie.
Purtroppo la dura realtà riesce a distruggere quelle pareti, ma questo momento ha bisogno di essere degnamente approfondito e lo farò alla fine del pezzo del commento che segue.

2)Allora, intanto è capibile che ella preferisca dedicarsi alla radio, piuttosto che al pandemonio fuori dalla stanza. Infatti se riesce in quel che sta per fare, salverà molte più vite di quelle che potrebbe andando adesso a combattere. Ma il tempo sta stringendo e nel tono di voce della giovane, anche se deciso, vi leggo una nota di impazienza e nervosismo.
Ella sa che da un momento all'altro sarà raggiunta dal nemico.
E puntualmente lui viene ^^.

Beh, Grace,ammetto che mancavano anche a me le loro scornate e questa ha sicuramente oltrepassato tutte le altre e per più motivi.
In questo caso i nodi vengono tutti al pettine...
Prima cosa che mi ha colpito è stato il fatto che Wesker abbia lasciato la porta aperta. Egli sa che una possibile mossa della donna sarà il tentare la via di fuga e, psicologicamente parlando,questo può essere un modo per ribadire la sua superiorità su di lei. Infatti sa già a priori chi sarà il vincitore nello scontro e dare false speranze può accrescere il panico che aleggia nell'aria ( mi sovviene in proposito il cap. 6 in cui lui le promette la libertà se riuscirà a batterlo....su per giù la funzione è la stessa, anche se in contesti diversi.).
E' il solito giochetto del gatto e del topo.
Tuttavia nella chiusura a stonfo della porta vi leggo anche un gesto simbolico, ovvero quello di escludere da quella camera tutto ciò che è al di fuori: Le B.O.W., i dottori, i soldati, Excella, etc....
In quel momento ci sono solo loro e possono combattere alla pari ( nel senso che Jill è libera dal p-30).
I loro visi sono di nuovo vicini, ma non cè desiderio in quella vicinanza, ma solo rabbia. Infatti Jill non abbassa lo sguardo e in un certo senso lo sfida. E in risposta a questa caparbietà l'uomo la getta sul pavimento, bloccandola col suo corpo e fermandole i polsi....( ehh, anche questo mi sa tanto di déjà vu ;). Era un frangente già vissuto dai due durante una notte caratterizzata da un abbraccio struggente..).
Ovviamente la ragazza è troppo furente per ricordare certi particolari, ma si vedrà in seguito che le parole dell'ex capitano le faranno tornare la memoria...
Comunque ( e finalmente) gli sputa addosso tutto il suo odio, la sua ira covata in tutti quei mesi per ciò che le è stato fatto e che è stata costretta a fare.
Tuttavia l'uomo non si turba minimamente e, anzi, le si avvicina di più (particolare non trascurabile) per sussurrarle quelle parole che mi sono piaciute ("Sai, mi sono mancate queste tue sfuriate")....Ahhh, quanto adoro queste espressioni, dette in tono calmo e sarcastico, completamente in antitesi con quelle urlate dalla Valentine prima.
E' proprio quella tranquillità irritante della voce dell'uomo che porta Jill a sputargli, rompendo quel modus agendi antitetico dei due, quasi a rimarcare che i giochetti derisori sono finiti.
E questo Albert lo capisce, mostrandosi in tutta la sua freddezza nell'asciugarsi col dorso della mano, ma non nella sua reazione successiva (che mi ricorda quella volta in cui fu la ragazza a dargli lo schiaffo). Si potrebbe dire che Jill glielo abbia proprio tolto di mano.....

Gradite le parole che il principe nero riserva alla donna, che sotto le apparenze contengono di più di quello che vogliono dire. Perciò adesso le analizzo pezzo per pezzo.
-"Non comprendi? Non puoi nulla contro di me". Credo che qui ci sia da spiegare poco. E' la riaffermazione della sua superiorità su tutto e su tutti e qualsiasi tentativo verrà fatto contro di lui, non sarà efficace.
-"Non iniziare cose che non puoi finire". E' un riferimento sia alla fuga di adesso, sia al tentativo di contattare i compagni, sia a quando ella vide brevemente il Wesker's Report. Anche qui viene rivangata l'inferiorità di lei rispetto a chi le sta attorno.
-"Non generare situazioni che non puoi controllare". Qui il discorso è più complesso e si riferisce "apparentemente", ma anche, alla fuga, ma secondo me anche ad altro. Per esempio a quando ella scappa sotto la pioggia sull'isola, in cui lei cerca di suicidarsi. In quel "generare situazioni che non puoi controllare" io leggo questo: lei decide di uccidersi, ma sapeva forse qualcosa di quel che sarebbe successo dopo? Lo stesso discorso è applicabile sia a quando viene scaraventata sul letto, sia quando c'è il monologo(parla solo l'uomo)-dialogo(parlano i rispettivi corpi) sul divano rosso.... Sembra quasi che voglia "incolparla" se i suoi pensieri sono stati occupati da certi pensieri e certe brame.
-"Sarebbe una mossa davvero incosciente da parte tua.Te lo garantisco". Qui c'è una simil confessione al di là della patina superficiale( in cui ribadisce di essere sicuro delle proprie capacità). Infatti, tenendo presente le analisi precedenti, sembra quasi che voglia ammettere che lei non gli è indifferente, anzi.......
Tuttavia credo che la rabbia della Valentine non le abbia permesso, almeno per ora, di captare certi segnali....

In seguito, il gioco del gatto e del topo si traduce anche nel capovolgimento (volontario) della situazione. In maniera molto ironica, è come se Albert avesse dato lo "zuccherino" a Jill come premio per la sua caparbietà, ma che tuttavia le si rivolta contro.
Comunque, prima che egli proferisca parola, sono stati commoventi i pensieri che lo hanno animato. Sono sicura che egli preferisca di gran lunga la Jill viva, combattente, decisa, che gli dà problemi piuttosto che il burattino senz'anima,apatica (solo esternamente) cui l'aveva ridotta. Non a caso comprende che sono la sua determinazione, il suo odio a smuovere il suo interesse e a fargli provare qualcosa di diverso. E il sapere che anche la donna non è mossa da solo odio, ma anche dall'affetto è stata una scoperta che l'hanno scombussolato ulteriormente (oltre anche a fargli piacere, credo).

Coinvolgente lo scambio di battute successivo, aperto dall'affermazione/domanda -bastarda- del biondo.
E l'unica maniera di Jill per cancellare quel tono provocatorio è ripagare con la stessa moneta il principe nero e rispondergli con un'altra domanda - dimostrando per la prima volta e soprattutto in seguito di aver imparato qualcosa da Wesker, ovvero replicare a domande dirette con altre altrettanto forti ( vedi dialogo tra Excella e Wesker alla fine del cap.13)-.
Tuttavia, questo è un modo di comunicare tutto loro ed è molto "sui generis". Bisogna per cui "tradurre" le loro parole.
Quel "...non ti è forse piaciuto?" racchiude sia un allusione pesante, prettamente "fisica", come a voler sottolineare che la Valentine è attratta da lui, ma anche una domanda celata di cui egli sa già la risposta, ma vuole rinfacciarla a Jill ( "Ebbene tu mi ami, non è vero?").
D'altro canto anche la replica della ragazza è tutto un programma.
Infatti l'espressione "Ti diverte giocare con le vite degli altri, non è vero?" è proferita sia in generale,che in particolare. Mi spiego.
Wesker è la causa della morte di tanti innocenti, usati negli esperimenti o più semplicemente perchè infettati dal virus, ma è anche l'origine dei problemi di Jill e non solo perchè è stata catapultata nel mondo degli "zombie".
Infatti, come dirà in seguito, ella è stata ingannata ancora una volta e ha creduto di nuovo in lui ( in maniera cosciente, però). Ella ha lasciato che l'amore per il vecchio capitano/nuovo Wesker, tornasse a galla, credendo di poter "redimere" l'uomo.
Quel "giocare" è riferito proprio al fatto di far credere agli altri di essere la persona che non è, ma che è capace di provare dei sentimenti. Questi ultimi però li rinnega, tornando a nascondersi dietro la crudeltà e la freddezza, lasciando così sprofondare nella disperazione chi lo ama. E' una sorta di tradimento molto forte, in quanto oltre agli altri, uno tradisce sè stesso.

"Eppure...anche tu sei stato usato" è una frase dettata dalla disperazione e anche qui viene detto di più di quel che sembra. A tal proposito, non posso non citare una dei tuoi stupendi pensieri, ovvero :"Per questo mi chiedo perchè, specchiandoti nei miei occhi, tu non capisca...". Proprio perchè nei drammi delle loro vite sono stati usati e traditi dalle persone che più stimavano e in cui riponevano la loro fiducia, a maggior ragione Wesker dovrebbe capire gli effetti del suo comportamento, non solo sulle cavie (che vengono usate), ma soprattutto sulla Valentine (usata e tradita).
Inoltre, nell'affermazione della donna leggo (oltre la volontà di ferirlo, schiaffandogli in faccia il fatto compiuto) il primo dei tanti tentativi -andati a vuoto- di far ragionare Albert. Infatti cerca di smuovere la sua ragione e la sua coscienza, quasi a volergli dire: " Tu sei stato bistrattato e tradito come me.....che senso ha continuare su questo cammino di auto distruzione? Lascia perdere tutto, andiamocene...."

"Oh...vedo che cominci anche tu a ragionare a modo mio.": io ci leggo una nota di compiacimento, oltre che di ironia. Infatti c'è la prova tangibile che il modo di comportarsi in una certa maniera della Valentine ( ovvero cercare di attenersi sempre alle regole, mai colpi bassi, etc...) sta vacillando. Per un verso ella è stata "infettata" dal male che l'ha circondata, assumendo alcuni caratteri peculiari ( come l'uso di informazioni per ferire verbalmente).
La ragazza rimane perplessa proprio perchè coglie il significato delle parole del biondo. Egli l'ha così condizionata e assuefatta col suo modo di essere da mettere in discussione le sue qualità positive ( e per lei è qualcosa di inaccettabile). E' la riprova che la Crow Lady sia stata "forgiata" da Wesker e non solo per il dispositivo impiantato.....

Molto ingegnoso l'escamotage che hai usato per far rimembrare ai due quella famosa notte sull'isola, in cui tutti e due si erano abbandonati all'irrazionalità (unico vero caso erano "liberi").
E' proprio il ricordo di QUEL bacio ad aver indotto e indurre la giovane a credere in lui e ad accrescere il caos di sentimenti ancora "vivi e brucianti" in lei ( nonostante il mese passato nel gelo più profondo).
E' la goccia che fa traboccare il vaso e che costringe Jill a tirar fuori quelle lacrime - sincere- che da tempo immagazzinava in sè stessa. E' un pianto liberatorio ed è più eloquente di qualsiasi altra parola...
E' inoltre capace di zittire e paralizzare la contro parte, facendo riemergere il suo lato umano e facendogli provare un senso di colpa (cosa impossibile per il principe nero). Egli è sconvolto non solo per quel che le ha detto volendola ferire, ma anche per il resto... E' il senso di colpa che lo ha sfiorato quel giorno davanti alla lapide della giovane, quando quest'ultima gli aveva chiesto se poteva prendere un fiore.....
Comunque il suo silenzio è portatore dei suoi pensieri ed in questo caso ha una funzione antitetica per quel che è in realtà. Cioè, nel corso della storia siamo stati posti davanti a tanti silenzi.
Il silenzio come simbolo di incomunicabilità.
Il silenzio come bisogno di quiete.
In questo caso il silenzio non fu mai più eloquente. Per assurdo sembra che "parli", facendo le veci di Wesker, nonostante il suo viso non faccia trasparire nulla.

Struggente la richiesta successiva della Valentine. Ella desidera che la lasci andare, perchè non vuole assolutamente ritornare negli inferi e non solo perchè dovrà agire contro i suoi principi.... Oh,no....
E' cosciente che se non scappa da lì, dovrà tornare a fare i conti coi suoi sentimenti, resi più forti dalla vicinanza dell'uomo da lei tanto amato e odiato.
Quando ha proferito "Non ce la faccio più", abbandonandosi sul petto dell'uomo, mi sono commossa e ho dovuto reprimere a stento una lacrima.
Sentivo la tensione estrema che scuote il corpo della donna, la sua disperazione, la sua stanchezza mentale e fisica dovuta alla situazione pesante.
Ella non sta morendo dentro per via del p-30, ma per i conflitti laceranti ed il dolore che le stanno straziando il cuore. Proprio perchè adesso il dispositivo non c'è più, tutte le sensazioni sono state liberate in lei, travolgendola con una forza che neanche lei avrebbe immaginato.

In seguito, Grace, mi complimento ancora una volta con te, perchè in poche frasi ci hai regalato un'immagine preziosa, particolare e toccante.
Mi figuravo i nostri due beniamini....lei, piangente, abbandonata sul corpo di lui, in silenzio....il putiferio che si scatenava al di fuori di quella stanza, che non li toccava minimamente perchè un altro putiferio più profondo stava stravolgendo le loro anime.
In questo momento ci sono solo loro....il resto non ha importanza......

Poi, c'è la vera e propria resa dei conti....il climax tanto atteso....
Chi parla adesso non è il solito Wesker, quello che si fa vedere in pubblico, quello freddo...distaccato. E' un Albert che vuole parlare, che vuole essere sincero...
Egli sospira.
Tuttavia non è un cambiamento repentino e questo è testimoniato dal fatto che lui le rivolga le spalle, spostando il suo sguardo assorto apparentemente oltre la vetrata. Bisogna ricordarsi che lui è senza occhiali.....
Lui propone le domande che gli avrebbe voluto fare la donna, ma lei è impossibilitata dal guazzabuglio di emozioni in cui è naufragata.
Sono domande da "cane che si morde la coda", poichè tutti e due sanno le risposte. Ma il solo rivangare certe questioni provoca loro dolore misto a malinconia, perchè non possono tornare indietro e perchè ci sono cose che non potranno mai avere...
In seguito viene riproposto il motivo principale del perchè non possono cambiare vita ( anticipato dal dialogo fatto davanti alla tomba della Valentine), ma qui raggiunge una certa maturità. Infatti le parole di Albert mettono i "puntini sulle i", sottolineando che si continueranno a combattere fino a che uno dei due morirà. Inoltre, (ed è un particolare fondamentale) egli afferma che nessuno dei due deporrà l'ascia di guerra per primo... sono tutti e due troppo tenaci e convinti delle proprie scelte, o almeno è quello che pensa lui.
Difatti, nonostante il gesto simbolico ( che poteva essere completato solo se Jill avesse avuto un'arma da puntargli addosso,ma non credo ella lo avrebbe fatto), la giovane parla inaspettatamente, come inaspettate sono le sue stesse parole.
Con "Una scelta c'è sempre, Wesker." come al solito ella vuole dire più di quel che sembra. Secondo me vuole riferirgli che, sebbene gli eventi e le scelte possono segnare una vita, c'è sempre una seconda possibilità. Nel senso: lei sarebbe anche disposta a rinnegare tutto, gli amici, i suoi principi in nome dell'amore che prova per l'uomo,a patto che quest'ultimo, ovviamente, abbandonasse i suoi piani malvagi. In fondo sono "morti" entrambi, si potrebbero creare una nuova esistenza altrove.....

Struggente il sorriso del principe nero,diviso tra la coscienza della scelta possibile e l'amarezza perchè non può uscire dal gorgo nero in cui è caduto.
Finalmente sono sinceramente "faccia a faccia" anche se sono giunti ad un punto di non ritorno.
Essi riescono a guardarsi senza barriere visive e mentali e sono "nudi" di fronte all'altro.
In seguito, di fronte alla tacita risposta del biondo, Jill rivela la sua decisione ed il suo commovente desiderio di morire libera, anche se come al solito qui ci leggo qualcos'altro.
Cioè, è capibile la volontà di morire piuttosto che tornare nell'inferno, perchè meglio morti veramente che essere dei burattini senz'anima e in balìa di mani altrui. E' una sorta di provocazione, anche perchè ella non sopporterebbe vedere il suo Albert morire prima di lei.
Tuttavia sembra quasi che voglia la conferma dei sentimenti dell''uomo, perchè sa che lui non la lascerebbe andare, nonostante tutto, nonostante egli sia travagliato quanto lei.

Bene,il momento successivo mi ha profondamente colpito, perchè mai, in tutta la storia, siamo stati posti di fronte ad una circostanza del genere.
Le distanze tra i loro corpi sono nuovamente annullate, così come tra le loro menti.
Mi spiego.
Con "Sei cocciuta, Jill", Albert risponde alla doppia domanda della giovane.
Egli ribadisce che non la può uccidere, perchè così facendo egli la perderebbe.
E perderla sarebbe la cosa più brutta che potrebbe capitargli, perchè lui la ama....
Inoltre, quel "cocciuta" ci sta proprio a pennello, poichè sottolinea sia la determinazione fino all'inumano della ragazza, sia il fatto che lei lo voglia far parlare a tutti i costi.
E con il termine "far parlare" indico il rivelare i propri sentimenti.
La Valentine capisce quello che le vuole trasmettere il principe nero e non a caso sorride.
E' un sorriso mosso dalla consapevolezza resa ancora più ferma che il suo amore è ricambiato.
Infine, mai più azzeccata la frase in risposta, che ha anch'essa una sua dualità: affermare che
Wesker non abbandonerà i suoi propositi, ma anche che non sarà mai diretto con lei.
Inoltre, tale scambio di battute sembra un fine gioco psicologico tra i due, in cui ribadiscono a vicenda che nessuno getterà la spugna.
Poi i due si guardano negli occhi (diversamente da come avevano fatto nel laboratorio e sulle scale), coronando un momento unico che targhetterei con una sola parola: complicità.
Bellissima l'ambivalenza che dai agli occhi del biondo. Essi sono la prova tangibile del male che le ha fatto, ma fanno anche parte dell'uomo che ama e che le ha permesso di sopravvivere in quei mesi. Infatti cosa la spingeva a non mollare? Il pensiero che forse avrebbe potuto salvarlo, sapendo di essere amata a sua volta e che in lui era rimasto un briciolo di umanità...
Nell'espressione che hai usato sento l'accettazione di Jill di provare quei sentimenti contrastanti e non è un caso che in seguito lei gli proponga in maniera diretta di lasciare tutto.
Penso che in ciò che ha detto lei ha racchiuso tutta la sua forza di volontà e la sincerità che la contraddistinguono, perchè ha accettato i propri sentimenti, ma non il fatto che Albert non voglia essere salvato.
La felicità è dietro l'angolo e non vuole gettare la spugna.
"Puoi ancora fermarti, Wesker." è l'espressione più esplicita fatta a cuore aperto dalla ragazza. Qui è chiaro anche a un bambino di tre anni. Gli sta dicendo che lei è disposta ad andare via con lui, se abbandona le sue mire suicide.
Inoltre, quel "Finiamola qui", che nel capitolo dell'isola significava "morire" da parte della Valentine, qui ha il preciso scopo di convincere Albert a lasciar perdere tutto. Ma lui non può.

Successivamente troviamo un altro tipo di silenzio.....un silenzio che sa di sconfitta, di profonda amarezza, non solo perchè non può abbandonare tutto.
Egli è cosciente che Spencer è stato la causa di tutto, anche di questo, che ha sprecato una vita a inseguire un sogno, ad architettare qualcosa di superiore che però perde di significato davanti all'amore e all'umanità di Jill. Ha confuso le cose veramente preziose di una vita e
dal vortice in cui è caduto egli non può uscire. Tuttavia, egli non riesce a dire "no"....

E' un attimo.
A interrompere questo momento particolare ci sta il mondo esterno, che li travolge con la sua potenza distruttiva, facendo accadere l'impensabile.
Gli eventi sono precipitati ad una velocità inaudita, facendo credere al principe nero che in quel cataclisma che Jill scappi ancora una volta.....e invece.... -.-,,,
E invece io qui stavo per capitolare per il pathos che ho percepito nei gesti della donna.
Ella non fugge perchè ferita a morte (ma questo Albert non lo sa inizialmente) e proprio perchè sente le forze abbandonarla dedica i suoi ultimi momenti al suo amato.
Protrae le mani verso il viso dell'uomo, come per dargli un ultimo, sincero, voluto bacio, ma lo sfiora appena. Sarebbe stato il suo modo per dirgli "addio".
Bene, alla fine la lacrima mi è scappata sul serio....*sospiro*.
Struggente la sequenza successiva, in cui spicca la sorpresa mista a incredulità di Albert e gli ultimi sprazzi di coscienza di lei, che riesce a toccargli il volto per poter portare nella tomba l'immagine di chi gli sta più a cuore.
Qui c'è l'ultimo sguardo che si scambiano e ancora una volta assume sfumature diverse.
Da un lato gli occhi dell'uomo trasmettono meraviglia, paura...dall'altra quelli di Jill, consapevoli della morte vicina e sinceri nel voler dire qualcosa a lui (non essendoci riuscita a gesti). Ma riesce solo a pronunciare il suo nome....
Poi ella cade nel buio.

Straziante e inaspettata la reazione del principe nero.
La disperazione leggibile nel suo sguardo è dettato dalla paura di perdere per davvero la bionda. In questo caso il destino, che da sempre lui cerca di sottomettere, gli tira un colpo gobbo. Jill sarebbe morta solo se lui lo avesse deciso....non doveva decidere per lui qualcun altro. Per cui, oltre che dalla disperazione, egli è mosso dalla rabbia per non essere stato in grado di evitare la tragedia e di dover (forse) chinare il capo dalla alla Signora.
Comunque anche in tale frangente egli non tradisce la sua indole prettamente vendicativa ("Tuttavia doveva risalire a cosa aveva scaturito quell'esplosione che aveva ferito Jill"), qualcuno avrebbe dovuto pagare per l'affronto (ma se Jill fosse morta, questo l'avrebbe riportata in vita?).
Poi egli esclama "Sopravviverai,Jill", più per convincere sè stesso che per confortare la giovane priva di sensi.
Infine, particolare è lo sguardo che rivolge al petto segnato dal dispositivo della donna e i pensieri che per un attimo gli trapassano la mente.
Comincia una frase che non conclude, ovvero "Aveva torturato Jill fino a tal punto...", ma immagino quale poteva essere il proseguo.
E' una mia interpretazione, quindi può non essere in linea col tuo pensiero. Comunque:
".....ma nonostante questo ella era disposta ad andare via con lui, se egli avesse lasciato perdere tutto".
Forse è a questo punto che Albert si rende conto della sincerità e del profondo affetto della donna (chissà se avrebbe fatto marcia indietro se le cose fossero andate diversamente?), ma oramai è tardi. E soprattutto ci sono cose più importanti cui pensare....

Beh, Grace, che dire infine? Posso solo aggiungere che questa parte mi ha estremamente commosso. E' stata una bellissima e inaspettata interpretazione di quello che potevano essere gli ultimi momenti "coscienti" dei due, prima di cadere nel tunnel senza via d'uscita.
Quindi brava, brava e ancora brava. Ho ancora i brividi per l'impatto visivo ed emotivo che mi hai regalato con questo pezzo.....

3)Siamo tornati irrimediabilmente e definitivamente nell'incubo.
Sappiamo che l'operazione è andata a buon fine e che,anzi, Wesker ha optato per la criogenesi, per rendere più forte la ragazza e evitare che quindi ella muoia se si dovessero ripresentare le complicazioni di una settimana fa.
Nonostante tutto, egli non dimentica e si riperde per un attimo nei lineamenti delicati della giovane.
E' cosciente che con il nuovo dispositivo, egli ha cancellato Jill Valentine e i suoi sentimenti, tornando così ad essere solo.
Infatti è proprio la solitudine a far ricadere l'uomo nell'oblio e nel male, unica cosa che ha conosciuto da quando è entrato all'Umbrella ( discorso estensibile anche in altre situazioni. Spesso quando un essere umano si suicida, lo fa perchè è rimasto solo, senza il conforto di altre persone ed è per questo che cede al "male" ).
Per cui, io vedo in Wesker una fragilità che lui non riconoscerebbe mai.
Una fragilità prettamente umana......
Egli non combatte, si fa vincere dagli eventi, dalla crudeltà del destino. In questo egli si dimostra vigliacco, anche se capisco che sia molto difficile liberarsi da certe turbe....
Comunque qualcosa lo smuove e gli fa pronunciare due parole cariche di significato, soprattutto perchè a proferirle è lui.
Quel "Mi dispiace" racchiude quel che non ha saputo/potuto/voluto dirle:
-per quel che lui le ha fatto.
-per quel che le ha fatto fare.
-per quel che le farà fare.
-per ciò che non le ha detto.
-per aver detto cose che potevano ferirla.
-per non aver avuto fiducia in lei.
-per averla tradita più e più volte.
-per non aver letto la sincerità dei suoi sentimenti.
-per non aver lasciato perdere tutto quando poteva.
-per aver voluto chiudere gli occhi ed il cuore, facendo tornare la Crow Lady.

Bellissima la chiusura, che si focalizza su quella lacrima criogenata....una lacrima non per la libertà persa di nuovo, ma per la perdita di qualcosa di più profondo.
E' una lacrima amara, consapevole di non essere riuscita a far tornare sui suoi passi l'uomo tanto amato. Se avesse avuto più tempo, se non fosse stata colpita, se non avesse perso conoscenza, forse.....
Lei sa di averlo perso per sempre, senza avergli dimostrato veramente tutto, senza aver parlato fino in fondo......
Comunque la loro divisione è anche simboleggiata dal fatto che lui distolga gli occhi e se ne vada.

Infine, buona la riproposizione dello scambio di battute estrapolate dal filmato del gioco.
Nel riproporre alcune battute vi leggo la tua volontà di sottolineare quella cesura avvenuta tra i due. Infatti parlano Wesker-Chris; Chris-Jill.


Allora, Grace, in primis volevo dirti che hai scritto divinamente questo pezzo, facendomi entrare emotivamente sia nelle sequenze prettamente action, sia in quelle più introspettive ( in cui il ritmo non era serrato). Hai usato le parole giuste nei punti giusti, così come certe azioni e reazioni.
A proposito di quest'ultime, volevo complimentarmi di nuovo con te perchè hai saputo calibrare i gesti e le parole di Jill e Wesker, ma soprattutto di lui.
Infatti, solo in questo capitolo si vedono certi atteggiamenti che non aveva mai avuto, ma con questo non voglio dire che non fosse credibile, tutt'altro.
Tu sai quanto io sia d'accordo con la tua visione di questa coppia e, come si è già detto tante volte, Albert rimane comunque un uomo, con le sue emozioni ed i suoi desideri. Egli (e qui sbaglia Jill) non è una macchina da guerra....lo è solo se si tiene in conto le sue abilità nell'uccidere.
Cioè, una macchina non prova sentimenti, emozioni e invece Albert cova un odio profondo verso tutto e verso tutti ( e questo è un sentimento umano,come l'amore).
E poi, come scrissi a suo tempo, nel gioco non vengono mai fuori certi aspetti, come il quotidiano ( faccio riferimento al capitolo in cui Excella porta Jill in giro per i negozi), per cui un fan può avere una certa libertà nel realizzare certe situazioni.
Nello specifico, voglio riferirmi adesso al comportamento e alle parole del principe nero, che per chi è abituato a vedere in lui solo freddezza e crudeltà possono sembrare strane.
Allora, intanto bisogna vedere il contesto in cui certi aspetti vengono inseriti. Poi, riallacciandomi ai discorsi precedenti (cioè sul fatto che lui rimanga un uomo e che gli scrittori abbiano una certa libertà di espressione), ti confermo la tua bravura nel delineare e trattare con le pinze un personaggio del genere. Non hai forzato, nè esasperato le sue reazioni.
Io credo fermamente che, al di là delle apparenze e di ciò che ci hanno fatto vedere, in Wesker ci sia davvero quel briciolo di umanità, che va a cozzare col suo animo nero.
E' ovvio, se le situazioni non sono credibili o forzate, il castello di ipotesi crolla, ma non è stato il tuo caso.
Infatti tu non fai redimere Albert, lo fai avvicinare, ma lui arretra....il tutto in un contesto assolutamente struggente, soprattutto perchè c'è una Jill cosciente, viva...... ç_ç
E' stato un capitolo bellissimo....impossibile fare una distinzione tra gli altri miei preferiti.

Beh, carissima, che dovevo dire ancora? Ah, sì.....Intanto chiedo venia, stavolta mi sono lasciata andare alla logorrea più devastante^^,eheh.....
Poi, ho messo più tempo del previsto, poichè ho voluto fare il commento anche dell'epilogo.
Non mi sembrava giusto per te che hai pubblicato tutti e due (divisi giustamente), avere solo il pensiero di uno, mentre dovevi aspettare per l'altro (abbiamo aspettato noi per vedere il degno e quanto mai stupendo finale?).
Per cui, Grace, continua pure la lettura.....

Un ultra-galattico-stellare abbraccio
corredato da una bacio grande grande.
<3<3<3

Asty

Nuovo recensore

Ho avuto giorni molto impegnati che mi hanno tenuto lontano da EFP... ma devo dire che rientrare e trovare ben TRE capitoli della tua storia, compreso il gran finale, è stato una gradita sorpresa natalizia! Dato che ho letto questi ultimi 3 capitoli quasi in consecutiva (e che tu stessa hai suggerito di farlo con gli ultimi due) metto qui la mia recensione, ma di fatto in questa tratterò i capitoli 15, 16 e 17.

Ovviamente, la prima cosa da fare sono i complimenti: una storia da 17 capitoli risulta ai miei occhi come un lavoro decisamente colossale, un piccolo romanzo ormai e questo senza contare che alla quantità si aggiunge una qualità che non è mai scesa sotto i nuoi ottimi standard. Per questo fandom una cosa come The Days Lost In Nightmare non può che essere una grande risorsa, un piccolo rifugio per fan ancora assetati di Wesker, di Jill e di quel periodo tanto confuso quanto intrigante nascosto tra le pieghe di Resident Evil 5 e apparentemente ormai divenuto il passato. 

Ma passato non è, almeno non qui, e gli eventi che dal Capitolo 16 cominciano a dipanarsi si fanno sempre più "scottanti". Sul Capitolo 15 devo ammettere che ho provato una certa "dualità" di reazioni: le scene sono, come già si facevano sentire in capitoli precedenti, decisamente "dirette". Non ci sono allusioni o casuali rimandi, ne cose da cui il lettore può andare a dedurre: la coppia angst, ormai giunta al climax della storia, si dipana in tutto il suo contorto splendore, tra mille dualismi, contraddizioni e sofferenza da entrambe le parti.

Ecco, forse questo "da entrambe le parti" è stato per me un pò confuso, ma questo è forse legato solo al tuo approccio. Non la definirei una caratteristica negativa: semplicemente tu mostri quello che c'è dentro la testa di Wesker, e ovviamente per un personaggio sempre più simile a un blocco di ghiaccio una tale operazione stordisce quasi il lettore. Personalmente ho sempre pensato a Wesker come a qualcosa di privo di emozioni, tu lo trasformi invece in un Mr. Hyde ormai quasi completamente dimentico del suo Jekyll, ma che tuttavia mantiene quel briciolo di umanità come un peso attaccato al cuore, un peso che solo Jill è in grado di fargli notare.

Ora, questo può sembrare OOC, e visto che voglio essere del tutto sincero, all'inizio mi è sembrato così. Però... però "Mi dispiace" è stato un momento molto, MOLTO forte, e non posso fare a meno di pensare che se quel momento ha avuto un impatto così grande è stato anche grazie alla maestria con cui hai plasmato questo lato di Wesker in The Days Lost In Nightmare, una sorta di climax appunto che ha portato alla nascita di un personaggio forse leggermente diverso nell'introspezione da quello che siamo abituati a vedere, ma decisamente rivelante ed emozionante. Un grandissimo lavoro di scrittura che non me la sento proprio di etichettare con "OOC" o "IC" perché si tratta semplicemente di ottimo "character developement" per dirla all'inglese, che mi ha colptio. Brava! 

Detto questo, una piccola nota sull'action, che credo sia uno dei tuoi punti forti in assoluto. Avevo pensato di leggere e recensire il capitolo 15 da solo ma, una volta da un'occhiata all'inizio "col botto" del capitolo 16 (lo scontro con la BOW) non ho potuto fare a meno di continuare. Sei bravissima con l'action (te lo confesso: sto prendendo appunti... personalmente le scene d'azione mi hanno sempre dato molti grattacapi!) ed è stato molto bello durante tutta la fic vedere questi sprazzi di violenza che, come una canzone in un musical, vanno ad intrecciarsi con la narrativa portandola al livello successivo piuttosto che mettendola in pausa per un pò d'azione fine a se stesso. Il "ritmo" che hai nel gestire amore e morte è qualcosa decisamente legato a doppio filo con un universe come quello di Resident Evil, ed è stato una gioia per gli occhi leggere suddette sitauzioni.

L'epilogo poi, mi è piaciuto moltissimo... e no, non parlo della citazione de La Lapide, per quanto ti ringrazi e mi senta umilmente onorato! Momenti come questo epilogo (che personalmente vedrei benissimo anche come fanfiction a se stante, ha un proprio nucleo interno coerente e scorrevole) sono ciò che adoro di più dell'intero fandom, e tu lo usi per mettere il punto (esclamativo) finale. "Irrimediabilmente amato" è sia una poetica visione di una supposta Sindrome di Stoccolma sia qualcosa d'indicibilmente più profondo, l'essenza stessa che sta alla base del rapporto odio/amore così "irrimediabilmente" (appunto!) angst tra Jill e Wesker. 

Per concludere: hai terminato con superba capacità di "tirare i fili" una fanfiction immensa, un lavoro lungo ed elaborato che rimane a giusto merito incastonato tra le migliori perle che il fandom di Resident Evil ha da offrire. Spero che questa coppia continui ad essere una fonte d'ispirazione per te, ma al momento, sono più che soddisfatto e assolutamente in ammirazione del tuo lavoro. 

Lo dico di nuovo e (per ora) chiudo qui: ottimo lavoro! 

Recensore Junior

Ed eccomi qua dopo tanto tempo, ti chiedo scusa ma non ho potuto recensire molti dei tuoi capitoli ma ti assicuro che ho letto tutto e man mano che andavo avanti la tua storia mi è piaciuta sempre di più.
Ti devo dire che mi sono davvero commossa nel leggere l'ultimo capitolo e l'epilogo. Sopratutto quando Wesker pronuncia quel "Mi dispiace" in quelle due piccole parole tira fuori tutta la sua umanità o almeno tutta quella che gli è rimasta.
I miei complimenti per aver fatto riferimento alla poesia di Waazin, l'ho letta molto tempo fa e mi è sempre rimasta impressa. Infatti quando ho letto l'ultima parte dell'epilogo lo collegata a quella meravigliosa poesia, poi ho avuto la conferma quando ho letto la tua nota dell'autrice.
I miei complimenti questa è una delle più belle fan fiction che abbia mai letto, scrivi benissimo e hai reso molto chiara l'immagine dei nostri due protagonisti. La piccola Jill forte e risoluta, ma anche piena di dubbi ed emozione, il freddo Albert che dentro di sé soffre avendo avuto una vita "maledetta" (come sostengo in una delle mie one-shot dedicata a lui) con Wesker si può dire "Ed ecco come questa storia ebbe inizio" quando cominciamo a parlare di Resident Evil, o come preferisco chiamarlo Biohazard" (trovo che abbia un suono molto affascinante xD).
Wesker senza di lui RE non esisterebbe, spero che Jake scopra qualcosa di più su suo padre e non quello che gli hanno detto tutti quelli che l'ho hanno incontrato "pazzo, mostro..." Albert è una figura coperta di mistero buona fortuna Wesker Junior alle avventure che CAPCOM ti farò affrontare, ormai la scena e tutta tua.
Ok come ho già detto hai fatto un lavoro magnifico, spero che scriverai ancora.
Adesso mi avvolgo nel mistero e sparisco.
Baci, martamatta

PS non mi rassegnerò mai nel credere che l'uomo in nero sia davvero morto xD (anche se è un illusione)

Nuovo recensore
19/12/12, ore 12:11

Carissima Grace :),
in primis volevo ringraziarti infinitamente per le parole che mi hai regalato a fine capitolo e averle scritte pubblicamente mi ha commosso ( sia chiaro che non voglio sminuire certe conversazioni che abbiamo. Il pubblico ed il privato hanno funzioni diverse, anche se le idee che si trasmettono sono parimenti potenti). Comunque capisco la tua tensione, sia da scrittrice che da lettrice. Confesso che alla fine della lettura mi sono detta in maniera sconsolata " E adesso, purtroppo, ne manca solo uno -.-," ( presumibilmente, anche se la presunzione gioca brutti scherzi, tipo riguardo il giorno di pubblicazione -.-'. Chiedo perdono... ). Tuttavia, ricordati che su di me puoi contare, sempre, e che ho molta fiducia in te. Inoltre, ti dirò che hai fatto bene a spezzare i capitoli, perchè bisognava dare l'importanza che necessitava l'episodio e te ci sei riuscita.
Per cui, ma credo che sia manifesto, anche questo brano mi è molto piaciuto. Hai saputo gestire il genere introspettivo (che oramai è tuo a tutti gli effetti) e mischiarlo con la componente esterna, quella della realtà. Cioè hai sapientemente fatto corrispondere i pensieri ai gesti del corpo con le dovute conseguenze. Brava!

As usual, but it's a pleasure, divido il capitolo in due, perchè non posso non andare nel particolare: WeskerxJill ; intermezzo del mese/ Wesker-Jill-Excella.
1) Molto gradito l'incipit . Con la bravura che ti contraddistingue hai espresso i dubbi e le riflessioni di Jill, che a questo punto hanno raggiunto una fase avanzata, una sorta di maturità. Molto giuste sono le domande iniziali, dove si riconosce la natura/personalità multipla che ha Albert Wesker secondo lei.
Belle sono le sovrapposizioni e le antitesi che ho riscontrato, cioè: -Nome/Volto, in quanto un nome non può identificare una persona di cui non si sa l'aspetto fisico, come non può farlo lo stesso viso . Hanno bisogno di essere assieme per avere un significato concreto e tangibile.
-Nemesi/Ricordo. Per me, questo è un binomio più forte del primo, in quanto si vengono a toccare le motivazioni principali che animano i contrasti interiori della ragazza. Ella sa che lui è il suo nemico e per lui può provare solo odio. Dall'altra parte, ella è ancorata disperatamente al ricordo del suo capitano, per cui prova amore. Tuttavia questo castello di carta vacilla, perchè Albert non è MAI stato quel capitano. Era un'incredibile illusione.
Lei sa che quell'uomo non è mai esistito, ma nonostante tutto non riesce ad accettare quello nuovo ( che lei comunque ama. Il ricordo del capitano è come se fosse una sorta di auto giustificazione dei riguardi di ciò che prova. Lei infatti non accetta di provare dell'affetto anche per il Wesker crudele ).
Successivamente troviamo il nostro amato " perchè", che è profondamente diverso dal " Wesker...perchè?", domanda simbolo di questa FanFiction. Infatti, in questo caso è un interrogativo rivolto a sè stessa ed è volto a chiarificare il tumulto di sentimenti che albergano in lei. Non c'è una risposta, ma nell'analisi di sè stessa ella fa un passo avanti.
Non imputa più l'affetto che prova per il principe nero al solo ricordo del superiore -mai esistito- , ma anche alla consapevolezza dell'esistenza di un briciolo di umanità in lui e del fatto che anche lui è stato tradito ( e che quindi ha sofferto e soffre ancora ).
Tuttavia, la Valentine è ormai caduta in un vortice caotico, capace di confonderla addirittura su sè stessa e su quel che è. E per un essere umano non credo ci sia condanna peggiore di non essere sè stessi, anzi, di essere ridotti ad una sorta di "vegetale" senza personalità, in completa balìa degli altri......
A conclusione del pensiero, volevo analizzare le ultime due frasi, che mi hanno molto colpito.
"Spesso vorrei non riaprire gli occhi, per sperare che tutto questo non sia accaduto davvero.": confesso che su queste parole mi sono scervellata, perchè non sono così immediate come sembrano. Mi spiego. Il "non" potrebbe essere inteso da chi legge in fretta e furia come un errore di battitura, ma in realtà non è così. Infatti qui viene fuori tutta la ingenuità di Jill. Cioè, ella non reputa quello che sta vivendo un sogno (sennò avrebbe usato " Spesso vorrei riaprire gli occhi"), ma la realtà. Ed essendo realtà ella spera che le cose non siano successe per davvero e ci possa essere un cambiamento, ma questo non è possibile.
Secondo me, poi c'è un ulteriore lettura e spero di non essere andata tanto di fuori.
L'espressione "aprire gli occhi" potrebbe essere riferita al momento in cui ella si libera del suo stato servile. E' il momento in cui tutte le traversie interiori vengono a galla esplicitamente e che le provocano dolore sia fisico che mentale. Per assurdo, ci leggo quasi un desiderio inconscio di essere annullata completamente, proprio per non sentire più niente. E' una prospettiva, a mio dire, estremamente triste, ma non so se sia meglio l'apatia ( che determinerebbe l'atarassia epicurea, ovvero l'assenza di passioni, nonché di dolori), o rimanere raziocinanti seppur soffrendo terribilmente.
"Vorrei non averti mai conosciuto, per non dover continuare a ripetermi di odiarti con tutta me stessa.". Qui abbiamo un ulteriore salto di qualità nel pensiero di Jill. Infatti arriva addirittura a rinnegare il fatto compiuto di aver conosciuto l'uomo. Lei va direttamente alla radice dei suoi problemi, affidando a poche parole amare una dolce illusione. E' il solito giochino mentale del "se" ipotetico: se avessi fatto, se non ti avessi conosciuto, etc...
E' inutile rivangare il passato per cercare una motivazione a quel che accade nel presente.
Purtroppo tale riflessione è coadiuvata e amplificata dalla profonda sofferenza che attanaglia la ragazza. Non è l'amore a farle male, ma è l'odio che lei deve fomentare per riuscire a sopravvivere.
E come se ella dovesse usare continuamente secchi d'acqua per un incendio che non riesce a domare....

In seguito, troviamo la ragazza su un divano di velluto rosso scuro. Ammetto che mi ha colpito la scelta del colore ed il materiale del mobile. Infatti essi richiamano ad un'atmosfera prettamente dark, dove il rosso cupo starebbe a significare una passione malsana, anormale ( per chiarirci non è il rosso brillante dei cuori per S. Valentino). E' un rosso spento, sottile presagio del fatto che il desiderio reciproco tra Wesker e Jill non può essere consumato.
Poi, nel risveglio della Valentine percepisco il ritorno all'incubo, dove esso è sinonimo di realtà. Forse i sogni le possono dare un senso di sollievo fittizio, anche se sono quasi certa che anche i peggiori ricordi le disturbano il sonno. Questo è però un discorso che riprenderò dopo.
Qui, Grace, mi hai piacevolmente sorpresa. La posizione che fai assumere ad Albert è a dir poco tenera. Lui non si va a sedere su una sedia vicina, nè ai piedi della donna..... cioè, con un impeto prettamente umano fa poggiare la testa di Jill sulle sue cosce e le comincia ad accarezzare i capelli. Figurandomi la scena, mi sono commossa, sia per la sua particolarità, sia per ciò che ne è trasparito. Infatti, qui non si tratta solo di un gesto, ma c'è molto, molto di più dietro. Mi sembrava di vedere la stanchezza che prova Wesker nel portare sulle sue spalle il peso della sua storia, delle sue azioni, dei suoi pensieri, di quel che prova per la ragazza. Egli capisce che loro sono risucchiati in un "circuito nero" che non ha vie d'uscita. Tuttavia, in questo momento si lascia vincere dal bisogno di umanità, dalla necessità di sentire il calore umano che si traduce nel toccare quei capelli biondi. Non c'è passione nel suo gesto, ma compassione e bisogno di qualcosa che non ha più. Egli non ha paura di esprimere quella che lui chiamerebbe una debolezza - diversamente da quel che fece all'inizio del capitolo 8-. Ma perchè non ha paura? Beh, perchè ha il controllo delle sue reazioni, anche se per poco. Inoltre penso che non possa più mettere a tacere i pensieri che da un pò di tempo lo animano.
Per quanto riguarda Jill, sono capibili i suoi dubbi e le sue reazioni, divise tra il piacere (frutto dell'amore) e il fastidio (frutto dell'odio).
Belle e profonde le riflessioni che sono indotte dal contatto della mano dell'uomo sui suoi capelli e io mi riferisco alle tre frasi scritte distintamente: "Nonostante avrebbe voluto", "Nonostante avrebbe fatto qualsiasi cosa per cambiare Albert Wesker", "Solo che sapeva che non poteva". Qui viene magistralmente sintetizzato il contrasto forte dei sentimenti di Jill, divisa tra volontà, ingenua speranza e fredda e crudele razionalità. Il brutto è proprio essere consapevoli dei propri limiti, ma nonostante tutto credere nel cambiamento. E' il solito circolo vizioso. Inoltre,fermandomi sulla terza frase, vi leggo un doppio motivo della sua impotenza: non può agire perchè odia Albert,oltre che amarlo,ma anche perchè lui ha già scelto la sua strada verso il baratro oscuro ( in cui lei è stata risucchiata).
Ella è cosciente che un "loro" può esistere se vengono appunto decontestualizzati, ma il passato è troppo forte per essere cancellato.
Giustamente la ragazza puntualizza sul fatto che Wesker non possa essere aiutato, sia per la decisione che ha preso, sia perchè il suo comportamento è finalizzato alla conquista del mondo, non a dimenticare il suo passato. Aiutare un uomo che non vuole essere aiutato sarebbe come sbattere un rametto di legno contro una porta di ferro....inutile e auto distruttivo.
E poi ella non può dimenticare che il volto del principe nero sia il simbolo delle sofferenze che ha dovuto patire, della lotta al bioterrorismo, di tutto ciò che l'ha portata a cambiare e a tralasciare i sentimenti (almeno apparentemente).Ma nonostante tutto, alla fine poggia i suoi occhi su quel volto, in cerca di qualcosa o forse solo per capire chi è Albert Wesker.

La domanda inaspettata che le fa l'uomo mi fa ricollegare al discorso iniziale dei sogni e degli incubi. Cosa lo avrebbe portato a formulare un'interrogazione del genere? E' il suo modo per rispondere allo sguardo della donna e prenderla così alla sprovvista? Secondo me per un verso non lo è. Infatti noi non sappiamo cosa sia successo nel lasso di tempo che copriva la fine del capitolo 14 e l'inizio del cap. 15. Presumibilmente Excella deve averli lasciati soli oppure lui ha portato Jill in un'altra stanza. Quel che è certo è che lui l'ha vegliata durante quello stato di incoscienza. Forse ella ha avuto degli incubi che lei non ricorda, ma che erano visibili tramite le reazioni del suo corpo. Comunque il fatto che abbia usato "sognare" e non " fare incubi" la dice lunga. Vi noto una punta di scherno.
E' significativa la stessa risposta della giovane, in cui vi è la ferma volontà di non trasmettere nulla di sè stessa, nemmeno i pensieri che la agitano.

Successivamente viene marcata la pluri-personalità di Wesker, facendogli toccare due ambiti diametralmente opposti, ovvero il suo progetto per la conquista del mondo ed i sentimenti che prova Jill per lui. Ancora una volta viene fuori il suo essere "psicopatico", diviso tra mille pensieri e gesti. Tuttavia egli capisce che non è su Uroboros l'argomento "preferito" dalla donna e non è un caso che sposti la sua mano sulla sua schiena. Sembra che col palmo voglia sentire le risposte che il corpo della Valentine comunicherà quando le farà la fatidica domanda." tu mi odi?" .
Ovviamente la Valentine non può rispondere, perchè non basterebbe un "sì" per farlo ed il motivo è da ricercare nei sentimenti contrastanti che lei prova.
Tuttavia il suo odio è "leggibile" da Albert, poichè è lo stesso che ha riservato a Spencer. Inoltre sono significativi i tre verbi che usa ("immaginare","sentire","vedere"), perchè toccano ambiti della percezioni essenzialmente diversi. Col primo è necessario vedere con la mente- interpretando gli eventi accaduti-, col secondo vedere con la parte sensitiva -
a pelle che aria tira-, col terzo vedere con gli occhi .
Particolare importante: è adesso che lui si toglie gli occhiali. Vi leggo la sua ferrea volontà di andare fino in fondo, di non fuggire, di non barricarsi dietro la sua solita maschera.
Comunque la conoscenza di Albert sui sentimenti di Jill è piuttosto limitata. Infatti in lei non c'è solamente l'odio, ma qualcos'altro.....qualcosa che cozza dolorosamente, irrazionalmente con esso, in un vortice mortale. Più cresce l'uno, più si fortifica l'altro e a questo punto il secondo sentimento non può più vivere nell'ombra.

Straziante la presa di coscienza dell'uomo che Spencer,l'odio per lui, gli eventi che ne susseguirono, sono strettamente collegati al disprezzo, alla rabbia della donna. Per la prima volta c'è il salto di qualità nelle sue riflessioni. Prendendo spunto dal discorso che ti feci sulle tre tragedie, fino a questo momento eravamo arrivati solo alle prime due ( cioè Spencer traditore- Wesker vittima; Wesker traditore- Jill vittima). Il passo in avanti consiste proprio nel riconoscere il terzo dramma, ovvero che Spencer è la causa di tutto, del fatto che i due non possono amarsi completamente. Quindi comprendo la rabbia del principe nero, poichè sicuramente avrà pensato che le conseguenze che sono scaturite dalle decisioni e dalle parole di Ozwell non hanno toccato solo lui, ma indirettamente anche le persone a lui vicine.
E' una sorta di maledizione senza risoluzione.
Comunque è in questo momento che il principe nero si abbandona al lato umano, sia perchè prova un dolore sincero, frutto della nuova consapevolezza, sia perchè formula a voce la sola condizione per cui loro possono esistere assieme.
E le sue parole sono come una scarica di energia nel corpo oramai esausto di Jill e sono capaci di dividere, sebbene per poco, il cuore dalla ragione.
Giustamente ella si chiede se non sia il p-30 a farla comportare così. La risposta, però, è essenzialmente negativa ed il motivo è da ricercare due capitoli addietro, in quel famoso abbraccio dato in una notte piena di turbamenti. Lì ella ha espresso col corpo quello che non poteva esprimere a parole, eppure non le era stata fatta nessuna domanda. Questo caso è ancora più eclatante, perchè c'è la domanda, ma nonostante tutto ella non parla con la bocca, ma col corpo. Ancora una volta. C'è la vittoria dell'istinto e della irrazionalità sulla mente.
Ciò che nel suo inconscio agognava da molti giorni e che anzi forse sognava, adesso è reale di fronte a lei. E' un bacio passionale,disperato, bisognoso di credere nella menzogna, di abbandonarsi al buio più completo in cui hanno spazio solo loro due. In questo momento a Jill non importa per nulla dei suoi conflitti, dei suoi dubbi, delle sue sofferenze..... Esiste solo Albert, quel corpo stretto tra le sue braccia e quelle labbra.
Brava, Grace, perchè dalle parole che hai usato si sente quel desiderio di vuoto, di perdersi in una piacevole bugia, di non pensare ad altro se non all'uomo che ha davanti la ragazza. Libera dal giogo del p-30, infatti, ella dà sfogo al sentimento contrastante e lo fa esplodere, comunicandolo nell'unica maniera possibile, ovvero attraverso il corpo.
Dall'altra parte si ha la reazione di Wesker, che decide razionalmente di abbandonarsi anche lui, senza però prima aver riflettuto sulla reazione di Jill. La consapevolezza che lei lo odi e lo ami allo stesso tempo tuttavia lo trapassa per un istante, poichè anche lui cade succube del suo istinto, o meglio, dell'incredibile forza di volontà di lei.....
Egli ha avuto la risposta alla sua domanda. Se si dimenticassero chi sono realmente, i propri limiti, i propri problemi essi troverebbero la realizzazione della loro attrazione reciproca, del desiderio di umanità di lui e della libertà di amare di lei.

Significativo il fatto che Albert prenda tra le mani il viso della giovane. Qui non c'è più la volontà di evitare che l'uno rifugga il contatto dell'altro (mettere le mani tra i capelli dietro la testa, quello sì che serviva ad evitare una possibile fuga). E' questo ciò che essenzialmente differenzia questo bacio e il bacio dato nel bosco.
E' un bacio compartecipato, ma che ha però i suoi limiti. Infatti la Valentine è sotto il controllo del p-30 ( diversamente dall'episodio sull'isola) e per un verso ciò può rendere il gesto non veritiero, anche se in realtà lo è, ma Wesker non lo sa.
Infatti già qui è visibile una delle crepe del "chiarimento fatto a metà". Il linguaggio del corpo può arricchire il linguaggio vocale, ma non supplirlo. Infatti solo le parole sincere possono dare completezza ad un discorso.
Comunque, tornando ad Albert, è giustamente tentato di disattivare il dispositivo, ma desiste,sia per la paura di far svanire quel momento, sia perchè non si fida dei sentimenti della Valentine ( ecco perchè era importante che Jill parlasse. Sono sicura che avrebbe tirato fuori ciò che la attanagliava. Sarebbe inoltre stata sincera nel dirgli certe cose.).
Un ulteriore punto debole di tale bacio è il senso di inganno che vi aleggia intorno e per due motivi. Primo: Jill è sotto il p-30 e anche se con le iniezioni bloccate ella avrebbe continuato il bacio, per Wesker rimane un dato di fatto. Secondo: lui sa che per abbandonarsi a taluni sentimenti, devono dimenticare chi sono, rinnegare le loro rispettive storia.
A tal proposito, mi son molto piaciute le espressioni che hai usato, quali "Ma l'inganno quanto sarebbe potuto durare? " ,"Se lo desiderava,per sempre", "Jill era in suo potere","Tuttavia Wesker, il principe dell'inganno- apposizione quanto mai più azzeccata ;)-, odiava essere aggirato a sua volta". E' la sintesi ideale per la situazione che stanno vivendo e che Albert rifugge.
Capisce che Jill può ferirlo seriamente e questo rappresenta un pericolo grande come non mai nella sua esistenza. Lei riesce a far riemergere il suo lato umano e le conseguenze sono molto gravi, ma sull'argomento ci ritornerò in seguito, poichè c'è un elemento importante nella seconda parte a cui mi riaggancerò.

In seguito, tornato il principe nero freddo e razionale, troviamo un suo gesto crudele e significativo e, ammetto, molto in linea col personaggio. Infatti mostra alla ragazza le sue iridi feline, simbolo eloquente della sua anima dannata e di tutto ciò che lui ha fatto. Questa volta è diversa da quella del cimitero, in quanto c'è la volontà evidente di ferire la Valentine, facendole dolorosamente ricordare cosa li rende irrimediabilmente distanti.
Infatti lei si sveglia dal "sogno" e ricade più profondamente di prima nel baratro delle sue emozioni contrastanti. Inoltre, la ricaduta è più profonda proprio perchè è lei che ha voluto il bacio e non perchè è stata forzata dal p-30. Per pochi attimi è stata sopraffatta da una forza ancora più potente, una forza chiamata "irrazionalità" (mista ad istinto, una miscela a dir poco esplosiva).
La confusione che ha ripreso spazio in lei è talmente grande che lei non è paralizzata dal dispositivo, ma da sè stessa. E questo la dice molto lunga.....

Bene, Grace, a quel "Mi ami, Jill Valentine?" mi sono sentita morire e mi sono ritornate in mente le parole che lui aveva proferito sull'aereo nel cap. 8. In un'altra situazione, questa interrogazione avrebbe assunto toni più romantici, qui no. E' un'arma a doppio taglio sia perchè così Wesker conosce il guazzabuglio di sentimenti che animano la donna, sia perchè le ribadisce che lei è in mano sua e può farne ciò che vuole ("....ad amare... chi magari odieresti" cit.cap.8). Con la sua reazione, la giovane ha mostrato il suo punto debole, rendendo visibile cosa la può toccare dolorosamente, un qualcosa che nessuno avrebbe dovuto sapere o almeno non in quella maniera.

Oramai l'idillio è rotto ed il ritorno degli occhiali sul volto dell'uomo ne è un segno tangibile, da cui non ci si può aspettare nulla di buono. Tuttavia, e questo è fondamentale per ciò che succederà dopo, essi si sono riappropriati della razionalità, per cui grosse cose non possono capitare (a dispetto di quel che pensa Jill).
Comunque, a rendere ancora più insostenibile la situazione è quella stretta imprigionante a cui Albert costringe la donna e non è un caso che lui nel farlo intrecci le sue dita ( per evitare la fuga).
A questo punto, tu hai rischiato seriamente di avere un morto sulla coscienza, anche se sapevo a priori che non sarebbe accaduto nulla. Già con la prima espressione molto insinuante "Esatto,Jill....credo che tu abbia capito" stavo per avere un colpo apoplettico, ma quest'ultimo l'ho sfiorato seriamente con le frasi successive,dove uno dei verbi ("possedere") ha due letture: sia che Jill voglia essere il burattino di Albert, sia che....insomma....lo hai capito anche te *////*....
Tuttavia l'irrazionalità non è una cosa che può essere indotta a comando, così come l'amare incondizionatamente. Non si può rinnegare sè stessi, come non si può in maniera razionale andare contro i propri principi.
Perchè non è accaduto quello che doveva succedere? Semplice, non erano tutt'e due imprigionati nell'oblio.
Comunque la reazione del corpo della donna è molto attinente, poichè in tal frangente esso va in tilt, sebbene il p-30 abbia la meglio.

Infine,mi ha molto colpita la reazione di Wesker, intrappolato tra la sua crudeltà/indifferenza e la sua umanità. Siamo arrivati ad un punto critico, poichè il lato che cerca di sopire sta scalciando per venire fuori. Lo si vede sia perchè lui prova pietà per la ragazza (cosa inaudita per Wesker, quando mai lui prova tale sentimento?), sià perchè è il suo stesso cuore a reagire, pulsando. Qui non si parla più di reazioni mentali, ma reazioni fisiche,che, a mio dire, sono più pericolose delle prime poichè sono il campanello di allarme di un vicino collasso.
E lui come fa a contrastare un simile effetto? Scappa per paura. Come al solito.
Penso tuttavia che sia cosciente che non serva a niente scappare, poichè i problemi non risolti si ripresentano sempre e sempre puntuali.
Illogicamente per il suo personaggio, egli fugge dalla Valentine non perchè lei è più forte di lui a livello di combattimento, ma a livello "sentimentale", le cui ferite possono fare più male, soprattutto se a riceverle è un non indifferente Albert Wesker. Per lui che non si fida degli altri, dei sentimenti, dell'amore, una situazione del genere può essere insostenibile.

A conclusione, Grace, confermo che questo pezzo mi è sinceramente piaciuto, poichè ti sei saputa attenere ai comportamenti credibili dei due personaggi. Mi spiego. In una situazione, diversa da quella del boschetto per vari motivi ( maturata coscienza di causa, non completo abbandono, nuove consapevolezze), hai avuto le capacità di sfiorare un momento critico tenendo ben presente nella tua mente certe conseguenze e certe reazioni. Brava!
Tuttavia suppongo che il peggio deve ancora arrivare, poichè qui non siamo ancora al climax massimo...la bomba non è ancora scoppiata....

2)Piaciuto l'intermezzo che sintetizza gli eventi del mese che passa dopo la scena iniziale.
In tutta la tua bravura espressiva hai proposto il cambiamento in atto e quasi concluso di Jill Valentine nella Crow Lady, dove non c'è spazio nè per l'odio, nè per la ribellione. Particolare l'appunto sul fatto che il p-30 non avrebbe potuto cancellare la sua memoria, tanto meno farle perdere la coscienza, trasformandola in un burattino senz'anima.
Ella è ferita sia per quel che fa, per le persone che uccide, ma anche dal comportamento indifferente dell'uomo. Tuttavia c'è un altro motivo che è tuttavia spiegato in seguito e penso sia quello che le faccia più male.

La prima cosa che mi ha colpito di questa seconda parte è l'occhiata che si scambiano i due nel laboratorio. Sebbene essa sia filtrata degli occhiali di Albert e la maschera della Valentine, si sente l'aria pesante che vi aleggia intorno, sebbene sia passato un mese dal fattaccio.
E' uno sguardo carico di significato e dalle multiple sfaccettature, non traducibile in un'unica maniera.
Gradito l'appunto "...quel qualcosa di sbagliato continuava a logorarli per il solo fatto che essi fossero vicini". Esso trasmette la forte tensione che c'è tra di loro e che qualcosa sta per scoppiare. Cioè, anche la sola vicinanza comincia ad essere intollerabile, perchè essa rievoca in tutti e due sia la loro storia, le loro esperienze, etc....sia i sentimenti contrastanti che li animano.
Il fatto che Albert senta in sè stesso la presenza del suo lato umano è per lui motivo di sconfitta. Egli ha lottato tutta la vita per inseguire un'illusione, un sogno malato e per riuscire nell'impresa doveva raggiungere quella sorta di atarassia epicurea cui invece agogna Jill.
E in tutto questo una semplice donna scombussola i suoi piani e per lui questo è inconcepibile.
Tuttavia Wesker non è indifferente a ciò che è accaduto tra di loro e la nuova consapevolezza che Jill, oltre ad odiarlo, lo ami, gli toglie anche le poche ore di sonno che si concede la notte.
Noi non si sa cosa sia successo nel buio della sua stanza in tutto questo tempo, ma ipoteticamente parlando, si saranno aggiunte turbe mentali a quelle che già lui ha. In una parola poco fine...sono casini, mooolto amari.
In tutto questo, Excella ne è completamente all'oscuro e lo si capisce dalla domanda che rivolge all'uomo sulle scale, vedendolo stanco. Egli non è preoccupato per Uroboros..no....ma per qualcosa di più grave e subdolo che lo sta facendo vacillare, se non capitolare lentamente ( conseguenza cui accennavo nella prima parte del commento). Ovviamente la risposta non poteva essere più ic, essendo volta a sviare qualsiasi curiosità che poteva nascere.
Dall'altra parte troviamo la Valentine ed è a questo punto che mi riallaccio al motivo che le fa più male indicato prima. Ella soffre sia perchè ha reso a conoscenza il suo tallone d'achille, sia perchè il dannato p-30 non le ha dato la libertà di parlare. C'è una bella differenza tra rispondere "si/no" e rispondere "si/no, perchè.....". Il chiarimento che hanno avuto è stato un chiarimento a metà ed è questo che secondo me le fa più male. Troppo comodo da parte di Wesker sentire solo ciò che lui vuole, senza ascoltare le dovute motivazioni dell'altro. Di che aveva paura? Che le parole di Jill facessero smuovere la sua coscienza oppure lo facessero capitolare definitivamente?
Confesso che ho provato pietà per la donna, perchè non so se sia peggio non aver parlato o aver "parlato" a metà - e non perchè lei non voglia farlo completamente, ma perchè è costretta al silenzio dalle iniezioni-.
Inoltre, molto ingenuamente, ella crede di poter cambiare qualcosa nell'uomo, anche se sa che non è possibile. Soffre per questo.....soffre per la distanza che li ha divisi in quel mese, ma nonostante tutto sembra che ciò che provano l'uno per l'altra non si sia indebolito di una virgola.

Infine, molto d'effetto la chiusura del capitolo. Confesso che mi sono un pò scervellata pensando su cosa potesse aver attivato le sirene d'allarme. Unica ipotesi è che abbia a che fare con l'esperimento che stavano seguendo, ma nulla di più.
Si vedrà in seguito, anche se già mi sto preparando psicologicamente al peggio, che arriverà.....oh,sì....arriverà -.-,,,

Allora Grace, scusa se mi ripeto ogni santo commento, ma ribadisco che la lettura è filata liscia liscia... la prima parte, poi, ha indotto un continuo crescendo di tensione che non può lasciare indifferente il lettore. Quindi bravissima!
Poi ti manderò un messaggino privato per un'altra cosa.

Per il resto, Grace, mi complimento con te perchè stai mantenendo l'alta qualità della tua Ff anche in procinto del finale ( *singhiozzo mal celato* ç_ç), il che non è cosa da poco, visto che a volte gli scrittori si lasciano un pò andare alla fine delle storie, ma non è assolutamente il tuo caso.
Ribadisco che non potevi descrivere meglio la scena iniziale, dove sei rimasta fedele alla tua visione, sapendo trasmettere le varie emozioni/sensazioni/pensieri dei due personaggi, oltre che il vortice maledetto in cui sono risucchiati, anzi... nel "circuito nero", poichè un vortice ha un punto di inizio e uno di fine, il circuito no ( come appunto il circolo vizioso).
Contando sulle dita l'arrivo del dì funesto, pur essendo vive in me le piacevoli sensazioni che mi hai trasmesso con questo tuo nuovo, forte, commovente capitolo,spero di tranquillizzarti e di farti scaricare un pò di tensione.
Ti dico, infatti, Grace, che il bello di una storia riuscita è anche quello di dargli un degno finale. Tu con questo brano hai dimostrato di avere le qualità per farlo (ma quando mai ho avuto dei dubbi in proposito?). So, relax, anche se so che non sia semplice, anche perchè qui non si tratta solo di concludere una storia, ma di chiudere un ciclo cui ci si è dedicati anima e corpo per renderlo possibile, proprio perchè sogno nel cassetto....
Io comunque ci sarò :)

Ci si sente presto <3
Un abbraccio titanico
e un bacio -one,-one

Asty

Nuovo recensore
13/12/12, ore 13:40

Mia cara Grace,
confesso con estremo piacere che ogni tuo capitolo è per me una nuova scoperta. Infatti, pur essendo un brano tipicamente " action", in esso hai saputo inserire spunti, piccole spie ed un flashback che mi hanno indotto a riflettere, come sempre. Inoltre, stai seguendo gradualmente la via che ci porterà alla fine ( Snif -.-,, ) della tua FanFiction, rendendo molto interessante il tuo modo di avvicinarti all'epilogo.
In generale mi complimento con te ancora una volta, poichè hai avuto le facoltà per riproporre quell'atmosfera insana, polverosa, intrisa di morte,presente all'inizio di re5, rapportandolo poi con lo stato d'animo di Jill sempre più confuso. Purtroppo si sta piano piano avverando il suo peggior incubo, accresciuto dalla crudeltà di Wesker, che nonostante quello che è successo la notte stessa ha riacquistato la sua naturale freddezza - Sì.... ho provato parecchia compassione per la ragazza :( -

Ma andiamo per gradi.
Anche stavolta tripartisco il capitolo per commentarlo,attraverso le sue particolarità,nella sua interezza : Arrivo di Jill in Africa, episodio del villaggio, ritorno alla Tricell.
1) La prima cosa che mi ha colpito è stato il senso di smarrimento della Valentine, posta di fronte ad una nuova missione non del tutto chiara, ma soprattutto davanti alla fiala.
Ella cerca con gli occhi Wesker, sperando che lui le possa fugare i suoi dubbi anche solo con un'occhiata, valevole per lei come una rassicurazione.
Il suo è stato un gesto che mi ha commosso, poichè in fin dei conti tra tutti gli estranei e i folli che ha attorno, Albert è l'unico che in qualche modo conosce. Aggiungendo poi quel è accaduto tra di loro, è capibile una certa fiducia, anche se mal riposta.
Ovviamente i suoi pensieri non le permettono di analizzare freddamente la situazione, sorvolando su un particolare ( quello dell'oggetto in vetro ) che in seguito si rivelerà molto importante.
Ma torniamo a Jill. Penso che il comportamento indifferente del biondo le faccia più male rispetto a quello di coloro che le stanno attorno. Mi spiego. Ella sa che non può aspettarsi niente di buono da Excella, dagli altri scienziati, etc.. perchè tanto sa che loro sono crudeli, punto.Con Albert invece è diverso. Lei ha potuto scorgere un briciolo di umanità in lui e, cosa ancora più importante, lei lo ama, capendo che tale sentimento è per un certo verso contraccambiato. Per cui cosa c'è di peggio dell'essere traditi e delusi nella maniera in cui lo è stata la ragazza all'inizio di questo capitolo? Cioè....non è stata degnata nemmeno di uno sguardo, come fosse un sottoposto qualsiasi....
D'altro canto è anche cosciente delle forti contraddizioni che albergano in lei e nell'animo dell'uomo ed esse a lungo andare possono portare alla pazzia chi non è freddo di fronte ai sentimenti.
Come in un circolo vizioso, la Valentine si aggrappa all'unica certezza che le permette di pensare a Wesker in maniera razionale e imparziale, ovvero che in fondo lei è solo una sua pedina, un mezzo per raggiungere i suoi scopi. Tuttavia, alle sue riflessioni si aggiunge una costante, che mancava quando ragionava sul loro rapporto una volta tornata dall'isola ( cioè alla fine del cap. 11 ) : la certezza che il bacio che si sono scambiati nella foresta non era frutto di un momento di debolezza da parte di entrambi, ma la realizzazione di un desiderio sopito da tanti anni. E quei semi-baci della notte passata da poco ne sono stati la dolorosa conferma.
Gradita la frase " Credere che vi fosse qualcosa ancora di umano in lui, avrebbe fatto di lei la vittima perfetta ". Infatti vi è possibile scorgere una doppia lettura: Jill è sia vittima di Wesker in quanto è sua prigioniera , ma soprattutto per tutti gli annessi e connessi nati dopo quel giorno del 98' ( non te li spiego, tanto ci siamo già soffermati sopra ;D ), sia vittima dell'uomo in senso lato.
Il senso si coglie se ci si sofferma col pensiero su una Valentine che cerca di capire Albert e i suoi rivolgimenti interiori. Chi non avrebbe pietà di un individuo del genere sapendo quel che ha passato? Il problema però sta proprio in questo, in quanto l'affetto la porta inevitabilmente a cercare di comprendere il lato umano del principe nero, facendo emergere una figura antitetica a quella "normale". Nel caso specifico, ella si perde nella sua comprensione, rischiando di compromettere la propria sanezza mentale.
Ed è a questo punto che il circolo vizioso si chiude relegando Jill al rapporto di amore-odio che è presente da sempre in lei. Nonostante tutto il male che le possa essere fatto, ella non riesce a dimenticare quel che è successo, come le sensazioni che ha provato.
Giustamente hai sottolineato : " ...pensieri che la disturbavano e la ferivano, eppure le davano anche un indefinito e insensato senso di piacere ". Tale sensazione è più che comprensibile e ancora una volta esprime le sue contraddizioni. E' un qualcosa che non può riconoscere ma allo stesso tempo aborrisce perchè malsano. Il tutto è coronato dal "senso di piacere" che per sua natura gratifica l'essere umano.
Ma ti dirò di più. Con questa affermazione e con quella precedente ( " il suo cuore si stringeva " ) hai sorpassato un nuovo confine. Prima ci si soffermava sul binomio cuore-ragione. Secondo me qui siamo ad un salto di qualità e potrei coniare un' altra definizione, ovvero corpo-mente (/ragione). Tra di loro c'è una sostanziale differenza, in quanto la prima tocca due livelli prettamente mentali, mentre la seconda sviluppa tale concetto. Infatti se da una parte la mente/ragione classifica certi pensieri come sbagliati, il corpo risponde in tutt'altra maniera, realizzando i pensieri del cuore. In tal senso bisogna cogliere certe reazioni visive della donna, che non può fare nulla per evitarle.

A conclusione della prima parte, volevo spendere due righe sul Wesker di questo inizio capitolo. Egli risponde agli avvenimenti della notte in maniera molto IC, ovvero barricandosi dietro al silenzio e all'indifferenza. Tuttavia io riconosco in questa sua reazione un sentimento di paura.... paura per il comportamento che potrebbe avere anche solo degnando di uno sguardo Jill, paura perchè consapevole di essersi spinto troppo in là. Tuttavia non può rimanere sempre così freddo, poichè, penso, anche lui non può dimenticare. Questo discorso è più complesso e, mancando di taluni elementi, lo riprenderò alla fine della terza parte.

2)Il primo elemento che mi ha colpito dell'episodio del villaggio è stata la reazione che hanno avuto gli abitanti di fronte al Doctor Plague. Sembra quasi che la evitino come fanno i sani con i lebbrosi. Solo andando avanti con la lettura si evince che tali individui sono stati contagiati, per cui il loro comportamento assume una sfumatura diversa e quanto mai allucinante. Cioè... loro, infettati, vittime di trame oscure, scansano la donna che per certi versi è vittima anch'essa. Tuttavia è come se vedessero in lei la causa di tutto il male che li circonda, non riconoscendola ( dal punto di vista estetico ) come loro simile. Inoltre, ho trovato un punto di antitesi: loro pur essendo normali esternamente, hanno il virus e quindi il marcio dentro; la Valentine invece, pur presentandosi così mascherata, rimane umana....

In seguito troviamo un luogo che solitamente è sinonimo di vita e piacevole caos: il mercato.
Mi è molto piaciuto come hai descritto l'atmosfera di calma e normalità apparente, tradita da particolari significanti che hanno messo in allarme la Crow Lady. Infatti hai distorto tutto ciò che rimanda alla vita e al concetto di vitalità, dai volti inespressivi e gli occhi vuoti, all'enumerazione della merce avariata, unico segno della presenza umana. A questo proposito mi viene da fare un'ulteriore riflessione, ovvero che tale presenza non è indicata dagli edifici, ma dal cibo - unica fonte di sopravvivenza insieme all'acqua- ed in questo caso, mancando tale elemento, manca anche la componente umana. Nessuno compra-nessuno mangia-nessuno vive. E' un discorso complicato, ma spero che tu lo abbia afferrato :D....

Passando poi alla missione vera e propria, mi sono stupita della scritta sbagliata di "Uroboros", ( non presagendo nulla di buono ,ma questo non riguarda solo un possibile attacco dei Majini. Poi in seguito te lo spiegherò. ) così come del fatto che lei lasci la fiala in quel posto non proprio sicuro e il possesso di un dossier con tanto di foto. Successivamente troviamo la figura della ragazzina e ammetto che, presumendo già dal primo istante il peggio ( ehh,lo so.....non penso positivo, soprattutto in questi casi), mi si è stretto il cuore. Tuttavia mi sono commossa ancora di più di fronte al comportamento di Jill nei suoi confronti, pensando che quella fosse una povera civile. In quella atmosfera da film horror con tanto di residui organici , ella vede in quella ragazzina una sorta di fiore in mezzo ai rifiuti ed è anche per tale motivo che vuole crederla intatta, non contagiata. Inoltre è a questo punto che ritorna per un verso alla vecchia Jill Valentine, pronta a proteggere i civili. Purtroppo ella è entrata in un incubo troppo grande, che neanche lei può immaginare. Tutto le si rivolta contro, persino la bambina, facendole comprendere che è completamente sola di fronte a quei mostri. Deve reagire e difendersi ancora una volta come sa fare, anche a costo di andare contro i propri principi.
Giuste le riflessioni riguardo la "razza superiore" e tuttavia penso che lei non abbia compreso cosa intenda Wesker con questa espressione, in quanto dovrebbe essere sprovvista di sentimenti umani. Infatti per l'uomo nel mondo dovrebbe vigere la legge del più forte, dove i deboli vengono cancellati dalla faccia della terra. Per questo gli esseri umani devono abbandonare qualsiasi desiderio/bisogno terreno ( sinonimo di debolezza ) e dedicarsi alla battaglia. Devono attuare infatti una sorta di selezione "naturale" per evitare l'autodistruzione per sovra sfruttamento delle risorse e con Uroboros questo è possibile. Non importa se perdono i connotati umani, poichè le priorità sono altre. E' un discorso allucinante, ma penso sia abbastanza in linea col pensiero di Albertino...
Ovviamente Jill riesce a vedere tutto per quel che è, ossia un incredibile abominio....
In seguito troviamo il "secondo episodio di un tentativo di salvezza" e qui, Grace, mi hai fatto di nuovo venire un groppo alla gola. Infatti la tragedia era già annunciata da quel "rimescolìo di stomaco", solo che, come una breve frase può avere ( a volte) poca importanza, così un piccolo gesto può passare inosservato ( davanti agli occhi di chi non vuole vedere la realtà ). Purtroppo questa è una riprova di come può essere subdolo il nuovo virus. Inoltre premetto che questo secondo episodio è più forte del primo in quanto i due individui interagiscono tra loro prima della trasformazione ( l'altro era stato significativo per la tenera età della contagiata).
Ma partiamo dall'inizio.
Mi è sinceramente piaciuto che tu abbia inserito nella storia il personaggio di James Dume.Mi sembrava uno di quei dottori laureati all'estero, tornati poi nel proprio paese per curare le persone, o almeno a me ha dato questa impressione. Inoltre mi ha colpito la buona fede e la fiducia che l'uomo ripone nella Crow Lady, non immaginandosi neanche lontanamente che ella faccia parte di quel disegno diabolico. Comunque sia queste, che la riconoscenza smuovo in Jill l'animo della soldatessa che era, dicordandole a cosa si era votata e in questo contesto tutto ciò ha un che di amaro e di nostalgico. Inoltre non mi sembra superfluo il fatto che James spinga la Valentine a continuare a combattere.

Azzeccato il paragone Barry/ Dick che ti ha permesso di inserire quella chicca del Project S.E.R.A.( Sì ^^, l'avevo visto, come le 5 parti del corto riguardante Chris dopo Kijuju <---- ehhh, non male come attore. Fortuna che i suoi muscoli non sono vacchi-zzati/ Tyrant-izzati.... Ehm.... scusa la battutaccia *////*. Comunque lo so....conosco 'ste cose ma non ero al corrente del Wesker's Report II -.-' . Purtroppo non tutti siamo stati edotti nella stessa maniera...) . Ma bando alle ciance! Torniamo al capitolo.
Allora, mi sono molto piaciute le parole che hai fatto dire da Jill riguardo il rapporto che ha avuto con suo padre, ascrivibile tranquillamente ad una ipotetica realtà.
Toccante quel " ti voglio bene" che nella realtà non c'è stato, ma che comunque ha aggiunto espressività all'episodio. Infatti se da una parte lo " scusa" finale aveva un profondo significato se rapportato alla vita condotta dalla Valentine sotto l'egida del padre, dall'altra quelle tre paroline sono molto commoventi, poichè credo che Dick non le aveva mai pronunciate nei riguardi della figlia....
Comunque comprendo il suo rimpianto di non aver avuto un padre prima perchè egli era assente e dopo perchè gli eventi gli sono stati contrari. Per una figlia è una mancanza che può segnare l'esistenza, così come lo è aver dato la morte ad un proprio genitore. Ella infatti dovrà convivere col rimorso di non aver avuto scelta e che avrebbe dovuto uccidere Dick per la seconda volta ( per la prima ci avevano già pensato quei bastardi che l'hanno infettato), comunque fossero andate le cose. Lei non si è trovata davanti ad un bivio. Infatti ella lo avrebbe ammazzato sia sparandogli, ma anche facendosi divorare di sua spontanea volontà. Capisco che per Jill sia una ferita molto profonda nella sua anima, che si aggiunge alle altre. Il suo cuore ed il suo spirito, oltre la sua pelle, sono stati indelebilmente macchiati del sangue che è stato versato dalle sue vittime.....

Tornando a Kijuju, la tragedia si consuma molto presto, facendo di James l'ennesima vittima.
A mio dire, hai giustamente chiamato Dume col suo nome e non con quello generico di "Majini" dopo la trasformazione. Infatti il tuo intento era quello di far capire al lettore che la Valentine ha davanti la "persona", anche se infettata e mutata.Sei riuscita a dare all'intero episodio una forte drammaticità, amplificata sia dal fatto che i due si erano conosciuti ( e quindi la ragazza aveva intravisto la bellezza interiore dell'uomo ) sia perchè ella lo ammazza come aveva fatto con suo padre, cioè con un colpo alla tempia.Il sangue di James si è andato ad aggiungere a quello di tante altre vittime che imbratta il cuore della donna.
E' un ulteriore peso sulla sua coscienza.
Straziante a mio dire l'interrogativo urlato, ma che analizzerò alla fine della terza parte, poichè i significati da dargli sono differenti ( facendo riferimento anche ad un'altra situazione... ).
Infine volevo analizzare la fuga e quel "sola" che mi ha fatto riflettere.Intanto, dal punto di vista della credibilità della prima, essa lo è in quanto la Crow Lady ha già adempiuto al suo compito - ovvero infettare il villaggio- e poi forse la sua rabbia ha valicato il potere del p-30. Comunque,ella scappa perchè in quel frangente era l'unica cosa che potesse fare per evitare lo scontro e per non aggiungere altri rimorsi al suo animo tormentato. Sembra che allontanandosi da quel luogo lei possa dimenticare quel che è successo, quel che lei è diventata, ma alla fine si ritrova sola.
Sola, perchè non c'è nessuno che la insegue.
Sola, perchè non ha nessun amico accanto.
Sola, perchè nonostante tutto Wesker l'ha tradita e delusa.
E' in questa solitudine che i suoi fantasmi tornano a tormentarla e , con p-30 o no, lei è costretta a tornare alla sede della Tricell..... da Lui.....

3) Inizialmente c'è un forte elemento di antitesi, rappresentato dal diverso comportamento delle due donne: da un lato una Jill furente, coperta dal travestimento ( che non fa trasparire nulla ), dall'altra Excella, solitamente fredda, insensibile e molto sicura di sè.
Questa sicurezza tuttavia vacilla alla reazione irosa della Valentine, che riesce a forzare inaspettatamente il p-30. E qui si vede la "bassa lega" dell'essere cattiva della Gionne, poichè lei fa la gradassa finchè la Crow Lady è dietro le sbarre della prigionia. Troppo semplice fare la voce grossa con chi non può reagire.....
Comunque anche il corpo di Jill viene trapassato da un tremito e in tale frangente l'unico che può causarlo è proprio il principe nero. Tuttavia la forte emozione è connessa al fatto che davanti a lei c'è l'Albert crudele, che ha perso qualsiasi briciolo di umanità e questo è sottolineato dalle parole che lui ha usato.
Per la ragazza è un'ulteriore mazzata, poichè in lei si sovrappongono sia l'immagine di questo Wesker, sia l'immagine nascosta di lui, oltre che la consapevolezza che verrà usata per la diffusione del virus e contro la B.S.A.A.. Questo è un contrasto estremamente forte ed il suo svenimento ne è un indice significativo.
Ma prima di continuare, volevo in tal proposito riprendere il discorso sulla missione che ha completato. Spero che tu mi segua nei miei ragionamenti ( forse giusti ) Secondo me, non è solo il fatto di essere stata usata contro quei civili che ferisce Jill. Lei ha capito che in un certo senso la hanno presa in giro. Ad avvalorare la mia tesi ci sono vari elementi:
- La scritta sbagliata di " Uroboros ". Di solito in una missione le cose sono fatte con la massima precisione. Uno potrebbe dire: " Eh, ma questo era per non far riconoscere il nome da parte dei civili..... ". E invece no, perchè in quel luogo sono stati tutti infettati e per un verso quel villaggio "appartiene" alla Tricell, quindi non ce ne sarebbe stato il motivo.
- La presenza della foto della cassa. A me sembra molto strano che abbiano mandato lei in quel luogo per metterci la fiala, quando in realtà dei soldati ci sono già stati per organizzare il tutto. Cioè, coloro che ci sono andati potevano tranquillamente completare la "missione", ma non l'hanno fatto perchè era il compito del Doctor Plague ( su cui sono state riversate tutte le responsabilità)
- La cartina non completa ( faccio riferimento a quando Jill scorta James ). Per me sta a significare che l'atto del contagio perpetrato dalla donna sia estendibile al di fuori del villaggio iniziale. Questa mia supposizione è avvalorata dalla presenza della fiala rotta alla fine dell'episodio. Presumendo che sia la stessa che lei ha portato, tutta la faccenda assumerebbe toni da " teatrino organizzato". Cioè Wesker ed Excella l'hanno messa nelle condizioni per essere lei la causa primaria, anche se la missione poteva essere completata da dei soldati semplici. Forse il loro intento era anche quello di testare i Majini su di lei......
Inoltre la presa in giro è amplificata dalle parole iniziali di Excella, in cui dice alla Crow Lady di accertarsi che il virus sia circoscitto. Non la informa sul suo vero compito, ecco perchè la rivelazione finale possa fare più male a Jill...

Ma torniamo alla terza parte e qui mi soffermo sulla figura di Albert, che ancora una volta mi ha fatto stringere il cuore per le sue contraddizioni. Egli infatti sorregge la Valentine, le scosta leggermente la maschera, sorride e la accarezza. Cioè....non l'ha degnata di uno sguardo al ritorno e adesso si comporta così ( N.B. la donna però ha perso i sensi, quindi non vede tali reazioni del suo principe nero). Secondo me, nonostante il "vecchio Wesker", quello crudele, abbia avuto il sopravvento, qui uno sprazzo umano emerge. Prova ne è anche il fatto che esula Excella da quel contatto, non curandosene. Infatti lei lo chiama preoccupata non perchè Jill è riuscita a ribellarsi, ma per ciò che lui ha fatto.
Ma è solo un attimo, un momento, poi ritorna il vero biondo, mosso dalle sue mille turbe psichiche, dalle sue mire crudeli.
Dall'altra parte troviamo Jill, semi stordita sul divano, che in cuor suo ripete la "Domanda" per eccellenza per il loro rapporto: " Wesker.... Perchè?.. ".
Già qui ti posso elencare due differenze di base tra questo " perchè" e quello trovato precedentemente nel capitolo. Esso non è urlato, non è reso vivo dalla rabbia. Questo è un "perchè" che come gli altri racchiude i mille dubbi ed interrogativi della ragazza, ma è un anche "perchè" che sa di sconfitta. E' un "perchè" molto amaro,sommesso, nato di fronte al vero Albert e che non troverà le sue risposte, purtroppo -.-,,,
Per me, è questo il "perchè" più struggente uscito dalla bocca della donna, insieme a quello nei laboratori dell'isola, però a mio avviso è ancora più potente.
Qui infatti non c'è un interlocutore che rifletta sulle sue parole, anche solamente ripetendole. Qui non c'è nessuno e lei è SOLA. E' un "perchè" silenzioso e la tristezza che le cade in fondo al cuore - citando un famoso cantautore- come la neve, non fa rumore. Questo sentimento si va ad aggiungere al caos che sfregia la sua anima, ma proprio perchè è tacita e senza possibilità di sfogo che le fa più male.


Allora, Grace, come al solito nulla da eccepire. La lettura è stata scorrevole e appassionante e ti stai, giustamente, avvicinando all'epilogo gradatamente, anche se il peggio bisogna ancora aspettarselo ( e già qui tremo al pensiero -.-' ).
Non posso non dirti che anche questo capitolo mi è piaciuto, anche se, da lettrice/scrittrice, prediligo quelli introspettivi. Ma con questo non voglio affermare che alcuni capitoli non inducano a riflettere....tutt'altro :D e questo brano ne è stata una riprova. Inoltre hai perfettamente trasmesso lo stato d'animo di Jill, persa nel suo animo, persa nell'ambiente che le sta attorno, in un incubo senza fine, in un circolo vizioso da cui non riesce ad uscire.

Contando dolorosamente sulla punta delle dita quanti capitoli mancano alla fine della tua FanFiction - Snif, Sob, ri-Snif, ri-Sob :'''( - , cerco di attraccare verso lidi più felici riconfermando la tua bravura nel coinvolgere il lettore,la passione che traspare nuovamente in questa pagina, l'impegno che hai profuso e profondi per dare una splendida conclusione alla tua Ff, degna veramente di questo nome.

Ci sentiamo presto, Grace :)
Un multi-abbraccio mega sentito dalla tua Fan appassionata
<3

Asty

Nuovo recensore
12/12/12, ore 02:03

Lo volevo citare già nella recensione al Capitolo 13, ma ne approfitto subito per correggere la mia mancanza: io adoro le meccaniche del P30 che descrivi nella tua fanfiction. Personalmente (e anche nella mia vecchia fiction, "Wonderland", l'avevo interpretato così) ho sempre pensato al P30 come a qualcosa che rendesse Jill completamente priva di libero arbitrio, un androide incapace di controllare il proprio corpo. Tale soluzione però, toglie gran parte del pathos alle scene, al di là dell'ovvia inquietudine di una donna prigioniera del suo stesso corpo.

Ma tu hai portato il tutto a un livello successivo: il concetto di un set di "ordini del P30" ai quali Jill non può opporsi, che le permettono perciò di muoversi all'interno di tutta una serie di "paletti" come vuole andando occasionalmente a sbattere alle "sbarre" mentali (come quando è costretta a non rivelare a James il suo vero nome) è qualcosa d'incredibilmente affascinante. Un grandissimo plauso per quest'idea geniale. 

Detto questo, l'impressione generale che ho avuto da questo capitolo (a parte la fase "action" nel mezzo) è quella della calma prima della tempesta: Wesker scivola nella follia che porterà agli eventi (ormai tristemente famosi) della sua "caduta", nel frattempo, Jill sperimenta di persona il male delle sue azioni. Nel gioco, e in generale nella storia, Albert Wesker è sempre molto distaccato dalle sue stesse creazioni, dal male che infligge: non lo si vede mai interagire con i Majini e le uniche parole di commiato sono sarcastiche, un crudele addio riservato ad Excella. Tutto questo traspare dalla tua fic, dove è Jill quella costretta a fare "il lavoro sporco" e a stupirsi di quanto Wesker, nella sua torre d'Avorio, perda ogni giorno un pizzico di sanità mentale e di umanità.

Il "big time" si avvicina dunque! Sono curioso di vedere come si evolverà il contorto rapporto tra Wesker e una (ormai affranta e quasi disillusa, mi sembra di capire) Jill Valentine, puoi star certa che mi troverai come sempre in prima fila ad attendere aggiornamenti! 

PS: un paio di piccole note... 

- quella di prendere argomenti assolutamente canonici e inserirli nel variopinto di una fic rende le cose sempre un passo avanti alle fic meno "canon", e ti stai rivelando un'esperta in questo. Dick Valentine e il Project SERA sono cose di cui pochi hanno sentito spesso parlare, li reputo dei gran tocchi di classe.

- mi rende perlesso l'utilizzo del termine "Uroboros". Se non sbaglio, la "lore" del gioco afferma che i Majini sono in realtà controllati da versioni mutate delle Plagas di RE4, e che sono suddette Plagas a far uscire il "fiore" dalla bocca e le lacrime scure degli occhi, mentre Uroboros è in realtà un virus che, quando non incontra l'ospite giusto, lo tramuta semplicemente negli ammassi di tentacoli neri che Sheva e Chris affrontano per due volte nel gioco (più una terza volta "avvinghiati" a Wesker). Per caso hai alterato volontariamente la cosa, o si tratta di una svista?

- ultima cosa: Jill di fronte allo stabilimento Tricell e le sue parole ("Maledetti... Maledetti tutti!") mi ha ricordato la famosa scena finale del grande classico "il Pianeta delle Scimmie" con Charlton Eston, quando lui dice più o meno le stesse parole di fronte alla statua della Libertà in malora. Non so se fosse una citazione volontaria, ma adoro quel film e mi è piaciuta molto l'immagine mentale di una Jill-Taylor sconvoltà di fronte alla malvagita dell'umanità/Tricell.

Alla prossima, 
John. 

Nuovo recensore
09/12/12, ore 07:14

Quanto, quanto è passato? Due anni? Forse di più. Mi riaffaccio sul fandom di Resident Evil grazie a mamma Capcom che mi tira fuori quel piccolo capolavoro narrativo di RE6, e sento strane sensazioni. Mi sembrava di essere tornato al primo liceo dopo il diploma, tanti luoghi familiari, tanti personaggi conosciuti in un fiume di volti nuovi e sensazioni che appartengono al passato. 

E poi -bam!-, la coppia Wesker x Jill (r)esiste ancora. E ovviamente non sono stato sorpreso dal nome dell'autrice, questo va da se. Fin troppi richiami di stile inconfondibili tappezzano questa fic, e ovviamente ho saputo coglierli. Mi manterrò generico, in questa recensione, perché ammetto con un po di vergonga di non essere più ne il lettore meticoloso di un tempo, ne l'occhio allenato di chi viveva a pane e Resident Evil. Ma questo potrebbe cambiare nei prossimi mesi. 

Ecco, detto questo, voglio passare al dunque: in un flusso costante di eventi e parole, mai noioso e sempre bello, perspicace, ciò che mi ha colpito di più sono state le "gemme", quei momenti rari che fanno di una fanfiction qualcosa di più, un tassello indelebile che va subito a far parte dei vari "headcanon" arricchendo il mondo di Resident Evil quanto e più dei capitoli ufficiali. Un esempio su tutti che ho trovato in questo capitolo: Wesker che presagisce la sua morte, quasi come un novello Gesù di Nazareth, mentre mostra il PG67 a Jill... un momento a dir poco poetico, che mi ha fatto rispolverare tutta una serie di ricordi legati a RE5 che pensavo fossero destinati a rimanere inviolati per un bel po. E poi, che dire delle sfaccettature del suddetto? La solitudine, la mancanza di un "posto" per un essere non più uomo e non abbastanza mostro che trasuda dalla sua natura ambigua... è tutto lì, tutto a portata dell'occhio attento e della mente che sa coglierne i frutti, e nessun tassello manca.

E il tutto ovviamente, non ignoriamiolo, diventa causa e al tempo stesso effetto di una storia d'attrazione quasi fuori posto, e proprio per questo così bella e forte nel suo essere "sbagliata". Stupendo.

...concludo con un grandissimo grazie anche alla tua fermezza, ritrovarti qui dopo quasi 3 anni a scrivere ancora di Resident Evil, di Wesker e di Jill e di momenti persi negl'incubi è stata per me una grandissima sorpresa e una di quelle certezze che danno forza. 

Nuovo recensore
07/12/12, ore 14:25

Cara, carissima Grace!
Questa è stata la mia faccia a lettura conclusa del tuo nuovo, stupendo, coinvolgente e sconvolgente capitolo------->*O* + *////*.
Cioè.... ma come fai a scrivere certi pezzi così belli? Hai mica fatto un patto col diavolo?
Mmm....mi sento in soggezione.... tra poco mi vengono le turbe psichiche, tipo alla William Birkin quando sa che Alexia ( a 10 anni ) è diventata la responsabile del laboratorio in Antartide....( si.....ho letto attentamente il Wesker's Report II :D, purtroppo ero a conoscenza solo dell' I -.-' )
Ma basta con le battute.XD Adesso si commenta seriamente......
N.B. Ho citato alcune tue frasi e la parte importante l'ho segnata in lettere capitali. Scusa, ma ancora non ho capito come usare nei commenti e nei messaggi sia il corsivo che il sottolineato -.-'

Allora, ammetto che mi hai piacevolmente sorpresa,poichè un brano del genere non me lo sarei aspettato, soprattutto per la delicatezza e la bravura con cui hai voluto trasmettere certi pensieri e sensazioni. Sicuramente questo è uno dei capitoli più densi ed intensi della tua FanFiction, dove certe tematiche si sono finalmente sviluppate, grazie anche alle tue capacità di "preparare il terreno". Infatti a certi temi non ci siamo arrivati a stonfo, ma piano piano, con i dovuti tempi e seguendo un filo logico.
Tuttavia, anche stavolta devo analizzare con grande gioia pezzo per pezzo lo scritto, che sarà così tripartito: Jill e Wesker nell'appartamento ( prima che l'uomo vada a letto ), Wesker e Jill in camera da letto, la partenza.

Quindi:
1) Profondo il pensiero iniziale ad apertura del capitolo, che secondo me ha due possibili letture.Comunque, come hai sicuramente capito, io li adoro in quanto ripropongono in maniera sintetica, ma pregnante, sensazioni e riflessioni dei protagonisti , ma non necessariamente possono essere capiti al volo dal lettore. Infatti certe affermazioni, come in questo caso, sono analizzabili solo avendo una visione più completa della storia. Ovviamente qui a parlare è Jill, riferendosi a Wesker. Quest'ultimo potrà cercare negli occhi della donna quel sentimento, quelle emozioni che lui non potrà più provare poichè ha perso la sua umanità ( distruggendosi con le sue stesse mani ). Dall'altra parte, egli non potrà trovare solo l'amore in Jill, in quanto il suo tradimento ha fatto nascere l'odio della Valentine nei suoi confronti. Cioè ha innescato le contraddizioni che oramai fanno parte del loro rapporto.

-In seguito, abbiamo la "nuova" Jill a trasformazione quasi ultimata ( questo perchè manca ancora il dispositivo definitivo). Oramai è diventata l'arma perfetta, incapace di ribellarsi e pronta a svolgere le mansioni a vantaggio dei propri nemici. Tuttavia le rimane ancora una coscienza di sè e di quel che le sta attorno e tale peculiarità si manifesta in due punti:
Sia quando tiene quel coccio tra le dita, che può benissimo rappresentare una vita spezzata, sia quando rimugina sul suo stato servile. Difatti una falsa libertà è più frustrante di una prigionia imposta, ma senza tante ipocrisie. E' come se sentissi il profumo di un fiore, ma senza la possibilità di poterlo toccare.

-Successivamente, la ragazza va a fare rapporto ( o almeno era questo l'intento iniziale) ad Albert e già qui, confesso, mi è mancato un battito del cuore. Infatti, tra l'ora tarda e il luogo, era tutto piuttosto ambiguo ( ma con ciò non ho detto non credibile :D ).
Piaciuta la frase di benvenuto dell'uomo,molto sarcastica. Sembrerebbe celare un "bentornata a casa, Jill", nel senso che ormai ella è sotto il suo completo controllo e deve quindi rassegnarsi all'idea di quella nuova casa o "famiglia". Inoltre, seppur indirettamente, il controllo implicherebbe anche il " possesso" e la libertà di farle fare ciò che lui vuole.
Quest'ultimo tratto viene fuori già nel primo contatto extra-lavorativo, anticipato dalla frase per niente formale in cui viene specificata la prossima meta ( e tale confidenza si manifesterà anche nella frase a conclusione di questa prima parte).
Egli infatti spoglia la Crow Lady delle barriere visive rappresentate dalla maschera e dal cappuccio.
Questo è solo l'inizio dell'ennesimo comportamento contraddittorio di Wesker, che non sa assolutamente cosa esso provochi nella povera Valentine.
Da una parte c'è il solito silenzio del suo carnefice, che non fa che accrescere l'esasperazione di Jill, dall'altra quest'ultima, che è incapace di esprimersi per via del p-30, ma che incuba in sè tutte le sensazioni e frustrazioni che prova.

-Confesso che mi sono commossa di fronte a questa scena. In un certo senso capivo i rivolgimenti interiori di Jill, che si è trovata in una situazione un pò sgradevole. Ella ha davanti a sè l'uomo amato e odiato che si comporta in maniera strana,ma che sta sempre zitto e non lascia trapelare nulla.
Cioè.... nonostante il loro chiarimento, penso che l'atteggiamento dell'uomo abbia infastidito e sorpreso la nostra eroina . Anzi, credo che le abbia fatto male....molto male.
Ma il discorso è ancora più ampio e complicato.
Infatti nell'animo della ragazza non troviamo solo il fastidio dettato dall'odio, ma anche l'amore ed il desiderio, capaci di far capitolare il suo autocontrollo ( e il fatto che si irrigidisca ne è una prova).E' confusa a tal punto che nutre seri dubbi se ciò che prova sia frutto o no del p-30....
Lei è in continua lotta con sè stessa e questa battaglia riesce a dominarla se non ci sono interferenze esterne. Infatti Wesker è capace di ricatapultarla nell'oblìo dei suoi sentimenti, fino a farle desiderare la menzogna pur di credergli, pur di far avvicinare il "principe nero dei suoi incubi" ( ;-) <----- occhiolino d'intesa ).
Ma non è sulla falsità che può basarsi un rapporto, anche se questa è l'unica condizione in cui Jill si rifugia e di cui ne è cosciente. Il tutto è classificabile come "un cane che si morde la coda ", nel senso che nonostante ci siano i contrasti, ella sceglie deliberatamente di essere ingannata. Ma questo discorso lo riprenderò dopo, perchè questa sorta di "ruota infernale" in cui gira,gira si torna sempre al punto di partenza, è estendibile anche ad altri campi.

Bella la considerazione "...era allo stesso tempo padrone del suo cuore, E NON SOLTANTO PERCHE' LA POSSEDEVA. Era anche perché, in una parte remota dentro di sé,ELLA DESIDERAVA ESSERE SUA." ed è la spiegazione completa di quel che stavo indicando prima. E' un qualcosa di biunivoco, non di univoco.

Infine, si è aggiunta un'altra costante, che non era presente al momento del bacio nella foresta, ovvero la consapevolezza da parte della ragazza che anche l'uomo è stato una vittima e adesso vive nella solitudine, imprigionato in una realtà che non può abbandonare, proprio come lei, ma in maniera più grave.

-Per quanto riguarda il personaggio di Albert, come al solito è molto enigmatico ed il fatto che rimanga in silenzio ed inespressivo rende ancora più angosciante il suo comportamento.
E' ravvisabile, tuttavia, la sua volontà di cercare "qualcosa" nel viso , negli occhi o nel profumo della donna che gli sta di fronte. Ed è un qualcosa che lui ha perduto per sempre. Tuttavia, credo che ciò che ricerchi non sia l'amore ( in quanto lui non lo può comprendere ), ma altro. Penso che Wesker abbia scambiato il sentimento che prova la ragazza in semplice desiderio, quando in verità non c'è solo quello, ma ben altro. Cioè....lui può anche ricercare l'amore, ma non può dargli un nome e quindi riconoscerlo. Lui non sa cos'è....
Egli sfiora le labbra della Valentine, in un gesto riconducibile ad un possibile bacio, ma quest'ultimo può avere più significati. Nel modo di vedere dell'antagonista esso esprimerebbe solo passione e desiderio - tenendo conto anche il contesto in cui se lo sono dato-, mentre a volte può significare affetto.
Premetto che esiste nel panorama dei gesti uno in particolare che può esprimere solo amore , non desiderio. Ma questo lo vedremo più avanti.

-In seguito troviamo l'episodio del PG64a/w e in primis dico che mi è molto piaciuta la tua interpretazione sul come Jill abbia saputo dell'esistenza e dell'applicazione di tale sostanza.
Ammetto che certi dubbi sono venuti anche a me quando vidi la telefonata in re5. In effetti perchè informare la donna di un così importante e personale segreto? Cioè....su ciò che l'avrebbe potuto uccidere.....
Infatti Wesker rimette a nudo le sue frustrazioni e rivolgimenti interiori per rendere partecipe la donna sia del PG64a/w, sia il piano che ha "elaborato" per morire. Egli è convinto di esercitare su di lei una certa pressione psicologica, credendo che lei , essenzialmente mossa da odio nei suoi confronti, possa desiderare di prendere in mano quella fiala ed usarla contro di lui.
Peccato che non abbia ancora capito il guazzabuglio di emozioni che lottano nell'animo della Bird Woman.
Quest'ultima decide di perdersi ancora una volta nella menzogna, abbandonadosi ad un gesto umano estremamente struggente.

-Abbraccio (eh, sì, ho bisogno di un commento a parte :D ):
Allora, intanto ti dico "Brava", poichè hai saputo descrivere un momento portante, non rilegandolo alla semplice espressione " Lei abbracciò l'uomo" e questo denota e sottolinea la complessità del gesto. Ella infatti scorre le dita tra i capelli di Albert - proprio come fece lui durante quella notte tempestosa per non permetterle di scappare-, pressando poi sul suo collo per avvicinarselo.
Tuttavia, a complessità dell'abbraccio, corrisponde la complessità di significati in esso leggibili.
Infatti la Valentine affida al gesto ciò che non può dire a parole poichè sotto il giogo crudele del P-30. Sembra potervi leggere le domande e i dubbi che le stanno straziando l'anima,come: " Perchè mi dici questo? ", "Perchè non lasci perdere tutto? ", " Perchè vedi in me solo l'odio che io provo per te? ", " Perchè non capisci il male che mi stai facendo con i tuoi gesti, con le tue parole? ", " Perchè non scorgi i conflitti che lacerano la mia anima?",
" Perchè continuare così? " , " Perchè credi che io desideri solo la tua morte?"," Non hai mai pensato che io abbia bisogno di starti vicino, della tua presenza?".
Egli è però sordo a queste domande quasi "urlate" ( nel senso che sono tali nell'animo della donna) e non riesce a comprendere i sentimenti che la animano.
E' proprio per questa incomprensione che soffre terribilmente, in quanto la sua parte umana entra in contrasto col nuovo Wesker.
Vi riconosco,però, oltre alla sofferenza, anche la paura.... la paura di abbandonarsi a quel lato che lui stesso ha ucciso.
Tuttavia un ultimo residuo, come un fantasma, ritorna a tormentarlo, soprattutto quando ha davanti Jill e l'unica maniera per riprendere il controllo della situazione è scappare, staccandosi dall'abbraccio ( che alla fine qualcosa ha smosso, ma quel "qualcosa" Albert non può riconoscerlo, nè dargli un nome, proprio come al dolore che prova ) e dal contatto dopo aver avvicinato per la seconda volta le labbra a quelle della ragazza.
Ovviamente la sua reazione è riconoscibile.
Infatti egli si chiude in sè stesso, creando quella barriera che lo isola dal mondo esterno ,che forse solo le parole avrebbero il potere di distruggere. Ma come ho già specificato,l'incomunicabilità la fa da padrona tra i due.
A conclusione della riflessione sull'abbraccio, mi soffermo sulla credibilità o no del gesto ( nel senso se una Jill sottomessa al P-30 poteva essere munita di una libertà simile ). Secondo me, lo è, ma bisogna tener conto di alcuni particolari. Intanto, come si era detto, il dispositivo non è quello definitivo. Poi, a quanto pare, la donna non è completamente sottomessa e anzi cerca di contrastare con tutte le sue forze la sostanza.Per il terzo motivo, il discorso è un pò più articolato e spero che tu lo comprenda.
Allora, il P-30 serve affinchè la donna obbedisca, non si ribelli e che quindi non faccia del male ai suoi padroni. La contraddizione, che le ha permesso di muoversi, sta proprio in questo e il discorso è estensibile alla seconda parte dove la donna attinge informazioni.
Un abbraccio non è volto a ferire una persona, tutt'altro e ciò è il requisito basilare per non sottostare al p-30.
Tuttavia quest'ultima considerazione può indurre un personaggio a riflettere.
Nel senso: se la Valentine è capace di esprimere ciò che sente e i propri sentimenti, esso può essere un pericolo per l'equilibrio mentale di Tu-sai-chi ( facendo riemergere il lato umano). Non si parla più di ferire col coltello, ma "ferire" coi sentimenti, che possono lacerare l'anima e creare ferite più profonde.E nella mente assolutamente quadrata, fredda,calcolatrice, che non permette intralci, nè contrattempi, questo può costituire un grande problema.
Chiudere gli occhi davanti all'evidenza e magari cercare di cancellarla soggiogandola completamente , può essere la sola àncora di salvezza.
Spero di essermi spiegata ;).

Infine, come ultimo pensiero che chiude le mie rilfessioni sulla prima parte, ti anticipo che ho còlto le traversie interiori di jill riguardo ciò che ha appreso sul PG64a/w. Infatti quel che pensa sarà ripreso e sviluppato all'inizio della seconda parte. Per cui non mi soffermo e passo direttamente al pezzo successivo.

2)Allora, in primis mi sono piaciute le riflessioni molto "razionali" di cui hai fatto portavoce la ragazza.Infatti ella è cosciente del "mosaico" di sentimenti che prova per Wesker e della profonda antitesi tra essi. A complicare la situazione c'è ora anche il segreto di cui l'ha resa partecipe Albert e che la rende cosciente di un qualcosa in più, nel senso che la fa soffermare su argomenti che non aveva mai affrontato, come il significato della morte del suo peggior nemico,odiato e amato allo stesso tempo.A proposito, giusta la parentesi sulla impossibilità di versare lacrime, motivata da giuste considerazioni.

Comunque, lei avrebbe preferito non sapere, capendo che ciò avrebbe aggiunto un ulteriore,doloroso pezzo al puzzle. Se da una parte, infatti , desidera la morte del principe nero, dall'altra confessa di temere quel giorno,certa che non l'avrebbe rivisto mai più .
E qui mi riallaccio al discorso precedente del "cane che si morde la coda" o del "cerchio-ruota".
Per assurdo, Jill vuole rincorrere Wesker per sempre, rimanendo in un limbo che fa comodo anche a lei, dove tutto è immobile : lei avrebbe continuato a cercarlo, mossa dai molteplici sentimenti, e lui le sarebbe sempre sfuggito. Nessuno dei due sarebbe morto, anche se avrebbe significato dolori e traversie interiori,da parte di tutt'e due.
Cioè, per lei tutte le sofferenze che prova passerebbero in secondo piano di fronte a quella per la morte di Albert. ( allucinante/ straziante ).
Dall'altra parte è consapevole della sua missione e di quante vittime ha mietuto l'Umbrella e continua a mietere il mercato nero delle B.O.W.. Qui riemerge il suo senso di giustizia ed il perchè abbia votato la sua vita a combattere questa realtà crudele. ( forte elemento di antitesi ).

-In seguito abbiamo la sua decisione nefasta e mooolto azzardata. Giuro che quando ho letto questa parte per la prima volta, mi sono detta: " Jill! Che diavolo fai?! Non stuzzicare il cane che dorme....ferma....". Purtroppo ( o per fortuna ), la sua ingenuità ha preso il sopravvento.e non contenta di essere entrata nella sua stanza, va a scrutare il volto dell'uomo addormentato.
E già qui le mie antenne captavano il messaggio di estremo pericolo.
Ma torniamo a recensire seriamente.

-Ho trovato molto tenera e toccante la scena iniziale, cioè quando lei sposta la tenda per far entrare la luce lunare e poter vedere in faccia ( nel vero e proprio senso della parola) Wesker.
Inoltre ella osserva il suo volto con occhi diversi da quelli del capitolo 9 ( prima della fuga sotto la pioggia), grazie anche all'evoluzione che c'è stata nel loro rapporto.
Mi hanno fatto un pò sorridere le sue "considerazioni adolescenziali", su cui non si era mai soffermata prima. E qui a pensare c'è solo la donna mossa dal sentimento d'affetto, non dall'odio.
E' stato un momento prezioso, coronato dal rossore delle guance di Jill (^^).
E' stato bello vedere come ella si sia potuta perdere in altre riflessioni, che esulano dal mondo militare.
Tuttavia questo è stato un attimo di insolita quiete.....la quiete prima della tempesta...

- E qui, appena la Valentine si è avvicinata al pc,nella mia mente si è ripetuto un bisillabo inquietante "ohi,ohi,ohi" ed i battiti cardiaci mi si sono un pò accellerati.
Comunque molto ingegnoso da parte tua aver infilato i Wesker's Report, soprattutto sapendo inserirli nel contesto.
Non si sa molto bene se la ragazza sia più mossa dal volere di acquisire informazioni o dalla curiosità di capire un uomo come Wesker. Nonostante la brevità del tempo passato a leggere il documento, sono stati intensi i pensieri che hanno passato la mente della giovane, soprattutto di fronte al caso di Lisa Trevor ( personaggio che in re1 originale non c'era. Per una volta sono stata d'accordo con l'inserimento di una figura così toccante. ).
Comunque, se si ripensa a quella povera vita bistrattata,abusata, non può non venirci una stretta al cuore, come è accaduto a Jill.
Tornando al Report, era inevitabile che tra tante informazioni ella ci avrebbe trovato anche quelle a lei riguardanti ( in pratica, cosa ne pensava di lei ), ma anche in questo caso ha preferito chiudere gli occhi. Avrebbe forse trovato la verità? O forse no? Probabilmente avrebbe letto "cose alla Wesker", nel senso che la sua figura sarebbe stata analizzata freddamente e razionalmente come una pedina. E le parole usate avrebbero costituito un'ulteriore mazzata alla sua anima sofferente.
Le risposte che cerca gliele può dare solo lui, ma l'incomunicabilità è una barriera troppo grande.....

- Confesso che quando ho letto la frase " Quell’istante però non durò a lungo ", il mio cuore si è avvicinato alla tachicardia, accresciutasi per tutta la durata della sequenza.
E sapere che qualcuno fosse nudo dalla cintola in sù non ha certo aiutato ( ehm *.* ).
E' stata una successione di eventi piuttosto forti, dove erano tangibili sia la rabbia ( ma razionale ) di Albert, sia lo smarrimento di Jill, che aveva timore di incrociare lo sguardo dell'uomo.
Di quest'ultimo mi hanno colpito le parole della seconda frase, ovvero: " non avresti trovato nulla di tuo interesse. Tutto ciò che vuoi sapere, è soltanto qui -nella mia mente-..... ".
E qui mi par di capire che Wesker sappia che in fin dei conti ciò che cerca la donna non sono informazioni di tipo spionistico, ma qualcosa di più personale, qualcosa che lui potrebbe benissimo dirle, ma che non lo fa.
In questo momento è lui che comanda il gioco ( mentre nella prima parte questo primato lo deteneva in un certo senso la Valentine), ed ha completamente Jill nelle sue mani .
Di questo lei ne è dolorosamente consapevole e lo è ancora di più allorchè Albert la getta sul materasso ( Qui ho sfiorato l'infarto *O*).
Comunque lei è spaventata e nonostante cerchi in tutte le maniere di reagire, deve sottostare al p-30 che in questo caso diviene più potente grazie a questa sua reazione. Infatti la sua paura non è riconducibile al fatto che potrebbe essere uccisa o gravemente ferita , come è ravvisabile in lei prima di essere scaraventata sul letto. Stavolta la minaccia è diversa e assai manifesta ed il contatto così intimo col corpo dell'uomo le provoca sensazioni contrastanti. Anche qui ,secondo me, è riconoscibile una sorta di evoluzione all'interno della storia. Basti prendere i capitoli iniziali, dove certi corpo a corpo toccavano solo la sfera della rabbia, del furore, del "combattimento", non certo la sfera sessuale.
Questa è una novità che prende di sprovvista anche la donna e il suo timore/eccitazione aumenta perchè non sa cosa aspettarsi dal principe nero. Probabilmente si sarà chiesta se lui sarebbe potuto arrivare a tanto ( o anche se avrebbe voluto,sia lui che lei)......
Una cosa però è certa. In questo momento Albert la fa da padrone.
Infatti, mentre nel campo dei sentimenti e dell'amore il primato spetta alla Valentine, nel campo "fisico" l'uomo primeggia e si rivela molto sicuro di sè, tanto da fare pressione psicologica sulla povera vittima - in particolare con la frase "Hai paura… Jill? " - brutto bastardo... ehm....ma basta interferenze emotive ;) -.
Sembra che con questo gesto abbia voluto riprendere il controllo della situazione e riaffermare la sua supremazia su tutto e su tutti.
Comunque la domanda sorge spontanea: si sarebbe o no consumata la "violenza" ( la metto tra virgolette, perchè bisogna tener conto anche del punto di vista di Jill) ? Ehh....mi verrebbe da dire di sì se le condizioni fossero state diverse, cioè se si fossero di nuovo persi e si fossero dimenticati di sè stessi, di quel che sono... La ragazza è sotto il p-30, quindi avrebbe avuto poca voce in capitolo, ma Wesker? Beh, in questo momento è freddo e razionale e penso che non si sarebbe mai lasciato andare o vincere da taluni desideri.
E qui mi pongo un'altra domanda: Quali sarebbero i pensieri e gli atteggiamenti del principe nero riguardo all'amore e al sesso (che sono due cose ben diverse) ?
Per il primo elemento, penso sia ormai assodato che lui non lo conosca e non lo può provare per i motivi che sappiamo, ma per il secondo elemento? E qui lascio la domanda in sospeso, perchè, se da una parte la sua freddezza,l' imperturbabilità e il distacco da cose tipicamente umane potrebbero far presagire che non gliene importi nulla, dall'altra rimane comunque un uomo coi suoi istinti e desideri. Per cui una risposta definitiva non me la sento di dare.
Spero di aver reso comprensibile il mio ragionamento
Riguardo la ragazza, dopo questo episodio ha preso completamente coscienza di un altro tassello del mosaico, che si aggiungerà ai suoi tormenti ( vedi in seguito quando da sola baderà alla merce trasportata) . Cioè.... in un frangente simile non si era mai trovata.
E quando c'è il desiderio di mezzo sono casini...

-Alla fine, comunque, il sorgere del sole fa terminare il tutto, come se solo durante la notte si potessero scatenare certi desideri o si potessero perdere certi freni inibitori. ( E' un esempio che non centra nulla, però la concezione del giorno e della notte è come quella in "Dracula" di Stoker. Cioè l'alba segna una sorta di limite invalicabile, tra la luce ed il buio, tra certi comportamenti ed altri, etc...)
Particolare il momento in cui Wesker guarda per l'ultima volta il bosco,come se sapesse che non l'avrebbe rivisto mai più.

3) All'inizio di questa terza parte è riconoscibile un elemento di antitesi tra il modo di comportarsi dei due dentro l'appartamento di Albert e quello fuori. Infatti fanno un bel pezzo di strada insieme come se non fosse successo niente. Tuttavia la differenza tra questo episodio e gli altri è appunto la presenza di quell' " aria pesante" , particolare da non tralasciare ( evoluzione ).
In seguito ritroviamo la nostra Excella, che imita malamente l'uomo. Già mi immaginavo gli occhiali appariscenti e volgarotti , per niente in linea coi gusti di Wesker....
Comunque confesso che mi ha fatto molto piacere che tu abbia inserito prima di questo il capitolo 12. Infatti hai saputo sfruttare la figura della donna, così come in questo caso che fa le veci del " grillo parlante".
Inizialmente ella dimostra di saper tener testa ad Albert, anche se non è a conoscenza del destino cui andrà in contro. Inoltre mostra il suo esser maliziosa, facendo quel famoso appunto.
Ammetto che ho riso sotto i baffi e non mi è dispiaciuto per niente che la Gionne stuzzicasse il suo "collega". Quest'ultimo ovviamente la ripaga con la stessa moneta, facendo ritorcere contro la donna la sua domanda.
Ma lei non si da' per vinta ed è in questo momento che si trasforma in "grillo parlante" .
Strano a dirsi, ma... Dio, quanto ho adorato Excella quando ha esclamato "A te lei piace, vero ? ". Il suo era un intento provocatorio, ma con questa semplice frase ha saputo smuovere qualcosa nel principe nero. Egli stesso si chiede per la prima volta cosa sta succedendo tra lui e Jill e secondo me è un particolare molto importante. Cioè.....non si era mai soffermato su una cosa del genere e per un verso egli prende coscienza di ciò. Probabilmente prima non gli dava neanche il giusto peso.....
Comunque nella domanda in risposta " Cosa te lo fa pensare? " è riconoscibile un impercettibile vacillamento. Lui non risponde nè sì, nè no, ributtando la palla alla Gionne, che è tuttavia scaltra ....molto scaltra.
Anche lei sa leggere certe reazioni e le sa interpretare . Nella sua risposta è ravvisabile la riconferma che in un certo senso cerca anche Wesker . Da notare due elementi portanti :" CERTE COSE LE DONNE LE SENTONO. Ma non preoccuparti, ci penserò io a fartela DIMENTICARE "
Però non credo sia piacevole apprendere l'evidenza da un'oca del genere.
Infatti - e finalmente- Albert muove un sopracciglio. Lui che è sempre freddo, apatico, inespressivo vede vacillare le proprie convinzioni di fronte a questa novità, non certo per il comportamento da gatta morta della Gionne.
Alla fine l'ultima parola spetta all'uomo, che mette in riga con la sua solita crudeltà Excella.

A conclusione di questa terza parte, Grace, mi complimento con te poichè questo è uno dei dialoghi che ti sono riusciti meglio ed in poche battute hai saputo esprimere temi molto importanti. Mi è piaciuto tantissimo non solo per i contenuti, ma anche perchè mi sembrava davvero di vedere i due personaggi con le loro peculiarità, modi di fare, etc...
Quindi, Brava XD

Prima di passare al commento finale, volevo soffermarmi sul pensiero che hai lasciato a fine capitolo. Sono molto d'accordo con la tua visione, e volevo ampliare la prima risposta che ti sei data riguardo il PG67a/w. Jill non sarebbe stata una minaccia se fosse rimasta per sempre insieme ad Albert, ma una delle sue funzioni era quella di combattere contro Chris per attuare la vendetta del principe nero. Sicuramente il giorno in cui si sarebbero incontrati, il giovane Redfield non avrebbe mai lasciato andare la sua partner ritrovata.
E qui mi riallaccio alla seconda risposta che ti sei data e quindi alla "morte pianificata".
Secondo me, anche lo scontro a tre in re5 era previsto da Albert e il momento in cui lascia la Valentine per andarsene via può avere due interpretazioni:
1) Quella apparente,cioè che salta subito agli occhi ed è molto in linea coll'antagonista, ovvero che Jill combatta per fargli prendere tempo.
2) Quella nascosta, capibile avendo presente il pairing. Col suo comportamento sembra dire alla giovane che dove lui deve andare,lei non può seguirlo. E' anche un gesto " umano" ,poichè così facendo fa riavere tra le braccia di Chris la sua compagna ( è certo che lui la salverà).
Inoltre, particolare da non trascurare solo le parole conclusive di Wesker ( " Divertiti a vedere Jill SOFFRIRE" ). Per me ha due funzioni: Sia quella di spronare l'agente a salvare la donna, sia a completare quella cesura, quel limite invalicabile nel loro rapporto, dopo di cui non si torna più indietro. E' una sorta di auto convincimento crudele e un addio definitivo.

Allora, Grace cara,che altro dire? Beh, a parte che la lettura è stata estremamente piacevole e scorrevole, mi è profondamente piaciuto questo capitolo in cui i nostri personaggi preferiti l'hanno fatta da padrone ^^.
L'ansia e la tensione sono cresciute piano piano per poi esplodere nel climax che con la tua solita bravura hai saputo raggiungere. Inoltre hai dato prova di saperti muovere nell'ambito del "romantico dark", che non è semplice..... tutt'altro ( Ahh, quanto adoro le cose complicate).
E adesso vedremo come continuerà la storia. Sono più che certa che con la fine di questo capitolo non sia finito UN capitolo ( scusa il gioco di parole, spero tu lo abbia còlto ).
Penso che ci aspetterà qualcos'altro, prossimamente.... B-)

A presto, Grace!
Un caloroso e gentilmente stritolante abbraccio dalla tua fan-reader :D
<3
Ast.

Nuovo recensore
02/12/12, ore 09:43

Grace carissima, <3 <-----cuore in risposta ;-)
rieccomi di nuovo qui, in questo spazio, di cui sono piacevolmente un habituè. Anche stavolta non ti salverai dal mio commento XD.

A parte gli scherzi, volevo dirti innanzitutto che mi è piaciuto molto il tuo capitolo " un pò diverso dal solito " e la tua interpretazione dell'essere pupazzi. Ma le motivazioni che elencherò non sono frutto di una fan col prosciutto sugli occhi o che vuole trovare a tutti costi solo elementi positivi. Infatti tieni a mente che ho letto tutto il brano con il mio solito occhio critico. Infatti già affermo che la scena centrale può risultare credibile essenzialmente per due motivi che riprenderò in seguito - uno lo hai già focalizzato nel tuo commento finale. Anzi, ne approfitto per scrivere "ago tibi gratiam" *////*....Mi ha notevolmente colpito e commosso il tuo pensiero e non posso non esserne lusingata e felice. Cioè.... *O*
Ricordati che quel che sto facendo,lo faccio per il piacere e non per obbligo. Almeno in me sei riuscita e riesci a smuovere sensazioni ed emozioni profonde in una sorta di Simpatia ( nel vero significato della parola, ovvero : Sympatheia "sentire insieme", "partecipare ai sentimenti altrui" ).
Lo ripuntualizzo perchè per me è un tratto fondamentale e a cui tengo.- ^^

Ma adesso passiamo alla ff, che divido in tre parti,in corrispondenza del cambio di scenario: Jill e Excella ancora alla Tricell, poi nella cittadina e ,infine, di nuovo nell'edificio.
1)Viene ripreso il filo del discorso, lasciato in sospeso nel capitolo precedente, solo che qui a fare da corollario ci sono i pensieri della ragazza.Ella è consapevole dei propri limiti, ma anche di quelle piccolezze che potrebbe sfruttare, almeno per informare i propri compagni. Qui troviamo la Jill "evoluta", nel senso che non è più accecata dalla rabbia e può quindi formulare pensieri razionali.
Riguardo ad Excella, confermo la tua bravura nel caratterizzare i personaggi e renderli veritieri, sia nel carattere che nei gesti. Se da un lato troviamo la ragazza altezzosa, con le sue movenze da "top model", dall'altra abbiamo l'ennesimo saggio di come consideri la nostra Jill. Infatti la Gionne capisce che tra Wesker e la Valentine c'è una sorta di connessione, un filo rosso, ma ovviamente non può essere a conoscenza della sua profondità. E disprezzandola, sa intelligentemente punzecchiare la giovane su punti assai critici ( la cui riprova l'abbiamo di nuovo con Albert a fine capitolo ). Bisogna riconoscere che Excella, oltre ad essere ingenua, istintiva, ma anche una serpe, è di fine intelletto e sa bene con le parole come colpire il segno,almeno con Jill perchè con Albert esse non hanno presa ( non a caso compra quegli occhiali in seguito ).

Poi troviamo la scena della "trasformazione", che è risultata molto di impatto e disturbante.
Infatti, oltre all'effetto scenico che hai saputo trasporre, facendomi tornare alla mente una delle tante scene di Re5, fa accapponare la pelle il contorno, ovvero le reazioni opposte delle due donne. Infatti , anche se visibilmente gli effetti non sono così significativi, dentro la Valentine si sta scatenando un tornado di sensazioni sgradevoli e lei non può fare niente per distogliere gli occhi. In fondo, davanti a sè ha una delle tante vittime innocenti che e per cui ha combattuto e per cui combatte.
Dall'altra parte, la sua nemica si svela per la sua disumanità e insensibilità, comune a tutti gli scienziati che stanno lavorando al progetto.Quell'uomo urlante è solo una cavia, un oggetto utile per gli esperimenti. Niente di più.
Ella rivela profonda crudeltà, infierendo già sulla psiche devastata dell'agente della B.S.A.A., ricordandole furbescamente il suo ruolo all'interno della creazione di Uroboros.
Tuttavia , per essere una "cattiva", ravviso una nota di diversità con Albert. Cioè la sua violenza mentale si ferma solo sul piano puramente superficiale, sommando frasi i cui scopi sono manifesti, come il metodo di comunicarli. Le sue minacce e i suoi tentativi di distruggere mentalmente l'avversario si colgono subito nei toni della voce, nelle parole usate. E' un modo ancora acerbo e poco sviluppato, ravvisabile nella sua giovane età.
Invece Wesker sa raggiungere i suoi scopi anche con metodi più velati e raffinati e ne abbiamo avuto riprova più e più volte nel corso della storia.
Nonostante tutto, la Gionne riesce nel suo intento di torturare la povera donna.Fortuna che è arrivata una telefonata inaspettata.....

A proposito della chiamata, risultata credibile soprattutto per le reazioni di Excella. Dimostra ancora una volta il suo fare civettuolo e di essere incredibilmente testarda e irascibile. Tuttavia, secondo me, è riconoscibile una crepa nelle sue convinzioni e in particolare nel dire solo all'ultimo momento a Jill che il principe nero voleva vedere anche lei. Sembra quasi che sia consapevole della presenza ingombrante della ragazza,di cui per un verso si sta preoccupando. Cioè, lei può chiudere gli occhi di fronte all'evidenza e combatterla con tutta sè stessa, ma rimane comunque tangibile, anche se impercettibilmente, quel filo rosso.E nella sua visione,tra lei e il "suo" Albert tale presenza sarà sempre una costante.

Bella poi la scena vicino al giardino interno, che racchiude ben più del semplice passaggio del "pupazzo" da delle mani ad altre ( anche solo a partire dagli sguardi che l'uomo dà fugacemente a Jill).
Infatti, l'attenzione di Wesker prima si pone sulla figura della sua ex-collega, poi sulla domanda che gli è stata posta.
Divertente, a mio dire, lo scambio di battute tra i due, dove traspare in maniera molto evidente il loro modo di comportarsi.
Da una parte c'è la Gionne, una vera gatta morta a tempo perso che si stupisce e si infuria per la richiesta di Albert, dall'altra quest'ultimo, freddo e impassibile, che è tornato a trattare la Valentine come un pacco, un oggetto da spedire o di cui liberarsene,anche se nelle sue parole sento un certo cambiamento.

Lo confesso? Non lo confesso? Sì,via....ammetto che il saluto dell'ex capitano mi ha fatto stringere il cuore. Può essere una puntualizzazione banale su due parole, ma per me non lo è.
Potevi scrivere " Arrivederci, Miss Valentine" o "Addio Valentine" o non salutarla affatto, potendo significare altro. Ma per me non è così.
Alla luce di quel che è successo, questa semplice affermazione assume sfumature diverse, a partire dal tono familiare ed estremamente confidenziale, adatto nè a due ex colleghi, nè a due nemici. Sembra che con questi semplici vocaboli l'uomo abbia voluto instaurare una sorta di contatto momentaneo tra loro due, escludendo tutto ciò che è esterno, persino la Gionne.
Infatti, tranne loro due, nessuno sa realmente il valore intrinseco e quindi tutti gli annessi e connessi.
Mi è passato un brivido lungo la schiena e fra poco mi è scappata la lacrimuccia.
Il saluto è credibile o non è credibile? Secondo me lo è, visti i presupposti e tenendo un occhio sul contesto.
Tuttavia non sono da tralasciare le sensazioni che prova Jill di fronte a tale saluto. Giuste sono le sue riflessioni in proposito, facendo riemergere le contraddizioni di Albert.
E visto che comunque c'è un altra persona con loro ( anche se Wesker non la tiene molto in considerazione) è un dubbio che può nascere....
L'ha salutata così solo perchè lo voleva davvero? O per dispetto verso Excella?
Io reputerei Wesker dispettoso più nelle azioni che nelle parole e inoltre, come fa notare la Valentine, penso non sia capace di sfoggiare una tale infantilità. Cioè...non si metterebbe mai allo stesso livello della donna dai capelli scuri.
Infine è da notare comunque il cambio repentino di atteggiamento dello scienziato, che prima tratta in maniera scostante Jill ( Nominandola tra i dati da trasferire ) per poi riservarle un "Ciao" di cui non degnerebbe mai Excella.

Originale il modo di usare la bionda da parte della sua nemica. Infatti la stessa ragazza si stupisce , se non solo per il fatto che la situazione esula dai soliti canoni militari.
Giuro che quando ho letto per la prima volta questo pezzo, mi sono detta: " Ma che diavolo.... " e già qui delle piccole risate me le sono fatte, tutte ponderate però dal contrasto presente tra questa scena e quella cruda della trasformazione.
Tuttavia qui viene fuori un tratto del personaggio della Gionne, ovvero la sua insensibilità. Cioè...parla di manicure e di vestiti nuovi dopo aver visto un uomo morire?!
In una parola: allucinante.

2) In primis, Grace, volevo fugare qualsiasi tuo dubbio sulla credibilità della situazione , spiegando i due motivi indicati nell'introduzione ( Guai a te se la riscrivi :D ):
a- E' stata una maniera più che valida per rendere la crudeltà e la quotidianità quasi "normalmente" combacianti e questo duro binomio l'hai fatto esprimere da Excella, giustamente.
Infatti lei è la sola tra i cattivi che può mischiare veramente queste due componenti, ottenendo un risultato che dire inquietante è poco. Non sono riflessioni banali e te ne do completamente atto.
b- Tali scene prese nel quotidiano e non ascrivibili al mondo militare, nè a quello criminale di RE, hanno un certo margine di realizzazione. Nel senso che proprio perchè nel gioco certe sequenze sono praticamente inesistenti, la loro realizzazione offre uno spunto intrigante per poter sviluppare certi temi.
Cioè, un conto è far entrare RE nel quotidiano ( vedi punto precedente e la contaminazione virulenta), un altro è far entrare il quotidiano in RE. Spero tu mi abbia compresa.
Ovviamente bisogna rendere credibile il background, ma questo non è assolutamente un tuo problema.
Tuttavia, per toccare certe tematiche è necessario "inventare" taluni pezzi, non avendo un supporto reale- Ti anticipo che anche nella mia ff ci sarà una scena che esulerà dal resto, sempre e comunque messa in relazione col contesto e con una sua motivazione-.

In particolare, faccio riferimento al secondo punto allorchè Jill, incalzata dalla Gionne, si trova a dover riflettere sulla sua vita, che è diversa da quella di altre donne, sia perchè ha scelto la carriera militare, sia perchè - e questo la turba in maniera pesante - non le è stata data la possibilità di scegliere dal principe nero. A causa di questo "destino" ha visto la sua esistenza stravolta e soprattutto non ha avuto la libertà di morire in pace.
Comunque non ci crederai,ma il discorso su una vita normale sarà il fulcro del mio secondo capitolo ( Ops...sto zitta )....

Tornando a questa seconda parte, mi sono proprio goduta questo quadretto, facendomi parecchie risate.
Da una parte c'è Excella, infantile, falsa e intenta solo a preoccuparsi del guardaroba, della manicure, di spettegolare e di farsi i fatti della Valentine e dall'altra parte quest'ultima,la sua antitesi, che inorridisce nel vedere i prezzi di quella boutique XD....
Tuttavia mi è gelato il sangue facendo caso alla naturalezza con cui si comporta la bruna e soprattutto la sua ipocrisia. Cioè, non importa essere amiche veramente, basta che agli occhi degli altri esso risulti tale. Della serie, se uno ha il marcio dentro non importa, basta che in pubblico mantenga un comportamento irreprensibile....( ed è da gente come questa che puoi aspettarti il peggio ).
Comunque ho riso ancora di più per la scena all'interno del negozio e sul discorso riguardo "certi uomini".
Oh,ma è proprio dura! Ancora non ha capito che non sono questi gli argomenti con cui si conquista il nostro Albert e che soprattutto a lui interessa il potere, non le donne.

Ahh...mi è piaciuta l'affermazione sul gel e sugli occhiali, così come il continuo della sua sfuriata. Certo che la volgarità si esprime in tante forme, anche nel dire tutto ciò che passa per la mente....

Esilarante la vendetta della Gionne, anche se confesso di aver provato un pò di dispiacere per Wesker...mmm.... vedersi prosciugata la carta di credito per delle stupide voglioline.....ahahah ( Vebbeh che per lui sono probabilmente bruscolini, ma è bastato il pensiero... ).
Inoltre, mi ha piacevolmente colpito sia la reazione di Jill alle parole della sua "padrona" riguardo la carta, sia il comportamento di quest'ultima di fronte alla cassa. Ella prova un piacere estremo, che quasi la manda in estasi, nell'usare il pezzo di plastica dell'uomo.
E' un comportamento puramente frivolo, che ha l'intento di indurre il riso nel lettore, così come il particolare del portamonete di peluche ( indicatore della sua infantilità ).
Infine, il colpo di grazia degli occhiali con le lenti a forma di stella. Lì, ti giuro, stavo per svenire, soprattutto in vista della reazione che avrebbe avuto il destinatario - anche se non l'avrebbe dato a vedere). Mio Dio.....a volte noi donne sappiamo essere proprio bastarde.....
Comunque, tornando serie, una volta uscite dal negozio, sembra che il miraggio e la magia di una normalità mai avuta svanisca e con essa riappaiono le riflessioni amare di Jill.
Ella è conscia di aver avuto la possibilità di respirare aria pulita, vedere facce di gente normale, ignare del male che lei aveva conosciuto, ma allo stesso tempo è costretta a riconoscere che inevitabilmente sarà ricatapultata nell'incubo. Quest'ultimo pensiero credo che le faccia più male perchè dovrà nuovamente rinunciare a ciò che ama e serbarlo nella memoria come raro e prezioso ricordo per non impazzire tra tutte quelle menti folli.
Il tutto è accompagnato dalla constatazione disarmante che anche Excella è una pazza, per cui è normale vedere morire delle persone e fare shopping subito dopo. E la Valentine non può opporsi, in quanto rimane un burattino nelle mani dei due, pronta a subire la loro volontà.
Capisco e comprendo profondamente i pensieri della ragazza alla fine di questa seconda parte.
Infine, si può riconoscere una sorta di evoluzione del pensiero di Jill sulla bruna. Infatti ella pensa di aver capito il modus operandi di quei folli per torturarla, ma in realtà non aveva ancora saggiato i metodi di Excella. Il bello è che le riflessioni a fine le confermano particolarità assai inquietanti del modo di essere della sua nemica.
Volevo approfittare di questo spazio per farti una domanda: Quando fai nascere ipoteticamente Jill? Dalla rete ci sono due versioni, che la danno del 1974 e del 1975. In questo caso tu hai prediletto la seconda. Ma essendo passato un anno di criogenesi - quindi dovremmo essere all'incirca nel settembre/ottobre 2007- data e mese di nascita dovrebbero essere successivi a tale data. Te che ne pensi?
Non penso ci sia da aggiungere altro.

3) Piaciuta l'ambientazione buia e silenziosa dove hai posto Wesker, molto in linea col personaggio.
Ancora una volta egli si ritrova solo nella sua stanza, in cerca di una pace che non gli appartiene. Ovviamente, non ha reso partecipe nessuno di quel che ha dovuto fare, dato che non deve rendere conto delle sue azioni e soprattutto perchè non si fida di nessuno.
Inoltre, è molto stanco e la stanchezza può fare brutti scherzi......
Comunque Albert va dalla Gionne per sincerarsi che non abbia fatto danni, ma specialmente che non abbia fatto scappare Jill. E' un particolare che mi ha fatto sorridere.

Cioè.....scusa Grace,ho letto male io o il nostro Albertino cerca subito con gli occhi la Valentine dopo essere giunto nell'altro appartamento? Oddio..... Ovviamente per essere sicuro che non sia fuggita, credo.... Pfff..... Certo,però vederla tutta agghindata deve essere stata una sorpresa, anche perchè in vita sua non aveva mai avuto un occasione del genere. Sull'aereo lei era vestita elegantemente , ma non era certo truccata.
Comunque la scena ha un che di comico. Sembra davvero di vedere Wesker silenzioso ( magari che pensa: " Guarda che diavolo ha combinato quella stupida....adesso mi riprendo il mio "pupazzetto" XD ) che guarda Jill e quest'ultima che comunica a modo suo che non è stata colpa sua.... Come se quei vestiti e quel trucco non appartenessero alla vera Jill, ma più ad una bambola usata per gioco.

Buono lo scambio di battute tra i due, che culmina in un primo momento col nome di Chris Redfield. La bruna crede di muovere qualche polemica, ma rimane con un pugno di mosche in mano. Infatti tale nome può smuovere gli animi degli altri due individui, per più motivi e suscitando le più disparate emozioni e sensazioni. Tuttavia Excella esce momentaneamente sconfitta, poichè sia Wesker che la ragazza stanno per abbandonare la stanza. Allora la Gionne deve piegarsi di fronte al silenzio e correre dietro all'uomo per potergli dare il suo "regalo".

Infine, ho potuto riconoscere l'Albert che conosciamo nella sua reazione seriosa. Sicuramente un altro uomo si sarebbe comportato diversamente, meditando di compensare con la stessa moneta e in maniera ironica la donna. Ma lui è Albert Wesker :D
Giuro però che,da lettrice, mi è scappata la risatina, immaginandomi quegli occhiali, sinceramente più adatti ad un Elton John ai primi albori della carriera. XD
Penso che prenderlo in giro sia la peggiore tra le cose da fare col principe nero.....
Mi sono detta "adesso scoppia" ihihihi....ma lo so .....non sarebbe stata la conseguenza adatta.
Sicuramente, se Jill fosse stata libera dal P-30, non sarebbe stata così discreta e allora sarebbero stati guai seri ( per la Valentine, si intende ).

Però......però,Grace, questo non me lo dovevi fare! * mette il broncio *
T'hai interrotto sul più bello. Come....come hai potuto?! Snif....
E che diamine, con questo capitolo mi hai tolto una curiosità, ma me ne hai creata un'altra parimenti forte! Che streghetta che sei..... :D.
Ahahah

Ma passiamo allo stile prima del commento finale.
Come al solito, niente da eccepire.....capitolo filato liscio come l'olio, con cambi di scena e la situazione estremamente originale che non avrebbero potuto annoiare il lettore, tutt'altro.
Almeno per quanto riguarda me, mi sono fatta delle grosse risate, anche se il fantasma della "realtà delle B.O.W. " era sempre presente, tranne che nel prezioso momento dei camerini, dove effettivamente anche la Valentine ha pensato ad altre cose.
Ho trovato qualche svista. Dimmi se vuoi che te le indichi, ma se non lo credi necessario, il capitolo va bene anche così.

Allora Grace, confermo che questo capitolo originale e che un pò esula dai canoni di RE mi è sinceramente piaciuto. Infatti ho letto volendo capire i messaggi che volevi mandare. Non era solo un uscita per fare shopping, tutt'altro. Tuttavia hai saputo strapparmi molte risate, amplificando certi aspetti e peculiarità di Excella, che non sono fatte vedere nel gioco, ma che sarebbero comunque molto veritiere.Brava! Ottimo lavoro!
Inoltre hai espresso perfettamente ciò che ti premeva far vedere e che hai indicato nel tuo pensiero finale.
Sicuramente qualche spiraglio l'hai lasciato ancora aperto.....Si vedrà col prossimo capitolo...
Continua a scrivere con questa tua visibile,forte passione e saprai dare un degno finale alla tua FF ( Snif....Sob.... Quanti capitoli hai detto che mancano? :'''''''I )

A presto.
Un abbraccio di cuore dalla tua fan-lettrice.
<3

Ast.

Nuovo recensore
23/11/12, ore 15:01

Hola ,Grace!
Mi intrufolo nuovamente nella bacheca per scarabocchiare il mio commentino post capitulum :).
Intanto , per le considerazioni generali, ti confermo il mio alto gradimento , rafforzato da quest'ultimo aggiornamento, non meno intenso e drammatico rispetto agli altri.
A mio dire , hai avuto le capacità per esprimere quella sorta di chiusura, quel punto di non ritorno che non può mancare nel delineare il rapporto WxJ. Il tutto ,per chi sa cogliere, lo hai inserito in un contesto che bisogna classificarlo come "commovente" e "estremamene toccante". Quindi ,Brava... e brava anche nel delineare il ritorno nell'incubo per Jill.
Tuttavia, non mi posso dilungare più dettagliatamente ,poichè , come ho fatto per gli scorsi due capitoli, ho bisogno di analizzare il particolare per il Tutto.

Seguendo la tua scia lasciata a fine , divido lo scritto in due parti:

-1° parte:
Bella la frase ad apertura del capitolo.E' la sintesi estrema di quel che è il pensiero della ragazza e ammetto che ho compreso molto le sue parole.Infatti , da una parte c'è l'amore per un capitano che non è mai esistito, dall'altra c'è l'amore per il nuovo Wesker, ma anche l'odio profondo. Nonostante ciò azzardo a dire che l'Albert "vecchio",per certi versi, non è diverso da quello che è adesso sia per i comportamenti enigmatici, sia per il carattere. L'uomo è stato creato e plasmato da Spencer e dall'Umbrella e di conseguenza ,indirettamente, Jill è la donna nata dalle esperienze fatte dopo quel dannato giorno del 98'.Per cui , se fossero state due persone diverse, non si sarebbe potuto affacciare ai loro cuori un sentimento del genere.....

Inizio:
Troviamo i lunghi silenzi tra di loro, particolare non da tralasciare, in quanto tali momenti hanno funzioni diverse nel capitolo e nella storia.Ma ci tornerò più avanti.
Mi basta per adesso solo affermare che una delle crepe del loro pairing è proprio questa incomunicabilità, anzi, l'impossibilità a comunicare.......
In seguito, apprendiamo l'ultima componente del Dramma di Wesker.
Infatti , egli non può sapere di più sulle sue origini e sull'esperimento A/W.
E' un uomo senza passato.
E un uomo senza passato cerca di crearsi un futuro ,anche se fittizio, con un'immagine di facciata come scudo per proteggersi dagli altri.
Inoltre è consapevole che una volta tornati alla Tricell, dovranno tornare ad essere quelli di sempre , mossi da gesti ed azioni di sempre.

In particolare, non è da trascurare l'ambientazione all'aperto di questo inizio cap. . Infatti bisogna contrapporlo al luogo chiuso della 2° parte. Ecco la mia toria:
* Luogo aperto: Possibilità da parte dei personaggi di sbarazzarsi della loro maschera e quindi di poter essere liberati dai consueti sentimenti che li muovono.In parole povere, poter essere in qualche modo sè stessi, anche solo per breve tempo.Il "fuori" è visto come un possibile luogo dove abbandonarsi a sprazzi di umanità.
*Luogo chiuso: Necessità di reindossare la maschera, di tornare ai soliti comportamenti e all'ipocrisia nascosta da solite parole .Alla vita di sempre......
E' proprio ragionando su queste tematiche ,che mi è venuto in mente il cap.8 ( in cui solo adesso sono leggibili alcune "spie"). Infatti si vedono i primi vacillamenti umani da parte di Albert in vista della "gita" all'aperto,che troveranno la loro realizzazione nei cap. successivi per poi essere di nuovo rinchiusi in una cassaforte inespugnabile dopo l'arrivo alla Tricell.

Di impatto l'ambientazione nel cimitero, come i fasci di luce che trapassano le nubi per poi illuminare qualche tomba.
A proposito, quest'ultime sembrano che comunichino una semplice considerazione, cioè: "Sappiamo come nasciamo,ma mai come moriamo".
Comunque è una sorta di viaggio interiore , dove ci sono loro due, soli.

*"Jill aveva conosciuto destini persino peggiori della morte stessa", è una delle tante frasi che mi ha colpito ed è a questo proposito che mi viene da citare un pensiero di Leopardi ( che giustamente hai indicato come autore interessato alla tematica della morte nel commento personale).Egli infatti indica che esso è un male inevitabile , cui bisogna rassegnarsi, ma che tuttavia assume connotati positivi. Nel "dialogo di Ruysch e le sue mummie",la morte segna la fine del dolore. rapportato alla ragazza, il sunto sarebbe: Meglio morti che essere dei burattini o essere dei mostri assetati di sangue. Credo non ci sia da spiegare altro.

Bellissimo il momento della liberazione temporanea, dove Wesker,per la prima volta, rifugge lo sguardo di Jill.
* "Prenditi il tempo che ti serve. Non sprecarlo ": Troviamo la tematica del tempo che se ne va e del tempo utilizzato male, come quello usato per rincorrere un sogno, un'illusione. Albert sa bene cosa significa "sprecarlo" (v. Spencer).
Ultima considerazione in proposito, le sue parole sembrerebbero dettate dalla volontà di concedere generosamente qualcosa, come fa un Dio con gli uomini. Tuttavia è il "che ti serve" che inserisce la frase in un contesto più "intimo". D'altronde ,in questo momento sono due esseri umani posti allo stesso livello del terreno, dove un giorno troveranno il riposo eterno.

Toccante è la scena dei fiori. Il silenzio, in questo caso, non è incomunicabilità ,ma bisogno di quiete.
Mi ha fatto sorridere ( non ridere, mi raccomando ) dolcemente la reazione di Wesker, che inconsciamente fa trasparire la sua gelosia/ira nei confronti di Chris. Quest'ultimo, come hai specificato te, è una sorta di barriera tra loro e in questo momento, vedere Jill che riversa i suoi pensieri sul suo peggior nemico lo infastidisce.
In fondo la Valentine ha avuto i pensieri occupati ,in un modo o nell'altro, da Albert o dall'Umbrella.......
Ancora una volta mi sono commossa dalla piega degli eventi che hai escogitato per i due.
Wesker rimane colpito da una Jill non più intenta a cercare di ammazzarlo,ma che gli fa una tenera richiesta.
Il tutto è accompagnato da "occhi puri e sinceri".
Questo è ,a mio dire ,un altro punto fondamentale. Difatti l'uomo è abituato alla violenza , alla menzogna, al lato oscuro delle persone, ad essere freddo e calcolatore ( che sono cose "normali" per lui).
Scusa l'esempio non proprio consono e per niente profondo.
E' come se mostrassi ad uno che è vissuto sempre in montagna , l'immensità e la bellezza dell'oceano.Per un verso è quello che accade ad Albert. Nel gesto di Jill e nelle sue parole rivede l'umanità che non gli appartiene più, che forse non gli è mai completamente appartenuta, ma di cui certe tracce gli rimangono.
Domanda: è per caso un giglio bianco quello che prende la ragazza?

E adesso , punto focale della prima parte , che racchiude il succo della questione e del rapporto WxJ.
* "Siamo morti entrambi", in questa frase c'è la spiegazione del Dramma WxJ. Sono entrambi vittime: Jill di wesker, Wesker di Spencer, Wesker e Jill di Spencer.
Albert è morto in quanto ha perso l'umanità, la sua anima è volata via per sempre , come i suoi sogni e le sue illusioni. Anche la Valentine è morta, poichè è dilaniata dai conflitti interiori, ma anche perchè agli occhi del mondo è morta anche fisicamente.
Ma c'è un'unica, pesante differenza e sta in quel " Ever loving memory".
Wesker non è salvabile, Jill sì, perchè l'amore e l'affetto possono far rinascere una persona ....insomma....ridarle la vita.
La solitudine e la follia possono essere combattute con questi due sentimenti.
Alla fine di Re.5, Jill verrà liberata dal crudele giogo grazie solo alla determinazione e all'affetto di Chris.
Ma perchè Wesker non può essere salvato? Il motivo è da ricercare nella sua natura e nella sua storia, che non permette una felice risoluzione. Ergendosi al si sopra di tutto e di tutti ed esulandosi dall'umanità , si sta lentamente scavando la fossa sotto i suoi piedi.
E' un dannato che aspetta il suo turno per varcare le porte dell'inferno e una volta trapassato non ci sarà nessuno piangere sulla sua tomba ( prospettiva a mio dire estremamente triste).

Altro tema principale è esplicato dalla seconda frase di Wesker e dalla risposta di Jill.
Premetto che ho amato il tuo modo di affrontare la questione, dove il "teoricamente" distrugge il castello di carte che è la supposizione/desiderio di Albert ( da non trascurare il particolare che tale desiderio è insito anche nella stessa ragazza).
L'uomo si toglie gli occhiali, che come i guanti non gli permettono di instaurare un rapporto diretto con l'esterno.
Di nuovo i due sono "a tu per tu",senza barriere, senza lenti ingannatorie, totalmente "nudi" allo sguardo dell'altro.
Ma come hai specificato, in quegli occhi rossi sono concentrati i motivi della loro irrimediabile distanza e del fatto che il passato tornerebbe comunque a suonare alla porta di tutti e due.
Di questo , Jill è consapevole, come lo è di certi rimpianti. Infatti il suo è un sorriso malinconico, non di sfida o ironico.

Poi, il simbolismo del fiore che, sebbene condannato a morte certa, conserva la sua libertà.
In fondo quel fiore candido è Jill, cui non è stata data la possibilità di morire in pace .
E' a questo proposito che riprendo un tuo pensiero sugli "zombie" ,cui non è stata data la libertà di morire. In fondo ,la libertà di essere è uguale alla libertà di morire, no?
In questo senso , la Valentine potrebbe essere accomunata ai mostri, anche se l'effetto estetico non è lo stesso e una punta di razionalità le rimane ancora.

Infine, ho estremamente gradito il brano di "Macbeth" ,proposto dal principe nero.
Non sai quanto adori queste citazioni , oltre alla tematica della morte, espressa dai vari autori.
Tuttavia credo tu lo possa immaginare, sapendo ciò che studio.
Comunque confermo che la scelta non poteva essere che ardua. Tuttavia ,quel che adesso dirò non devi prenderla come critica, che non è assolutamente in quanto ribadisco che tutti e due i pensieri erano più che azzeccati. Ovviamente a pro di Macbeth sta la sua teatralità , molto in linea col personaggio di Wesker,lo ammetto.
Ma ,leggendo il pezzo di Gray,annotato nel tuo commento personale, ho riconosciuto una "nota" in più, che sicuramente l'autore non volle esprimere , ma che la mia interpretazione mi ha portato a cogliere.
Provo a farti capire il mio ragionamento:
Il "silenzioso Oblio" potrebbe essere la follia che si sta impadronendo di Albert, il "caro trepido essere" l'umanità , il "lungo sguardo di brama e di rimpianto" potrebbe essere riferito al''umanità , appunto perduta . Il resto ,invece , è riconducibile alla morte .
Ovviamente è una mia forzatura, ma che potrebbe essere modellata con l'uomo come protagonista del pensiero.
Per il fatto che Wesker potrebbe essersi interessato alla letteratura, opere, etc, trovo di nuovo un punto di contatto con te.In fondo questo sarebbe uno dei tratti della sua "classe".
Confesso però che tale pensiero ha trovato sfogo nella mia immaginazione non nella declamazione di un pezzo di Shakespeare o di un altro autore, bensì ( ma per favore non ridere) ...... nell'esecuzione della "Toccata e Fuga " di Bach, ovviamente con l'organo come strumento musicale. Se ti capita di ascoltarla o hai avuto modo di farlo,essa esprime una serie di sentimenti riconducibili a lui: ira, forza emotiva, disperazione, uno slancio crepuscolare, traversie interiori. La sconfitta.

Ma torniamo al capitolo.
Voglio commentare gli ultimi pensieri di Albert con un paio di citazioni classiche , che secondo me esprimono meglio di qualsiasi mia parola ciò che hai voluto trasmettere.
* Orazio scrisse: "Mors et fugacem persequitur virum". La morte insegue -e raggiunge- anche l'uomo che fugge. La triste mietitrice arriverà per tutti ,indistintamente. Non importa quanto uno possa contrastarla con le proprie qualità o le proprie azioni.
*Omero , nel 6° libro dell'Iliade , fa pronunciare ad uno degli eroi questa frase ( ovviamente è un estratto , e non lo metto in greco ):
"....Quale delle foglie la stirpe,
tale anche quella degli uomini.... "
Già.......come foglie in balìa di un vento imperioso....

Infine, a proposito del passato che segna la vita degli uomini ,presente e futura,Albert pensa che sarebbe tornato ai suoi esperimenti come se nulla fosse accaduto. Tuttavia mi viene da dire che il "passato" ritorna comunque e ciò che è stato fatto non si può cancellare.
E , se sono abbastanza sicura della forza di volontà di Wesker , non lo sono così per Jill.
Non dico che ci possa essere un ritorno di fiamma ,perchè è impossibile, ma uno strascico del bacio nei suoi pensieri ci sarà ( cosa confermata da un particolare della seconda parte del capitolo).
Ah..... a proposito di togliere curiosità..... mi sono scervellata metà giornata sul gesto di Albert di portare Jill a vedere la sua tomba ( guarda su che mi soffermo XD ).
Cioè,lo scopo finale quale era? Poterle fare il discorsetto ed avere una risposta positiva? o una negativa? Poter esprimere in poche parole ciò che in teoria due esseri normali necessiterebbero di frasi per esprimerlo?E' il suo modo per informare la ragazza che è sotto il suo completo controllo e nessuno verrà a cercarla?
Spero siano domande lecite......


-2° parte:
In generale ,mi sono molto ritrovata nelle parole del tuo commento finale. La Jill di adesso alla Tricell è diversa da quella trovata inizialmente anche grazie ai trascorsi degli ultimi capitoli.
Ma andiamo per gradi.
Allora, Jill torna nella sua gabbia......la gabbia dei sentimenti e della sua volontà.
Finalmente ha la riprova che la bruna non è altro che uno dei tanti burattini nelle mani di Albert.
Tuttavia , a sostenere la tesi che ho elaborato nel commento finale della prima parte, La ragazza non è esule da quel che le è accaduto e i suoi conflitti interiori non sono certo spariti con un colpo di spugna.
Quel che lei cerca di sminuire con la frase "non che gliene importasse ", in realtà rivela ancora una volta la sua punta di gelosia. Se fosse apatica , tale comportamento di Excella non l'avrebbe neanche scalfita.
Comunque, bella scena, riconducibile ad una situazione verosimile ,così come lo sono i dialoghi (Dio.....quanto è str... Wesker :D ).
L'unica variante è la presenza di Jill,che da spettatrice silenziosa , centra perfettamente il punto debole della Gionne......

Ahh.....c'è l'entrata in scena di quel viscidone cocainomane di Irving - mai stato simpatico, si vede? :) -.
Parlando di "cattivi" è l'antitesi di Albert....... Comunque molto piaciuta anche questa parte del capitolo e ribadisco , anche se è scontato, che sia il background, sia i gesti, sia i pensieri sono molto fedeli a quella che può essere una possibile realizzazione.

Passiamo alla parte finale, dove spiccano due fatti importanti e portanti: La presa di coscienza da parte della Valentine che non è completamente alla mercè del P-30 e la scoperta di aver contribuito fortemente alla creazione di Uroboros ( e che quindi Albert le ha risparmiato la vita per questo).
1 ° pensiero: Hai sicuramente aperto uno spiraglio su quel che potrebbe essere il motivo della creazione di un dispositivo più potente e quindi della sottomissione completa di Jill . Infatti, ella, incalzata anche dalle crudeli e odiose parole di Excella ( che odia la biondina, anche solo perchè conosce il "suo " Albert più di lei), cercherà in qualche maniera di opporsi e di contattare Chris , prossimamente.......
2° pensiero: Ammetto che è un pò più complesso del primo,poichè coinvolge piani diversi.
In primis, penso che la nostra ragazza si sia sentita morire quando ha scoperto il perchè sia ancora in vita. E per lei, che ha votato la sua vita alla giustizia e a combattere il male, è straziante essere stata la pedina fondamentale per il nuovo virus. Tramite gli anticorpi sviluppati col nemesis,infatti, sarà causa di milioni di morti innocenti.
Lode al suo autocontrollo.....al posto suo avrei spaccato tutto.....
In secundis, la questione personale si intreccia con la prima considerazione. Cioè....oltre al danno ,la beffa. Infatti Wesker non l'ha lasciata morire sempre secondo uno scopo ben preciso e a pro suo.
Commoventi sono i mille pensieri che travolgono la ragazza, fino a farle ricordare cosa è successo tra di loro sull'isola e per lei tutto questo è stato una nuova bugia,una menzogna in cui credere.
Tuttavia volevo focalzzare l'attenzione su un paio di cosette in proposito. Intanto, Albert quando ha salvato la ragazza non credo avesse in mente Uroboros. Cioè, bastano dei sospetti per pensare di trasformare Jill in uno strumento per i suoi esperimenti? Aveva già tali sospetti? (Ovvimente faccio rif al cap.2).
Infine, la Valentine pensa che il principe nero sia un folle , dove tutto è caotico. Ma in realtà, come abbiamo avuto modo di parlarne, in lui coabitano più personalità ed è per lui normale comportarsi in maniera contradittoria, come lasciarsi andare a gesti umani per poi risprofondare nella crudeltà più disumana.
Ma questo la ragazza non lo ha capito.... ( Quindi l'attrazione che Wesker prova nei suoi confronti sembrerebbe ai suoi occhi solo una presa in giro,un qualcosa che secondo lei non c'è).
Chissà.....forse un ultimo chiarimento verterà proprio su questo. In fondo , nonostante tutto ,Jill non può dimenticare.......


Per lo stile, ri-riconfermo la tua bravura e la fluidità del tuo modo di scrivere, capace di coinvolgere il lettore in quel che vuoi esprimere. Quindi, brava e ribrava!! :))))
Trovate due sviste ( scusa, cerco proprio il pelo nell'uovo -.-' ) :
-Rigo 12 (ultima parte, dopo ***): "Risultati", manca una "t".
-Rigo 46 (stessa parte): "studiandoti".


Infine , per il resto, non posso non confessare che mi è uscita una lacrimuccia nel leggere le tue parole finali..... Mi sono detta " Siamo quasi a fine..... Di già? ".
Questo a riprova che sto Amando la tua storia, come la stai trattando e scrivendo - da cui traspare tutto l'impegno e la passione che ci stai mettendo,davvero-.
Comprendo ,poi ,il tuo discorso sul tempo e sul fatto che scrivere comunque impegna tantissimo (quanto ti capisco!).
Inoltre, strano veramente a dirsi, ma la tua interpretazione è anche la mia interpretazione, nel senso che le azioni,le reazioni,insomma in tutto trovo punti di contatto con la mia visione.
Ma credimi,non sminuire il tuo "vanto", perchè ,anche se come dici è "unico",non per questo è meno profondo ed intenso. Infatti te sei una fan coi fiocchi , nel senso che hai saputo cogliere taluni aspetti,ma sei anche stata capace di trasferirli in uno scritto , di ampliarli e svilupparli ( scusa ,ma non mi sembra poco, dato che certe tematiche non erano mai state affrontate in una ff prima d'ora. :D ).
Ma come c'è un principio ,c'è anche una fine ( Risob :''( ).
Ma passiamo a cose più liete.
Mumble....mumble ( modalità Astarte pensante: attiva).....
"capitolo diverso dagli altri".......
Ma lo sai che mi hai messo addosso una curiosità pari al mondo che sorregge sulle sue spalle Atlante?
Ma non mi dire niente,anche io adovo ( modalità "erre moscia" attivata,per poi essere subito disattivata) le sorprese!!
Beh, ....non ti tedio più con i miei discorsi. Posso solamente concludere che questo capitolo che chiude la "quadrilogia di un amore impossibile" ( riferito ai capitoli,si intende) mi ha assai colpito e mi è estremamente piaciuto ( soprattutto la prima parte).

Alla prossima ,Grace :)
Altro Huggone super-mega-glucoso ( non ti preoccupare,ne ho da parte un bel pò fino alla fine della storia e oltre ).
<3

A.

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