Recensioni per
You sing, you shout, you turn the world around.
di Part of the Masterplan

Questa storia ha ottenuto 131 recensioni.
Positive : 131
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
03/02/14, ore 11:45

Ok, pensavo di essere ancora a metà storia invece mi sono appena accorta che è il penultimo capitolo, dopodiché dovrò aspettare. Me la sono letteralmente mangiata in una sera... Comunque, continua a piacermi il legame tra Noel e Sally, si amano ma si ignorano allo stesso momento. E Meg me l'hai fatta odiare in pochi capitoli! Non che dalle foto che si trovano su Internet si possa intuire sia molto diversa da come l'hai descritta comunque! ;) Si vede che questa storia ti appassiona, e hai appassionato anche me, amando gli Oasis e in particolare Noel e le sue bellissime canzoni. Ovvio dire che aspetto l'aggiornamento con ansia! Un bacio!!

Nuovo recensore

Ciao! È da qualche settimana che ho iniziato a leggere la tua storia, e devo dire che mi ha piacevolmente appassionata! Mi piace come hai caratterizzato Noel, ogni suo comportamento è tipico della sua persona, e anche quello di Liam. Mi piace anche Sally, le sue passioni e il suo carattere. Dalle tue descrizioni sembra di essere esattamente nel luogo, soprattutto quando erano a Burnage. Hai saputo creare tante piccole sfumature come il dialogo fra Noel e Sally da cui lui trae il titolo per il primo album, e le ho davvero apprezzate. Leggerò con calma i prossimi capitoli anche se vorrei finirla ora!! :) Davvero brava, un bacio!

Nuovo recensore

Mia preziosa ed insostituibile Part of the Masterplan,
perdona il mio ritardo nel recensire, non mi sono certo dimenticata di te. Ma, prima di intraprendere questo nuovo dialogo con te, avevo estrema necessità non solo di poter rileggere più volte con calma questo spettacolare, immenso capitolo, ma soprattutto di prendermi un'ora e mezza abbondante del mio tempo (già scarso di per se stesso), e lasciarmi trasportare indietro nel tempo proprio a Maine Road. Insomma, necessitavo di poter riprendere per mano quel concerto e riguardarlo per l'ennesima volta. E ritrovo sempre, sempre, nonostante lo sappia pressoché a memoria, le stesse medesime emozioni che ho provato la prima volta che ci sono inciampata: le lacrime che mi rigano le guance, le gambe tremanti, il cuore di qualche battito più veloce, l'estremo, impellente bisogno di urlare con quella folla adorate, insieme a loro, urlare a Loro, i miei idoli, quanto siano essenziali nella mia vita. Perché anche questo è Maine Road.
Ma, come l'hai descritto tu, credo mai nessuno sarà capace di farlo non solo nella storia di questo sito, ma in assoluto. Mi sono emozionata nel vederlo, per la prima volta, dagli occhi di chi sul palco c'era davvero, di chi il retroscena li ha visti realmente, di chi ha vissuto il prima ed il dopo Maine Road. Perché è così, questo è ciò che si sente, ciò che si percepisce sulla pelle, che si legge non solo con gli occhi, ma col cuore: Sally non è una semplice invenzione. Sally c'era realmente. Sally era una presenza fisica in quel luogo in quel momento. L'esempio più ecclatante lo abbiamo nel momento nel quale The Chief annuncia Don't Look Back In Anger e si volta realmente verso il backstage, alla ricerca non un uno sguardo, ma di quello sguardo preciso, quello di Sally, che lì c'era davvero, che lo ha ricambiato effettivamente. Quando, riguardando il concerto, ho colto quello sguardo, mi è venuto un colpo al cuore. E fino alla fine, ho cercato di cogliere nelle inquadrature laterali il volto di Sally nel buio, magari con gli opcchi lucidi, magari intenta ad urlare. Tanto che soltanto alla fine ho sorriso tra me e me della mia assurda ed infantiole delusione nel constatare che in realtà quello sguardo non c'era. Complici la musica, l'adrenalina e l'emozione, mi ero completamente dimenticata del fatto che Sally non poteva essere davvero là. Ma, nella tua incredibile ed ammirevole bravura, hai ingannato il mio inconscio, ma non solo. Spero saprai interpretare correttamente queste mie parole che mi appresto a condividere con te: cara Part of the Masterplan, tu hai ingannato la storia stessa. Sappi che è un grande complimento.
Con questo capitolo, hai raggiunto un livello superiore: un conto è immergere una storia in una città determinata e inserire realisticamente i personaggi in un conotesto spazio-tempo esistente, un conto è compiere l'impresa che tu hai appena brillantemente portato a termine con questo capitolo: inserire in un fatto concreto, già definito e dai contorni concreti, un personaggio fisico in modo tale da riuscire a renderlo presente, vivo su quel parco insieme a Loro. Forse ancor più vero e reale di quelle centinaia di migliaia di persone urlanti ai loro piedi.
Levo il cappello davanti alla scrittrice che ha ingannato la storia stessa.
Ti abbraccio forte.
Con infinita ammirazione ed affetto,
Tua Made Again

Recensore Junior

-Ci ho sempre creduto.” Indico Liam “Guarda OurKid. Guarda quanto è cresciuto, quanto si sente alla cima del mondo. Siamo alla cima del mondo.”-

CI CREDO ANCHIO MANCHESTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Ok, dopo questo attimo di sclero totale, insensato, e istintivo, inizio la mia recensione:
Inutile ripetere che amo questa ff (ops), che amo come scrivi e che la trovo bellissima. E intensa. E originale. E realistica.
Perchè è come se Liam e Noel fossero TUOI, pieni di sfaccettature, fottutamente Gallagher.
Sally la adoro, non posso fare altrimenti. Sally è tutte noi, eppure è unica.
Maine Road è forse il concerto che ho visto più volte, e anche se Knebworth era più grande, lo preferisco.
Complimenti!

cheers:)

Nuovo recensore
01/01/14, ore 14:09

Mia carissima Part of the Masterplan,
innanzitutto, lasciami il piacere di porgerti i migliori auguri per uno splendido 2014. Ti auguro col cuore ogni felicità e quante più soddisfazioni possibili.
Premetto dunque che scrivo con le mani tremanti e il cuore ancora di due o tre battiti più veloce del dovuto. Perché mi sono emozionata. Come sempre, soprattutto da un paio di capitoli a questa parte. Trovo questo, esattamente come quello della battaglia del Britpop come pure ovviamente quello di Don’t Look Back in Anger, emblematico. Direi che è uno dei capitoli-pilastro dell’intera storia. The Masterplan. Cara, amata canzone, compagna di lacrime, risate, notti insonni, soddisfazioni, viaggi. Ma cosa c’è di così strano poi? Quando un capolavoro viene alla luce, non c’è alcun motivo di stupirsi se poi lo ritrovi a colorare le tue giornate grigie, scandite dalla fredda monotonia del tempo che scorre, ma che è al contempo immobile, azioni ripetute all’infinito, sempre pari a se stesse che ti fanno sentire stanco non semplicemente fisicamente, ma stanco della vita che possiedi e che non senti tua. Ma assieme all’uomo è nata la musica. Da cosa nasce cosa e gli Oasis sono diventati a loro modo, i miei compagni di vita, strappandomi a ciò che odio, ma che non posso fuggire. Creando una dipendenza per una vita che in realtà mai ho conosciuto, ma che attraverso loro sento di vivere. E di questa vita, fa parte anche questa storia incredibile. E ne fai parte tu, a tua volta abile ricamatrice di vite. Tanto che, già te lo dissi, rendi chi mai è esistito in quel momento, non solo reale, ma eterno. La tua Sally.
E c’è quell’errore, quelle parole dettate dallo stato in cui si ritrova. Quel Ti amo che, ne sono convinta, Noel sa essere reale, ma che è più facile ignorare, etichettandolo come parole senza senso di un ubriaca. Rabbia? No. Non lo biasimo. Noel è un tipo semplice, riconosciamolo. Meno problemi ha, meglio sta. E ho imparato leggendo che non conta chi sia a crearli, se si possono evitare, è sempre la scelta più conveniente. Complicate, eterne, volubili Rockstars. Non per altro, le migliori. Non ho idea del finale, ma covo nel profondo del cuore il nebuloso desiderio che Noel sappia riconoscere a sua volta, non importa con quanto ritardo sugli eventi, che ciò che Sally prova è speculare in lui. Sue le parole “Maybe you’re the same as me.” E non credo sia un vigliacco tale da ritrattare ciò che è stato.
E Meg, in tutta la sua falsità, dozzinale e finta come troppe oggi come allora. Quella coppia talmente improbabile da essere reale e il mio grande, enorme fastidio. Il desiderio di sentire Sally, anche ubriaca, urlare ad un Noel finalmente disposto ad ascoltare quanto tutto quello sia profondamente sbagliato, quanto sia finto, quanto sia ipocrita da parte sua. Come sia dannatamente, insopportabilmente doloroso vedere chi ami, chi ti ama, scivolarti tra le dita solo perché è più facile. Non servirebbe, ovvio, Noel è pur sempre The Chief, non ammetterebbe mai di essere in torto, nemmeno davanti a lei. Ma chissà. Magari sarebbe più disposto a rifletterci. Andrebbe dritto per la sua strada, ma almeno dentro di sé saprebbe di essere in errore.
E questo basta.
 
Ti abbraccio forte.
Made Again.
 
 
P.s. Per Natale ho ricevuto proprio The Masterplan. E’ proprio vero che la vita, d’altro canto, non ci farà mai capire che siamo tutti parte del disegno del destino.

Nuovo recensore
18/12/13, ore 21:55

Mia cara, carissima Part of the Masterplan,
mi trovo in forte imbarazzo a presentarmi a te con tutto questo vergognoso ritardo, ma una mole indicibile di impegni sommati ad una febbre capitata decisamente al momento sbagliato mi hanno definitivamente messa ok. Ti prego dunque di scusarmi, non era mia intenzione far passare così tanto tempo tra la pubblicazione di un capitolo così carico di nuove sensazioni da provare sulla pelle una dopo l’altra durante la lettura e questa decisamente poco brillante recensione.
Una battaglia è stata persa. E non una, ma La battaglia. Quella del britpop, quella tra Roll with it e Countryhouse. Blur e Oasis. Oasis e Blur. E per quanto sappiamo che alla fine la guerra saranno gli Oasis a vincerla, non può che lasciare estrema rabbia e delusione in chi in quel momento si sentiva in cima al mondo e si vede invece lo scettro strappato da una canzone (a mio personalissimo anche se poco obiettivo giudizio, riconosco i miei limiti in questo senso) mediocre e da poco ortodosse strategie di vendita oltre da un gruppo di borghesi che nulla a che vedere coi cinque mancuniani. Quando anni fa ho scoperto gli Oasis, come ogni fan alle prime armi, ho intrapreso la lettura della loro storia su Wikipedia e ti assicuro che, quando ho appreso di questa sconfitta così assurda, ho avuto la medesima reazione di Liam. Mi sono indignata così profondamente che ho dato un calcio alla sedia che avevo di fianco. Ho sorriso leggendo quel primo passaggio. Sorriso ahimè effimero.
Subito dopo ecco la funesta notizia. Si, ammetto nuovamente di essere tutt’altro che imparziale, ma il fastidio che ho provato nel leggere ogni singola frase riferita a Meg Mathews è stato qualcosa di estremamente difficile da contenere. Grazie essenzialmente alle tue parole. Il modo in cui la descrivi riesce a rendertela antipatica anche senza volgarità. Bastano le semplici, sincere osservazioni di Sally sul tetto della Creation per farti capire la superficialità di quella donna. Tanto che arrivi a chiederti: come può una diva tutta plastica e specchietti essere la fidanzata (e ancora più inspiegabilmente) futura moglie e madre della prima figlia di un tale genio? Non so davvero come farai a dare una verosimile ed accettabile spiegazione a tutto questo. Per questo attendo impaziente i futuri capitoli. Per vedere come farai evolvere la situazione, che al momento sembra essere così normale e piacevole, nella sua precarietà tra Noel e Sally.
Amo questo capitolo perché mette chiarezza sotto questo punto di vista. C’è una certa routine nel loro essere al contempo agli opposti e parte della stessa cosa. E’ avvincente e straziante al tempo stesso, perché sono vicini, ma resta sempre quell’alone di distanza dettato dall’irritante figura di Meg. E ciò che rende il tutto ancora più penoso è che, date alla mano, andranno a breve a convolare a (in)giuste nozze. Ed è un groppo duro da mandare giù. Proprio come lo sono state tutte le altre separazioni e crisi che hanno affrontato fin’ora. Difficili, dure, dolorose. E non solo per loro. Anche per te immagino. E per me, che con affetto seguo questa storia che posso senza indugio affermare essere la più bella che abbia mai letto, senza ombra di dubbio.
Ti abbraccio forte.
Made Again

Recensore Junior
08/12/13, ore 19:11

Ciao!

Sinceramente non so cosa dire su questa storia, ho paura di cadere nella banalità e/o ripetizione.
E' bellissima, molto ben scritta, realistica, dai vita ai personaggi e porti i lettori nel loro piccolo grande mondo.
Gli Oasis sono stati un'icona negli anni '90, ma dietro questa leggenda ci sono persone, di cui tu sai cogliere l'essenza.
Adoro il personaggio di Sally, è così vera, piena di sfaccettature.
(What's the story) Morning Glory? è un album che personalmente trovo fantastico, lo classificherei tra i primi tre nella mia playlist. Ovviamente Don''t look back in anger è l'inno della band, e mi sembra ovvio anche il fatto che sia Noel a voler cantare di Sally.
Liam carissimo amore mio, accontentati della (bellissima) Wonderwall.

Alla prossima!

fede:)

Recensore Junior
08/11/13, ore 16:44

Mia cara amica,

Solo tu sai ridurmi sempre in lacrime e per una volta sono contenta di versarle.
Ho sentito sulla pelle ogni parola di questo capitolo ché Sally è così reale da fondersi in quel che ci accade dando, immancabilmente, una sua versione dei fatti che, dopo tutto, altro non è che la nostra.
Inutile che io mi profonda sulla Bellezza di questa pagine, sul fatto che per me profumano già di inchiostro ed, ancor più, sulla kantiana verità che tu sia la migliore scrittrice vivente che io abbia avuto l'onore di incontrare.
Una frase di Petronio recita "bisogna subire il proprio destino" ed io credo che, come Sally, noi non si possa eluderlo. Nel tuo caso, amica mia preziosissima, sono l'Arte e la penna a chiamarTi. Non importa cosa tu possa guardare, pensare, riflettere, volere o sognare, l'importante è che tu scriva, sempre.
Il tuo futuro sarà radioso e luminoso ché io già lo vedo da questa storia Bellissima, dalla quadrimensionalità dei personaggi e della nostra Sally, ormai una Amica.
Non importa cosa accadrà, nella Storia come altrove, perché l'averTi conosciuto e letto rende vivo il significato della frase con cui hai conchiuso questo capolavoro:
To die by your side, well, the pleasure the privilege is mine.
Flashbax

Nuovo recensore
06/11/13, ore 16:41

Mia cara, carissima Part of the Masterplan,
pochi minuti sono trascorsi da quando ho letto questo capitolo, quindi ti scrivo di getto, di modo che le emozioni che sento non vengano modificate e distorte dal tempo, in modo che almeno l’essenza di ciò che provo in questo momento possa arrivarti intatta attraverso queste poche parole.
Arrivo alla fine del capitolo con le lacrime agli occhi. Dalla felicità. E mi riscopro a mormorare il nome Sally come un’ebete, tentando di non farmi esplodere il cuore dalla felicità. Fatalità talmente assurda nella mia vita di stranezze (ma forse nemmeno così tanto, dato che il caso non esiste), arrivata al fatidico punto, arrivata a Lei, Don’t look back in Anger, Canzone tra le canzoni, la mia riproduzione casuale punta dritta dritta verso quello stesso pezzo che commosse Sally, commuovendo allo stesso modo anche me. E non riesco a credere a quanto ho letto. Per quei quindici minuti, tutto il mondo non è esistito, se non la sequenza Talk Tonight, Don’t look back in Anger, I am the Walrus (live) e Live Forever a riempirmi la mente e le tue parole a scaldarmi il cuore. Si, decisamente il caso non esiste.
Appena riacquistata la cognizione del tempo e il possesso della mia mente, leggo un messaggio di una conversazione lasciata a metà prima di avventurarmi tra le tue parole che recita:
-Quindi ora le cose cominceranno ad andare male a te?-
La risposta è stata:
-Non possono andarmi male ora. La ragazza, Part of the Masterplan, ha appena pubblicato il capitolo più bello della storia. Vorrei essere Sally.-
Questa è stata la mia risposta tanto mi hai inebetita con le tue parole, tanto mi hai mandata in una piacevole, euforica confusione mentale.
Qualche giorno fa, rendendomi conto di aver perso le fila del discorso, avevo ripreso per mano la tua fan fiction dal primo capitolo, riscoprendomi presa dalla lettura esattamente come la prima volta, ma anche stupendomi di particolari, descrizioni, pensieri che ad una prima, precipitosa lettura non avevo notato o valorizzato abbastanza. E più di ogni altra cosa, riscoprendo un’umanità nei personaggi, un senso più profondo nella vicenda che avevo perso, diluito nel tempo tra un capitolo ed un altro. Riscoprendo la gentilezza di Bonehead, la spavalderia di Liam, l’anima tormentata, ma sorprendentemente forte di Noel, l’innocente amore fanciullesco di Sally ed il suo grande dolore alla partenza di quel giovane roadie che ancora non era nessuno, l’innocenza di Nick (accusato di chissà quale reato contro Noel nella mia mente annebbiata dal desiderio di ritrovare i due protagonisti di nuovo insieme) e al contrario, la sua grande dolcezza, il grande amore per Sally. Piccoli dettagli che avevo dimenticato, distorto, ignorato nella frenesia della prima lettura.
Questo capitolo è un inno non solo ai suoi protagonisti, ma alla musica stessa. Un tributo a quei sound andati perduti per una scelta musicale attuale molto più discutibile e che non mi ritrovo, forse talvolta troppo cocciutamente, a condividere. Cominciando dagli Stone Roses con la loro Sally Cinnamon e proseguendo con I wanna be Adored (che personalmente è tra le mie preferite insieme a Waterfall), i Beatles, semplicemente nominati tramite l’immortale Lennon, ma presenti a prescindere da tutto. E il gran finale. Sempre presi per mano da lei. Da loro. Gli Smiths e la loro There is a light that never goes out. Tutto finalizzato a quel grandissimo omaggio a Loro, gli immortali Oasis, a quell’apoteosi della Sheffield Arena che ognuno leggendo, te lo assicuro, ha sentito sulla pelle. Ai brividi di una prima Don’t look back in Anger qualcosa di nuovo e meraviglioso. Perché, come Noel stesso dice, parla di lei, di lui, delle loro vite, dei loro sentimenti. Parla di loro.
E saranno resi immortali nei cuori di ognuno da quel capolavoro che darà adito a leggende, miti, fantasie, storie, sogni, immagini nelle menti di una generazione intera. E tu tutto questo l’hai messo nero su bianco, rendendo a tua volta immortale una Sally che dal nulla di Burnage è diventata l’altra metà del cantautore più immenso degli anni 90.
 
“Thank you”
 
MadCat

Recensore Junior
02/11/13, ore 13:20

Mia cara amica,

Eccomi qui dopo la puzza a lasciare una traccia indegna di cotanto splendore.
Inutile dire che aspetto ogni tuo aggiornamento con la stesa brama con cui una signorina nell'Ottocento avrebbe atteso la puntata del suo romanzo preferito su rivista. Perché questo è ciò che la tua storia è per me, un romanzo che bramo di avere presto sullo scaffale della libreria, perché solo la carta può darle ragione.
Inutile dire, ancora, che io attenda i pensieri di Sally più che lo svolgimento della storia degli Oasis perché, ciò sopra a cui ogni cosa mi curo, è essa lei, la mia, la nostra Sally.
La vita attraverso le sue luci non è mai banale, essa racconta di droga et amore, musica et dolore, io e l'altro da me con una leggerezza tale da far sembrare le falangi ed i teli di Fitzgerald pesanti come macigni.
La mimesi che vivi con Sally è impressionante e meravigliosa, io lettrice ne percepisco la profondità e mi sento rassicurata al punto da accettare senza riserve alcuna il patto di incredulità che mi proponi.
Le riflessioni di Sally, oh potrei non stancarmene mai! E quando parla del grunge e di Kurt, beh che dire se non che la trasformazione sia completa? Essa ti possiede come uno spiritello e si incarna al tal punto in quegli anni da pronunciare le esatte parole che avrebbe potuto proferire una ragazza britannica allora come oggi. Perché Londra e Seattle sono così diverse, anche se piove in entrambe le terre e la pioggia non ha padrone.
In una istanza posso dire che tu sei una Vera Scrittrice e questa storia non è una fan fiction. Qui lo dico e qui non lo nego.

Flashbax

Nuovo recensore
30/10/13, ore 22:19

Mia carissima Part of the Masterplan,
perdona il mio ritardo clamoroso nel recensire, sono oberata di impegni il cui solo farvi menzione mi fa crollare il morale sotto le suole delle scarpe.
Attendevo con ansia difficile da descrivere questo capitolo e una volta arrivata per la quarta volta in fondo, comprendo quanto sia stata meritata quest’attesa. Finalmente riscopro una Sally che ci avevi tenuto nascosta per molto, molto tempo. Finalmente la rivedo commuoversi per una canzone, parlare con le vecchie amiche, ballare e cantare durante i loro concerti, lasciarsi andare, sbagliare, provare, muoversi, scattare, urlare. La sento viva. Viva, esattamente come lei vuole essere. Indescrivibile è il piacere che ho provato nel leggere quel suo monologo sul desiderio bruciante che sente dentro, quella voglia quasi malata di sentirsi viva ad ogni costo. Molti autori sulle quali spalle grava il peso di anni ed anni di esperienza si buttano in sproloqui sul desiderio dei giovani di vivere e sentirsi vivi. Pagine e pagine piene di fiumi di parole scorrono sotto gli occhi del lettore che alla fine delle quali non sente praticamente nulla di ciò che l’autore voleva arrivasse come messaggio. Tu invece, ci sei riuscita. Mi hai trasmesso un desiderio di vivere potente, impetuoso, disperato, folle. Le tue parole sono fresche, forti, vere. Perché solo una ragazza, sebbene di noto talento, può aspirare a parlare di certi temi riuscendo davvero a lasciare impresse a fuoco nelle menti di chi legge il proprio pensiero. Complimenti, l’ho trovato meraviglioso.
Ciò che sempre mi stupisce dei capitoli nei quali introduci pezzi delle loro canzoni è l’attinenza quasi incredibile che hanno con la storia stessa. Le loro parole vanno sempre a combaciare alla perfezione con le tue, tanto che si potrebbe arrivare a chiedersi se alcuni testi non li avessero scritti apposta per la tua storia. Un tuo ulteriore merito che mi sento in dovere di riconoscerti e che non fa altro che aumentare ancora una volta la stima che nutro per te, che già non è indifferente.
E poi, meraviglia delle meraviglie, eccola. Sia affaccia, timida, silenziosa. Quasi nemmeno senza bussare alla tua storia, lei. La sua Sally, la promessa di Noel che comincia poco a poco a prendere forma, l’embrione della canzone più bella degli ultimi vent’anni di musica fa capolino in modo schivo e velato tra le tue righe, in modo talmente calmo ed esplosivo insieme che mi ritrovo impaziente di scoprire come riuscirai a fondere quel testo meraviglioso all’interno della tua storia.
Il mio ultimo pensiero va a Sally e a Noel, così vicini, ma così lontani, così simili eppure così diversi. Sono così affezionata ormai a loro che non posso non sentirmi emotivamente coinvolta nella loro relazione. I personaggi che più mi sono entrati dentro della mia breve seppur intensa carriera di lettrice di fan fictions ed affini.
Un abbraccio sincero va a te, cara Part of the Masterplan.
A presto.
MadCat.

Recensore Junior
28/10/13, ore 11:36

Devo farti i miei complimentissimi per il pezzo sulla morte/vita. e' cio' che mi ha colpito di piu, perche e' una cosa che potrei aspettarmi di trovare su un'antologia, libro di letteratura...ma non in una fanfiction. anzi, e' anche meglio di cio' che si puo' trovare in un'antologia, perche li ci sarebbero frasi fatte e filosofiche, tu invece hai descritto la bellezza di vivere in modo estremamente quotidiano, materiale,  VERO, perche ti sei soffermata sulle piccole cose (che poi in realta' sono grandi). :)
Noel e Sally sono sempre piu complicati... aspetto di sapere se succedera' qualcosa quando Noel torna dalla ..ehm.. pisciata 
ahah
un abbraccio
cherry
 

Nuovo recensore
09/10/13, ore 20:17

 
 
And I'm welcome no more.
 
Cara Part of the Masterplan,
Come poter iniziare questa recensione se non completando la citazione dalla quale trai il titolo per questo capitolo? Molto Smiths devo dire. Lascia che ti manifesti in proposito la mia totale approvazione.
Come poterti trasmettere l’emozione che ho provato leggendo questo capitolo? Come poterti spiegare la lacrima che si è prepotentemente affacciata all’angolo del mio povero occhio già arrossato e stanco da una lunga e alquanto deludente giornata? Ebbene, è la dolcezza. L’infinita dolcezza di questo capitolo. Non fraintendermi, non so nemmeno io come  poterti spiegare questa mia sensazione, ciò che ho provato leggendo. Effettivamente, poco c’è di effettivamente dolce in questo frammento, eppure quel bacio, quello sguardo, quel timido, casto e fugace contatto tra loro. Sally e Noel, Noel e Sally. Il riavvicinamento di due anime troppo a lungo distanti, di due persone troppo simili per essere capaci, nelle loro diversità, di stare lontane illudendosi di poter sopravvivere. E poi quel finale, che risuona nella mente come uno schiaffo in una stanza vuota. Ti riporta violentemente alla realtà dei fatti, come l’aereo sul suolo britannico, terra natia. Sbarcare da quell’aereo è un po’ come scendere da una nuvola, svegliarsi da un sogno troppo a lungo perpetuato. Confuso, talvolta doloroso, eccitante, proibito, magico. Un sogno a stelle e strisce. Mentre ora nella terra della regina si ritorna alla dura realtà di chi deve lavorare per vivere dignitosamente e chi ormai ha la paria ai suoi piedi. Di chi sente il bisogno di farcela da solo e chi invece ce l’ha già fatta. Gli Oasis hanno combattuto. Ora tocca a Sally.
There’s a Light that Never goes Out. Qual scelta fu più azzeccata di questa? Leggendo, pare che la canzone sia stata critta apposta per la ricorrenza dell’anniversario di quell’incidente e non solo per il giusto e toccante paragone che fa Sally riferendosi ad una casa dove stare, una famiglia con cui condividere la propria vita. Una famiglia che ora le viene a mancare una volta uscita dall’aeroporto e salutato il caro vecchio clima britannico. Ma anche solo pensando al ritornello del pezzo. Come non può venire spontaneo alla mente il collegamento tra l’avvenimento descritto da Morrissey e ciò che hanno vissuto Sally in prima persona e Noel con lei?
Per non parlare del pezzo:
Take me out tonight
Oh, take me anywhere, I don't care
I don't care, I don't care
Driving in your car
I never never want to go home

Come non rammendare, leggendo questi versi, il periodo ormai lontano delle fughe verso Manchester, lontana dalla fumosa Londra a bordo della sua auto per ricongiungersi a quella parte del suo essere? La nostra Sally. Mi ci sono così affezionata oramai.
Gli Smiths impreziosiscono quest’oggi questa tua opera meravigliosa qual è You Scream, You Shout, You Turn the World Around. Levo il cappello dinnanzi a te, mia carissima Part of the Masterplan, una delle scrittrici migliori che io abbia avuto il privilegio di incontrare.
Con sempre crescente ammirazione.
MadCat
 
P.s. Ti lascio un piccolo presente, a ringraziamento di quanto tu fai per me perpetuando il tuo impegno in questa meravigliosa opera. Spero potrà strapparti un sorriso nella stanchezza di queste pesanti serate autunnali.
 
http://www.youtube.com/watch?v=3JLtgM8XIgw
(Recensione modificata il 10/10/2013 - 02:53 pm)

Recensore Junior
09/10/13, ore 11:23

Mia cara, carissima amica,

Il dolore alle ulne vale bene la pena di questo pneumatico billet. Come ho avuto modo di dirTi molte volte, al che credo ne sarai venuta a noia, tu sei una Vera Scrittrice ed ogni Tua prova riconferma questa affermazione.
Non sono solita leggere narrativa contemporanea, sbagliando forse, ma le poche incursioni che ho compiuto tra i viventi (con le dovute eccezioni come Murakami, ovviamente) mi hanno delusa: un cumulo di carta, inchiostro e corrente elettrica buttata al vento. Personaggi bidimensionali, trame che fanno acqua come una barca che affonda, poco sentimento, nell'accezione letteraria e non plagiaria del termine. Quando leggo Te, di Te, invece, provo quelle Belle sensazioni che il mio animo ha provato leggendo le Grandi Autrici, le Belle Penne e le Belle Menti. Mi hai fatto piangere, ridere, pensare, riflettere... E non sarò mai grata a Te abbastanza per questo. Ciò si chiama letteratura, a mio avviso, e quello che scrivi non può altrimenti essere definito come Libro.
Sai che il tuo stile, no, mi correggo, la Tua Scrittura (stile è una parola violata e vuota al giorno d'oggi) risuona nelle mie corde come quello di Virginia. La scena della caduta della maglietta blu, della pelle alabastrina di Sally, così ben tratteggiata, sicura, veloce, ma non buttata via, potrebbe essere una pagina di una certa Signora D.
Rimango sempre impressionata dal modo che hai di colorare, di far percepire come una spugna, un budino con un cucchiaino, le sensazioni, la profondità che va oltre all'enciclopedismo nozionistico. Quante cose dietro quel cruch, come dietro al calore di quel braccio che si stringe alla carne...
Sei una Vera Scrittrice perché riesci a dire, fare e far provare ciò che altro da te con una maestria che può dare l'Esperienza o, come nel Tuo caso, il Vero Talento.
Onorata di aver fatto la Tua conoscenza,

Recensore Junior

Amica mia,

Ariosto diceva che uno studioso debba viaggiare. È la prima che mi è sovvenuta e dato che non sono solita censurare nulla, neanche sulla pubblica piazza, lo scrivo.
Ti lascio questo pensiero sull'onda del picco glicemico, mentre la mia vicina bercia con le sue amiche sul terrazzo. Non il quadro migliore per il tuo pezzo spero sarai commendevole.
Voglio esprimere un pensiero che so già essere impopolare: io aspetto i tuoi aggiornamenti per sapere di Sally, non di Noel né degli Oasis. La tua storia non è una fan fiction, non che lo sia mai stata nevvero: potrebbe chiamarsi Noel, Gennaro o Pincopallo; fare il musicista, il carpentiere o l'antropologo; essere a. Las Vegas, a Londra o a Bagno a Ripoli.
A me interessa sapere di Sally. Questa ragazza che mi parla ogni volta ed ogni volta mi fa sentire meno sola. Empatiazzare con una pagina scritta è benedizione ed io sono una donna benedetta per aver provato più volte la gioia di un pugno nello stomaco. Ogni giorno che trascorre in cui posso imparare qualche cosa, in cui una sensazione diventa altro, è un giorno buono. Con questo nuovo capitolo, mi hai regalato un giorno ottimo.
Più leggo, più ti leggo, più vorrei che questa storia fosse di carta per poter sottolineare con la matita le frasi, leggerle e rileggerle fino a stamparle nel cervello. Mi impegnerò seriamente affinché ciò accada.
Grazie, semplicemente