Recensioni per
Le verità nascoste
di Holy Ros

Questa storia ha ottenuto 136 recensioni.
Positive : 135
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
12/08/13, ore 11:33
Cap. 36:

olèèèè... finalmente aggiornato! brava Ros!!
sai che ti dicevo che preferivo la versione di "Wistone blu da 10" ?! non so dopo quanto tempo l'hai riscritta ma secondo me è come se i tuoi "progressi" nell'affrontare questi ricordi e paure li dimostrassi nel modo di scrivere per questo sono diverse (ed entrambe secondo me molto belle)!
come ho detto io in "Bella paura", di certi argomenti del proprio passato non è facile parlare con oggettività ma mi sembra che "Le verità nascoste" mostri (rispetto a "Rose bianche su parete nera" e a "Wistone blu da 10") un po' più di serenità.. (anche se con quello che hai passato prima di raggiungere la piena serenità credo che ce ne vorrà..)...
brava! :D
secondo me sei molto coraggiosa!
Marta

Recensore Junior
12/08/13, ore 03:33
Cap. 35:

ke beellloooo!!!!!!!!!!.................... >.< hai messsooo davvero la canzone........allora ti è piaciuta!!!!!**-**
okok XD
il capitolo mi piace ;)
mi hai lasciato con il fiato sospeso!!!=p
ma,"curiosità" hai aspettato il 12 per pubblicarlo!?!
sarebbe passato un anno intero o_O Con l'esistenza di quell' essere di nome steve br />
capisco ke eri "preoccupata" nn saprei come descrive=/ cio' ke provavi =/ e nn immagino quello ke possa provare il tuo amato <3 sapendo ciò
cosa ti e' scappato dalla bocca?? "-"
baci;**
sonny<3
(Recensione modificata il 12/08/2013 - 03:36 am)
(Recensione modificata il 12/08/2013 - 03:39 am)
(Recensione modificata il 12/08/2013 - 03:42 am)

Recensore Junior
08/08/13, ore 01:14
Cap. 34:

ciaooo ros... ;) bellissimooooo!!!!!!!anche la canzoneee.... come sempre anche questo cappy pieno di emozioni*-* bravissima alla prossima!!!!!!!;* ps: un'altra canzone ke adoro e ke potrebbe stare alla tua storia si intitola: everytime we touch dei cascada, ci sono due versioni quella originale e quella remix entrambe favolose ^-^ un bacio ;* sonny<3

Recensore Junior
07/08/13, ore 16:08
Cap. 34:

Ros è un bel capitolo (non dire che non è un granché :) ) , la canzone ci sta :) non vado pazzo per il Biagio Antoniacci comunque va bene . Detto questo aspetto il prossimo :)

Recensore Junior
05/08/13, ore 01:05
Cap. 33:

hola!!! ros :) rieccomi!!!!!! anche questa canzone è bella ;)) e nel capitolo si è capito ke nn era il momento adatto *-* meglio quando ci saranno acque più calme " tranquillità" ^-^ alla proxy...

Recensore Junior
05/08/13, ore 00:37
Cap. 32:

ciaooo ros ^-^
ke bello il video le parole!!!=} ttto romantico al punto giusto ;)
con il tuo capitolo si fanno progressiXD <3<3<3
nn farmi ricordare steve!!!!!!;(
un baci sonny

Nuovo recensore
04/08/13, ore 22:26
Cap. 1:

Scrivi molto bene. Complimenti, hai un modo di descrivere le cose che fa invidia, riesci a passare da una situazione all'altra con molta naturalezza. Ora scusami per questo.


E pensare che quel giorno avrebbe preferito rimanere a dormire invece di andare a pescare o a fare altre cose da lago insieme agli altri. Non poteva però rifiutare.


Michael si alzò controvoglia, stiracchiandosi più e più volte e rimanendo al calduccio sotto le coperte. Guardò l'orologio segnare le 6:30. Scese subito a prepararsi un caffè. Aveva un po' di fame, ma decise che avrebbe mangiato qualcosa al lago. 


Sbadigliò. A quest'ora sarebbe già al lavoro, ma è come se il suo cervello si fosse accorto che l'indomani non sarebbe andato al lavoro così presto.


Accese la sua Lexus, uscì dal vialetto in retromarcia e alla fine procedette dritto verso la casa di Will. A quanto pare tutti erano arrivati prima di lui.


Non appena girò in senso antiorario la chiave di avviamento per spegnere il motore, scese dalla sua auto e con un una mano appoggiata alla nuca disse colpevolmente -Mi spiace per il ritardo, mi farò perdonare-


Gli altri scoppiarono in una risatina. C'erano tutti: Frank, Alex, Richard, sua moglie e suo figlio e naturalmente Will e la sua famiglia che abitavano lì. Tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.


-Grazie per avermi invitato, Will, una pausa da quel ospedale mi serviva proprio!


-Di niente, Mike. Phillip non è voluto venire?


-No, quel testone del mio figliolo preferisce stare a casa a poltrire- Rispose Michael, sentendosi un po' in colpa perché anche lui avrebbe voluto rimanere nel letto.-Ormai, non mi vuole più dare ascolto. Si sente indipendente.


-Già. Ma non ti preoccupare, qui c'è tanta gente e la compagnia di conseguenza non manca!- Lo rincuorò Will, sorridendogli e mettendogli una mano sulla spalla destra per portarlo davanti alla porta di casa. 


-Dr. Rogers, è un piacere incontrarla!- disse Alex, imitando uno dei cattivi dei film di James Bond. Gli altri si misero a ridere.


-Ah, come mai tutta questa voglia di scherzare alle ...- Mike si sollevò la manica con la mano destra e guardò l'orologio- ...6:54?


-Beh, si dice che una giornata senza una risata è una giornata persa.


-Mi piace come pensi- disse Mike, dandogli ragione. 


-Ok, basta con i convenevoli. E' ora di partire, se non vogliamo rimanere imbottigliati nel traffico. Sarà una bella giornata, ve lo garantisco.- chiamò a raccolta Will i suoi ospiti e li invitò ad andare nelle loro automobili. Prese con se il guinzaglio del suo cane e lo guidò verso il portabagagli. Per fortuna avevano una BMW Serie 5 Touring, una gran bella station wagon. Di conseguenza lo spazio per Alan non mancava. E ne serviva di spazio, visto che era un bellissimo labrador di 3 anni, che aveva comprato per il compleanno di Susan. 


Vedere la felicità su quei bellissimi occhi verdi è stato la cosa che più lo ha reso fiero come padre.


 


Appena Alan salì nel portabagagli, sua moglie uscì di casa con una borsa termica.


-Tesoro, cosa hai messo lì dentro?


-Niente, solo un po' di carne. Ho parlato con Donna ieri su internet, e le ho chiesto di portare l'occorrente per fare una grigliata. Io ho preso del pollo e lei della carne di vitello.


-Amore, non credi che sia poca la carne? Dopotutto, siamo 10 persone, e qualche bistecca non basterà per un intera giornata. Vado a comprare qualcosa in maceller...


-Non ce ne sarà bisogno. Sono sicuro che tu e gli altri pescherete tantissimi pesci, così tanti che la maggior parte li dovrete liberare. 


-Ma non sono sicuro. Abbiamo delle canne da pesca e pochissima esperienza. Secondo te riusciremo a pescare abbastanza per 8 persone?


-Sono arcisicura. Ricordati, ho fiducia in te- disse Joy, rassicurando il marito.


Will, sentendo l'ultima frase, si sentì una carica in più, come se fosse adrenalina. Era come se volesse farsi tutti i 28 km che separavano la sua casa dal lago a piedi. Era euforia allo stato puro. 


 


Quella sensazione però era dovuta sopratutto all'amore incontrastato che provava verso Joy. 


Non si sarebbe mai immaginato una vita senza di lei. Era la sua ancora. 


Ogni volta che si trovava in situazioni difficili, come la morte di suo padre 3 anni fa, lei era sempre affianco a lui. Sempre a consolarlo e a dire “Andrà tutto bene”. 


C'era solo un'altra persona che amava più di sua moglie: Susan.


Quel piccolo angioletto era la loro ragione di vivere. Ogni notte si addormentavano pensando alla sua risata. Il modo in cui i piccoli zigomi con qualche piccola lentiggine si alzavano per far spazio a un sorriso era sublime.


Era un uomo felice, che non risparmiava i soldi del suo lavoro di storico per comprarsi una nuova cabrio, ma per rendere felice le donne più importanti della sua vita.  


 


-Ok, pronti per partire. Spero che questa sia una delle giornate migliori che abbiamo passato insieme.- dichiarò Will, essendo l'organizzatore della giornata -Io vado davanti, voi seguitemi.


 


Ognuno salì sulla propria auto, tranne Michael. Sapeva la strada per andare al lago, ci andava almeno una volta al mese con Marta, per fare un break dal lavoro, portando con loro anche Phillip. Quando era piccolo, gli piaceva giocare lanciando dei sassi e facendoli rimbalzare sull'acqua.


Purtroppo quella tradizione mensile si era conclusa con la morte di Marta.


Quel maledetto, fottuto giorno. Non doveva presentarsi neanche al lavoro, visto che in mattinata aveva dovuto accompagnare Phillip a fare una vaccinazione. 


Purtroppo sua moglie era così, non lasciava le cose così com'erano. Le portava a termine.


E così andò come suo solito dietro la cassa della gioielleria. 


Le piaceva quel lavoro. Le ricordava molto...Beh, sì, suo marito. Ogni volta che vedeva un giovane ragazzino oppure un ragazzo che doveva comprare un gioiello per la fidanzata, si ricordava di Michael e del modo in cui le aveva chiesto di sposarlo. 


Ma Mike era cambiato, molto cambiato, dopo che quel idiota era entrato dentro il negozio e aveva fatto fuoco sulle prime 6 persone che vide. 


La 5° era proprio Marta, che fu colpita alla trachea. Il colpo era indirizzato al cuore, naturalmente per uccidere, ma la mira di quel ladruncolo era pessima. 


Per fortuna lo presero, subito dopo aver preso 4 gioielli per un valore totale di 800 $. Una somma che non giustifica in alcun modo la morte di 6 innocenti.


Michael però lo aveva perdonato. Una visita di 10 minuti all'assassino di sua moglie era bastato per farlo.


Era grazie alla sua fede che ebbe il coraggio e la forza di andare avanti, di continuare a crescere suo figlio e di godersi quello che è rimasto della sua vita. Grazie ad essa è riuscito a perdonarlo.


Non potrà mai dimenticare la faccia di quel ragazzo. Dall'esterno lo odiava, ma in fondo provava pietà, per una vita sprecata. 


E' pensando a lui che continua ad andare avanti con Phillip, non facendogli mai mancare niente e assecondandolo in ogni sua scelta. Forse così non sarebbe diventato un carcerato a vita.


A Michael scese una lacrima, pensando a quanto volesse bene a suo figlio, nonostante tutto. 


Respirò profondamente ed espirò velocemente, forse per evitare di scoppiare in un pianto malinconico, e fece un sorriso. D'altronde era così che Marta lo voleva vedere: Sempre allegro, nonostante tutto.


 


Salì sulla sua Ford Mondeo. Si allacciò la cintura di sicurezza, mettendosela un po' più larga. Odiava la sensazione che provava quando il tessuto della cintura sfregava sulla sua pelle. 


Ma per salvarsi la vita in caso di incidente, avrebbe comunque sopportato un piccolo fastidio come quello. Era un guidatore molto cauto, solo una volta aveva fatto un'infrazione: quando andò a 65 all'ora in una zona di 50. Non un granché, comunque.


 


Doveva raggiungere gli altri. Quindi mise la chiave di accensione e schiacciò il pulsante Start. Odiava quel bottone rosso con la scritta bianca. Dava l'impressione di una vettura sportiva a prima impressione, ma guardandola attentamente si notava che era una macchina da impiegati d'ufficio. 


L'ultima vera automobile che Mike aveva guidato è stata una gloriosa Mercedes Classe G, con a bordo quasi 200 mila Chilometri. 


Quella macchina ne aveva passate di esperienze! Usava questa fuoristrada per andare con Marta al lago o in qualunque altro posto dovessero andare. E' stato un vero affare, solo 12 mila $ per una Mercedes! Ma dopo 5 anni e 80 mila KM è dovuta andare in pensione, per una più moderna e aerodinamica Mondeo. Almeno questo era quello che dicevano a Top Gear. Non sapeva come facesse a piacergli questa macchina, ma se l'avessero usata come auto di tutti i giorni, si sarebbero trasformati in persone noiose e mediocri.


Mike odiava questa macchina per questo motivo : stava diventando mediocre. 


Ormai era un uomo di mezz'età con un figlio quasi ventenne.  


L'unico modo in cui poteva cambiare le cose era fare un intervento chirurgico e diventare donna : in tal caso, sarebbe stato una donna di mezz'età con un figlio di 19 anni.


Rise. Premette sull'acceleratore e partì.


Come già detto, non superava il limite di velocità da tanto tempo, quindi per raggiungere gli altri decise di prendere qualche scorciatoia, in piccole viuzze e passando per dei paesini.


I 28 km del viaggio di Will e degli altri, per Mike furono soltanto 18.


Risultato? Fu il primo ad arrivare.


 


Will si rivolse a Susan -Amore, vedi quel tavolo di legno?- tolse la mano destra dal volante e indico un tavolo fatto con dei tronchi di legno, lungo almeno 3 metri.


-Sì, papà- rispose sua figlia, mentre si alzava un po' dal sedile, appoggiando le mani sulla maniglia della porta per vedere meglio che cosa le aveva indicato il padre. 


-Ecco, lì è dove mangeremo oggi. Quel tavolo è veramente vecchio. Pensa che mi ci portava il nonno quando ero piccolo. 


-Davvero? Wow, chissà quante persone avrà visto mangiare quel tavolo!


Joy e Will si guardarono negli occhi e si sorrisero teneramente, forse per la felicità che provavano nell'essere ancora lì, forse perché Joy aveva sentito un po' di malinconia nella voce di suo marito nel nominare suo padre. Suo suocero era davvero un brav'uomo, ed era anche grazie a lui che erano riusciti ad andare avanti dopo la nascita di Susan. Li aveva aiutati, prendendosi cura della bambina mentre loro andavano al lavoro. Era una nuova vita per il padre di William dopo la morte di sua moglie. Si sentiva rinato e con la bambina dava tutto se stesso. Aveva un'energia in corpo che avrebbe fatto invidia a un consumatore di cocaina. 


Purtroppo morì, lasciando un vuoto incolmabile sia per Susan, ma sopratutto per Will.


 


-Susan, ecco, e quello è Michael...- spense la macchina e scese-...che è arrivato prima di noi. Mike, non ti sei mai dimenticato la strada, a quanto pare.-


Mike alzò il braccio sinistro dietro la testa tenendolo rigido e toccandosi il gomito con il braccio destro, si stiracchiò- Sì. Stavo ammirando il panorama. Non è cambiato di un acca. Ti ricordi quella rana che cercavamo di prendere? Si era nascosta proprio sotto quella roccia.


-Già. Per sua fortuna eravamo ubriachi. E la capocciata che ci siamo dati a vicenda? Hahahaha- Rise Will, mettendosi una mano sulla pancia e sobbalzando un po' a causa della risata.


-Hahahaha. Potevamo solo immaginare come ci fossimo scontrati dal bernoccolo che avevo in testa. L'ho sempre detto che hai una testa dura-proseguì, ricordando quella vecchia estate. 


-Sono un gran testardo, lo so e lo ammetto. Ah, ecco che arrivano gli altri.


 


-Ragazzi, ve la ricordate quella roccia?- chiese Will, sperando che il resto dei ragazzi si ricordasse dell'episodio.


-Cavolo, sì. Quella capocciata vi ha stordito per almeno 2-3 giorni- rispose Frank.


 


Dopo aver preso ognuno le sue cose dalla propria auto, i ragazzi cominciarono a montare le tende per il campeggio.


-Quanto odio queste stupide tende. Sono così difficili da montare. Era meglio comprarci una roulotte.- disse Alex, spazientito dopo aver passato gli ultimi 10 minuti a slegare tutte le corde che servivano per attaccare saldamente a terra la sua tenda.


-Dai, non essere così scorbutico. Non puoi arrabbiarti con qualcosa solo perché non sai capace di farla. E' come se prendessi un computer nuovo e non riuscissi a farlo accedere a internet. Non puoi arrabbiarti col computer. E poi tu odi le roulotte. - lo rimproverò Frank.


-Già, quelle casette di legno mobili sono pessime.


-Cavolo Frank, guardaci. Siamo qui che ci stiamo letteralmente spaccando le ossa per montare una tenda, mentre Will non ha alcun problema, visto che la sua famiglia lo sta aiutando. Non provi anche tu un po' di invidia?- chiese Mike.


-Sì, proprio ieri stavo pensando a questa cosa. Vorrei avere anch'io una famiglia normale. Vorrei poter vedere più spesso i miei bambini. Vorrei poter ancora tornare a casa da lavoro, stanco ma soddisfatto, e poter baciare mia moglie.- rispose Frank, rivivendo mentalmente il suo passato e contemporaneamente pensando al suo futuro -Spero che un giorno questa situazione cambi e che possa tornare tutto alla normalità, come fu 10 anni fa.


-Piano, non demoralizzarti. Questo giorno è stato pianificato per scordarci di tutto e liberarci la mente. L'unica cosa che non dobbiamo dimenticare è come pescare. - cercò di tranquillizzarlo Mike, anche se era un po' arrabbiato con lui. Come poteva lamentarsi? Non era lui quello che era rimasto vedovo. Lui poteva vedere almeno vedere, anche se raramente, la sua famiglia. Frank non doveva lamentarsi così. D'altronde era stata la sua scelta quella di farsi una prostituta nella loro camera d'albergo mentre erano ad Austin per festeggiare il loro anniversario.  Se solo potesse dirglielo in faccia : “ Sei fortunato, cazzo se lo sei. Puoi chiamare in qualunque momento tua moglie e sentire la sua voce. E puoi ancora vederla. Non devi fare come me, che devi parlare con una lapide.” ma era o troppo gentile, o troppo sensibile per buttare fuori la sua rabbia.


-Già. Hai ragione. Dai, tira fuori la tua canna da pesca. Ho preso un nuovo kit di esche, preparate apposta per i pesci di questo lago.- gli diede ragione Frank, non notando quanto soffrisse Mike.


E pensare che quel giorno avrebbe preferito rimanere a dormire invece di andare a pescare o a fare altre cose da lago insieme agli altri. Non poteva però rifiutare.


Michael si alzò controvoglia, stiracchiandosi più e più volte e rimanendo al calduccio sotto le coperte. Guardò l'orologio segnare le 6:30. Scese subito a prepararsi un caffè. Aveva un po' di fame, ma decise che avrebbe mangiato qualcosa al lago. 


Sbadigliò. A quest'ora sarebbe già al lavoro, ma è come se il suo cervello si fosse accorto che l'indomani non sarebbe andato al lavoro così presto.


Accese la sua Lexus, uscì dal vialetto in retromarcia e alla fine procedette dritto verso la casa di Will. A quanto pare tutti erano arrivati prima di lui.


Non appena girò in senso antiorario la chiave di avviamento per spegnere il motore, scese dalla sua auto e con un una mano appoggiata alla nuca disse colpevolmente -Mi spiace per il ritardo, mi farò perdonare-


Gli altri scoppiarono in una risatina. C'erano tutti: Frank, Alex, Richard, sua moglie e suo figlio e naturalmente Will e la sua famiglia che abitavano lì. Tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.


-Grazie per avermi invitato, Will, una pausa da quel ospedale mi serviva proprio!


-Di niente, Mike. Phillip non è voluto venire?


-No, quel testone del mio figliolo preferisce stare a casa a poltrire- Rispose Michael, sentendosi un po' in colpa perché anche lui avrebbe voluto rimanere nel letto.-Ormai, non mi vuole più dare ascolto. Si sente indipendente.


-Già. Ma non ti preoccupare, qui c'è tanta gente e la compagnia di conseguenza non manca!- Lo rincuorò Will, sorridendogli e mettendogli una mano sulla spalla destra per portarlo davanti alla porta di casa. 


-Dr. Rogers, è un piacere incontrarla!- disse Alex, imitando uno dei cattivi dei film di James Bond. Gli altri si misero a ridere.


-Ah, come mai tutta questa voglia di scherzare alle ...- Mike si sollevò la manica con la mano destra e guardò l'orologio- ...6:54?


-Beh, si dice che una giornata senza una risata è una giornata persa.


-Mi piace come pensi- disse Mike, dandogli ragione. 


-Ok, basta con i convenevoli. E' ora di partire, se non vogliamo rimanere imbottigliati nel traffico. Sarà una bella giornata, ve lo garantisco.- chiamò a raccolta Will i suoi ospiti e li invitò ad andare nelle loro automobili. Prese con se il guinzaglio del suo cane e lo guidò verso il portabagagli. Per fortuna avevano una BMW Serie 5 Touring, una gran bella station wagon. Di conseguenza lo spazio per Alan non mancava. E ne serviva di spazio, visto che era un bellissimo labrador di 3 anni, che aveva comprato per il compleanno di Susan. 


Vedere la felicità su quei bellissimi occhi verdi è stato la cosa che più lo ha reso fiero come padre.


 


Appena Alan salì nel portabagagli, sua moglie uscì di casa con una borsa termica.


-Tesoro, cosa hai messo lì dentro?


-Niente, solo un po' di carne. Ho parlato con Donna ieri su internet, e le ho chiesto di portare l'occorrente per fare una grigliata. Io ho preso del pollo e lei della carne di vitello.


-Amore, non credi che sia poca la carne? Dopotutto, siamo 10 persone, e qualche bistecca non basterà per un intera giornata. Vado a comprare qualcosa in maceller...


-Non ce ne sarà bisogno. Sono sicuro che tu e gli altri pescherete tantissimi pesci, così tanti che la maggior parte li dovrete liberare. 


-Ma non sono sicuro. Abbiamo delle canne da pesca e pochissima esperienza. Secondo te riusciremo a pescare abbastanza per 8 persone?


-Sono arcisicura. Ricordati, ho fiducia in te- disse Joy, rassicurando il marito.


Will, sentendo l'ultima frase, si sentì una carica in più, come se fosse adrenalina. Era come se volesse farsi tutti i 28 km che separavano la sua casa dal lago a piedi. Era euforia allo stato puro. 


 


Quella sensazione però era dovuta sopratutto all'amore incontrastato che provava verso Joy. 


Non si sarebbe mai immaginato una vita senza di lei. Era la sua ancora. 


Ogni volta che si trovava in situazioni difficili, come la morte di suo padre 3 anni fa, lei era sempre affianco a lui. Sempre a consolarlo e a dire “Andrà tutto bene”. 


C'era solo un'altra persona che amava più di sua moglie: Susan.


Quel piccolo angioletto era la loro ragione di vivere. Ogni notte si addormentavano pensando alla sua risata. Il modo in cui i piccoli zigomi con qualche piccola lentiggine si alzavano per far spazio a un sorriso era sublime.


Era un uomo felice, che non risparmiava i soldi del suo lavoro di storico per comprarsi una nuova cabrio, ma per rendere felice le donne più importanti della sua vita.  


 


-Ok, pronti per partire. Spero che questa sia una delle giornate migliori che abbiamo passato insieme.- dichiarò Will, essendo l'organizzatore della giornata -Io vado davanti, voi seguitemi.


 


Ognuno salì sulla propria auto, tranne Michael. Sapeva la strada per andare al lago, ci andava almeno una volta al mese con Marta, per fare un break dal lavoro, portando con loro anche Phillip. Quando era piccolo, gli piaceva giocare lanciando dei sassi e facendoli rimbalzare sull'acqua.


Purtroppo quella tradizione mensile si era conclusa con la morte di Marta.


Quel maledetto, fottuto giorno. Non doveva presentarsi neanche al lavoro, visto che in mattinata aveva dovuto accompagnare Phillip a fare una vaccinazione. 


Purtroppo sua moglie era così, non lasciava le cose così com'erano. Le portava a termine.


E così andò come suo solito dietro la cassa della gioielleria. 


Le piaceva quel lavoro. Le ricordava molto...Beh, sì, suo marito. Ogni volta che vedeva un giovane ragazzino oppure un ragazzo che doveva comprare un gioiello per la fidanzata, si ricordava di Michael e del modo in cui le aveva chiesto di sposarlo. 


Ma Mike era cambiato, molto cambiato, dopo che quel idiota era entrato dentro il negozio e aveva fatto fuoco sulle prime 6 persone che vide. 


La 5° era proprio Marta, che fu colpita alla trachea. Il colpo era indirizzato al cuore, naturalmente per uccidere, ma la mira di quel ladruncolo era pessima. 


Per fortuna lo presero, subito dopo aver preso 4 gioielli per un valore totale di 800 $. Una somma che non giustifica in alcun modo la morte di 6 innocenti.


Michael però lo aveva perdonato. Una visita di 10 minuti all'assassino di sua moglie era bastato per farlo.


Era grazie alla sua fede che ebbe il coraggio e la forza di andare avanti, di continuare a crescere suo figlio e di godersi quello che è rimasto della sua vita. Grazie ad essa è riuscito a perdonarlo.


Non potrà mai dimenticare la faccia di quel ragazzo. Dall'esterno lo odiava, ma in fondo provava pietà, per una vita sprecata. 


E' pensando a lui che continua ad andare avanti con Phillip, non facendogli mai mancare niente e assecondandolo in ogni sua scelta. Forse così non sarebbe diventato un carcerato a vita.


A Michael scese una lacrima, pensando a quanto volesse bene a suo figlio, nonostante tutto. 


Respirò profondamente ed espirò velocemente, forse per evitare di scoppiare in un pianto malinconico, e fece un sorriso. D'altronde era così che Marta lo voleva vedere: Sempre allegro, nonostante tutto.


 


Salì sulla sua Ford Mondeo. Si allacciò la cintura di sicurezza, mettendosela un po' più larga. Odiava la sensazione che provava quando il tessuto della cintura sfregava sulla sua pelle. 


Ma per salvarsi la vita in caso di incidente, avrebbe comunque sopportato un piccolo fastidio come quello. Era un guidatore molto cauto, solo una volta aveva fatto un'infrazione: quando andò a 65 all'ora in una zona di 50. Non un granché, comunque.


 


Doveva raggiungere gli altri. Quindi mise la chiave di accensione e schiacciò il pulsante Start. Odiava quel bottone rosso con la scritta bianca. Dava l'impressione di una vettura sportiva a prima impressione, ma guardandola attentamente si notava che era una macchina da impiegati d'ufficio. 


L'ultima vera automobile che Mike aveva guidato è stata una gloriosa Mercedes Classe G, con a bordo quasi 200 mila Chilometri. 


Quella macchina ne aveva passate di esperienze! Usava questa fuoristrada per andare con Marta al lago o in qualunque altro posto dovessero andare. E' stato un vero affare, solo 12 mila $ per una Mercedes! Ma dopo 5 anni e 80 mila KM è dovuta andare in pensione, per una più moderna e aerodinamica Mondeo. Almeno questo era quello che dicevano a Top Gear. Non sapeva come facesse a piacergli questa macchina, ma se l'avessero usata come auto di tutti i giorni, si sarebbero trasformati in persone noiose e mediocri.


Mike odiava questa macchina per questo motivo : stava diventando mediocre. 


Ormai era un uomo di mezz'età con un figlio quasi ventenne.  


L'unico modo in cui poteva cambiare le cose era fare un intervento chirurgico e diventare donna : in tal caso, sarebbe stato una donna di mezz'età con un figlio di 19 anni.


Rise. Premette sull'acceleratore e partì.


Come già detto, non superava il limite di velocità da tanto tempo, quindi per raggiungere gli altri decise di prendere qualche scorciatoia, in piccole viuzze e passando per dei paesini.


I 28 km del viaggio di Will e degli altri, per Mike furono soltanto 18.


Risultato? Fu il primo ad arrivare.


 


Will si rivolse a Susan -Amore, vedi quel tavolo di legno?- tolse la mano destra dal volante e indico un tavolo fatto con dei tronchi di legno, lungo almeno 3 metri.


-Sì, papà- rispose sua figlia, mentre si alzava un po' dal sedile, appoggiando le mani sulla maniglia della porta per vedere meglio che cosa le aveva indicato il padre. 


-Ecco, lì è dove mangeremo oggi. Quel tavolo è veramente vecchio. Pensa che mi ci portava il nonno quando ero piccolo. 


-Davvero? Wow, chissà quante persone avrà visto mangiare quel tavolo!


Joy e Will si guardarono negli occhi e si sorrisero teneramente, forse per la felicità che provavano nell'essere ancora lì, forse perché Joy aveva sentito un po' di malinconia nella voce di suo marito nel nominare suo padre. Suo suocero era davvero un brav'uomo, ed era anche grazie a lui che erano riusciti ad andare avanti dopo la nascita di Susan. Li aveva aiutati, prendendosi cura della bambina mentre loro andavano al lavoro. Era una nuova vita per il padre di William dopo la morte di sua moglie. Si sentiva rinato e con la bambina dava tutto se stesso. Aveva un'energia in corpo che avrebbe fatto invidia a un consumatore di cocaina. 


Purtroppo morì, lasciando un vuoto incolmabile sia per Susan, ma sopratutto per Will.


 


-Susan, ecco, e quello è Michael...- spense la macchina e scese-...che è arrivato prima di noi. Mike, non ti sei mai dimenticato la strada, a quanto pare.-


Mike alzò il braccio sinistro dietro la testa tenendolo rigido e toccandosi il gomito con il braccio destro, si stiracchiò- Sì. Stavo ammirando il panorama. Non è cambiato di un acca. Ti ricordi quella rana che cercavamo di prendere? Si era nascosta proprio sotto quella roccia.


-Già. Per sua fortuna eravamo ubriachi. E la capocciata che ci siamo dati a vicenda? Hahahaha- Rise Will, mettendosi una mano sulla pancia e sobbalzando un po' a causa della risata.


-Hahahaha. Potevamo solo immaginare come ci fossimo scontrati dal bernoccolo che avevo in testa. L'ho sempre detto che hai una testa dura-proseguì, ricordando quella vecchia estate. 


-Sono un gran testardo, lo so e lo ammetto. Ah, ecco che arrivano gli altri.


 


-Ragazzi, ve la ricordate quella roccia?- chiese Will, sperando che il resto dei ragazzi si ricordasse dell'episodio.


-Cavolo, sì. Quella capocciata vi ha stordito per almeno 2-3 giorni- rispose Frank.


 


Dopo aver preso ognuno le sue cose dalla propria auto, i ragazzi cominciarono a montare le tende per il campeggio.


-Quanto odio queste stupide tende. Sono così difficili da montare. Era meglio comprarci una roulotte.- disse Alex, spazientito dopo aver passato gli ultimi 10 minuti a slegare tutte le corde che servivano per attaccare saldamente a terra la sua tenda.


-Dai, non essere così scorbutico. Non puoi arrabbiarti con qualcosa solo perché non sai capace di farla. E' come se prendessi un computer nuovo e non riuscissi a farlo accedere a internet. Non puoi arrabbiarti col computer. E poi tu odi le roulotte. - lo rimproverò Frank.


-Già, quelle casette di legno mobili sono pessime.


-Cavolo Frank, guardaci. Siamo qui che ci stiamo letteralmente spaccando le ossa per montare una tenda, mentre Will non ha alcun problema, visto che la sua famiglia lo sta aiutando. Non provi anche tu un po' di invidia?- chiese Mike.


-Sì, proprio ieri stavo pensando a questa cosa. Vorrei avere anch'io una famiglia normale. Vorrei poter vedere più spesso i miei bambini. Vorrei poter ancora tornare a casa da lavoro, stanco ma soddisfatto, e poter baciare mia moglie.- rispose Frank, rivivendo mentalmente il suo passato e contemporaneamente pensando al suo futuro -Spero che un giorno questa situazione cambi e che possa tornare tutto alla normalità, come fu 10 anni fa.


-Piano, non demoralizzarti. Questo giorno è stato pianificato per scordarci di tutto e liberarci la mente. L'unica cosa che non dobbiamo dimenticare è come pescare. - cercò di tranquillizzarlo Mike, anche se era un po' arrabbiato con lui. Come poteva lamentarsi? Non era lui quello che era rimasto vedovo. Lui poteva vedere almeno vedere, anche se raramente, la sua famiglia. Frank non doveva lamentarsi così. D'altronde era stata la sua scelta quella di farsi una prostituta nella loro camera d'albergo mentre erano ad Austin per festeggiare il loro anniversario.  Se solo potesse dirglielo in faccia : “ Sei fortunato, cazzo se lo sei. Puoi chiamare in qualunque momento tua moglie e sentire la sua voce. E puoi ancora vederla. Non devi fare come me, che devi parlare con una lapide.” ma era o troppo gentile, o troppo sensibile per buttare fuori la sua rabbia.


-Già. Hai ragione. Dai, tira fuori la tua canna da pesca. Ho preso un nuovo kit di esche, preparate apposta per i pesci di questo lago.- gli diede ragione Frank, non notando quanto soffrisse Mike.


E pensare che quel giorno avrebbe preferito rimanere a dormire invece di andare a pescare o a fare altre cose da lago insieme agli altri. Non poteva però rifiutare.


Michael si alzò controvoglia, stiracchiandosi più e più volte e rimanendo al calduccio sotto le coperte. Guardò l'orologio segnare le 6:30. Scese subito a prepararsi un caffè. Aveva un po' di fame, ma decise che avrebbe mangiato qualcosa al lago. 


Sbadigliò. A quest'ora sarebbe già al lavoro, ma è come se il suo cervello si fosse accorto che l'indomani non sarebbe andato al lavoro così presto.


Accese la sua Lexus, uscì dal vialetto in retromarcia e alla fine procedette dritto verso la casa di Will. A quanto pare tutti erano arrivati prima di lui.


Non appena girò in senso antiorario la chiave di avviamento per spegnere il motore, scese dalla sua auto e con un una mano appoggiata alla nuca disse colpevolmente -Mi spiace per il ritardo, mi farò perdonare-


Gli altri scoppiarono in una risatina. C'erano tutti: Frank, Alex, Richard, sua moglie e suo figlio e naturalmente Will e la sua famiglia che abitavano lì. Tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.


-Grazie per avermi invitato, Will, una pausa da quel ospedale mi serviva proprio!


-Di niente, Mike. Phillip non è voluto venire?


-No, quel testone del mio figliolo preferisce stare a casa a poltrire- Rispose Michael, sentendosi un po' in colpa perché anche lui avrebbe voluto rimanere nel letto.-Ormai, non mi vuole più dare ascolto. Si sente indipendente.


-Già. Ma non ti preoccupare, qui c'è tanta gente e la compagnia di conseguenza non manca!- Lo rincuorò Will, sorridendogli e mettendogli una mano sulla spalla destra per portarlo davanti alla porta di casa. 


-Dr. Rogers, è un piacere incontrarla!- disse Alex, imitando uno dei cattivi dei film di James Bond. Gli altri si misero a ridere.


-Ah, come mai tutta questa voglia di scherzare alle ...- Mike si sollevò la manica con la mano destra e guardò l'orologio- ...6:54?


-Beh, si dice che una giornata senza una risata è una giornata persa.


-Mi piace come pensi- disse Mike, dandogli ragione. 


-Ok, basta con i convenevoli. E' ora di partire, se non vogliamo rimanere imbottigliati nel traffico. Sarà una bella giornata, ve lo garantisco.- chiamò a raccolta Will i suoi ospiti e li invitò ad andare nelle loro automobili. Prese con se il guinzaglio del suo cane e lo guidò verso il portabagagli. Per fortuna avevano una BMW Serie 5 Touring, una gran bella station wagon. Di conseguenza lo spazio per Alan non mancava. E ne serviva di spazio, visto che era un bellissimo labrador di 3 anni, che aveva comprato per il compleanno di Susan. 


Vedere la felicità su quei bellissimi occhi verdi è stato la cosa che più lo ha reso fiero come padre.


 


Appena Alan salì nel portabagagli, sua moglie uscì di casa con una borsa termica.


-Tesoro, cosa hai messo lì dentro?


-Niente, solo un po' di carne. Ho parlato con Donna ieri su internet, e le ho chiesto di portare l'occorrente per fare una grigliata. Io ho preso del pollo e lei della carne di vitello.


-Amore, non credi che sia poca la carne? Dopotutto, siamo 10 persone, e qualche bistecca non basterà per un intera giornata. Vado a comprare qualcosa in maceller...


-Non ce ne sarà bisogno. Sono sicuro che tu e gli altri pescherete tantissimi pesci, così tanti che la maggior parte li dovrete liberare. 


-Ma non sono sicuro. Abbiamo delle canne da pesca e pochissima esperienza. Secondo te riusciremo a pescare abbastanza per 8 persone?


-Sono arcisicura. Ricordati, ho fiducia in te- disse Joy, rassicurando il marito.


Will, sentendo l'ultima frase, si sentì una carica in più, come se fosse adrenalina. Era come se volesse farsi tutti i 28 km che separavano la sua casa dal lago a piedi. Era euforia allo stato puro. 


 


Quella sensazione però era dovuta sopratutto all'amore incontrastato che provava verso Joy. 


Non si sarebbe mai immaginato una vita senza di lei. Era la sua ancora. 


Ogni volta che si trovava in situazioni difficili, come la morte di suo padre 3 anni fa, lei era sempre affianco a lui. Sempre a consolarlo e a dire “Andrà tutto bene”. 


C'era solo un'altra persona che amava più di sua moglie: Susan.


Quel piccolo angioletto era la loro ragione di vivere. Ogni notte si addormentavano pensando alla sua risata. Il modo in cui i piccoli zigomi con qualche piccola lentiggine si alzavano per far spazio a un sorriso era sublime.


Era un uomo felice, che non risparmiava i soldi del suo lavoro di storico per comprarsi una nuova cabrio, ma per rendere felice le donne più importanti della sua vita.  


 


-Ok, pronti per partire. Spero che questa sia una delle giornate migliori che abbiamo passato insieme.- dichiarò Will, essendo l'organizzatore della giornata -Io vado davanti, voi seguitemi.


 


Ognuno salì sulla propria auto, tranne Michael. Sapeva la strada per andare al lago, ci andava almeno una volta al mese con Marta, per fare un break dal lavoro, portando con loro anche Phillip. Quando era piccolo, gli piaceva giocare lanciando dei sassi e facendoli rimbalzare sull'acqua.


Purtroppo quella tradizione mensile si era conclusa con la morte di Marta.


Quel maledetto, fottuto giorno. Non doveva presentarsi neanche al lavoro, visto che in mattinata aveva dovuto accompagnare Phillip a fare una vaccinazione. 


Purtroppo sua moglie era così, non lasciava le cose così com'erano. Le portava a termine.


E così andò come suo solito dietro la cassa della gioielleria. 


Le piaceva quel lavoro. Le ricordava molto...Beh, sì, suo marito. Ogni volta che vedeva un giovane ragazzino oppure un ragazzo che doveva comprare un gioiello per la fidanzata, si ricordava di Michael e del modo in cui le aveva chiesto di sposarlo. 


Ma Mike era cambiato, molto cambiato, dopo che quel idiota era entrato dentro il negozio e aveva fatto fuoco sulle prime 6 persone che vide. 


La 5° era proprio Marta, che fu colpita alla trachea. Il colpo era indirizzato al cuore, naturalmente per uccidere, ma la mira di quel ladruncolo era pessima. 


Per fortuna lo presero, subito dopo aver preso 4 gioielli per un valore totale di 800 $. Una somma che non giustifica in alcun modo la morte di 6 innocenti.


Michael però lo aveva perdonato. Una visita di 10 minuti all'assassino di sua moglie era bastato per farlo.


Era grazie alla sua fede che ebbe il coraggio e la forza di andare avanti, di continuare a crescere suo figlio e di godersi quello che è rimasto della sua vita. Grazie ad essa è riuscito a perdonarlo.


Non potrà mai dimenticare la faccia di quel ragazzo. Dall'esterno lo odiava, ma in fondo provava pietà, per una vita sprecata. 


E' pensando a lui che continua ad andare avanti con Phillip, non facendogli mai mancare niente e assecondandolo in ogni sua scelta. Forse così non sarebbe diventato un carcerato a vita.


A Michael scese una lacrima, pensando a quanto volesse bene a suo figlio, nonostante tutto. 


Respirò profondamente ed espirò velocemente, forse per evitare di scoppiare in un pianto malinconico, e fece un sorriso. D'altronde era così che Marta lo voleva vedere: Sempre allegro, nonostante tutto.


 


Salì sulla sua Ford Mondeo. Si allacciò la cintura di sicurezza, mettendosela un po' più larga. Odiava la sensazione che provava quando il tessuto della cintura sfregava sulla sua pelle. 


Ma per salvarsi la vita in caso di incidente, avrebbe comunque sopportato un piccolo fastidio come quello. Era un guidatore molto cauto, solo una volta aveva fatto un'infrazione: quando andò a 65 all'ora in una zona di 50. Non un granché, comunque.


 


Doveva raggiungere gli altri. Quindi mise la chiave di accensione e schiacciò il pulsante Start. Odiava quel bottone rosso con la scritta bianca. Dava l'impressione di una vettura sportiva a prima impressione, ma guardandola attentamente si notava che era una macchina da impiegati d'ufficio. 


L'ultima vera automobile che Mike aveva guidato è stata una gloriosa Mercedes Classe G, con a bordo quasi 200 mila Chilometri. 


Quella macchina ne aveva passate di esperienze! Usava questa fuoristrada per andare con Marta al lago o in qualunque altro posto dovessero andare. E' stato un vero affare, solo 12 mila $ per una Mercedes! Ma dopo 5 anni e 80 mila KM è dovuta andare in pensione, per una più moderna e aerodinamica Mondeo. Almeno questo era quello che dicevano a Top Gear. Non sapeva come facesse a piacergli questa macchina, ma se l'avessero usata come auto di tutti i giorni, si sarebbero trasformati in persone noiose e mediocri.


Mike odiava questa macchina per questo motivo : stava diventando mediocre. 


Ormai era un uomo di mezz'età con un figlio quasi ventenne.  


L'unico modo in cui poteva cambiare le cose era fare un intervento chirurgico e diventare donna : in tal caso, sarebbe stato una donna di mezz'età con un figlio di 19 anni.


Rise. Premette sull'acceleratore e partì.


Come già detto, non superava il limite di velocità da tanto tempo, quindi per raggiungere gli altri decise di prendere qualche scorciatoia, in piccole viuzze e passando per dei paesini.


I 28 km del viaggio di Will e degli altri, per Mike furono soltanto 18.


Risultato? Fu il primo ad arrivare.


 


Will si rivolse a Susan -Amore, vedi quel tavolo di legno?- tolse la mano destra dal volante e indico un tavolo fatto con dei tronchi di legno, lungo almeno 3 metri.


-Sì, papà- rispose sua figlia, mentre si alzava un po' dal sedile, appoggiando le mani sulla maniglia della porta per vedere meglio che cosa le aveva indicato il padre. 


-Ecco, lì è dove mangeremo oggi. Quel tavolo è veramente vecchio. Pensa che mi ci portava il nonno quando ero piccolo. 


-Davvero? Wow, chissà quante persone avrà visto mangiare quel tavolo!


Joy e Will si guardarono negli occhi e si sorrisero teneramente, forse per la felicità che provavano nell'essere ancora lì, forse perché Joy aveva sentito un po' di malinconia nella voce di suo marito nel nominare suo padre. Suo suocero era davvero un brav'uomo, ed era anche grazie a lui che erano riusciti ad andare avanti dopo la nascita di Susan. Li aveva aiutati, prendendosi cura della bambina mentre loro andavano al lavoro. Era una nuova vita per il padre di William dopo la morte di sua moglie. Si sentiva rinato e con la bambina dava tutto se stesso. Aveva un'energia in corpo che avrebbe fatto invidia a un consumatore di cocaina. 


Purtroppo morì, lasciando un vuoto incolmabile sia per Susan, ma sopratutto per Will.


 


-Susan, ecco, e quello è Michael...- spense la macchina e scese-...che è arrivato prima di noi. Mike, non ti sei mai dimenticato la strada, a quanto pare.-


Mike alzò il braccio sinistro dietro la testa tenendolo rigido e toccandosi il gomito con il braccio destro, si stiracchiò- Sì. Stavo ammirando il panorama. Non è cambiato di un acca. Ti ricordi quella rana che cercavamo di prendere? Si era nascosta proprio sotto quella roccia.


-Già. Per sua fortuna eravamo ubriachi. E la capocciata che ci siamo dati a vicenda? Hahahaha- Rise Will, mettendosi una mano sulla pancia e sobbalzando un po' a causa della risata.


-Hahahaha. Potevamo solo immaginare come ci fossimo scontrati dal bernoccolo che avevo in testa. L'ho sempre detto che hai una testa dura-proseguì, ricordando quella vecchia estate. 


-Sono un gran testardo, lo so e lo ammetto. Ah, ecco che arrivano gli altri.


 


-Ragazzi, ve la ricordate quella roccia?- chiese Will, sperando che il resto dei ragazzi si ricordasse dell'episodio.


-Cavolo, sì. Quella capocciata vi ha stordito per almeno 2-3 giorni- rispose Frank.


 


Dopo aver preso ognuno le sue cose dalla propria auto, i ragazzi cominciarono a montare le tende per il campeggio.


-Quanto odio queste stupide tende. Sono così difficili da montare. Era meglio comprarci una roulotte.- disse Alex, spazientito dopo aver passato gli ultimi 10 minuti a slegare tutte le corde che servivano per attaccare saldamente a terra la sua tenda.


-Dai, non essere così scorbutico. Non puoi arrabbiarti con qualcosa solo perché non sai capace di farla. E' come se prendessi un computer nuovo e non riuscissi a farlo accedere a internet. Non puoi arrabbiarti col computer. E poi tu odi le roulotte. - lo rimproverò Frank.


-Già, quelle casette di legno mobili sono pessime.


-Cavolo Frank, guardaci. Siamo qui che ci stiamo letteralmente spaccando le ossa per montare una tenda, mentre Will non ha alcun problema, visto che la sua famiglia lo sta aiutando. Non provi anche tu un po' di invidia?- chiese Mike.


-Sì, proprio ieri stavo pensando a questa cosa. Vorrei avere anch'io una famiglia normale. Vorrei poter vedere più spesso i miei bambini. Vorrei poter ancora tornare a casa da lavoro, stanco ma soddisfatto, e poter baciare mia moglie.- rispose Frank, rivivendo mentalmente il suo passato e contemporaneamente pensando al suo futuro -Spero che un giorno questa situazione cambi e che possa tornare tutto alla normalità, come fu 10 anni fa.


-Piano, non demoralizzarti. Questo giorno è stato pianificato per scordarci di tutto e liberarci la mente. L'unica cosa che non dobbiamo dimenticare è come pescare. - cercò di tranquillizzarlo Mike, anche se era un po' arrabbiato con lui. Come poteva lamentarsi? Non era lui quello che era rimasto vedovo. Lui poteva vedere almeno vedere, anche se raramente, la sua famiglia. Frank non doveva lamentarsi così. D'altronde era stata la sua scelta quella di farsi una prostituta nella loro camera d'albergo mentre erano ad Austin per festeggiare il loro anniversario.  Se solo potesse dirglielo in faccia : “ Sei fortunato, cazzo se lo sei. Puoi chiamare in qualunque momento tua moglie e sentire la sua voce. E puoi ancora vederla. Non devi fare come me, che devi parlare con una lapide.” ma era o troppo gentile, o troppo sensibile per buttare fuori la sua rabbia.


-Già. Hai ragione. Dai, tira fuori la tua canna da pesca. Ho preso un nuovo kit di esche, preparate apposta per i pesci di questo lago.- gli diede ragione Frank, non notando quanto soffrisse Mike.


E pensare che quel giorno avrebbe preferito rimanere a dormire invece di andare a pescare o a fare altre cose da lago insieme agli altri. Non poteva però rifiutare.


Michael si alzò controvoglia, stiracchiandosi più e più volte e rimanendo al calduccio sotto le coperte. Guardò l'orologio segnare le 6:30. Scese subito a prepararsi un caffè. Aveva un po' di fame, ma decise che avrebbe mangiato qualcosa al lago. 


Sbadigliò. A quest'ora sarebbe già al lavoro, ma è come se il suo cervello si fosse accorto che l'indomani non sarebbe andato al lavoro così presto.


Accese la sua Lexus, uscì dal vialetto in retromarcia e alla fine procedette dritto verso la casa di Will. A quanto pare tutti erano arrivati prima di lui.


Non appena girò in senso antiorario la chiave di avviamento per spegnere il motore, scese dalla sua auto e con un una mano appoggiata alla nuca disse colpevolmente -Mi spiace per il ritardo, mi farò perdonare-


Gli altri scoppiarono in una risatina. C'erano tutti: Frank, Alex, Richard, sua moglie e suo figlio e naturalmente Will e la sua famiglia che abitavano lì. Tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.


-Grazie per avermi invitato, Will, una pausa da quel ospedale mi serviva proprio!


-Di niente, Mike. Phillip non è voluto venire?


-No, quel testone del mio figliolo preferisce stare a casa a poltrire- Rispose Michael, sentendosi un po' in colpa perché anche lui avrebbe voluto rimanere nel letto.-Ormai, non mi vuole più dare ascolto. Si sente indipendente.


-Già. Ma non ti preoccupare, qui c'è tanta gente e la compagnia di conseguenza non manca!- Lo rincuorò Will, sorridendogli e mettendogli una mano sulla spalla destra per portarlo davanti alla porta di casa. 


-Dr. Rogers, è un piacere incontrarla!- disse Alex, imitando uno dei cattivi dei film di James Bond. Gli altri si misero a ridere.


-Ah, come mai tutta questa voglia di scherzare alle ...- Mike si sollevò la manica con la mano destra e guardò l'orologio- ...6:54?


-Beh, si dice che una giornata senza una risata è una giornata persa.


-Mi piace come pensi- disse Mike, dandogli ragione. 


-Ok, basta con i convenevoli. E' ora di partire, se non vogliamo rimanere imbottigliati nel traffico. Sarà una bella giornata, ve lo garantisco.- chiamò a raccolta Will i suoi ospiti e li invitò ad andare nelle loro automobili. Prese con se il guinzaglio del suo cane e lo guidò verso il portabagagli. Per fortuna avevano una BMW Serie 5 Touring, una gran bella station wagon. Di conseguenza lo spazio per Alan non mancava. E ne serviva di spazio, visto che era un bellissimo labrador di 3 anni, che aveva comprato per il compleanno di Susan. 


Vedere la felicità su quei bellissimi occhi verdi è stato la cosa che più lo ha reso fiero come padre.


 


Appena Alan salì nel portabagagli, sua moglie uscì di casa con una borsa termica.


-Tesoro, cosa hai messo lì dentro?


-Niente, solo un po' di carne. Ho parlato con Donna ieri su internet, e le ho chiesto di portare l'occorrente per fare una grigliata. Io ho preso del pollo e lei della carne di vitello.


-Amore, non credi che sia poca la carne? Dopotutto, siamo 10 persone, e qualche bistecca non basterà per un intera giornata. Vado a comprare qualcosa in maceller...


-Non ce ne sarà bisogno. Sono sicuro che tu e gli altri pescherete tantissimi pesci, così tanti che la maggior parte li dovrete liberare. 


-Ma non sono sicuro. Abbiamo delle canne da pesca e pochissima esperienza. Secondo te riusciremo a pescare abbastanza per 8 persone?


-Sono arcisicura. Ricordati, ho fiducia in te- disse Joy, rassicurando il marito.


Will, sentendo l'ultima frase, si sentì una carica in più, come se fosse adrenalina. Era come se volesse farsi tutti i 28 km che separavano la sua casa dal lago a piedi. Era euforia allo stato puro. 


 


Quella sensazione però era dovuta sopratutto all'amore incontrastato che provava verso Joy. 


Non si sarebbe mai immaginato una vita senza di lei. Era la sua ancora. 


Ogni volta che si trovava in situazioni difficili, come la morte di suo padre 3 anni fa, lei era sempre affianco a lui. Sempre a consolarlo e a dire “Andrà tutto bene”. 


C'era solo un'altra persona che amava più di sua moglie: Susan.


Quel piccolo angioletto era la loro ragione di vivere. Ogni notte si addormentavano pensando alla sua risata. Il modo in cui i piccoli zigomi con qualche piccola lentiggine si alzavano per far spazio a un sorriso era sublime.


Era un uomo felice, che non risparmiava i soldi del suo lavoro di storico per comprarsi una nuova cabrio, ma per rendere felice le donne più importanti della sua vita.  


 


-Ok, pronti per partire. Spero che questa sia una delle giornate migliori che abbiamo passato insieme.- dichiarò Will, essendo l'organizzatore della giornata -Io vado davanti, voi seguitemi.


 


Ognuno salì sulla propria auto, tranne Michael. Sapeva la strada per andare al lago, ci andava almeno una volta al mese con Marta, per fare un break dal lavoro, portando con loro anche Phillip. Quando era piccolo, gli piaceva giocare lanciando dei sassi e facendoli rimbalzare sull'acqua.


Purtroppo quella tradizione mensile si era conclusa con la morte di Marta.


Quel maledetto, fottuto giorno. Non doveva presentarsi neanche al lavoro, visto che in mattinata aveva dovuto accompagnare Phillip a fare una vaccinazione. 


Purtroppo sua moglie era così, non lasciava le cose così com'erano. Le portava a termine.


E così andò come suo solito dietro la cassa della gioielleria. 


Le piaceva quel lavoro. Le ricordava molto...Beh, sì, suo marito. Ogni volta che vedeva un giovane ragazzino oppure un ragazzo che doveva comprare un gioiello per la fidanzata, si ricordava di Michael e del modo in cui le aveva chiesto di sposarlo. 


Ma Mike era cambiato, molto cambiato, dopo che quel idiota era entrato dentro il negozio e aveva fatto fuoco sulle prime 6 persone che vide. 


La 5° era proprio Marta, che fu colpita alla trachea. Il colpo era indirizzato al cuore, naturalmente per uccidere, ma la mira di quel ladruncolo era pessima. 


Per fortuna lo presero, subito dopo aver preso 4 gioielli per un valore totale di 800 $. Una somma che non giustifica in alcun modo la morte di 6 innocenti.


Michael però lo aveva perdonato. Una visita di 10 minuti all'assassino di sua moglie era bastato per farlo.


Era grazie alla sua fede che ebbe il coraggio e la forza di andare avanti, di continuare a crescere suo figlio e di godersi quello che è rimasto della sua vita. Grazie ad essa è riuscito a perdonarlo.


Non potrà mai dimenticare la faccia di quel ragazzo. Dall'esterno lo odiava, ma in fondo provava pietà, per una vita sprecata. 


E' pensando a lui che continua ad andare avanti con Phillip, non facendogli mai mancare niente e assecondandolo in ogni sua scelta. Forse così non sarebbe diventato un carcerato a vita.


A Michael scese una lacrima, pensando a quanto volesse bene a suo figlio, nonostante tutto. 


Respirò profondamente ed espirò velocemente, forse per evitare di scoppiare in un pianto malinconico, e fece un sorriso. D'altronde era così che Marta lo voleva vedere: Sempre allegro, nonostante tutto.


 


Salì sulla sua Ford Mondeo. Si allacciò la cintura di sicurezza, mettendosela un po' più larga. Odiava la sensazione che provava quando il tessuto della cintura sfregava sulla sua pelle. 


Ma per salvarsi la vita in caso di incidente, avrebbe comunque sopportato un piccolo fastidio come quello. Era un guidatore molto cauto, solo una volta aveva fatto un'infrazione: quando andò a 65 all'ora in una zona di 50. Non un granché, comunque.


 


Doveva raggiungere gli altri. Quindi mise la chiave di accensione e schiacciò il pulsante Start. Odiava quel bottone rosso con la scritta bianca. Dava l'impressione di una vettura sportiva a prima impressione, ma guardandola attentamente si notava che era una macchina da impiegati d'ufficio. 


L'ultima vera automobile che Mike aveva guidato è stata una gloriosa Mercedes Classe G, con a bordo quasi 200 mila Chilometri. 


Quella macchina ne aveva passate di esperienze! Usava questa fuoristrada per andare con Marta al lago o in qualunque altro posto dovessero andare. E' stato un vero affare, solo 12 mila $ per una Mercedes! Ma dopo 5 anni e 80 mila KM è dovuta andare in pensione, per una più moderna e aerodinamica Mondeo. Almeno questo era quello che dicevano a Top Gear. Non sapeva come facesse a piacergli questa macchina, ma se l'avessero usata come auto di tutti i giorni, si sarebbero trasformati in persone noiose e mediocri.


Mike odiava questa macchina per questo motivo : stava diventando mediocre. 


Ormai era un uomo di mezz'età con un figlio quasi ventenne.  


L'unico modo in cui poteva cambiare le cose era fare un intervento chirurgico e diventare donna : in tal caso, sarebbe stato una donna di mezz'età con un figlio di 19 anni.


Rise. Premette sull'acceleratore e partì.


Come già detto, non superava il limite di velocità da tanto tempo, quindi per raggiungere gli altri decise di prendere qualche scorciatoia, in piccole viuzze e passando per dei paesini.


I 28 km del viaggio di Will e degli altri, per Mike furono soltanto 18.


Risultato? Fu il primo ad arrivare.


 


Will si rivolse a Susan -Amore, vedi quel tavolo di legno?- tolse la mano destra dal volante e indico un tavolo fatto con dei tronchi di legno, lungo almeno 3 metri.


-Sì, papà- rispose sua figlia, mentre si alzava un po' dal sedile, appoggiando le mani sulla maniglia della porta per vedere meglio che cosa le aveva indicato il padre. 


-Ecco, lì è dove mangeremo oggi. Quel tavolo è veramente vecchio. Pensa che mi ci portava il nonno quando ero piccolo. 


-Davvero? Wow, chissà quante persone avrà visto mangiare quel tavolo!


Joy e Will si guardarono negli occhi e si sorrisero teneramente, forse per la felicità che provavano nell'essere ancora lì, forse perché Joy aveva sentito un po' di malinconia nella voce di suo marito nel nominare suo padre. Suo suocero era davvero un brav'uomo, ed era anche grazie a lui che erano riusciti ad andare avanti dopo la nascita di Susan. Li aveva aiutati, prendendosi cura della bambina mentre loro andavano al lavoro. Era una nuova vita per il padre di William dopo la morte di sua moglie. Si sentiva rinato e con la bambina dava tutto se stesso. Aveva un'energia in corpo che avrebbe fatto invidia a un consumatore di cocaina. 


Purtroppo morì, lasciando un vuoto incolmabile sia per Susan, ma sopratutto per Will.

Recensore Junior
04/08/13, ore 18:36
Cap. 33:

Mi sono accorta ora che hai aggiornato xD Mi piacciono molto questi ultimi capitoli che hai scritto, sembra che Steve piano piano si sta allontanando, almeno è una mia impressione e lo spero vivamente :D Brava come al solito, non vedo l'ora che publichi un'altro capitolo :)
Baci :D

Recensore Junior
04/08/13, ore 15:25
Cap. 33:

Ho fatto una pausa di riflessione e sono andato a dare un occhiata su EFP e ho visto il tuo aggiornamento. E devo dire che anche questo è molto bello :) parola di Marco Reader .

Recensore Junior
04/08/13, ore 12:15
Cap. 32:

We Ros :) questo capitolo è veramente bello ( ho riascoltato 2 volte la canzone) romanticismo che non turba per niente. Non ho parole...

Recensore Junior
03/08/13, ore 23:36
Cap. 31:

ciaooo Ros ^-^ ke bella finalmente hai aggiornato =}} ho letto questo capitolo ttto d un fiato!!!!!!=> molto emozionante anche questo..."-" scusami ma il vero str***o è steve..come potevi ancora parlarci!!!!!??!!!!! *-* sicuramente avevi le tue ragioni......meno male ke c è chad ;)) *-* mi piace tantissimo la canzone inserita!!!!! te né consiglio una ke adoro di Kelly Clarkson Addicted!!! ascoltala leggendo la traduzione...poi mi fai sapere.... un bacio tua sonny <3

Recensore Junior
03/08/13, ore 17:26
Cap. 31:

Ehi Ros, bene come promesso sono passato a leggere il tuo capitolo , dato che era trascorso un po' di tempo dall'ultimo. Ormai lo starai modificando per gli eventuali errori presenti , che non sono nulla di particolare. Comunque volevo dirti che anche questo capitolo lo si comprende bene.
Io l'ho letto tutto in un colpo tanto per farti capire che tiene ancora incollati allo schermo fino alla fine e l'emozioni che si provano sono quelle sentite da te . Qui la rabbia c'era e la si provava.
Detto questo :)
Un caloroso saluto da Marco Reader

Nuovo recensore
29/07/13, ore 13:49
Cap. 1:

Mi sono trovata per caso a leggere questo tuo primo capitolo di storia. Devo dire che incuriosisce molto, invoglia alla lettura. Tutta questa gente in un posto isolato? Mi puzza, e c'è un alone di mistero che aleggia in tutto questo racconto. Il primo capitolo fa porre subito delle domande che vogliono ricevere una risposta, e cosa non fare se non continuare a leggere per capire di che si tratta? Brava :D

Fred.

Recensore Junior
24/07/13, ore 15:59
Cap. 30:

Finalmente una svolta positiva :D Mi sta simpatico questo Chad e spero vivamente che ti ha fatto dimenticare di Steve, che nonostante tutto non aveva ancora capito che ti doveva lasciar vivere la tua vita dove lui non era compreso. Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo :D
Baci :))

Recensore Junior
24/07/13, ore 05:08
Cap. 30:

Si è uomini quando ci si assume queste responsabilità :) sebbene tu stia dormendo in questo momento. Continua cosi e anche se ho fatto una breve parodia ironica, son contento. Ti fai delle grosse risate
(Recensione modificata il 24/07/2013 - 05:11 am)