*scambio matto, dal gruppo Fb io scrivo su efp*
Ciao Deli!
Eccomi, ce l'ho fatta!
Prima, lasciami dire che, nonostante ti avessi già detto che lo scenario non è tra i miei preferiti, ho deciso di tenere questa storia fra le seguite e di continuare a leggerla. Il modo in cui l'hai trattata e hai introdotto la trama mi sono piaciuti, motivo per cui mi sono dovuta ricredere e come ti dico, rimarrò fra i tuoi lettori. Forse un po' lenta, perché mi piace leggere con attenzione...
Molto bello l'impatto ti questo uragano distruttivo che si intrufola nelle vite di noi italiani, con fare subdolo e insistente e che scombussola le vite delle persone e in particolare della famiglia T :D e di Paolo.
Mi è piaciuto molto l'appello in classe, il tentativo di reazione da parte di uno degli allievi alla convocazione dell'insegnante e l'insofferenza di fondo contro la prepotenza degli Stati Uniti, che peraltro, condivido appieno!
Bellissima la parte della stazione con quel "ti amo" che le muore in gola.
Immagino che avrà tempo per pentirsi di non averglielo detto, nonostante l'arrivo di Ryan ha portato con sè aria di cambiamento :D
Allora, come mi avevi chiesto, ti ho segnato le ripetizioni e mi permetto di farti notare alcune frasi che a me che leggo, sembrano un po' contorte. Ti dico a me che leggo, nel senso che spesso, da "scrittrice" mi trovo anche io a scrivere frasi che per me sono chiare ma poi chi mi legge mi chiede "che acciderbolina volevi dire?"
Quindi, nelle frasi dove non ti specifico nulla ma trovi solo parole colorate, ti ho segnato le ripetizioni, in quelle su cui avevo qualcosa da suggerire, troverai i miei soliti sproloqui.
Ah, volevo dirti anche una cosa sul pezzo finale.
Da quando introduci Ryan è un continuo utilizzo di Lui-Lei. Sai meglio di me di poter ovviare al problema, perché è ripetitivo e appesantisce la lettura... non mi sono messa a segnarteli tutti, ma se rileggi sono certa che te ne accorgi anche da sola :D
《Scusa il ritardo.》 rispose con una voce che quasi non sembrava la sua, alzando solo allora gli occhi spauriti.
Qualcosa si incrinò nello sguardo di sua madre quando vide quegli occhi sbarrati. Era il viso di una ragazza consapevole che la sua vita, come quella di tutti loro, era cambiata per sempre ma che non sapeva come comportarsi per affrontarla.
《Lo spero anche io.》 Sospirò l'altra. Silvia aveva una cotta per Marco fin dalla prima volta che lo aveva visto fuori dal loro liceo, ancora prima di sapere che era il fratello della sua compagna di banco. Ovviamente lui era troppo maschio per accorgersene, come spesso accade.
Rientrarono in classe pochi istanti prima che suonasse la campanella e i minuti si susseguivano esitanti, sempre identici a loro stessi.
Finchè un gruppo di uomini in uniforme mimetica non entrò nell'aula senza bussare.
- qui sinceramente non riesco a capire il pezzi sui minuti che si susseguono esitanti e il punto a capo prima di finchè. Ti consiglio di rivedere la frase. Non ti suggerisco potenziali soluzioni perché non ho proprio capito che volessi dire.
《Maggiorenni?》 Chiese uno di loro, con un forte accento inglese.
Nessuno rispose. Sembrava quasi che avessero smesso tutti di respirare.
《Ho detto: maggiorenni?》 esclamò ( personalmente non avrei usato il verbo esclamare, perché la sua è una domanda, reiterata, per cui magari un ripetè, cosi non usi anche ancora) ancora, questa volta con più decisione.
《Buongiorno anche a voi.》 Il professore di storia li guardò con sospetto.
《Tu!》 Un altro soldato lo indicò. 《Quanti anni hai?》
L'uomo non abbassò lo sguardo.
《Trentotto.》 Rispose, nascondendo a stento il tremore della voce.
Il soldato che aveva parlato per primo gli si avvicinò in fretta, prendendolo per un braccio e costringendolo ad alzarsi dalla sedia.《Devi venire con noi.》
《Ha appena avuto una figlia, cazzo!》 Gridò un ragazzo dalle ultime file.
I soldati non lo degnarono di uno sguardo.
《Qualcun altro maggiorenne?》 chiese un terzo soldato scrutando i loro visi, quasi volesse leggervi la verità.
《Prendi quello.》 Il secondo soldato gli indicò il registro sulla cattedra, li ovviamente erano scritte le date di nascita.
Quando chiamò il primo maggiorenne dell'elenco nessuno emise un suono.
《Ok, se non parlate vi prendiamo tutti.》
Lentamente i maggiorenni si alzarono dai loro banchi quando veniva pronunciato il loro nome. Quel macabro appello era un'agonia.
Quando tutti ebbero risposto alla chiamata, il gruppo uscì senza una parola, muovendosi a fatica in quel silenzio denso di atterrita incredulità.
Stava accadendo davvero.
《Afrodite, non sei a scuola?》 La voce dall'altro lato era rotta, fiebile.
《Dove siete?》 Afrodite non riusciva a smettere di camminare per la stanza.
《Siamo alla stazione.》 Rispose lei esitante.
《Arrivo.》 La ragazza interruppe la comunicazione, fiondandosi di nuovo fuori dalla porta di casa, (giù) per le scale.
Percorse ancora correndo tutta via Regina Elena fino a corso Umberto I e poi anche tutto il corso prima di arrivare alla stazione dalla facciata interamente in vetro di Pescara Centrale.
-percorse correndo corso... per quanto non siano propriamente la stessa parola, la ripetizione dei suoni è fastidiosa (rovina la muscialitàààà lol, scusami, non ho resistito- in riferimento alla conversazione di ieri sera lol)
Quindi qcosa tipo un corse a perdifiato per tutta via Regina... e poi anche lungo tutto il corso... se quel corso è una via, magari potresti ovviare e usare la parola strada... o che ne so...
《Come fai a dire che andrà tutto bene?》 Stava urlando lei intanto, colpendo quasi impercettibilmente il petto del fratello con quei pugni sottili. 《Le persone cadono come mosche in guerra! Come fai?》 Sia il tono che la forza dei colpi si facevano sempre più alti e Marco non riusciva ad opporsi, a calmarla, perchè infondo sapeva anche lui che la guerra è l'inferno in questa vita.
- proposte: il tono e la forza si facevano sempre più intensi? Aumentavano? Si intensificavano?
Silvana piangeva silenziosamente con il volto immerso tra le mani e Ferdinando la cullava avvolgendole un braccio attorno alle spalle e poggiando sul suo capo il mento reso ispido dalla corta barba. Gli occhi celesti, così simili a quelli della figlia, erano persi nella contemplazione di un punto imprecisato al di là della testa del treno, quasi stesse già vedendo gli orrori ai quali andava incontro portando con sè tutti quei ragazzi.
Non avevano la forza di placare la loro disperazione nè quella di Afrodite.
Arrivò Paolo a bloccarle le braccia. Il suo nome usciva dalle sue labbra ad intervalli regolari, quasi fosse un mantra: 《Afrodite, Afrodite, Afrodite...》. Tentò di voltarla verso di se per parlarle.
- sé con accento :D ... tentò di voltarla, tentò di farla voltare o, se vuoi rendere l'idea che lui la voglia far girare, non so, cambierei... ora non mi viene in mente come... però tentò di voltarla boh... Ok, non sono normale, perdonami. Non so dirti se è corretto o scorretto, però non mi suona :D
Quando finalmente ci riuscì le lacrime non avevano ancora smesso di rigarle il volto anche se non stava più singhiozzando. Le prese il volto tra le mani, baciandole le guance umide come a voler cancellare tutta quella sofferenza con il suo amore.
- il primo volto potresti sostituirlo con viso...
《Ti prometto che ti riporterò indietro tuo fratello.》 La guardò intensamente negli occhi mentre lei ansimava, quasi la fatica per la corsa le fosse piombata addosso solo in quel momento. 《Ti giuro,》 Fece una pausa per cercare le parole giuste. 《Che gli impedirò di mettersi nei casini per colpa di quel suo atteggiamento arrogante e superbo.》 La baciò teneramente, accarezzando labbra di Afrodite con le sue e i suoi capelli con le dita, mentre lei non aveva la forza nemmeno di alzare le braccia. 《Lo terrò lontano dai guai e lo riporterò a casa.》 le disse piano, ad un soffio dalle sue labbra.
- proposta- che ne pensi???- la baciò teneramente accarezzandone le labbra con le proprie e i capelli con le dita, mentre lei non...
La relativa pace di quel momento venne interrotta presto.
《Tutti i cadetti inizino a salire sul treno.》 Disse (annunciò???) una voce gracchiante, amplificata da un megafono.
5 Maggio 2014
But in this twilight, our choices seal our fate.
Da qui in giù c'è il pezzo dove usi un mare di LUI - LEI :D
Improvvisamente, dopo settimane di assenza, il sole decise di tornare a splendere sulle teste chine dei pescaresi, portandoli tutti al alzare lo sguardo per bearsi del calore di quei raggi tanto agognati.
Anche Afrodite socchiuse gli occhi alzando il viso pallido verso il cielo mentre tornava da scuola. Sicuramente quegli interminabili giorni, in cui la cappa impenetrabile di nuvole sembrava avesse intenzione di racchiudere Pescara per sempre, non avevano giovato al morale della città.
Il sole aveva anche spezzato la monotonia che imbrigliava i pensieri intorpiditi di Afrodite da un mese a quella parte.
《Sei molto sexy. Vieni a bere qualcosa con me?》 Improvvisamente passò all'inglese, ma Afrodite lo conosceva piuttosto bene. Non per questo riuscì ad evitare che l'uomo le si avvicinasse con il viso al collo, stringendole con entrambe le mani i polsi dietro la schiena ed utilizzando le loro braccia per tenerla premuta contro di se.
- Qui Deli, ho l'imprssione, leggendo, che il fatto che parli inglese non l'aiuta a evitare che il tizio la bracchi... però messo così, sembra quasi che sia una diretta conseguenza... non so se riesco a spiegarmi... secondo me, una frase più del tipo
improvvisamente passò all'inglese e, anche se Afro lo conosceva piuttosto bene, parlare quella lingua non l'aiutò certo a impedire...
《No!》 Urlò Afrodite tentando di divincolarsi e allontanare il viso da quello di lui, che la seguiva. 《Lasciami andare! Subito! Mi metto a urlare!》 Continuò anche lei in inglese alzando la voce, sperando di spaventarlo.
《Tesoro stai già urlando ma non ti sentirà nessuno.》 Le rispose semplicemente lui con un sorriso melenso.
Lei sapeva che quell'uomo aveva perfettamente ragione, tuttavia, pur sentendo gli occhi pizzicarle, cercò di liberarsi da quella morsa con tutte le sue forze, che erano però di molto inferiori rispetto a quelle di lui. Intanto lui le torturava la pelle con viscidi morsi ad ogni parte del corpo che riusciva a raggiungere.
《Timothys, mi sembra che la signorina abbia assicurato (arserito/affermato) di non volere la tua compagnia.》 Li interruppe in inglese una voce calda e sporca poco lontano.
L'uomo che la immobilizzava si ritrasse immediatamente voltandosi verso il nuovo arrivato e mettendosi sull'attenti, sembrando improvvisamente molto meno pericoloso.
《Si signore, mi scusi signore.》 Rispose in tono sommesso.
《Non è a me che devi chiedere scusa, idiota.》 Lo riprese ancora lui, alzando gli occhi al cielo con fare stizzito.
A quelle parole il suo aggressore si voltò nuovamente verso Afrodite, rimanendo sull'attenti. 《Mi scusi, signorina.》 Le disse senza guardarla e restando poi immobile, come se stesse aspettando una sua risposta.
Come se lei in quel momento fosse stata in grado di parlare. A malapena riusciva a respirare normalmente, gli occhi spalancati.
《Sparisci ora.》 Concluse con un gesto della mano il suo salvatore, dedicando allora tutta la sua attenzione ad Afrodite.
Così come fece lei.
Era uno degli uomini più belli che avesse mai visto: alto e massiccio, spalle larghe e braccia possenti, un corpo statuario perfettamente avvolto dalla divisa d'ordinanza che ne lasciava intravedere i tratti; capelli castano chiaro piuttosto corti e vagamente scompigliati; occhi del colore del miele, dal taglio affusolato, penetranti; un viso squadrato, corredato da una mandibola ben delineata, volitiva, importante, coperta da un lieve filo di barba che faceva venire voglia di passarci sopra le labbra per saggiarne la consistenza e sperimentare la sensazione di pizzicore contro la pelle sensibile della bocca; una bocca, la sua, tentatrice nella sua irregolarità, all'apparenza poco carnosa. In quel momento però il labbro inferiore si era inspessito mentre si distendeva in un'espressione di soddisfazione.
* Volitiva... sono andata a leggermi tutte le accezioni della parola volitivo... sinceramente non ne ho trovato uno che andasse bene con mandibola... però, se tu l'hai trovato e mi sbaglio, non considerare la mia segnalazione :D
Qualcosa di spiacevole le schiacciò il petto a quella vista ma tentò di scacciarlo con disperazione.
Si rese che lo stava fissando e che anche lui doveva essersene accorto, così distolse lo sguardo, arrossendo leggermente e borbottando qualcosa di simile ad un ringraziamento.
《Non dovresti dare confidenza agli uomini, di questi tempi. Soprattutto se sei sola ed il sole sta per tramontare.》 Le raccomandò in inglese, la voce velata da un sorriso.
《Ci ho provato!》 Esclamò lei nella stessa lingua, tornando a guardarlo. Vide che non si era spostato, aveva solo lasciato sprofondare le mani nelle tasche.
《Dai, andiamo. Ti riaccompagno a casa, ho la macchina qui di fronte.》 Disse a quel punto lui, facendo per voltarsi. Vedendo però che Afrodite non accennava a muoversi, si bloccò. 《Impari in fretta.》 le sue labbra si curvarono verso l'alto, distendendosi in una smorfia che le rese ancora più attraenti. 《Hai la mia parola che con me non ti accadrà nulla.》 la sua espressione si addolcì leggermente, mentre alzava le mani ai lati del capo. 《Ti riaccompagno solo a casa, è pericoloso andare in giro da sola.》
Lei lo guardò esitante. Era un'idea da pazzi tornare a casa in macchina con quello sconosciuto, eppure c'era qualcosa che la attraeva magneticamente a lui. Pertanto non se ne rese quasi conto quando si avvicinò a lui per seguirlo, sotto il suo sguardo attento ed incatenata al sorriso sul suo volto che aveva qualcosa di strafottente.
- proposta per evitare di ripetere sempre di lui/suo: pertanto non se ne resi quasi conto quando gli si avvicinò per seguirlo, sotto quello sguardo attento e incatenata al sorriso sul suo volto...
Arrivati all'auto, lui (secondo me è superfluo) le aprì la portiera. Aveva una Ford Gran Torino cabrio nera fiammante, in perfetto stile vintage anni '70. Era un gioiello. Si sorprese di non averla notata prima, evidentemente doveva essersi fermato dopo che lei era già passata.
Lui (il soldato, l'uomo...) prese posto al suo fianco e mise in moto.
Dellllliiiii!!! Ho finito!
Continua così perché la storia mi piace molto!!! Appena mi libero un po' passerò a leggere gli altri cap!
A presto!
MOI |