Recensioni per
Aetna (Cancer Deathmask)
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/02/15, ore 14:16
Cap. 5:

Rosalia è una ragazza innamorata e quindi ragiona con il cervello di una ragazzina innamorata. Quella che crede che chi le è accanto e le vuole bene abbia i suoi stessi trasporti per le persone che le piacciono. Normale. Quando siamo innamorate per noi è logico che anche il resto del mondo apprezzi il ragazzo che amiamo, e non capiamo quando ci dicono che no, Tizio non è poi così bello, Caio non è poi così intelligente e Sempronio è di una noia mortale. Capita. È normale. Normalissimo. Peccato che Angelo sia peggio di un paria, lì a Linguaglossa. Che se zio Vito avrebbe storto il naso davanti ad un Michele qualsiasi - come si permette quel caruso di infastidire la sua nipotina?! - Angelo, che vive con lo Zingaro - uno che nemmeno ha diritto ad avere un nome! - è fuori scala.
E le voci corrono. E mi sembrava anche strano, visto l'ambiente chiuso che fa teatro all'adolescenza di Death, che nessuno avesse iniziato a parlare del fatto che la Regina di Maggio e lo Straccione della Montagna si incontrassero all'ombra di malchiusi portoni e vicoli umidi. Strano davvero.

Ed ecco anche arrivare la prima maschera dei morti, quella che si usa per atterrire gli spiriti, e che forse - dico forse - è alla base del nostro amico.

Ludmilla mi è piaciuta tantissimo - anche se mi chiedo come faccia una cieca a scrutare il volo degli uccelli - custode di una sacralità ancestrale che risale indietro nel tempo, nelle ossa della terra che calpestiamo ogni giorno. E nell'oscura profezioa che Ludmilla fa ad Angelo torna anche in scena Manigoldo. Una cosa che non ti ho chiesto prima, e che mi dà da pensare, è come abbia fatto Death a sapere di Manigoldo. Nemmeno avesse consultato l'enciclopedia o l'album delle figurine. Nel primo capitolo dici che Angelo è venuto a conoscenza del mondo dei Santi da bambino, assistendo ad un'azione di Saga (il ragazzo dai capelli neri con due maschere per ciascun lato del volto non può che essere lui); e poi? Voglio dire, non è che il Santuario si trova sull'elenco del telefono o ha una voce nella Treccani. Spero che questo aspetto, forse il più zoppicante dell'intera vicenda, sia spiegato più avanti. Sarebbe un peccato, perché questa storia va avanti da sola, tra qualche piccolo imprevisto e concordanze sballate (succede); ma sono solo radici che spuntano dal terren, basta evitarle e via. Questa omisisone di Manigoldo, questo citarlo tirandolo in mezzo come se vi fosse una filiazione diretta tra i due, invece, sarebbe una buca capace di guastare un bel giro in bicicletta.

Recensore Master
03/02/15, ore 13:56

A me sono piaciute le ellissi nel rapporto tra questi due. Hanno reso il tutto più leggero, perché sì, descrivere la loro storia d'amore per filo e per segno - o quasi - avrebbe richiesto più spazio e più tempo, e avrebbe distolto l'attenzione dal 'romanzo di formazione' che stai scrivendo. Nell'economia del quale, sì ha senso e importanza la storia del primo amore del nostro protagonista. Ma non è il perno attorno a cui far ruotare la storia; almeno non giunti a questo punto.

Quello che ci stai descrivendo è un personaggio - un ragazzino - puro, contaminato in seguito ad un qualche evento che deve ancora accadere. E io credo che sarà proprio Rosalia, la Regina di Maggio, il perno su cui farai ruotare quella vicenda.
(Recensione modificata il 03/02/2015 - 02:37 pm)

Recensore Master
03/02/15, ore 13:33
Cap. 3:

Petre è un mito assoluto.
Non solo viene dalla Transilvania (evvai!), ma è la quintessenza del maestro di arti marziali che assomiglia più ad una spugna che ad un essere umano; ma se e quando vuole pestare, lo sa fare dannatamente bene. E mi piace l'accoglienza bastardissima che ha in serbo per Angelo: fargli pulire casa da cima a fondo. Per fargli capire chi sta sopra e chi sta sotto ed inculcargli un filo di umiltà, e vederlo crollare esausto e non sentire le voci (volendo lanciargli un gommone di salvataggio...).

Non mi piace il nome scelto per Death Mask. Angelo proprio non ce lo vedo. Lo so che il fandom lo ha battezzato così ecc ecc, ma io proprio non riesco a vederglielo addosso. Mi sembra uno scherzo di cattivo gusto.

Nello scorso capitolo accennavi alla questione dell'età dei Santi: Kurumada conferisce loro l'armatura ad un'età imbarazzante: sette/otto anni. Visto che siamo in un AU mi aspettavo un innalzamento delle età dei protagonisti, così da giustificare il sapore di tabacco nella saliva del nostro protagonista, ma quanti anni ha Angelo? Tredici? Quattordici?

Recensore Master
03/02/15, ore 13:13

Bella la commistione tra fede, credenze popolari e il mondo dei Santi!
La devozione popolare è, alla fine, un guazzabuglio di fede appresa andando a dottrina e pratiche che si sono tramandate nel tempo. Il paradiso per ogni antropologo che si rispetti. E nonna Agata (anche la mia si chiamava Agata!!) l'ho sentita molto vicina alle varie vecchiette di paese, quelle che, sia a Nord che a Sud, si andava a consultare quando le cose non andavano come dovevano andare. Per i cristiani come per le bestie, ché le bestie sono fondamentali, quando sei un contadino.

Calò (con il cognome? O è il dminutivo di Calogero?) è la classica bestia umana. Uno che risolve le cose a cinghiate. Come se le cinghiate potessero cancellare le cose che Angelo vede.

All'inizio non capivo perché preferisse il giorno alla notte, ma ho seguito la sua ansia per la ricerca di un posto dove accamparsi e per i preparativi, messi in atto seguendo una vera e propria liturgia. Ma poi ho capito. Le anime erranti. I fuochi fatui. Gli spiriti dei morti. Ché se di giorno puoi non vederli - o riesci ad eliminarli - di notte no. Perché di notte il mondo cambia. Ed escono fuori pensieri e mostri che di giorno non vedi. O fai finta di non vedere.

Recensore Master
03/02/15, ore 12:54
Cap. 1:

Avevo adocchiato questa storia da un po', ma non ho mai avuto cinque minuti cinque per fermarmi e leggere. Sai quando hai sempre troppe cose tutte assieme (welcome to my world, baby!)? Ecco.
Poi ho visto che nel frattempo era finita. E che sono solo dieci capitoli. Così ho staccato il telefono, ho preso il pranzo e al grido di "Non ci sono per nessuno!", mi sono accomodata qui davanti.

Dopo le varie chiacchierate dei giorni scorsi, saprai quanto apprezzi questo disgraziato di Death Mask. Nella mia testa ha anche lui un maestro, un passato e una storia - che non serve divulgare; serve a me, per maneggiare qualcuno di coerente e non un personaggio in piena centrifuga - e sono venuta a curiosare.

La scena con Aphrodite, confesso, mi ha lasciata perplessa. Questa frase:
Queste mani... hanno portato la giustizia per il mondo.
mi ha lasciato ammammaloccuta, come direbbe Montalbano, perché per me la giustizia tutto è tranne che qualcosa di assimilabile a Death Mask. ma poi ho ricordato. Il suo peculiarissimo concetto di giustizia. Contorto e sfacciato e inopportuno, come uno sticker glitterato appiccicato sulle Ninfee di Monet. E sì, ha ragione lui. Quelle mani (e quella frase non dovrebbe andare in corsivo, in quanto pensiero di Mask?) hanno portato la giustizia del Sacerdote nel mondo. E non c'è neppure bisogno di quel complemento di specificazione. È superfluo.

Aphrodite mi è piaciuto. Sembra canzonarlo, con una giravolta nel vento. Con l'aria di chi dice una cosa, ma ne pensa un'altra ancora peggiore.

Recensore Veterano
02/02/15, ore 20:57
Cap. 10:

Quando i tuoi scritti finiscono non so mai se essere triste per il distacco o felice per la conclusione della storia che racconti...
Mi è piaciuta tanto anche se il mio Angelo é in Costa Azzurra con "la Famiglia"!!! ;)

Recensore Veterano
02/02/15, ore 18:30

Durante le dodici case, Death Mask si scopre impotente contro Shiryu. È lì che si fa prendere a sberle, incapace di reagire, schiacciato dalla situazione.
Nell'anime, ho sempre pensato che quel suo comportamento fosse come quello della lepre che si paralizza davanti ai fari dell'automobile, in quel momento, Cancer viene schiacciato dalla furia del Dragone, un'arma che Shiryu non ha mai usato, esplosiva e foriera di morte.

Calza tutto a pennello con questo capitolo, la furia che Shiryu concentra su Death Mask è quella che Death Mask ha seminato per tutta la sua vita nel tentativo di togliersi un peso dal petto, fosse l'ingiustizia della sua condizione, fosse l'atrocità della maledizione.

Ritrovare anche in questa sua infanzia l'ennesimo pestaggio al quale non reagisce perché non può, perché sembra davvero che lui voglia essere diverso, da come parla, da come si muove, sembra che lui voglia semplicemente respirare un po' di aria fresca, tirare fuori la testa da sotto le coperte e sentire l'aria frizzare nelle narici. E invece più vorrebbe crescere e arrivare al suo traguardo, più il suo essere se stesso lo rispinge in basso. È l'abisso di Nietzsche.

Recensore Veterano
02/02/15, ore 18:18

"E Angelo si muove... tappandosi le orecchie, spegnendo il cervello.
Dentro di lei, non riesce a perdersi. Eppure vorrebbe... essere mangiato. Nutrirla. Crescere in lei e rinascere da lei. Unirsi a lei, sparire in lei. Dall'alba al tramonto, attraverso il silenzio della notte per il giorno glorioso."

Come posso aggiungere qualcosa? Basterebbero queste righe per riassumere Death Mask in generale.
Sebbene l'inizio del capitolo sia carnevalesco e Angelo cerchi di lasciarsi andare e godere della festa e della maschera, c'è sempre un'ombra che si proietta su di lui, è così triste. ;_;

Recensore Veterano
02/02/15, ore 18:07
Cap. 5:

Questa continua contrapposizione tra i momenti di vita squisitamente umani e normali e i momenti riguardanti la formazione di Angelo a saint sono bellissimi.
Angelo è confuso, d'accordo che è pienamente investito dall'adolescenza e si è confusi di default, ma lui sembra vivere quello stato con sofferenza. Vorrebbe essere se stesso, ma gli viene impedito, perché essere se stesso significherebbe fare del male.

Ludmilla è stupenda.

Recensore Veterano
02/02/15, ore 18:00

Ho letto i capitoli in nottata e pensavo di farti un'unica, lunga recensione; poi ho pensato che fosse meglio scrivere qualche riga a capitolo, quanto meno per ringraziarti di aver avuto l'idea e di averla messa su carta.

Intanto, sappi che non sono riuscita a smettere, ho dovuto riavviare il browser del cellulare centoventi volte a capitolo per arrivare fino alla fine, ma sul momento il mio problema era quello di finire la lettura.

Vengo al capitolo, senza perdermi in ulteriori e futili blabla. La visione d'insieme che ho acquisito (altro che settimo senso) aiuta di certo a rendere significativo e insostituibile ogni attimo raccontato della vita di questo giovane aspirante saint.
Ha già un bel caratterino, è orgoglioso ma cerca di rispettare i paletti che gli sono stati imposti, non so se è più per paura di prenderne ancora o perché la sua aspirazione è davvero così forte da convinverlo a trovare alternative allo spaccaggio di denti sfrenato.
Rosalia è perfetta per lui, trovo si somiglino molto e che lei riesca a fare ingenuamente quello che vorrebbe fare lui, oltre a poter effettivamente vivere una vita spensierata.
E comunque, da tenero virgulto ha dimostrato di avere una pazienza, probabilmente aiutata dall'infatuazione, che non avrei mai detto.

Approvo completamente la scelta di non trattenerti troppo sul'innamoramento, esserti fermata a raccontare quello che accade dopo è sufficiente e blocca la giovane coppia nel tempo e nello spazio, nascosti nell'ombra.

Recensore Master
02/02/15, ore 16:32
Cap. 10:

Sigh adesso è davvero finita 😳 questa storia ha davvero spiegato la vera anima di Death mask da Angelo a demone perlomeno come gli altri lo vedono. La frase finale in cui tu descrivi la mancanza di una sola maschera ( sappiamo bene di chi 😄) fa percepire la sua tristezza interiore. Infine ti faccio gli ennesimi elogi sei molto colta ma nelle fix metti la passione e soprattutto cerchi di trasmettere al lettore le tue idee che, per quanto mi riguarda hai fatto. Un saluto e a presto il tuo amico denny 😄

Recensore Veterano
02/02/15, ore 04:12
Cap. 3:

No, ma Petre è fantastico! Altro che il negromante un po' rincoglionito che gli avevo affibbiato io.

Mi è piaciuta molto l'accoglienza riservata al neo discepolo, ora sono curiosa, Petre ha dimostrato di avere polso fermo e ha messo bene in chiaro che lì è lui a comandare. Stupendo il fatto che possa leggere nella mente. Povero Angelo, gli costerà parecchio la passeggiata a Linguaglossa.

Recensore Veterano
02/02/15, ore 03:55

Che angoscia.
Bella e azzeccata la scelta della prova. Dolorosissimo lo svolgimento.
A vedere Lost Canvas, Manigoldo sembrava soffrire molto meno delle visioni degli spiriti, ma è anche vero che Manigoldo aveva appena assistito alla distruzione del villaggio e allo sterminio degli abitanti.

Mi piace la caratterizzazione che stai dando a Death Mask, lo rendi molto umano e per quanto sia speciale e perspicace rimane un bambino di dieci anni che cerca conforto nel mondo conosciuto.
Traspare l'angoscia della situazione, il tentativo futile di trovare riparo dagli spettri, la meccanicità dei movimenti del piccolo Cancer nel prendere e sistemare le statue, ma che tristezza quando non può fare altro che rassegnarsi.

Davvero brava!

Recensore Master
29/01/15, ore 14:29
Cap. 9:

Mi sono letteralmente divorata questa tua storia.
E' meravigliosa. Mi piace come rendi l'anima greve e drammatica, profondamente "siciliana" di DM. Ed io sono di origine siciliana, per cui so di cosa parlo.
Dheaty lo dipingi in modo magistrale. Un'anima nata come non nera, ma che lo è diventata, col tempo, e che ha tenuto dentro di sè i germi della disperazione più assoluta: quella che rassegna, pur combattendo.  Io me lo vedo nell'Oltretomba che, pur ridendo e smargiassando, non saprebbe quali anime poter salvare, se solo potesse...
I personaggi, tutti, sono comunque molto ben rappresentati, anche quelli "minori".
Soprattutto. faccio a te un complimento che sinora non ho rivolto a nessuno: tu sai gestire il pathos. Chi scrive di solito esagera col dramma, usando paroloni e metafore a josa, gonfiando e gonfiando. Sbagliato. Il pathos è semplice, perchè è insito nel nostro animo. Tu lo sai perfettamente calibrare e maneggiare. "En passant", come se nulla fosse, ci sbatti in faccia scene grevi e drammatiche: è COSI' che si scrive il pathos.
COMPLIMENTI.
Di corsa tra le mie preferite e ricordate.
Non cambiare di una virgola il tuo stile: sarebbe un delitto.
Lou

Recensore Master
29/01/15, ore 09:19
Cap. 9:

Amica mia rinnovo i complimenti ti ho seguito fin dall inizio in questa fix e ne sono contento bellissima e sublime 😄. In effetti per spiegare i comportamenti futuri di Death mask Rosalia doveva morire e, hai scelto la via più giusta a mio avviso 😄 mi mancherà questa fix perché è unica nel suo genere ricca di sentimenti sia positivi che negativi 😄 a presto spero con una tua nuova grande opera Ciao il tuo amico Denny 😄