Eccomi!
Un capitolo davvero meraviglioso, Kanako, leggendo mi sono commossa!
E' diventato uno dei miei capitoli preferiti (tanto più che è il settimo, e a me il numero sette piace!)
Ho adorato davvero il modo in cui hai gestito la delicatissima conversazione tra Annah e Thranduil, il modo in cui passano dall'attaccarsi a vicenda aldifendersi dalle accuse dell'altro, consapevoli di quanto quelle accuse siano vere e meritate.
Il momento in cui Thranduil riflette sui tanti, troppi errori che ha fatto e su tutti quelli che sta rischiando di fare suo figlio è è davvero significativo e intenso: tutti gli errori intravisti nelle spine vengono ripercorsi dal re sotto una luce nuova, eppure Thranduil sembra pensare che ormai per lui non ci sia possibilità, e non solo perché è fisicamente lontano dal suo mondo.
Si concentra quasi esclusivamente su come aiutare suo figlio e Annah a non fare gli stessi errori, ma è convinto che per i suoi sia ormai troppo tardi, che siano tutti troppo vecchi o troppo gravi per poterli rimediare.
Io invece sono convinta che tutta la questione del portale serva anche e soprattutto per lui.
Le nuove rivelazioni sul comportamento di Legolas e su ciò che ha fatto e pensato Thranduil in proposito sono state una sorpresa: è stato triste leggere dei tanti rimpianti del Thranduil padre, convinto di aver sbagliato praticamente in ogni cosa nel crescere suo figlio, e che ora spera di arrivare in tempo per spiegare, per quanto può, al figlio tutto ciò che avrebbe dovuto spiegargli alla morte di Arodel.
E a proposito di Arodel, sono contenta che anche lei sia stata presente nei pensieri e nei discorsi di Thranduil ad Annah: la sua morte e i tanti avvertimenti che lei ha lanciato a Thranduil e che lui ha fatto finta di non vedere stanno acquisendo, visti da questa nuova prospettiva presa dal re, nuove sfaccettature, e la cosa mi incuriosisce molto!
Ho la sensazione che l'incontro con Annah non fosse del tutto previsto da chi ha spedito Thranduil nello Yorkshire, ma sia stato un " tocco del destino" chiamiamolo così, forse favorito dalla brughiera, dalle tradizioni conosciute dalla famiglia di Annah e da lei in parte accettate, che l'hanno portata nel posto giusto al momento giusto e così ogni tassello è andato al suo posto.
Il fatto poi che Thranduil riveda in Annah non solo se stesso ma anche il figlio e la moglie rende il tutto ancora più interessante!
E ora Annah e Thranduil si trovano a costringersi a vicenda a fronteggiare i propri errori, e in questo capitolo abbiamo solo intravisto cosa significherà questo non solo per loro singolarmente, ma anche per il loro rapporto.
Infatti per quanto mi riguarda Thranduil può dire e ripetere quante volte vuole che di Annah non gli interessa e che vuole semplicemente impedire a un'umana con così poco tempo da vivere di rovinarsi l'esistenza, ma secondo me al re di Annah importa eccome!
Il tentativo di ammazzare quella cosa (e magari ci fossero riusciti, tra l'altro), lo dimostra.
Tra loro si è già formata una complicità che gli permette di capirsi al volo e di saper interpretare ogni espressione dell'altro, e ora può solo consolidarsi, soprattutto perché i due ne sono consapevoli e, consciamente o inconsciamente che sia, fanno sempre meno sforzi per rifiutare questa intesa.
E a proposito della cosa nel prato... il glamour! ai citato il glamour!
In una forma inquietante, in questo caso, ma interessante. Mi sono chiesta se il glamour possa funzionare, per gli elfi, ma forse in questo caso dipende da che genere di creatura lo esercita... la mia però è un'ipotesi, come sai è un argomento su cui non sono ferratissima, anche se mi incuriosisce tanto.
Aiuto, povero Thranduil, quando è rimasto momentaneamente assordato dallo sparo un po' mi sono preoccupata....!
Immagino che se già un rumore del genere assorda noi, figuriamoci un elfo che ha un udito ancora più sensibile.
Visto comunque che è stato solo un momento, spero che la prossima volta avrà l'accortezza di stare lontano dalla doppietta (il nuovo libro illustrato lo dovrebbe aiutare anche in questo senso, immagino XD).
Il fatto che la conversazione sia continuata anche durante la camminata del giorno dopo non fa che confermare ciò che ho scritto sopra: a Thranduil è già venuta voglia di raccontare, o di spiegare, o sfogarsi, o parlare per capire meglio, o qualunque altra motivazione sia quella che lo abbia spinto a parlare, e ho la sensazione che presto lo farà anche Annah, per quanto impossibile sembri.
Il finale mi ha lasciato una sensazione di inquietudine diversa e in un certo senso più brutta di quella provocata dai cosi col berretto....
Perché Thranduil ha sentito e intravisto il suo alce?
Non credo che fosse semplicemente un attacco di nostalgia, temo ci sia qualcos'altro, sotto...
Ti faccio un'infinità di complimenti per come sei riuscita anche in questo capitolo a raccontare i sentimenti complessi dei due personaggi:
La paura di Annah di ricevere nuove delusioni, di essere abbandonata di nuovo, da un'immagine di lei che sembra così opposta rispetto a quella della donna pratica e indipendente che abbiamo conosciuto all'inizio, che sembra impossibile che siano la stessa persona, e invece non può che essere lei.
Annah che ha preso la sua tenacia e il suo carattere pragmatico e ne ha fatto le mura della sua fortezza. Affetti e cambiamenti devono rimanere fuori, a esclusione di quelli a cui crede di potersi aggrappare ineterno, come il padre, Sandra, la fattoria... quelli resteranno per sempre, non sono cambiati fino a quel momento e non c'è ragione che lo facciano ora.
Questo atteggiamento da perfettamente l'idea di quanto dolore, quanti dubbi e pensieri si sia tenuta dentro questa donna da quando la madre la abbandonata.
Non vedo l'ora di scoprire cosa svelerà il prossimo capitolo sui pensieri e sulle disgrazie che capiteranno a quel benedetto elfo e a quella benedetta donna!
Tantissimi complimenti ancora, Kan!
A prestissimo!
Tyelemmaiwe |