Recensioni per
The Silence Remains
di Miryel

Questa storia ha ottenuto 87 recensioni.
Positive : 87
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/12/20, ore 22:51

Carissima Miry,
questo finale è stato come un balsamo in questo periodo marrone in cui sono scivolata e l'ho amato, eccome se l'ho fatto, perché è bellissimo veder tornare il sole, dopo tanta sofferenza e tanta stanchezza. Certo, c'è ancora moltissimo da imparare per Peter e Tony ma, finalmente, sono insieme, hanno aperto i loro cuori, forse torneranno a nascondersi quando qualcosa farà loro del male ma intanto si sono trovati e non hanno più intenzione di lasciarsi andare.
Sono stata contentissima che tu abbia voluto lasciare un po' di spazio a Zia May che, nonostante la mezza verità, riesce a dire le cose giuste al momento giusto e ho adorato, giuro, il fatto che tu abbia usato l'idea di Tony di invitarla a cena, in modo da farsi perdonare per averla evitata in tutti i modi, come pretesto per far pungolare Peter dalla gelosia e il Signor Stark non si lascia certo scappare l'occasione per stuzzicare un po' il suo bimbo ragno. L'uno sempre così negativo, l'altro così apprensivo... che coppia, ragazzi hihihi Ma mi ha fatto davvero piacere che Peter, pronto a scappare dal dolore, sia deciso più che mai di non scappare dai sentimenti, mettendosi di nuovo a nudo davanti a Tony. E così arriviamo al tanto agognato confronto di persona (a livello di occhiaie mi sento tanto Peter in questo momento) e lì danno finalmente voce alle loro più grandi paure: perché Peter ha deciso di tagliare fuori Tony come tutti gli altri? Perché Tony si è scansato da Peter? Perché non gli ha detto che non l'ha deluso?
E infine la compresione brilla come una bomba nella mente di entrambi e l'abbraccio della favolosa fanart di inizio capitolo prende vita far le tue parole e sfocia in quel bacio che sa di punto e capo, dell'inizio di qualcosa che doveva cominciare da tempo ma che l'ha fatto solo in quel momento. La vita è spesso più difficile che facile ma con qualcuno che ci ama al nostro fianco ha tutto un altro sapore. Con estremo piacere scopro che la tua battaglia dell'amore che salva le persone è una cosa che nasce indietro nel tempo e io non posso che esserne ammirata, bravissima. Un'altra storia davvero bellissima che ho letto con immenso piacere, come sempre del resto.
Un abbraccio e alla prossima avventura <3
Cida
P.S Oddio, non credo di saperlo... quale scena di Civil War ti ha fatto partire il trip? E' un po' che non lo vedo e non mi sovviene niente al momento, sono estremamente curiosa XD

Recensore Master
21/11/20, ore 18:50

Cara Miry,
Eccomi di nuovo qui, su questo finale che non è un finale perché sì, in effetti, c'era ancora qualcosina da dire su questi due, visto il piccolissimo dettaglio che hanno deciso di non affrontare in questo capitolo... Ma andiamo con ordine che se no poi mi faccio prendere troppo e scrivo cose a caso XD
Il ritorno al passato questa volta ci mostra il confronto con quasi tutti gli Avengers che pragmaticamente decidono cosa è meglio fare, cercando di rincuorare Peter a modo loro, oddio forse Nat non è davvero la migliore in questo campo con tutti le morti a cui ha assistito e ha procurato e, al solito, quello più empatico è Bruce (quanto amo quando lo muovi tu) che capisce e suggerisce di lasciar stare stare il ragazzo che non ha davvero bisogno di tutto questo. Magistrale (e anche un po' sadica) la scelta dell'assenza di Steve che complica ulteriormente i sentimenti dei nostri due testoni perché il ribattere di Tony su questa assenza fa sprofondare Peter nella convinzione di averlo deluso e invece l'altro lo dice solo perché non si sente all'altezza di rincuorare Peter perché è solo colpa sua se al ragazzo è capitato tutto questo. Ah, poveri cuori innamorati. Tony si comporta un po' da vigliacco, poi, nel cercare di recuperare tramite messaggi tutta quella freddezza ma ormai è troppo tardi, Peter ha già deciso di fuggire anche se dice tutto il contrario.
Il confronto sulla gru, davanti al luogo del misfatto, è stato bellissimo perché, davanti al l'immensità della città al tramonto, finalmente i due riescono a mettere da parte l'ostinazione e parlarsi a cuore aperto e Tony, questa volta, riesce a trovarle quelle maledette parole giuste da dire. La sua felicità nell'udire di nuovo e finalmente le parole dell'altro è stata bellissima e l'ho avvertita perfettamente. E mi è piaciuto moltissimo anche come tu abbia espresso il continuo conflitto di Peter fra la ragione e i sentimenti, lui così intelligente ma anche così sensibile... Come si può dar retta al cervello quando il cuore fa così male? Mi fa anche tremendamente sorridere per le sua insicurezza - è vero, di solito mi fa venire voglia di dargli una testata ma non questa volta - nel tentativo di indossare di nuovo la tuta, per capire se il problema è SpiderMan o lui stesso... Come se entrambi non fossero la stessa persona. Piccolo Parker ingenuo e adorabile <3
Devo dire la verità, sono contenta che tu abbia deciso di lasciare "al dopo" la questione del bacio mancato, qui sarebbe stato di troppo, qui c'era l'obiettivo principale di far tornare a Peter a credere in se stesso o almeno a smuoverlo dall'apatia in cui si era rifugiato per farlo tornare a vivere, perché per amare gli altri bisogna innanzitutto per prima cosa amare noi stessi.
Un altro capitolo bellissimo, non mi resta che scoprire che cosa ti eri inventata per l'epilogo.
Spero di riuscire a tornare presto.
Un abbraccio e alla prossima
Cida

Recensore Master
06/11/20, ore 23:14
Cap. 3:

Cara Miry,
finalmente riesco a trovare un pochino di tempo per tornare da te e da questa storia.
Non pensavo avresti approfondito il giorno dell'incidente, sai? Non so perché ma davo per scontata una linea temporale continuativa perciò trovare questo spaccato sul passato mi ha piacevolmente stupita - sebbene chiaramente delinei un momento critico e pieno di dolore - perché men che meno mi sarei aspettata che sul luogo incriminato, a cercare di salvare Peter, ci fosse stato proprio Tony ma, diamine, chi altri se non lui? E Tony lo può capire maledettamente quel senso d'impotenza di Peter, di terrore, di colpa per aver fallito perché lui stesso l'ha subito, la sua depressione dopo i fatti di New York, lo scontro con il Capitano dopo la Nigeria e la morte del Re di Wakanda, scontro che ha di fatto portato le responsabilità di Peter ad un livello superiore. Lo capisce ma non riesce a trovare il modo per arginarlo. Ho trovato estremamente ben fatta la descrizione dell'attacco di panico e ho apprezzato particolarmente il riferimento all'aria che il corpo non trova perché si rifiuta di respirare.
Tornando al presente adoro moltissimo il ruolo che, di solito, assegni a Bruce perché quando interagisce con questi due inguaribili zucconi - chi per un motivo e chi per l'altro - diventa improvvisamente la loro ragione, cercando di fare da faro nella tempesta dei loro sentimenti perché, porca miseria, se non è un esperto lui nella gestione delle emozioni non so chi altri possa esserlo e io amo questa cosa, sappilo <3 Ed è quello che cerca di fare anche qui, riprendendo Tony per essersi sottratto a quel bacio, cercando di fargli comprendere che non è stato un errore coinvolgere Peter con gli Avengers perché il ragazzo ha un potenziale enorme e le disgrazie capitano perché, come detto, loro saranno anche super ma sono pur sempre umani, non sono onnipotenti.
Devo dire che Tony ha riguadagnato qualche punto con la spiegazione del perché si sia sottratto al bacio perché lui non vuole essere l'ancora di Peter, destinato a portarlo a fondo, lui vuole essere il suo sostegno e innalzarlo, fargli comprendere che i suoi sentimenti non sono mossi da pietà ma dal rispetto e da un amore sincero per quello che è in toto.
Il finale rimovimenta le cose con la telefonata di Ned e il timore che il peggio possa essere accaduto e ci lasci con questa convizione a cui Tony si aggrappa con tutte le sue forze perché ha maledettamente bisogno di credere in qualcosa e ho come l'impressione che, questa volta, la sua intuizione sia giusta, speriamo che riesca a farla fruttare al meglio.
Al solito è sempre un assoluto piacere passare fra i tuoi scritti <3
Alla prossima
Cida

Recensore Master
25/10/20, ore 16:24

Cara Miry,
Ho giusto finito di dire nel capitolo precedente che già si delineava la tua maestria nel gestire Peter Parker ed ecco che mi regali un capitolo dal pov di Tony e, che dire, non eri da meno nemmeno con lui.
Perché ci sta maledettamente che Tony si faccia carico del dolore di Peter, che ci sia rimasto male per essere stato tagliato fuori come tutti gli altri, quando era così sicuro di aver un rapporto speciale con lui. Eppure è così impegnato a farsi carico di tutto che ci vuole Bruce a fargli notare che, forse, è Peter ad aver paura di averlo deluso.
Il loro incontro è stato gestito molto bene perché si percepiscono le buone intenzioni di Tony che, però, cozzano miseramente con quello che esce dalla sua bocca.
Mi è piaciuto che Peter, incalzato, abbia deciso di comunicare con messaggi telefonici o scritti sul blocco. Nel primo ho sentito proprio la voce del giovane SpiderMan nella mia testa, anche se è uno scritto nello scritto.
Il momento in cui Peter crolla e si avvicinano è da un lato splendido e dall'altro struggente.
E' bellissimo perché sei tremendamente brava a rendere così naturale il fatto che fra i due ci possa essere qualcosa di più che sa così di canone che non posso fare a meno di amare il modo in cui ce lo presenti.
Ed è allo stesso tempo struggente perché è un incalzare di emozioni fra Tony che non riesce a non sbattere in faccia a Peter che il mutismo è solo una scappatoia, che gli suggerisce di chiedere un supporto psicologico, che lo spinge a scappare e rincorrerlo è praticamente d'obbligo e, finalmente, il dolore esplode e Peter si scioglie in un pianto liberatorio - quasi - che porta Tony a cercare il contatto, a quella carezza che fa sospirare Peter (e me, porca vacca, E ME!) e poi quel demente - passami il termine - che, miseria ha questo sentimento gigantesco per il ragazzo, quando lui trova il coraggio di riscuotersi dal suo stato di apatia, baciandolo, lasciandosi andare... lui cosa fa? Si spaventa, si rimangia maledettamente tutto e lo allontana. E per forza che Peter finisce di nuovo in mille pezzi, perché si è sentito tradito platealmente proprio nel momento in cui si è messo a nudo e ha trovato l'ennesima delusione, di nuovo.
Questo capitolo si chiude in maniera decisamente amara, spero seriamente che il nostro Tony possa rinsavire e Peter uscire da questo tunnel buio in cui si è irrimediabilmente infilato. Per cui non abbandono la positività, sperando che il mio spirito romantico possa essere prima o poi soddisfatto.
Concludo dicendo che ho assolutamente bisogno di una giratempo perché anche "Rewrite the stars" sta crescendo e non vedo l'ora di immergermi anche in quella lettura ma, prima o poi arrivo, oh se arrivo! *-*
Un abbraccio e a presto
Cida

Recensore Master
18/10/20, ore 10:02

Cara Miry,
Come ti avevo promesso eccomi qui, anzi, anzi, mi scuso se ci ho messo un po'.
E mi immergo subito nell'angst più profondo, senza possibilità di scampo, perché se è vero che perdere vite umane è una cosa tremenda per ogni super eroe, per Peter è assolutamente una cosa inaccettabile. Perciò quell'errore di considerazione diventa una vera e propria tragedia che il ragazzo non riesce a superare. L'opinione pubblica, poi, ci mette il carico da novanta perché, si sa, per qualcuno non farai mai abbastanza, diranno che era meglio prima, quando non c'era, salvo dargli del codardo poi, quando deciderà di sparire. Peter non sa o preferisce non sapere che non ci sarà mai l'azione giusta per loro e, forse, nemmeno gli interessa, quello che sa è che otto persone sono morte e la colpa non è di colui che ha piazzato le bombe ma sua, perché non ha fatto abbastanza, perché non è abbastanza. Ed è per questo che indossa un'altra maschera, non più la tuta di Spider-Man - perché non ne è degno, perché ha addosso troppe responsabilità - ma l'apatia che, come una bolla, lo protegge da tutto il resto. Ho sempre ritenuto il mutismo selettivo affascinante, in termini letterali s'intende, anche io di medicina e psichiatria non ne so niente, ritrovare qui questa scelta rende la cosa ancora più interessante.
Ned è assolutamente tenero con Peter, come solo un vero amico sa essere, che gli spiattella in faccia la paura che possa fare un gesto estremo, che trova un modo di comunicare con lui anche se non parla, che cerca di coinvolgerlo nonostante tutto e poi, beh, poi c'è Tony.
Tony non è come gli altri Avengers, certo, anche lui sa benissimo che essere un super eroe non significa essere onnipotente e che, per forza di cose, avere a che fare con la morte è un'eventualità da mettere in conto ma allo stesso tempo sa che Peter è maledettamente troppo giovane per tutte le responsabilità che si è preso, così giovane da credere che tutti si possano salvare, sempre, e se ciò non succede è perché non hai fatto abbastanza, perché lui non ha fatto abbastanza. Tony lo sa bene ed è disperato perché sente che il ragazzo sta per andare in pezzi, forse non può nemmeno evitarlo ma può aiutarlo a ricostruirsi, più forte.
Mi è piaciuto moltissimo come tu abbia voluto mettere il focus sulle conversazioni telefoniche, sugli status e sullo "...sta scrivendo", aiuta a comprendere l'ansia di Tony, nella ricerca del minimo feedback da parte di Peter che, sebbene non risponda, sa che c'è, è ancora lì.
Ma alla fine qualcosa si smuove, perché Peter accetta d'incontrarlo, sebbene abbia paura, perché lo sappiamo che Peter vede sempre il peggio di ogni situazione e teme che il Signor Stark ce l'abbia con lui per non essere stato abbastanza... Spero tanto che Tony sia in grado di fargli capire che si sbaglia.
La storia è di due anni fa ma vedo che eri già abbondantemente avviata sull'angst pesante... e brava ;)
Mi pare che la psicologia di Peter, comunque, fosse già abbondantemente materia più che tua e, al solito, esaminata ed espressa in una maniera magistrale.
Non ti posso dire altro se non che non vedo l'ora di andare avanti con questa storia, perché sì, ho piacere a farmi del male se a scrivere sei tu XD
A presto <3
Cida

Recensore Master
24/11/19, ore 23:43

Si conclude così un’altra avventura breve ma intensa, pregna di tutto il DDOLOREH che siamo abituati a conoscere e amare tra i nostri pupilli. Dopo tutto quello che hai fatto passare a Peter e Tony in questi cinque splendidi capitoli, vedere una conclusione come questa non può che dare un grande senso di soddisfazione.

Il titolo di questo gran finale, e la citazione della canzone che lo apre, introducono ottimamente il tema di fondo che lo caratterizzerà e il mood dei due personaggi – anche di Peter, povero tesorino, che dopo essersi tormentato per quattro capitoli può finalmente tornare a parlare, a vivere, e probabilmente anche ad amare. Con il sostegno di Tony in primis, ma anche di Zia May e degli altri, egli è decisamente adorabile e dimostra di aver ben completato il percorso in cui è stato fatto passare.
Tenerissima Zia May che piange, ancora una volta apprezzo come costruisci un mondo completo e popolato attorno a Tony e Peter, e lei che più di tutti ha reso Peter quello che è, il degno Spider-man che tutti conoscono e (dovrebbero) amare, è giusto che torni a riaverlo più simile a come lo conosce.

Eppure la faccenda non è conclusa, e Peter non è magicamente guarito da un trauma così immenso da lasciarlo in silenzio e incapace di reagire. Povero piccino, ha bisogno di Tony perché lo ama, ma anche perché la sua guida e il suo riferimento anche in momenti così complicati. Il “non è una cavolata” di Tony sembra indicare che lui c’è passato, che sa cosa significa sottovalutare il dolore che si prova e non riuscire a chiedere aiuto quando se ne ha bisogno. Infatti arriva subito, e si può tagliare l’aria con l’eccitazione che Peter emana nel sentirlo avvicinarsi. Perché è ancora insicuro, non riesce a collegare quello che gli è successo e che ha fatto con la percezione che aveva di sé e la possibilità di essere “adatto” al Signor Stark. Possibilità poi confermata da Stark stesso con un bacio dolcissimo e tanto atteso. Da Peter, ma anche da noi lettori. Ed ora, al dolce Peter può tornare la speranza che tutto possa andare bene.

Mi hai davvero resa felice. Una coppia che non ho mai considerato, ma in cui mi sono lasciata trascinare e il cui dolcissimo rapporto mi ha coinvolta e riempita di feels. Anche la problematica del mutismo selettivo è trattata con tatto e dolcezza, e sembra uscita da un fumetto vero.
Quindi i miei complimenti, ancora una volta. Mi chiedo quale sarà la prossima delizia che mi propinerai.
Un abbraccio.
Lady R Of Rage

Recensore Master
19/11/19, ore 01:20

AHIA.
Lo so, inizio un sacco di recensioni con "ahia", ma che ci posso fare? Questa storia fa male, è un delizioso e irripetibile pugno nello stomaco di feels e di meravigliosa, necessaria angoscia.
Stavolta con al centro lui, Peter, l'amichevole Spider-man di quartiere che si vede crollare addosso non solo un palazzo, ma anche tutto il suo mondo.

Il titolo del quarto capitolo, Benvenuto Nel Mio Silenzio, è una triste parabola dell'angoscia provata da Peter in uno dei suoi momenti peggiori, che inizia col botto con il primo paragrafo, in cui il ragazzo-ragno è talmente distaccato dal mondo da non sentire nemmeno le parole di conforto dei colleghi più stagionati, oltre da desiderare addirittura che Natasha sia fredda e beffarda con lui anziché cercare nel suo piccolo di consolarlo. È l'odio che Peter prova per sé stesso a cementare il dolore che caratterizza questa storia, ancora più aspro e pungente quando è vissuto nella testa di colui che lo prova. Nemmeno la presenza di Tony Stark addolcisce il dolore del ragazzo, che rifiuta le mani porte e si ritira dentro di sé, consapevole di cosa significhi.

E da un gesto estremo passiamo a un *mancato* gesto estremo. Ricollegandoci al capitolo precedente, Tony ritrova Peter sul luogo del disastro e lo nota in mezzo alle macerie, e gli offre finalmente il conforto di cui ha bisogno. Peter non è mai apparso così fragile, così traballante, così bisognoso di conforto e abbracci, e riceve quelli e anche di più. Il crollo di Peter è crudo, diretto, uno schiaffo in faccia di angoscia e senso di colpa che, accumulatosi a seguito del suo mutismo selettivo, esplode come un fiume in piena e devasta anche Tony, che sta ad ascoltarlo.
E non sarei su una tua storia se non ci fosse una bellissima frase da citare. "«Non fallirai. Perché non sei solo, e chi non è solo non fallisce mai»"
Si vede quanto Tony sia cresciuto dal primo Iron Man, quanto si sia responsabilizzato e abbia cominciato a cogliere la fragilità della vita. E finché beneficia Peter, a me va benissimo.

Allora ti saluto, ma sono in grande fibrillazione per il Gran Finale. Sono davvero curiosa ed eccitata di sapere come finirà.
Intanto un abbraccio e alla prossima.
Lady R

Recensore Master
11/11/19, ore 15:15
Cap. 3:

CIAO!
È bello tornare a codesti lidi, e procura sempre un’immensa soddisfazione. L’angst è sempre promettente, per me. E questo capitolo, man…
Già inizia con il botto, con il povero Peter ridotto allo stremo e Tony che lo soccorre con tutta la preoccupazione per una vita fin troppo giovane e complicata.
La descrizione di Peter dopo la battaglia è agghiacciante, ricca di dettagli che coinvolgono tutti i sensi e il panico di Tony che accompagna la scena come il battito del suo cuore sempre più forte. È la tragica scena iniziale, e il dialogo di Peter ben si accorda con ciò che è successo e la reazione che avrà su di lui. Il pianto, il respiro affannoso… e un Tony privo del fascino carismatico da miliardario-playboy-filantropo nel momento in cui il bene non riesce più a vincere.
E quel “sono un assassino” fa male all’anima. Ancora una volta l’esperienza di Tony Stark contrasta con Peter e con la sua prima, vera doccia fredda. Tony fa di tutto, lo abbraccia, ma non può spingersi oltre un certo limite.

È bello vedere Banner, e il mondo di questa storia non limitato all’incontro tra Stark e Parker. Banner rappresenta una voce della logica di cui entrambi hanno bisogno, per abbassare il volume che risuona nelle loro teste e tornare a sentirsi, a prescindere da cosa pronuncia il giovane Parker. Al telefono anche, dato che non risponde. Cosa che probabilmente Banner capisce più di chiunque altro, dato che Hulk è un combattente irrazionale che sulle prime non sapeva controllare.
Finché BLAM: Peter non scappa di casa.
E sentire Ned che chiama Tony “Signor Stark” fa una tenerezza indicibile. Anche se sta piangendo, povero tesoro… Mi stai devastando, ti stai vendicando in retrospettiva per il mio figlicidio?

Per lo meno Tony deduce, e deduce bene. Sono veramente in hype per la conversazione che ne seguirà, curiosissima e piena di feels per questa coppia che non avevo immaginato di poter seguire.
Sono molto contenta, di aver scoperto questa storie, sempre di più. :-)
Alla prossima, e ancora complimenti.

Lady R

PS: "L’unico posto che un assassino pentito visiterebbe:, pensò Tony, Il luogo del delitto."
AHIA

Recensore Master
04/11/19, ore 23:54

Ricordo di aver amato il primo capitolo di questa storia, ed ero curiosissima di continuare e scoprire come sarebbe continuata.

Ripeterò quello che ho detto la scorsa recensione: la premessa di Peter Parker che si abbandona al silenzio selettivo a seguito di un salvataggio fallito è geniale e decisamente promettente quanto ad angst. E lo è anche adesso: stavolta siamo nel PoV di Tony Stark, e il senso di preoccupazione è sempre più forte. L’affetto di Tony è genuino, e anche tu senti un certo dolore nel vedere il povero ragazzo sempre più silenzioso e malridotto. Essendo più grande e più esperto nel campo del supereroismo e della vita in generale, egli prova a consolarlo e spingerlo ad affrontare la realtà, nonostante il dolore e il trauma.

Mi piace l’utilizzo della tecnologia per portare avanti la trama, i messaggi che Peter utilizza in luogo del dialogo parlato. Si addice bene al contesto e al rapporto tra Peter e Stark. L’intervento di Banner è molto dolce, mantiene legati al resto del mondo degli Avengers e circonda Peter di uno strato extra di cure e accudimento dai colleghi. Che purtroppo non sembra bastare a salvarlo dal suo dolore.

Il fatto che Peter non parli offre ottime opportunità per caratterizzarlo in maniera più sottile, basandosi sulle espressioni e sugli sguardi e sulla gestualità. Lo sguardo di Tony a questi dettagli è attento e pieno di premura, e anche i piccoli “sì” e “no” possono dire tanto. Tony ci prova, usa persino i suoi soldi e le sue conoscenze per aiutare il ragazzo. Posso però immaginare il dolore causato da frasi come questa.

"La ringrazio, ma non ho bisogno del suo aiuto. So che non accetta il mio mutismo, eppure è l’unica cosa che mi fa sentire bene, per il momento.”

C’è anche un’allusione sottile allo stigma subito dalle persone malate di mente, alla loro difficoltà nell’accettare di essere malati e di ammetterlo per non sentirsi "inadeguato o un pazzo o chissà che altro”. Ancora una volta si vede la differenza tra un eroe navigato, che ha passato tanto e tanto più sa, e un ragazzo ancora inesperto che non era forse davvero pronto. Alla fine va a crearsi il contatto necessario, ma quello che sembrava un abbraccio confortante porta solo all’aprirsi di altri problemi e altri guai.

"Avrebbe potuto farlo e rendere forse felici entrambi, invece di fare l’adulto, per la prima volta in vita sua, decidendo di seguire l’unica via che mai avrebbe dovuto intraprendere: quella sbagliata”

Non so se te l’ho già detto, ma adoro le tue frasi brevi. Hai davvero un talento per quelle, meriteresti una pagina di WikiQuote.

Per adesso è tutto, spero di vederti presto.

Lady R

Recensore Master
21/10/19, ore 02:49

Buonasera!

Sai che hai fatto davvero bene a non dirmi a quale storia sarei dovuta passare?
Così ho fatto un giretto tra le tue vecchie opere e ho trovato questa. La premessa mi ha conquistata immediatamente. Quello che sarebbe potuto succedere in quella determinata scena di Homecoming, o chissà quante altre volte nella vita del medio supereroe. PTSD, guarigione, dolore e affetto: cose in cui noi Madri Degeneri sguazziamo felici.

La premessa della scena d’azione è geniale ed efficace. Le bombe che sono quattro e non cinque, il seminterrato che nasconde la condanna, e il paragone tra la stupidità che Peter sente per sé e il palazzo che crolla. Sembra quasi di vedere un fumetto prendere vita, e il narratore che descrive la scena nel suo verificarsi.

Scene di Spider-man che appende la maschera al chiodo ce ne sono molte, ma quello che rende speciale questa sono due cose particolari.
La prima è l’elemento dell’opinione pubblica, di come il popolo bue reagisce a un Uomo Ragno “assassino” il cui eroismo causa anche danni. Qualcosa che offrirebbe grandissimo potenziale anche in un’opera più prolungata.
La seconda, naturalmente, è il voto del silenzio, anch’esso sintomatico di un ulteriore turbamento nel cuore di Peter Parker. Egli ha qualcuno su cui contare, e non ha il coraggio di afferrare le mani che gli vengono porte: situazione realistica, identificabile per tantissimi.

Nel frattempo, il Signor Stark si strafoga col tradizionale caffè nero da uomo d’affari e soffre in differita per il suo pupillo favorito. Le emozioni di Tony rimbalzano dall’aspettativa al, di nuovo, dispiacere. I messaggi rappresentano il modo perfetto, per queste anime in pena, di comunicare. Peter è praticamente immerso in un mondo tutto suo, da cui non ha la forza di provare a uscire.
Ned è adorabile come sempre. Con il suo modo di fare affettuoso e adolescenziale cerca di reintegrare Peter nella sua vecchia vita. Addirittura gli strappa una risposta, una sola: un ultimo legame con il mondo esterno, sempre più fugace e sempre più sottile per il ragazzo in fuga.
Che però, come fai notare nella conclusione, non può scappare per sempre. E come nelle storie migliori, anche se si ha già il presentimento che ci riuscirà, vuoi rimanere incollato a scoprire come.

Veramente una bellissima idea. Sono così curiosa di sapere dove porterà, you have no clue.
Alla prossima, dunque. Complimenti vivissimi.

Lady R

Recensore Master
28/09/19, ore 17:56

La telefonata tra Peter e Tony mi ha fatto aumentare le palpitazioni.
Erano proprio così le telefonate da ragazzi, "prima" che nascesse qualcosa...
Tony, in fondo, gioca conoscendo le regole, mentre Peter è un giocatore inesperto, e hai reso perfettamente entrambi gli aspetti. Mi sembrava di vederlo, Tony Stark, mentre Peter trattiene il fiato per l'invito a cena a sua zia e poi gli chiede se è geloso.
Che scena adorabilmente crudele! *_*
Solo che poi Tony, anche se stanco, arriva sotto casa sua... e cosa c'è di più bello!? Ho adorato il loro dialogo, il loro abbraccio.
Pur con tutto il suo angst questa storia è dolcissima e romantica e non so se mi sto sciogliendo per Tony (che si avvicina molto all'uomo ideale) o se sono solo terribilmente nostalgica di quelle emozioni, dell'adolescenza e di quel modo di sentire lì.

Prima di andare, ti segnalo qualche svista:

"un abbraccio alla quale" -> al quale

"com un libro aperto" -> come

"avrebbe voluto quasi dire di sì, se solo il pensiero che dipendere dall'uomo completamente era sbagliato non lo bloccava -> non lo avesse bloccato. Io però cambierei la costruzione della frase perché così la sento un po' pesante (ovviamente è solo il mio parere): "avrebbe voluto quasi dire di sì, se solo non lo avesse bloccato il pensiero che dipendere completamente dall'uomo fosse sbagliato"

"quell’accondiscendenza forzata che spaventata tanto Peter" -> spaventava

"Sta volta" -> stavolta

"«Nemmeno io»" -> credo sarebbe più corretto "con me" dato come si sta svolgendo il dialogo

A presto e grazie per questa storia emozionante! ^^

Recensore Master
23/09/19, ore 13:08

Per fortuna che c'è Tony a far notare al ragazzino che la colpa non è sua! ^^
Bel capitolo. Ho poco da dire perché è praticamente perfetto e sono contenta che Peter abbia ripreso a parlare. Un po' alla volta il dolore diventerà altro.
Bella l'immagine del tramonto sulle macerie, la trovo abbastanza ambivalente: immagino il rosseggiare del sole sul cumulo di cemento e ferro spezzato, quasi ad insanguinarlo, a sottolineare che è una scena di morte, ma allo stesso tempo c'è lo spiraglio tra i due palazzi accanto che lascia intravvedere una natura (anche se è solo cielo) che prima non si vedeva, e come c'è un tramonto, poi ci sarà un'alba, una rinascita, una speranza.
Mi piace anche per quel senso forse sottinteso (o forse lo intendo solo io) di natura che si riappropria del suo spazio.

Le mie solite note:
"carrupola" -> non è "carrucola"? A meno che non intendessi altro... ho cercato il termine su Google ma non l'ho trovato. :/

"coerente. il mio cervello" -> minuscola dopo il punto

"«grazie mille quello che sta facendo per me" -> manca un "per"

Al prossimo capitolo! ^^

Recensore Master
14/09/19, ore 14:06
Cap. 3:

Mi ha sorpresa che "altri" sappiano della "cotta" di Tony per Peter. Però probabilmente è vero che, se c'è qualcuno che può seguire e capire i ragionamenti di Tony, quello è Banner.
Ti confesso che ora sono un po' angosciata. Sono tornata su a controllare che non ci sia nessun avviso di "morte di un personaggio principale". ^^'
E poi ho riflettuto sul sentirsi un assassino di Peter.
Non è riuscito a salvare "tutti", ha commesso un errore di valutazione, probabilmente, ma non ha fatto una "scelta", non ha dovuto scendere a patti col "posso salvare o questi o quelli".
Quindi capirei la disperazione per aver fallito, ma il sentirsi un assassino mi pare esagerato.
L'unico metro di paragone che posso usare è quello coi gatti (sono una gattara pazza, ebbene sì! U.U): a volte ti arriva una cucciolata mal messa, fai del tuo meglio per salvare tutti i piccoli, ma qualcuno non ce la fa, anche se hai fatto il massimo che potevi. Infuriarsi con chi li ha abbandonati, con chi non sterilizza, piangere... è normale. Ma non è colpa tua.
Mi è capitato anche di dover far addormentare dei cuccioli perché le loro condizioni non potevano migliorare e stavano solo soffrendo... non è essere assassimi.
Io parlo di gatti e nella storia si parla di esseri umani, ma spero che il mio ragionamento sia comunque chiaro.
Ecco, tutto questo sproloquio per dire che forse il motivo scatenante andava sviluppato in modo un po' diverso. (Mandami pure a quel paese!)
Ciò nonostante la storia continua a piacermi un sacco.


Ti segnalo la frase "Peter non ne aveva mai avuto a che fare." che mi risulta un po' insolita: che io sabbia si usa dire "ci aveva", ma non so se si possa dire anche "ne aveva".
La finisco di rompere e fuggo.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
08/09/19, ore 15:35

Che bello questo capitolo! Quanto dolore! Quando Tony ha raggiunto Peter mi aspettavo un bacio, mi immaginavo la resistenza di Tony, in effetti... non mi aspettavo che fosse Peter, l'apatico Peter, a prendere l'iniziativa, ma in effetti ha senso: se Tony vuole aiutarlo, quello è il salvagente che lui gli chiede.
Eppure ha senso che Tony si tiri indietro perché in questo momento, in cui Peter è tanto fragile, non sarebbe la cosa giusta...
Ora tu mi devi spiegare come hai fatto, con queste premesse, a tenere il rating giallo! >.<
La storia è già finita, quindi so che non si alzerà il rating e sappi che ti sto un po' odiando! >.<
Perché mi hai portata a shippare questa coppia che io prima non shippavo!? Perché!?
A parte i miei scleri, mi piace Tony che cerca di attenersi a un comportamento da padre (in realtà sto plottando su questo concetto destinato a franare, ma non ho tempo per scrivere, maledizione!), mi pare adeguato alla grande differenza d'età, al senso di responsabilità che Tony mostra verso il ragazzino.

Prima di lasciarti, sappi che ho adorato la frase "... lui non sbagliava mai. Con gli altri, almeno. Con Peter era un continuo spezzargli il cuore."

E che c'è una ripetizione nella frase: "Non non c’è nessuno", a meno che non manchino dei puntini di sospensione per indicare il balbettio.
A presto. ^^

Recensore Master
03/09/19, ore 13:17

Eccomi qui ad affrontare la prima long (non ti ho vista nelle liste di scambio lo scorso fine settimana, ma io avevo bisogno di leggere qualcosa che sapevo già mi sarebbe piaciuto, così... E non sentirti in dovere di ricambiare se non hai tempo! ^^).
Mi piace molto come hai impostato questa storia. Dal momento che non amo particolarmente il carattere vivace di Peter, vederlo in questo stato me lo fa apprezzare di più (anche se mi dispiace per lui >.<). Va detto che amo l'anghst.
Mi ha fatto tenerezza Ned, che ha imparato a fargli domance a cui può rispondere con un cenno: è un vero amico e anche se ha il ruolo di spalla comica, è un dettaglio che trovo molto appropriato e che dà spessore al personaggio.
E poi hai citato il D&D! Da nerd del più bel gioco del mondo, mi si sono illuminati gli occhi al solo sentirlo nominare. ^^'''
Ora sono curiosa di vedere come svilupperai il rapporto con Tony. :3

Ti segnalo la frase "non so alzò e rimase nel suo giaciglio": per quel "so" al posto di "si".
Non vedo l'ora di proseguire con la lettura! ^^
A presto. ^^

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