Recensioni per
Vide cor tuum
di padme83

Questa storia ha ottenuto 67 recensioni.
Positive : 67
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 3 4 5 [Prossimo]
Recensore Veterano
22/04/21, ore 13:49

Ciao! Ho letto con interesse il tuo racconto, trovandolo così ben scritto che mi sembrava di essere lì con loro. Il senso di "oppressione" dato dalla perdita è molto forte, descritto in maniera così "perfetta" da farlo avvertire anche al lettore!

Congratulazioni, ben fatto!

Recensore Master
01/02/21, ore 23:51
Cap. 4:

Cara Padme,
avevo ancora aperta questa raccolta e, chiaramente, non potevo mancare dal completarla.
Ho da poco finito un ciclo e mi ritrovo a completarne un altro in una situazione che non mi aspettavo ma che, al solito, sembra davvero mettere tutto al proprio posto. 
Leggere questa shot mi ha fatto rimettere insieme un po' di tasselli nella mia memoria ultimamente molto provata perché non mi ricordavo che Silente morisse prima di Grindelwald e, invece, certo che è così perché è da lui che Voldemort va per capire dove si trovi la Bacchetta di Sambuco. 
Ed è struggente e meraviglioso assieme il fatto che lo spirito di Albus vada da Gellert, anticipato da quel chiarore così forte capace di ferire e sanare al tempo stesso, nella fine sono di nuovo giovani, non più gli uomini vissuti che si sono combattuti e amati perché sì, eccome se si sono amati. Il momento dello strazio di Gellert quando comprende, grazie al loro legame indissolubile, che quel cuore che ha sempre battuto accanto al suo, anche se lontano migliaia di chilometri, si è fermato è forte e potente ma è proprio in quel concetto di fine, di quella vita che li ha visti indissolubilmente uniti ma di fatto divisi, che si racchiude la chiave di volta di questa shot. Perché sono finalmente liberi da quelle catene che li hanno sempre trattenuti e non c'è motivo per Gellert di temere l'arrivo di Voldemort, se non quel piccolo fremito di umana paura che anche un grande mago oscuro non è esente dal provare. E quel bacio che si scambiano è l'ultimo e il primo al tempo stesso, quel fondersi, completarsi mentre i loro cuori tornano a battere finalmente insieme per un attimo, con quella rosa bianca che suggella la loro unione che nemmeno la morte può spezzare, poco prima che il cielo si oscuri e arrivi Voldemort con il suo anatema che uccide ma che, in realtà, segna la loro rinascita. L'idea che dopo la morte ci sia un'altra vita in cui potranno stare finalmente insieme per sempre è estremamente romantico ed è la degna conclusione di questo amore tormentato, implacabile ma che, purtroppo, in questa vita non era destinato a portare ad una felicità completa, troppi ostacoli, troppa luce contro troppo buio ma nella morte saranno finalmente liberi da tutto questo e l'unico filo che che li legherà sarà quello del loro amore, così forte che nemmeno la morte può spezzare. 
Sapendo cosa significa per te quel fatidico momento del sesto libro, come anticipato all'inizio, sul momento è stata una sorpresa trovarlo ma a ben pensarci è la degna conclusione di una vita grandiosa come quella di Albus che si rifugia nell'amore prima di ripartire verso nuove strade che, come ben sappiamo, porteranno due meravigliosi ragazzi a baciarsi in mezzo a New York allo scoccare di un nuovo anno. 
Mia cara non posso che rinnovarti ancora e ancora i miei più sinceri complimenti e non mi resta che chiederti di guidarmi sul prossimo passo da compiere che, al solito, non so dirti quando sarà ma di sicuro arriverà ;) 
Un abbraccio e alla prossima
Cida

Recensore Master
16/12/20, ore 20:35
Cap. 4:

Ciao di nuovo, beh che dire?? Questa è indubbiamente la storia migliore tua che ho letto. Stupefacente, a dir poco stupefacente. Mi sono molto emozionata a leggerla e mi ha dato tantissime sensazioni, che al momento non saprei nemmeno come esprimere. Intenso, ecco, è stato intenso e lo è stato sin dalla citazione, I fiori del male, una mia lettura piuttosto recente che mi ha dato tantissimo e che ritrovare qui mi ha fatto molto piacere. Quelle prime righe, quella descrizione di Albus fatta dalle parole di Baudelaire è stupenda, indovinatissima tra l'altro e il modo in cui poi tu hai perseguito nei tuoi intenti, snocciolando una storia di tutto rispetto, lo è ancora di più. Al solito fai un uso straordinario dell'italiano, questo devo dirlo anche se a rischio di ripetermi, e lo utilizzi nel senso più ricco e completo del termine. Dal lessico, alle figure retoriche che utilizzi con una facilità disarmante... la lettura è scorrevole, ma non affrettata e di sicuro mai banale, neanche nella caratterizzazione e la gestione dei personaggi. E questa storia, questa raccolta, è stato un viaggio che sono molto felice di aver fatto.

Ecco, probabilmente se avessi letto questa storia quando l'hai pubblicata, mi sarebbe suonata un po' come un piccolo addio. Per me suona come un arrivederci a fra poco, ma a leggere le tue note suonava davvero come una sorta di piccolo addio. E devo dirti che ne ha tutta l'aria. Questo viaggio che ci fai fare nel quale assistiamo Gellert nel momento praticamente che precede la sua morte, e che soprattutto precede il suo ritrovarsi con Albus, inizia con una descrizione di un luogo meraviglioso. Che trasmette serenità e pura luce, e mi piace molto la tua idea che Nurmenrgard non sia solo ciò che ci è stato mostrato, ma che possa essere anche un luogo come questo. Luminoso, sereno, tranquillo, una sorta di paradiso in cui passeggiare. Un luogo dal quale Gellert non scappa, non fisicamente e anche se sa che la morte sta arrivando a prenderlo. Sembra non averne nemmeno bisogno né la voglia di farlo, tutto ciò di cui gl'importa è Albus. è come se lui fosse stata la costante di tutta la sua vita, anche nei passaggi in cui era un potente mago oscuro e cervava di portare Silente con sé, anche allora Albus era la costante della sua esistenza. E questo forse è stato una buona parte del problema. Incontrarlo probabilmente non ha cambiato la sua indole, ma lo ha portato ad amare in una maniera viscerale. E qui ce ne dai la dimostrazione. Le loro menti, unite in una, con le sensazioni che si mescolano insieme, i sentimenti forti come un tempo nonostante di anni ne siano passati moltissimi, è un'immagine che ho adorato. Accompagnamo Geller verso la morte, sì, perché Tom Riddle sta arrivando, ce lo dici tu molto chiaramente alla fine, sottintendendo che per Grindelwald si sta avvicinando la fine. Non è un passaggio drammatico però, al contrario lo hai fatto con molta delicatezza, lui stesso è molto sereno e credo che il fatto che nei suoi ultimi istanti di pace abbia visto Albus gli abbia dato la tranquillità necessaria.

Mi piace molto il legame che hai descritto tra Gellert ed Albus, che poi è stata il centro di questa raccolta. Questo amore totalizzante al quale nessuno dei due ha alternative... Ce lo fai vedere anche attraverso quel che dice e fa Silente, parla poco e più che altro agisce, un Silente dall'aspetto più giovane. Sembrano gli stessi ragazzini di un tempo, quelli delle tue storie passate che hanno vissuto un amore estivo dirompente e che poi non sono riusciti a fare a meno di allontanarsi, nonostante ogni cosa suggerisse sino a che punto fosse necessario. Il tuo venerare questi personaggi e questo rapporto, in questa storia è evidentissimo. Ne parli con reverenza e amore assoluti, ogni parola è una dichiarazione d'amore. I baci e i tocchi di Albus e Gellert sono una carezza dolcissima. E io sono davvero felice di aver letto questa raccolta di storie, sono arrivata in ritardo alla fine, ma l'importante è essere qui. Andrò di certo avanti con le altre, ma intanto voglio farti i complimenti per questa storia fantastica!
Koa

Recensore Master
16/12/20, ore 20:07

Ciao, visto che ero su Efp stasera e che ho un po' di pace attorno a me (il che è una sorta di miracolo, credimi!) e che avevo voglia di leggere della Grindeldore ho pensato di continuare con questa raccolta. Anche questa credo proprio di averla già letta, ma immergermi di nuovo in queste sensazioni è stato a dir poco stupendo. E questa è, credo proprio, la mia preferita in questa stupenda raccolta.

Se dovessi descriverla in due parole direi che è una storia di amore e morte, in cui questi due concetti vengono intrecciati insieme più e più volte e in maniere differenti. Il comune denominatore è Albus, qui al centro della narrazione. Un Albus con un gigantesco senso di colpa per quella che è naturalmente la morte di Ariana. Lei non viene nominata direttamente, ma non è necessario citare il suo nome per farci capire a cosa Silente si sta riferendo. Si sente in colpa per la sua morte, è convinto che fosse una sua diretta responsabilità e che dovesse fare qualcosa di più per salvarla. E quindi il tormento, forse anche degli incubi notturni e un senso di morte da te molto ben descritto tutto attorno a lui, rappresentato da suoni stridenti e immagini da incubo che gli si prospettano davanti agli occhi. Ma la storia non parla soltanto di morte, ma anche di amore. Un sentimento viserale che per qualche momento è in grado di strappare Albus dai suoi tormenti e che lo porta su un altro piano. Ecco, questa è un po' una costante delle tue storie su questa coppia. Il modo in cui descrivi il loro sentimento e la maniera che hanno di viverla, la percepisco come una fuga dalla realtà, dai sensi di colpa, dalla sofferenza, una fuga spesso anche dalla ragione che magari suggerirebbe loro di star lontani e che non è il caso di alimentare un simile sentimento. Eppure, sembra che lontani non ci sappiano proprio stare e, anzi, ciò che fanno qui permette ad Albus di andare letteralmente su un altro pianeta. Forse questo non cancella il senso di colpa o il dolore per la perdita della sorella, ma è un momento tutto loro che io ho trovato bellissimo e stupefacente. Sottolinei sempre in maniera splendida la capacità di Gellert di amare. Sappiamo quanto il suo carattere abbia dei lati più oscuri e leggendo tra le righe si può anche notare come questi s'intravedano appena in ogni cosa che dice e fa, eppure ciò che si percepisce da questa storia è soltanto la dolcezza e questa passione travolgente con la quale ha diciamo curato il suo Albus.

Ho amato leggere questa storia, e penso proprio che ora andrò avanti e leggerò anche l'ultima, così da finire questa raccolta e andare avanti, sarebbe anche un po' ora di mettersi al passo.

Alla prossima!
Koa

Recensore Master
28/11/20, ore 20:25

Ciao, rileggo questa storia con davvero molto piacere e ora mi fermo a lasciarti due parole perché sono doverose, e perché l'altra volta sono stata pessima a non passare a recensire. Sappi però che mi era piaciuta, allora così come adesso. L'ho trovata incantevole, e non uso questo termine per usare una parola un po' più di "carino" e un po' meno di "strameraviglioso". Uso invece il termine incantevole per farti capire sino a che punto questa storia mi ha incantata, il tuo stile, il lessico che utilizzi (ricercato, non aulico, ma non banale né statico) così come le figure retoriche aiutano a costruire delle immagini bellissime e un'introspezione meravigliosa e mai ridondante. Non so se ho già sottolineato questo aspetto dei tuoi racconti, ma hanno sempre un ritmo piuttosto serrato, pur racconando spesso immagini statiche da un punto di vista dei movimenti. Questa storia si prende i suoi tempi, ma anche un gran ritmo che incalza fino a questo finale. L'ho trovata ottima e, appunto, incantevole. Usi la scrittura e le parole con la stessa abilità con cui Albus e Gellert fanno le loro magie, mi hai dato le medesime sensazioni. Bravissima.

Per quel che riguarda la trama, dunque, io ho sempre ben in mente il contesto che hai cucito addosso a questi personaggi. Un contesto giovanile, racconti della loro conoscenza quando ancora erano giovani e lo fai con passione e maestria. Qua ci regali in maniera particolare un'immagine che non è esattamente e comunque fisica, ripenso alla storia precedente e mi figuro questo luogo fatto di dolmen e di cerchi magici, come un luogo prettamente onirico. Il che non significa che non sia successo veramente (per citare qualcuno). E succede per davvero, i sentimenti passionali e brutalmente sinceri di Grindelwald sono reali e tangibili. Si può quasi toccare la rabbia, la gioia nel rivedere Albus dopo tanto tempo, forse anche un accenno di preoccupazione e alla fine anche l'amore. Che esplode in questo bacio, nel ritrovarsi e nel potersi toccare. C'è tantissimo amore in questa storia e questo susseguirsi di sentimenti ed emozioni che ci descrivi parte anzitutto da te e dalla venerazione che nutri per questi due personaggi. Si vede. E non lo dico con retorica, ma non è una cosa comune. Non tutti gli autori nutrono questo amore così profondo e appassionato per i "propri" personaggi. Lo virgoletto perché tecnicamente sono di altri, ma in un certo senso, nostri, lo diventano. Questi Albus e Gellert sono assolutamente tuoi. E sei davvero bravissima!

Complimenti!
Koa

Recensore Master
23/11/20, ore 21:27

Dearie, per rimanere in tema delle reminiscenze che il tuo post mi ha portato alla mente, here I am!
Lo so che lo sai cosa ho pensato subito dopo XD
Io davvero non so perché ma avevo come l’idea che la morte di Ariana sarebbe sempre rimasta come un’ombra lontana e, di conseguenza, questa shot mi è arrivata come un pugno nello stomaco improvviso.
L’incubo di Albus, il vomito che preme per uscire e il dolore, ah, il dolore è così tremendamente dilagante che è impossibile non sentire la stessa oppressione nel petto e, allo stesso tempo – visto come il tuo umore guida la tua mano -, mi viene un grosso istinto di mandarti un abbraccio virtuale.
La disperazione è così forte in Albus che nemmeno la presenza di Gellert riesce a calmarlo, Albus non vuole essere aiutato perché sente su di sé tutta la colpa della morte di quella sorella così problematica ma non per questo meno amata ma che è servito perderla - per colpa sua - per rendersene conto completamente. Entrando nella sua mente Gellert capisce tutta questa disperazione – la colpa è di tutti? Di nessuno? Oddio, Oberyn ç_ç – e non può far altro che incanalare questa forza distruttiva nell’amore, Albus non si può calmare, va fatto ardere e bruciare fino a consumarsi in qualcosa di bello e distruttivo al tempo stesso com’è il loro amore e ancora un volta ritornano un susseguirsi di contrapposizioni a descriverlo questo amore che forse sarebbe meglio non fosse esistito mai eppure c’è e non si può cancellare.
E il culmine arriva con quelle parole sussurrate, forse gridate, che quell’amore è più forte di qualsiasi cosa, di tutte le forze del mondo, della vita stessa.
Hai questa capacità incredibile di rendere il loro legame così intenso che pare impossibile saperli un giorno su schieramenti differenti: nemici, in quell’eterna battaglia fra orgoglio, ragione e sentimento che, se mi soffermo a pensarci, mi fa ancora più male ma, mannaggia – o meglio, viva – te, non posso fare a meno di apprezzare enormemente.
Ragazza mia, certi personaggi ci invadono il cervello e non c’è verso che ne escano… magari si possono prendere una pausa ma sono sempre pronti a saltare fuori quando meno ce l’aspettiamo o perché no, quando ne abbiamo più bisogno perché sono il nostro sfogo, il nostro porto sicuro, a volte la nostra dannazione, a volte la nostra salvezza. Personaggi così non si possono lasciare andare, neanche volendo… saranno loro a decidere di abbandonarci quando e se vorranno. Siamo solo piccole barchette in balia del loro mare 😉
Al solito complimenti vivissimi.
Non uno, non dieci, non cento ma mille abbracci (caldi) <3
A presto
Cida

Recensore Master
22/10/20, ore 17:14

Carissima,
eccomi a te, eccomi a loro!
Ti devo dire la verità, non so più bene cosa inventarmi per spiegarti che adoro maledettamente tutto quello che scrivi XD Quindi, spero mi perdonerai se rieschierò di diventare ripetitiva ^^
La capacità che hai rendere il dolore e il bisogno nei tuoi scritti non finirà mai di stupirmi, sono emozioni che riesci a rendere palpabili innescando, inesorabilmente, quell’empatia con i personaggi – questa volta è il turno di Gellert – a cui è impossibile sottrarsi.
Non ho faticato a comprendere la rabbia di Gellert nel momento in cui Albus se ne è uscito bello tranquillo dal cerchio di pietre, come se il suo sparire non avesse rischiato di mandare ai pazzi un mago oscuro e una fenice, no, no, ovvio che abbia cercato di affatturarlo, ci ha anche messo fin troppo poco impegno povero cuore innamorato e straziato.
Il fatto che Albus sia sparito in quel cerchio in una notte intrisa di magia come Beltane, mi ha fatto ricordare un po’ Outlander – sì, lo ammetto, ne sono una discreta fan – ma immagino che l’idea di viaggi interdimensionali-intertemporali sia ben radicata in questo tipo di folclore. Chissà dove se n’è andato quello scostumato privo del benché minimo buon senso >.<
Al solito è assolutamente magistrale il modo in cui riesci ad inserire il concetto di ogni citazione che scegli all’interno del testo stesso e il titolo che hai messo è veramente stupendo e incredibilmente adatto.
E niente, io mi sciolta quando Gellert spiega con incalzante trasporto cosa significa per lui quel legame che gli permette di averlo sempre al suo fianco, anche quando sono maledettamente lontani, e che cosa ha significato per lui smettere di sentirlo e, finalmente, il buontempone forse capisce di aver fatto una supercazzola, però, ehi, è pur sempre Albus Silente per cui lo rassicura ma di certo non si scusa.
È così tremendamente struggente il fatto che per sentirsi vivi e reali debbano soffrire così tanto e Gellert trema, non solo per il freddo che prova per essere uscito poco vestito, ma anche per la disperazione e per il dolore… perché il loro amore deve passare per così tanto dolore? T-T Perché altrimenti non sarebbero loro, hai ragione anche tu. Le contrapposizioni che hai elencato quando, finalmente, si baciano le ho adorate tutte, una per una. Chiaramente non c’è niente di meglio del fuoco di Albus per scaldarsi, il drago ha finalmente ritrovato il suo sole. Beh, sì, ho una vaga idea di quello che succedeva attorno ai fuochi di Beltane ma ho come la netta sensazione che anche se non fosse successo, loro l’avrebbero fatto accadere comunque XD
Che ti devo dire, me li fai amare sempre, ogni maledetta volta *-*
Un super abbraccio e alla prossima <3
Cida

Recensore Master
13/09/20, ore 14:32

Ciao, finalmente eccomi qui.
Mi scuso per questo immenso ritardo ma sono stati giorni un po' deliranti per via degli ultimi vaccini, fortunatamente è passato tutto. Dato che mi hai dato la possibilità di spaziare un pochino, ho deciso di riprendere un po' l'ordine cronologico in cui hai pubblicato. Leggere qualcosa di tuo è sempre estremamente estraniante: mi solleva da dove sono e mi porta in questo mondo poetico di bisogno e passione, questa volta avvolto dal vento salmastro che soffia su un mare ribollente, non ho faticato ad immaginarne il profumo. Dici che non sai cosa sia di preciso questo incontro ma mi piace pensare che, con quell'immagine delle mani di Albus che si stringono attorno ai polsi di Gellert che non svaniscono, loro due si siano trovati e amati per davvero. Come ogni volta mi conquista tremendamente questo legame che li avvolge, dove pare che ci sia una netta supremazia di Albus ma così non è, perché sono schiavi l'uno dell'altro senza possibilità di ritorno. Ho adorato la descrizione degli occhi di Gellert e mi ha piacevolemente stupito che tu abbia accostato il suo odore agli agrumi che mi ricordano molto il sole o qualcosa di estreamente luminoso, in contrapposizione alla sua personalità così tenebrosa. Non ho letto "Chiamami col tuo nome" ma posso dire che il passaggio si adatta anche a loro due alla perfezione.
E mi è piaciuto anche come l'atto di studiarsi iniziale, per comprendere la reciproca presenza, abbia lasciato spazio all'urgenza di amarsi, alla necessità di Albus di percorrere ogni singolo centimetro della pelle di Gellert, al bisogno di sentire il suo piacere ancor prima del proprio. Credo che tu riesca a rendere perfettamente il concetto di come queste due anime di uomini forti, maghi potenti, spiriti indomiti e morali distinte, non possano sottrarsi all'amore bruciante che li lega indissolubilmente, qualsiasi strada possano prendere o qualsiasi cosa possano fare. Il pensare che facciano parte di queste due fazioni così drasticamente opposte fa male ma allo stesso tempo rende il loro legame così maledettamente romantico che mi fa sospirare come una ragazzina XD
Non posso che rinnovarti i miei più sinceri complimenti al cubo e, al solito, è sempre maledettamente un piacere passare di qui anche se mi fai struggere il corazon con questa relazione fatta di bisogno bruciante che può vivere di soli attimi.
Un super abbraccio e alla prossima
Cida

Recensore Junior
17/07/20, ore 19:35

Un'amica mi ha fatto scoprire queste meraviglie che scrivi. La ringrazierò a vita.
Non sono in grado di dire altro. Mi vergogno ad usare le parole, dopo aver letto come vanno usate.
Superlativo.
Grazie.
❤️

Recensore Junior
17/07/20, ore 13:35

Quello che ho appena letto è di una bellezza disarmante. Così struggente che non ho parole per descriverlo.
Hai raggiunto vette inarrivabili.
Non mi resta che ringraziarti in silenzio per questo gioiello.

Grazie ancora.
L.

Recensore Master
09/07/20, ore 20:31

Ciao, è stata una sorpresa piacevole lo scoprire che in realtà era te che avrei dovuto prenotare. Mi riprometto sempre che devo passare più spesso dal tuo profilo, ma puntualmente finisco con lo svagare la mente altrove (Shame on me!). Dall'ultima volta che ho letto qualcosa di tuo, Supernova per la precisione e come dimenticarla? Non è passato tanto tempo e dato che l'altra volta mi avevi messo quella storia come punto di partenza, dopo aver esplorato a fondo il tuo profilo ho deciso di mettermi su questa breve raccolta, che a quanto dici è altrettanto importante per te, e lo si vede se posso permettermi. Ogni tuo scritto è fenomenale dal punto di vista della prosa, sempre molto poetica, se mi permetti l'accostamento, dalle citazioni che inserisci ogni volta pienamente coerenti col testo, sino al significato così ricco di figure retoriche e sottotesti, aspetti anche ben nascosti a cui non fai caso a una prima lettura. Ma i brani che, per una ragione o per l'altra, ti sono entrati nel cuore hanno una marcia in più rispetto agli altri. Ricordo appunto Supernova, ma anche questo ha avuto un impatto fortissimo su di me.

Come dicevo, resto sempre ammirata dalla tecnica narrativa. Si vede che in buona parte segui il tuo istinto, si vede soprattutto che conosci questi personaggi a memoria, ma c'è anche tanto ragionamento dietro. Non mi colpisce tanto la grammatica impeccabile, a cui ormai con te sono abituata, ma lo stile e l'uso del lessico davvero molto oculato e preciso. Ogni parola è ben calibrata, come se facessi attenzione a ogni respiro perché da esso ne dipende il significato della storia stessa e forse è così, dato che è tutto così ben bilanciato che un termine usato male potrebbe cambiare tutto. Leggerti insomma è un piacere, anche perché il lessico è decisamente superiore rispetto alla media di Efp, direi ricercato e poetico, ma non fastidiosamente aulico. Non è decontestualizzato, al contrario trovo la narrazione coerente con l'ambientazione e i personaggi. Albus e Gellert d'altronde richiedono a mio avviso un minimo di preparazione tecnica, come se fosse un debito che devi loro per stare al loro livello e tu ci riesci alla grande, ogni volta sei capace di sorprendermi e ti faccio i complimenti, davvero perché ogni tua storia è molto sentita e mi fa sempre un effetto stupefacente, come se entrassi dentro a un mondo meraviglioso con immagini visive anche molto forti, che tu gestisci sempre perfettamente.

Per venire alla trama della storia, devo dire che le tue note autore hanno cambiato un po' le carte in tavola! Diciamo che le hanno bellamente sconvolte ecco.. Perché tornando indietro e rileggendo anche solo i primi passaggi, sì, sembrerebbe davvero un sogno e io alla prima lettura proprio non ci avevo pensato. Quando Gellert e Albus si incontrano? In quale momento della storia? Forse già dopo che si sono separati, questa spiaggia lontana da tutto e da tutti non sembra un luogo facile da raggiungere, certo loro come maghi hanno tantissime potenzialità e non dev'essere un problema per due come loro sparire nel nulla per una notte, io pensavo a un incontro dopo una lunga separazione, un attimo di debolezza ecco. Ma le tue note autore hanno cambiato la mia percezione delle cose. Non so dire con esattezza se tutto questo sia un sogno oppure no, tu stessa lo lasci all'interpretazione, non so se sia accaduto veramente o se faccia parte dell'illusione che Albus si è costruito, la sua fantasia, il suo sogno di ritrovare Gellert per come erano un tempo, di amarsi ancora per quelli che erano una volta, senza pensieri, soltanto amandosi perché è giusto così. Non credo che l'idea che sia ambientato in un sogno renda la trama più angst, di sicuro rende questo amore molto più struggente, poiché impregnato di un desiderio che rimane dentro alla testa del personaggio e non viene vissuto tanto intensamente. Ma tu sei solita ritrarre in questa maniera il legame tra Silente e Grindelwald, quindi per me non è una novità. A dimostrazione di questo c'è quel passaggio delle note autore in cui dici che trovi perfetta per loro l'immagine di Beatrice che mangia il cuore di Dante. Non ci avevo mai pensato, ma è un'immagine di forte impatto e sì, ce li vedo anche intenti in un atto simile, ovviamente metaforico e spirituale. Per tornare al tema del sogno, sì, credo che lo sia. Mi piace questa prospettiva, mi piace l'idea che Albus si immagini dentro la sua testa un incontro con l'uomo che ama e che evidentemente gli manca da morire. Mi piace che un lato di lui sogni di tornare a quelli che erano un tempo, spensierati soprattutto. In grado di amarsi senza riserve come se al mondo non esistesse nessun altro. Giunge a proposito la tua citazione da Harry Potter, il fatto che sia nella sua testa non lo rende meno reale, e io lo credo.

Al solito ti faccio i complimenti per le immagini vivide che ci regali ogni volta, per il turbinio introspettivo che sei in grado di essere. Ogni volta leggerti è una bellissima emozione, lo è stata anche questa volta.
Alla prossima (e questa volta prometto di passare prima).
Koa

Recensore Master
29/01/20, ore 20:29

Questa credo sia finora la fic che più preferisco di questa raccolta di missing moment. Intanto c’è il pov di Albus che, forse sono io che ricordo male o che non ho letto abbastanza di tuo, mi sembra così raro da lasciarmi felice (e col cuore a pezzi, dannazione a lui!) quando mi capita di leggerlo. Ma la cosa che adoro-adoro-adoro è il legame che c’è tra loro due dovuto anche al patto di sangue, il fatto che entrambi condividano le stesse emozioni, gli stessi sentimenti, gli stessi pensieri, che vivano l’uno con e nell’altro.
Quanto mi ha commosso il momento in cui Grindelwald gli chiede di non lasciarlo fuori, ma di farlo entrare, di condividere con lui il suo fardello e di fidarsi di lui perché lo aiuti a stare meglio. E il fatto che Gellert riesca a entrare in lui in modo alquanto letterale (LOL XD) e che così facendo sia in grado di liberare Albus dal tormento, per sostituirlo al piacere, alle sue parole, al suo amarlo al di là delle forze, oltre la vita, è qualcosa che ben sottolinea il forte legame tra i due. Vuoi perché finora il tuo Albus, era quello della coppia che rispetto a Gellert mostrava meno “debolezze”, vuoi perché il dolore della morte della sorella è così immenso e il senso di colpa così schiacciante che lui per primo si rifiuta di condividerlo con Grindelwald, preferendo tenerlo soltanto per sé, come se meritasse di essere l’unico a venirne schiacciato e come se la colpa davvero non fosse altro che sua. E invece Gellert riesce (come sempre, bello lui <3) a farsi spazio in Albus, a ricordargli quanto bello sia e che al di là della morte, dei sensi di colpa, del dolore e delle lacrime lui è lì, pronto ad amarlo con tutta l’anima.
Come si fa a non sciogliersi?
Come?
Grazie per questo momento meraviglioso… in cui ammetto di aver anche pigolato perché, per una volta tanto, sapevo di che missing moment si parlava e di quale morte Albus si incolpa! *_*

Recensore Master
24/01/20, ore 13:42
Cap. 4:

Mi sono presa TANTO tempo per trovare le parole. Ho letto questa storia qualche giorno fa, e l'ho riletta. E riletta.
La cosa strana è che io stia andando a ritroso nei tuoi scritti, e questo mi da la possibilità di scoprirti in un modo differente. Come andare a levare strati e arrivare al cuore e all'osso di quello che è il tuo canon.

Avevi dato un congedo, e invece sei ancora qui. A regalare pezzi di cuore. Sono davvero felice che tu abbia continuato, perchè altrimenti sarebbe stato più difficile scoprirti.

Il congedo per te era sia fisico che metaforico, perchè qui Gellert congeda se stesso dalla vita. Arriva alla fine, con una serenità data dalla lunga esperienza di vita, e la certezza di trovare dall'altra parte l'amore della sua vita. Albus lo ha preceduto, e in questo, sebbene ci sia dolore nel momento della morte, rassicura dalla parte opposta. Proprio per questa sicurezza, per questa immagine che lo accoglie a braccia aperte di un Albus tornato giovane, nei tempi in cui si erano amati furiosamente e dolorosamente, pieni di passione e di fame per loro stessi e per la vita.

Albus che lo abbraccia è un presagio, un preludio della fine. Lo riporta a casa, dove è il suo posto: vicino al suo cuore. Tra le sue mani.

C'è una enorme poesia in tutto questo, e la fede in una vita dopo la morte che riappiana tutto, porta equilibrio, reca finalmente pace. E' un dono che rende liberi. Ho trovato splendida la menzione alla purezza e alla rosa bianca che Gellert tiene tra le mani. Il cuore di Albus è tornato dove, appunto, deve essere.

E' incredibilmente delicato il modo in cui descrivi un momento tanto difficile, che però non riesce a rendermi triste. Vedo solo l'avvicinarsi di un premio, di una fine che reca in sè un nuovo inizio. Come la fenice appunto, simbolo di Albus e parte della sua bacchetta magica, Albus non muore davvero, e con lui anche Gellert. In questo, lo splendore rappresentato dall'amore che provano, forte e indissolubile, è qualcosa che li lega al di là di tutto.

Una conclusione che è giusta ed equa. Si può aver fatto del male, ma Gellert non è un archetipo del male come Voldemort. Gellert ha travisato, ha sbagliato, ma ha conosciuto amore e passione, desiderio e perdono. E sono quelli che lo portano a una fine tanto serena, tanto agognata, tanto bella.

Non so davvero come esprimere l'emozione che mi hai dato. Sei piena di magia, tu, anche senza che una bacchetta ti abbia mai scelto. O forse si, e noi non lo sappiamo.

Grazie <3

Recensore Master
12/01/20, ore 14:50

Aspettavo questo momento.
Un nodo fondamentale della vita di Albus, e di riflesso, anche di quella di Gellert. Sono felice che tu ne abbia scritto, perchè credo sia davvero il punto focale della loro storia.
Una storia che inizia come un amore dirompente e sconfinato, e non termina mai: si trasforma soltanto, in un amore disperato e oltre la morte. C'è un'immensa differenza tra le due fasi. Il desiderio non manca mai, ma muta in qualche modo. Se prima era un balsamo, una droga leggera, magari un oppiaceo per i pensieri, dopo diventa come eroina, da assuefazione e distrugge allo stesso tempo.

Il dolore di Albus si riflette, riverbera, è come un'onda di marea: finchè monta è terribile e annega tutto, ma i veri danni li fa quando si ritira, perchè trascina via, strappa, devasta quello che si era costruito. Ancora non lo sa, Gellert, ma c'è l'ombra di un presagio. Per questo Albus chiede, mille volte, quanto lo ami. Ha bisogno di conferme, ha bisogno di sapere che lui lo ama, perchè lui non può più amare se stesso, distrutto com'è dai sensi di colpa. E' per questo che non accetta Gellert nel suo cuore in questo momento, perchè è solo pieno di rabbia.

C'è amore e odio e disperazione in tutto questo, un misto di emozioni che mi prendono la gola, mi lasciano senza fiato.

Forse uno dei pezzi più belli che tu abbia mai scritto.

Recensore Master
10/01/20, ore 15:33

Parto subito col dire che se mi citi Jane Eyre io ti offro il mio cuore sanguinante su un piatto d'argento. Prego, qui ci sono le posate, fanne quello che vuoi. E' uno dei miei confort book, l'avrò letto almeno dieci volte. Quella è al storia di uno dei più begli amori di cui abbia mai letto.
QUINDI.

Come già nel capitolo precedente ti ho scritto, la prosa qui è forse meno lirica, nonostante tu utilizzi sempre termini ricercati. Ha un qualcosa di più colloquiale, in qualche modo. Le interazioni tra Gellert e Albus sono espresse anche con le loro stesse voci, oltre che dalle loro anime e dai loro pensieri. Questo mi permette di vederli in un modo un po' diverso, forse più umano. Loro sono umani, come abbiamo fià detto più volte, ma in altri tuoi scritti avevano una connotazione più ultraterrena, quasi come fossero delle idee in un iperuranio mistico. Che poi queste anime fossero in grado di unirsi e di fare l'amore, in un certo senso è ancora più affascinante ❤

Qui invece sembrano appena più umani.
C’è la rabbia, il terrore del non riuscire più ad ascoltarsi, che in qualche modo trascina Gellert verso il basso. Come se queste sensazioni lo scuotessero dal profondo, facendolo tornare più insicuro, più debole, più bisognoso di attenzioni. E infatti “È solo dolore, che si aggiunge ad altro dolore, e il dolore di uno è il dolore di entrambi, ed è il dolore a ricordarvi di essere vivi, di essere uomini.”
Credo che il dolore sia un’esperienza totalizzante forse ancor più dell’amore, perchè coinvolge ogni cellula e ogni terminazione nervosa. La sofferenza distrugge più di quanto l’amore possa lenire, e penso che questo sia un punto importantissimo della loro storia: invasi d’amore e passione, la lontananza li stronca. Nel momento in cui Albus sceglie una strada diversa, Gellert viene bruciato, letteralmente, dalla sofferenza che spazza via gran parte della sua umanità. Albus mantiene una parte più salda, ma sappiamo bene come la sua non sia una vita priva di lati oscuri… anzi. Il suo stesso comportamento con Harry, in buona sostanza, ne è la prova. Anche in questo sono due lati della stessa Medaglia: Albus cerca di incanalare la sofferenza provata verso qualcosa di buono, mentre Gellert ci si abbandona, si lascia invadere, ci si crogiola dentro e la usa per disumanizzarsi. Tutto ciò che gli resta è il ricordo di un amore, un legame indissolubile, che va oltre la morte.

Un ultimo pensiero su come appena i due si riavvicinano e si baciano e possono toccarsi, il tuo stile risale di nuovo, libra sulle vette della poesia, e mi incanta di nuovo.

P.S. anche qui, Marion Zimmer Bradely, con I suoi fuochi di Beltane e le Nebbie di Avalon <3

[Precedente] 1 2 3 4 5 [Prossimo]