Eccomi qua, finalmente giunta al capitolo conclusivo. Ho deciso che mi abbandonerò ai sentimentalismi più tardi: per adesso, mi limiterò ad analizzare quest'ultima parte dell'epilogo perché le cose da dire sono tante e meritano di essere tutte messe in evidenza.
Trovo azzeccatissima l'idea di riprendere esattamente da dove vi eravate interrotti al capitolo precedente. Immagino che un po' questo sia dovuto al fatto che, pur essendo un epilogo diviso in tre parti, sia pur sempre un unico grande blocco da considerare il più organicamente possibile. D'altra parte, però, ribadisco quanto ho detto nella penultima recensione: avreste potuto riassumere in poche righe tutto questo e lasciarci con il lieto fine senza troppe spiegazioni. Come vi ho già detto, per me sarebbe stato un errore madornale, ma fortunatamente non l'avete compiuto: per quanto faccia male assistere alla sofferenza dei nostri amati protagonisti, l'excursus all'interno delle loro emozioni è necessario. Senza queste parti, inoltre, sarei arrivata alla fine della storia con molto meno sollievo: il fatto che Crowley riesca a salvarsi dopo un lungo periodo di shock, di dolore e di recupero è utilissimo per il lettore, perché può capire quanto sia stato male e quanto tutto il percorso fatto non sia stato sprecato.
Se nell'altro capitolo il senso di inadeguatezza era principalmente di Aziraphale, qui ci fare vedere che anche Crowley con le sue reazioni apatiche si sente inutile, si sente come un peso eccessivamente gravoso per l'angelo che gli sta accanto.
Ho apprezzato che abbia scelto di andare da Madame Tracy a scusarsi per il suo comportamento. Per quanto la sua colpa sia qualcosa di molto particolareggiato, di inusuale, ha sicuramente recato disturbo e pena a tutte le persone coinvolte nella storia. Madame Tracy è quel modello materno alternativo a Dio (per riagganciarmi a quello che ho detto sulle piante al precedente capitolo) di cui Crowley ha inconsciamente bisogno. La cerca per confidarsi e per comprendersi un po' di più, per avere un riscontro senza pregiudizi, come dovrebbe essere quello di ogni buona madre. Madame Tracy è la prima persona con cui cerca di fare lo sforzo di aprirsi, viene addirittura prima di Aziraphale e trovo sia una scelta molto sensata: Aziraphale è un compagno di vita, il suo migliore amico, ma lui ha bisogno di qualcos'altro al momento, di qualcuno che analizzi i suoi sentimenti e li comprenda e con cui può anche accettare di vergognarsi per quello che ha provato per quella versione della morta innamorata che non è mai esistita se non nella sua testa. Per di più, ha la legittima paura che Aziraphale lo abbandoni. È in uno stato di terrore che non biasimo: Aziraphale non scappa solo perché stiamo parlando di lui. Non sarebbe una decisione così folle, da parte di chiunque altro, quella di andare via, di lasciare il fianco di una persona tormentata perché non è così facile essere d'aiuto e non è così facile sopportare di non poter fare niente.
Ho accolto il momento in cui Crowley ha deciso di aprirsi con Aziraphale con un sospiro di sollievo: chiacchierare con Madame Tracy gli ha fatto bene, gli ha dato la forza di affrontare la questione e soprattutto una specie di garanzia. La sicurezza con cui la donna gli ha detto che non avrebbe dovuto temere di essere lasciato indietro dall'angelo è stata un toccasana per il demone.
Vi ho detto che su alcune cose non siamo proprio d'accordo e qui ne giunge proprio una: il senso di colpa di Crowley. Voi l'avete giustificato molto bene nel corso della storia, quindi non sono qui per fare delle critiche alla coerenza del vostro racconto o a un accenno di OOC in Crowley. Avete fatto davvero un lavoro ottimo e io continuo a pensare che meritiate tutti i complimenti di questo mondo, quelli che vi ho fatto e che vi farò ancora. Proprio il modo in cui l'avete giustificato mi fa apprezzare questo aspetto del personaggio che gli avete voluto dare: per quanto mi riguarda, siamo a posto! Semplicemente non credo che Crowley nell'opera originale (considero sia il libro che la serie tv) si sia mai sentito in colpa per aver indotto Eva in tentazione con la mela. Io credo, anzi, che lo consideri come il suo più grande traguardo: ha dato la scelta agli esseri umani, ha dato loro la possibilità di decidere più o meno autonomamente cosa essere nel corso della propria vita. Lui non ha obbligato Eva a mangiare la mela: lui l'ha posta di fronte a una scelta, al “Perché no?”. Di fatto, ha dato agli umani la possibilità di dire no a Dio, possibilità che agli angeli non è concessa, pena la Caduta. Nel bene e nel male, secondo me Crowley è comunque contento che gli umani facciano le loro scelte e si facciano delle domande. In questo senso qualche recensione fa vi avevo detto che per me il suo intervento nell'Eden era stata la benedizione più grande per l'uomo: secondo me Crowley ne è consapevole nell'opera originale. Ripeto: qui avete fatto un ottimo lavoro per giustificare il suo sentimento, il suo odio nei confronti di Crawly e la sua paura che Crawly possa fare del male ad Aziraphale, come se egli stesso non fosse Crowley e Crawly insieme. Non solo l'avete giustificato bene: mi è anche piaciuto! Quindi, davvero, non prendetela come una critica, ma solo come uno scambio di opinioni!
Comunque, meno male che c'è Aziraphale che esprime un po' questo punto di vista e offre a Crowley una prospettiva diversa da cui guardare Crawly. In un momento di così elevata fragilità, si invertono i ruoli: se normalmente è Crowley che aiuta l'angelo a pensare, a tirar fuori le obiezioni che tiene dentro (soprattutto nella serie), qui avviene il contrario.
Credo che la vostra proposta di andare a convivere non a casa dell'uno o dell'altro, ma in un posto nuovo, solo loro, sia stata bellissima. Aziraphale ha ragione: devono ricominciare, devono farlo lontano dai luoghi in cui la tragedia degli ultimi trecento anni si è consumata. Crowley deve andare via dal suo appartamento che ormai per lui è diventato soffocante e per l'angelo va più che bene così.
La serie di sogni che avete raccontato e il fatto che quelle cose da una parte si siano verificate e dall'altra si verificheranno mi ha fatto tornare in mente un'altra storia che CyanideLovers ha scritto nella sezione, e cioè “It ended, as it started, with a garden”. Mi ha ricordato quella perché mi sembra di vedere qui la stessa gestione del tempo che era nell'altra storia. Crowley sogna Pepper e Adam che mangiano la mela e questa cosa accadrà davvero.
Ma il sogno più bello è quello in cui, finalmente, Crawly e Crowley parlano. Finalmente la lacerazione nella personalità del demone viene saldata! Mi sono commossa quando l'ho letta la prima volta, mi commuovo anche adesso che rileggo per recensire. È stato un dialogo a metà tra l'assurdo e il divertente che ha avviato definitivamente il recupero della felicità per il finale. Infatti, da qui possiamo dire che la malinconia lasci un po' il posto ad una ripresa gioiosa, alla consapevolezza di poter guarire veramente.
Da qui partono una serie di primi giorni della loro nuova vita e anche questa scelta è stata da me molto apprezzata. Quando ti riprendi da un brutto trauma, da un brutto periodo, da una disperazione più o meno grave non c'è un momento preciso in cui tutto comincia ad andare meglio. I paletti temporali li mettiamo noi a posteriori, ma non è quello che accade veramente. Quello che succede è un fluido susseguirsi di eventi. Perciò segnare un punto preciso nel tempo sarebbe stato ingenuo.
Sul matrimonio torno più tardi. Prima voglio dirvi quanto mi sia divertita a leggere della quotidianità più semplice in cui avete inserito angelo e demone durante e dopo il trasloco. Gli umani tutti impegnati a rendersi utili e ad aiutarli in quel frangente mi hanno fatto tenerezza. Ma soprattutto sono morta dalle risate con questa frase: “A poco erano servite le proteste, minacce, le (finte) maledizioni, l’uomo e Tracy lo avevano avvolto in una coperta talmente stretta da far sembrare il demone l’anello mancante fra l’occulto e un Burrito.”. Immaginare questa scena è stato bellissimo. Povero Crowley: la dignità abbandonata in un angolino di quel divano in cui l'hanno obbligato a stare. Un'altra immagine che mi ha stesa è stata quella di Crowley aggrappato alla Bentley che è costretto a cedere il posto di guida ad Anathema.
Le piante che adesso sono terrorizzate da Aziraphale perché lui usa il senso di colpa come arma sono bellissime. Ecco, questo è il lato bastardo dell'angelo che mi fa più ridere in assoluto. I ricatti psicologici alle piante sono davvero un tocco di classe, forse IL tocco di classe della loro vita insieme! Siete dei geni per averlo pensato!
Ma l'albero di mele. Voi mi volete morta. Dovevate dirmelo quando ho cominciato a recensire questa storia. Mi dovevate avvertire, perché umanamente non posso reggere tutti questi feels. Dio che è dalla loro parte è bellissima! E di nuovo qui mi sembra di trovare un parallelismo tra il demone e l'Onnipotente: Crowley che vieta di mangiare le mele sta di nuovo interpretando la parte di Dio. Stavolta per motivi del tutto diversi – ha paura che sia una specie di trappola, comprensibile –, però il divieto è lo stesso.
E Pepper che coglie la mela? Io voglio Pepper alla guida di uno Stato. Subito. Lei, Anathema, Adam e Madame Tracy. Scherzi a parte, questa ripresa del peccato originale è bellissima. Non solo perché è un richiamo in sé e per sé, ma anche perché avete messo Adam nella condizione di chiudere un cerchio che il suo stesso nome aveva aperto. Il primo e l'ultimo uomo, entrambi Adam, mangiano la mela colta da una donna curiosa, che mette in dubbio il potere costituito (nel peccato originale, Dio, qui Crowley) e che fa la sua scelta. Mamma mia, datemi Pepper ovunque nella vita.
Piano piano tutto torna alla normalità e allo stesso tempo tutto è diverso perché finalmente Crowley sta meglio, sta quasi bene e Aziraphale è felice di poter assistere a questo cambiamento. È interessante come abbiate scelto di far vedere i vari “primi” giorni della loro nuova vita dal punto di vista dell'angelo: sono sempre le persone esterne ad accorgersi prima di quelle personalmente coinvolte che qualcosa sta tornando come deve essere. Chi vive il tormento in prima persona spesso si accorge che è tutto a posto solo dopo, come se da un momento all'altro tutti i tasselli si fossero ricongiunti. Da fuori, invece, Aziraphale può vedere benissimo il passaggio graduale da uno stato d'animo all'altro, da un comportamento all'altro e può gioirne, conservando ognuna di queste tappe come un momento importante. Poco importa quale sia il vero primo giorno delle loro vite dopo l'Apocalisse mancata: l'importante è il percorso fatto finora e che si farà in futuro.
Eccomi al matrimonio. Questa è una cosa che a me non piace con Crowley e Aziraphale: come avete detto anche voi qualche paragrafo prima, è un concetto tutto umano, non è qualcosa che appartiene all'Inferno e al Paradiso e credo che “Ineffable Husbands” racchiuda perfettamente il tipo di unione matrimoniale che intercorre tra loro: è ineffabile, non ha bisogno di una fede al dito per essere forte, non ha bisogno di un contratto. Detto questo, c'è un però: il vostro matrimonio mi è piaciuto. Quindi amen! :') No, sul serio, mi è andato benissimo, anche perché avete detto che hanno in qualche modo rinunciato alla magia, si sono “umanizzati” un po' di più e questa mi è sembrata una buona motivazione. Mi è piaciuto per come l'avete gestito, per come l'avete reso divertente senza intaccarne comunque la solennità e la simbolicità. L'officiante che se la ride, poi, è stata un tocco di classe! Anche qui ho ripensato a “It ended, as it started, with a garden”, perché lei sa cose che non dovrebbe sapere. Oppure mi state dicendo che l'officiante è un'incarnazione di Dio – Gesù 2.0 – e che li ha sposati Lei? Perché se è così, io piango da qui fino alla fine dei miei giorni e vi abbraccio virtualmente sempre fino alla mia morte, a costo di essere molesta. Ci ho riflettuto dopo, ma adesso mi sembra veramente l'unica spiegazione plausibile a questa cosa. Comunque, continuo fermamente a credere che loro non abbiano bisogno di questo contratto nel modo più assoluto, ma il matrimonio che gli avete dato voi mi ha proprio scaldato il cuore. Bravi veramente!
Crowley che finalmente si sente importante mi ha commossa tantissimo. Ha capito, ce l'ha fatta. Questa è senza ombra di dubbio la conquista più grossa che abbia fatto nel corso di questa storia. Sono sinceramente orgogliosa di lui – che è una cosa stranissima da dire per un personaggio fittizio, ma so che mi capite!
Ma potevate farmi smettere di piangere qui? Ovviamente no, mi sembra giusto: mi dovevate tirare fuori la ninnananna di Eva per Caino. Ma soprattutto mi dovevate tirar fuori Crowley che perdona Dio. Mi commuovo anche adesso che sto scrivendo la recensione. Se non è character development questo, io non so cos'altro lo sia. La cosa più bella è che è stato coerente, è stato graduale. Avete dato a tutto quanto il giusto peso e alla fine avete potuto tirar fuori un'evoluzione formidabile che fa veramente scendere cascate di lacrime.
Voi non eravate pronti al finale, ma non lo ero nemmeno io. Avete scritto una storia bellissima. Avete gestito dei temi filosofici complicatissimi con una maestria e un'eleganza che vi fa onore. Le questioni che avete affrontato vanno ben oltre il mondo delle fanfiction e io non posso che essere profondamente ammirata per tutto quello che siete riusciti a condensare in modo fluido in dodici capitoli.
Non posso che ringraziarvi con tutto il cuore per la perla che avete scritto, per averla condivisa con noi e per aver arricchito la sezione con le vostre parole. Sono assolutamente certa che rileggerò questa storia, quando mi sarò ripresa (adesso penso che mi sentirei male), perché è così ricca di spunti e di concetti che è impossibile pensare di fermarsi ad una sola lettura.
Bravissimi, davvero. È riduttivo, meriteresti parole molto più profonde e molto più calzanti, ma non ne trovo. Mi avete regalato davvero una storia bellissima.
Un bacione, ragazzi, e grazie ancora per questa magnifica avventura!
Menade Danzante |