Cara Stellato, un altro capitolo strepitoso, leggero e quasi surreale, dove ci mostri la tua voglia di giocare con i nostri amati personaggi (ben inteso nell’accezione migliore del termine, come vedi mi hai contagiato e uso le tue care parentesi entro le quali può nascondersi un intero mondo di pensieri e parole e atti), permettendo loro appunto con la forma del gioco di scoprirsi un po’ di più e anche di sorprendersi per le emozioni suscitate da gesti e parole. Tutta la situazione che si è svolta nella carrozza ha dato il là a far emergere da parte di qualcuno in particolare, sentimenti che sono stati repressi per troppo tempo e che in questo frangente ha potuto palesare forse consciamente, o lasciandoli sfuggire al proprio controllo, sapendo che non sarebbero stati presi troppo sul serio. André si è comportato come un uomo di mondo profondamente rispettoso del sentimento verso la sua compagna, ma più andava avanti quello strano intermezzo e più venivano fuori delle verità che avrebbe voluto tenere celate per poi essere espresse quando anche la sua controparte avrebbe potuto comprenderne pienamente il senso e la profondità forse un giorno non troppo lontano. Ma il gioco si è spinto tanto oltre il consentito e Oscar si è infatti rabbuiata ed è tornata ad essere la donna algida che il suo ruolo le aveva sempre imposto di essere mentre in quei mesi di conoscenza con Sabine si era lasciata andare e aveva accolto la vita come si prospettava momento per momento arrivando a goderne di essa. Tutti e due si sono resi conto del cambio di registro dell’intera situazione e hanno pensato di smarcarsi dalla coppia di viaggiatori così stranamente assortita che era riuscita talmente bene ad intromettersi fra loro. Da notare per André il coraggio delle sue affermazioni che, seppur fatte per scherzo, sono risultate all’orecchio di Oscar attento ai cambiamenti anche di tono quantomeno destabilizzanti tanto da impensierirla. L’idea di terminare il viaggio a cavallo per velocizzarlo è stata quanto mai la benvenuta, poiché ha dato ad ambedue la possibilità di lasciare correre i pensieri senza intromissione alcuna e poter ritrovare ognuno il proprio equilibrio. Simpatico l’arrivo a Grasse dove vengono accolti meglio dal paesaggio lussurreggiante, che tu riesci a descrivere talmente bene da farci assaporare il tepore del sole estivo così come i campi di grano che ondeggiano al vento insieme a file sterminate di campi di lavanda dal profumo inebriante (forse dalla mia descrizione capirai che mi sono lasciata completamente trasportare nella dimensione che hai creato per i personaggi), che dagli abitanti che vivono nei pressi della piccola cittadella dove vive e lavora Sabine la quale appena li vede comparire si fionda letteralmente fra le braccia di Oscar ancora incapace di credere che loro siano giunti fino a lì e lo abbiano fatto proprio per lei. Oltre al racconto ci hai fatto dono anche dei tuoi disegni a ulteriore coronamento di qualcosa che è già pregevole di suo. Non vedo l’ora di leggere cosa accadrà ora che sono tornati ad essere tutti e tre insieme.Ti aspetto presto e ti mando un affettuoso abbraccio. |
Ciao Stellato, eccoci finalmente in Provenza! Mi sono così affezionata a Sabine che non vedo l'ora di ritrovarla inserita nel prosieguo della storia.... |
Ma come?! Oscar inizia il gioco degli equivoci e poi se la prende se Andrè le fa da spalla? Chissà, forse starà prendendo coscienza che Andrè è coinvolto e ne ha timore. Diciamo che il compagno di viaggio “orso” ha capito che si metterà nei guai e gli dà un consiglio. Tornerà utile? Intanto hanno ritrovato Sabine, dove porterà il tuo originale racconto? Bravissima e a presto ! |
Generalmente leggo la tua storia a tarda ora e a quel punto non riesco a recensire in modo adeguato . |
Certo che quei due sono proprio invadenti, anche se generosi! E per André deve essere stato dolce ed amaro al contempo vivere, anche se per poche ore, la vita che desiderava da sempre. Complimenti per i bellissimi disegni. |
Ciao, |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
"Questo giovanotto vi guarda come se non esistesse nulla di più bello al mondo; dubito che qualcuno cascherà per vostro il travestimento se continua così." |
Questo capitolo é stupendo. Anche se il decorso della storia é cambiato dall'originale i personaggi sono fedeli a sé stessi. Ifatti Oscar e André hanno atteggiamenti diversi , ma essi sono supportati dalla situazione e per questo del tutto normali nella loro diversità. Di conseguenza la tua storia è una possibilità fattibile e non irrealizzabile. (Questo è l' aspetto che più amo della tua storia ❤️) < |
Cara Stellato, |
E così Oscar è uscita -temporaneamente?- dal suo rovo di rose, dalla sintassi obbligata del suo ruolo, per muoversi leggera e inaspettata in un altro tempo, che può declinarsi come sogno, rêverie ,travestimento, ma qui,come già in “Martinica”, assume la forma del viaggio. Fuori dal contesto di ruoli e obblighi e convenzioni e aspettative cessiamo di essere funzioni e diventiamo forme pure e imprevedibili di noi stessi. Non per sempre però, perché è una parentesi, vero? |
“Andiamo, André… Non credi anche tu sarebbe meglio… provare a staccarti da lei? ...Ormai siete adulti...Vuoi passare davvero tutta la vita così, André? Lasciar passare tutti questi anni, uno dopo l’altro… In quali cambiamenti speri? È una nobile, questo non cambierà…” |
Questa storia è un climax ascendente di piacevolezza! |
Stellato carissima, l’incipit al tuo capitolo è stato quanto mai esaustivo e apre la mente del lettore a voler guardare oltre. Alle volte guardiamo alle parentesi con noncuranza, mettiamo tra parentesi una situazione, un discorso, una parola, un concetto, alle volte anche le persone, con la presunzione che essi possano rimanere lì confinati in eterno, ma prima o poi la realtà torna a bussare e tutto ciò che con tanta cura avevamo messo fra parentesi torna con il suo carico da mille a ripresentarsi dopo un determinato periodo diciamo di decantazione, e allora si impongono pensieri, parole e scelte non sempre semplici o indolori. Ad André la scelta non si è mai paventata, lui ha sempre pensato ad Oscar come a una parte di se stesso per cui non era mai stato contemplato nemmeno il pensiero che le loro strade potessero dividersi per diventare autonomi. La nonna dietro i suoi occhialini aveva visto già tanto tempo prima del nipote cosa si agitava nel suo cuore e voleva che ne prendesse le distanze per il suo bene affinché potesse vivere una vita tutta sua e degna di essere vissuta come meritava. Intanto aveva anche osservato come in quei giorni entrambi i suoi ragazzi fossero cambiati e qualcosa all’orizzonte si stesse affacciando. Quel viaggio era giunto inaspettato tanto quanto la sua decisione nel compierlo e già si potevano notare cambiamenti in Oscar che dapprima scontrosa, forse pensierosa, aveva mutato il suo atteggiamento aprendosi poi ed essendo più propositiva e positiva, anche fisicamente aveva voluto assumere un’aria differente dalla solita che tutti le conoscevano e proprio per non risultare ancora una volta prevedibile, aveva voluto cambiare lasciando perplesso, primo fra tutti, André che vedeva in quel mutamento il suo timore di venire accantonato in funzione del bene e della tranquillità di un’altra persona, e iniziava a pensare che fosse stato sostituito come si cambia un abito. Aveva cominciato a fare un bilancio del suo rapporto con Oscar: davvero lui contava così poco per lei, non si era mai modificata così tanto per compiacere qualcuno, mentre per Sabine lo stava facendo. Aveva anche pensato che potesse avere un piano una volta giunti in Provenza ma con sua grande sorpresa aveva ascoltato dalla viva voce di Oscar che il concetto era alquanto semplice: se lei aveva potuto modificare il suo essere anche Sabine avrebbe potuto cambiare il suo in funzione della sua crisi matrimoniale del tutto momentanea e per nulla definitiva. Strabiliante la parentesi in carrozza, che già di per sé vale tutto il capitolo, con l’incontro dopo una sosta con la coppia sposata che mette a nudo, senza saperlo, il sentire di questi due ragazzi, che, anche loro senza saperlo, si stanno scoprendo man mano. Ad Andrè sembra tutto impossibile ma ecco che la realtà invece bussa alla sua porta e gli fa percepire la mano sul suo ginocchio e persino la frase adorabile che Oscar pronuncia alla fine rivolta proprio a lui, con quel “Caro…” che parla da solo. Che altro si può dire se non che questo viaggio, parentesi o meno, inteso come racconto, si sta manifestando in tutta la sua costante ricerca nei sentimenti dei personaggi per far sì che possano venire alla luce deliziando noi lettori per la delicatezza utilizzata. Bravissima ancora una volta di più. Un affettuoso abbraccio e aspetto curiosa il prosieguo. |
Ciao Stellato, innanzitutto complimenti per il disegno, è un acquarello, immagino. Molto bello. Il capitolo è strepitoso, la parentesi di Oscar rischia di diventare incontrollabile e incontrollata. André è dolcissimo e stavolta senza parole a causa del finale magistrale. Brava. |