Carissima Cosa, Co', Miry, tu, insomma, CIAO BONAZZA (nuovo saluto d'obbligo, ormai).
Ma quindi... ecco dove si collocava il famoso pianoforte! Questo interrogativo (assieme al suo uso improprio) mi perseguitava e posso finalmente ritenermi soddisfatta di averlo visto "in azione" ;)
Ora la pianto con le corbellerie e passo a dirti che ti adoro. Ti adoro, ti adoro, ti adoro: tu, la tua storia e il disegno, oh. Perché se ci sono due cose che mi mandano in visibilio, sono Tony e la musica. Quindi se li accoppi crei un jolly vincente in tutto e per tutto, per quanto mi riguarda; ho talmente tanti headcanon, riguardanti Tony e il pianoforte, che potrei srotolarti un papiro, ma non mi sembra questa la giusta sede. Ti dico solo che la tua storia, pur non facendone per ora il fulcro centrale, ma solo il mezzo di svolgimento, li ha arricchiti ulteriormente, in modo più che positivo. Il punto è che ne ho viste a bizzeffe, di storie che trattano di Tony e della musica, in particolare del suo rapporto col pianoforte, collegato imprescindibilmente a Maria a partire da quella scena di Civil War. Il difficile è scriverne con cognizione di causa, parlando sia a chi non ha mai suonato e cercando quindi di trasmettergli quelle sensazioni tutte particolari che si prova nel farlo e nel sentirlo, sia a chi invece ha una qualche dimestichezza con un qualsiasi strumento, rievocando quindi pensieri, situazioni e dinamiche conosciute. La tua bravura si rivela anche in questo, nel far capire che sai di cosa stai parlando e di volerlo trasmettere a tutti, rendendolo un argomento universale in cui ci si possa rispecchiare: nel goffo, impacciato Peter che si incarta per una scala di do, basilare, ma che se non studiata risulta complessa quanto un Notturno di Debussy. E stiamo parlando solo della cornice della storia, quindi pensa quanto poi esse bbrava.
Ma magari adesso passo alla storia in sé, invece di continuare a straparlare.
Sei ben cosciente che, con tutte le riserve del caso che ho su questi due baccalà, tu me li fai piacere e amare in qualunque salsa tu li metta baccalà in umido, prego, anche se la mia preferita rimane prevedibilmente questa: le Young, in cui possiamo veder interagire alla pari due caratteri effettivamente nati per combaciare, senza tutti i confini, ostacoli e remore del caso che si porrebbero in altri contesti.
Sai anche che il tuo giovane Tony mi affascina, in tutta la sua spigolosità di persona che risulta effettivamente antipatica e odiosa a un primo incontro... tranne per Peter, che lui ha una buona parola per tutto e tutti. Un carattere acerbo, che deve ancora sbocciare nella vena di scanzonata nonchalance e pungente sarcasmo col sorriso falso sulle labbra che svilupperà in seguito, da adulto che non vuole legami quanto non li voleva il sé adolescente, ma che si impegna a mantenere almeno le apparenze di anima della festa. Basta sviolinate, mo', che te ne ho fatte già abbastanza altrove in proposito e sai che la tua caratterizzazione mi manda in brodo di giuggiole :')
«Niente di più falso», risponde, e torna a guardare il libro. Non ha letto una frase, da quando Peter è entrato in casa.
Ecco, Tony condensato in una frase. Ne parlavamo l'altra volta: lui fa sempre finta di non notare, di non ascoltare né vedere. Invece è attento, percettivo, assorbe ogni minima variazione dell'ambiente che lo circonda anche quando è impegnato su altro - e infatti gli sale quasi subito il sospetto che Peter stia nascondendo qualcosa. Diciamo che in questa fase "primordiale" mi sembra ovvio che non riesca a fare appieno due cose insieme, e che appunto si distragga da una lettura imbastita solo per far credere di essere disinteressato, come farà con le schermate di JARVIS in un altro tempo e in un altro mondo, appresso alle quali però riuscirà starci lo stesso, anche con la mente altrove.
Insomma, vince la curiosità, un tratto del suo carattere che non riesce quasi mai a soffocare, una curiosità per ciò che è insolito o appunto sconosciuto. Peter è entrambe le cose, con quel suo magnetismo involontario, letterale in quanto vero e proprio opposto di Tony.
Passo in volata a Peter, anche se, in effetti, che vuoi che ti dica, Co'? È tuo, Peter, in ogni ruga d'espressione e movimento che fa, in ogni sguardo e parola e ciglia a corolla <3 Quindi dico solo che l'accento più marcato sulle sue condizioni economiche, in linea con il meno abbiente, canonico Parker che fatica a pagare l'affitto e si destreggia tra mille lavori secondari per tirare avanti, è apprezzatissimo, è realistico e aggiunge pennellate di colore al personaggio. Quello del divario economico è un qualcosa di cui entrambi i personaggi, nei loro diversi ruoli, sono ben coscienti, ed è significativo che Tony, pur essendo stronzo col 90% delle persone e nel 99% dei casi, non si pronunci su quest'aspetto in particolare. Sarebbe gretto, sarebbe meschino, sarebbe troppo facile e non sarebbe da Tony.
Il momento della rivelazione, ecco. Quello mi ha tenuta col fiato sospeso, perché non sapevo davvero cosa aspettarmi. È una situazione nuova, per me lettrice: Tony e Peter non si conoscono, non davvero, c'è solo un intreccio di sguardi superficiali, di attrazione puramente immateriale che non si è mai concretizzata in un contatto o in un dialogo, in nulla. Sono poli magnetici nell'etere, attratti da una forza naturale e incontrastabile che non sanno ben spiegarsi nemmeno loro e che eppure esiste. E questo Peter è in un certo senso diverso: è un qualcuno che, sì, nasconde ciò che pensa e ciò che prova per timidezza e vergogna, insicuro, impacciato, ma che ricorre anche a un sotterfugio per riuscire a realizzare un suo desiderio, quando lui li tiene solitamente così poco da conto. È diverso ed è lui, come ti ho detto prima, e proprio per questo mi affascina e non vedo l'ora di leggere il suo punto di vista.
Passiamo alle mie angosce: vedere un Tony che si lascia andare, che si fida e si accontenta, in un certo senso mi mette in allarme. Ha ceduto all'impulso del momento, all'adolescenziale voglia di baciare qualcuno per il gusto di farlo che però si intreccia a qualcosa di più profondo che smuove l'anima. E non te lo nascondo, Co': mi preoccupa l'allusione al sogno, mi preoccupa la volontà di Tony di abbandonarsi, perché sappiamo che ogni volta che cattura una goccia di felicità, canonicamente, gli viene prosciugata, non prima che abbia potuto illudersi di averla per sempre.
Forse è la mia parte pessimista a parlare... ma a mi discolpa dico che ti conosco, Co', e so che mi farai soffrire. Lo so eppure ti leggo lo stesso, pensa che scema :')
Per chiudere... devo commentare lo stile meraviglioso? L'uso dinamico delle parole, gli accostamenti di suoni e concetti? La vividezza dei pensieri che scorrono fuori dal testo e sembra di sentirli in prima persona? Non lo faccio, dai. Lo sai già.
Nutro altissime speranze, spero non Dickensiane, per questa storia. Non perché mi potresti deludere (ma quando mai), ma per i motivi e preoccupazioni elencate sopra... quindi aspetto, fiduciosa e scema, nel seguito <3
Mo' me te appiccico e te becchi baci e abbracci, perché sei una sorpresa continua e gniente, te se vo' bbene e non smettere mai. Anche quando ce stanno li stronzi che te obbligano a mette i disclaimer. Soprattutto in questi momenti: tira dritto per la tua strada e continua a regalarci queste perle <3
Dissipo il miele con un biscotto formato extra gluten-free per te.
Spero a prestissimo,
-Light-
P.S. Probabilmente sono io che colgo riferimenti inesistenti, ma il paragone di Peter a un girasole (a parte essere azzeccatissimo di per sé) è anche un riferimento a Sunflower di Into The SpiderVerse? ** |