Cara Maiko,
questa conclusione, se vogliamo, è un inizio. Dico così perché l’intreccio di vite e di esistenze, il concetto di trasmigrazione delle anime, viene risolto sebbene non rivelato. Marta ha dei flash delle sue vite passate che non riguardano solo lei o l’amato fratello, ma anche personaggi come Rhadamanthys. In questa realtà, muore per salvare l’umanità e un disperato e troppo ferito Camus, ma questa sua morte è solo il principio di una nuova esistenza, dove chissà che non recuperi memoria delle precedenti. Ci sono dei passaggi molto belli nel capitolo, come la presa di coscienza degli dèi. Loro sono immortali, ma gli umani hanno qualcosa in più che la superbia dei primi non può cogliere.
Amo moltissimo questo concetto, perché guarda caso si rifà proprio al concetto del tempo, che, appunto, in questa storia rappresenta il villain principale, mostrando una robustezza nella struttura che non ho potuto fare altro che apprezzare. La forza e la bellezza dell’umanità, debole e considerata corrotta, starebbero proprio nel fatto che tutto viene fatto in ragione del tempo, una risorsa finita che rende ogni gesto umano più tragico proprio perché potenzialmente irripetibile. Un altro momento molto toccante e decisamente intenso vede l’analisi dell’oscurità che è già insita, per colpa di Crono, in Camus e negli altri semidei precedentemente feriti e maledetti, ma che esiste anche in Marta e nelle ragazze. Di nuovo, l’analisi dell’esistenza del male radicato in ognuno di noi e della libera scelta che si fa nell’aderire o meno a tale impulso è un pezzo della storia che reputo prezioso e perfetto per un finale degno di questo nome.
Il legame fraterno tra Marta e Camus è, altresì, intenso ed epico. In qualche risposta alle recensioni hai affermato che a volte poteva sembrare troppo, ma sai, in un clima epico come quello che tu descrivi qui, con cavalieri e tratti talvolta quasi omerici, a me non è mai dispiaciuto vedere come questi guerrieri, similmente a quelli antichi, diano spesso voce ai loro sentimenti con coraggio. Anche il legame con Efesto assume in questo capitolo una tragicità particolare: Marta fa il grande gesto di chiamarlo padre, ma ciò non risolve la ferita che ella prova. Il sacrificio finale, inframezzato dagli squarci di questo al di qua che si intravede, è molto commovente. Le ragazze hanno imparato fin troppo bene la lezione.
Insomma, io ti faccio i miei complimenti per questa long che ho seguito con grandissimo piacere: adesso dovrò farmi guidare da te dentro l’intricato mondo delle tue storie, fiduciosa di trovare racconti altrettanto belli.
Un abbraccio e tanti complimenti,
Shilyss |