"Styles... Harry Styles" Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva.
"Styles, Styles, Styles... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Louis Tomlinson!"
Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi uno dei miei sorrisi, che ero sicuro l'avrebbero sciolta. Probabilmente quella segretaria quarantenne era la donna più giovane in questo posto. Perchè i miei mi avevano costretto ad un college maschile? Beh in realtà lo sapevo, ma non era comunque giusto.
Attenzione, questa storia è una Larry!

-Ma dai,si vede che muori dalla voglia di passare un po di tempo con me..- disse facendo un sorrisetto malizioso.
Mi trattenni a tirargli un pugno nello stomaco.
-Si certo,ti piacerebbe Styles!-
Lui mi rivolse uno dei suoi sguardi provocatori.
Io risi.
-Pensi che adesso cadró ai tuoi piedi?! Ma dai Harry non sono come le troiette che ti porti a letto!- dissi ridendo.
Harry mi guardó e si avvicinó a me.
Rimasi a guardare quei suoi stupendi occhi verdi.
Harry mi accarezzó la guancia e mi mise le mani sui fianchi.
-So che non sei come loro Nicole...-
Non riuscivo a ribellarmi a lui.
Harry si stava sempre di piu avvicinando a me ma non riuscuvo a oppormi.
Stava per unire le sue labbra perfette alle mie...
-Eccomi Nico scusa se sono arrivato tard...- ma fummo interrotti da Niall che rimase a guardarmi male.

Ma un’anima –per quanto distrutta, a pezzi, strappata e ricucita- è pur sempre un’ anima. E, anche se lei non voleva crederci, non riusciva a crederci—perché semplicemente non poteva essere, perché lei doveva essere persino più forte di questo, nessuno vive senza amore.
[...]
Ma, a volte, basta solo un po’ di coraggio, un po’ di follia. Per capire che, se non sei tu ad amarti, ci sarà qualcuno che lo farà per te—che ti ricostruirà, che riunirà i pezzi, che guarirà le ferite e ne creerà nuove –ma non ti importerà, perché potrai essere anche distrutto, sbagliato, ma se lei sarà lì non importerà, niente importerà- e ti solleverà, ti sorriderà –e ti sembrerà di star toccando il cielo, ti farà sentire come un navigatore che riesce a vedere le stelle brillare in cielo dopo una notte di burrasca, come uno sperduto che ritrova la via di casa.
[...]
Harry e Cassandra erano, l’uno per l’altro, la più grande salvezza e la più devastante rovina contemporanemente.
{ IN PAUSA }

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

Scriverò fin quando non avrò nient’altro da dire, scriverò fino a quando avrò i calli alle mani a causa della penna, scriverò fin quando non mi sentirò in pace con me stesso.

Già da tempo ormai, Harry aveva fatto capire chi era agli studenti della Holmes Chapel High School.
Al primo anno era lo sfigatello preso di mira dai ragazzi più grandi.
Al secondo era un ragazzino che iniziava a ribellarsi.
Al terzo era il brutto anatroccolo diventato un bellissimo cigno.
Al quarto era il puttaniere, venerato da qualunque essere di sesso femminile in quella scuola.
E adesso, adesso che si parlava dell’ultimo anno, Harry Styles stava a significare solo pericolo.
--
-Cos’hai intenzione di fare con lei?- chiese Louis, alludendo alla bionda che Harry aveva preso di mira.
Il ragazzo, come risposta, scrollò le spalle con indifferenza.
-Riformulo meglio la domanda- continuò Louis. –Hai intenzione di farle del male?-
Il riccio si voltò verso l’amico, notando quanto fosse preoccupato.
-Per ora non ha fatto nulla che possa scaturire la mia rabbia-

MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
«Ti voglio bene» disse appoggiando la testa sulla mia spalla, dolcemente.
«Perchè? Io sono la stronza che non prova emozioni!» accennai un sorriso, e ripresi a sorseggiare la birra.
«Riesci ad accettare il lato peggiore del mio carattere, facendomi credere di essere comunque il ragazzo migliore del mondo»

Louis mi si avvicinò e mi baciò dolcemente.
La confusione che avevo in testa si fermò di colpo.
Tutto a un tratto non pensai più a niente, nulla doveva rovinare quel momento così perfetto.
Ci baciammo per diversi minuti. Avevo la sensazione che nemmeno Louis voleva fermarsi.
Ci staccammo controvoglia.
Louis sorrise e se ne andò.
Non aggiunse altro, nemmeno una parola ma nei suoi occhi ho letto tutto quello che mi avrebbe voluto dire.
(Capitolo 10)

‘‘Mrs Benson ha avuto un incidente, non tornerà almeno fino alla metà dell’anno scolastico, nel frattempo la sostituisco io, sono Mr Malik, Zayn Malik.’’
Non seppe come ma si ritrovò a chiedergli:“Non è un po’ troppo giovane per essere un professore?Voglio dire avrà poco più della nostra età”

Questa storia parla di come io dovetti completare la mia missione: uccidere Zayn Malik.
Prima d'allora non sapevo minimamente chi fosse, come fosse e cosa facesse.
Non sapevo neanche il nome del ragazzo che mia aveva rubato il cuore, quel giorno.
In genere, il mio capo non mi dava alcuna spiegazione e nessun motivo, per il quale dovessi uccidere qualcuno: chiunque fosse io ponevo fine alla sua vita.