- Sono incinta. – specificò a quel punto Hermione, dissipando ogni suo dubbio e facendola strozzare con la sua stessa saliva.
Ginny spalancò gli occhi, incapace di credere che quello non fosse uno scherzo.
- Cos… eh?! C-come? Quando? Ma… ma… tu... – borbottò, pronunciando frasi sconnesse per quasi un minuto intero. – Non… non è divertente, Hermione. – disse alla fine, con la gola che bruciava per lo sforzo di parlare.
- Già. – mormorò Hermione, in un ansito di tristezza. – A chi lo dici. […]
- Ma… – la giovane Weasley cercò di mettere ordine nella sua testa, ancora sconcertata dalle parole della strega più grande. – Io… cioè tu… con chi…cioè… è Ron? – domandò, allucinata. – Io non sapevo neanche che vi frequentaste! Perché non mi hai detto niente? […]
- Ronnonèilpadre. – chiarì Hermione, pronunciando quelle parole nel modo più veloce possibile, scacciando dalla sua testa i cattivi pensieri.
- Che?
- Ronnonèilpadre! – ribadì, più in fretta di prima.
- Hermione, non capisco… cosa stai dicendo… - mormorò la giovane Weasley, non consapevole di quali parole usare.
Via il dente, via il dolore.
- Ho detto che Ron non è il padre! – esclamò tutto d’un fiato.
Via il dente, via il dolore. Sì, un cavolo!

Dal primo capitolo
“Trovato!” ripeté Silente dopo aver ritrovato l’equilibrio. Severus sospirò: “Di cosa stai parlando Albus?”. L’anziano mago ignorò il tono rassegnato del suo relativamente giovane amico e, lisciandosi la lunga barba bianca, annunciò con aria solenne il suo Formidabile Piano: “Granger e Malfoy"

Vi giraste attorno come due belve, scrutandovi nella penombra di quella stanza polverosa con astio, calcolo e smania.
Lei portava ancora quel mantello di velluto rosso, rosso sangue. Tu sembravi non avere niente addosso se non quegli occhi di metallo che bruciavano come fuochi di luna.
Anime morte, altro non eravate.
Ti facesti avanti, afferrandola per i fianchi e traendola a te. Le scostasti bruscamente il cappuccio dal volto, lo sguardo fisso sulle sue labbra.
"Che intenzioni hai, Malfoy?" biascicò la strega a bassa voce.
Posò le mani sulle tue spalle tese, come se volesse allontanarti da sé. Eppure non esercitò alcuna pressione, se non quella delle unghie sulla stoffa.
"E tu, Granger?" ribattesti ironico, un secondo prima di aggredire la sua bocca.
Questa one-shot si è classificata prima e ha vinto il Premio Stile e il Premio Giuria al contest "Improvvisamente improvviso" indetto da Hece e giudicato da ~frouis.

Ciao a Tutti! questa è una One shot che partecipa al concorso "Poi salutò la morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari" di pomello sulla morte di Piton!
di seguito il link al forum
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10600985
Buona lettura e per favore commentate!

“Ciò che ti chiedo è così poco” Le disse, cercando disperatamente di farla ragionare.
Sentiva la sua anima sgretolarsi sempre di più, andare in frantumi.
Si sentiva soppresso da un peso, alla deriva, verso l’orizzonte di un oceano malvagio, oscuro, senza via di ritorno.
“Lascia solo che io ti domini e potrai avere tutto quello che desideri” Continuò controverso. “Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che ti dico e io diventerò il tuo schiavo.”

Con grande rammarico, Sarah è invitata nell'Underground per assistere alle nozze di Jareth e di una principessa di un regno alleato, per questioni politiche. Ma Sarah non sa a quali orribili avvenimenti dovrà andare incontro!

Sarah Williams è diventata una donna ormai, frequenta l'università, ma non ha perso il suo amore per la lettura e le storie fantastiche, vive in un mondo tutto suo, si rifugia nei suoi sogni.
Sarah si sente inadeguata, stretta in quel mondo che non sente completamente suo, incompresa dai suoi coetanei.
Inizia a fare degli strani sogni che riportano in superficie contrastanti emozioni, che le riportano alla mente una figura, una persona che non riesce completamente a focalizzare, conosciuta in un altro tempo, in un'altra dimensione, in un altro luogo...
Federica