''Era appena uscita dalla doccia, prese i vestiti e li poggiò disordinatamente sul letto.
Iniziò a vestirsi.
O meglio, a raccontarsi.
Ci sono storie che solo delle mani possono raccontare, strade che solo dei piedi hanno percorso. Storie che solo degli occhi possono ricordare.''

Dal capitolo 10:
Mi divevano sempre 'fumare è sbagliato', sì certo lo è, ma avrei potuto scommettere con chiunque che prima o poi una malboro se la fumano tutti, anche solo per scherzo o per sentirsi come gli altri chiedendosi poi chi aveva costruito quella strana forma di 'normalità'. Forse un dipendente dal fumo, forse qualcuno che fumava perchè aveva problemi personali o semplicemente un cretino che per sentirsi grande fumava.
Ma ora che ci stai pensando, chi fu quello che iniziò tutto?
Non ci sarà mai una risposta, non scoprirà mai nessuno chi fu quell'uomo che causò la dipendenza dal fumo a migliaia di giovani, così come non ci sarà mai una risposta alle migliaia di domande che si pone un'adolescente al giorno, del tipo 'perchè non riesco a piacermi?', 'Perchè ho il costante bisogno di mangiare?', 'non possono smettere di prendermi in giro?'.
*Autolesionista, bulimica, masochista, debole, vendicativa.. innamorata.
Questa è la mia storia.
Io sono Charlotte, mi hanno abbandonata e sono sola.
Ma sono riuscita a raggiungere il sole, sono riuscita a raggiungere la felicità.
Questa è la storia di come ho inseguito il sole.
Questa è la mia storia.

"Fuori comincia una tempesta, mentre alla radio risuona la tua canzone preferita.
Ricordi quando cantavamo Speed of Sound insieme?
Mi piaceva sentire la tua voce risuonare nella stanza mentre armeggiavi ai fornelli, con addosso il grembiulino che ti regalai io.
Non sentirò mai più la tua voce in questa stanza. Non ti vedrò mai più cucinare per me."
{Avvertenze: Louis!centric - Accenni Larry.}

I miei occhi non riuscivano a credere alla scena che avevo di fronte. Aveva notato la mia presenza, girò il corpo lentamente, senza dirmi niente con i suoi occhi color verde smeraldo, mi guadava.
Indietreggiai di qualche passo.
-Che cosa hai fatto?- chiesi, completamente fuori di testa.
-Cherri .. io ..-avanzava verso di me, io invece continuavo ad indietreggiare premendo la schiena contro il muro freddo.
-stai ..s-sta .. - la voce incrinata.- stai lontano da me.-
-No Cherri .. amore, non farlo.- Disse avvicinandosi a me.
-Stai lontano! se ti avvicini chiamo la polizia.- Dissi, ero spaventata.
Rimase in piedi per un'istante, poi cadde in ginocchio.
-Non sono stato io.- sollevò gli occhi rossi di piccole lacrime che scendevano.
Non avevo scelta, dovevo allontanarmi, da Harry Styles per sempre.

"Se la prossima volta vieni con il costume, ti faccio guidare la vela." Si passa una mano fra i capelli e mi guarda con la solita aria solare.
"Sono una frana."
"Perché dici questo se non ci hai mai provato?"
"Perché sono una frana in tutto." Abbasso il capo, grattandomi la nuca con aria imbarazzata.
Cala il silenzio per qualche secondo, momento in cui spero che smetta di guardarmi o che cambi discorso.
"Cosa intendi con 'tutto'?"
"A partire dalle relazioni con gli altri essere umani di questo pianeta e a finire con ogni tipo di sport." Sorrido debolmente.
"Nah, sei solo un po' acida!" Ride.
"Gentile, Shelley." Lo schizzo leggermente, allungando la mano e facendola arrivare oltre la tavola da surf.
Lo vedo bloccarsi di colpo e guardarmi come se fossi un'aliena. D'istinto mi giro per vedere cosa ci sia dietro di me, ma dalla sua affermazione capisco.
"Non mi hai chiamato più 'Coso'!" Esclama.
"Non farci l'abitudine."

Mi mancheranno tutte le cose di te, lo sai. La lieve barba sulla punta del tuo mento quando non ti radi per un paio di giorni, il modo in cui i tuoi capelli vadano in varie direzioni alla mattina –dandoti una terribile aria. Ma la amo lo stesso, perché è una parte di te ed ogni parte di te merita di essere amata.