MikasaxLevi
A due anni dalla fine della guerra, Mikasa e Levi si ritrovano insieme ad affrontare le cicatrici e le ferite che la guerra ed i giganti hanno lasciato nelle loro vite. Mentre l'inverno è alle porte, il loro rapporto cambia per sempre... In un mondo popolato di memorie di amici caduti, riusciranno a guarire insieme?
Una storia introspettiva sui miei due personaggi preferiti, ideata e in larga parte scritta prima dell'uscita del capitolo 131, quindi ormai in parte off canon.
Contiene spoiler per chi segue solo l'anime.

AU 2019 - Levi x OC - SMUT
Gwen Smith, figlia del noto Comandante Erwin Smith, è una ragazza di diciannove anni, dolce, studiosa e allegra.
Il Capitano Levi Ackerman è il miglior amico e sottoposto di Erwin, ed appare come un uomo scontroso, freddo e senza scrupoli.
I due s’incontrano una sera in discoteca e fra loro sembra un vero e proprio colpo di fulmine, nonostante la differenza d’eta e l’inconsapevolezza delle loro identità.
Così, al mattino, l’arrivo inaspettato di Erwin nell’appartamento del Capitano coglie Gwen e Levi di sorpresa quando scoprono chi sono in realtà e che quella che poteva essere la loro storia, è qualcosa di irrealizzabile.
Soprattutto per il volere di Erwin.
Ma il vero amore può essere fermato?
Un padre può negare alla propria figlia la felicità?
Levi può sopravvivere ad una storia con una giovanissima ragazza, circondata da matti come Eren il fanatico di guerra, Sasha l’ubriacona, Mikasa l’iperprotettiva, l’arguto Armin ed il resto della squadra dell'ex classe I-04 (104)?

Non c'era nulla di molto valoroso in lei, ma la storia non viene sempre raccontata dagli eroi.

[seminarist!Levi x Eren]
Il pesante libro universitario giaceva aperto sul tavolo, nell’angolo più isolato del locale dove era solito fermarsi a studiare. L’essere fuori città assicurava tranquillità a quel posto, anche se quel tipo, il nuovo cameriere, era forse un po’ troppo rumoroso.
Levi sorseggiò la sua bevanda calda, mentre fuori la temperatura era forse a meno di dieci gradi. Il calore gli rilassò i muscoli e gli stemperò la gola, che dopo quella lunga camminata al freddo pizzicava in maniera fastidiosa.
Riprese in mano la matita e tornò a leggere quel noioso ultimo capitolo, tentando di non dare troppo peso a quegli occhi che si sentiva addosso.
Occhi grandi, verdi come non ne aveva mai visti, che di tanto in tanto si posavano neanche troppo distrattamente su di lui. Sono l’ultima persona che dovresti guardare in questo posto, ragazzino.