Immaginate di avere un'ossessione e che quell'ossessione abbia un nome.
Immaginate poi che quell'ossessione non solo abbia un nome, ma anche un volto, con tanto di lineamenti sopraffini, iridi chiare come laghi di alta montagna, capelli sottili e splendenti come fili d'argento.
Immaginate poi che a tutto ciò si sommi un fisico atletico e slanciato, un fisico temprato da ore ed ore di rigorosi allenamenti, un fisico abituato a danzare letteralmente sul ghiaccio.
Riuscite ad immaginarlo?

"Da quella volta in cui, sulla spiaggia, mi hai domandato cosa volevo che tu fossi per me, non ho mai pensato ad altri che a te, sai Victor?
Ti sono bastate quelle poche parole per prendere interamente il dominio su di me, sulla mia mente, ogni singolo secondo di ogni singolo giorno."
Perchè tutte noi avremmo saputo benissimo quale risposta dare a Victor, no?

Trama:
Erano passati tre giorni dal quasi matrimonio di Alec e Magnus non aveva più avuto sue notizie. Se n’era andato da casa sua, con la promessa che si sarebbe fatto sentire dopo aver tentato di spiegare la situazione ai suoi genitori.
Sapeva che aveva bisogno di tempo e non voleva fargli pressioni, ma adesso cominciava seriamente a preoccuparsi.
Girò il cellulare tra le mani, indeciso sul da farsi. Poi aprì la schermata e inviò il messaggio.
Tratto dalla storia:
Gli scostò delicatamente i capelli corvini dalla fronte e si ritrovò a sorridere.
- Non fissarmi – piagnucolò Alec avvicinandosi al compagno e nascondendo il viso nell’incavo del collo.
- Perché? Ho un ragazzo bellissimo. Mi sembra il minimo fissarlo. –
La testa di Alec scattò per osservare il nascosto.
- Il tuo ragazzo? – chiese stupito
Magnus si prese mentalmente a schiaffi per paura di aver spaventato il giovane.
- Non ti va bene? Sto correndo troppo? – chiese perdendo parte della sua sicurezza.
- No, no... va... va benissimo. È che è così... strano. Tu sei così... e io son così... - tentò di spiegare tornando a nascondere il viso nel collo del compagno.
- Alexander tu sei perfetto, sei bellissimo, coraggioso, leale ed io non potrei chiedere di

«Buongiorno, Naruto» lo salutò cortesemente «prego, accomodati».
Dannatamente diplomatico e formale. Almeno, però, gli dava del tu.
Accolse l’invito e si mise a sedere difronte a lui, dall’altro lato della scrivania.
Si accorse fin da subito che c’era qualcosa di profondamente sbagliato. Percepiva distintamente l’atmosfera pesante e, razionalmente parlando, ciò non sarebbe dovuto accadere dal momento che il suo interlocutore era comunque una sua conoscenza.
[L'OOC prendetelo con le pinze, dato che è un contesto ben lontano da quello canonico. Quindi non saprei nemmeno io se siano effettivamente OOC.]