[...]-E quindi domani verrai con noi?- iniziò Louis rompendo il ghiaccio.
-A quanto pare si...-
-Preparati alla follia della famiglia Tomlinson!-
-Se sono tutti come te dovrò prendermi qualche aspirina prima di venire-
-Perché come sono io?- mi domandò mettendo il broncio da finto offeso.
Ci pensai un po’ prima di rispondere.
-Tu sei come Peter Pan, non crescerai mai-
-Mi piace!E tu invece sei la mia Wendy che al momento giusto mi porta alla realtà-. Girai lo sguardo verso il finestrino fingendo di osservare la strada scorrere davanti i miei occhi mentre cercavo un modo per far placare il rossore sulle guance che mi era apparso non appena Louis aveva detto la parola “mia”. [...]
[...]-Ti rendi conto che mi sono sentita solo usata da te?- gli urlai tutto quello che provavo dentro.Lui rimase in silenzio, completamente spiazzato.
-Dove vai?- mi chiese mentre afferravo il giubbotto.
-Via di qui.Non voglio rimanere in questa casa per altri 30 secondi-
-Fannie aspetta...-
-Ho già aspettato abbastanza, ora sono stanca- sbattei il portone dietro di me e mi incamminai verso casa mia. [...]

[Dal capitolo 7]
Louis: Me la sono presa con te più di una volta, che non c'entravi nulla. Poi una sera, Niall, il ragazzo biondo che era con me fuori dal pub, mi ha detto che la vita continua, e di tornare a essere me stesso. Gli ho dato ascolto e per questo sono venuto qui. A chiederti scusa per tutto perché non sono il ragazzo che mi sono mostrato in questi giorni.. e per ricominciare da capo.
Io: Louis che mi chiede scusa? -mi guardava serio- ok. –ci riflettei un po’ su- Sì, si può ricominciare in fondo..
Louis: Allora.. -tossì- piacere, sono Louis Tomlinson.
Io: Piacere mio, sono Sophie Smith. -ci stringemmo la mano, scoppiando a ridere- ..
[In revisione..]

Incontrai lo sguardo del riccio e quegli occhi verdi mi imprigionarono, sentii brividi lungo tutto il corpo “Lavinia, sei fidanzata!” mi dissi, imponendomi di abbassare lo sguardo.
(from chapter 3)

“Ehi tranquilla. Adesso ci sono io. Tra poco questo incubo finirà, te lo prometto.”
Aspettò qualche secondo prima di ricominciare a parlare perché dall’altro capo del telefono qualcuno rispose.
“Harry stai zitto e non fare domande. Vieni subito qui fuori, devi venirmi a prendere. Devi accompagnarmi in ospedale, perché c’è una ragazza parecchio mal ridotta qui per terra vicino a me. Muoviti!”
Staccò la chiamata e mi accarezzò di nuovo il viso, ma a quel punto collegai la parola ospedale, e ne ebbi paura. Riuscì finalmente a spiccicare parola, anche se quello che ne uscì fu un sussurro.
“No ti prego … non portarmi in ospedale. Ovunque ma non lì.”
“Ma tu ti devi far curare, sei ridotta male.”
“No ti prego, portami a casa mia. Me la caverò!”
“No, no, no e ancora no! Se vuoi ti porto a casa mia, ma non a casa tua. Devo curarti e sei ridotta troppo male!”
“Va bene, ma non portarmi in ospedale ti prego.”
Con una dolcezza infinita, mi prese in braccio, dove mi strinsi nel suo petto, godendomi quell’intenso profumo di vaniglia che emetteva la sua pelle. [...]

Questa storia l'ho in mente da tanto tempo.
Non sarà la solita storiella d'amore,ma entreranno in campo tanti fattori:
L'attrazione,la seduzione,il dolore,l'amore,l'amicizia,il pericolo,la paura...
Inoltre la protagonista porta in se un segreto,che manco suo fratello sa...
Sarà una storia che forse farà commuovere,e ovviamente ci sarà da divertirsi,ma non sempre...

La storia prima o poi si concluderà, sarà questa la volta buona?